La vita e il ministero di Lorenzo Snow
Un giorno, nel 1835, all’età di ventun anni Lorenzo Snow prese il suo cavallo e lasciò la casa dei suoi genitori per andare all’Oberlin College di Oberlin, nell’Ohio. Non sapeva che durante quel breve viaggio avrebbe avuto un’esperienza che avrebbe cambiato il corso della sua vita.
Cavalcando lungo la via principale di Mantua, Ohio, sua città natale, incontrò un altro uomo anch’egli a cavallo. Quest’uomo, che si chiamava David W. Patten, era stato da poco ordinato apostolo del Signore Gesù Cristo. Stava tornando dai Santi degli Ultimi Giorni a Kirtland, in Ohio, dopo aver svolto una missione. I due uomini viaggiarono insieme per circa trenta miglia [cinquanta chilometri]. In seguito Lorenzo Snow raccontò:
“La nostra conversazione riguardò la religione e la filosofia e, essendo io giovane e ben istruito, inizialmente ero incline a trattare le sue opinioni con leggerezza, specialmente perché non erano sempre presentate in forma grammaticalmente corretta; ma mentre procedeva nel suo modo zelante e umile a rivelarmi il piano di salvezza, non fui capace di oppormi alla consapevolezza che quello era un uomo di Dio e che la sua testimonianza era vera”.1
Lorenzo Snow non era membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni quando incontrò l’anziano Patten, ma conosceva alcuni insegnamenti della Chiesa. Infatti il profeta Joseph Smith aveva fatto visita alla casa degli Snow, e la madre di Lorenzo e le sue sorelle Leonora ed Eliza erano state battezzate e confermate membri della Chiesa. Tuttavia, Lorenzo era stato, come ebbe a dire, “occupato in altre faccende” a quel tempo e quelle cose gli erano “completamente uscite di mente”.2 Ma la situazione iniziò a cambiare quando parlò con l’anziano Patten. Riferendosi a quell’esperienza egli disse: “Questa fu la svolta nella mia vita”.3 Descrisse come si sentì durante la conversazione:
“Fui compunto nel cuore. Egli evidentemente lo percepì, poiché una delle ultime cose che mi disse, dopo aver reso testimonianza, fu che quella sera, prima di dormire, dovevo rivolgermi al Signore e chiedere io stesso. Questo è ciò che feci con il risultato che, dal giorno in cui incontrai questo grande apostolo, tutte le mie aspirazioni si sono ampliate e innalzate in modo incommensurabile”.
“L’assoluta sincerità, lo zelo e il potere spirituale” dell’anziano Patten4 ebbero un’influenza duratura sul giovane che, un giorno, avrebbe servito egli stesso come apostolo. Quella tranquilla conversazione inoltre portò ad altre esperienze che avrebbero preparato Lorenzo Snow a diventare presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, il portavoce di Dio sulla terra.
La crescita in una casa di fede e duro lavoro
Due famiglie forti, ricche di fede e tradizioni religiose, si unirono quando Oliver Snow sposò Rosetta Leonora Pettibone il 6 maggio 1800. Entrambi gli sposi discendevano dai primi coloni europei che si stabilirono negli Stati Uniti — i Padri Pellegrini inglesi che attraversarono l’Oceano Atlantico nel 1600 per sfuggire alle persecuzioni religiose. Oliver e Rosetta trascorsero i primi anni di matrimonio nello Stato del Massachusetts, dove nacquero le loro figlie Leonora Abigail ed Eliza Roxcy. Poi si trasferirono a Mantua, nell’Ohio, che era uno degli insediamenti più a ovest degli Stati Uniti. Furono l’undicesima famiglia a trasferirsi in quella zona. A Mantua nacquero altre due figlie, Amanda Percy e Melissa. Lorenzo, il quinto figlio e il primo maschio di Oliver e Rosetta, nacque a Mantua il 3 aprile 1814. Fu poi seguito da altri due fratelli più giovani: Lucius Augustus e Samuel Pearce.5
Attingendo alle tradizioni delle rispettive famiglie, Oliver e Rosetta insegnarono ai loro figli l’importanza della fede, del duro lavoro e dell’istruzione. Quando raccontavano le difficoltà che avevano sopportato per costruire la loro casa, i figli imparavano a superare lo scoraggiamento e ad apprezzare le benedizioni di Dio nella loro vita. Eliza scrisse: “Possiamo dire veramente dei nostri genitori che la loro integrità fu irreprensibile, che furono degni di fiducia in tutti loro rapporti con la società e negli affari, che istruirono attentamente i loro figli perché fossero avvezzi all’industriosità, alla parsimonia e alla rigida moralità”.6 Lorenzo espresse la sua gratitudine per essere sempre stato trattato da loro con “cura e tenerezza”.7
Quando Lorenzo crebbe, lavorò diligentemente per raggiungere obiettivi materiali e intellettuali. Suo padre era spesso lontano da casa per servire la comunità “in faccende pubbliche”. In assenza di Oliver, Lorenzo, in veste di figlio maschio maggiore, era responsabile della fattoria — una responsabilità che prendeva seriamente e che svolgeva molto bene. Quando Lorenzo non lavorava, di solito leggeva. Eliza disse: “Il suo libro era il suo compagno costante”.8
Ripensando alla personalità di Lorenzo in fase di sviluppo, Eliza osservò: “Sin dalla fanciullezza [egli] mostrò l’energia e la fermezza di carattere che hanno segnato il suo progresso nel corso della vita”.9
Oltre le ambizioni di gioventù
Oliver e Rosetta Snow incoraggiarono l’onesta ricerca della religione. Permisero ai loro figli di conoscere diverse chiese e aprirono la porta di casa loro ai “buoni e intelligenti di ogni fede”. Malgrado questo incoraggiamento, Lorenzo “dedicò poca o nessuna attenzione all’argomento della religione, almeno non a sufficienza per decidere a favore di una setta in particolare”.10 Il suo sogno era di essere un comandante militare, e questo sogno superava altre influenze nella sua vita, “non perché amasse la guerra”, scrisse lo storico Orson F. Whitney, ma perché “era affascinato dall’idea dell’onore di una carriera militare”.11 Molto presto però sostituì quest’ambizione con un’altra. Lasciò la sua casa e si iscrisse al vicino Oberlin College per poter ottenere “un’istruzione universitaria”.12
Mentre Lorenzo studiava a Oberlin, sviluppò un nuovo interesse per la religione. Ancora influenzato dalla sua conversazione con l’anziano Patten, non solo meditava sulle dottrine del vangelo restaurato, ma le condivideva con altri a Oberlin — anche con coloro che stavano studiando per diventare ministri di culto. In una lettera rivolta a sua sorella Eliza, che si era unita ai santi a Kirtland, egli scrisse: “Ti assicuro che tra i ministri, e coloro che stanno per diventarlo, ho avuto abbastanza successo nel difendere il Mormonismo. È vero che non ho fatto molti convertiti, non essendo un convertito io stesso, eppure ho fatto quasi ammettere ad alcuni di loro di aver percepito un po’ [di saggezza] nelle vostre dottrine. Togliere dalla mente di uno studente di Oberlin i forti pregiudizi contro il Mormonismo non è una cosa facile”.
In questa stessa lettera Lorenzo rispose a un invito che aveva ricevuto da Eliza. Ella si era organizzata affinché lui si stabilisse con lei a Kirtland e studiasse ebraico a un corso a cui prendevano parte il profeta Joseph Smith e alcuni membri del Quorum dei Dodici Apostoli. Egli disse: “Sono felice di apprendere che godi di tanta felicità a Kirtland; eppure al momento non sono disposto a cambiare il mio posto con il tuo. Tuttavia, se lì vi fossero le stesse opportunità di studiare che ci sono qui, penso che sarei disposto a provare uno scambio. Se non altro, sarebbe per me abbastanza interessante e forse non inutile sentir predicare quelle dottrine che, da tempo, ho tentato di difendere e sostenere qui a Oberlin”.
