La vita e il ministero di Howard W. Hunter
Il 6 giugno 1994, il giorno dopo essere stato messo a parte come presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Howard W. Hunter estese due inviti. Con tono di gentile incoraggiamento, egli disse:
“Per prima cosa, invito tutti i membri della Chiesa a vivere dedicando sempre maggiore attenzione alla vita e all’esempio del Signore Gesù Cristo, e in particolare all’amore, la speranza e la compassione che Egli dimostrava di possedere. Prego che sapremo trattarci gli uni gli altri con maggiore bontà, maggiore cortesia, pazienza e disponibilità a perdonare”1.
Incoraggiare le persone a seguire l’esempio del Salvatore era stato un punto fermo degli insegnamenti del presidente Hunter per decenni. “Vi prego di ricordare questa cosa”, aveva detto pochi anni prima. “Se la nostra vita e la nostra fede sono centrati su Gesù Cristo e sul Suo vangelo restaurato, niente può andare permanentemente male. D’altra parte, se la nostra vita non è centrata sul Salvatore e sui Suoi insegnamenti, nessun altro successo può mai essere permanentemente assicurato”.2
Il secondo invito del presidente Hunter ai membri della Chiesa, fu di attingere più pienamente alle benedizioni del tempio:
“Invito i membri della Chiesa a fare in modo che il tempio del Signore diventi il grande simbolo della loro appartenenza alla Chiesa e il luogo supremo delle loro alleanze più sacre. Il più profondo desiderio del mio cuore è che ogni membro della Chiesa sia degno di andare al tempio. Spero che ogni membro adulto sia degno di detenere, e in effetti detenga, una valida raccomandazione per il tempio, anche se la distanza che lo separa dal tempio non gli consente di farne un uso immediato o frequente.
Siamo un popolo che va al tempio, un popolo che ama il tempio. Affrettiamoci ad andare al tempio tanto spesso quanto ce lo consentono il tempo, i mezzi e le circostanze. Andiamo non soltanto per i nostri parenti defunti, ma anche per ricevere le benedizioni che scaturiscono dal culto reso nel tempio, per la santità e la sicurezza che ci vengono date entro quelle sante mura consacrate. Il tempio è un luogo di bellezza, è un luogo di rivelazione, è un luogo di pace. È la casa del Signore. È un luogo sacro per il Signore, dovrebbe essere sacro anche per noi”.3
Il presidente Hunter continuò a dare enfasi a questi due inviti durante tutto il periodo in cui ricoprì il ruolo di presidente della Chiesa. Nonostante sia stato un periodo breve di soli nove mesi, questi inviti hanno ispirato molti membri in tutto il mondo a diventare più simili a Cristo e a ricercare le benedizioni del tempio con maggiore devozione.
Gli inizi
A metà del 1800, gli antenati di Howard W. Hunter si unirono alla Chiesa in quattro nazioni diverse. Dal lato di sua madre, gli antenati venivano dalla Danimarca e dalla Norvegia. Dopo aver lasciato il loro paese, furono tra i primi a stabilirsi a Mount Pleasant, nello Utah. Una discendente di questi valorosi pionieri, Nellie Rasmussen, sarebbe diventata la madre del profeta.
Dal lato di suo padre, Howard aveva antenati con profonde radici sia in Scozia che nello stato del New England. Di questi, coloro che si unirono alla Chiesa fecero grandi sacrifici, ma la maggior parte di loro, dopo pochi anni, si allontanò. Con la nascita di John William (Will) Hunter nel 1879, iniziava la terza generazione della famiglia Hunter che non aveva più contatti con la Chiesa. Nonostante questo, Will Hunter sarebbe poi diventato il padre del profeta.
Quando Will Hunter aveva otto anni, la sua famiglia si spostò a Boise, in Idaho. Circa sedici anni dopo, Will incontrò Nellie Rasmussen quando ella venne a Boise a stare con gli zii. Dopo poco, Will iniziò a corteggiare Nellie e dopo due anni le chiese di sposarlo. Nellie esitò per un po’, ma Will non si arrese, e alla fine ella cedette accettando di sposarlo. La coppia si sposò a Mount Pleasant, nello Utah, e fece ritorno a Boise per abitarvi. Il loro primo figlio, Howard William Hunter, nacque a Boise il 14 novembre 1907. Ebbero solo un’altra figlia, nata nel 1909, che chiamarono Dorothy.
Costruire un fondamento per la vita
Negli anni della nascita di Howard, a Boise c’era un solo piccolo ramo della Chiesa. La madre di Howard era un membro attivo nel ramo e cresceva i suoi figli nel Vangelo. Howard disse di lei: “Lei era sempre molto fedele. […] È stata presidentessa della Primaria e delle [Giovani Donne]. Ricordo ancora quando andavo in chiesa con mia madre, a volte andavamo in anticipo, e rimanevamo in chiesa dopo che le riunioni erano terminate affinché lei potesse portare a termine i compiti inerenti alle sue chiamate”.4 Anche se il padre di Howard non era membro della Chiesa, non si opponeva alla partecipazione della famiglia e a volte andava alla riunione sacramentale con loro.
Oltre a dare l’esempio ai suoi figli nelle attività in chiesa, Nellie Hunter li aiutava a sviluppare un solido fondamento religioso in casa. “Era nostra madre a insegnarci il Vangelo”, ha detto Howard. “Grazie ai suoi insegnamenti abbiamo imparato a pregare. […] Seguendo gli insegnamenti di mia madre, ho ricevuto la mia testimonianza quando ero un ragazzino”.5
Il ramo di Boise diventò un rione nel 1913, pochi giorni prima del sesto compleanno di Howard. Due anni più tardi, quando aveva otto anni, Howard non vedeva l’ora di battezzarsi. “Ero entusiasta all’idea di potermi battezzare”, disse. Tuttavia, il padre non volle dare la sua autorizzazione. Howard raccontò: “Mio padre […] era dell’idea che dovessi aspettare di capire cosa desideravo dalla vita. Io volevo essere battezzato, ma il tempo passava senza che io potessi ricevere tale benedizione”.6
Poiché Howard non era battezzato, non poté essere ordinato all’ufficio di diacono quando compì dodici anni. “Ormai tutti i miei amici erano stati ordinati diaconi”, disse. “Poiché ufficialmente non appartenevo alla Chiesa, non potevo fare molte delle cose che facevano loro”.7 Howard era particolarmente dispiaciuto di non poter distribuire il sacramento: “Durante la riunione sacramentale, mi sedevo vicino agli altri ragazzi. Quando veniva il momento di distribuire il sacramento, io sprofondavo nella mia sedia. Mi sentivo messo da parte”.8
Howard provò a parlare nuovamente con suo padre, questa volta inseme a sua sorella Dorothy, che aveva compiuto dieci anni: “Cercammo di convincere nostro padre affinché ci desse il permesso di battezzarci. Chiedemmo anche in preghiera che potesse dirci di si. Fummo sopraffatti dalla gioia quando, finalmente, ci diede il permesso”.9 Circa cinque mesi dopo che Howard compì dodici anni, lui e Dorothy vennero battezzati in una piscina pubblica. Poco dopo, Howard venne ordinato all’ufficio di diacono e distribuì il sacramento per la prima volta. “Ero spaventato ma emozionato di avere il privilegio di farlo”, egli ricordò.10 Tra le altre responsabilità, Howard si occupava di gonfiare il mantice per mandare aria all’organo e di accendere il fuoco per scaldare la cappella nelle domeniche in cui faceva freddo. Egli disse: “Apprendere le responsabilità dell’essere un membro della Chiesa e un detentore del sacerdozio, mi aprì gli occhi su un mondo completamente nuovo”.11
Come giovane uomo, Howard entrò nel gruppo dei Boy Scout del suo rione e lavorò duramente per ottenere il riconoscimento più alto: Scout Aquila. Quando era ormai vicino al suo obiettivo, si trovò in competizione con un altro giovane. “C’erano due di noi in lizza per diventare il primo Scout Aquila di Boise”, egli ricordò.12 L’altro giovane uomo completò tutti i requisiti per primo, ma Howard sembrò soddisfatto con l’essere il secondo a ricevere quel riconoscimento.13
Howard imparò in giovane età a essere industrioso. Egli aiutava le vedove e altre persone a lui vicine, vendeva giornali e lavorava presso il ranch dello zio. Crescendo, fece altri lavori come il portamazze in un campo da golf, il corriere per i telegrammi e lavorò presso una farmacia, la sede di un giornale, un hotel, un grande magazzino e un negozio d’arte.
Dorothy Hunter disse che suo fratello aveva una “forte motivazione” e una “mente brillante”.14 In aggiunta a questi attributi egli era anche un uomo compassionevole e generoso. Facendo riferimento ai suoi modi premurosi, Dorothy disse: “Howard voleva sempre fare il bene e comportarsi da bravo bambino. Era un fratello meraviglioso e mi proteggeva continuamente. Era anche buono con nostra madre e nostro padre”.15
Howard era compassionevole anche verso gli animali. “Ogni gatto senza padrone, poteva trovare un rifugio in casa nostra, anche se la famiglia non era d’accordo”, egli disse.16 Un giorno, alcuni ragazzi del vicinato stavano maltrattando un gattino gettandolo in un canale d’irrigazione, vicino la casa della famiglia Hunter. Ogni volta che, con fatica, riusciva a uscire, lo gettavano dentro di nuovo. Non passò molto tempo che arrivò Howard e soccorse il gattino. “Era lì sdraiato, quasi morto”, Dorothy raccontò, “e lui lo ha portato a casa”.17
“Non sopravviverà”, disse la madre.
