«La carità non verrà mai meno»
«Siamo unite nella devozione per il nostro Padre nei cieli e nel nostro desiderio di aiutare il prossimo. Noi serviamo come colleghe dei nostri fratelli per edificare il regno di Dio»
Questo è un momento glorioso da celebrare insieme con voi, mie care sorelle della Società di Soccorso! Amiamo e apprezziamo ognuna di voi, e a voi tutte diamo il benvenuto. Willkommen in der Frauenhilfsvereinigung. Bienvenue. Ni men hao. Bienvenidas.
Questo è davvero uno straordinario raduno di sorelle. Mai in passato, in nessuna parte del mondo, tante sorelle si sono sedute insieme per pregare, cantare ed esprimere i sentimenti del loro cuore, per parlare dei modi in cui il Signore ha benedetto noi come donne e come membri della Sua chiesa.
«Alza dunque il tuo cuore e gioisci» (vedi DeA 25:13), dice il Signore ad ognuna di noi, e noi davvero gioiamo. La Società di Soccorso ha centocinquant’anni. Ma oggi noi ci sentiamo nuove e vibranti. Siamo piene di aspettative per le nostre sorelle ovunque siano, dalle Filippine al Giappone, dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda, da Parigi a San Pietroburgo. La nostra situazione personale, le circostanze e gli impegni che affrontiamo sono tanto diversi quanto sono diversi i paesi e le culture dai quali proveniamo. Tuttavia il nostro impegno è lo stesso. Oggi possiamo tutte gioire di essere donne nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Siamo unite nella devozione per il nostro Padre nei cieli e nel nostro desiderio di aiutare il prossimo. Noi serviamo come colleghe dei nostri fratelli per edificare il regno di Dio. Siamo donne che sono diventate una grande forza benefica in un mondo che ha bisogno della nostra comprensione e della nostra spiritualità.
Centocinquant’anni orsono le sorelle di Nauvoo, nell’Illinois, città chiamata La Bella, sentirono la necessità di organizzarsi. Esse desideravano, come desideriamo noi oggi, essere una forza benefica. Per loro si trattava di collaborare alla costruzione del Tempio di Nauvoo e di porgere una mano per aiutare; erano necessari aghi per fare camicie, cucchiai per mescolare il cibo, penne per scrivere poesie, impacchi per calmare la febbre di un bambino. Le nostre radici affondano in quella piccola comunità, che fiorisce ancora oggi grazie a una ricostruzione storica. E noi condividiamo molte cose con le nostre sorelle dei primi tempi di Nauvoo.
Sulle sponde del Fiume Mississippi c’era un luogo in cui i santi prosciugarono la palude, edificarono una vera città, e là volevano rimanere. Là, tra case ben curate e campi fertili, c’era lo schema di Sion, un luogo in cui le persone potevano essere di un sol cuore. Come il popolo nefita tanti anni prima, essi volevano «entrare nel gregge di Dio ed essere chiamati il Suo popolo … disposti a portare i fardelli gli uni degli altri», perché fossero loro leggeri (Mosia 18:8).
Fu con questo spirito che nacque la Società di Soccorso, quando un gruppetto di donne si radunò nel negozio di mattoni di Joseph Smith per unire la loro forza. La prima presidentessa, Emma Smith, disse alle donne: «Faremo qualcosa di straordinario – quando una barca sarà in preda delle rapide, carica di passeggeri, noi considereremo tale fatto una urgente richiesta di soccorso – ci aspettiamo occasioni straordinarie e richieste pressanti» (verbali della Società di Soccorso femminile di Nauvoo, 17 marzo 1842).
E ricevettero davvero tali richieste – e si dedicarono a ogni opera di carità, dall’assistere a un parto difficile ad aiutare i convertiti privi di ogni cosa che si affollavano a Nauvoo. Esse erano donne risolute, che prestavano spesso il loro cuore e le loro mani agli altri nei momenti di solitudine, quando nulla sarebbe bastato ad alleviare il dolore. Esse raccoglievano beni di consumo e fondi e li distribuivano a chi ne aveva bisogno. Molte lavoravano nei campi e costruivano la loro propria casa. Assistevano gli infermi, pregavano per avere la guida divina e ricevevano ed esercitavano il potere dall’alto.
