2021
Insieme siamo migliori
Settembre 2021


Solo in formato digitale

Insieme siamo migliori

Vedremo più chiaramente quando ci renderemo conto che la nostra prospettiva è limitata senza la prospettiva degli altri.

illustrazione di persone in fila provenienti da paesi diversi

Mi sono unita alla Chiesa da sola nella California centrale (USA) quando ero un’adolescente, e nei vent’anni e più trascorsi da quel momento sono sempre stata l’unica persona di colore nel mio rione o una delle poche. Ho vissuto esperienze difficili, anche in chiesa, riguardo alla mia razza. Fortunatamente ho una testimonianza del fatto che Dio mi ama e che c’è un posto per ognuno di noi nel Suo regno.

Essere diversi è difficile

Idealmente la Chiesa può essere un luogo di rifugio per noi quando siamo in difficoltà e abbiamo bisogno del sostegno e della compagnia di persone che condividono i nostri valori. Tuttavia, quel senso di sicurezza e sostegno può essere strappato via se ci si sente esclusi a causa delle proprie differenze. Essere diversi può essere difficile ed è difficile descrivere come ci si sente a chi non lo ha vissuto.

Sebbene i dirigenti della Chiesa abbiano fatto appello “a tutti i popoli affinché abbandonino atteggiamenti e azioni basate sul pregiudizio nei confronti di qualsiasi gruppo o individuo”1, ci sono ancora alcune persone che non hanno imparato come farlo. Ho visto tutto ciò da giovane adulta non sposata, quando mi sono ritrovata a chiedermi se quello fosse il motivo per cui nessuno dei ragazzi era interessato a frequentarmi e se avrei mai avuto l’opportunità di sposarmi al tempio a causa di ciò. Lo vedo adesso quando in chiesa qualcuno fa un commento sbagliato sulla razza che mi fa sentire tirata in causa, come se la mia dignità venisse valutata davanti a tutti. E se nessuno si fa avanti per correggere questa falsa dottrina, rimango sola a farlo.

È fastidioso essere fissati, avere le persone che ti toccano i capelli senza permesso oppure essere ignorati. E quando cerco di parlare di queste cose, è molto doloroso sentirsi dire dalle persone che amo e di cui mi fido che mi sto solo inventando tutto, che sono troppo sensibile o che sto facendo la vittima.

Perché io e altri condividiamo queste esperienze dolorose? È perché voglio essere parte della famiglia del mio rione. È perché vedo quanto potrei contribuire se mi fosse data l’opportunità. Però mi sento come se fossi ai margini della vita della Chiesa, non completamente riparata dal rifugio di cui tutti abbiamo bisogno. È perché, con una maggiore comprensione reciproca, possiamo essere molto meglio insieme.

La diversità può rafforzarci

“Dio non ha riguardo alla qualità delle persone”(Atti 10:34). Egli ama tutti i Suoi figli (vedere Giovanni 3:16) e vuole attirarci tutti verso di Lui (vedere 2 Nefi 26:24).

Il presidente Russell M. Nelson ci ha ricordato che “Dio non ama una razza più di un’altra”2.

Le nostre differenze non sono qualcosa che dobbiamo semplicemente ignorare. Sono una parte importante del piano di Dio. Paolo ha insegnato:

“Ma ora Iddio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. […]

E l’occhio non può dire alla mano: io non ho bisogno di te” (vedere 1 Corinzi12:18–21).

Ognuno di noi è il risultato di innumerevoli scelte ed esperienze che hanno modellato la nostra particolare visione del mondo, e dalle nostre differenze possiamo ottenere bellezza e forza.

La nostra diversità ci rende migliori, non solo perché tutti noi abbiamo punti di forza diversi, ma perché dobbiamo lavorare insieme in unità per essere benedetti da questi punti di forza. Anzi, le nostre differenze ci aiutano a imparare e crescere man mano che andiamo avanti insieme, preparando la seconda venuta di Cristo.

Da dove cominciamo?

Lavorare insieme per trovare una maggiore unità non sarà sempre facile. Ci richiede di essere umili abbastanza da riconoscere le prospettive diverse, imparare da coloro che sono diversi da noi e cambiare se scopriamo che avevamo torto.

Possiamo farlo espandendo la nostra cerchia di amici ed esplorando altre prospettive tramite fonti affidabili. Dobbiamo ascoltare coloro che vediamo come diversi da noi e riconoscere le loro esperienze come valide. Per capirci l’un l’altro dobbiamo ascoltarci l’un l’altro. In un saggio scritto per la Chiesa, Darius Gray ha osservato: “Se fossimo sinceramente interessati a permettere [agli altri] di parlare della loro vita, della loro storia, della loro famiglia, delle loro speranze e delle loro sofferenze, non solo otterremmo una maggiore comprensione, ma questo modo di fare contribuirebbe enormemente alla guarigione delle ferite inflitte dal razzismo”3.

Voglio dare alle persone un’opportunità di conoscermi, per questo cerco di essere aperta, onesta e gentile con tutti quelli che incontro. Cerco di fare amicizie invitando le persone a pranzo e iniziando la conversazione. Cerco di creare un luogo sicuro per l’onestà, la vulnerabilità e l’amore; cerco di dedicare del tempo agli altri così come spero che loro dedicheranno del tempo a me. Cerco di essere l’amica che voglio avere e questo include cercare di capire le esperienze degli altri che io non ho avuto.

Mi sono sentita notata e inclusa grazie ad atti di gentilezza e di sostegno semplici. Mi sento inclusa quando le persone cercano di avere una conversazione sincera con me, quando mi dedicano del tempo o mi invitano a trascorrere del tempo con loro. È bellissimo quando le persone dimostrano di voler stare con te.

Possiamo essere molto di più

L’anziano Quentin L. Cook del Quorum dei Dodici Apostoli ha detto: “Unità e diversità non sono opposti. Possiamo ottenere maggiore unità quando promuoviamo un’atmosfera di integrazione e di rispetto per la diversità”4.

Quando scegliamo di dedicare del tempo a capire reciprocamente le nostre esperienze di vita — anche quando non è facile per noi farlo — e scegliamo di lavorare insieme per usare quello che ci è stato dato per servire il Signore e il prossimo, siamo molto di più della somma delle parti.

Note

  1. Manuale generale – Servire ne La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, 38.6.14, ChurchofJesusChrist.org.

  2. Russell M. Nelson, “Fate prevalere Dio”, Liahona, novembre 2020, 94.

  3. Darius Gray, “Healing the Wounds of Racism”, 5 aprile 2018, blog.ChurchofJesusChrist.org. Darius Grey è un importante dirigente e membro afroamericano della Chiesa.

  4. Quentin L. Cook, “Cuori legati in rettitudine e unità”, Liahona, novembre 2020, 19.

  5. Dallin H. Oaks, “Amate i vostri nemici”, Liahona, novembre 2020, 28.

  6. Dieter F. Uchtdorf, “Quattro titoli”, Liahona, maggio 2013, 59.

  7. Vedere Russell M. Nelson, “Ascoltate per imparare”, La Stella, luglio 1991, 23.

  8. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith (2007), 469.