Capitolo 38
La Lettera Wentworth
La Lettera Wentworth è il racconto del profeta Joseph Smith su «l’ascesa, il progresso, le persecuzioni e la fede dei Santi degli Ultimi Giorni», ed include le dichiarazioni conosciute come Articoli di Fede.
Dalla vita di Joseph Smith
A Nauvoo, oltre ad essere il presidente della Chiesa, Joseph Smith ricopriva diverse cariche. Nel maggio 1842 divenne sindaco, che implicava essere anche il giudice supremo della corte municipale; era un generale a capo della Legione di Nauvoo; e nel febbraio 1842 assunse il ruolo di editore del Times and Seasons, rivista bimensile della Chiesa. Il Times and Seasons forniva un mezzo ai dirigenti della Chiesa per comunicare con i santi, pubblicare rivelazioni e discorsi importanti e comunicare notizie. John Taylor, membro del Quorum dei Dodici, ricevette il compito di curare molti aspetti della pubblicazione sotto la supervisione del Profeta.
Nella prima edizione, pubblicata quando era l’editore, il Profeta scrisse che la rivista avrebbe presentato articoli sugli «eventi importanti che avvengono quotidianamente attorno a noi; sul rapido avanzamento della verità; sulle molte comunicazioni che riceviamo, giorno dopo giorno, dagli anziani sul campo di missione, da questo paese, dall’Inghilterra, dal continente europeo e da altre parti; sullo stato sconvolto delle nazioni; sulle lettere e sugli insegnamenti dei Dodici; e sulle rivelazioni che riceviamo dall’Altissimo».1
Quando il Profeta ne era l’editore, il Times and Seasons pubblicò documenti di grande importanza. Il testo del Libro di Abrahamo e due facsimili furono pubblicati nel marzo 1842, mentre il terzo uscì in maggio. Sempre a marzo il Profeta iniziò la pubblicazione di «History of Joseph Smith», il racconto che in seguito sarebbe diventato History of the Church.
Nel Times and Seasons uscito l’1 marzo 1842 il Profeta pubblicò quella che è conosciuta come Lettera Wentworth. Descrivendo i motivi per redigere questo documento, il Profeta spiegò: «Su richiesta del signor John Wentworth, direttore e proprietario del Chicago Democrat, ho redatto la seguente breve descrizione della nascita, del progresso, delle persecuzioni e della fede dei Santi degli Ultimi Giorni, dei quali ho l’onore, per volontà di Dio, di esserne stato il fondatore. Il signor Wentworth asserisce di voler fornire questo documento al signor [George] Barstow, un suo amico che sta scrivendo la storia del New Hampshire. Poiché il signor Barstow ha compiuto i passi appropriati per procurarsi le corrette informazioni, tutto quello che gli chiederò è che egli lo pubblichi integralmente, senza alcun abbellimento o travisamento».2
Alla fine George Barstow non incluse nella sua storia il racconto del Profeta, perché decise di riportare solo gli eventi avvenuti sino al 1819.3 La Lettera Wentworth, tuttavia, ha un valore immenso per i Santi degli Ultimi Giorni: è un racconto originale di Joseph Smith che testimonia della sua sacra chiamata da Dio, delle visioni ricevute, del suo ministero e degli insegnamenti; narra la nascita e la crescita della Chiesa, e le persecuzioni dei santi; contiene una dichiarazione profetica del futuro successo della Chiesa sulla terra sotto la mano protettrice del grande Geova; riporta, inoltre, diversi dettagli importanti che non si trovano in nessun altro insegnamento del Profeta, tra cui una descrizione delle tavole d’oro e una breve trattazione dei contenuti del Libro di Mormon; fatto importante, fu la prima volta che Joseph Smith in persona pubblicò un racconto della Prima Visione.
La lettera, che termina con tredici dichiarazioni sulla dottrina della Chiesa, conosciute ora come Articoli di Fede, è una possente testimone della chiamata divina del profeta Joseph Smith.
