Capitolo 6
Diventare perfetti dinanzi al Signore: “Migliorare un po’ di giorno in giorno”
“Non aspettatevi di diventare subito perfetti. Se lo fate, sarete delusi. Siate migliori oggi di quanto lo eravate ieri, e domani siate migliori di quanto siete oggi”.
Dalla vita di Lorenzo Snow
Una volta il presidente Snow partecipò a una riunione del sacerdozio in cui un rappresentante di ciascun quorum degli anziani si alzò e fece una relazione sul lavoro svolto dal rispettivo gruppo. Ascoltare questi giovani uomini fece rammentare al presidente Snow com’era egli stesso molti anni prima. Quando si alzò per parlare, disse:
“Se possibile, vorrei dirvi qualcosa che non scorderete mai e penso forse di poterlo fare.
Quasi ogni volta che vedo dei giovani anziani riuniti insieme, come pure anziani di mezza età, noto una certa riluttanza a parlare in pubblico. L’ho notato qui stamattina nei giovani che si sono alzati per esprimersi e per dare informazioni sul lavoro particolare che hanno svolto.
Forse non sarebbe male se vi parlassi un po’ della mia esperienza quando cominciai a parlare in pubblico, ancor prima di essere un anziano. Ricordo la prima volta in cui mi sentii in dovere di rendere testimonianza… Era una cosa di cui avevo molta paura, eppure allo stesso tempo sentivo che era mio dovere alzarmi, ma continuavo ad aspettare. Una persona rese testimonianza, poi un’altra, poi un’altra ancora, e avevano quasi finito, ma io ancora avevo paura di alzarmi. Non avevo mai parlato in pubblico… Alla fine giunsi alla conclusione che per me era arrivato il momento di alzarmi, e così feci. Ebbene, per quanto tempo pensate che io abbia parlato? Credo per mezzo minuto — di certo non più di un minuto. Quello fu il mio primo tentativo, e credo che il secondo sia stato simile. Ero timido… ma avevo deciso fermamente che quando mi fossi sentito in dovere di svolgere un compito di questa natura o di qualsiasi altra, l’avrei fatto quale che fosse il risultato. Questo sta alla base del mio successo come anziano in Israele”.
Il presidente Snow raccontò a quei giovani uomini che non molto tempo dopo quest’esperienza, tenne la sua prima riunione come missionario a tempo pieno. Egli raccontò: “Non ebbi mai così tanta paura in vita mia come durante quella riunione. Pregai per tutto il giorno, mi ritirai in solitudine e feci appello al Signore. Non avevo mai parlato in pubblico prima, tranne che a quelle riunioni di testimonianza. Ne avevo paura. Credo che nessuno abbia mai temuto una situazione quanto me a quel tempo. La riunione era stata indetta, e la sala era abbastanza piena… Iniziai a parlare e credo di averlo fatto per circa tre quarti d’ora!”1 In un’altra occasione raccontò della stessa riunione: “Quando mi alzai davanti a quella congregazione, sebbene non sapessi nemmeno una parola che avrei potuto dire, non appena aprii la bocca per parlare lo Spirito Santo si posò possentemente su di me, riempiendo la mia mente di luce e comunicandomi idee e parole appropriate con cui esprimermi. Le persone rimasero stupite e chiesero che si tenesse un’altra riunione”.2
Il presidente Snow impartì la lezione che voleva che quei giovani uomini apprendessero dalla sua esperienza: “Miei giovani amici, voi avete l’opportunità di diventare grandi, tanto grandi quanto desiderate essere. All’inizio della vostra vita potete decidere in cuor vostro di raggiungere cose molto difficili, ma che sono alla vostra portata. Nei primi tentativi di gratificare i vostri desideri potreste fallire e i vostri continui sforzi potrebbero non dimostrarsi un successo; ma se i vostri sforzi saranno onesti, se i vostri desideri saranno basati sulla rettitudine, l’esperienza che trarrete dal perseguire i desideri del vostro cuore vi sarà certamente di profitto, e anche i vostri errori, se ne farete, si volgeranno a vostro vantaggio”.3
Questo era uno degli argomenti preferiti del presidente Snow. Spesso rammentava ai santi il comandamento del Signore di essere perfetti e li rassicurava che, mediante la loro diligenza e con l’aiuto del Signore, potevano adempiere quel comandamento. Egli insegnò: “Dovremmo sentire in cuor nostro che Dio è nostro Padre e che, anche se facciamo degli errori e siamo deboli, se viviamo nel modo più perfetto che possiamo, tutto andrà bene per noi”.4
Insegnamenti di Lorenzo Snow
Con diligenza, pazienza e aiuto divino, noi possiamo obbedire agli ordini del Signore ed essere perfetti.
