“Non dev’essere per forza imbarazzante”, Per la forza della gioventù, aprile 2024.
Non dev’essere per forza imbarazzante
Hannah non era un membro della Chiesa, Natalie sì. E si sono aiutate a vicenda ad avvicinarsi maggiormente a Gesù Cristo.
La storia di Hannah
Ho incontrato Natalie in prima media, il primo giorno di scuola. Ho notato che lei non usciva la domenica e che, quando era a scuola, portava con sé le Scritture. Un giorno ero a una festa con Natalie e le ho detto: “Voglio unirmi alla tua Chiesa”. Non sono sicura di cosa abbia pensato Natalie in quel momento, perché le dissi quella frase in maniera del tutto inaspettata. Tuttavia, da quel momento ha iniziato a parlarmi di più della sua fede.
Più tardi quell’anno, sono andata con Natalie a una conferenza dei giovani. Una delle ultime attività della conferenza era una riunione di testimonianza. Natalie ha condiviso una testimonianza speciale che mi ha motivato a volerne sapere di più.
Mentre studiavo il Vangelo, pregavo il Padre Celeste per poter ottenere una testimonianza. Dopo un po’, ho capito che ciò che avevo imparato era vero. Quell’estate sono diventata membro de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
In seguito, un’amica mi ha chiesto che cos’è il battesimo. Le ho parlato delle cose che amo del vangelo di Gesù Cristo e della felicità che ho trovato nel Salvatore. La mia amica ama il calcio; quindi, con la presidenza della mia classe, abbiamo programmato un’attività sportiva a cui invitarla. Inoltre io e Natalie abbiamo studiato il Libro di Mormon con lei tramite l’app FaceTime.
All’inizio, aiutare la mia amica mi è sembrata un’enorme responsabilità: sentivo di dover dire le cose giuste così che lei potesse comprendere meglio o di doverla invitare alle attività più adatte. Ho capito, però, che lo scopo non è di convertire bensì di amare. Se abbiamo buone intenzioni e desideri retti, qualsiasi cosa facciamo per contribuire all’opera del Padre Celeste sarà un successo. “Sforzandovi di amare i vostri amici come fa il Salvatore, li invitate a venire a Lui”.
La storia di Natalie
Quando in prima media mi sono trasferita in una nuova scuola, una ragazza di nome Hannah ha pranzato con me e mi ha presentato dei nuovi amici. Tuttavia, mentre trascorrevamo del tempo insieme, non mi sono resa conto che la stavo aiutando a conoscere i principi del Vangelo.
Un giorno Hannah e io siamo andate insieme a una festa. Di punto in bianco mi ha detto che voleva unirsi alla Chiesa. Dire che sono rimasta sorpresa è riduttivo. Il mio primo pensiero è stato: “Forse lei non capisce che si tratta di un grande impegno”.
Non sapevo come comportarmi, ma i miei genitori mi hanno detto: “È interessata al Vangelo. Dovresti invitarla al campeggio di rione”. Ho pensato che sarebbe stato troppo impegnativo per Hannah passare l’intera settimana con noi e incontrare così tante persone nuove. Ciò nonostante, ho seguito il loro consiglio e l’ho invitata sia al campeggio che alla conferenza dei giovani.
Alla conferenza, benché parlare in pubblico sia una delle mie più grandi paure, durante una riunione di testimonianza ho sentito che Hannah aveva bisogno di ascoltare la mia testimonianza. Hannah conosceva i miei timori e ha apprezzato il fatto che fossi disposta a condividerla perché credevo nel Vangelo.
Sono una che pensa troppo, quindi ogni volta che mi veniva in mente di invitare Hannah alle attività, mi dicevo: “Penserà che lo faccio per spingerla a unirsi alla Chiesa”. Sapevo, tuttavia, che la mia paura era irrazionale. Alle persone piace essere invitate agli eventi. Col passare del tempo, mi sentivo sempre più a mio agio nel condividere i miei sentimenti. Ho imparato che condividere il Vangelo significa amare.
C’è così tanta gioia nel condividere ciò che amiamo di più. L’esperienza di Hannah non ha soltanto cambiato la sua vita; ha cambiato anche la mia e ha rafforzato la mia testimonianza. Vedere la differenza che il Salvatore ha fatto nella vita di Hannah mi ha aiutata a riconoscere la differenza che Lui ha fatto per me.
Le autrici provengono dalle Hawaii (USA).