Capitolo 6
Il rafforzamento dell’unità familiare grazie al lavoro di tempio e alla genealogia
Le ordinanze del tempio offrono l’occasione dell’esaltazione dei figli di Dio da entrambi i lati del velo.
Dalla vita di Heber J. Grant
Heber J. Grant sacrificò molte volte nella vita gli interessi mondani per dedicarsi al lavoro di tempio e di genealogia. L’inizio risale alla sua gioventù, quando i santi ebbero la possibilità di offrire del denaro per edificare il tempio di Salt Lake. «Mese dopo mese, da bambino», egli ricordò, «offrii un dollaro al mese. Con l’aumentare del mio stipendio, portai il mio contributo a due dollari al mese, poi a tre, quattro, cinque. Alla fine diedi diverse migliaia di dollari per il completamento di detto tempio. Perché? Perché il Signore Onnipotente mi ha dato la conoscenza che il cuore dei figli si è volto verso quello dei padri; che le chiavi detenute dal profeta Elia furono di fatto consegnate a Joseph Smith e a Oliver Cowdery.1
Le chiavi del sacerdozio restaurate da Elia consentono di unire le famiglie per il tempo e per l’eternità mediante le sacre ordinanze del tempio. Come spiegò il presidente Grant, quest’opera è ugualmente importante sia per i vivi che per i morti: «Abbiamo il vangelo di Gesù Cristo restaurato, abbiamo il piano di vita e salvezza, abbiamo le ordinanze del Vangelo non solo per i vivi ma anche per i morti. Abbiamo tutto il necessario, non solo per la nostra salvezza, ma affinché possiamo di fatto divenire ‹liberatori sul monte Sion› [vedere Abdia 1:21], entrare nei templi del nostro Dio e salvare i nostri antenati che sono morti senza una conoscenza del Vangelo».2
Il presidente Grant mostrò il suo amore per il lavoro genealogico e di tempio, quando affermò: «Sono profondamente interessato a questo lavoro. Sono ansioso di incoraggiare le persone ad affrettarsi a completare la propria genealogia e, dopo aver fatto ciò, a lavorare nei nostri templi».3 Grazie al suo esempio e ai suoi insegnamenti, i suoi familiari arrivarono ad amare il lavoro di tempio. Nel gennaio 1928 decise di dedicare ogni giovedì sera come serata al tempio della famiglia Grant. I membri della famiglia che avevano ricevuto la propria investitura si ritrovavano a cena e poi si recavano al tempio di Salt Lake per ricevere le sacre ordinanze in favore dei loro antenati deceduti. In occasione del suo compleanno del 1934, si riunirono nel tempio 50 familiari che presero parte al suggellamento di 1.516 figli ai loro genitori.4
Insegnamenti di Heber J. Grant
Nessun sacrificio è troppo grande nello sforzo di unire le nostre famiglie attraverso il lavoro di tempio.
Sarò sempre grato, sino al giorno della mia morte, per non aver dato ascolto ad alcuni miei amici quando, non ancora ventunenne, mi presi il fastidio di viaggiare dalla contea dello Utah fino a Saint George per sposarmi nel tempio di quella località. Ciò accadde prima che la ferrovia passasse a sud della contea dello Utah, così dovemmo fare il resto della strada a cavallo. A quei tempi era un viaggio lungo e difficile su strade sterrate e mal definite, e sia l’andata che il ritorno richiedevano molti giorni.
Molti mi consigliarono di non fare tale fatica—di non andare sino a Saint Gorge per sposarmi. Dicevano che potevo farmi sposare dal mio presidente di palo o dal mio vescovo e poi, quando il tempio di Salt Lake City fosse stato completato, avrei potuto andarvi insieme a mia moglie e ai miei figli per essere suggellato a lei e avere i nostri figli suggellati a noi per l’eternità.