“Quando Abramo fu d’età di novantanove anni, l’Eterno gli apparve e gli disse: ‘Io sono l’Iddio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro [NdT: ‘perfetto’ nella King James Version (versione di Re Giacomo) della Bibbia]’” [Genesi 17:1].
A proposito di questo citerò parte delle parole del Salvatore nel Suo Sermone sul Monte, così com’è riportato nell’ultimo versetto del capitolo 5 di Matteo:
“Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste” [Matteo 5:48]…
Apprendiamo che il Signore apparve ad Abrahamo e gli fece grandi promesse, e che prima che fosse preparato a riceverle gli fu fatta la specifica richiesta che egli [Abrahamo] divenisse perfetto dinanzi al Signore. Questa stessa richiesta fu fatta dal Salvatore ai Suoi discepoli: che divenissero perfetti, proprio come Lui e il Padre Suo in cielo sono perfetti. Ritengo che questo sia un argomento che riguarda i Santi degli Ultimi Giorni, e desidero offrire dei commenti sotto forma di suggerimenti, affinché gli interessati possano riflettervi.
Il Signore intende conferire ai Santi degli Ultimi Giorni le più elevate benedizioni ma, come Abrahamo, noi dobbiamo prepararci a riceverle e, per farlo, a noi è stata data da osservare la stessa legge che il Signore diede a lui. Ci è anche chiesto di arrivare a uno stato di perfezione dinanzi al Signore; il Signore, in questo caso come in tutti gli altri, non ha fatto una richiesta che non si può adempiere, ma, anzi, ha messo a disposizione dei Santi degli Ultimi Giorni i mezzi tramite i quali possono conformarsi al Suo santo ordine. Quando il Signore fece questa richiesta ad Abrahamo gli diede i mezzi tramite i quali potesse qualificarsi per obbedire alla legge e raggiungere pienamente quanto richiesto. Egli ebbe il privilegio di avere lo Spirito Santo, poiché ci viene detto che il Vangelo fu predicato ad Abrahamo, e che mediante questo Vangelo egli poté ottenere l’aiuto divino che gli permise di comprendere le cose di Dio, senza il quale nessun uomo è in grado di farlo; senza di esso nessun uomo può giungere a uno stato di perfezione dinanzi al Signore.
Lo stesso vale per i Santi degli Ultimi Giorni: essi non possono raggiungere tale livello morale e spirituale se non tramite un aiuto soprannaturale [celeste]. Non ci aspettiamo neanche che i Santi degli Ultimi Giorni vogliano o possano conformarsi subito a questa legge in qualsiasi circostanza. Ci vuole tempo, è richiesta molta pazienza e disciplina della mente e del cuore per poter obbedire a questo comandamento. Per quanto all’inizio i nostri tentativi possano fallire, ciò non dovrebbe scoraggiare i Santi degli Ultimi Giorni dal fare ogni sforzo per esercitare la decisione di adempiere questo grande requisito. Per quanto Abrahamo possa aver avuto la fede per camminare dinanzi al Signore secondo questa legge divina, ci furono tuttavia dei momenti in cui la sua fede fu duramente messa alla prova, eppure non si lasciò scoraggiare perché esercitò la sua decisione di accondiscendere al volere di Dio.
Possiamo pensare di non poter vivere all’altezza della legge perfetta, che l’opera di perfezionamento personale sia troppo difficile. Può essere parzialmente vero, ma rimane il fatto che è un comandamento che ci ha dato l’Onnipotente e noi non possiamo ignorarlo. Quando attraversiamo dei momenti difficili, quello è il tempo in cui servirci del grande privilegio di fare appello al Signore per ricevere forza e comprensione, intelligenza e grazia mediante cui possiamo superare le debolezze della carne contro le quali siamo continuamente in lotta5 [vedere i suggerimenti 1 e 2 a pagina 107].