“Mamma, dobbiamo provare”, insistette Howard.18
Dorothy raccontò che lo “avvolsero con una coperta, lo misero vicino al forno caldo e lo accudirono”; con queste cure il gattino si riprese e visse con la famiglia per molti anni.
Howard venne ordinato all’ufficio di insegnante nel 1923, poco prima della creazione del Secondo Rione di Boise. Avendo preso atto della necessità di un altro luogo adatto alle riunioni e prevedendo un’ulteriore crescita della Chiesa, i dirigenti locali proposero di costruire un tabernacolo di palo. Venne proposto ai santi di Boise di raccogliere ventimila dollari per la costruzione dell’edificio.19 In una riunione in cui i dirigenti facevano appello ai membri per le donazioni, il giovane Howard W. Hunter fu il primo ad alzare la mano e a impegnarsi a dare la sua offerta. La cifra da lui promessa — venticinque dollari — era una grossa somma nel 1923, specialmente per un ragazzo di 15 anni. “Lavorai risparmiando finché fui in grado di pagare la cifra che avevo promesso” disse successivamente.20 Il tabernacolo venne completato nel 1925 e il presidente Heber J. Grant venne a dedicarlo nel dicembre di quell’anno.21
Sin da quando era giovane Howard mostrò una predisposizione per la musica e durante la sua adolescenza imparò a suonare vari strumenti musicali. A 16 anni formò un suo complesso musicale, al quale diede il nome di Hunter’s Croonaders. Con questo gruppo, si esibiva spesso alle serate danzanti, ai ricevimenti e ad altri eventi nell’area di Boise.
Quando Howard aveva 19 anni, gli venne offerto un contratto per suonare su una nave da crociera che avrebbe viaggiato verso l’Asia. Per i primi due mesi del 1927, il quintetto di Howard suonò alle cene e alle serate danzanti mentre la nave attraversava il Pacifico e faceva tappa in varie città del Giappone, della Cina e delle Filippine. La crociera fu un’esperienza illuminante per Howard, poiché gli permise di incontrare nuove persone e di imparare riguardo alle loro culture. Nonostante spese la maggior parte dei suoi guadagni per le visite turistiche e per i souvenir, egli disse: “Quello che abbiamo imparato vale i soldi che abbiamo speso”22.
Un periodo di grandi scelte
Dopo la crociera, Howard tornò a casa e apprese la gioiosa notizia che durante la sua assenza, suo padre si era battezzato. La domenica successiva, Howard e suo padre andarono insieme alla riunione del sacerdozio per la prima volta. Un vescovo premuroso incoraggiava spesso Will Hunter a battezzarsi, e Howard disse che “fu grazie a un insegnante familiare che l’interesse del padre per la Chiesa crebbe”.23
Dopo la crociera, Howard si sentiva incerto in merito al suo futuro. Era molto impegnato con le attività del suo complesso musicale e con altri lavori, tra cui la sua propria azienda, ma nessuna di queste sembrava offrire la prospettiva di una buona carriera. Quando nel marzo del 1928, vide che la sua azienda non stava dando i frutti sperati, decise di andare a trovare un suo amico nella California meridionale. Aveva pianificato di fermarsi soltanto per una o due settimane, ma presto decise di rimanere e cercare quello che egli descrisse come un “lavoro con possibilità di crescita”24. In California non avrebbe solo conseguito una carriera, ma avrebbe anche trovato la sua futura moglie, molte opportunità di servire nella Chiesa e la sua dimora per più di tre decenni.
I primi lavori che Howard svolse in California furono vendere scarpe e lavorare a un impianto per l’imballaggio degli agrumi, dove in alcuni giorni caricava tra le quaranta e le quarantacinque tonnellate di arance su dei vagoni per il trasporto. “Non sapevo esistessero così tante arance nel mondo”, disse riflettendo. Un giorno, ebbe “grosse difficoltà” perché doveva dividere i limoni in base al colore, ma non riusciva a distinguere il giallo dal verde perché soffriva di daltonismo. “Pensavo avrei avuto un esaurimento nervoso prima della fine della giornata”, raccontò.25
Dopo aver lavorato presso l’impianto per gli agrumi per due settimane, Howard fece domanda per un lavoro presso una banca di Los Angeles, la quale lo assunse immediatamente e cominciò presto a offrirgli diverse promozioni. Inoltre, continuò la sua attività di musicista suonando di sera con diversi gruppi. Nel settembre del 1928, circa sei mesi dopo che Howard si era trasferito in California, anche sua sorella e i suoi genitori si trasferirono lì.
Da ragazzo, Howard era sempre andato in chiesa, ma non aveva mai studiato il Vangelo in modo veramente profondo. Dopo essersi trasferito in California diede molta più importanza allo studio del Vangelo. Egli raccontò: “La prima volta che venni colpito da un grande interesse per il Vangelo fu durante una classe della Scuola Domenicale del rione di Adams, tenuta dal fratello Peter A. Clayton. Aveva una grande conoscenza e la capacità di ispirare i giovani. Studiavo le lezioni, seguivo le letture che ci assegnava e partecipavo alla discussione sugli argomenti che ci erano stati assegnati. […] Penso a quel periodo della mia vita come al tempo in cui i principi del Vangelo cominciarono a essermi svelati. Ho sempre avuto una testimonianza del Vangelo, ma allora cominciai improvvisamente a capire”.26 Per Howard, le esperienze avute in quella classe della Scuola Domenicale diedero vita a un amore per lo studio del Vangelo che durò per tutta la vita.
Ad Howard piaceva stare con gli altri giovani adulti dell’area di Los Angeles. Andavano in chiesa insieme, partecipando, a volte, alle riunioni di due o tre rioni nella stessa domenica e facevano molte attività. Una di queste attività ebbe un significato profondo per Howard. Qualche mese dopo essere arrivato in California, andò a una serata danzante in Chiesa insieme ad alcuni amici, dopo la quale andarono in spiaggia per tuffarsi nell’oceano. Quella sera, Howard incontrò Clara May (Claire) Jeffs, che era in compagnia di uno dei suoi amici. Howard e Claire svilupparono presto un interesse reciproco che sbocciò in amore.
Uscirono in coppia qualche volta durante il 1928 e il loro rapporto divenne più serio l’anno seguente. “Lei aveva capelli di color castano chiaro ed era una ragazza molto bella”, disse Howard successivamente. “Penso che la cosa che mi colpì maggiormente fu la profondità della sua testimonianza”.27 In una sera di primavera del 1931, dopo quasi tre anni dal primo incontro, Howard portò Claire in un posto con una vista panoramica sull’oceano. Lì, le chiese di sposarlo e lei accettò. Howard raccontò:
“Andammo fino a Palos Verdes e parcheggiammo l’auto sulla scogliera, da dove, grazie alla luce della luna piena, potevamo vedere le onde infrangersi sulle rocce. Parlammo di quali erano i nostri piani, e io le misi al dito un anello con un diamante. Quella sera, prendemmo molte decisioni e stabilimmo alcuni fermi propositi per la nostra vita”.28
Questi propositi spinsero Howard a prendere una decisione, quattro giorni prima del matrimonio, che cambiò la sua vita. Quella sera, dopo essersi esibito con il suo gruppo, ripose i suoi strumenti musicali e cessò la sua professione di musicista. Suonare per le serate e per le feste “era affascinante per alcuni aspetti”, egli disse, “e la paga era ottima”, ma sentiva che alcune parti di quello stile di vita erano incompatibili con il tipo di vita che immaginava per la sua famiglia. “Sebbene questo mi abbia lasciato un vuoto, non rimpiansi mai tale decisione”, egli disse anni dopo.29 Suo figlio Richard disse: “Ho pensato spesso a quanta disciplina (io lo chiamo coraggio) debba esserci voluta per abbandonare una cosa che amava profondamente perché dava più valore a un’altra”30.
Sfide e benedizioni durante i primi anni di matrimonio
Howard e Claire si sposarono nel Tempio di Salt Lake il 10 giugno 1931 e tornarono nella California meridionale per iniziare la loro vita insieme. Le condizioni economiche negli Stati Uniti stavano peggiorando a causa della Grande Depressione, e nel gennaio del 1932 la banca dove Howard lavorava dovette chiudere. Per i due anni successivi fece molti lavori diversi per riuscire a sostenere la sua famiglia. Lui e Claire volevano rimanere autosufficienti fin quando potevano, ma dopo un anno, accettarono l’invito ad andare a vivere momentaneamente con i genitori di Claire.
