Capitolo 43
«Era un profeta di Dio»: i contemporanei di Joseph Smith rendono testimonianza della sua missione profetica
«Quando penso che ho conosciuto Joseph Smith, il profeta che il Signore ha suscitato… sento di dover continuamente gridare ‹Alleluia!›» (Brigham Young)
Dalla vita di Joseph Smith
A Nauvoo spesso i santi si riunivano per ascoltare il profeta Joseph Smith. Poiché non c’era un edificio abbastanza grande da contenerli tutti, il Profeta parlava sovente all’aperto, soprattutto in un boschetto a ovest del tempio, dove si potevano riunire migliaia di persone. Fu costruita una tribuna portatile per i dirigenti della Chiesa, mentre la congregazione si sedeva sull’erba, su tronchi o su mattoni. Ma teneva discorsi anche in altri luoghi di Nauvoo, tra cui il tempio non ancora terminato e le abitazioni private. All’inizio del 1843 una persona di passaggio a Nauvoo riportò di aver assistito a riunioni tenute «sul basamento grezzo del tempio, dove il Profeta predicava spesso».1
Quando il Profeta parlava all’aperto spesso iniziava il discorso chiedendo ai santi di pregare affinché il vento o la pioggia si calmassero sino alla fine del discorso. Alla conferenza tenuta l’8 aprile 1843, iniziò dicendo: «Ho tre richieste da fare alla congregazione: uno, che tutti coloro che hanno fede la esercitino e preghino il Signore che calmi il vento, poiché, come soffia ora, non posso parlare a lungo senza compromettere il mio stato di salute; due, vorrei che pregaste affinché il Signore rafforzi i miei polmoni, in modo che tutti voi possiate sentire; tre, desidero che preghiate che lo Spirito Santo sia su di me, per poter dichiarare la verità».2
Le occasioni per ascoltare il Profeta erano molto importanti per i santi e talvolta le congregazioni erano composte da diverse migliaia di persone. «Nessuno si stancava mai di ascoltarlo», ricordò Parley P. Pratt. «L’ho visto mantenere l’attenzione di una congregazione desiderosa e ansiosa di ascoltarlo per molte ore consecutive, al freddo o al sole, sotto la pioggia o nel vento, mentre essi ora ridevano, ora piangevano».3 Alvah J. Alexander, che era un bambino all’epoca di Nauvoo, raccontò: «Non c’erano divertimenti o giochi che fossero tanto interessanti quanto ascoltare un suo discorso».4
Amasa Potter raccontò di essere presente quando il profeta Joseph Smith tenne un sermone possente a un folto gruppo di santi a Nauvoo:
«Dopo che [il Profeta] aveva parlato per circa trenta minuti, iniziò a soffiare un forte vento e a piovere a dirotto. La polvere era tanto densa che quasi non potevamo vedere il nostro vicino. Alcuni stavano andandosene, quando Joseph li richiamò, chiedendo loro di fermarsi e di pregare l’Onnipotente che il vento e la pioggia cessassero, e che così sarebbe stato. In pochi minuti il vento e la pioggia cessarono e gli elementi si fecero calmi come in una mattina estiva. La tempesta si divise e si diresse a nord e a sud della città: potevamo scorgere in lontananza gli alberi e i cespugli scossi dal vento, mentre dove eravamo noi rimase tranquillo per un’ora, mentre le labbra del Profeta pronunciarono uno dei suoi più grandi sermoni sull’argomento grandioso dei morti».5
I santi che ascoltarono il profeta Joseph Smith portarono una testimonianza possente e viva della sua missione profetica. Molti di loro scrissero i discorsi che gli ascoltarono tenere e i sentimenti che provarono, poiché desideravano che le generazioni seguenti sapessero, come essi sapevano, che Joseph Smith era veramente un profeta di Dio.
Le testimonianze su Joseph Smith
Come i primi santi, anche noi possiamo sapere che Joseph Smith è il profeta mediante il quale il Signore restaurò la pienezza del Vangelo.
