Affrontiamo le prove con ottimismo
Ho imparato che potevo decidere di essere ottimista per le molte cose buone della mia vita.
Credo di dover sostenere il nostro profeta vivente, il presidente Gordon B. Hinckley, ascoltando e seguendo i suoi consigli.
Nella conferenza generale dell’autunno scorso ho ascoltato il presidente Hinckley che parlava dell’emigrazione di migliaia di santi europei, che affrontarono le loro prove «con ottimismo e entusiasmo» (La Stella, gennaio 1996, 81). Egli ci ha esortati a fare lo stesso.
Era un consiglio difficile da seguire. A quel tempo mi sentivo infelice, frustrata e scoraggiata.
Durante i mesi estivi mi ero allenata per entrare a far parte della squadra di pallavolo dell’università. Correvo, sollevavo pesi, facevo lunghissimi allenamenti. Dedicavo a quest’attività molto tempo. Tutto quel daffare portò i suoi frutti. Entrai a far parte della squadra e vedevo avverarsi il mio sogno, o così credevo.
Poi il sogno cominciò a offuscarsi. Altre giovani giocavano meglio di me. Trascorrevo gran parte del tempo seduta sulla panchina a fare il tifo per le mie compagne di squadra, desiderando di giocare di più, mentre cercavo di combattere il senso di delusione che provavo.
La vita non era giusta! Naturalmente questo atteggiamento influiva sui miei rapporti con le altre ragazze della squadra. E influiva sull’opinione che avevo di me stessa.
Perché il Padre celeste mi aveva lasciato lavorare tanto duramente e così a lungo, per darmi poi una delusione? Infine, dopo aver valutato attentamente le mie scelte e pregato per avere una guida, decisi di lasciare la squadra. Dovevo tornare agli studi e distogliere la mente dalla pallavolo.
Ma non riuscivo a liberarmi da un senso di delusione e di risentimento. Poi venne la conferenza generale. È un periodo dell’anno che mi piace molto, poiché lo Spirito abbonda nella nostra casa. La conferenza si può udire in ogni stanza.
Il discorso del presidente Hinckley mi dette il consiglio di cui avevo bisogno per mettere ogni cosa nella giusta prospettiva. Se mi lasciavo contagiare dall’ottimismo e dall’entusiasmo, potevo decidere di lasciarmi alle spalle la mia esperienza nella pallavolo. Potevo decidere di essere ottimista per le molte cose buone della mia vita: le mie amicizie, i miei studi, i miei familiari. Potevo giocare a pallavolo per divertimento, anziché praticarla come sport competitivo. Improvvisamente il dilemma che sembrava tanto opprimente cominciò a svanire. Cominciai a sentirmi più soddisfatta di me stessa. Lessi più a lungo le Scritture. Pregai di più. Cominciai a trovare più simpatiche le altre persone. Sentii che lo Spirito rientrava nella mia vita.
Sono grata perché il profeta vivente mi ha aiutata a liberarmi dei sentimenti di insoddisfazione. Egli citò Alma 26:35, passo che ci spiega che «non vi è mai stato nessuno, fin dall’inizio del mondo, che abbia avuto tanta ragione di gioire quanto noi». Ora mi rendo conto che vi sono molte cose di cui posso essere grata, tanti motivi di gioire. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.