Quelle donne rispondevano alle necessità del loro tempo. Sono certa che la loro forza scaturiva dalla loro capacità di farsi avanti con un chiaro: «Eccomi, manda me» (Abrahamo 3:27). Esse erano impegnate a svolgere la missione affidata loro dal Signore.
Una delle più giovani donne presenti alla prima riunione delle sorelle era Bathsheba Smith, che molti anni dopo fu la quarta presidentessa generale della Società di Soccorso. Ella era stata bene addestrata durante quegli anni trascorsi a Nauvoo, e in seguito diventò molto nota perché concludeva le sue visite alle sorelle, sia visite di cortesia che per scopi caritatevoli, con le parole: «La pace sia con te, la pace regni in questa casa» (Woman’s Exponent, settembre 1910, pag. 18).
In questo mondo vi sono molte Bathsheba Smith, molte donne che si comportano come veri pionieri, che portano parole di pace e danno vita al motto della Società di Soccorso: la carità non verrà mai meno. Nel passato più di una generazione di donne in grembiule spigolò il grano e lo immagazzinò nei propri granai, per metterlo a buon uso quando fosse venuta la necessità. E la necessità venne. Altre sorelle si occuparono della salute e delle cure agli infermi, istituendo un ospedale. Oggi il vecchio e il nuovo si mescolano per mano di tante donne devote che offrono sostegno e amore, facendo le visite a cavallo o a piedi, in autobus o in automobile. Nel corso dei decenni e attraverso i continenti, le donne hanno imparato ad anteporre la loro fede e la loro religione alle proprie comodità e necessità personali.
Le nostre sorelle sono costanti e abbondano sempre in buone opere (vedi 1 Corinzi 15:58). Esse sanno che i comandamenti ci impongono di avere il giusto atteggiamento e di impegnarci nell’azione. «Sii costante» (DeA 31:9): cioè salde nella rettitudine, umili, premurose, capaci, gentili, generose, servizievoli, dignitose, miti, diligenti, franche. Le donne hanno tanta profondità e tanta capacità!
E tanta fede. Nonostante le prove, la confusione che regna nel mondo e le voci di critica, noi possiamo confidare nel Signore e progredire con il cuore lieto, sapendo che per ogni difficoltà o problema troviamo la forza per proseguire. Perché? Perché noi sappiamo che le Sue promesse sono reali, che Egli ci conosce per nome e ha un piano per ognuna di noi. Egli ci aiuterà a imparare cosa dobbiamo fare e ci farà trovare gioia nel farlo.
Le esperienze fatte dalle donne a Nauvo e in ogni Società di Soccorso della Chiesa dimostrano che le donne individualmente possono esercitare una grande forza. Alma descrisse il valore del nostro contributo dicendo: «Grandi cose si possono compiere con mezzi piccoli e semplici» (Alma 37:6). La vita delle donne è piena di cose piccole e semplici: conversazioni su come è andata la giornata, visita alle scuole, una felice risata per uno scherzo, il lavoro nei suoi molti aspetti, giochi con i bambini, visite al medico, cura del giardino, preparazione dei pasti, insegnamento di una lezione della Chiesa, l’aiuto dato a un vicino, il servizio in un gruppo di volontariato, la condivisione con una sorella di una lezione appresa. Sono cose piccole e semplici che definiscono i rapporti e edificano le testimonianze. Cose piccole e semplici che fanno diventare forti gli uomini e le donne.
Quando fummo organizzate in sorellanza per la prima volta a Nauvoo, il profeta Joseph Smith dichiarò: «Questo è l’inizio di giorni migliori» (History of the Church, 6:607). Vi è stata un’abbondanza di giorni migliori grazie al contributo di donne come voi. Nelle case grandi e piccole, di campagna e di città, le donne della Chiesa riescono a far sentire la differenza. In ogni genere di famiglia, le donne danno conforto e rinnovano la devozione. Noi dividiamo con gli altri saggezza e conoscenza. Incoraggiamo e ammaestriamo i nostri familiari.