Insegnamenti di Joseph Smith
Dio Padre e Gesù Cristo apparvero a Joseph Smith in seguito ad una preghiera.
«Sono nato nella città di Sharon, Contea di Windsor, Vermont, il 23 dicembre, nell’anno di Nostro Signore 1805. Quando [avevo] dieci anni i miei genitori si trasferirono a Palmyra, New York, dove risiedemmo per circa quattro anni, quindi ci stabilimmo nella città di Manchester. Mio padre era un contadino e mi insegnò l’arte dell’allevamento del bestiame. Quando avevo circa quattordici anni cominciai a riflettere sull’importanza dell’essere preparato per la mia condizione futura, ed avendo indagato sul piano di salvezza, scoprii che vi erano grandi contrasti nei sentimenti religiosi del tempo. Se mi rivolgevo ad un gruppo, mi veniva proposto un piano, se mi rivolgevo ad un altro, vedevo propugnato un piano diverso; ognuno asseriva che il suo particolare credo fosse il summum bonum della perfezione. Considerando che tutti non potevano essere nel giusto e che Dio non poteva essere l’Autore di tanta confusione, decisi di studiare più a fondo l’argomento, ritenendo che, se Dio aveva una Chiesa, essa non poteva essere divisa in fazioni, e che se Egli insegnava ad un gruppo a adorare in una determinata maniera e ad operare in una determinata serie di ordinanze, non avrebbe insegnato ad un altro principi diametralmente opposti.
Credevo nella parola di Dio e nutrivo piena fiducia nella dichiarazione di Giacomo: ‹Se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata› [Giacomo 1:5]. Mi recai così in un bosco, in un luogo isolato, e cominciai ad invocare il Signore. Mentre ero immerso in una fervente supplica, la mia mente si estraniò dalle cose dalle quali ero circondato, e fui avviluppato in una visione celeste; e vidi due personaggi gloriosi, che si assomigliavano esattamente per aspetto e portamento, circondati da una luce brillante, che eclissava lo splendore del sole di mezzogiorno. Essi mi dissero che tutti i credi religiosi predicavano dottrine errate e che nessuno di essi era riconosciuto da Dio quale Sua chiesa e regno. Mi fu espressamente comandato ‹di non andare dietro a loro›, e al tempo stesso ricevetti la promessa che la pienezza del Vangelo mi sarebbe stata resa nota in un tempo successivo.
Il Libro di Mormon fu scritto anticamente su tavole d’oro e fu consegnato a Joseph Smith da un messaggero divino.
La sera del 21 settembre dell’anno 1823, mentre pregavo Iddio e mi sforzavo di esercitare la fede nelle preziose promesse contenute nelle Scritture, una luce simile a quella del giorno, soltanto molto più pura e più gloriosa per aspetto e splendore, improvvisamente riempì la stanza; invero, all’inizio mi sembrò che la casa fosse piena di un fuoco consumante; l’apparizione produsse su di me uno shock che interessò tutto il mio corpo; un attimo dopo, un personaggio si presentò davanti a me, circondato da una gloria ancora più grande di quella dalla quale ero già circondato. Questo messaggero proclamò di essere un angelo di Dio, mandato a portare la gioiosa novella che l’alleanza che Dio aveva stipulato con l’antica Israele stava per essere adempiuta, che il lavoro di preparazione per la seconda venuta del Messia doveva cominciare speditamente, che era vicino il momento in cui il Vangelo, in tutta la sua pienezza, doveva essere predicato con potere a tutte le nazioni, affinché il popolo potesse essere preparato per il Regno Millenario. Fui informato che ero stato scelto, come strumento nelle mani di Dio, per la realizzazione di alcuni dei Suoi propositi in questa gloriosa dispensazione.