Quando soddisfiamo una richiesta da parte del Signore, siamo perfetti in quella sfera.
Abrahamo fu chiamato a lasciare i suoi parenti e il suo paese [vedere Abrahamo 2:1–6]. Se non avesse adempiuto a questa richiesta, non sarebbe stato approvato dal Signore. Ma egli obbedì e mentre lasciava la sua casa stava senza dubbio vivendo in osservanza a questa legge divina di perfezione. Se non avesse obbedito, di certo non si sarebbe attenuto ai requisiti dell’Onnipotente. E mentre lasciava la casa di suo padre, mentre si sottometteva a questa prova, stava facendo ciò che la sua coscienza e lo Spirito di Dio lo motivavano a fare, e nessuno avrebbe potuto fare meglio, finché non avesse fatto nulla di male nello svolgimento del suo lavoro.
Quando i Santi degli Ultimi Giorni hanno ricevuto il Vangelo nelle nazioni lontane e quando la voce dell’Onnipotente ha chiesto loro di lasciare le terre dei loro padri, di lasciare i parenti come fece Abrahamo, quando hanno adempiuto questa richiesta, allora hanno obbedito a questa legge e sono stati tanto perfetti quanto possono essere gli uomini in queste circostanze e nella sfera in cui hanno agito, non nel senso che erano perfetti nella conoscenza o nel potere eccetera, ma nei loro sentimenti, nella loro integrità, nelle motivazioni e nella risolutezza. E mentre attraversavano l’oceano, a patto che non mormorassero né si lamentassero, ma obbedissero ai consigli che erano stati dati loro e in ogni cosa si comportassero in modo appropriato, furono perfetti secondo quanto richiesto da Dio.
I progetti del Signore sono di portarci nel regno celeste. Tramite rivelazione diretta Egli ci ha fatto sapere che siamo Sua progenie, generata nei mondi eterni, e che siamo venuti su questa terra allo scopo preciso di prepararci a ricevere una pienezza della gloria di nostro Padre quando faremo ritorno alla Sua presenza. Pertanto dobbiamo ricercare la capacità di osservare questa legge per santificare le nostre motivazioni, i nostri desideri, sentimenti e affetti in modo che siano puri e santi, che la nostra volontà in tutte le cose sia dipendente dalla volontà di Dio e che non abbiamo altro desiderio se non quello di fare la volontà di nostro Padre. Un uomo tale è perfetto nella sua sfera e ha a disposizione le benedizioni di Dio in tutto ciò che fa e ovunque va.
Pur tuttavia noi siamo soggetti alle follie, alle debolezze della carne e siamo più o meno ignoranti, pertanto soggetti all’errore. Eppure questo non è un motivo per cui non dovremmo essere desiderosi di osservare questo comandamento di Dio, specialmente vedendo che Egli ha messo alla nostra portata i mezzi per compiere quest’opera. Io comprendo che questo è il significato della parola perfezione, così com’è stata espressa dal nostro Salvatore e dal Signore ad Abrahamo.
Una persona può essere perfetta in certe cose e non in altre. Una persona che obbedisce alla Parola di Saggezza fedelmente è perfetta per quanto concerne quella legge. Quando ci pentiamo dei nostri errori e siamo battezzati per la loro remissione, siamo perfetti a questo riguardo6 [vedere il suggerimento 3 a pagina 107].
Piuttosto che scoraggiarci quando sbagliamo, possiamo pentirci e chiedere a Dio la forza di fare meglio.
Ci è stato detto dall’apostolo Giovanni che “siamo figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’esso è puro” [vedere 1 Giovanni 3:2–3]. I Santi degli Ultimi Giorni si aspettano di arrivare a questo stato di perfezione; ci aspettiamo di diventare come il nostro Padre e Dio, figli pronti e degni di dimorare alla Sua presenza; ci aspettiamo che quando il Figlio di Dio apparirà, riceveremo i nostri corpi rinnovati e glorificati e che “trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” [vedere Filippesi 3:21].