Brigham Young, secondo presidente della Chiesa: «Quando penso che ho conosciuto Joseph Smith, il profeta che il Signore ha suscitato e ordinato, e a cui ha dato le chiavi e il potere di edificare e sostenere il Suo regno in terra, sento di dover continuamente gridare: ‹Alleluia!›. Queste stesse chiavi sono affidate a questo popolo, e noi abbiamo il potere di proseguire l’opera cominciata da Joseph».6
Eliza R. Snow, presidentessa generale della Società di Soccorso dal 1866 al 1887: «Nella causa della verità e della giustizia, in tutto quanto era di beneficio al prossimo, la sua integrità era incrollabile come le colonne del cielo. Sapeva che Dio lo aveva chiamato all’opera e tutti i poteri della terra e dell’inferno uniti non riuscirono a distoglierlo o a distrarlo dal suo scopo. Con l’aiuto dell’Eterno e dei fratelli pose le fondamenta della più grande opera mai stabilita dall’uomo, un’opera non solo per tutti i viventi e per le generazioni a venire, ma anche per i morti.
Con ardore e coraggio affrontò le false tradizioni, le superstizioni, le altre religioni, il fanatismo e l’ignoranza del mondo, dimostrandosi fedele a tutti i principi celesti, leale verso i fratelli e fedele a Dio, poi suggellò la testimonianza con il suo sangue».7
Bathsheba W. Smith, presidentessa generale della Società di Soccorso dal 1901 al 1910: «So che egli era quello che professava di essere: un vero profeta di Dio, attraverso il quale il Signore restaurò il vangelo eterno e tutte le ordinanze e investiture che ci porteranno nel regno celeste».8
Wilford Woodruff, quarto presidente della Chiesa: «Gioisco grandemente per quello che ho visto del fratello Joseph, poiché nella sua vita pubblica e privata aveva con sé lo Spirito dell’Onnipotente e ha manifestato una grandezza d’animo che non ho mai visto in nessun altro uomo».9
Daniel D. McArthur, uno dei primi membri della Chiesa, che in seguito guidò a Salt Lake City una delle prime compagnie di carretti a mano: «La mia testimonianza è che egli era un vero profeta del Dio vivente. Più lo sentivo parlare e lo vedevo agire, più mi convincevo che aveva veramente visto Dio Padre e Suo Figlio Gesù Cristo, e anche i santi angeli di Dio… Ho sempre pensato che se mai ho avuto la certezza di qualcosa su questa terra è che egli era un profeta».10
Alexander McRae, uno dei compagni di prigionia di Joseph Smith nel carcere di Liberty: «Tale era la nostra fiducia in [Joseph Smith] come profeta, che quando diceva: ‹Così ha detto il Signore›, eravamo sicuri che sarebbe stato proprio così. Più mettevamo alla prova la sua parola, più aumentava la nostra fiducia, poiché non si è mai dimostrata fallace».11
Lyman O. Littlefield, membro del Campo di Sion: «Tutte le sue energie erano assorbite dall’opera gloriosa degli ultimi giorni a cui era stato chiamato dal suo Divin Maestro».12
Mary Alice Cannon Lambert, convertita inglese che nel 1843 emigrò a Nauvoo: «Vidi per la prima volta Joseph Smith nella primavera del 1843. Quando la barca su cui risalimmo il Mississippi giunse a Nauvoo, diversi dirigenti della Chiesa erano lì ad incontrare la compagnia di santi appena arrivata. Tra i fratelli c’era il profeta Joseph Smith. Lo riconobbi nell’istante stesso in cui i miei occhi si posarono su di lui, e in quel momento ricevetti la testimonianza che egli era un profeta di Dio… Nessuno me lo indicò: lo riconobbi in mezzo a tutti gli altri uomini e, benché fossi giovane (avevo solo quattordici anni), sapevo di aver visto un profeta di Dio».13
Angus M. Cannon, che da giovane viveva a Nauvoo e che in seguito divenne un presidente di palo a Salt Lake City: «In particolare mi ricordo il fratello Joseph che parlava ad un’assemblea di santi nella primavera del 1844. Fu sotto una grande quercia, in un dosso a sud del tempio, vicino alla Parley Street. Stava parlando del fatto che Dio, nello stabilire la Sua chiesa, aveva previsto che solo un uomo era autorizzato da Dio a ricevere rivelazioni per la Chiesa… Fu in questa occasione che udii il Profeta dichiarare di aver ricevuto il Sacerdozio di Melchisedec da Pietro, Giacomo e Giovanni.