Sebbene Lorenzo fosse colpito dalle dottrine della Chiesa, esitava a unirsi ad essa. Egli tuttavia era interessato. Nella sua lettera a Eliza fece molte domande sulla Chiesa. Disse che agli studenti di Oberlin che si stavano preparando a diventare ministri di culto era richiesto di “dedicare sette anni o più a un arduo studio prima di poter dire ai pagani che c’è un Dio in cielo, come un avvocato che deve possedere determinati requisiti prima di avere il permesso di parlare”. Al contrario, egli disse a sua sorella: “Voi dipendete di più dall’aiuto divino che dall’apprendimento scolastico quando predicate le vostre dottrine”. Espresse il desiderio di comprendere come opera lo Spirito, chiedendo se lo Spirito Santo poteva essere conferito alle persone “in quest’epoca del mondo”. Se le persone possono ricevere lo Spirito Santo, egli chiese, “Dio lo conferisce sempre mediante una seconda persona?”13 In altre parole, voleva sapere se era necessaria l’autorità del sacerdozio per ricevere lo Spirito Santo.
Lorenzo apprezzò le amicizie e l’istruzione che si procurò all’Oberlin College, ma diventò sempre più insoddisfatto degli insegnamenti religiosi che vi riceveva. Alla fine lasciò il college e accettò l’invito di sua sorella a studiare ebraico a Kirtland. Disse di frequentare il corso di ebraico solo per potersi preparare ad andare in un’università negli Stati Uniti dell’est.14 Eliza tuttavia notò che oltre a studiare ebraico, “la sua mente si nutriva e il suo cuore era ricolmo della fede viva del vangelo eterno”.15 Presto trovò le risposte alle domande che aveva posto all’Oberlin College e, nel giugno 1836, fu battezzato dall’anziano John Boynton, uno dei membri originali del Quorum dei Dodici Apostoli in questa dispensazione. Fu anche confermato membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
Circa due settimane dopo un amico gli chiese: “Fratello Snow, hai ricevuto lo Spirito Santo da quando ti sei battezzato?” Egli rievocò: “Quella domanda mi riempì di costernazione. Il fatto era che, sebbene avessi ricevuto tutto ciò di cui avevo bisogno, non avevo ricevuto ciò che volevo”, intendendo che sebbene fosse stato confermato, non aveva ricevuto una speciale manifestazione dello Spirito Santo. Egli disse: “Ero insoddisfatto, non di ciò che avevo fatto, ma di me stesso. Con quel sentimento in serata mi ritirai nel luogo dove ero solito offrire le mie devozioni al Signore”. Si inginocchiò a pregare e immediatamente ricevette una risposta alla sue preghiere. In seguito egli dichiarò: “Ciò non sarà mai cancellato dalla mia memoria finché durerà… Ricevetti una conoscenza perfetta che c’era un Dio, che Gesù, che era morto sul Calvario, era Suo Figlio, e che Joseph il Profeta aveva ricevuto l’autorità che professava di avere. Nessuna lingua può esprimere la soddisfazione e la gloria di quella manifestazione! Ritornai al mio alloggio. Ora potevo testimoniare al mondo intero che sapevo, per conoscenza certa, che il Vangelo del Figlio di Dio era stato restaurato, e che Joseph era un profeta di Dio, autorizzato a parlare in Suo nome”.16
Rafforzato da quest’esperienza, Lorenzo si preparò ad essere un missionario. Come disse sua sorella Eliza, la sua conversione portò a un cambiamento nelle sue ambizioni e “aprì un nuovo mondo dinanzi a lui”. Ella osservò: “Invece della fama militare terrena, egli era entrato nell’arena per difendere la causa degli eserciti del cielo”.17
Le difficoltà della missione a tempo pieno
Lorenzo Snow iniziò il suo servizio missionario nella primavera del 1837 nello stato dell’Ohio. Come accadde per la sua decisione di unirsi alla Chiesa, la sua decisione di svolgere una missione a tempo pieno richiese un cambiamento nei suoi obiettivi e programmi. Egli scrisse nel suo diario: “Nell’anno 1837 abbandonai completamente tutte le mie idee preferite”.18 Rinunciò al suo programma di conseguire un’“istruzione classica” presso un’università degli Stati Uniti dell’est.19 Acconsentì anche a viaggiare senza sacca o bisaccia, in altre parole, ad andare senza denaro confidando nella bontà degli altri per avere vitto e alloggio. Questo fu particolarmente difficile per lui perché in gioventù aveva sempre ritenuto importante provvedere a se stesso, utilizzando il denaro che aveva guadagnato con suo padre alla fattoria di famiglia. Egli disse: “Non ero abituato a dipendere da nessuno per avere vitto e alloggio. Se avessi dovuto viaggiare, mio padre si sarebbe assicurato che partissi con molto denaro per le mie spese. E ora, andare a chiedere qualcosa da mangiare e un luogo in cui posare il capo era molto difficile per me, perché era molto diverso da come ero stato educato”.20 Egli era “deciso a farlo”, ma solo perché aveva ricevuto “una conoscenza certa che Dio l’aveva richiesto”.21
Alcuni zii, cugini e amici dell’anziano Snow parteciparono alle prime riunioni che egli tenne come missionario. Ricordando la prima volta in cui predicò, disse: “Allora ero abbastanza timido e… per me era difficile alzarmi e predicare ai miei parenti e vicini che si erano riuniti. Ricordo che pregai quasi tutto il giorno che precedette la sera in cui dovevo parlare. Uscii da solo e chiesi al Signore di darmi qualcosa da dire. Mia zia mi disse in seguito che quasi tremò quando vide che mi alzai per parlare, tuttavia apersi la bocca, e non saprò mai che cosa ho detto, ma mia zia disse che parlai bene per circa tre quarti d’ora”.22 Con gratitudine egli ricordò: “Credetti e sentii la rassicurazione che uno Spirito di ispirazione mi avrebbe dato da esprimermi. Mi ero umiliato dinanzi al Signore con la preghiera e il digiuno, supplicandoLo in possente preghiera di infondere in me la potenza e l’ispirazione del santo sacerdozio; e quando mi alzai davanti a quella congregazione, sebbene non sapessi nemmeno una parola che avrei potuto dire, non appena aprii bocca per parlare, lo Spirito Santo si posò possentemente su di me, riempiendo la mia mente di luce e comunicandomi idee e parole appropriate con cui esprimermi”.23 Quando lasciò la zona, aveva battezzato e confermato uno zio, una zia, diversi cugini e alcuni amici.24
Dopo aver condiviso il Vangelo con famigliari e amici, l’anziano Snow continuò i suoi sforzi missionari in altre città e paesi, servendo per circa un anno. Egli riferì: “Mentre ero in missione visitai diverse parti dello Stato dell’Ohio e battezzai molte persone che sono rimaste fedeli alla verità”.25
Lorenzo Snow non era rincasato a lungo dalla sua prima missione prima che sentisse il desiderio di predicare ancora il Vangelo. Egli disse: “Lo spirito della mia chiamata missionaria premeva forte nella mia mente, al punto che desideravo impegnarmi nell’opera”.26 Stavolta predicò il vangelo restaurato negli Stati di Missouri, Kentucky, Illinois e di nuovo in Ohio.
Qualcuno fu ostile verso l’anziano Snow e il messaggio che portava. Per esempio, raccontò di un’esperienza vissuta nel Kentucky quando un gruppo di persone si radunò a casa di qualcuno per sentirlo predicare. Dopo aver predicato venne a sapere che alcuni di loro avevano programmato di attaccarlo non appena se ne fosse andato. Egli riferì che “in mezzo alla ressa” nella casa, uno di loro “accidentalmente toccò con la mano una delle tasche della falda del mio cappotto, e ne fu improvvisamente allarmato”. Avendo sentito qualcosa di duro nella tasca dell’anziano Snow, avvisò immediatamente i suoi amici che il missionario era armato di pistola. L’anziano Snow in seguito scrisse: “Quello fu sufficiente — gli aspiranti criminali abbandonarono i loro progetti malvagi”. Con un certo divertimento, l’anziano Snow aggiunse: “La presunta pistola che provocò allarme e che mi protesse, era la mia Bibbia tascabile, un dono prezioso ricevuto dal mio caro patriarca, Joseph Smith padre [sr]”.27
Altre persone accolsero l’anziano Snow e abbracciarono il messaggio che egli portava. In un insediamento del Missouri egli insegnò a cinque persone che furono battezzate in pieno inverno. L’anziano Snow e altri dovettero tagliare il ghiaccio di un fiume per poter celebrare l’ordinanza. Nonostante il freddo, alcuni dei convertiti “uscirono dall’acqua battendo le mani e innalzando lodi a Dio”.28
Le prime due missioni dell’anziano Snow coprirono un periodo che andava dalla primavera del 1837 a maggio del 1840. Alcuni stralci delle sue lettere descrivono questo periodo trascorso al servizio del Signore: “Trascorsi il resto dell’inverno [1838–1839] a viaggiare e predicare… con un successo e un trattamento variabili — a volte fui ricevuto con modi cortesi e ascoltato con intenso interesse, altre volte fui oltraggiosamente e impudentemente insultato, ma in nessun caso fui trattato peggio di Gesù, che io professo di seguire”.29 “Quando ripenso alle esperienze che ho vissuto… rimango stupito e meravigliato”.30 “Il Signore era con me, e io sono stato grandemente benedetto per aver svolto il mio arduo lavoro”.31
La missione in Inghilterra
All’inizio di maggio del 1840, Lorenzo Snow si unì ai santi a Nauvoo, nell’Illinois, ma non vi rimase a lungo. Fu chiamato ad attraversare l’Oceano Atlantico e a svolgere una missione in Inghilterra, quindi lasciò Nauvoo quello stesso mese. Prima di partire dedicò del tempo a visitare le famiglie di alcuni dei nove apostoli che stavano già servendo in Inghilterra.
