«Ma i lavoratori sono pochi»
«Sono state aperte le porte alla predicazione del Vangelo in nazioni dove mai sognavamo o speravamo di vederle aprire soltanto pochi anni fa. Ora la richiesta di un maggior numero di missionari a tempo pieno è più che mai pressante»
Nel quarto capitolo del libro di Alma troviamo una delle molte storie contenute in questo libro in cui il principale capo spirituale è turbato per il comportamento del suo popolo. Leggiamo infatti:
«Ma durante l’ottavo anno dell’era dei giudici il popolo della chiesa cominciò ad inorgoglirsi, per via delle sue immense ricchezze, delle sue belle sete, dei suoi lini fini, ed a causa delle sue greggi e mandrie numerose, e dell’oro, dell’argento e di ogni sorta di cose preziose, che aveva acquistate con la sua industria; e per via di tutte queste cose, si elevò nell’orgoglio dei suoi occhi, cominciando ad abbigliarsi di vesti sontuose.
Ora ciò fu causa di grandi afflizioni per Alma, sì, ed anche per molte persone che Alma aveva consacrate per essere anziani e sacerdoti ed insegnanti della chiesa; invero, molti di essi furono gravemente afflitti dalla malvagità che vedevano diffondersi fra il loro popolo» (Alma 4:6-7).
Per Alma quello era il momento di prendere una decisione. Nel suo ruolo di sommo sacerdote capo, aveva cercato di impedire al suo popolo di cadere nel peccato, insegnando loro il Vangelo. Quando vide che la malvagità del popolo cresceva, non poté continuare a dividere il suo tempo tra questi due ruoli. Di nuovo leggiamo nel libro di Alma la decisione che egli prese:
«Egli scelse un uomo saggio, che faceva parte degli anziani della chiesa e, dopo aver consultato il popolo, gli cedette il potere di emettere leggi conformi a quelle che erano già state date e di metterle in vigore contro i delitti ed i peccati del popolo.
Ora, il nome di quest’uomo era Nefihah, e fu nominato giudice supremo; e prese il seggio del giudizio per giudicare e governare il popolo.
Però Alma non gli conferì l’ufficio di sommo sacerdote della chiesa, ma mantenne tale carica per se stesso; cedette solo il seggio del giudizio a Nefihah.
E fece questo per poter andare fra il suo popolo, o il popolo di Nefi, e predicargli la parola di Dio, al fine di incitarlo a ricordarsi dei loro doveri … per poter abbattere, mediante la parola di Dio, ogni orgoglio ed impostura e tutti i litigi che si erano venuti a creare fra di loro, non vedendo più altro modo di salvarli, se non di portar una pura testimonianza contro di loro» (Alma 4:16-19).
Alma era consapevole di un fatto fondamentale della vita: non c’è modo di risolvere le difficoltà che affliggono gli uomini, a meno che la stragrande maggioranza di loro non sia stata istruita e non si sia impegnata a osservare un codice di condotta che impedirà loro di cadere nel peccato. Il Signore istituì sin dal principio, per i nostri progenitori terreni, comandamenti e alleanze che, se saranno osservati e obbediti, ci proteggeranno dai dispiaceri e ci impediranno di sprecare i nostri giorni conducendo una vita iniqua. Quando consideriamo le condizioni in cui si trova il mondo oggi, dobbiamo farci questa domanda: «Come possiamo più efficacemente prevenire i danni causati dal drammatico aumento dei problemi spirituali, emotivi e materiali che affliggono oggi l’umanità?» Mi sembra che dedichiamo una porzione troppo grande del nostro tempo e delle nostre energie a riparare i danni causati dal peccato, e troppo poco tempo a insegnare le leggi del Signore, che sono le fondamenta sulle quali gli uomini possono edificare la loro vita.
Nell’Antico Testamento vediamo che Ezechiele ci spiega che il Signore riprende coloro che non si sono adoperati per pascere le Sue pecore. Leggiamo infatti:
«Le mie pecore vanno errando per tutti i monti e per ogni alto colle; le mie pecore si disperdono su tutta la faccia del paese, e non v’è alcuno che ne domandi, alcuno che le cerchi …
I miei pastori non cercano le mie pecore; poiché i pastori pascon se stessi e non pascono le mie pecore …
[E] così dice il Signore, l’Eterno: Eccomi! io stesso domanderò delle mie pecore e ne andrò in cerca» (Ezechiele 34:8, 8, 11).
