La voce profetica
La rivelazione continua per la guida della Chiesa ci perviene tramite il presidente della Chiesa; ed egli non porterà mai i santi a traviamento.
Miei cari fratelli, sorelle e amici, all’inizio di questa storica conferenza voglio dirvi che so che in tutti i discorsi che ascolteremo sentiremo la voce del Signore. La guida divina dirige gli affari di questa chiesa da centosessantasei anni esatti oggi, da quando la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni fu ufficialmente organizzata il 6 aprile 1830. Quello che è accaduto in questo lavoro durante un tempo relativamente breve è un miracolo. Ricordo che quando ero bambino ascoltavo il mio prozio William Wetzel raccontare di aver attraversato insieme ai suoi familiari le praterie dell’America per raggiungere la Valle del Lago Salato. La sua storia di lotte, sacrifici e fede lasciò nella mia giovane mente un’impressione indelebile.
Quando la famiglia del mio bisnonno arrivò in questa valle, la maggior parte dei membri della Chiesa viveva in piccoli e polverosi insediamenti nel Territorio di Deseret. Molti avevano affrontato l’oceano per venire negli Stati Uniti; poi avevano attraversato con carri e carretti a mano nel caldo torrido e nel freddo intenso le praterie e le alte montagne dell’America per trovare la pace e la libertà di adorare Dio.
In grande misura i membri della nostra chiesa a quel tempo erano disprezzati, perseguitati e scacciati da un posto all’altro. Poi si era adempiuta la promessa del Signore: «In questo inizio, in questo sorgere e sbocciare della mia chiesa fuori dal deserto – chiara come la luna, brillante come il sole». Nessuno può capire appieno come e perché la Chiesa sia uscita «dall’oscurità» e sia sbocciata, senza conoscere alcune delle dichiarazioni profetiche fondamentali sulle quali essa poggia.
Quando fui nominato Autorità generale, molti anni fa, andai a trovare il presidente Hugh B. Brown, che a quel tempo faceva parte della Prima Presidenza, e gli chiesi: «Presidente Brown, quali consigli può impartire a una nuova, giovane e inesperta Autorità generale?» Quel saggio e venerabile uomo rispose in modo semplice e chiaro: «Segui i Fratelli». Chi sono i Fratelli? I Fratelli sono coloro che detengono le chiavi del regno di Dio sulla terra. Sono i componenti della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli, ognuno dei quali è apostolo e profeta; i Settanta e, per le questioni temporali, il Vescovato Presiedente.
Il sorgere della Chiesa da Palmyra a Kirtland, da Kirtland a Nauvoo, da Nauvoo all’Ovest e in oltre centocinquanta paesi di tutto il mondo è avvenuto perché i membri della Chiesa, ovunque si trovavano, rimanevano fedeli ai Fratelli. Milioni di uomini e donne hanno seguito i profeti di Dio. Voglio rivolgere un omaggio speciale a tutte le donne fedeli che dal tempo della restaurazione del Vangelo hanno ascoltato la voce profetica della Chiesa. I loro grandi doni e talenti femminili hanno sostenuto il lavoro di Dio in maniera importante e indispensabile.
Coloro che sono rimasti fedeli ai Fratelli hanno una ferma testimonianza che Joseph Smith era un profeta di Dio che per autorità divina ha ristabilito la Chiesa di Gesù Cristo ai nostri giorni. Questa fede è la base sulla quale poggia la lealtà manifestata dalla grandissima maggioranza dei membri della Chiesa i quali, durante la sua storia, hanno ricevuto la testimonianza della realtà della rivelazione continua. Questa rivelazione è pervenuta a tempo debito a ogni presidente della Chiesa, ai suoi consiglieri della Prima Presidenza e al Quorum dei Dodici Apostoli che servono sotto la direzione del presidente.