I sentimenti impressi nella mia giovane mente durante i discorsi ispirati di Joseph Smith mi hanno accompagnato per il resto della vita; e quando le tenebre avrebbero altrimenti offuscato la mia mente, la sua testimonianza sorgeva vividamente in me, dandomi prova che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è stata stabilita ed è governata dal potere e dall’autorità di Dio manifesti».14
Hyrum Smith, fratello del Profeta e patriarca della Chiesa: «Ci sono stati profeti prima, ma Joseph ha lo spirito e il potere di tutti loro».15
Joseph Smith è un esempio che possiamo seguire per sviluppare un carattere cristiano.
Parley P. Pratt, membro del Quorum dei Dodici Apostoli dal 1835 al 1857: «Il presidente Joseph Smith era alto di statura, robusto, forte e attivo; aveva la carnagione chiara, i capelli biondi, gli occhi azzurri, poca barba e un’espressione del tutto unica… Il suo aspetto era calmo, affabile; mostrava di essere intelligente e buono di cuore; la sua espressione era un insieme di interessamento, sorriso, allegria, libera da ogni affettazione o gravità. Nel suo sguardo c’era qualcosa di sereno e penetrante, come se fosse in grado di vedere negli abissi più profondi dell’animo umano, scrutare l’eternità, penetrare nei cieli e comprendere tutti i mondi. Possedeva una nobile audacia e indipendenza di carattere; aveva maniere informali; il suo rimprovero era tremendo come il leone; la sua benevolenza sconfinata come l’oceano; la sua intelligenza universale».16
John Needham, uno dei primi convertiti inglesi: «Joseph Smith è un grande uomo, un uomo di principi, franco; non ha un aspetto ascetico dal volto lungo, ma esattamente il contrario: infatti alcuni hanno qualche dubbio su di lui perché è franco, sincero, allegro: ma questo mi porta a volergli sempre più bene».17
Emmeline B. Wells, presidentessa generale della Società di Soccorso dal 1910 al 1921: «Attesto che egli fu il più grande uomo, profeta, personaggio di questa generazione, il più grande, e lo dico con sicurezza, dai giorni del Salvatore. La sua maestà nell’aspetto era qualcosa di meraviglioso. Veniva da pensare che fosse molto più alto e grande di quello che era. Forse molti di voi hanno notato uomini che danno quest’impressione quando si alzano e camminano. Questo era il profeta Joseph. Per quanto ne so, non ci sono immagini esistenti di lui che siano all’altezza della sua bellezza e maestà».18
Mary Alice Cannon Lambert: «L’affetto che i santi provavano per lui era inesprimibile. Avrebbero di buon grado deposto la vita per lui. Se doveva parlare, lasciavano da parte qualsiasi faccenda per ascoltare le sue parole. Non era un uomo ordinario. I santi e pure i peccatori avvertivano e riconoscevano il potere e l’influenza che portava con sé. Era impossibile incontrarlo e non essere colpiti dalla forza della sua personalità e influenza».19
John M. Bernhisel, medico che a Nauvoo per diversi mesi tra il 1843 e il 1844 fu tenuto a pensione in casa di Joseph ed Emma Smith: «Joseph Smith è per natura un uomo con forti poteri mentali, ha molta energia e determinazione di carattere, grande comprensione, e una conoscenza profonda della natura umana. È un uomo di giudizio, larghe vedute, che si distingue dal suo amore per la giustizia. È gentile e premuroso, generoso e benevolo, socievole e allegro, ha una mente contemplativa e riflessiva. È onesto, franco, coraggioso e indipendente, esente da ipocrisie come nessun altro… Come insegnante religioso, e come uomo, è grandemente amato da questo popolo».20
Jesse N. Smith, cugino di Joseph Smith: «[Il Profeta era] di gran lunga l’uomo più vicino a Dio che abbia mai visto… So che di natura era incapace di mentire e d’ingannare, che aveva la massima gentilezza e nobiltà di carattere. Quando ero alla sua presenza mi pareva che potesse leggermi nella mente. So che era tutto ciò che asseriva di essere».21