Fui anche informato in merito agli aborigeni di questo paese, mi fu mostrato chi erano e da dove venivano; mi fu data una breve descrizione delle loro origini, del loro progresso, civiltà, leggi, governi, rettitudine e iniquità, finché le benedizioni del Signore erano state tolte a quel popolo; mi fu anche detto dove erano nascoste alcune tavole, sulle quali era inciso un compendio degli annali degli antichi profeti che erano vissuti su questo continente. Quella stessa notte l’angelo mi apparve per tre volte, spiegandomi le stesse cose. Dopo aver ricevuto molte visite dagli angeli di Dio che mi spiegarono la maestà e la gloria degli eventi che sarebbero accaduti negli ultimi giorni, la mattina del 22 settembre dell’anno 1827 l’angelo del Signore rimise gli annali nelle mie mani.
Questi annali erano incisi su tavole che avevano l’aspetto dell’oro; ogni tavola era larga sei pollici [quindici centimetri], lunga otto [venti centimetri] ed era più sottile di un normale foglio di latta. Esse erano piene di incisioni in caratteri egiziani ed erano tenute insieme per formare un volume, come le pagine di un libro, da tre anelli. Il volume era spesso circa sei pollici [quindici centimetri] e una parte era sigillata. I caratteri che ricoprivano le tavole non sigillate erano piccoli, incisi molto bene. L’intero libro presentava molti segni della sua antichità e una grande perizia nell’arte dell’incisione. Insieme con gli annali fu trovato un curioso strumento, che gli antichi chiamavano ‹Urim e Thummim›, che consisteva in due pietre trasparenti incastonate nell’orlo di un arco fissato ad un pettorale. Grazie all’Urim e Thummim tradussi gli annali per il dono e il potere di Dio…
Questo libro… afferma che dopo la Sua resurrezione il nostro Salvatore fece la Sua apparizione su questo continente, predicò il Vangelo in tutta la sua pienezza, ricchezza, potere e benedizione; che ci furono apostoli, profeti, pastori, insegnanti ed evangelisti; lo stesso ordine, lo stesso sacerdozio, le stesse ordinanze, doni, poteri e benedizioni di cui aveva goduto il continente orientale; che il popolo era stato distrutto in conseguenza delle sue trasgressioni; che all’ultimo dei loro profeti, che era esistito tra loro, era stato comandato di scrivere il sunto delle loro profezie, storie, eccetera, e di nasconderlo sotto terra, e che esso sarebbe venuto alla luce e sarebbe stato unito alla Bibbia, per il compimento dei propositi di Dio negli ultimi giorni. Per una descrizione più particolareggiata, vi rimando al Libro di Mormon, che si può acquistare a Nauvoo o dai nostri anziani viaggianti.
Non appena si sparse la notizia di questa scoperta, falsi rapporti e calunnie cominciarono a volare sulle ali del vento, in ogni direzione; la mia casa fu frequentemente assediata da persone con intenti violenti e criminosi. In diverse occasioni spararono contro di me, e riuscii a salvarmi a malapena, e fu fatto ricorso ad ogni mezzo per togliermi le tavole; ma il potere e le benedizioni di Dio si riversarono su di me, ed alcuni cominciarono a credere nella mia testimonianza.
Nonostante la persecuzione possa infuriare contro la Chiesa, nulla può arrestare il progresso della verità.