La dispensazione della divina verità in cui ora viviamo, a differenza delle dispensazioni precedenti, non sarà distrutta dall’apostasia. Questo è in adempimento della profezia di Daniele che «l’Iddio del cielo [avrebbe fatto] sorgere un regno che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo». Anche il presidente John Taylor ribadì questo concetto quando disse: «C’è una sola cosa assolutamente certa: qualunque cosa gli uomini possano pensare, per quanto possano complottare e minacciare, questo regno non sarà mai dato nelle mani di un altro popolo. Crescerà, si allargherà e si diffonderà, e nessun uomo potrà arrestarne il progresso».
Fin dal principio alcune persone dentro e fuori della Chiesa hanno cercato di persuadere i fedeli a non seguire i consigli ispirati di coloro che detengono le chiavi del regno di Dio sulla terra. Alcuni di coloro che hanno cercato di condurre i fedeli a traviamento asserivano di agire in base a pretese investiture di intelligenza o di ispirazione ricevute fuori dell’ordine stabilito della Chiesa. Come ammonimento contro coloro che asseriscono di possedere un’autorità speciale, il Signore dichiarò chiaramente che «non sarà dato ad alcuno di andare a predicare il … Vangelo o ad edificare la … chiesa, a meno che non sia ordinato da qualcuno che ha l’autorità ed è noto alla Chiesa che ha l’autorità, ed è stato regolarmente ordinato dai capi della Chiesa».
Nei primi tempi della restaurazione del Vangelo Oliver Cowdery diventò il secondo anziano della Chiesa e partecipò insieme con Joseph alle meravigliose esperienze della restaurazione. Egli fu ordinato insieme con il profeta Joseph nel 1829, per mano di un messaggero celeste, quando il sacerdozio fu restaurato sulla terra. Oliver servì come scrivano e scrisse la traduzione del Libro di Mormon così come usciva dalle labbra del profeta Joseph. Egli fu partecipe con il profeta Joseph delle grandi visioni manifestate nel Tempio di Kirtland nel 1836 e rese testimonianza del conferimento delle chiavi da parte di Mosè, Elias ed Elia.
In una delle prime rivelazioni il Signore rivolse a Oliver questo ammonimento: «Ecco, tu sei benedetto, e non sei sotto alcuna condanna. Ma guardati dall’orgoglio, per tema che tu cada in tentazione». Oliver possedeva un grande intelletto e godeva di grandi doni spirituali. Tuttavia con il passare del tempo dimenticò l’ammonimento del Signore e l’orgoglio si insinuò nel suo cuore. Brigham Young in seguito disse questo riguardo al suo orgoglio: «Ho visto uomini che appartenevano al Regno, che pensavano veramente che se non vi avessero dato il loro contributo esso non sarebbe potuto progredire. Mi viene in special modo da pensare a un uomo, il quale era particolarmente dotato di talento e grandi capacità. In numerose occasioni egli fece intendere chiaramente al profeta Joseph che se avesse lasciato il Regno, questo regno non sarebbe progredito oltre. Parlo di Oliver Cowdery. Egli lasciò il Regno, e tuttavia questo regno ha continuato a progredire e a trionfare su ogni oppositore, come ha continuato a sostenere e a proteggere coloro che si sono tenuti stretti ad esso».
Nel 1848, dieci anni dopo aver lasciato la Chiesa, Oliver Cowdery si recò nella sede della Chiesa nell’Iowa e implorò umilmente i dirigenti della Chiesa di essere riaccolto nel gregge tramite il battesimo. Descrivendo quel memorabile avvenimento George A. Smith scrisse di Oliver: «Egli portò testimonianza nei termini più positivi e disse ai fedeli che se volevano seguire la retta via dovevano tenersi stretti alla Chiesa – poiché dove va la Chiesa, là si trova l’autorità».
Nella sua ultima testimonianza egli confermò la venuta di Giovanni Battista, che deteneva le chiavi del Sacerdozio di Aaronne, e la venuta di Pietro, Giacomo e Giovanni, che detenevano le chiavi del Sacerdozio di Melchisedec. Egli dichiarò inoltre: «Questi sacerdozi con la loro autorità sono presenti ora e devono continuare a rimanere presenti nel corpo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Benedetto è l’anziano che li ha ricevuti, e tre volte benedetto e santo è colui che persevererà sino alla fine».