Perché non li ascoltai? Perché volevo essere sposato per il tempo e per l’eternità—perché volevo iniziare la nostra vita in comune nel modo giusto. In seguito ebbi motivo di gioire grandemente per la mia determinazione di sposarmi nel tempio allora, invece di aspettare sino a quando sarebbe stato più comodo farlo…
Credo che tutti i giovani santi, uomini o donne, devono fare tutti gli sforzi possibili ragionevoli per recarsi alla casa del Signore per iniziare la vita insieme. I voti nuziali fatti in questi luoghi santi e le alleanze sacre strette per il tempo e per tutta l’eternità sono [una protezione] contro molte tentazioni della vita che tendono a distruggere le famiglie e la felicità…
Le benedizioni e le promesse che derivano dall’iniziare la vita insieme, per il tempo e per l’eternità, nel tempio del Signore, non possono essere ottenute in nessun altro modo e i giovani Santi degli Ultimi Giorni degni che iniziano in tale modo la loro vita insieme trovano che la loro unione stipulata nell’alleanza eterna diviene il fondamento su cui è edificata la pace, la felicità, la virtù, l’amore e tutti gli altri principi eterni della vita, qui e per sempre.5
Non sottolineerò mai abbastanza… la necessità che i giovani Santi degli Ultimi Giorni vengano in questa Casa, per essere debitamente sposati e iniziare la lotta della vita sotto l’ispirazione del Dio vivente e con le benedizioni dell’autorità del sacerdozio di Dio detenuto dai Suoi servitori che amministrano nel tempio. Desidero imprimere nel vostro cuore che non potete fare un sacrificio senza che prima o poi giunga a voi una ricompensa, nel tempo o nell’eternità, e quasi senza eccezione quando facciamo dei sacrifici per adempiere il nostro dovere nell’espletare quelle cose che sono gradite a Dio, riceviamo il nostro premio durante la vita.6
Poco più di un anno fa stabilii che, mediante la pianificazione dei miei impegni e stando lontano da lezioni, concerti, teatro e opera, potevo andare al tempio almeno una volta alla settimana e fare le ordinanze in favore di alcune persone care che sono decedute. Essendo stato determinato in ciò che avrei potuto fare, non ho avuto difficoltà di nessun genere nell’andare al tempio una volta alla settimana per tutto l’anno… È vero che ho forse dovuto rinunciare a un’opera, a uno spettacolo teatrale o a qualche ricevimento a cui mi sarebbe piaciuto essere presente, ma non ho avuto nessun tipo di difficoltà…
In genere siamo in grado di fare ciò che desideriamo. Un giovane può trovare moltissimo tempo da trascorrere con la sua fidanzata. Egli può sistemare i propri affari. Noi possiamo sistemare i nostri affari in modo da fare esercizio fisico giocando a golf o praticando un altro sport. Possiamo sistemare le cose in modo da poterci divertire. Se noi decidiamo nella nostra mente di farlo, possiamo sistemare le nostre cose in modo da fare il lavoro di tempio, secondo la mia esperienza.7
Credo che se io posso trovare il tempo di andare al tempio e di fare il lavoro di tempio una volta alla settimana, non penso ci sia un solo uomo in tutta la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni che non possa trovare il tempo, se desidera programmare il proprio lavoro di conseguenza. Mi sto riferendo a persone che vivono in prossimità di un tempio, non di gente che deve coprire grandi distanze per recarvisi… Non conosco nessuna persona che sia più affaccendata di me, se io posso anch’ella può, se solo avrà lo spirito nel cuore e nell’anima di volerlo fare. La difficoltà per molte persone è che manca loro il desiderio.8
Per me, uno dei grandi privilegi che noi Santi degli Ultimi Giorni abbiamo è quello di fare il lavoro di tempio per i nostri antenati morti senza la conoscenza del Vangelo…
Se vi convincerete nel cuore e nell’anima che questa è una delle cose più importanti che, quali santi, potete svolgere, voi troverete il modo di farla.9
Dal tempo della restaurazione delle chiavi di suggellamento, molte persone hanno sentito il desiderio di ricercare i loro antenati.