Queste sono le nostre aspettative. Ebbene, che tutti i presenti si pongano questa domanda: le nostre aspettative sono ben fondate? In altre parole, stiamo cercando di purificarci? In che modo un Santo degli Ultimi Giorni può sentirsi giustificato a meno che non cerchi di purificarsi proprio come Dio è puro, e a meno che non cerchi di mantenere la sua coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini ogni giorno della sua vita? Senza dubbio molti di noi camminano di giorno in giorno, di settimana in settimana e di mese in mese davanti a Dio, senza sentirsi sotto condanna, comportandosi in modo adeguato e cercando con coscienza e mitezza che lo Spirito di Dio indichi loro il corso quotidiano; eppure vi possono essere delle volte nella vita in cui ci sentiamo fortemente provati e forse sopraffatti; anche se questo dovesse accadere, non c’è motivo per cui non dovremmo riprovare con raddoppiata energia e determinazione a realizzare il nostro obiettivo.7
Il Signore desidera dimostrare benevolenza verso i Suoi figli sulla terra, ma richiede loro il vero pentimento quando trasgrediscono o mancano di svolgere un dovere. Egli si aspetta la loro obbedienza e il loro tentativo di mettere da parte tutti i peccati, di purificarsi e diventare davvero il Suo popolo, i Suoi santi, affinché possano essere preparati ad entrare alla Sua presenza, a essere resi come Lui in tutte le cose e a regnare con Lui nella Sua gloria. Per compiere questo devono camminare lungo il sentiero stretto e angusto, rendendo la loro vita più brillante e migliore, essendo pieni di fede e di carità, che è il puro amore di Cristo, e svolgendo fedelmente ogni incarico nel Vangelo.8
Se potessimo leggere in dettaglio la vita di Abrahamo, o la vita di altri grandi e santi uomini, senza dubbio scopriremmo che i loro sforzi per essere retti non furono sempre coronati dal successo. Non dovremmo scoraggiarci se dovessimo essere sopraffatti da un momento di debolezza, al contrario, dovremmo prontamente pentirci dell’errore commesso, riparare per quanto possibile e poi cercare Dio per avere rinnovata forza per continuare e fare meglio.
Abrahamo poté camminare perfettamente dinanzi a Dio giorno dopo giorno quando lasciò la casa di suo padre, e dimostrò di avere una mente superiore e ben disciplinata nel comportamento da tenere che suggerì quando nacque una contesa tra i suoi pastori e quelli di suo nipote Lot [vedere Genesi 13:1–9]. Tuttavia arrivò un momento nella vita di Abrahamo che deve essere stato molto difficile, infatti nulla di più grave può essere concepito: fu quando il Signore gli chiese di offrire in sacrificio il suo amato e unico figlio, proprio colui per il cui tramite si aspettava l’adempimento della grande promessa che gli aveva fatto il Signore; ma manifestando una giusta disposizione egli fu in grado di superare la prova e dimostrare la sua fede e la sua integrità a Dio [vedere Genesi 22:1–14]. È difficile supporre che Abrahamo abbia ereditato tale disposizione d’animo dai suoi genitori idolatri, ma è coerente credere che grazie alle benedizioni di Dio egli la poté acquisire, dopo aver affrontato diverse lotte nella carne come accade anche a noi, senza dubbio essendone stato a volte sopraffatto per poi uscirne vittorioso fino al punto di sopportare una prova così dura.
“Abbiate in voi lo stesso sentimento”, dice l’apostolo Paolo, “che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio” [vedere Filippesi 2:5–6]. Ogni uomo che ha questo obiettivo si purificherà come Dio è puro e cercherà di camminare perfettamente dinanzi a Lui. Noi abbiamo le nostre piccole follie e le nostre debolezze; dovremmo cercare di superarle il più in fretta possibile e dovremmo inculcare questo sentimento nel cuore dei nostri figli, affinché il timor di Dio possa crescere con loro sin dalla giovinezza e possano così imparare a comportarsi correttamente dinanzi a Lui in tutte le circostanze.