Il 20 marzo 1934 nacque il primo figlio di Howard e Claire Hunter, un maschio cui diedero il nome di Howard William Hunter jr e che chiamavano Billy. Quell’estate notarono che Billy sembrava letargico. I medici gli diagnosticarono l’anemia, e Howard gli donò due volte il sangue per delle trasfusioni, ma le condizioni di Billy non miglioravano. Esami più approfonditi rivelarono che era afflitto da seri problemi all’intestino per i quali i dottori consigliavano un intervento. Howard raccontò: “Fui portato nella sala su una barella vicino a lui e gli donai il sangue durante l’operazione. Al termine dell’intervento i dottori non erano ottimisti”31. Tre giorni dopo, a sette mesi, Billy morì con i genitori al suo capezzale. “Quando quella notte lasciammo l’ospedale eravamo addolorati e intontiti”, scrisse Howard32. “Questo fu un duro colpo per noi”33.
Due mesi prima che Billy nascesse, Howard aveva ottenuto un lavoro presso il dipartimento Flood Control District della Contea di Los Angeles. Questo lavoro gli aveva insegnato molto su cose come i documenti legali e i procedimenti giudiziari, ed egli decise di intraprendere la carriera di avvocato. Raggiungere quell’obiettivo avrebbe richiesto anni di impegno e duro lavoro. Non avendo una laurea di primo livello, Howard dovette seguire molti corsi prima di poter essere ammesso alla scuola di legge. Studiava la sera, perché durante il giorno doveva continuare a lavorare. Anche dopo essere entrato nella scuola di legge, continuò a lavorare a tempo pieno. “Lavorare tutto il giorno, andare a scuola la sera e trovare anche il tempo di studiare non era un compito facile”, scrisse.34 “Spesso studiavo fino a notte fonda”.35 Howard mantenne questi ritmi per cinque anni, laureandosi finalmente nel 1939 come terzo miglior studente della sua classe.
Mentre Howard studiava legge, lui e Claire ebbero altri due figli: John nel 1936 e Richard nel 1938. Grazie al lavoro di Howard al dipartimento Flood Control District, la famiglia poté permettersi di acquistare una piccola casa.
Vescovo del Rione di El Sereno
Nel 1940, circa un anno dopo essersi laureato in legge, Howard venne chiamato come vescovo del Rione di El Sereno in California, che era stato da poco organizzato. Sorpreso dalla chiamata ricevuta, disse: “Avevo sempre pensato a un vescovo come a una persona più anziana, e mi chiesi come potessi essere il padre del rione alla giovane età di trentadue anni”. La presidenza di palo rispose rassicurandolo che sarebbe stato “all’altezza dell’incarico”. Nonostante Howard si sentisse sopraffatto, egli promise: “Farò del mio meglio”.36 Egli mantenne quella promessa offrendo grande dedizione, ispirazione e compassione durante gli oltre sei anni di servizio come vescovo.
Ancora una volta, Howard si era trovato ad affrontare una sfida che richiedeva molto tempo e molte energie, ma egli si sentii molto benedetto per il servizio reso. “Mi sono sentito sopraffatto da grandi responsabilità”, disse. “Fu un’opera gloriosa e una grande benedizione”.37
Uno dei bisogni più urgenti del nuovo rione era quello di trovare un luogo dove tenere le riunioni. Il vescovato prese in affitto alcune stanze di un edificio del posto e i membri del rione iniziarono una raccolta fondi per la costruzione della loro casa di riunione. La costruzione di edifici da parte della Chiesa venne momentaneamente sospesa a causa della Seconda guerra mondiale, ma i membri, pensando al futuro, continuarono la raccolta. Per uno dei progetti della raccolta fondi, conosciuto come il “progetto cipolla”, i membri si recavano presso un impianto per il confezionamento di sottaceti, dove si occupavano di tagliare le cipolle. Riferendosi all’odore di cipolla che aleggiava nell’aria, il vescovo Hunter disse scherzosamente: “Alla riunione sacramentale era facile sapere se una persona era stata a tagliare le cipolle”.38
Tra le altre iniziative per raccogliere fondi c’era la preparazione della verza in un impianto per la produzione dei crauti e il confezionamento e la vendita dei cereali per la colazione. “Vivevamo quei giorni in modo felice, lavoravamo insieme con persone di tutte le classi sociali ed economiche, ognuno con le sue capacità, aiutando il vescovato a raccogliere i fondi per costruire una cappella”, raccontò il vescovo Hunter. “Il nostro rione era come una grande famiglia felice”.39 Con molta pazienza e molto sacrificio, l’obiettivo di costruire una casa di riunione venne finalmente raggiunto nel 1950, quasi quattro anni dopo che Howard era stato rilasciato dalla chiamata di vescovo.
Essere un vescovo durante la Seconda guerra mondiale presentava delle sfide uniche. Molti fratelli del rione erano impegnati nel servizio militare, lasciando le famiglie senza marito e senza padre. La mancanza di uomini creava anche problemi per le chiamate nella Chiesa. Di conseguenza, mentre era vescovo, Howard servì per un tempo anche come capo Scout. “Avevamo un bel gruppo di giovani uomini che non potevamo trascurare”, egli disse. “Ho lavorato con i ragazzi per quasi due anni, e li ho visti fare notevoli progressi”.40
Howard venne rilasciato dalla chiamata di vescovo il 10 novembre 1946. “Sarò per sempre grato per questo privilegio e per quello che ho imparato in quegli anni”, egli disse. Nonostante fosse un’esperienza “difficile per molti aspetti”, Howard e Claire dissero: “Siamo grati per i valori che ha portato nella nostra famiglia”41. Nell’esprimere gratitudine per il servizio reso dal vescovo Hunter, un membro del rione scrisse: “Egli ha portato il nostro piccolo rione a unirsi per uno scopo comune e ci ha insegnato a raggiungere un obiettivo che sembrava fuori dalla nostra portata. Abbiamo lavorato insieme come rione, abbiamo pregato insieme, giocato insieme e adorato insieme”.42
Nonostante Howard venne rilasciato nel 1946, il suo legame speciale con i membri del rione di El Sereno continuò. Suo figlio Richard disse che “finché visse, egli rimase in contatto con loro ed era sempre informato su dove vivevano e su quale era la loro situazione. Ogni volta che viaggiava in un posto dove [vivevano] dei membri del rione, egli si metteva in contatto con loro. Il suo amore per i membri del rione durò tutta la vita”.43
Prendersi cura della famiglia e costruire una carriera
Howard e Claire Hunter erano genitori amorevoli che insegnarono ai loro figli i valori, la responsabilità e l’importanza del Vangelo. Molto prima che la Chiesa stabilisse il lunedì come il giorno in cui tenere la serata familiare, la famiglia Hunter riservava il lunedì sera per le attività di apprendimento, raccontarsi storie, fare dei giochi e uscire insieme. Quando viaggiavano come famiglia, a volte si fermavano a un tempio in modo che John e Richard potessero fare i battesimi per i morti per procura. Howard e i suoi figli si divertivano a costruire insieme i modellini dei treni, fare campeggio e altre attività all’aperto.
Quando John e Richard nacquero, Howard lavorava a tempo pieno e allo stesso tempo studiava alla scuola di legge; venne chiamato come vescovo quando i figli erano ancora molto piccoli — due e quattro anni — quindi per poter crescere una famiglia forte era necessario un sacrificio straordinario da parte di Claire. Lei lo fece volentieri. “Il mio desiderio e la mia più grande ambizione […] è sempre stata di essere una buona moglie, una buona casalinga e una bravissima madre”, disse. “Abbiamo lavorato duro per assicurarci che i nostri ragazzi crescessero rimanendo attivi nel Vangelo, con loro ho avuto bellissime esperienze”.44 Howard rendeva spesso onore a Claire per la sua influenza e i suoi sacrifici nel crescere i loro figli.
Negli anni in cui era impegnato a mandare avanti la famiglia e a servire in incarichi di dirigenza nella Chiesa, Howard riuscì anche ad avviare una fiorente compagnia di consulenza legale. Lavorando principalmente con aziende e imprese divenne un avvocato molto rispettato nella California meridionale. Fu eletto membro del consiglio di amministrazione di più di una ventina di società.
Nella sua professione, Howard era conosciuto per la sua integrità, per la sua perspicacia, per la sua capacità di comunicare in modo chiaro e per il suo senso di equità. Era anche conosciuto per essere un “avvocato del popolo” — una persona che “sembrava avere sempre il tempo e l’interesse per aiutare le persone con i loro problemi”.45 Un avvocato disse che Howard “si preoccupava molto più di far sì che le persone ricevessero l’aiuto di cui avevano bisogno che di essere ricompensato per averli aiutati”46.
Presidente del Palo di Pasadena, in California
Nel febbraio del 1950, l’anziano Stephen L. Richards e l’anziano Harold B. Lee del Quorum dei Dodici andarono in California per dividere il Palo di Pasadena che stava crescendo rapidamente. Intervistarono molti fratelli del palo, fra cui Howard. Dopo aver meditato con l’aiuto della preghiera su chi il Signore voleva che fosse chiamato come presidente di palo, quando era quasi mezzanotte, mandarono a chiamare Howard e gli estesero la chiamata. L’anziano Richards e l’anziano Lee gli consigliarono di trascorrere una buona notte di sonno e gli chiesero di telefonare la mattina dopo per comunicare i nomi delle persone che lui raccomandava come consiglieri. “Andai a casa quella sera, ma non riuscii ad addormentarmi”, disse Howard. “Il peso della chiamata era enorme. Io e Claire ne parlammo a lungo”47.