Dal tempo della visita di Elia, che ha restaurato le chiavi che deteneva, volgendo il cuore dei figli ai padri [vedere DeA 110:13–15], è entrato nel cuore delle persone di tutto il mondo il desiderio di conoscere qualcosa dei loro antenati.10
Gli uomini e le donne di tutto il mondo hanno organizzato società, dato la caccia ai loro antenati e hanno compilato documenti genealogici sulla loro famiglia. Sono stati spesi milioni di dollari a questo scopo. Ho sentito parlare di uomini e ho parlato molte volte con alcuni di essi che hanno speso grandi somme di denaro per compilare libri sui loro antenati e, una volta completati, quando è stato loro chiesto il motivo per cui l’hanno fatto, hanno risposto: «Non so, sono stato preso da un irrefrenabile desiderio di compilare la mia genealogia e di spendere denaro per farlo liberamente. Ora che l’ho completata non ho un uso particolare da farne». I Santi degli Ultimi Giorni considerano i libri di questo tipo di valore inestimabile.11
Per un Santo degli Ultimi Giorni un libro di questa grandezza [tenendo in mano il Libro di Mormon], che contenga i nomi dei suoi antenati, vale molte, molte volte, centinaia di volte più del suo peso in oro.12
Quando riceviamo le ordinanze del tempio in favore dei nostri parenti deceduti noi diventiamo «liberatori sul monte Sion».
Gioisco per il meraviglioso lavoro che è compiuto nei nostri templi, per la restaurazione sulla terra del privilegio di battezzare, mediante l’autorità del Dio vivente, in favore di coloro che sono morti e di fare quelle ordinanze che, se accettate, porteranno i morti alla vita eterna e alla salvezza, benché possano essere deceduti senza la conoscenza del Vangelo.13
Il mondo si chiede, come può accadere che una persona possa essere battezzata per un’altra? Se noi crediamo nel lavoro per procura di Cristo, tuttavia, dobbiamo credere che una persona può lavorare a favore di un’altra e che possiamo divenire «liberatori sul monte Sion» [vedere Abdia 1:21].14
È nostro dovere… ricordarci di quei figli del nostro Padre che ci hanno preceduto nella morte senza una conoscenza del Vangelo e aprir loro la porta della salvezza nei nostri templi, dove abbiamo, inoltre, obblighi da assolvere.15
Se siamo diligenti, il Signore preparerà la via affinché noi svolgiamo il lavoro di tempio e quello genealogico per i nostri parenti defunti.
Prego affinché il Signore ispiri ognuno di noi ad avere maggiore diligenza nello svolgere al massimo delle nostre capacità i doveri e i lavori affidatici nel fare il lavoro per procura per i nostri morti… Quando cerchiamo intensamente, anno dopo anno, di acquistare conoscenza sui nostri familiari defunti senza la cognizione del Vangelo, sono certo che il Signore ci benedice nell’ottenerla.16
Questo lavoro genealogico, secondo me, è semplicemente meraviglioso. È magnifico vedere come coloro che tra di noi si interessano ad esso hanno la via preparata. Sembra miracoloso il modo in cui mia moglie è stata in grado nel passato di raccogliere informazioni sui suoi antenati. Il modo in cui libri e altre informazioni sono venuti in nostro possesso è eccezionale. Quando ci siamo trovati davanti un muro di pietra, in qualche modo è stato scavato un foro attraverso quel muro, così che potessimo infilarci in esso e giungere dalla parte opposta, parlando metaforicamente, per trovare qualcosa che fosse di valore.17
Per anni mia moglie aveva cercato di scoprire l’origine del suo bisnonno Gideon Burdick. Sette generazioni della sua famiglia erano rappresentate nella Chiesa, ma non riusciva a risalire a prima di lui. Seguì ogni indizio, ma non riuscì neppure a risalire al nome di suo padre.
Dal momento che era stato un soldato nella Guerra d’Indipendenza, si sperava che i registri ufficiali a Washington potessero fornire i dati necessari. Questi registri, però, mostrarono l’esistenza di due Gideon Burdick in servizio nell’esercito americano in quel periodo, il che rese il compito d’identificazione ancora più difficile.