Non era questo anche uno dei lamenti del Salvatore quando svolgeva il Suo ministero terreno? Nel vangelo di Matteo leggiamo:
«E Gesù andava attorno per tutte le città e per i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando l’evangelo del Regno, e sanando ogni malattia ed ogni infermità.
E vedendo le turbe, n’ebbe compassione, perch’erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore.
Allora egli disse ai suoi discepoli: Ben è la mèsse grande, ma pochi son gli operai.
Pregate dunque il Signor della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse» (Matteo 9:35-38).
La scarsità di lavoratori nella vigna del Signore esiste oggi come nei tempi passati. Fanno ormai parte della nostra storia le parole di un Profeta che invitò ogni giovane degno e capace ai svolgere una missione a tempo pieno. La risposta all’invito del Profeta è stata confortante. Molte migliaia di giovani hanno ascoltato la sua squillante chiamata e si sono fatti avanti per svolgere missioni onorevoli alle quali ha arriso il successo, proclamando il vangelo del nostro Signore e Salvatore a un numero sempre crescente di persone. Il loro raccolto è stato davvero straordinario.
A mano a mano che cresceva questo numero di persone, la chiamata del Profeta si è fatta nuovamente udire, chiedendo l’apertura delle porte delle nazioni alla predicazione del Vangelo. Tutti abbiamo assistito a un miracolo del potere delle preghiere unite dei santi. Sono state aperte le porte alla predicazione del Vangelo in nazioni dove mai sognavamo o speravamo di vederle aprire soltanto pochi anni fa. Ora la richiesta di un maggior numero di missionari a tempo pieno è più che mai pressante. E di nuovo noi rivolgiamo a ogni giovane che ne è degno l’invito ad ascoltare la voce del Profeta e a servire come missionario a tempo pieno. Chiediamo a voi, vescovi e presidenti di ramo, di accertarvi che ogni giovane degno e capace abbia la possibilità di andare sul campo di missione. Anche molte delle nostre giovani hanno servito sul campo di missione e hanno dimostrato di far parte dei missionari più produttivi che abbiamo.
Il presidente Kimball fece la seguente dichiarazione riguardo al lavoro missionario svolto dalle giovani: «Molte giovani sentono il desiderio di svolgere una missione a tempo pieno, e anch’esse sono benvenute al servizio del Signore. Questa responsabilità spetta prima agli anziani che a loro, ma esse riceveranno ricche benedizioni per il loro servizio altruistico. Il Signore si compiace della loro disponibilità a portare delle anime a Lui» (President Kimball Speaks Out, Salt Lake City: Deseret Book Co., 1981, pag. 30).
Questi bravi giovani, uomini e donne, vanno sul campo di missione a portare una forte testimonianza della missione del nostro Signore e Salvatore, svolgendo un servizio veramente cristiano e insegnando con fede e convinzione.
Oltre alla necessità di un numero più grande di giovani d’ambo i sessi per questo servizio, c’è l’urgente necessità di coppie di coniugi. Ogni volta che facciamo visita a una missione, la richiesta che più spesso ci è rivolta è di inviare un maggior numero di queste coppie. Grande è il bisogno di coppie mature economicamente indipendenti, in possesso di una forte testimonianza e in buona salute. Il loro ingresso sul campo di missione accresce la forza e la maturità del nostro lavoro missionario.
Davanti a tante possibilità di lavorare, abbiamo bisogno di coniugi esperti che si occupino di coloro che si sono da poco convertiti al Vangelo, per assicurarsi che i semi che sono caduti sul terreno fertile siano nutriti e coltivati, in modo che le zizzanie residue da un precedente stile di vita non crescano troppo forti soffocando le buone piante. Voi, coppie mature, avete alle spalle lunghi anni di esperienza nello studio, nell’insegnamento e nella direzione dei rioni e rami della Chiesa. Questa vostra esperienza è disperatamente necessaria ovunque, per impedire che le tenere pianticelle siano sopraffatte dalle cure del mondo.
Voi siete coloro che possono far spuntare solide radici che sosterranno i nuovi convertiti nelle verità del Vangelo in questa vita e li aiuteranno a diventare degni di ricevere benedizioni nelle eternità a venire. Ascoltate le esperienze fatte da coppie di coniugi che sono andati in missione.