Quando visitò la famiglia di Brigham Young vide che la loro casa di tronchi era piena di fessure non sigillate, al punto che erano “esposti ai venti e alle tempeste”. La sorella Young era stanca perché aveva appena finito di cercare inutilmente la mucca da latte della famiglia. Malgrado le sue difficili circostanze, ella disse all’anziano Snow: “Vede la mia situazione, ma gli dica [a mio marito] di non preoccuparsi minimante per me — io desidero che rimanga sul campo di missione finché non sarà rilasciato con onore”. Colpito dalla “condizione di povertà e indigenza” della sorella Young, l’anziano Snow desiderava essere d’aiuto: “Non avevo che pochi soldi — insufficienti a percorrere un decimo della distanza che mi separava dal campo di missione, con nessuna prospettiva di procurarmi il resto, ed era la vigilia della mia partenza. Presi dalla tasca una parte della mia piccola somma… ma ella rifiutò di accettarla. Mentre insistevo strenuamente affinché l’accettasse, ella continuò a rifiutare, così un po’ apposta e un po’ accidentalmente, il denaro cadde a terra e finì in mezzo alle fessure delle assi del pavimento, il che mise fine alla discussione, e io la salutai e la lasciai a raccoglierlo, quando avesse voluto farlo”.32
Dall’Illinois, l’anziano Snow andò a New York, dove si imbarcò su una nave per attraversare l’Oceano Atlantico. Durante i quarantadue giorni di navigazione, tre forti burrasche si abbatterono sulla nave. Circondato da altri passeggeri spaventati e piangenti, l’anziano Snow rimase calmo, confidando che Dio l’avrebbe protetto. Quando la nave attraccò a Liverpool, in Inghilterra, il cuore dell’anziano Snow era “estremamente colmo di gratitudine per Colui che preserva e sostiene coloro che Egli chiama e manda quali ministri di salvezza alle nazioni della terra”.33
Dopo esser stato in missione in Inghilterra per circa quattro mesi, l’anziano Snow ricevette ulteriori responsabilità. Fu incaricato di servire come presidente della Conferenza di Londra, una chiamata simile al presidente di distretto di oggi. Continuò a predicare il Vangelo e supervisionò il lavoro dei dirigenti del sacerdozio della zona, come i presidenti di ramo. Mentre serviva in questa posizione direttiva, spesso faceva rapporto all’anziano Parley P. Pratt, membro del Quorum dei Dodici e presidente della missione. Scrisse di molte persone che stavano “cercando la via della salvezza” e di una sala “sovraffollata” in occasione di una riunione domenicale, e del “piacere di battezzare [convertiti] nel gregge di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. Entusiasta e ottimista del lavoro, disse: “Sebbene siamo circondati da una prepotente malvagità di ogni genere, Sion inizia a sorgere e, confido, non passerà molto tempo prima che diventi una lampada che risplende in questa città”.34
La Conferenza di Londra ebbe una crescita significativa quando l’anziano Snow era presidente. Mentre l’anziano Snow gioiva di questo successo, doveva anche lottare con le responsabilità legate alla dirigenza. In una lettera indirizzata all’anziano Heber C. Kimball, del Quorum dei Dodici, egli ammise che queste sfide lo avevano portato a “seguire un diverso modo di gestire le cose rispetto a qualsiasi altra occasione precedente”.35 Egli scrisse all’anziano Kimball: “Tu e l’anziano [Wilford] Woodruff avete detto che sarebbe stata una scuola di esperienza, e tale si è già dimostrata… Da quando sono arrivato qui è capitato continuamente qualcosa tra i santi. Non appena si risolveva una cosa, ne sorgeva un’altra”. Condivise un principio di verità che aveva appreso velocemente adempiendo le sue nuove responsabilità: “Non potrei affrontare le difficoltà [se] Dio non mi aiutasse grandemente”.36 Espresse un sentimento simile in una lettera rivolta all’anziano George A. Smith, del Quorum dei Dodici: “Il poco che ho fatto non è venuto da me, ma da Dio. Una cosa che ho imparato dalla mia esperienza mentre cercavo di onorare il mio ufficio come insegnante in Israele è che da solo io non so nulla, né posso fare nulla: mi rendo anche chiaramente conto che nessun santo può prosperare se non è obbediente alle istruzioni e ai consigli di coloro che sono posti a presiedere la Chiesa. Sono certo che, finché osserverò le sue leggi, il Signore Iddio mi sosterrà nel mio ufficio… Fintantoché io cammino in umiltà dinanzi a lui, Egli mi darà il potere di dare e ricevere consiglio in rettitudine e lo spirito di rivelazione”.37
Oltre a predicare il Vangelo e a servire come presidente della Conferenza di Londra, l’anziano Snow scrisse un piccolo trattato religioso, o opuscolo, per aiutare i missionari a spiegare il vangelo restaurato. L’opuscolo, intitolato The Only Way to Be Saved [L’unico modo per essere salvati], in seguito fu tradotto in diverse lingue e utilizzato per tutta la seconda metà del diciannovesimo secolo.
L’anziano Snow servì in Inghilterra fino a gennaio 1843. Prima di partire portò a termine un incarico ricevuto dal presidente Brigham Young. A margine di una pagina del suo diario egli scrisse l’unico cenno a questo incarico: “Ho consegnato due Libri di Mormon alla Regina Vittoria e al Principe Alberto su richiesta del presidente B. Young”.38
Quando l’anziano Snow lasciò l’Inghilterra guidò un gruppo di Santi degli Ultimi Giorni britannici che stavano emigrando a Nauvoo. Egli scrisse nel diario: “Ero stato incaricato di una compagnia di duecentocinquanta persone, molte delle quali erano amici intimi che si erano convertiti durante la mia amministrazione. La situazione in cui mi trovai allora nel riattraversare l’oceano circondato da amici fu molto felice rispetto al viaggio solitario che avevo fatto due anni e mezzo prima”.39 Le esperienze dell’anziano Snow sulla nave Swanton dimostrarono le sue capacità direttive e la sua fede in Dio. Il seguente racconto è tratto dal suo diario:
“Radunai insieme [i santi] e dietro consenso comune li organizzai in divisioni e sottodivisioni, nominando rispettivamente dei dirigenti e stabilendo delle regole per il governo della compagnia. Avendo scoperto che tra noi c’erano diversi sommi sacerdoti e circa trenta anziani, e conoscendo il desiderio naturale di molti anziani di fare anche solo una piccola cosa che li possa distinguere, in un modo o nell’altro, decisi pertanto che fosse più sicuro se stabilivo io stesso il modo di agire. Di conseguenza ne nominai il più possibile a degli uffici e li resi tutti responsabili di qualcosa. L’intera compagnia si riuniva ogni sera della settimana per pregare. Le prediche si tenevano due volte alla settimana, le riunioni si tenevano la domenica quando prendevamo il sacramento.
Il nostro capitano, con cui desideravo coltivare un rapporto amichevole, appariva molto distante e riservato… Riuscivo facilmente a percepire che aveva dei pregiudizi nei nostri confronti. Eravamo in mare da circa due settimane, durante le quali non accadde nulla di grave rispetto alla normale vita di mare, quando avvenne quanto segue:
Il cameriere di bordo del capitano, un giovane tedesco, ebbe un incidente che mise a repentaglio la sua vita. Essendo un giovane molto virtuoso, sobrio e affidabile che aveva fatto diversi viaggi con il capitano, si era conquistato grandemente l’affetto del capitano, degli ufficiali e dell’equipaggio. Anche i santi si erano molto affezionati a lui. La possibilità che morisse… creò grande dolore e pena su tutta la nave.