Il 6 aprile 1830 la ‹Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni› fu organizzata nella città di Fayette, Contea di Seneca, Stato di New York. Alcuni fratelli furono chiamati e ordinati dallo Spirito di rivelazione e di profezia, e cominciarono a predicare appena lo Spirito dette loro voce; sebbene deboli, furono rafforzati dal potere di Dio e molti furono portati al pentimento, immersi nell’acqua e riempiti dello Spirito Santo, mediante l’imposizione delle mani. Essi ebbero visioni e profetizzarono, i demoni furono cacciati e gli ammalati guariti mediante l’imposizione delle mani. Da allora l’opera progredì con stupefacente rapidità e ben presto furono organizzate delle chiese negli stati di New York, Pennsylvania, Ohio, Indiana, Illinois e Missouri; in quest’ultimo stato una numerosa colonia si insediò nella Contea di Jackson: in molti si unirono alla Chiesa e noi stavamo crescendo rapidamente; acquistammo grandi appezzamenti di terreno; le nostre fattorie prosperavano; la pace e la felicità regnavano nelle nostre famiglie e nel vicinato; ma poiché non ci univamo ai vicini (che erano in gran parte i più vili degli uomini ed erano fuggiti dalla società civilizzata nei paesi di frontiera per sfuggire alla legge), nelle loro orge notturne, nella violazione della domenica, nelle corse dei cavalli e nei giochi d’azzardo, essi cominciarono all’inizio a metterci in ridicolo, quindi a perseguitarci ed infine appiccarono il fuoco alle nostre case, ricoprirono di catrame e di piume, e frustarono molti dei nostri fratelli, ed infine, contrariamente alla legge, alla giustizia e all’umanità, li cacciarono dalle loro case; e queste povere vittime, prive di rifugio e di tetto, dovettero vagare nelle praterie desolate, fino a lasciare una traccia del sangue dei loro figli sull’erba. Questo avveniva in novembre, nella stagione più inclemente dell’anno, ed essi non avevano alcun tetto, se non la volta celeste. Il Governo chiuse gli occhi dinanzi a ciò che stava accadendo e, sebbene noi avessimo regolari atti di acquisto del terreno e non avessimo violato alcuna legge, non ottenemmo alcuna soddisfazione.
Vi erano molti ammalati che furono cacciati così inumanamente dalle loro case e che dovettero sopportare tutti questi abusi, cercando rifugio ovunque potessero trovarlo. Il risultato fu che una gran parte di loro, privata dei conforti della vita e delle cure necessarie, morì; molti bambini rimasero orfani, molte mogli vedove e molti mariti vedovi; i facinorosi presero possesso delle loro fattorie, s’impadronirono di molte migliaia di mucche, pecore, cavalli e maiali; i nostri mobili, le merci, la tipografia e i caratteri per la stampa andarono distrutti, rubati o altrimenti danneggiati.
Molti dei nostri fratelli si trasferirono nella Contea di Clay, dove rimasero per tre anni, fino al 1836; là non fu fatta loro alcuna violenza, ma molte minacce. Nell’estate del 1836 queste minacce cominciarono a prendere una forma più grave; dalle minacce si passò a riunioni pubbliche, vennero approvate risoluzioni che prevedevano vendette e distruzioni, e le cose presero nuovamente una piega minacciosa; quanto accaduto nella Contea di Jackson era un precedente sufficiente e, dato che le autorità di quella contea non erano intervenute, [i funzionari della Contea di Clay] si vantavano che non lo avrebbero fatto neppure loro. Questo, purtroppo, si dimostrò vero quando ci rivolgemmo all’autorità costituita e, dopo aver sofferto molte privazioni e perdite di beni, fummo nuovamente cacciati dalle nostre case.
Ci stabilimmo poi nelle contee di Caldwell e di Daviess, dove fondammo insediamenti ampi ed estesi, ritenendoci al sicuro dalle persecuzioni per il fatto di esserci trasferiti in contee nuove, scarsamente popolate. Neanche in quei luoghi, però, ci fu concesso di vivere in pace e nel 1838 fummo nuovamente attaccati dai facinorosi. Il governatore Boggs emise l’ordine di sterminio e, con la sanzione della legge, una banda di uomini spazzò il paese, derubandoci dei nostri armenti, dei nostri greggi, dei nostri maiali, eccetera; molti dei nostri furono assassinati a sangue freddo, la castità delle nostre donne fu violata e fummo obbligati a vendere le proprietà sotto la minaccia della spada. Dopo aver sopportato ogni insulto che poteva essere fatto da una banda di delinquenti inumani e senza Dio, da dodici a quindicimila anime, uomini, donne e bambini, furono scacciate dai loro focolari e dalle terre alle quali avevano legalmente diritto, privi di casa, di amici e di rifugio (in pieno inverno) perché vagassero come esuli sulla terra, o cercassero asilo in un ambiente più favorevole e tra un popolo meno barbaro. Molti si ammalarono e morirono in conseguenza del freddo e delle difficoltà che dovettero superare; tante mogli rimasero vedove, molti bambini orfani e privi di mezzi. Richiederebbe più tempo di quanto mi è concesso in questa sede descrivere questa ingiustizia, i torti, gli assassini, lo spargimento di sangue, i furti, le persecuzioni e i travagli causati dagli atti barbari, inumani e illegali del Missouri.