Come sorelle in Sion, abbiamo accresciuto reciprocamente la nostra forza. Vediamo l’espressione della nostra sorellanza alle riunioni domenicali e alle riunioni di economia domestica. Chi di noi non ha sentito una mano che stringeva la nostra al momento giusto? Una sorella ha scritto un biglietto o ci ha telefonato per sostenerci, proprio quando il nostro mondo sembrava cadere a pezzi. Noi sorelle ci conosciamo, ci comprendiamo, ci amiamo.
Lucy Mack Smith, madre del profeta Joseph Smith, disse alle sorelle della Società di Soccorso nel 1842: «Dobbiamo sostenerci l’un l’altra, dobbiamo vegliare l’una sull’altra, confortarci l’una con l’altra e istruirci, in modo da poter tutte trovarci insieme in cielo» (verbali della Società di Soccorso femminile di Nauvoo, 24 marzo 1842). Notate che ella dice che tutte noi alla fine ci troveremo unite nella casa del nostro Padre. Ma, per il momento, ci troviamo quaggiù e abbiamo un lavoro da svolgere.
Un anno fa, mentre ci preparavamo per questo grande avvenimento, chiedemmo ai membri della Chiesa di tutto il mondo di inviarci delle fotografie di donne che mettono in pratica il Vangelo nella vita di ogni giorno. La risposta fu stupefacente. Arrivarono fascicoli da ogni parte del mondo; alcune fotografie erano avvolte ad una ad una in carta crespata, alcune erano preziose fotografie di importanza storica, alcune sorelle mandarono intere pagine di album, alcune fotografie erano state fatte professionalmente e alcune con una macchina fotografica da pochi soldi. Molte avevano allegati dei biglietti scritti nella lingua del luogo. Qualunque fosse il paese di provenienza, le risposte erano simili a questo messaggio proveniente dal Giappone: «Grazie per la possibilità di far parte di questa grande sorellanza. Vi vogliamo tanto bene». Oppure a questo biglietto venuto dall’Africa: «Avete acceso una candela di gioia nella nostra mente».
Noi facciamo parte di un grande insieme. Abbiamo bisogno l’una dell’altra per rendere completa la nostra sorellanza. Quando allunghiamo la mano per stringere quella delle nostre sorelle, arriviamo in ogni continente, poiché siamo presenti in ogni nazione. Noi siamo unite nel cercare di conoscere ciò che il Signore ha da dirci, ciò che Egli farà di noi. Parliamo lingue diverse, eppure siamo una famiglia che può tuttavia avere un cuore solo. Noi lavoriamo, giochiamo, partoriamo, alleviamo, sognamo, piangiamo, preghiamo, ridiamo, qualche volta battiamo le mani per la gioia, e ci accorgiamo che questa vita terrena c’insegna che abbiamo bisogno del nostro Salvatore, Gesù Cristo.
Il Signore ci ha detto: «Siate contenti, poiché Io sono in mezzo a voi» (DeA 29:5). Egli è accanto a ognuna di noi, e il Suo Spirito ci avvicina l’una all’altra quando ci prendiamo sotto braccio nella nostra sorellanza del Vangelo.
Come sorelle in Sion, abbiamo ancora richieste urgenti da soddisfare. Abbiamo richieste di insegnare il Vangelo, di edificare la nostra famiglia, di aiutare il nostro prossimo, di assistere i nostri amici, di vivere mediante l’esempio, di condividere con gli altri le nostre conoscenze, di portare delle anime a Cristo con il modo in cui viviamo e con il modo in cui ci amiamo l’un l’altra.
Sì, come sorelle in Sion, faremo cose straordinarie. 9
Questo discorso è stato filmato a Nauvoo, nell’Illinois, e presentato come parte della trasmissione via satellite delle celebrazioni per il centocinquantenario della Società di Soccorso.