Dopo che il presidente Hunter e i suoi consiglieri vennero sostenuti, iniziarono ad occuparsi dei bisogni del palo. Una delle priorità della nuova presidenza di palo era quella di aiutare i membri a rafforzarsi spiritualmente. Una delle preoccupazioni era che le famiglie stavano diventando sempre meno unite, in parte a motivo delle tante attività nelle quali erano impegnate. Dopo aver pregato ed essersi consigliati, i dirigenti sentirono che dovevano sottolineare l’importanza della serata familiare e riservare il lunedì sera per le famiglie. Tutti gli edifici della Chiesa del palo rimasero chiusi il lunedì sera, e non veniva organizzato “alcun evento che andasse in conflitto con quella sera sacra”, spiegò il presidente Hunter48.
All’inizio della sua chiamata, il presidente Hunter e altri presidenti di palo della California meridionale si incontrarono con l’anziano Stephen L. Richards per parlare del programma del Seminario per gli studenti di scuola superiore. Il presidente Hunter raccontò: “[L’anziano Richards] spiegò che desideravano provare a fare i corsi di Seminario di primo mattino, per le aree in cui la legge non prevedeva che gli studenti avessero a disposizione un periodo di tempo equivalente a una classe per poter frequentare un seminario di religione”49. Il presidente Hunter venne incaricato di guidare un comitato che doveva occuparsi di valutare se era possibile realizzare questo piano. Dopo aver terminato la valutazione, il comitato suggerì di iniziare le classi di Seminario di primo mattino per gli studenti di tre scuole superiori. Quando Richard, il figlio del presidente Hunter, era un giovane uomo prese parte all’esperimento con le classi di Seminario di primo mattino. Egli raccontò: “Ci chiedevamo se qualcuno avesse perso la ragione per aver deciso di tenere la classe alle sei del mattino, ma poi divenne la parte della giornata che ci piaceva di più, perché potevamo stare insieme tra amici della Chiesa e imparare”50. Molto presto, questo programma venne esteso ad altri studenti e fu il precursore del programma di Seminario di primo mattino per i giovani della Chiesa.
Alla conferenza generale dell’ottobre 1951, la Prima Presidenza si incontrò con i presidenti di palo della California meridionale per annunciare loro che desideravano costruire un tempio a Los Angeles. La possibilità di avere un tempio nelle vicinanze portò grande gioia, e avrebbe richiesto un grande sacrificio poiché venne chiesto ai membri della Chiesa di contribuire alla costruzione raccogliendo un milione di dollari. Quando il presidente Hunter tornò in California si incontrò con i dirigenti del palo e dei rioni e disse loro: “Date alle persone la possibilità di ricevere grandi benedizioni contribuendo generosamente alla costruzione del tempio”51. Dopo sei mesi, i membri della California meridionale avevano donato 1,6 milioni di dollari per contribuire alla costruzione del tempio che venne dedicato nel 1956.
Oltre a contribuire economicamente alla costruzione del tempio e di altri edifici della Chiesa, i membri offrirono volontariamente la loro manodopera. Durante la costruzione delle case di riunione, il presidente Hunter passava molte ore ad aiutare con la pala, il martello o il pennello. Inoltre, i membri della Chiesa facevano volontariato per i progetti del programma di benessere della Chiesa fra i quali le fattorie di pollame, i frutteti di agrumi e la produzione di conserve. Per otto anni, il presidente Hunter ebbe l’incarico di coordinare il lavoro di dodici pali per questi progetti, e spesso era lui stesso a contribuire. “Egli non ha mai chiesto a una persona di fare qualcosa o di accettare un incarico che non avrebbe fatto volentieri lui stesso”52, disse un amico. Diversi anni dopo, quando era un membro del Quorum dei Dodici, l’anziano Hunter disse:
“Non ho mai partecipato a un progetto di benessere che non fosse divertente. Sono salito sugli alberi per cogliere i limoni, ho sbucciato frutta, usato bollitori, portato scatole, scaricato camion, fatto le pulizie negli impianti per la produzione di conserve e altre migliaia di cose diverse, ma le cose che ricordo di più sono le risate, i canti e la buona compagnia delle persone impegnate nel servizio del Signore”.53
Nel novembre del 1953, il presidente e la sorella Hunter insieme ad altri membri del Palo di Pasadena andarono al Tempio di Mesa, in Arizona, per fare il lavoro di ordinanza del tempio. Il 14 novembre era il quarantaseiesimo compleanno del presidente Hunter, e prima dell’inizio di una sessione, il presidente del tempio gli chiese di parlare a coloro che si erano riuniti nella cappella. In seguito scrisse di questa esperienza:
“Mentre parlavo alla congregazione, […] mio padre e mia madre entrarono in cappella vestiti di bianco. Non avevo idea che mio padre fosse pronto a ricevere le sue benedizioni del tempio, anche se la mamma lo desiderava da un po’ di tempo. Fui talmente sopraffatto dall’emozione che non riuscii a continuare a parlare. Il presidente Pierce [il presidente del tempio] venne al mio fianco e spiegò il motivo dell’interruzione. Quando mio padre e mia madre vennero al tempio quella mattina chiesero al presidente di non dirmi niente perché volevano che fosse una sorpresa di compleanno. Quello fu un compleanno che non ho mai dimenticato perché quel giorno ricevettero l’investitura e io ebbi il privilegio di essere testimone del loro suggellamento e in seguito di essere suggellato a loro”.54
Circa tre anni dopo, il suggellamento della famiglia del presidente Hunter venne reso completo quando sua sorella Dorothy venne suggellata ai genitori nel Tempio di Los Angeles, in California, che era stato da poco dedicato.
Il presidente Hunter fu un presidente di palo che dirigeva con amore. Una donna che servì in una chiamata di palo disse: “Potevi sentirti apprezzata, necessaria e utile. […] Egli faceva sentire alle persone la responsabilità della chiamata che ricevevano, ma se avevano bisogno di una sua opinione o di un suo consiglio, lui era sempre disponibile. Sapevamo di avere il suo sostegno e che lui si interessava a noi”.55 Uno dei consiglieri fece questa osservazione: “Egli si complimentava con le persone per i risultati da loro raggiunti e li sosteneva nel nutrire grandi aspettative”56. Un membro del palo, che disse che il presidente Hunter era stato l’insegnante più influente che avesse mai avuto, spiegò: “Quest’uomo amava gli altri dando loro grande priorità, ascoltandoli per capirli e condividendo con loro le sue esperienze”.57
Nell’autunno del 1959 Howard W. Hunter era stato presidente del Palo di Pasadena per più di nove anni e aveva benedetto con il suo servizio migliaia di santi degli ultimi giorni nella California meridionale. Il suo ministero si sarebbe a breve espanso per benedire i membri della Chiesa di tutto il mondo.
Quorum dei Dodici
“Porta testimonianza del mio nome, […]diffondi la mia parola fino alle estremità della terra”(DeA 112:4).
Il 9 ottobre 1959, nella pausa tra due sessioni della Conferenza generale a Salt Lake City, Howard venne informato che il presidente David O. McKay voleva incontrarlo. Egli si recò immediatamente all’edificio amministrativo della Chiesa, dove il presidente McKay lo accolse con affetto e gli disse: “Presidente Hunter, […] il Signore ha parlato. Lei è chiamato ad essere uno dei Suoi testimoni speciali, e domani lei sarà sostenuto membro del Consiglio dei Dodici”58. In merito a questa esperienza, Howard scrisse:
“Non posso spiegare il sentimento che provai. Mi scesero le lacrime dagli occhi e non potei parlare. Non mi ero mai sentito tanto umile come quando sedevo alla presenza di quest’uomo grandioso, dolce e gentile: il profeta del Signore. Mi disse quale grande gioia avrebbe portato nella mia vita, mi spiegò il bellissimo rapporto con gli altri fratelli e che da allora in poi la mia vita sarebbe stata dedicata come servitore del Signore e che sarei appartenuto alla Chiesa e al mondo intero. […] Egli mi abbracciò e mi assicurò che il Signore mi avrebbe amato e che avrei avuto il fiducioso sostegno della Prima Presidenza e del Consiglio dei Dodici. […] [Gli risposi che] avrei donato volentieri il mio tempo, la mia vita e tutto ciò che possedevo a questo servizio”.59
Appena uscito dall’ufficio del presidente McKay, Howard andò subito alla sua camera d’albergo per chiamare Claire che era in visita a Provo dal loro figlio John, la di lui moglie e il loro bambino. All’inizio Howard quasi non riusciva a parlare. Quando finalmente riuscì a dire a Claire della chiamata, entrambi vennero sopraffatti dall’emozione.