Se il marito può vivere con sua moglie un giorno senza litigare o senza trattare qualcuno sgarbatamente o senza affliggere lo Spirito di Dio in alcun modo, sin qui va bene, sin qui è perfetto. Cerchi dunque di fare lo stesso il giorno dopo. Ma supponendo che egli fallisca in questo nel suo tentativo del giorno dopo, non c’è motivo per cui non debba aver successo il terzo giorno…
I Santi degli Ultimi Giorni dovrebbero coltivare costantemente quest’ambizione che fu chiaramente stabilita dagli Apostoli nei tempi passati. Dovremmo cercare di camminare ogni giorno in modo che la nostra coscienza sia priva di offesa verso tutti. E Dio ha posto nella Chiesa certi mezzi tramite i quali possiamo essere assistiti, vale a dire apostoli, profeti, evangelisti ecc. “per il perfezionamento dei santi” ecc. [vedere Efesini 4:11–12]. Egli ci ha anche conferito il Suo Santo Spirito che è una guida infallibile, che sta al nostro fianco come un angelo di Dio e ci dice che cosa fare, che ci fornisce la forza e il soccorso quando sul nostro cammino si presentano circostanze avverse. Non dobbiamo lasciarci scoraggiare quando scopriamo le nostre debolezze. Probabilmente non troveremo un esempio, tra tutti quelli gloriosi dati dai profeti antichi o moderni, in cui abbiano permesso al Malvagio di scoraggiarli; invece essi hanno costantemente cercato di uscirne vittoriosi, di vincere il premio e prepararsi così a una pienezza di gloria9 [vedere il suggerimento 4 a pagina 107].
Con l’aiuto divino noi possiamo vivere al di sopra delle follie e delle vanità del mondo.
Una volta che ci mettiamo in testa che possiamo davvero avere il potere in noi, tramite il Vangelo che abbiamo ricevuto, di vincere le nostre passioni, i nostri appetiti e di sottomettere in tutte le cose la nostra volontà a quella del nostro Padre Celeste, invece di essere i mezzi per generare sentimenti spiacevoli nella nostra cerchia familiare e in coloro che frequentiamo, se contribuiamo grandemente a creare un piccolo angolo di cielo sulla terra, allora la battaglia può dirsi già vinta per metà. Una delle principali difficoltà che molti incontrano è che siamo troppo inclini a scordare il grandioso scopo della vita, il motivo per cui il nostro Padre Celeste ci ha mandato qui rivestendoci di mortalità, come pure la santa chiamata con cui siamo stati chiamati; e perciò, invece di innalzarci al di sopra delle cose transitorie della vita, spesso ci abbassiamo al livello del mondo senza avvalerci del divino aiuto che Dio ha istituito, l’unico che può permetterci di superarle. Noi non siamo meglio del resto del mondo se non coltiviamo il sentimento di esser perfetti, com’è perfetto il Padre nostro Celeste.
Questa fu l’esortazione del Salvatore ai santi dei giorni passati, che erano persone con passioni simili alle nostre e che erano soggette alle stesse tentazioni, ed Egli sapeva se essi potevano conformarvisi; il Signore non ha mai richiesto, né mai richiederà ai Suoi figli, cose che sono per loro impossibili. Soprattutto gli anziani di Israele, che aspettano di andare nel mondo a predicare il vangelo di salvezza nel mezzo di una generazione distorta e perversa, tra persone che sono piene di malvagità e corruzione, dovrebbero coltivare questo desiderio. E non solo loro, ma tutti, ogni giovane uomo e donna che appartiene a questa Chiesa che sia degno di essere chiamato santo dovrebbe coltivare questo desiderio di vivere all’altezza di questo requisito affinché la sua coscienza sia pulita dinanzi a Dio. È una cosa bella, sia in un giovane che in un anziano, avere in mente quest’obiettivo. È particolarmente piacevole vedere i nostri giovani decidere che la luce e l’intelligenza di Dio possono brillare sul loro volto, per poter avere una corretta comprensione della vita ed essere in grado di vivere al di sopra delle follie e delle vanità del mondo e degli errori e delle debolezze dell’uomo.10
I Santi degli Ultimi Giorni non hanno necessità di preoccuparsi delle cose di questo mondo. Tutte giungeranno a una fine. I nostri cuori devono essere riposti in cose più elevate, devono ricercare quella perfezione che era in Cristo Gesù, che fu perfettamente obbediente al Padre in tutte le cose e che ottenne così la Sua grandiosa Esaltazione e divenne un esempio per i Suoi fratelli. Perché dovremmo crucciarci e preoccuparci delle cose temporali quando il nostro destino è talmente grandioso e glorioso? Se ci atterremo al Signore, se osserveremo i Suoi comandamenti, se ci adatteremo alle Sue perfezioni e ci sforzeremo di ottenere le realtà eterne del Suo regno celeste, tutto andrà bene per noi e noi trionferemo e alla fine conseguiremo la vittoria.11
In tutte le vostre azioni e nella vostra condotta siate sempre consapevoli che adesso vi state preparando e state vivendo una vita che continuerà nelle eternità; non agite in base ad alcun principio del quale vi vergognereste o che non seguireste in cielo, non impiegate le vostre risorse per ottenere qualcosa che una coscienza illuminata dal cielo disapproverebbe. Anche se i sentimenti e le passioni vi incitano ad agire, fate in modo che siano sempre i principi puri, onorevoli, santi e virtuosi a regnare e governare.12
Non possiamo diventare subito perfetti, ma possiamo essere un po’ migliori di giorno in giorno.