William Clayton, convertito inglese che era stato segretario di Joseph Smith: «Più tempo sto con lui, più gli voglio bene; più lo conosco, più la mia fiducia in lui cresce».22
Joseph F. Smith, sesto presidente della Chiesa: «Era pieno dei più nobili e puri sentimenti della natura umana, che spesso si esprimevano sotto forma di svaghi innocenti: giocare a palla, fare la lotta con i fratelli, insomma, divertirsi. Non era come se avesse un palo lungo la schiena e una maschera di bronzo sul volto da non poter sorridere, come se nel suo cuore non vi fosse alcuna gioia. Era pieno di gioia, pieno di felicità, pieno d’amore e di qualsiasi altro nobile attributo che rende gli uomini grandi e buoni, e allo stesso tempo semplici e innocenti, tanto da poter scendere nella condizione più bassa; inoltre egli aveva potere, per grazia di Dio, di comprendere gli scopi dell’Onnipotente. Questo era il profeta Joseph Smith».23
Quale profeta che restaurò il Vangelo, Joseph Smith insegnò il piano di salvezza di Dio con chiarezza e potere.
Brigham Young: «La superiorità della gloria di fratello Joseph Smith stava nella sua capacità di rendere le cose celesti comprensibili agli esseri mortali. Quando predicava al popolo rivelando le cose divine, la volontà di Dio, il piano di salvezza, i fini di Geova, il rapporto che esiste fra noi, Lui e tutti gli esseri celesti, esponeva i suoi insegnamenti in modo da essere alla portata di ogni uomo, donna e bambino, rendendoli chiari come un sentiero ben delineato. Questo avrebbe dovuto convincere della sua autorità divina e del suo potere ogni persona che lo sentiva parlare, perché nessun altro uomo era capace di insegnare come faceva lui, e nessuno può rivelare le cose di Dio, se non per mezzo delle rivelazioni di Gesù Cristo».24
Howard Coray, segretario di Joseph Smith: «Ho studiato il Vangelo come rivelato da Joseph Smith e mi sono chiesto se fosse possibile senza l’aiuto dello Spirito di Dio rivelare un tale sistema di salvezza ed esaltazione per l’uomo. La mia conclusione è negativa. Moltissime volte mi sono seduto e l’ho ascoltato mentre predicava dal pulpito di Nauvoo e sono stato rapito dalla sua eloquenza indescrivibile, dal suo potere d’espressione, che non ho mai riscontrato in nessun altro uomo».25
Joseph L. Robinson, consigliere in un vescovato di Nauvoo: «Da lungo tempo crediamo e sappiamo che Joseph Smith era veramente un umile profeta di Dio, ma ora i nostri occhi lo vedono e le nostre orecchie odono la sua voce, che è come la voce dei potenti tuoni del cielo, tuttavia il suo linguaggio è mite, istruttivo e edifica molto. C’è un potere e una maestà nelle sue parole e nella sua predicazione che non abbiamo mai osservato in altri uomini prima, perché è un profeta possente, un santo uomo di Dio. Egli è stato veramente istruito nelle cose riguardanti il regno di Dio e aveva lo Spirito Santo quale compagno costante».26
Orson Spencer, ministro battista che si unì alla Chiesa nel 1841: «Nella dottrina il signor Smith è notevolmente scritturale. Non l’ho mai sentito rinnegare o sminuire un solo principio dell’Antico o del Nuovo Testamento; anzi l’ho sempre sentito spiegarli e difenderli in maniera magistrale. Unto da Dio per insegnare e perfezionare la Chiesa, è utile che sappia come mettere in ordine le cose che mancano e portare alla luce cose nuove e antiche, come uno scriba bene istruito. Sembra che magnifichi questo ufficio e apostolato: a un suo tocco gli antichi profeti tornano in vita, la bellezza e il potere delle loro rivelazioni sono affidate con sommo interesse a tutti gli ascoltatori».27