Qualche anno fa io e mia moglie ci recammo a Washington e consultammo gli archivi dell’ufficio pensionistico. Ella trovò lì nell’archivio la domanda di Gideon Burdick per la pensione. Esaminandola, scoprì che l’età corrispondeva a quella del suo antenato… Uno dei testimoni che firmarono la domanda risultò essere Hyrum Winters, genero di Gideon, nonché suo nonno.
Ora si sapeva che il suo luogo di nascita era Rhode Island, [per cui] il compito che rimaneva era di collegarlo alla sua famiglia in quello stato.
Dopo ulteriori ricerche, mia moglie apprese da una lettera che un certo signor Harcourt stava compilando una genealogia della famiglia Burdick. Ella scrisse immediatamente al suo indirizzo, solo per ricevere una lettera da parte della figlia di lui che diceva che il padre era deceduto dieci anni prima, che il manoscritto non era più nelle mani della sua famiglia e che non sapeva nulla di esso.
Questo sembrò un altro muro che ci ostacolava, un muro che sembrava impossibile superare. Mia moglie, però, disse: «Non mi fermerò qui». Scrisse al responsabile dell’ufficio postale della località in cui il signor Harcourt visse e gli chiese di consegnare la sua lettera a una persona qualsiasi di cognome Burdick.
La lettera fu consegnata al dottor Alfred A. Burdick, che viveva a poca distanza dall’ufficio postale. Egli rispose immediatamente, affermando di avere il manoscritto di Harcourt e dicendo che stava ancora compilando la genealogia dei Burdick, con l’intenzione di pubblicarla in forma di libro. Disse di avere i dati di tutta la famiglia Burdick fino a Gideon, ma nulla della sua famiglia, poiché quest’ultima sembrò letteralmente scomparire nel nulla quando egli emigrò verso ovest. Egli scrisse: «Mandatemi tutte le informazioni di Gideon e io vi manderò tutto ciò che volete sapere sui suoi antenati».
Fu fatto proprio così ed egli molto gentilmente le mandò un resoconto degli avi di Gideon Burdick, dandole il permesso di farne l’uso che avesse voluto. In questo modo ella riuscì ad assicurarsi una copia completa delle informazioni ricercate così a lungo, che collegavano con certezza i suoi antenati alla famiglia di Rhode Island…
In seguito appresi… la seguente storia del manoscritto sui Burdick.
Anni fa William M. B. Harcourt e il dottor Alfred A. Burdick iniziarono a compilare una genealogia della famiglia Burdick. Una grande quantità di informazioni fu raccolta e organizzata in maniera sistematica, con l’intenzione di pubblicarla.
A questo punto il signor Harcourt morì e un cugino del dottor Burdick si impossessò del manoscritto e lo portò con sé a New York. Pensò dapprima di pubblicarlo, ma diversi anni dopo scrisse al dottor Burdick, dicendogli che se quest’ultimo avesse pagato la spedizione, avrebbe potuto avere il [manoscritto]. Il dottor Burdick, tuttavia, indignato dal fatto che l’altra persona avesse portato via il manoscritto, non rispose, neppure quando l’altro minacciò di bruciare il tutto.
Il cugino, pertanto, ordinò al custode di portare queste preziose carte nel seminterrato e di bruciarle. Per qualche motivo, il custode non lo fece e quando in seguito il cugino lo scoprì, prese tutti gli incartamenti e li inviò a suo fratello. Il fratello, però, non aveva spazio a casa, perciò li depositò nel cortile dietro casa. Rimasero lì per mesi, esposti alla pioggia e al sole, senza che nessuno sapesse cosa farne.
La moglie del fratello morì e il dottor Burdick andò al funerale. Qui apprese dove fossero i manoscritti e gli fu detto che avrebbe potuto averli se avessero avuto per lui un qualche valore. Egli li portò a casa e, temendo che potesse di nuovo perderli, li copiò tutti, un libro dopo l’altro. Molte parti erano già state distrutte dall’esposizione alle intemperie, ma, dopo un attento esame, fu felice di constatare che praticamente tutte le registrazioni importanti erano state preservate.
