La nostra chiamata a servire a e essere serviti
Un’estate, la mia famiglia al completo ha preso un brutto virus influenzale. Entrambi i miei genitori e tutti e tre i miei fratelli erano confinati nei rispettivi letti, troppo indolenziti e febbricitanti per riuscire persino a muoversi. Solo io sono sfuggita al contagio. Quindi mi sono occupata dei pasti, della pulizia e dell’accudire i miei poveri familiari.
Finché, pochi giorni dopo, il virus ha colpito anche me.
In qualche modo, si è sparsa la voce che nessuno a casa stava abbastanza bene per cucinare o per andare a fare la spesa. All’improvviso la nostra casa è stata inondata dal cibo proveniente da molte delle sorelle della Società di Soccorso del nostro rione.
La sorella Thompson è stata particolarmente zelante nel suo servizio. Ha portato la colazione il lunedì, il pranzo il martedì e la cena sia il mercoledì che il giovedì. Il giovedì sera, la sorella Thompson aveva appena lasciato in cucina la zuppa di pollo con spaghetti e i panini per la cena e io ho sentito bussare di nuovo alla porta. Era la sorella Williams, con una pentola di chili e un cesto di pane di mais.
Mi ha chiesto se la mia famiglia avesse già mangiato mentre sbirciava curiosa il cibo che era sul tavolo alle mie spalle. Le ho detto di no, che non avevamo già mangiato, ma che la sorella Thompson ci aveva appena portato la cena.
“Vi ha portato del cibo per tutta la settimana, non è così?”, ha chiesto la sorella Williams.
“Sì, è così”, ho risposto. “Abbiamo sicuramente tantissimo cibo”.
La sorella Williams si è accigliata e, portandosi le mani ai fianchi, ha detto: “Beh, la prossima volta che vedrai la sorella Thompson, dille di prendersi una pausa e di lasciare che anche il resto di noi condivida le benedizioni!”.
La sua convinzione mi ha fatto sorridere. Ho provato un senso di umiltà per l’impegno compassionevole che le sorelle avevano messo nell’aiutare la nostra famiglia e da allora ho potuto apprezzare davvero il duplice significato dell’espressione “condividere le benedizioni”.
Quando serviamo gli altri, condividiamo le benedizioni che il nostro Padre Celeste ci ha dato. Quando, con umiltà e gratitudine, permettiamo agli altri di servire noi, essi possono prendere parte alle benedizioni del cielo che il Signore ha promesso a coloro che si amano e si servono a vicenda.
Sia che si doni amore (e cibo!) o che lo si riceva, tali incredibili benedizioni — e molte altre — possono essere nostre perché le condividiamo.