Vincere il razzismo e il pregiudizio: possiamo costruire ponti
Contribuendo a radunare Israele e a edificare Sion, possiamo promuovere il rispetto per tutti i figli di Dio.
Una delle possenti verità del vangelo restaurato — una verità che ha profonde implicazioni — è che “ognuno di noi ha un potenziale divino, poiché ognuno è un figlio di Dio. Ognuno è uguale ai Suoi occhi”1.
Mentre come membri della Chiesa cerchiamo di seguire il mandato di essere uno (vedere Dottrina e Alleanze 38:27) e di portare alla luce e stabilire la causa di Sion (vedere Dottrina e Alleanze 6:6), il presidente Russell M. Nelson ci ha invitati a essere “d’esempio nell’abbandonare atteggiamenti e azioni di pregiudizio” e ha illustrato diversi modi in cui possiamo “promuovere il rispetto per tutti i figli di Dio”.2 Egli ci ha esortati a costruire anche ponti di amicizia, di collaborazione e di comprensione mentre costruiamo Sion.3
“Siamo tutti legati e abbiamo tutti la responsabilità dataci da Dio di contribuire a migliorare la vita di chi ci circonda”, ha detto. “Non dobbiamo essere o sembrare uguali per amarci l’un l’altro. Non dobbiamo nemmeno essere d’accordo per amarci l’un l’altro. Se abbiamo qualche speranza di fare nostri la buona volontà e il senso di umanità a cui aspiriamo, ciò deve iniziare da ognuno di noi, una persona alla volta”.4
C’è posto per tutti
Il presidente Nelson ci ha esortati a “estendere il nostro amore affinché sia rivolto all’umanità intera”5. In che modo noi, come membri della Chiesa, possiamo contribuire a creare una comunità mondiale di Santi in cui tutti si sentano benvenuti e si sforzino di vivere in pace e armonia l’uno con l’altro a prescindere dalla razza, dall’etnia, dalla cultura, dall’orientamento sessuale, dall’età, dal sesso, dall’istruzione, dalla condizione socio economica, dalle capacità o da qualsiasi altra differenza?
Ovviamente, la risposta è: mediante il nostro Salvatore, Gesù Cristo. Il presidente Dallin H. Oaks, primo consigliere della Prima Presidenza, ha detto: “Soltanto il vangelo di Gesù Cristo può unire e portare pace alle persone di tutte le razze e nazionalità”6. Gesù Cristo può cambiare il nostro cuore (vedere Mosia 5:2). Egli ha il potere di guarire (vedere Matteo 10:1).
Quando noi per primi veniamo a Cristo, otteniamo maggiore comprensione della profonda verità insegnata dal presidente Nelson, ovvero che il Signore “invita tutti a venire a Lui”7.
Nella Chiesa del Salvatore c’è posto per tutti quelli che sono disposti a seguirLo e a “fare prevalere Dio” nella loro vita. Il favore di Dio non dipende dalla razza, dal colore della pelle o da altre caratteristiche, ma dalla nostra devozione a Lui e dalla nostra disponibilità a rispettare i Suoi comandamenti.8
Possiamo dare l’esempio nel tendere la mano
Se troviamo in noi stessi qualcosa che sia indice di atteggiamenti o comportamenti basati sul pregiudizio, dobbiamo abbandonarlo nel tentativo di diventare uno, poiché se non siamo uno non siamo Suoi (vedere Dottrina e Alleanze 35:2; 38:27). “I membri della Chiesa dovrebbero essere d’esempio nel promuovere il rispetto per tutti i figli di Dio. […] Si sforzano di essere persone benevole verso tutti, disapprovando i pregiudizi di qualsiasi genere”.9
Come membra del “corpo di Cristo” (1 Corinzi 12:27) abbiamo bisogno gli uni degli altri “affinché non ci [sia] divisione nel corpo, ma le membra [abbiano] la medesima cura le une per le altre. E se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui” (1 Corinzi 12:25–26).
La preghiera, lo studio e la riflessione umile possono aiutarci a capire come possiamo amare meglio Dio e tutti i Suoi figli. Essere benevoli potrebbe significare superare i propri preconcetti, le proprie supposizioni o i propri stereotipi nell’interagire gli uni con gli altri. Fare uno sforzo per comprendere le esperienze di coloro che non sono come noi può aprirci gli occhi a prospettive diverse ma importanti.
Il presidente Oaks ha detto anche che “il sospetto o persino l’ostilità verso gli sconosciuti cedono il posto all’amicizia o persino all’amore quando i contatti personali sfociano in comprensione e rispetto reciproco”10.
Nelle pagine che seguono, leggerete di esperienze, riflessioni e approfondimenti sul costruire ponti mentre edifichiamo Sion.