Egli sanguinava dalla bocca e aveva crampi e convulsioni. Alla fine, dopo aver provato vari rimedi senza risultato, tutte le speranze svanirono. Il capitano chiese ai marinai di andare uno a uno nella sua cabina a salutarlo, prima di andare a letto, e ciò fu fatto senza la minima speranza di rivederlo vivo il mattino successivo. Molti occhi erano bagnati di lacrime quando uscivano dalla cabina.
La sorella Martin [una dei Santi degli Ultimi Giorni presenti sulla nave], mentre sedeva da sola al suo capezzale, gli espresse il desiderio che io potessi venire chiamato a impartirgli una benedizione in modo che magari potesse guarire. Egli diede il suo felice consenso. Io dormivo nella mia cuccetta quando giunse il messaggio, intorno alla mezzanotte. Mi alzai immediatamente e mi recai verso la cabina, [e] per strada incontrai il comandante in seconda, che era appena stato a visitarlo. Non appena mi superò, incontrò fratello Staines e gli disse che il signor Snow stava andando a imporre le mani sul cameriere di bordo. ‘Ma’, disse (con voce addolorata), ‘è tutto inutile; ormai è finita per il poverino’. L’anziano Staines gli disse: ‘Il Signore può guarirlo mediante l’imposizione delle mani’.‘… Lo pensa veramente?’ rispose il marinaio con semplicità.
Proseguendo incontrai il capitano davanti alla porta della cabina, e sembrava avesse pianto. Mi disse: ‘Sono contento che sia venuto, signor Snow, per quanto sia inutile, poiché presto per lui sarà finita’.Entrai nella sua stanza e mi sedetti vicino al suo letto. Aveva il fiato corto e sembrava che stesse per morire. Non riusciva a parlare ad alta voce, ma mi fece capire che desiderava che lo benedicessi. Sembrava che avesse una moglie e due figli ad Amburgo, in Germania, che dipendevano da lui per il sostentamento. Appariva molto preoccupato per loro.
Io posi le mani sul suo capo, e non appena ebbi finito egli si tirò su mettendosi seduto, battè le mani e gridò lodi al Signore per essere stato guarito; poco dopo, si alzò dal letto [e] uscì dalla cabina, camminando fino al ponte.
La mattina seguente tutti furono stupiti di vederlo vivo, e sorpresi di vederlo svolgere i suoi compiti abituali. Tutti i marinai sostennero che si trattava di un miracolo; i santi sapevano che era così, gioirono e lodarono il Signore; il capitano ci credette fortemente e ne fu profondamente grato, e dal quel momento il suo cuore fu legato al nostro. Ci concesse ogni favore che era in suo potere conferirci, e si preoccupò costantemente delle nostre necessità; partecipò a tutte le nostre riunioni e comprò e lesse i nostri libri. I marinai fecero lo stesso e, quando li lasciai a New Orleans [Lousiana], mi fecero la promessa che si sarebbero battezzati. Ricevetti una lettera circa un anno dopo da un marinaio che mi informò che avevano… mantenuto la promessa. Anche il comandante dichiarò la sua intenzione di accettare il Vangelo in futuro e di vivere con i santi. Il cameriere di bordo fu battezzato quando raggiungemmo New Orleans, e quando ci salutammo mi regalò una Bibbia che ora conservo”.40
L’anziano Snow scrisse: “Molti marinai piansero quando lasciammo la Swanton. In effetti, tutti provammo dei sentimenti solenni”.41 Da New Orleans, l’anziano Snow e gli altri santi salirono su un traghetto e viaggiarono lungo il Fiume Mississippi. Arrivarono a Nauvoo il 12 aprile 1843.
Continua devozione all’opera del Signore
Dopo aver servito come missionario a tempo pieno per buona parte di sette anni, Lorenzo Snow si trovò di fronte a delle diverse opportunità di servizio per un certo periodo. Nell’inverno 1843–1844 gli amministratori di una scuola locale gli offrirono un lavoro come insegnante. Egli accettò l’offerta, pur sapendo che molti studenti “si vantavano di maltrattare gli insegnanti e di distruggere la scuola”. Risolse che il modo per conquistare il rispetto degli studenti era di mostrare rispetto a sua volta. Sua sorella Eliza raccontò: “Si rivolgeva a quei ragazzi come se fossero i gentiluomini più rispettabili… Si impegnò duramente per trasmettere loro il suo interesse nei loro confronti” e il desiderio di “aiutarli a proseguire i loro studi… In questo modo, con la gentilezza e la persuasione, essi si rilassarono — aveva conquistato la loro fiducia e, con sforzi pazienti e continui, i giovani turbolenti furono trasformati in studenti rispettabili, e molto prima della fine del trimestre, con un progresso sorprendente, avevano preso a studiare con serietà”.42
Nel 1844 ricevette un nuovo incarico di Chiesa. Fu incaricato di andare in Ohio e di supervisionare una campagna per eleggere Joseph Smith come presidente degli Stati Uniti. Il Profeta era addolorato per il modo in cui i Santi degli Ultimi Giorni erano stati trattati dal governo degli Stati Uniti, e aveva scritto ai candidati alla presidenza per stabilire quale fosse il loro atteggiamento nei confronti della Chiesa. Insoddisfatto delle loro risposte, decise di candidarsi lui stesso alla presidenza.
Il Quorum dei Dodici incaricò Lorenzo Snow e altri di “formare un’organizzazione politica in tutto lo Stato dell’Ohio per promuovere la presidenza di Joseph”.43 Nel farlo, sollevarono pubblicamente la questione di come i diritti costituzionali dei santi fossero stati violati. Lorenzo Snow disse che quello fu “un periodo molto interessante”.44 Alcuni si opposero con veemenza alla candidatura del Profeta, mentre altri ritenevano che Joseph Smith potesse guidare la nazione verso il successo e la prosperità.
“Tra questi due estremi”, raccontò Lorenzo Snow, “il mio progresso fu improvvisamente bloccato dall’attendibile notizia del massacro del Profeta e di suo fratello Hyrum”.45 Egli tornò a Nauvoo “col cuore rattristato”.46
Anche durante quel periodo tragico, i santi lavorarono diligentemente per edificare il regno di Dio. Come Lorenzo Snow ebbe a dire in seguito: “Sotto la guida dell’Onnipotente, il regno avanzò”.47 Essi continuarono a predicare il Vangelo e rafforzarsi a vicenda, e lavorarono insieme per finire la costruzione del tempio nella loro città.
Quando Lorenzo Snow si unì ai santi a Nauvoo aveva deciso che non si sarebbe mai sposato, preferendo piuttosto dedicare la sua vita alla predicazione del Vangelo. Sua sorella Eliza in seguito osservò: “Dedicare il suo tempo, i suoi talenti e tutto ciò che aveva al ministero era tutto ciò che desiderava”. Riteneva che la vita familiare avrebbe in qualche modo “diminuito la sua utilità” nell’opera del Signore.48
Le sue opinioni sul matrimonio e la famiglia iniziarono a cambiare nel 1843, quando parlò da solo con il profeta Joseph Smith sulle rive del Mississippi. Il Profeta rese testimonianza della rivelazione che aveva ricevuto riguardo al matrimonio plurimo. Disse a Lorenzo: “Il Signore ti aprirà la via perché tu possa ricevere e osservare la legge del matrimonio celeste”.49 Grazie a questo consiglio, Lorenzo Snow iniziò a comprendere che il matrimonio era un comandamento del Signore e una parte essenziale del piano di felicità del Padre Celeste.
Nel 1845 Lorenzo Snow contrasse matrimonio plurimo, allora praticato nella Chiesa, sposando Charlotte Squires e Mary Adaline Goddard. In seguito fu suggellato ad altre donne. La sua devozione alle sue mogli e ai suoi figli divenne parte della sua devozione all’opera del Signore.
I santi continuarono a edificare il regno di Dio a Nauvoo, ma anche le persecuzioni continuarono. Nel febbraio 1846, nel freddo inverno, una massa di malintenzionati li obbligò ad abbandonare le loro case e il loro tempio. Iniziarono così un lungo viaggio verso Ovest, verso una nuova dimora.