Leggiamo alcune righe di una lettera inviata recentemente al dipartimento missionario dal presidente della Missione di Tulsa, in Oklahoma: «I Wilson, che sono da poco tornati a casa, hanno svolto uno straordinario lavoro nel riattivare i membri della Chiesa. Essi sono riusciti a far andare due coppie al tempio, hanno fatto diciotto battesimi, hanno accresciuto il numero degli attivi nel rione da una media di 136 a più di 180 durante il solo anno in cui hanno lavorato nel Rione Nevada. Quando arrivarono sul campo di missione avevano appena acquistato un furgone nuovo. Durante la missione hanno percorso più di 46.000 chilometri. Questa coppia si è veramente dedicata anima e cuore al rafforzamento del lavoro del Signore in questa zona. Ora sono in pensione, vivono a St. George e vorrebbero svolgere un’altra missione nel prossimo futuro».
La lettera continua: «Fratello Williams è presidente del Ramo di Lebanon. Il presidente Williams e sua moglie hanno svolto un ottimo lavoro nel riattivare i membri e anche nell’istituire in città una biblioteca genealogica».
Sorella Williams scrive: «Sono orgogliosa di mio marito. Egli aiuta molto i giovani missionari. Dà loro il sostegno di cui hanno bisogno. Il presidente Williams è al settimo cielo quando può accompagnarli a tenere una lezione.
Da quando abbiamo aperto la nuova biblioteca sono quasi sopraffatta dal lavoro, sia per le persone non appartenenti alla Chiesa che per i membri. L’Associazione Genealogica locale (composta interamente da persone non appartenenti alla Chiesa) si riunisce una volta al mese nella nostra cappella per tenere i suoi incontri sulla genealogia. Tutti si sono interessati alla nostra nuova biblioteca e alle splendide attrezzature per la ricerca che possediamo. Ho addestrato il più possibile ogni addetto a usare questa attrezzatura, in modo che siano perfettamente informati su tutto quello che abbiamo nella biblioteca, poiché purtroppo un giorno dovrò pure tornare a casa. Che disdetta!»
In un’altra lettera inviata dai Price, che sono al lavoro in Australia, troviamo scritto:
«Ammetto che è stato duro lasciare i nipoti che crescono e cambiano da un giorno all’altro, ma condividiamo con i nostri familiari le gioie della missione. Sapere che i nostri figli e i nostri nipotini pregano per noi ogni sera è per noi fonte di sostegno e di ispirazione quotidiana. E inoltre facciamo tutto questo per il nostro Padre nei cieli, che ci ha promesso che i nostri legami familiari non saranno mai spezzati se Lo serviamo».
Non è questo un momento di importanti decisioni, per tutti voi giovani adulti in età di missionari a tempo pieno, e tutti voi capaci coniugi maturi? Vi siete mai soffermati un attimo a meditare sul genere di cose che scriverete per inserirle nella storia della vostra vita? La vostra raccolta di diapositive e di videocassette rispecchierà soltanto i beni terreni che avrete acquisito, come ad esempio barche, camper, viaggi e svaghi, per la gratificazione e il divertimento personali?
Oppure la vostra storia rispecchierà la gioia che avrete conosciuto predicando e proclamando il messaggio del nostro Signore e Salvatore a tutti coloro che avranno voluto ascoltare la vostra voce? Possiate quindi decidere, come fece Alma, di andare tra il popolo per predicare la parola di Dio per indurli a ricordarsi dei loro doveri, a liberarsi dall’orgoglio, dall’astuzia e dalle contese, perché possano essere riscattati e salvati da voi, grazie alla pura testimonianza che avrete reso davanti a loro.
Vescovi e presidenti di ramo, una sola coppia di coniugi missionari in più, provenienti dal vostro rione o ramo, significherebbe un aumento di più di ottomila coppie nelle file dei nostri missionari. Oh, quanto sono necessarie!
A voi che accetterete la chiamata di andare in missione, prometto che il vostro buon nome non sarà mai dimenticato in questo mondo o nelle eternità a venire. Pertanto ripetiamo questo chiaro invito, e preghiamo che il Signore del raccolto mandi nel mondo un maggior numero di missionari, poiché il campo è bianco, pronto per un abbondante raccolto (vedi DeA 4:4).
Il lavoro nel quale siamo impegnati è il Suo lavoro. Ve ne porto solenne testimonianza nel nome del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Amen. 9