Da quel tempo a oggi, egli ha continuato la sua ricerca, aggiungendo altre informazioni.
Quando ci trovammo a Washington lo scorso dicembre, io e mia moglie andammo appositamente a Baltimora per incontrare questo gentiluomo che ci ha così cortesemente aiutati… Ci riconobbe dalla fotografia che gli avevamo mandato e ci salutò a braccia aperte. Ci portò nel suo ufficio privato e ci mostrò volume su volume dei dati genealogici che aveva raccolto, che si accostavano alla storia dei Burdick e di altre famiglie. Disse: «Su questo argomento sono pronto a sedermi e parlarne con voi tutta la notte».
Aveva venti volumi manoscritti sulla famiglia Burdick organizzati sistematicamente. Si trovò che quattro di essi contenevano la linea diretta di Gideon. Il dottor Burdick benevolmente ci offrì queste informazioni da copiare o da usare come ritenevamo opportuno. Mi offrii di mandare uno stenografo nel suo ufficio a fare una copia, o per ottenere un… duplicato. Egli, invece, mi affidò i libri, dicendo: «Mi posso fidare di darle questi, presidente Grant, perché so che saranno sicuri nelle sue mani».
Sono ora state fatte copie dattiloscritte di tutti gli incartamenti e una di queste copie è stata data in cambio al dottor Burdick. Per rendere più completa la sua compilazione, sono state attinte ulteriori informazioni dalla nostra Biblioteca genealogica e dalla storia di famiglia…
Si spera che tutto questo non interessi solo me e mia moglie, ma tutti coloro che stanno cercando le proprie radici, quale testimonianza del modo in cui il Signore sta lavorando tra i Suoi figli al di fuori della Chiesa e quale fonte d’ispirazione per i dirigenti della Chiesa, come pure per i dirigenti dei pali e rioni della Chiesa, affinché continuino intensamente la ricerca personale. «Cercate e troverete» [Matteo 7:7].18
La salvezza dei morti è uno degli scopi principali per i quali il Vangelo eterno fu restaurato e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ristabilita, in questo giorno. L’interesse fenomenale manifestato dai santi in questa fase molto importante della missione redentrice del Salvatore è un segno molto promettente. I nostri templi sono affollati dalla mattina presto fino alla notte tarda da coloro che sono intenti a redimere i loro antenati defunti e a forgiare l’anello che alla fine legherà le dispensazioni del Vangelo e riunirà tutte le cose in Cristo, sia in cielo che sulla terra, il che è un lavoro peculiare della dispensazione della pienezza dei tempi. Quale felicità attende questi lavoranti devoti nella casa del Signore, quando passano nel Mondo degli Spiriti e ivi ricevono un caloroso benvenuto da coloro per i quali hanno reso questo servizio inestimabile!19
Suggerimenti per lo studio
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In che modo la partecipazione alle ordinanze del tempio ha giovato alla tua vita? Cosa possiamo fare per godere completamente dei benefici del tempio?
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Perché è importante che ci sposiamo nel tempio? Come può il matrimonio nel tempio rafforzare il rapporto tra marito e moglie?
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Che cosa significa essere «liberatore sul monte Sion»? (Vedere anche DeA 128; 138:47–48, 53–54, 57–58). Come ti sono stati di aiuto le ordinanze del tempio e il lavoro genealogico nel volgere il tuo cuore verso i tuoi familiari, sia viventi che morti?
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Che risorse ci offre la Chiesa per fare il lavoro genealogico?
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In che modo il Signore ti ha preparato la via affinché tu possa trovare informazioni genealogiche? Quali prove hai avuto del desiderio sentito dalle persone di tutto il mondo di conoscere i propri antenati?
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Cosa possiamo fare per trovare il tempo di andare regolarmente al tempio? E per fare il lavoro genealogico?
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Come possono le famiglie che vivono distanti dai templi stabilire una tradizione di rispetto e riverenza per il lavoro di tempio?