L’assistenza data ai santi per il raduno nella Valle del Lago Salato
Sebbene Lorenzo Snow e la sua famiglia avessero lasciato Nauvoo con il resto dei santi, non arrivarono nella Valle del Lago Salato se non un anno dopo l’arrivo della prima carovana di pionieri. Come la maggior parte dei primi pionieri Santi degli Ultimi Giorni, vissero in insediamenti temporanei lungo il cammino. Lorenzo Snow e la sua famiglia stettero per un breve periodo in un insediamento dell’Iowa chiamato Garden Grove, dove costruirono degli alloggi di tronchi per i santi che sarebbero passati in seguito. Da lì si spostarono in un altro insediamento chiamato Mount Pisgah, anch’esso in Iowa.
A Mount Pisgah Lorenzo Snow lavorò insieme alla sua famiglia e ad altri santi, provvedendo ancora ai loro bisogni e a quelli di coloro che li avrebbero seguiti lungo la strada verso la Valle del Lago Salato. Costruirono case di tronchi e inoltre piantarono e coltivarono, sapendo che altri avrebbero raccolto. Per un periodo del loro soggiorno a Mount Pisgah, Lorenzo Snow fu chiamato a presiedere all’insediamento. Mentre il dolore, la malattia e la morte affliggevano il popolo, inclusa la sua famiglia, egli lavorò diligentemente per aiutare le persone a trovare speranza, a rafforzarsi vicendevolmente e a rimanere obbedienti ai comandamenti del Signore.50
Nella primavera del 1848 il presidente Brigham Young istruì Lorenzo Snow di lasciare Mount Pisgah e di dirigersi verso la Valle del Lago Salato. A Lorenzo Snow fu di nuovo affidata una posizione di dirigenza, stavolta come capitano delle compagnie di pionieri. Le compagnie arrivarono nella Valle del Lago Salato nel settembre 1848.
Il servizio come membro del Quorum dei Dodici
Il 12 febbraio 1849 Lorenzo Snow ricevette un messaggio nel quale lo si invitava a partecipare a una riunione del Quorum dei Dodici Apostoli. Egli smise immediatamente di fare ciò che stava facendo e andò alla riunione, che era già iniziata. Per strada si chiedeva perché fosse stato chiamato dinanzi al Quorum dei Dodici. Era perplesso — era forse stato accusato di qualche trasgressione? Sapendo di essere stato fedele nello svolgimento del suo dovere, egli abbandonò quella preoccupazione. Ma non poteva immaginare che cosa ci fosse in serbo per lui. Quando arrivò, fu sorpreso nell’apprendere di essere stato chiamato come membro del Quorum dei Dodici. A quella stessa riunione, lui e altri tre — l’anziano Charles C. Rich, l’anziano Franklin D. Richards e l’anziano Erastus Snow, un cugino alla lontana — furono ordinati apostoli.51
L’ordinazione di Lorenzo Snow all’apostolato determinò il resto della sua vita. La sua chiamata come uno dei “testimoni speciali del nome di Cristo” (DeA 107:23) influenzò tutto ciò che fece. In seguito espresse i suoi sentimenti sulle responsabilità che ricadono su un apostolo:
“Per prima cosa, un apostolo deve possedere una conoscenza divina, tramite rivelazione da Dio, che Gesù vive — che è il Figlio dell’Iddio vivente.
Secondo, deve essere divinamente autorizzato a promettere lo Spirito Santo, un principio divino che rivela le cose di Dio, facendo conoscere la Sua volontà e i Suoi propositi, conducendo a tutta la verità e mostrando le cose a venire, come dichiarato dal Salvatore.
Terzo, è munito di autorità, mediante il potere di Dio, ad amministrare le sacre ordinanze del Vangelo, che sono confermate a ogni individuo tramite una testimonianza divina. Migliaia di persone che ora dimorano tra queste valli, che hanno ricevuto queste ordinanze mediante il mio ministero, sono testimoni viventi della veridicità di questa dichiarazione”.52
Oltre alle responsabilità individuali inerenti alla sua chiamata, l’anziano Snow aveva una convinzione su che cosa significasse essere membro del Quorum dei Dodici: “Noi, i Dodici, siamo determinati a rinunciare a qualsiasi cosa possa distrarci dal sentiero del dovere, affinché possiamo essere uno come la [Prima] Presidenza è uno, ed essere legati insieme dal principio dell’amore che unisce il Figlio di Dio al Padre”.53
Con questa convinzione sulla sua chiamata personale e sulla missione del Quorum dei Dodici, l’anziano Lorenzo Snow dedicò la sua vita a contribuire all’edificazione del regno di Dio sulla terra. Egli rispose alla chiamata a servire in molti modi e in molti luoghi diversi.
La missione in Italia
Alla conferenza generale di ottobre 1849 l’anziano Snow fu chiamato a stabilire una missione in Italia. Sebbene non conoscesse il paese e la sua cultura e lingua, egli non esitò ad accettare la chiamata. Meno di due settimane dopo la conferenza, era pronto a partire, avendo fatto del suo meglio per organizzare un aiuto per le sue mogli e i suoi figli in sua assenza.
Mentre lui e altri missionari viaggiavano verso gli Stati Uniti dell’est, dove si sarebbero imbarcati su una nave per attraversare l’Oceano Atlantico, i suoi pensieri andarono alla sua famiglia e alle persone che presto avrebbe servito. In una lettera a sua sorella Eliza, egli scrisse: “Molti sentimenti contrastanti occupavano il mio cuore… Ci stavamo allontanando rapidamente dalla possente calamita cui eravamo sempre più attratti — la nostra CASA! Eppure sapevamo che l’opera in cui eravamo impegnati era di portare luce a coloro che si trovavano nelle tenebre e nella valle dell’ombra della morte, tanto che i nostri cuori furono riempiti d’amore, e le nostre lacrime furono asciugate”.54
L’anziano Snow e i suoi colleghi raggiunsero Genova nel luglio 1850. Si resero conto che l’opera del Signore sarebbe avanzata lentamente. L’anziano Snow scrisse: “Sono uno straniero solo in questa grande città, a ottomila miglia [quasi tredicimila chilometri] dalla mia amata famiglia, circondato da persone le cui maniere e caratteristiche io non conosco. Io sono venuto a illuminare la loro mente, a istruirli sui principi di rettitudine, ma non vedo dei mezzi possibili per raggiungere quest’obiettivo. Sembra che non ci siano possibilità”. Preoccupato per le “follie… la malvagità, la densa oscurità e la superstizione” delle persone che era stato chiamato a servire, egli scrisse: “Chiedo al mio Padre Celeste di guardare a questo popolo con misericordia. O Signore, fa che diventino obiettivo della Tua compassione, affinché non periscano tutti. Perdona i loro peccati e lascia che sia conosciuto tra loro, affinché possano conoscerTi e sapere che Tu mi hai mandato a stabilire il Tuo regno… Non hai delle persone elette tra questo popolo per le quali sono stato mandato? Conducimi da loro, e il Tuo nome avrà gloria mediante Tuo Figlio Gesù”.55
L’anziano Snow trovò queste persone “elette” tra un gruppo denominato i Valdesi. I Valdesi vivevano tra le valli del Piemonte, a sud del confine italo-svizzero e a est del confine italo-francese. I loro antenati erano stati perseguitati e scacciati di luogo in luogo perché credevano nell’autorità degli antichi apostoli di cui volevano seguire gli insegnamenti invece di seguire la religione di quel tempo.
In una lettera indirizzata al presidente Brigham Young, l’anziano Snow scrisse che i Valdesi avevano sofferto nel corso dei secoli di “oscurità e crudeltà” e che “erano rimasti inamovibili, quasi come le rocce colpite dalle onde nel mare burrascoso”. Ma proprio prima dell’arrivo dei missionari Santi degli Ultimi Giorni in Italia, i Valdesi iniziarono a godere “di un periodo di profonda calma” e sembrarono aver ottenuto maggior libertà religiosa rispetto ad altri in Italia. “Pertanto”, osservò, “la via è stata aperta solo poco tempo prima dell’istituzione della missione, e nessun’altra parte dell’Italia è governata da leggi tanto favorevoli”.