Jonah R. Ball, un membro della Chiesa che viveva a Nauvoo: «Andato alla riunione. Ascoltato il Profeta predicare alla base del tempio. C’erano migliaia di persone ad ascoltarlo. Non c’è dubbio: il modo in cui spiega le Scritture è al di sopra di qualsiasi calcolo o controversia. Il suo testo era 2 Pietro 1. Lo ha spiegato in modo più chiaro del sole [a mezzogiorno]».28
William Clayton: «Abbiamo avuto l’onore di parlare con Joseph Smith junior e siamo entusiasti della sua compagnia… È… un uomo di sano intendimento e grande intelligenza. Quando lo ascolti ricevi un’intelligenza che espande la mente e fa gioire il cuore. È molto cordiale e gioisce nell’istruire il povero santo. Posso parlargli come parlerei con voi e, sul fatto di essere disposto a comunicare le istruzioni, dice: ‹Ricevo gratuitamente e gratuitamente darò›. È disposto a rispondere a qualsiasi domanda gli pongo ed è contento che gli facciamo domande. Sembra ben ferrato nelle Scritture e quando parla di un qualsiasi argomento tale luce e bellezza è rivelata come mai ho visto prima. Se fossi venuto dall’Inghilterra espressamente per parlare qualche giorno con lui, mi considererei ben ripagato per il viaggio».29
Mercy Fielding Thompson, convertita britannica il cui marito, Robert B. Thompson, fu segretario di Joseph Smith: «Ho sentito le risposte chiare e magistrali a domande profonde e difficili. A lui tutto appariva semplice e facile da capire, e quindi era in grado di spiegarlo agli altri come nessun altro che abbia mai udito».30
Come i primi santi, noi possiamo far tesoro delle parole di Joseph Smith e vivere secondo i principi che insegnò.
Emmeline B. Wells: «Nel profeta Joseph Smith credevo di riconoscere il grande potere spirituale che portava gioia e conforto ai santi… Il potere di Dio era su di lui in tale misura che in molte occasioni sembrava fosse trasfigurato. La sua espressione era dolce, quasi come quella di un bimbo che dorme; quando parlava alle persone, che l’amavano sin quasi all’adorazione, la gloria del suo volto sfidava ogni descrizione. In altre occasioni il grande potere delle sue maniere, più che della voce (che per me era maestosamente eloquente), sembrava scuotere il luogo dove si trovava e penetrare nel profondo del cuore degli ascoltatori: sono certa che allora essi avrebbero dato la vita per difenderlo. Ho sempre ascoltato incantata ogni suo discorso: l’eletto di Dio in questa ultima dispensazione».31
Lorenzo Snow, quinto presidente della Chiesa: «La prima volta che vidi il profeta Joseph fu da ragazzo [circa diciassette anni]. Stava parlando ad una piccola congregazione. Raccontava loro le visite che l’angelo gli aveva fatto… La gente amava ascoltarlo, perché era pieno di rivelazioni… Secondo la promessa del Signore, chi accettava i principi che insegnava riceveva dal Signore una testimonianza della loro verità».32
Edward Stevenson, membro dei Settanta dal 1844 al 1897: «Lo vidi per la prima volta nel 1834 a Pontiac [Michigan] e l’impressione che fece su di me mi rende felice di parlare di lui ai suoi molti amici. L’affetto per lui, come vero profeta di Dio, fu scolpito indelebilmente nella mia mente e, da quel momento, è sempre stato con me, benché siano trascorsi quasi sessant’anni. In quello stesso anno, il 1834, il Profeta con grande potere rese testimonianza a molte grandi congregazioni della visita del Padre e del Figlio, e della conversazione avuta con Loro. Non avevo mai sentito prima un potere simile a quello manifestato in quelle occasioni».33
Mary Ann Stearns Winters, figliastra dell’anziano Parley P. Pratt: «Mi trovavo vicino al Profeta mentre predicava agli indiani nel boschetto presso il tempio. Lo Spirito Santo illuminava il suo volto sino a far brillare un alone attorno a lui e le sue parole penetravano il cuore di tutti coloro che lo ascoltavano…