Il bambino cresce dalla fanciullezza alla giovinezza, e dalla giovinezza all’età adulta, seguendo una crescita costante e regolare; ma non può dire come o quando avviene tale crescita. Non si rende conto che sta crescendo ma, osservando le leggi di salute ed essendo prudente, alla fine arriverà alla maturità. Lo stesso si applica a noi come Santi degli Ultimi Giorni. Noi cresciamo e ci sviluppiamo. Non ne siamo consapevoli sul momento, ma dopo un anno o giù di lì scopriamo che siamo, per così dire, saliti sulla collina e che ci stiamo avvicinando alla vetta. Sentiamo di avere fede nel Signore, che la Sua provvidenza è sempre benefica, che siamo uniti a Lui, che Egli è davvero nostro Padre e che ci guida nella nostra vita.13
Non aspettatevi di diventare subito perfetti. Se lo fate, sarete delusi. Siate migliori oggi di quanto lo eravate ieri, e domani siate migliori di quanto siete oggi. Non lasciamo che le tentazioni che forse ci vinceranno parzialmente oggi ci sopraffacciano altrettanto domani. Perciò continuate ad essere un po’ migliori di giorno in giorno e non lasciate che la vostra vita passi senza aver compiuto del bene verso gli altri, come pure verso voi stessi.14
L’ultimo giorno passato o l’ultima settimana passata dovrebbe essere la migliore che abbiamo mai avuto, ossia dovremmo avanzare un poco ogni giorno in conoscenza e saggezza e nella capacità di compiere del bene. Crescendo dovremmo vivere più vicino al Signore ogni giorno che passa15 [vedere il suggerimento 5 a pagina 108].
Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento
Quando studiate il capitolo o vi preparate a insegnare, riflettete sulle idee seguenti. Per avere ulteriori spunti, vedere le pagine v–vii.
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Il presidente Snow ha ammesso che il comandamento di essere perfetti causa preoccupazione in alcuni Santi degli Ultimi Giorni (pagine 98–100). Durante lo studio di questo capitolo cercate dei consigli che possano confortare qualcuno che è afflitto dal comandamento di essere perfetti.
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Nella sezione che inizia a pagina 98, il termine “aiuto soprannaturale” si riferisce all’aiuto che riceviamo dal Signore. In che modo il Signore ci aiuta a diventare perfetti?
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A pagina 100 esaminate i commenti del presidente Snow su Abrahamo e i primi pionieri Santi degli Ultimi Giorni. Secondo voi, che cosa significa essere perfetti “nella sfera in cui [abbiamo] agito”? Meditate su ciò che potete fare per diventare più perfetti nei “sentimenti, nell’integrità, nelle motivazioni e nella risolutezza”.
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Il presidente Snow ha detto: “Non dobbiamo lasciarci scoraggiare quando scopriamo le nostre debolezze” (pagina 104). Come possiamo superare i sentimenti di scoraggiamento? (Per alcuni esempi vedere le pagine 101–104).
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In che modo vi aiuta sapere che non dovete aspettarvi “di diventare subito perfetti”? (Vedere a pagina 106). Pensate a dei modi specifici in cui potete seguire il consiglio del presidente Snow di “essere un po’ migliori di giorno in giorno”.
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Cercate una o due dichiarazioni in questo capitolo che siano per voi particolare fonte d’ispirazione. Che cosa vi colpisce di queste dichiarazioni?
Ulteriori versetti di riferimento: 1 Nefi 3:7; 3 Nefi 12:48; Ether 12:27; Moroni 10:32–33; DeA 64:32–34; 67:13; 76:69–70