Volendo conoscere meglio questo popolo, l’anziano Snow andò in una biblioteca per trovare un libro su di loro. Raccontò: “Il bibliotecario a cui mi rivolsi mi informò che aveva un’opera contenente la descrizione che io cercavo, ma era appena stata presa. Aveva appena finito la frase quando una donna entrò con il libro. ‘Oh’, disse lui, ‘è incredibile, questo gentiluomo ha appena chiesto questo libro’. Mi convinsi presto che questo popolo era degno di ricevere la prima proclamazione del Vangelo in Italia”.56
L’anziano Snow e i suoi compagni erano ansiosi di predicare il Vangelo in Piemonte, ma sentirono di dover procedere con cautela, coltivando l’amicizia e dimostrando alle persone che erano degni di fiducia. Quando ritennero di aver stabilito dei buoni rapporti con le persone, salirono su una montagna, cantarono “lodi al Dio del cielo” e offrirono una preghiera per dedicare il territorio italiano al lavoro missionario. Espressero anche la loro dedizione individuale all’opera, e l’anziano Snow impartì delle benedizioni del sacerdozio ai suoi colleghi perché fossero aiutati nelle loro responsabilità. Ispirato da questa loro esperienza sulla montagna, l’anziano Snow chiamò il luogo Monte Brigham.57
Anche dopo quest’esperienza, trascorsero quasi due mesi prima che qualcuno esprimesse il desiderio di unirsi alla Chiesa. Il 27 ottobre 1850 i missionari gioirono nel vedere finalmente il primo battesimo e la prima confermazione in Italia.58 L’anziano Snow in seguito raccontò: “Qui il lavoro è lento e tedioso… Tuttavia la Chiesa è stata stabilita. L’albero è stato piantato e sta espandendo le sue radici”.59
Una notte l’anziano Snow ebbe un sogno che lo aiutò a comprendere la natura della sua missione in Italia. Nel sogno egli era a pesca con i suoi amici. “Eravamo incantati dalla vista di splendidi pesci dalle grosse dimensioni sulla superficie dell’acqua, tutto attorno, fino a grande distanza. Vedemmo molte persone che lanciavano le loro reti e lenze, ma non si muovevano, mentre noi eravamo in continuo movimento. Mentre passavamo vicino a una di queste persone, scoprii che un pesce era stato preso al mio amo, e pensai che forse questo potesse disturbare i sentimenti di quest’uomo che poteva pensare che gliel’avessi tolto dalle mani; tuttavia proseguimmo e giungemmo alla riva. Poi ritirai la mia canna e con non poca sorpresa e mortificazione vidi quanto piccolo era il mio premio. Pensai che fosse molto strano che, con una tale moltitudine di pesci nobili e bellissimi, ne avessi pescato uno così piccolo. Ma tutto il mio disappunto svanì quando scoprii che la qualità era assolutamente straordinaria”.60
Il sogno dell’anziano Snow fu profetico. Egli non vide molti convertiti in Italia e, come in seguito osservò un altro missionario, coloro che accettarono il Vangelo “non erano ricchi e nobili”.61 Tuttavia l’anziano Snow e i suoi compagni furono gli strumenti nelle mani del Signore per portare delle persone buone e fedeli nel regno di Dio — persone che espressero gratitudine per aver “iniziato a camminare lungo il sentiero di una vita nuova e senza fine”.62 E a seguito della dirigenza dell’anziano Snow, il Libro di Mormon fu tradotto in italiano.
Circa un secolo e mezzo più tardi, un altro apostolo, l’anziano James E. Faust, parlò degli uomini e delle donne che si unirono alla Chiesa grazie all’opera dell’anziano Snow e dei suoi colleghi: “Alcuni fecero parte delle prime carovane dei carretti a mano che arrivarono nella Valle del Lago Salato… Molti loro discendenti curarono le vigne della nuova chiesa restaurata, e oggi danno un singolare contributo alla Chiesa universale, convinti, come i loro antenati, che gli Apostoli detengono le chiavi che mai arrugginiscono”.63
L’edificazione della Chiesa
In seguito l’anziano Snow svolse altre missioni, onorando la sua chiamata quale membro del Quorum dei Dodici di lavorare “sotto la direzione della [Prima] Presidenza della Chiesa… per edificare la Chiesa e regolarne tutti gli affari in tutte le nazioni” (DeA 107:33).
Nel 1853 il presidente Brigham Young chiamò Lorenzo Snow a guidare un gruppo di famiglie in un insediamento dello Utah settentrionale, nella Contea di Box Elder. L’insediamento esistente era piccolo, non organizzato e vacillante. L’anziano Snow andò prontamente al lavoro, organizzando le persone secondo i principi della legge della consacrazione insegnata dal profeta Joseph Smith. Quegli individui stabilirono una città fiorente, che l’anziano Snow chiamò Brigham City, in onore del presidente Young. Lavorando insieme e sostenendosi a vicenda, i cittadini edificarono un sistema scolastico, delle fabbriche, un sistema d’irrigazione, un’organizzazione commerciale e persino una compagnia teatrale. Sebbene non vivessero la pienezza della legge della consacrazione, erano guidati dai suoi principi, e dimostrarono ciò che una comunità può compiere con la collaborazione e il duro lavoro. “A Brigham City non c’erano persone oziose”, scrisse il presidente Snow a sua figlia Leslie. “Fu un periodo di attività e prosperità che probabilmente non fu mai eguagliato nella storia di nessun insediamento dello stato”.64
L’anziano Snow e la sua famiglia vissero a Brigham City per molti anni. Là egli presiedette ai santi, lasciandoli ogni tanto per svolgere brevi missioni altrove. Nel 1864 se ne andò per circa tre mesi per svolgere una breve missione nelle Isole Hawaii. Vi andò con l’anziano Ezra T. Benson, che era membro del Quorum dei Dodici, e con gli anziani Joseph F. Smith, Alma Smith e William W. Cluff.65 Nel 1872–1873 l’anziano Snow e altre persone accompagnarono il presidente George A. Smith, primo consigliere della Prima Presidenza, in un viaggio della durata di nove mesi in alcune parti d’Europa e in Medio Oriente, inclusa una visita in Terra Santa. Andarono su richiesta del presidente Brigham Young, che sperava che la loro retta influenza avrebbe contribuito a preparare altre nazioni a ricevere il vangelo restaurato.66 Nel 1885 l’anziano Snow fu chiamato a visitare diversi gruppi di Indiani americani nel nordovest degli Stati Uniti e nello Stato del Wyoming. Iniziando ad agosto e finendo a ottobre, egli stabilì tra loro delle missioni e organizzò dei dirigenti della Chiesa per aiutare coloro che erano stati battezzati e confermati.
Il lavoro di tempio
Il presidente Heber J. Grant, settimo presidente della Chiesa, osservò che il presidente Lorenzo Snow “dedicò la sua vita per anni a lavorare nel tempio”.67 Questo amore per il tempio cominciò all’inizio della conversione del presidente Snow e crebbe durante il suo servizio quale apostolo. Poco dopo essere stato battezzato e confermato egli partecipò a delle riunioni nel Tempio di Kirtland. In seguito accettò con entusiasmo la chiamata a raccogliere donazioni per costruire il Tempio di Nauvoo. Quando il Tempio di Nauvoo fu costruito, egli servì come officiante, aiutando i Santi degli Ultimi Giorni a ricevere l’investitura e le ordinanze di suggellamento prima del loro esodo verso Ovest. Le sue responsabilità nel tempio continuarono e si ampliarono quando fu chiamato a servire come apostolo. Egli parlò alla cerimonia per la dedicazione del Tempio di Logan, nello Utah. Dopo che il presidente Wilford Woodruff dedicò il Tempio di Manti, nello Utah, il presidente Snow lesse la preghiera dedicatoria alle sessioni dei giorni successivi. Quando fu posta la pietra di coronamento sulla guglia più alta del Tempio di Salt Lake egli guidò una vasta congregazione di santi nel Grido dell’Osanna. Dopo che il Tempio di Salt Lake fu dedicato, egli servì come primo presidente del tempio.
Il giorno dell’ottantesimo compleanno del presidente Snow, un giornale locale gli rese questo tributo: “Al tramonto dei suoi giorni, ancora occupato e zelante in questa grande causa a cui ha dedicato i suoi precedenti anni, egli continua a svolgere all’interno del sacro tempio l’opera gloriosa a cui lui e altri si sono consacrati — un’opera di importanza davvero profonda per questo mondo afflitto dal peccato e dalla morte”.68
Il ministero presso i singoli
Mentre il presidente Snow viaggiava da un luogo all’altro per insegnare a grossi gruppi di persone, dedicava del tempo per svolgere il suo ministero presso gli individui e le famiglie. Nel marzo 1891, ad esempio, quando serviva come presidente del Quorum dei Dodici, parlò a una conferenza a Brigham City. Nel bel mezzo del discorso, sul pulpito fu messa una nota. Un testimone oculare disse che egli “smise di parlare, lesse la nota e poi spiegò i santi che era una chiamata a visitare delle persone colte da profondo dolore”. Si scusò e si allontanò dal pulpito.
