Come possiamo consentire alle difficoltà di perfezionare, e non di rovinare, la nostra fede?
Possiamo scegliere di avvicinarci a Cristo attraverso le nostre difficoltà.
Recentemente, il mio rione ha pianto la scomparsa di un meraviglioso giovane adulto non sposato. Mentre andavo a trovare sua madre con la presidenza della mia Società di Soccorso, riflettevo su cosa avrei potuto dirle. Pregai che il Signore mi ispirasse a condividere un messaggio edificante che l’aiutasse a sentire la Sua consolazione.
Quando arrivammo, vidi quanto fosse distrutta. Era sempre stata così allegra e fedele, ma ora sembrava che la sua testimonianza stesse scemando.
Invece di condividere un messaggio, ho semplicemente sentito che avrei dovuto darle un lungo e caloroso abbraccio. Il mio cuore si è avvicinato al suo, volevo che sentisse che il Padre Celeste l’amava ed era consapevole del suo dolore.
Questa esperienza mi ha ricordato i momenti della vita in cui le nostre difficoltà possono farci dubitare che il Padre Celeste sia davvero lì per noi. Quando la Sua volontà differisce dal risultato da noi desiderato, la nostra fede e la nostra fiducia in Lui potrebbero vacillare, specialmente durante i momenti di sofferenza o dolore.
Sono necessari molta fede e molto coraggio per accettare la volontà del Padre Celeste rispetto alla nostra, soprattutto quando il risultato ci ferisce nel profondo. Tornando a casa dopo aver fatto visita a questa madre in lutto, ricordai queste parole del presidente Russell M. Nelson:
“[Prendete] in mano le redini della vostra testimonianza. Lavorateci su. Siatene padroni. Prendetevene cura. Nutritela in modo che cresca. […]
Aspettatevi miracoli nella vostra vita”1.
Alla fine mi sono resa conto che rafforzare la mia testimonianza è ciò che mi permetterà di avere speranza nell’amore di Dio di fronte alle difficoltà. So che Egli ha a cuore i miei migliori interessi e mi aiuterà nei momenti difficili.
Ma come possiamo farlo mentre proviamo così tanto dolore?
Perfezionare la mia fede
Riflettendo sulle mie esperienze di vita e su come la mia testimonianza sia cresciuta attraverso le prove che ho affrontato, mi sono resa conto che quando ho dovuto affrontare delle difficoltà ho messo in pratica alcune cose specifiche:
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Vedere le difficoltà con una prospettiva eterna: può essere difficile farlo quando si affrontano emozioni dolorose e avversità. Ma, nelle mie difficoltà, sforzarmi di vedere le cose come le vede Dio mi ha aiutato a rafforzare la mia fede in Gesù Cristo e nel Suo potere capacitante.
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CercarLo in ogni momento: sembra che nei momenti più difficili della vita io pronunci le preghiere più sincere, studi maggiormente le verità del Vangelo e mi impegni di più nel cercare e mettere in pratica i consigli dei profeti antichi e moderni. Ma fare queste cose anche nei momenti belli mi ha aiutato a rivolgermi al Salvatore invece di allontanarmi da Lui quando le cose si fanno difficili. Tutti possiamo fare la scelta di cercarLo sia nei momenti di difficoltà sia in quelli di pace: farlo può sempre ricordarci l’amore perfetto del Padre Celeste.
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Ricordare i miracoli con gratitudine: soprattutto, ricordare i tanti piccoli e potenti miracoli con cui il Signore mi ha benedetto mi incoraggia sempre a confidare in Lui e a mantenere salda la mia fede nei momenti difficili. In effetti, è per i miracoli di guarigione di cui Egli mi ha già fatto dono che voglio lottare per mantenere forte la mia fede in Gesù Cristo. Ha fatto tanto per me e ha compiuto tanti miracoli nella mia vita e io, per tutto ciò, voglio mostrarGli gratitudine.
Prendere in mano le redini delle nostre testimonianze
Il mio coraggio, la mia fede o la mia fiducia nel Signore non sono perfetti, ma sto cercando di renderli tali. So che nei momenti difficili il Padre Celeste mi ha benedetta con la forza di rimanere fedele anche quando provo angoscia o quando le benedizioni per cui prego non arrivano quando vorrei.
Ho deciso di permettere che le difficoltà e i dolori della mia vita rafforzino la mia testimonianza di Gesù Cristo anziché indebolirla. Il fuoco del raffinatore è difficile da affrontare, ma ci aiuta davvero a comprendere e a diventare più simili al nostro Salvatore se scegliamo di permettergli di farlo.
La madre da cui mi sono recata non aveva perso la sua testimonianza, ma aveva difficoltà a vedere la bontà del Signore attraverso il suo dolore. Mi resi conto che mostrarle, attraverso quell’abbraccio, che era amata sia dal Padre Celeste sia da me le bastava in quel momento.
Come ci ricorda l’anziano Alan T. Phillips dei Settanta: “Voi siete i figli [del Padre Celeste]. Se vi sentite perduti, se avete domande o mancate di sapienza, se state faticando con le vostre circostanze o combattendo con una dissonanza spirituale, volgetevi a Lui. PregateLo per ricevere conforto, amore, risposte e direzione. Quale che sia il bisogno e ovunque vi troviate, aprite il cuore al vostro Padre Celeste”2.
È sempre difficile liberarci della nostra naturale tendenza ad essere arrabbiati o frustrati con il Padre Celeste quando le cose non vanno come vorremmo noi. Ma ti prometto che se continuerai a vedere le cose con una prospettiva eterna, a cercare il Padre Celeste e Gesù Cristo e a ricordare i miracoli che ti hanno donato, la tua fede non vacillerà. E vedrai ancora più miracoli, come ha promesso il presidente Nelson.
Ho una testimonianza personale che prendere in mano le redini delle nostre testimonianze contribuirà a sostenerci nei momenti più difficili.