Il giorno dopo, alla sessione del sabato mattina della Conferenza generale, Howard William Hunter venne sostenuto come membro del Quorum dei Dodici Apostoli. “Mi sentivo come se avessi il mondo sulle mie spalle”, disse raccontando di quel giorno. “Mentre la Conferenza continuava, mi sentivo estremamente a disagio e mi chiedevo se avrei mai pensato che quello fosse il posto che mi competeva”.60
Il presidente McKay chiese all’anziano Hunter di parlare alla sessione della domenica pomeriggio della Conferenza. Dopo aver brevemente parlato della sua vita e aver reso la sua testimonianza, egli disse:
“Non mi scuso per le lacrime che mi vengono agli occhi in questo momento, perché credo di essere di fronte ad amici, fratelli e sorelle nella Chiesa, i cui cuori battono pieni d’amore per il Vangelo e per il servizio altruistico, proprio come fa il mio oggi.
Presidente McKay, […] accetto senza riserve la chiamata che mi ha esteso, e sono disposto a dedicare la mia vita e tutto quello che ho a questo servizio. La sorella Hunter è con me nel prendere questo impegno”.61
L’anziano Hunter fu ordinato apostolo il 15 ottobre 1959. All’età di cinquantuno anni era il più giovane dei dodici apostoli che avevano un’età media di circa sessantasei anni.
Per i successivi diciotto mesi, l’anziano Hunter fece la spola tra la California e lo Utah per portare a termine i suoi compiti di avvocato e per fare i preparativi per traslocare. Uno dei suoi clienti disse: “La Chiesa deve avergli fatto proprio un’offerta vantaggiosa” per convincerlo ad abbandonare la sua brillante carriera di avvocato. In merito a questo, l’anziano Hunter scrisse nel suo diario:
“Gran parte delle persone non comprendono perché coloro che sono della nostra fede accolgono le chiamate a servire o il nostro impegno nel dare il massimo. […] Sotto tutti i punti di vista mi è piaciuta la professione legale, ma questa chiamata che ho ricevuto supera di gran lunga l’attività professionale o il guadagno in soldi”.62
Il ministero dell’anziano Hunter durò per più di trentacinque anni, durante i quali visitò quasi ogni nazione del mondo adempiendo il suo dovere di testimone speciale di Gesù Cristo (vedi DeA 107:23).
La Società Genealogica dello Utah
“Presentiamo al Signore […] un libro contenente le registrazioni dei nostri morti che sia degno d’essere pienamente accettato” (DeA 128:24).
Nel 1964 la Prima Presidenza chiamò l’anziano Hunter come presidente della Church’s Genealogical Society [Società genealogica della Chiesa], che in seguito fu conosciuta con il nome di Società Genealogica dello Utah. Questa organizzazione era quello che oggi è il Dipartimento di storia familiare della Chiesa. Il suo scopo era di raccogliere, preservare e condividere informazioni genealogiche in tutto il mondo. L’anziano Hunter fu il presidente della società per otto anni durante i quali operò come supervisore di alcuni cambiamenti che avrebbero avuto un effetto a lungo termine sull’efficienza, la qualità e la crescita del lavoro di storia familiare.
Nel 1969 l’organizzazione aveva accumulato “più di 670.000 bobine di microfilm”, che equivalgono a tre milioni di volumi da trecento pagine ciascuno”. Inoltre, erano stati raccolti “sei milioni di registri di gruppo familiare, un archivio documentato su trentasei milioni di persone e una collezione di libri composta da più di novantamila volumi”.63 Ogni settimana venivano aggiunte alla raccolta circa mille bobine di microfilm provenienti da diverse parti del mondo. Processare questi dati e renderli disponibili — sia per la ricerca di nomi che per il lavoro di tempio — era un lavoro enorme. Sotto la guida dell’anziano Hunter, la Società Genealogica iniziò a fare uso delle più moderne tecnologie computerizzate a disposizione. Uno scrittore sottolineò come la società divenne “conosciuta a livello mondiale dalle organizzazioni professionali per i suoi metodi innovativi di archiviazione dei registri”.64
L’anziano Hunter venne rilasciato dall’incarico di presidente della Società Genealogica nel 1972. Riassumendo l’effetto dei suoi sforzi, l’anziano Richard G. Scott disse: “Egli dedicò una parte significativa della sua vita a quest’opera, ponendo le fondamenta e indicando la direzione da seguire per ottenere grandi risultati, un lavoro di cui la Chiesa sta ancora raccogliendo i benefici”.65
Il Centro culturale polinesiano
“Date ascolto, voi, popoli da lungi; e voi che siete sulle isole del mare, ascoltate insieme” (DeA 1:1).
Nel 1965 la Prima Presidenza nominò l’anziano Hunter come presidente del consiglio di amministrazione del Centro culturale polinesiano a Laie, nelle Hawaii. Il centro era aperto da soltanto quindici mesi e c’erano molte difficoltà. L’affluenza dei turisti era bassa e le persone avevano opinioni divergenti in merito a quali dovessero essere lo scopo e i programmi del centro. La settimana dopo essere stato nominato, l’anziano Hunter si recò a Laie e iniziò un attento studio dei punti di forza e dei bisogni del centro.
Sotto la guida dell’anziano Hunter il Centro culturale polinesiano divenne una delle attrazioni turistiche più famose delle Hawaii, registrando nel 1971 quasi un milione di visitatori. Inoltre, l’anziano Hunter diresse il grande sviluppo del centro e delle sue iniziative. Secondo le parole dell’anziano Hunter, era molto importante anche che il centro fornisse impiego per permettere a “migliaia di studenti del Pacifico meridionale di perseguire un’istruzione, perché altrimenti non sarebbero stati in grado di lasciare le loro isole per andare a scuola”66.
Dopo aver presieduto sul Centro culturale polinesiano per dodici anni, l’anziano Hunter venne rilasciato nel 1976. Il servizio da lui reso ha contribuito a far avverare le parole del presidente David O. McKay, che nel 1955 disse che il piccolo villagio di Laie aveva il potenziale di diventare “un simbolo missionario che avrebbe influenzato non migliaia, non decine di migliaia, ma milioni di persone che sarebbero venute per conoscere l’importanza di questa città”.67
Storico della Chiesa
“È un dovere dell’archivista del Signore, che egli ha nominato, tenere una storia, e un registro generale della chiesa, di ogni cosa che avviene a Sion” (DeA 85:1).
Nel gennaio del 1970 il presidente David O. McKay morì e Joseph Fielding Smith venne messo a parte quale nuovo presidente della Chiesa. Joseph Fielding Smith aveva svolto per i precedenti quarantanove anni l’incarico di storico della Chiesa, e quando venne chiamato come profeta, l’anziano Hunter venne incaricato a prendere il suo posto in quella chiamata. “Il presidente Smith era stato lo storico della Chiesa per così tanti anni che mi rimaneva difficile immaginare me in quell’incarico”, egli disse.68
L’anziano Hunter affrontò questa nuova responsabilità con il suo solito entusiasmo. “Il compito assegnatomi dal Signore tramite rivelazione è estremamente impegnativo — sia nel portare avanti la raccolta e la scrittura del materiale, che nel renderlo utilizzabile per i membri della Chiesa”, egli disse.69 La rivista Church News spiegò come lo storico della Chiesa fosse “responsabile per la tenuta di tutti i registri della Chiesa, inclusi i verbali ufficiali delle riunioni, i registri dei templi, i registri di tutte le ordinazioni, i registri delle benedizioni patriarcali e […] l’aggiornamento della storia della Chiesa”.70
Nel 1972, i dodici apostoli vennero sollevati da alcuni dei loro gravosi doveri amministrativi, affinché potessero dedicare più tempo al loro ministero apostolico. Una delle conseguenze di questo cambiamento fu che l’anziano Hunter venne rilasciato dall’incarico di storico della Chiesa, mantenendo però il ruolo di consulente del Dipartimento storico della Chiesa. “Questo mi permetterà di rimanere nella condizione di dirigere ma senza dover portare avanti la parte operativa”, egli scrisse71. Continuò nel ruolo di consulente fino al 1978.
Servizio in Terra Santa
Howard W. Hunter sviluppò un amore particolare per la Terra Santa in occasione delle sue visite in compagnia della famiglia nel 1958 e nel 1960. Durante il suo ministero di apostolo, vi fece ritorno più di una dozzina di volte. “Il suo desiderio di essere laddove il Salvatore aveva camminato e insegnato sembrava insaziabile”, disse l’anziano James E. Faust del Quorum dei Dodici.72
Essendo sempre molto aggiornato sui conflitti in corso in quell’area, il messaggio che l’anziano Hunter portava era un messaggio di amore e pace. “Gli ebrei e gli arabi sono figli del nostro Padre Celeste”, egli disse. “Sono entrambi figli della promessa, e come chiesa non dobbiamo schierarci da una parte. Abbiamo amore e interesse per tutti loro. Lo scopo del vangelo di Gesù Cristo è di far avverare l’amore, l’unità e la fratellanza di ordine superiore”.73
Tra il 1972 e il 1989, l’anziano Hunter svolse incarichi molto importanti in due progetti speciali per Gerusalemme: l’Orson Hyde Memorial Garden e il Centro della Brigham Young University per gli studi sul Vicino Oriente. Agli inizi della storia della Chiesa, nel 1841, l’anziano Orson Hyde del Quorum dei Dodici, offrì una preghiera dedicatoria sul Monte degli Ulivi, a est di Gerusalemme. Nel 1972 la Prima Presidenza chiese all’anziano Hunter di cercare un sito per la costruzione a Gerusalemme di un monumento in memoria di Orson Hyde. Nel 1975 la città di Gerusalemme aprì le porte alla costruzione di quello che sarebbe diventato l’Orson Hyde Memorial Garden costruito sul Monte degli Ulivi.