La nota proveniva da un residente di Brigham City di nome Jacob Jensen. Diceva che Ella, la figlia di Jacob, era morta quel giorno dopo essere stata afflitta per settimane dalla scarlattina. Il fratello Jensen aveva scritto la nota semplicemente per informare il presidente Snow della morte e per chiedergli di organizzare il funerale. Ma il presidente Snow volle visitare la famiglia immediatamente, anche se ciò richiedeva che interrompesse il suo discorso e lasciasse una riunione che stava presiedendo. Prima di lasciare la riunione il presidente Snow chiese a Rudger Clawson, che allora era presidente del Palo di Box Elder, di accompagnarlo.
Jacob Jensen raccontò che cosa accadde quando il presidente Snow e il presidente Clawson arrivarono a casa sua:
“Dopo essere stato al capezzale di Ella per un minuto o due, il presidente Snow chiese se avevamo in casa dell’olio consacrato. Io fui grandemente sorpreso, ma risposi affermativamente e andai a prenderglielo. Egli diede la boccetta d’olio al fratello Clawson e gli chiese di ungere Ella. Poi [il presidente Snow] pronunciò la confermazione dell’unzione.
Durante la benedizione fui particolarmente colpito da alcune parole che usò e che posso ricordare ancora bene. Egli disse: ‘Cara Ella, io ti comando, nel nome del Signore Gesù Cristo, di ritornare in vita, la tua missione non è terminata. Tu vivrai ancora per compiere una grande missione’.
Disse che sarebbe vissuta per allevare una famiglia numerosa ed essere di conforto ai suoi genitori e agli amici. Ricordo bene queste parole…
Quando il presidente Snow ebbe finito la benedizione, si rivolse a me e mia moglie e disse: ‘Ora non piangete e non vi addolorate più. Andrà tutto bene. Io e fratello Clawson siamo occupati e dobbiamo andare, non possiamo rimanere, ma voi siate pazienti e aspettate, e non siate in lutto, perché andrà tutto bene’…
Ella rimase incosciente per più di un’ora dopo che il presidente Snow l’aveva benedetta e più di tre ore complessivamente da quando era morta. Io e sua madre rimanemmo seduti vicino al suo letto quando, tutto ad un tratto, Ella aprì gli occhi. Si guardò intorno, vide noi seduti vicino a lei, ma cercava qualcun altro e la prima cosa che disse fu: ‘Dov’è lui? Dov’è?’ Le domandammo: ‘Chi? A chi ti riferisci?’ ‘Ma il fratello Snow’, rispose. ‘Lui mi ha richiamato indietro’”.69
Quando Ella era stata nel mondo degli spiriti aveva provato una pace e una felicità per cui non voleva più ritornare. Tuttavia obbedì alla voce del presidente Snow. Da quel giorno ella confortò famigliari e vicini aiutandoli a comprendere che non dovevano piangere per la morte dei loro cari.70 In seguito si sposò, ebbe otto figli e svolse fedelmente le sue chiamate nella Chiesa.71
Alla guida della Chiesa quale profeta, veggente e rivelatore del Signore
Il 2 settembre 1898 il presidente Wilford Woodruff morì dopo aver servito come presidente della Chiesa per più di nove anni. Il presidente Lorenzo Snow, che allora serviva quale presidente del Quorum dei Dodici, si trovava a Brigham City quando apprese la notizia. Prese un treno per Salt Lake City non appena riuscì, perché sapeva che la responsabilità della guida della Chiesa in quel momento dipendeva dal Quorum dei Dodici.
Non sentendosi all’altezza, ma pronto a seguire la volontà del Signore, il presidente Snow andò nel Tempio di Salt Lake a pregare. In risposta alla sua preghiera, fu visitato dal Signore stesso. Il presidente Snow in seguito attestò di aver “visto realmente il Salvatore… nel tempio, e di aver parlato con Lui faccia a faccia”. Il Signore gli disse di procedere immediatamente alla riorganizzazione della Prima Presidenza, e di non attendere com’era stato fatto quando erano morti i presidenti della Chiesa precedenti.72 Il presidente Snow fu sostenuto dal Quorum dei Dodici come presidente della Chiesa il 13 settembre 1898, dopodiché iniziò a servire come presidente. Fu sostenuto dalla Chiesa in generale il 9 ottobre e messo a parte quale quinto presidente della Chiesa il 10 ottobre.
Grazie all’esempio del presidente Snow e alle rivelazioni che ricevette, i Santi degli Ultimi Giorni lo riconobbero come loro profeta. Anche persone di altre fedi giunsero a rispettarlo come un vero uomo di Dio.
I rapporti con i Santi degli Ultimi Giorni
Quand’era presidente della Chiesa, spesso il presidente Snow presiedeva alle conferenze di palo. Quando incontrava i santi, esprimeva il suo amore e il suo rispetto per loro. Le sue parole e le sue azioni dimostravano che, sebbene riconoscesse la sacralità della sua chiamata, egli non si ergeva al di sopra delle persone che serviva.
A una conferenza di palo il presidente Snow partecipò a una sessione speciale per i bambini del palo. I bambini furono invitati a formare una fila ordinata in modo che potessero incontrare il profeta e stringergli la mano uno alla volta. Prima che procedessero, egli si alzò e disse: “Quando ci stringeremo la mano voglio che guardiate il mio volto per potervi ricordare sempre di me. Io non sono migliore di molti altri uomini, ma il Signore ha posto su di me grandi responsabilità. Da quando il Signore mi si è manifestato, in modo perfetto, io mi sono sforzato di svolgere il dovere che mi è stato affidato. È per via della grande posizione che ricopro che desidero che mi ricordiate, che ricordiate che avete stretto la mano del presidente della Chiesa di Gesù Cristo. Spero che non dimenticherete di pregare per me e per i miei consiglieri, i presidenti Cannon e Smith, e per gli apostoli”.73
Il figlio del presidente Snow, LeRoi, fece il seguente resoconto di una conferenza di palo a Richfield, nello Utah: “Il presidente Lorenzo Snow e Francis M. Lyman [del Quorum dei Dodici] erano presenti alla conferenza di palo a Richfield. Dopo l’inno di apertura il presidente del palo chiese al fratello Lyman a chi dovesse chiedere la preghiera di apertura. Il fratello Lyman disse: ‘Chieda al presidente Snow’, intendendo di domandare al presidente Snow chi dovesse offrire la preghiera. Il presidente di palo invece chiese al presidente Snow di dire la preghiera. Il presidente Snow accettò cordialmente e prima di iniziare la preghiera espresse la sua gioia per essere stato chiamato e disse che era passato molto tempo da quando non aveva avuto quel piacere. Si dice che poi abbia pronunciato una meravigliosa invocazione”.74
I rapporti con persone di altre fedi
L’influenza del presidente Snow andò oltre i Santi degli Ultimi Giorni. Quando le persone di altre religioni lo incontravano, imparavano a rispettare lui e la chiesa che rappresentava. Il reverendo W. D. Cornell, ministro di un’altra chiesa, visitò Salt Lake City ed ebbe la possibilità di trascorrere del tempo insieme al presidente Snow. Egli scrisse:
“Fui accompagnato alla sua maestosa presenza dal suo segretario cortese ed esperto, e mi ritrovai a stringere la mano di uno degli uomini più piacevoli e amabili che abbia mai incontrato — un uomo che ha la capacità particolare di mettere a proprio agio chiunque sia in sua presenza — un maestro nell’arte della conversazione, con un raro ingegno che gli permette di farti sentire tranquillamente benvenuto in sua presenza.