Vidi i corpi senza vita dei fratelli Joseph e Hyrum quando furono deposti nella Mansion House, dopo che furono portati da Carthage e anche alcuni indumenti che avevano indossato, macchiati con il loro sangue. So che erano uomini di Dio, il Profeta e il patriarca, leali e fedeli. Possiamo noi essere degni d’incontrarli nel mondo a venire!»34
Wilford Woodruff, che riportava un sermone tenuto il 6 aprile 1837: «Il presidente Joseph Smith junior si alzò e si rivolse alla congregazione per tre ore, rivestito di potere, spirito e l’immagine di Dio. Egli aprì la mente ed esternò i propri sentimenti a casa dei suoi amici. Spiegò molte cose assai importanti agli anziani d’Israele. Se potessero essere scritte nel nostro cuore come con uno scalpello di ferro per rimanere per sempre, per poterle mettere in pratica nella nostra vita [vedere Giobbe 19:23–24]. Quella fonte di luce, principi e virtù che sgorgò dal cuore e dalla bocca del profeta Joseph, la cui anima, come quella di Enoc, si gonfiò vasta come l’eternità—vi dico, tali evidenze presentate in modo tanto convincente allontanano ogni particella d’incredulità e di dubbio dalla mente degli ascoltatori, poiché tali linguaggio, sentimenti, principi e spirito non possono fluire dalle tenebre. Com’è vero che ora il mio cuore batte in me, Joseph Smith junior è un profeta di Dio suscitato per la liberazione d’Israele».35
Brigham Young: «Dalla prima volta che vidi il profeta Joseph Smith non ho mai perso una sua parola riguardo il Regno. Questa è la chiave della conoscenza che ho oggi: ho prestato attenzione alle parole di Joseph, facendone tesoro e riponendole nel mio cuore, chiedendo al mio Padre nel nome di Suo Figlio di riportarmele alla mente quando necessario. Ho fatto tesoro delle cose di Dio e oggi questa è la chiave che ho. Sono ansioso di apprendere da Joseph Smith e dallo Spirito di Dio».36
Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento
Quando studiate il capitolo o vi preparate a insegnare, riflettete sulle idee seguenti. Per ulteriori suggerimenti, consultate le pagine vii–xii.
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Leggete le testimonianze sul profeta Joseph Smith alle pagine 506–508. Che cosa vi colpisce di queste testimonianze? Qual è il fondamento della vostra testimonianza di Joseph Smith? In che modo avete ottenuto questa testimonianza? Potreste scrivere la vostra testimonianza sul diario o parlarne ai familiari.
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Le pagine 508–510 contengono le dichiarazioni che descrivono l’aspetto, la personalità e il carattere di Joseph Smith. In che modo queste dichiarazioni influenzano i vostri sentimenti riguardo a Joseph Smith? Pensate a dei modi in cui potreste sviluppare alcuni di questi stessi tratti caratteriali.
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Studiate le testimonianze sul modo in cui il profeta Joseph Smith insegnava il Vangelo e spiegava le Scritture (pagine 510–512). In che modo queste testimonianze possono aiutarci quando studiamo e insegnamo il Vangelo?
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Esaminate la sezione finale del capitolo (pagine 513–515). In che modo potete seguire l’esempio di Wilford Woodruff e di Brigham Young studiando questo manuale? In che modo potete seguire il loro esempio quando studiate gli insegnamenti dei profeti viventi? Che cosa credete significhi consentire che la verità sia «scritt[a] nel nostro cuore come con uno scalpello di ferro»?
Ulteriori versetti di riferimento: 2 Nefi 3:6–19; DeA 24:1–9; 124:1