Durante gli anni che seguirono, l’anziano Hunter si recò molte volte a Gerusalemme per portare avanti i negoziati sui contratti riguardanti il monumento commemorativo e per supervisionarne il progetto e la costruzione. Il progetto fu completato nel 1979 e lo stesso anno venne dedicato dal presidente Spencer W. Kimball. Dopo aver diretto le riunioni per la dedicazione, l’anziano Hunter espresse la convinzione che il monumento avrebbe “contribuito in maniera significativa a dare un’immagine positiva della Chiesa”74.
Già prima che l’Orson Hyde Memorial Garden venisse completato, l’anziano Hunter aveva iniziato a cercare un sito dove la Chiesa potesse costruire un centro per il programma di studi all’estero della BYU. Il centro avrebbe incluso anche una casa di riunione per i membri del ramo di Gerusalemme. Fare da supervisore a questo progetto fu uno dei compiti più complessi e delicati che l’anziano Hunter avrebbe svolto nel suo ministero.
I dirigenti della Chiesa scelsero il sito, ma per stilare un accordo per la concessione del terreno e ottenere l’approvazione del progetto ci vollero quasi cinque anni di quello che l’anziano Hunter descrisse come un “interminabile lavoro”75. Dopo molti dibattiti e negoziati, il governo israeliano diede il permesso per iniziare la costruzione del centro.
Nel maggio del 1988 la costruzione era stata per la maggior parte completata e l’accordo sulla concessione del terreno era pronto per essere firmato. A quel punto, Howard W. Hunter serviva quale presidente facente funzione del Quorum dei Dodici. L’anno prima aveva subito un’importante operazione chirurgica alla schiena e non era in grado di camminare, ciò nonostante si recò a Gerusalemme per firmare il contratto. Durante la sua visita, i studenti della BYU e i membri del ramo di Gerusalemme organizzarono un piccolo ricevimento per esprimere la loro gratitudine. La storia del ramo descrive la commovente scena dell’inizio del ricevimento: “Ancora convalescente dopo l’operazione, il presidente Hunter entrò su una sedia a rotelle spinta dal presidente [Jeffrey R.] Holland [della Brigham Young University] mentre il coro li accoglieva cantando ‘The Holy City’ [la città santa]”.76 Sul volto del presidente Hunter scorrevano lacrime di commozione.
Nel maggio del 1989, il presidente Hunter tornò a Gerusalemme per dedicare il centro. La cerimonia di dedicazione fu la conclusione di una decade di sforzi straordinari, da parte sua e di altri, mirati a trasformare in realtà la speranza di avere un centro a Gerusalemme. “Il presidente Howard W. Hunter […] fu costantemente impegnato e svolse il ruolo di amorevole sentinella sulla torre per questo progetto sin da quando era soltanto un sogno”, disse l’anziano Jeffrey R. Holland.77 Nella preghiera dedicatoria, il presidente Hunter disse:
“Questo edificio […] è stato costruito per accogliere coloro che Ti amano, che cercano di imparare da Te e di seguire l’esempio di Tuo Figlio, il nostro Salvatore e Redentore. In ogni aspetto, la bellezza di questo edificio rispecchia la bellezza di ciò che rappresenta. Padre, Ti ringraziamo per il privilegio di poter costruire questa casa a Te per il beneficio e l’apprendimento dei Tuoi figli e delle Tue figlie”.78
L’espansione della Chiesa
“Sion deve crescere in bellezza e in santità; i suoi confini devono essere ampliati; i suoi pali devono essere rafforzati” (DeA 82:14).
Quando nel 1959 Howard W. Hunter venne chiamato come apostolo, c’erano circa 1,6 milioni di membri della Chiesa. Durante i decenni successivi, egli svolse un ruolo chiave nella crescita senza precedenti che la Chiesa ebbe a livello mondiale. Trascorse centinaia di fine settimana viaggiando nei pali per fortificare i membri e chiamare nuovi dirigenti. Inoltre si recò in molte nazioni per incontrare i rappresentanti di governo, allo scopo di favorire l’apertura delle porte all’opera missionaria.
Nel 1975, il numero dei membri della Chiesa era arrivato a 3,4 milioni e, soprattutto in America latina, stava crescendo molto rapidamente. Più tardi quell’anno l’anziano Hunter e l’anziano J. Thomas Fyans, un assistente dei Dodici, vennero incaricati di dividere cinque pali a Mexico City. Dopo essersi incontrato con i diversi dirigenti di quell’area e dopo aver valutato le informazioni fornite dai presidenti di palo, l’anziano Hunter diresse l’organizzazione di quindici pali dai cinque che erano presenti, tutto in un solo fine settimana.79 Minimizzando la situazione, come era sua abitudine fare, scrisse: “Dubito ci sia mai stato un processo di riorganizzazione così estesa; quando siamo arrivati a casa eravamo stanchi”80.
Claire, una compagna devota
“Mia moglie è stata una compagna dolce e amorevole”, disse l’anziano Hunter quando venne chiamato nel Quorum dei Dodici nel 1959.81 Per molti anni Claire accompagnò l’anziano Hunter nei suoi viaggi inerenti alla chiamata di apostolo. Il presidente Thomas S. Monson raccontò di una volta in cui vide Claire mostrare il suo amore ai bambini di Tonga: “Lei prese quei teneri bambini fra le braccia e li mise a sedere uno per gamba e parlò con loro […] poi fece notare alle insegnanti della Primaria quanto fossero benedette e privilegiate ad avere l’opportunità di insegnare a dei bambini così preziosi. Ella conosceva il valore di un anima”.82
In un’intervista del 1974, l’anziano Hunter disse di Claire: “Da quando siamo sposati, […] lei mi ha sempre sostenuto con amore, considerazione e incoraggiamento. […] Lei è stata un grande aiuto”.83
Al tempo dell’intervista, Claire stava iniziando ad avere dei seri problemi di salute. All’inizio soffriva di forti mal di testa e, occasionalmente, di perdite di memoria e disorientamento. In seguito ebbe una serie di leggeri colpi apoplettici, che le resero difficile parlare o usare le mani. Quando le sue difficoltà arrivarono al punto in cui aveva bisogno di cure continue, l’anziano Hunter fece tutto il possibile per prendersi cura di lei mentre adempiva alle sue responsabilità di membro del Quorum dei Dodici. Fece in modo che qualcuno si prendesse cura di Claire durante il giorno, ma si occupava di lei durante la notte. L’anziano Hunter ebbe anche lui alcuni problemi di salute in quel periodo, incluso un attacco cardiaco nel 1980.
Claire subì un’emorragia celebrale nel 1981 e un’altra nel 1982. La seconda la debilitò al punto che i dottori insistettero affinché venisse ricoverata in un centro di assistenza dove potesse ricevere le necessarie cure mediche. Ella rimase nel centro per gli ultimi diciotto mesi della sua vita. In quel periodo il presidente Hunter andò a visitarla tutti i giorni, tranne quando era in viaggio per gli incarichi della Chiesa. Nonostante Claire solitamente non lo riconoscesse, egli continuò ad esprimerle il suo amore e ad assicurarsi che fosse a suo agio. Uno dei nipoti dell’anziano Hunter disse: “Aveva sempre fretta di andare a trovarla, di starle accanto e di prendersi cura di lei”.84 Ripensando all’affetto di suo padre per sua madre, Richard Hunter scrisse:
“Mia madre ebbe le migliori cure possibili negli ultimi anni della sua vita, poiché fu papà a prendersi cura di lei. Tutta la famiglia osservò con ammirazione e rispetto mentre si calava nel ruolo di badante. […] Posso ricordare il peso che egli provò, quando il dottore lo avvertì [che] tenerla a casa, invece di portarla in una struttura con medici qualificati, sarebbe stata la scelta peggiore per lei. Se fosse rimasta a casa, egli sarebbe probabilmente morto nel tentativo di prendersi cura di lei a causa dei suoi propri problemi di salute. A quel punto lei sarebbe rimasta da sola. La sua devozione per lei rimarrà sempre uno dei ricordi più teneri per la nostra famiglia”.85
Claire morì il 9 ottobre 1983. Avendo notato le attenzioni dell’anziano Hunter per Claire durante più di dieci anni di malattia, l’anziano James E. Faust disse: “La tenerezza tanto evidente nel loro modo di comunicare era profondamente commovente. Non ho mai visto un simile esempio di devozione di un marito alla moglie”.86
Presidente del Quorum dei Dodici Apostoli
Il presidente Spencer W. Kimball morì nel novembre del 1985 ed Ezra Taft Benson gli succedette quale presidente della Chiesa. Marion G. Romney divenne il presidente del Quorum dei Dodici essendo, tra loro, il membro con la maggiore anzianità nella chiamata. A causa delle precarie condizioni di salute del presidente Romney, l’anziano Hunter, che veniva dopo di lui secondo il grado di anzianità nella chiamata, fu messo a parte quale presidente facente funzione del Quorum dei Dodici. Egli divenne il presidente dei Dodici nel giugno del 1988, circa due settimane dopo la morte del presidente Romney.