Il presidente Snow è un uomo di cultura, buon gusto e buone maniere. Il suo linguaggio è ricercato, diplomatico, amichevole e colto. Le sue maniere traspirano la grazia che deriva dall’aver frequentato buone scuole. Il tenore del suo spirito è gentile come quello di un bambino. Te lo presentano. Sei lieto di fare la sua conoscenza. Conversi con lui, ti piace. Più parli con lui, più lo ami”. Rivolgendosi ai suoi lettori, che apparentemente avevano dei pregiudizi nei confronti della Chiesa, il reverendo Cornell commentò: “Eppure, è un ‘Mormone’! Ebbene, se il ‘Mormonismo’ volesse mai rendere il presidente Snow un uomo rozzo e brutale, avrebbe molto da fare. Se il ‘Mormonismo’ è stato la forza che ha plasmato e dato al mondo un uomo dall’animo tranquillo, di tale contegno come lui, e di sano intelletto, dopo tutto dev’esserci sicuramente qualcosa di buono nel ‘Mormonismo’”.75
Anche un altro ministro, il reverendo Prentis, descrisse un incontro avuto con il presidente Snow. “Il volto che dimostra che il Principe della Pace regna nella sua anima è il suo miglior testimone. In una vita trascorsa a studiare gli uomini, di tanto in tanto ho trovato tale testimonianza. Questo è il volto che ho visto oggi… Mi aspettavo di trovare intelligenza, benevolenza, dignità, calma e forza dipinti sul volto del presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ma quando sono stato presentato al presidente Lorenzo Snow, per un secondo ho sussultato… Il suo volto aveva un potere di pace, la sua presenza era una preghiera per la pace. Nella tranquilla profondità dei suoi occhi non c’era solo ‘la casa di una preghiera silente’, ma la dimora della forza spirituale. Mentre parlava della ‘parola profetica più ferma’ e della certezza della speranza che possedeva, e dell’abbondante fede che aveva vinto le prove e le difficoltà di una vita tragica, osservavo il susseguirsi di emozioni e studiavo con affascinata attenzione le sottili sfumature di espressione che parlavano chiaramente del modo in cui opera la sua anima, e mi sono giunti i sentimenti più strani, che mi hanno fatto sentire di ‘essere in un luogo santo’: che quest’uomo non agiva per i tipici motivi di politica, interesse o opportunismo, ma ‘agiva in modo differente da altre persone’… Se la Chiesa Mormone può produrre tali testimoni, non avrà bisogno della bravura di uno scrittore o dell’eloquenza di un grande predicatore”.76
La rivelazione sulla decima
Il presidente Lorenzo Snow è forse maggiormente conosciuto per una rivelazione che ricevette sulla legge della decima. Nel maggio 1899 sentì di dover andare a St. George, nello Utah, insieme ad altri dirigenti della Chiesa. Sebbene non sapessero perché vi fosse la necessità di andare, lui e i suoi fratelli seguirono prontamente questo suggerimento, e nel giro di due settimane erano a St. George. Il 17 maggio, dopo essere arrivato a St. George, il presidente Snow ricevette una rivelazione che doveva predicare la legge della decima. Il giorno successivo egli fece la seguente dichiarazione ai santi: “Quello che il Signore vi dice non è qualcosa di nuovo, ma è semplicemente questo: È ORA VENUTO IL TEMPO IN CUI OGNI SANTO DEGLI ULTIMI GIORNI CHE INTENDA ESSERE PRONTO PER IL FUTURO E POGGIARE I PIEDI SU UNA GIUSTA BASE DEVE FARE LA VOLONTÀ DEL SIGNORE E PAGARE LA DECIMA PER INTERO. Questa è la parola del Signore a voi, e sarà anche la parola del Signore a ogni colonia di tutto il paese di Sion”.77
Dopo aver portato questo messaggio a St. George, il presidente Snow e i suoi compagni di viaggio condivisero lo stesso messaggio nelle città dello Utah meridionale e in altre comunità tra St. George e Salt Lake City. Quando rientrarono il 27 maggio avevano tenuto ventiquattro riunioni in cui il presidente Snow aveva tenuto ventisei discorsi e stretto la mano di 4.417 bambini. Avevano percorso 420 miglia [676 chilometri] in treno e 307 miglia [494 chilometri] su carri trainati da cavalli.78 Quell’esperienza riempì di energia il presidente Snow ed egli era ansioso di continuare a predicare la legge della decima a tutta la Chiesa. “Sono così felice del risultato della visita che sto pensando, nel prossimo futuro, di viaggiare per tutti i pali di Sion”.79 Egli presiedette a molte conferenze di palo in cui promise ai santi che l’obbedienza a questa legge avrebbe preparato i membri della Chiesa a ricevere benedizioni temporali e spirituali.80 Egli promise anche che l’obbedienza alla legge della decima avrebbe permesso alla Chiesa di liberarsi dai debiti.81
In tutta la Chiesa i membri risposero al consiglio del presidente Snow con rinnovata dedizione. Nel 1904 lo storico Orson F. Whitney, che in seguito servì come membro del Quorum dei Dodici, scrisse: “L’effetto del movimento fu istantaneo. Le decime e le offerte giunsero con una prontezza e un’abbondanza sconosciute per anni, e per molti versi la condizione della Chiesa migliorò e le sue prospettive furono più rosee. In precedenza il presidente Snow aveva posseduto l’amore e la fiducia del suo popolo, e ora questi buoni sentimenti crebbero e si intensificarono”.82 Il presidente Heber J. Grant, che era membro del Quorum dei Dodici Apostoli quando il presidente Snow ricevette la rivelazione sulla decima, in seguito dichiarò: “Lorenzo Snow giunse alla presidenza della Chiesa quando aveva ottantacinque anni e l’opera che portò a termine durante i successivi tre anni della sua vita è semplicemente meravigliosa da contemplare… In tre brevi anni quest’uomo, che il mondo considerava troppo avanti negli anni per essere di qualche utilità, che non aveva mai trattato affari economici, che aveva trascorso la sua vita a lavorare per anni nel tempio, si assunse il controllo delle finanze della chiesa di Cristo, sotto l’ispirazione del Dio vivente, e in quei tre anni cambiò tutto, da un punto di vista economico, e si passò dall’oscurità alla luce”.83
La testimonianza nei giorni finali del suo ministero
Il 1° gennaio 1901 il presidente Snow partecipò a una riunione speciale nel Tabernacolo di Salt Lake per accogliere il ventesimo secolo. Furono invitate a partecipare persone di tutte le religioni. Il presidente Snow aveva preparato un messaggio per quell’evento, ma non fu in grado di leggerlo per via di un forte raffreddore. Dopo un inno di apertura, una preghiera di apertura e un canto da parte del Coro del Tabernacolo, il figlio del presidente Snow, LeRoi, si alzò e lesse il messaggio intitolato “Greeting to the World by President Lorenzo Snow” [Un saluto al mondo da parte del presidente Lorenzo Snow].84 Le parole finali del messaggio esemplificano i sentimenti del presidente Snow riguardo all’opera del Signore:
“Nell’ottantasettesimo anno della mia vita sulla terra mi sento pieno di ardente desiderio per il bene dell’umanità… Alzo le mani e invoco le benedizioni del cielo sugli abitanti della terra. Possa il sole risplendere su di voi dall’alto. Possano i tesori della terra e i frutti del suolo nascere liberamente per il vostro bene. Possa la luce della verità scacciare l’oscurità dalla vostra anima. Possa la rettitudine crescere e l’iniquità diminuire… Possa la giustizia trionfare e la corruzione essere eliminata. E possano la virtù e la castità e l’onore prevalere, fino a che il male sarà vinto e la terra sarà purificata da ogni iniquità. Che questi sentimenti, in quanto voce dei ‘Mormoni’ tra le montagne dello Utah, possano raggiungere il mondo intero, e possano tutti i popoli sapere che il nostro desiderio e la nostra missione sono per la benedizione e la salvezza dell’intera razza umana… Possa Dio essere glorificato nella vittoria che si sta compiendo sul peccato e la pena e l’infelicità e la morte. Pace a tutti voi!”85
Il 6 ottobre 1901 il presidente Lorenzo Snow si alzò per parlare ai santi alla sessione conclusiva della conferenza generale. Era stato male per diversi giorni e quando raggiunse il pulpito disse: “Miei cari fratelli e sorelle, è sorprendente che io riesca a parlarvi questo pomeriggio”. Poi portò un breve messaggio sulla guida della Chiesa. Poi pronunciò le ultime parole che i membri della Chiesa riuniti avrebbero da lui udito: “Dio vi benedica. Amen”.86
Quattro giorni dopo il presidente Snow morì di polmonite. Dopo il funerale svoltosi nel Tabernacolo di Salt Lake il suo corpo fu seppellito nel cimitero della sua amata Brigham City.