Nella situazione cui ho fatto riferimento, nel 1839 arrivammo nello Stato dell’Illinois, ove trovammo gente ospitale e un’accoglienza cordiale: un popolo disposto ad essere governato dai principi della legge e dell’umanità. Nella Contea di Hancock abbiamo cominciato a edificare una città chiamata Nauvoo. Qui siamo tra i sei e gli ottomila, oltre un vasto numero nel territorio circostante, e in quasi ogni contea dello Stato. Ci è stato concesso uno statuto municipale ed anche uno statuto per una legione, che annovera attualmente millecinquecento uomini. Abbiamo anche uno statuto per una università, per una società agricola e manifatturiera; abbiamo nostre leggi e amministratori, e godiamo di tutti i privilegi che hanno gli altri cittadini liberi e illuminati.
La persecuzione non ha impedito il progresso della verità, ma ha soltanto gettato olio sul fuoco, che si è sparso con sempre maggiore rapidità. Fieri della causa che abbiamo sposato, coscienti della nostra innocenza e della verità del sistema, tra le calunnie e i rimproveri, gli anziani di questa chiesa sono andati per il mondo ed hanno proclamato il Vangelo in quasi ogni stato dell’Unione; il Vangelo è penetrato nelle nostre città, si è sparso nei nostri villaggi e ha portato migliaia di cittadini intelligenti, nobili e patriottici ad obbedire ai suoi divini mandati, e a lasciarsi governare dalle sue sacre verità. Si è inoltre propagato in Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles, dove nell’anno 1840 furono mandati alcuni nostri missionari, e oltre cinquemila santi si sono uniti allo Stendardo della Verità; oggi ci sono persone che si uniscono a noi in ogni paese.
I nostri missionari vanno in diverse nazioni: in Germania, in Palestina, nella Nuova Olanda [Australia], nelle Indie Orientali e in altri luoghi; lo Stendardo della Verità è stato innalzato; nessuna mano profana può impedire al lavoro di progredire. Le persecuzioni possono infuriare, la plebaglia può radunarsi, gli eserciti possono riunirsi, la calunnia può diffamarci, ma la verità di Dio progredirà coraggiosamente, nobilmente, indipendentemente, sino a quando sarà penetrata in ogni continente, avrà visitato ogni regione, spazzato ogni paese e risuonato in ogni orecchio, sino a quando i propositi di Dio saranno realizzati e il grande Geova dirà che l’opera è compiuta.
Gli articoli di fede descrivono la dottrina e i principi fondamentali della nostra religione.
Noi crediamo in Dio, il Padre Eterno, in Suo Figlio Gesù Cristo e nello Spirito Santo.
Noi crediamo che gli uomini saranno puniti per i loro propri peccati e non per la trasgressione di Adamo.
Noi crediamo che tramite l’espiazione di Cristo tutta l’umanità può essere salvata, mediante l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo.
Noi crediamo che i primi principi e le prime ordinanze del Vangelo sono: (1), la fede nel Signore Gesù Cristo; (2), il pentimento; (3), il battesimo per immersione per la remissione dei peccati; (4), l’imposizione delle mani per il dono dello Spirito Santo.
Noi crediamo che un uomo deve essere chiamato da Dio per profezia e mediante l’imposizione delle mani da parte di coloro che detengono l’autorità, per predicare il Vangelo e per amministrarne le ordinanze.