Il presidente Hunter ricoprì il ruolo di presidente facente funzione e presidente del Quorum dei Dodici per otto anni e mezzo. Durante quel periodo il ministero dei Dodici continuò a espandersi col crescere del numero dei membri della Chiesa che da 5,9 milioni arrivò a 8,7 milioni, con rioni e rami in 149 nazioni e territori. “È un momento entusiasmante della storia della Chiesa”, disse il presidente Hunter nel 1988. “Oggi, camminare non è abbastanza. Dobbiamo sentire l’urgenza di stare al passo con i piani del Signore e portare avanti la Sua opera”.87 Il presidente Hunter ha adempiuto alla sua responsabilità di rendere testimonianza di Gesù Cristo e edificare la Chiesa in tutto il mondo tramite l’esempio. Durante il periodo in cui era presidente dei Dodici, viaggiò in molte parti degli Stati Uniti e in più di venticinque altre nazioni.
Il presidente Hunter perseverò nell’adempiere la sua chiamata nonostante i diversi problemi di salute. Nel 1986 si sottopose a un intervento a cuore aperto, e nel 1987 venne operato alla schiena. La schiena guarì, ma non poteva camminare a causa di alcuni nervi danneggiati oltre ad altre complicazioni. Quell’anno, a ottobre, parlò alla Conferenza generale da seduto, su una sedia a rotelle. Iniziò dicendo: “Scusate se rimarrò seduto nel tenere il mio breve discorso. Non è per mia scelta che vi parlo da una sedia a rotelle. Ho notato che tutti voi sembrate a vostro agio nello stare seduti a questa Conferenza, così seguirò il vostro esempio”88.
Determinato a riguadagnare l’uso delle gambe, il presidente Hunter iniziò un faticoso percorso di fisioterapia. Alla successiva Conferenza generale, nell’aprile del 1988, fu in grado di camminare lentamente verso il pulpito con l’aiuto di un deambulatore. Otto mesi dopo, a dicembre, usando il deambulatore andò al tempio per la riunione settimanale della Prima Presidenza con i Dodici, dopo più di un anno che andava con la sedia a rotelle. “Quando sono entrato nella stanza del consiglio, i fratelli si sono alzati applaudendo” egli disse. “Era la prima volta che sentivo un applauso nel tempio. […] La maggior parte dei dottori mi avevano detto che non sarei mai stato in grado di stare in piedi o di camminare, ma non avevano considerato il potere della preghiera”.89
Nel aprile del 1990, al termine di una riunione del Quorum dei Dodici, il presidente Hunter chiese: “Qualcuno vuole aggiungere qualcosa che non è all’ordine del giorno?” Nessuno parlò, quindi egli disse: “Bene, allora […] se nessun altro ha qualcosa da dire, volevo farvi sapere che oggi pomeriggio mi sposo”. Uno dei Dodici disse che l’annuncio fu una tale sorpresa che “tutti si chiedevano se avessero sentito bene”. Il presidente Hunter spiegò ai fratelli: “Inis Stanton è una mia vecchia conoscenza dai tempi della California. Ultimamente ci siamo visti spesso e abbiamo deciso di sposarci”.90 Inis era un membro del rione di El Sereno al tempo in cui il presidente Hunter ne era il vescovo. Le loro strade si incrociarono nuovamente quando Inis si trasferì nello Utah e lavorava come addetta al ricevimento nell’Edificio degli uffici della Chiesa. Furono suggellati nel tempio di Salt Lake, il 12 aprile 1990 dal presidente Gordon B. Hinckley.
Erano passati circa sette anni dalla morte di Claire. Inis fu fonte di grande conforto e forza per il presidente Hunter durante il suo ministero come presidente del Quorum dei Dodici e come presidente della Chiesa. Lei lo accompagnò in molti dei suoi viaggi per incontrare i santi di tutto il mondo.
Il 7 febbraio 1993, il presidente Hunter si recò alla Brigham Young University per tenere un discorso a una riunione al caminetto alla quale parteciparono diciassettemila persone. Aveva appena iniziato il suo intervento, quando un uomo corse sul podio, con una valigetta in una mano e un oggetto nero nell’altra. “Fermi tutti!” gridò l’uomo. Minacciò di far esplodere quella che lui diceva essere una bomba, se il presidente Hunter non avesse letto la dichiarazione che aveva preparato. Il presidente Hunter si rifiutò, rimanendo fermo al pulpito mentre l’uomo lo minacciava. Mentre la paura e l’agitazione riempivano l’edificio, la congregazione iniziò a cantare “Ti siam grati, o Signor, per il Profeta”. Dopo alcuni minuti di apprensione, due uomini del personale di sicurezza fermarono l’uomo e il presidente Hunter venne fatto scendere dal pulpito per motivi di sicurezza. Quando l’ordine venne ristabilito, riposò brevemente e poi riprese il suo intervento dicendo: “La vita spesso ci presenta qualche difficoltà”, e poi aggiunse: “Come abbiamo visto tutti”.91
Nei precedenti venti anni, il presidente Hunter aveva avuto numerose prove, tra cui la malattia e la morte di Claire, diversi ricoveri ospedalieri per problemi di salute, molti dolori e l’invalidità fisica. Durante quegli anni i suoi insegnamenti si concentravano spesso sulle avversità, portando testimonianza di come il Salvatore sia una fonte di pace e un aiuto nei momenti difficili. In un sermone egli insegnò:
“Profeti e apostoli hanno dovuto affrontare […] difficoltà personali. Riconosco di averne affrontate alcune io stesso e sicuramente anche voi ne affrontate e ne affronterete alcune nella vostra vita. Quando queste esperienze ci rendono umili, ci raffinano, ci insegnano e ci benedicono, esse possono essere degli strumenti potenti nelle mani di Dio per renderci persone migliori, più grate, più amorevoli, e farci considerare di più gli altri nei loro momenti di difficoltà”.92
Questi insegnamenti erano come un abbraccio amorevole per coloro che stavano soffrendo. Le parole ispirate del presidente Howard W. Hunter incoraggiarono molti a volgersi al Salvatore, come egli stesso aveva fatto.
Presidente della Chiesa
“Il presidente Hunter è uno degli uomini più affettuosi e cristiani che abbiamo mai conosciuto. La sua statura spirituale è immensa. Essendo egli stato guidato dall’influenza del Signore Gesù Cristo come Suo testimone speciale per tanti anni, la spiritualità del presidente si è affinata in maniera straordinaria. Questa è la fonte di tutta la sua esistenza” (James E. Faust).93
Il 30 maggio 1994, il presidente Ezra Taft Benson morì dopo una lunga malattia. Sei giorni dopo, il Quorum dei Dodici Apostoli si riunì nel tempio di Salt Lake per riorganizzare la Prima Presidenza. Essendo l’apostolo con la maggiore anzianità nella chiamata, Howard W. Hunter venne messo a parte come Presidente della Chiesa. Egli chiamò Gordon B. Hinckley e Thomas S. Monson, che erano stati i consiglieri del presidente Benson, per essere i suoi consiglieri.
Il giorno seguente, in una conferenza stampa, il presidente Hunter fece le sue prime dichiarazioni pubbliche quale presidente della Chiesa dicendo: “I nostri cuori sono stati toccati dalla morte del nostro amico e fratello Ezra Taft Benson. Sento la sua perdita in modo particolarmente personale alla luce della nuova responsabilità che mi è stata affidata dal momento della sua morte. Ho versato molte lacrime e ho pregato con sincerità il mio Padre in cielo, con il desiderio di essere all’altezza della somma e sacra chiamata che mi è stata affidata.
Il mio più grande sostegno durante questi ultimi mesi, è stata la mia incrollabile testimonianza che questa è l’opera di Dio e non degli uomini, che Gesù Cristo è il capo vivente e autorizzato di questa chiesa e che Egli la guida con le parole e le azioni. Impegno la mia vita, la mia forza e tutta la mia anima a servirLo appieno”.94
Dopo aver espresso il suo amore, il presidente Hunter estese due inviti ai membri della Chiesa. Il primo invito fu di essere più diligenti nel seguire l’esempio di Gesù Cristo, e il secondo di attingere più pienamente alle benedizioni del tempio (vedere le pagine da 1 a 3). Inoltre, Egli invitò coloro che erano feriti, che stavano lottando o che avevano timore, a tornare e “consentirci di stare al loro fianco e di asciugare le loro lacrime”95.
Nonostante le sue precarie condizioni di salute, il presidente Hunter era determinato a fare tutto il possibile per incontrare e rafforzare i fedeli. Due settimane dopo essere diventato il presidente della Chiesa, tenne i suoi primi discorsi di considerevole importanza parlando ai nuovi presidenti di missione e poi a un gruppo di più di duemiladuecento missionari. In seguito, quello stesso mese, si recò a Carthage e a Nauvoo, in Illinois, per la commemorazione del centocinquantesimo anniversario del martirio di Joseph e Hyrum Smith. “Ovunque andassimo, le persone si radunavano intorno a lui”, disse il presidente Gordon B. Hinckley. “Stringeva la mano a migliaia di persone, sorridendo in particolar modo quando i bambini si avvicinavano per guardarlo negli occhi e afferrare la sua mano”96.
Il 1° ottobre 1994, nella sessione della Conferenza generale del sabato mattina, i membri della Chiesa sostennero formalmente Howard W. Hunter come presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e come profeta, veggente e rivelatore. Nel suo discorso di apertura, il presidente Hunter ricordò ai membri della Chiesa il suo invito a seguire l’esempio del Salvatore e a “guardare al tempio del Signore come al grande simbolo della loro appartenenza alla Chiesa”97. Egli enfatizzò nuovamente l’importanza del tempio la settimana successiva, quando si recò in Florida per la dedicazione del Tempio di Orlando. Egli insegnò: “Il piano del Vangelo che il Signore ha rivelato, non è completo senza il tempio, poiché è in esso che le ordinanze necessarie per il Suo piano di vita e di salvezza sono amministrate”98.
A novembre, il presidente Hunter parlò a un evento trasmesso via satellite per la celebrazione del centenario della Società Genealogica — un evento che per lui aveva un significato particolare essendone stato il presidente dal 1964 al 1972. Disse: “Riguardo con stupore all’arazzo intessuto dal Signore per far avanzare il lavoro di tempio e di storia familiare”. E aggiunse: “Ho un messaggio prioritario: quest’opera deve affrettarsi”.99
Il presidente Hunter continuò a lavorare con vigore fino alla fine dell’anno. Al devozionale di Natale della Prima Presidenza, rese testimonianza del Salvatore e sottolineò nuovamente l’importanza di seguire il Suo esempio:
“Il Salvatore dedicò la Sua vita a benedire gli altri. […] Egli non dava aspettandosi di ricevere qualcosa in cambio. Egli diede liberamente e amorevolmente, e i Suoi doni erano di un valore inestimabile. Egli diede la vista ai ciechi, l’udito ai sordi e gambe stabili allo zoppo; purezza agli impuri, salute agli infermi e il soffio della vita a chi non l’aveva più. I suoi doni erano possibilità per gli emarginati, libertà per gli oppressi, perdono per i penitenti, speranza per coloro che l’avevano persa e luce nelle tenebre. Egli ci donò il Suo amore, il Suo servizio e la Sua vita. E, cosa più importante, Egli diede a tutti gli esseri umani la resurrezione, la salvezza e la vita eterna.
Dovremmo fare il possibile per dare come Lui ha dato. Dare se stessi è un dono sacro. Noi diamo in ricordo di tutto ciò che il Salvatore ha dato”.100
Nel suo discorso, incluse anche parte di un messaggio che era stato pubblicato in una rivista, lo stesso anno in cui fu chiamato come apostolo:
“Questo Natale, risolvete un disaccordo. Cercate un amico dimenticato. Allontanate da voi il sospetto e sostituitelo con la fiducia. Scrivete una lettera. Date una risposta dolce. Incoraggiate i giovani. Manifestate la vostra lealtà con le parole e le azioni. Tenete fede a una promessa. Dimenticate un’offesa. Perdonate un nemico. Chiedete scusa. Sforzatevi di capire. Pensate ai fastidi che causate agli altri. Pensate prima agli altri. Siate buoni. Siate gentili. Sorridete un po’ di più. Esprimete la vostra gratitudine. Date il benvenuto allo sconosciuto. Rallegrate il cuore di un bambino. Trovate piacere nella bellezza e nella meraviglia della terra. Esprimete il vostro amore ed esprimetelo di nuovo”.101
La settimana seguente, il presidente Hunter si recò a Mexico City per organizzare il palo della Chiesa numero duemila. Diciannove anni prima, a Mexico City, egli stesso aveva diretto l’organizzazione di quindici pali, dai cinque esistenti, in un solo fine settimana. Il presidente Gordon B. Hinckley definì l’organizzazione del palo numero duemila come “un’importante pietra miliare nella storia della Chiesa”.102
Una sera, durante quei mesi, Richard, il figlio del presidente Hunter, era nel Joseph Smith Memorial Building e vide che una delle addette all’accoglienza era su una sedia a rotelle. “Potevo vedere che era una cosa nuova per lei”, disse. “Andai a parlarle, le dissi che mio padre aveva una sedia a rotelle proprio come la sua. Mi disse che anche il profeta della sua chiesa ne aveva una uguale. Mi disse che se lui poteva farlo, allora forse anche lei poteva. Questo le diede speranza. Penso che papà fosse amato da molti. Forse uno dei motivi è che potevano vedere che lui soffriva proprio come loro e che lui sopportava il suo carico di sofferenze; questo dava loro speranza”.103
All’inizio del 1995 il presidente Hunter dedicò il tempio di Bountiful, nello Utah. Presiedette a sei sessioni dedicatorie, prima di dover essere ricoverato in ospedale a causa dell’affaticamento. Pochi giorni dopo essere stato dimesso, la Chiesa emanò un comunicato in cui rese noto che il presidente era malato di un cancro alla prostata che si era esteso anche alle ossa. Il presidente Hunter non fece altre apparizioni pubbliche durante le sue ultime sei settimane di vita, nonostante ciò, continuò a incontrarsi con i suoi consiglieri e a condurre gli affari della Chiesa da casa. “Sono grato che ha avuto l’opportunità di dedicare [quel tempio]”, disse il presidente Gordon B. Hinckley. “Specialmente alla luce della sua precedente supplica ai membri della Chiesa di ‘fare del tempio del Signore il grande simbolo della loro appartenenza alla Chiesa’”.104
Il presidente Howard W. Hunter morì il 3 marzo 1995 all’età di ottantasette anni. Le sue ultime parole, sussurrate con “una voce molto calma e gentile” ai presenti al suo capezzale, furono semplicemente: “Grazie”.105 Sebbene era stato il presidente della Chiesa per soli nove mesi, la sua influenza fu profonda. “I membri della Chiesa in tutto il mondo si sono sentiti particolarmente vicini a lui quale loro profeta, veggente e rivelatore”, disse l’anziano James E. Faust. “Hanno visto in lui gli attributi del Salvatore stesso. Hanno risposto meravigliosamente ai suoi messaggi profetici di rendere la nostra vita più simile a quella di Cristo e di fare dei nostri templi il centro del nostro culto”.106
Al funerale del presidente Hunter, il presidente Gordon B. Hinckley disse in suo omaggio:
“Un maestoso albero della foresta è caduto, lasciando un vuoto. Tra noi se n’è andata una forza grande e tranquilla.
È stato detto molto delle sue sofferenze. Credo che siano state più lunghe, intense e profonde di quanto chiunque possa sapere veramente. Egli sviluppò un’alta sopportazione del dolore e non si lamentava. Il fatto che abbia vissuto tanto a lungo è in sé e per sé un miracolo. Le sue sofferenze hanno confortato e mitigato il dolore di molte altre persone. Esse sanno che lui comprendeva il peso del loro fardello. Egli si è rivolto a costoro con un affetto speciale.
È stato detto molto della sua gentilezza, premura e cortesia verso gli altri. È tutto vero. Egli si era dato completamente all’esempio del Signore che amava. Era un uomo tranquillo e premuroso; ma sapeva anche parlare con voce forte ed esprimere sagge opinioni. […]
Il fratello Hunter era buono e gentile, ma sapeva anche essere forte e persuasivo nelle sue dichiarazioni. […] Conosceva bene la legge. Sapeva come presentare un argomento. Esponeva le premesse in modo ordinato. Da queste passava alle conclusioni. Quando parlava, tutti ascoltavamo. I suoi suggerimenti prevalevano quasi sempre. Quando però non venivano seguiti, aveva la capacità di ritirare la sua opinione e accettare la decisione. […]
Per trentasei anni, indossando il mantello del santo apostolato, è stato una guida e un esempio possente, nel proclamare gli insegnamenti del vangelo di Gesù Cristo e nel far progredire il lavoro della Chiesa. Ha viaggiato in lungo e in largo sulla terra, essendo un vero e valido ministro al servizio del Maestro. […]
Howard W. Hunter, profeta, veggente e rivelatore, aveva una sicura e certa testimonianza della realtà vivente di Dio, nostro Padre Eterno. Egli esprimeva con gran convinzione la sua testimonianza della divinità del Signore Gesù Cristo, il Redentore dell’umanità. Parlava con amore nei confronti del profeta Joseph Smith e di tutti coloro che gli sono succeduti in successione fino a quando non fu il suo turno. […]
Possa Dio benedire la sua memoria per il nostro bene”.107