Noi crediamo nella stessa organizzazione che esisteva nella chiesa primitiva, cioè: apostoli, profeti, pastori, insegnanti, evangelisti e così via.
Noi crediamo nel dono delle lingue, della profezia, della rivelazione, delle visioni, della guarigione, della interpretazione delle lingue e così via.
Noi crediamo che la Bibbia è la Parola di Dio, per quanto è tradotta correttamente; crediamo anche che il Libro di Mormon è la parola di Dio.
Noi crediamo in tutto ciò che Dio ha rivelato, in tutto ciò che rivela ora, e noi crediamo che Egli rivelerà ancora molte cose grandi e importanti relative al Regno di Dio.
Noi crediamo nel raduno letterale d’Israele e nella restaurazione delle dieci tribù, che Sion sarà edificata in questo continente [l’America], che Cristo regnerà personalmente sulla terra e che la terra sarà rinnovata e riceverà la sua gloria paradisiaca.
Noi rivendichiamo il privilegio di adorare Dio Onnipotente secondo i dettami della nostra coscienza e riconosciamo a tutti gli uomini lo stesso privilegio: che adorino come, dove o ciò che vogliono.
Noi crediamo di dover essere soggetti ai re, ai presidenti, ai governanti ed ai magistrati, di dover obbedire, onorare e sostenere le leggi.
Noi crediamo nell’essere onesti, fedeli, casti, benevoli e virtuosi e nel fare il bene a tutti gli uomini. In verità possiamo dire di seguire l’ammonimento di Paolo: crediamo ogni cosa, speriamo ogni cosa, abbiamo sopportato molte cose e speriamo di essere in grado di sopportare ogni cosa. Se vi sono cose virtuose, amabili, di buona reputazione o degne di lode, queste sono le cose che noi ricerchiamo. [Vedere Articoli di Fede 1:1–13].
Con distinta stima, eccetera,
JOSEPH SMITH».4
Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento
Quando studiate il capitolo o vi preparate a insegnare, riflettete sulle idee seguenti. Per ulteriori suggerimenti, consultate le pagine vii–xii.
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Joseph Smith scrisse la Lettera Wentworth in risposta ad una richiesta di John Wentworth e di George Barstow (pagina 448). Quando vi sono state poste domande sulla storia o sul credo della Chiesa? Quando studiate o intavolate una discussione sul capitolo, pensate a come in futuro potreste rispondere a queste domande. Che cosa possiamo apprendere da ciò che Joseph Smith scrisse nella Lettera Wentworth sul modo di rispondere a queste domande?
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Leggete ciò che il Profeta scrisse sulla Prima Visione (pagina 449). La prossima volta che racconterete a qualcuno la Prima Visione, come potreste aiutare la persona a comprenderla e come potreste spiegare quello che significa per voi?
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Leggete la descrizione del Profeta della venuta alla luce del Libro di Mormon (pagine 450–452). Che influenza ha avuto il Libro di Mormon nella vostra vita? Quali sono alcuni modi in cui possiamo rendere testimonianza del Libro di Mormon?
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Alle pagine 452–455 Joseph Smith racconta brevemente le origini della Chiesa e poi porta testimonianza del suo destino. Che sentimenti provate studiando il secondo paragrafo intero a pagina 455? Perché pensate che le persecuzioni non possano arrestare il progresso della Chiesa? Quali sono alcuni esempi di persone che progrediscono nonostante l’opposizione? (Prendete in considerazione esempi tratti dalle Scritture, dalla storia della Chiesa e dalla vostra vita).
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Ripassate gli Articoli di Fede (pagine 456–457). In che modo gli Articoli di Fede vi hanno aiutato? Perché pensate che chiediamo ai bambini della Primaria di impararli a memoria? Organizzatevi in modo da studiare o memorizzare gli Articoli di Fede.
Ulteriori versetti di riferimento: Joseph Smith—Storia 1:1–75