Nel corso degli anni piccoli gruppi di secessionisti si sono allontanati dai Fratelli. Non si tratta di un fenomeno nuovo. Dopo la crocifissione del Salvatore, Pietro e gli apostoli predicavano a un pubblico ostile. Gamaliele, uomo esperto nella legge, difese il loro diritto di predicare. Dopo aver ricordato il triste destino di diversi gruppi che erano sorti e avevano distolto tante persone dalla fede, egli proclamò questa sicura prova della verità di una causa. Disse egli: «Se questo disegno o quest’opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio».
Nel grande Sermone sul Monte il Salvatore pone un domanda cruciale: «Si colgon forse delle uve dalle spine, o de’ fichi dai triboli?» Poi continua: «Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni …
Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti». I dolci frutti di questo lavoro sono ora conosciuti nella maggior parte del mondo.
Per confermare la posizione di coloro che hanno l’autorità, il Signore dice anche: «Ogni cosa sarà fatta per comune consenso nella Chiesa, per molte preghiere e molta fede». Tuttavia Egli dice anche: «Che ogni uomo possa parlare nel nome del Signore». Come può essere? Ogni uomo e ogni giovane della Chiesa che vive nel rispetto degli insegnamenti del Salvatore è ordinato al sacerdozio. L’uso di questo potere è tuttavia limitato. Ogni padre è un patriarca della sua famiglia, e ogni madre ne è la matriarca. Entrambi sono eguali nei loro diversi ruoli di genitori. I membri della Chiesa, uomini e donne, possono ricevere ispirazione tramite il dono dello Spirito Santo per la loro vita e per il loro campo di responsabilità.
Soltanto il profeta e presidente, e nessun altro, può usare tutte le chiavi del regno di Dio sulla terra. Ai nostri giorni quest’uomo è il presidente Gordon B. Hinckley. Egli, i suoi consiglieri e il Quorum dei Dodici Apostoli hanno delegato determinate autorità e responsabilità alle altre Autorità generali e alle autorità e dirigenti delle organizzazioni ausiliarie locali, per dirigere il lavoro nell’ambito della loro chiamata.
Nei primi tempi della Chiesa il Signore rivolse ai fedeli questo ammonimento: «E tu non comanderai colui che è tuo capo, e capo della Chiesa».
Alcuni hanno detto: «La mia integrità mi impone di seguire soltanto i dettami della mia coscienza». La coscienza tranquilla è un dono spirituale molto prezioso, quando essa è guidata dallo Spirito Santo. In ultima analisi ognuno ha la responsabilità di prendere da solo le decisioni in campo morale. Tuttavia il profeta Joseph Smith dichiarò che «è contrario all’ordine di Dio che un membro della Chiesa, o chiunque altro, possa ricevere istruzioni per coloro che sono investiti di un’autorità superiore alla sua».
Inoltre alcuni asseriscono di possedere doni spirituali o un’autorità superiore, fuori dell’ambito dell’autorità stabilita del sacerdozio della Chiesa. Essi asseriscono di credere nei principi e nelle ordinanze del Vangelo e accettano il presidente della Chiesa come suo legale amministratore; ma asseriscono di possedere un’autorità superiore che il presidente non possiede. Questa asserzione viene spesso fatta per giustificare un comportamento che non concorda con le dottrine della Chiesa. Tuttavia non può esservi un’autorità superiore, poiché il presidente della Chiesa detiene ed esercita tutte le chiavi del regno di Dio sulla terra. Il Signore disse del presidente della Chiesa che «non v’è alcun altro che vi sia nominato per ricevere comandamenti e rivelazioni».
Thomas B. Marsh era un altro amato collaboratore del profeta Joseph. Da questo pulpito, nella conferenza generale di aprile 1984, il presidente Hinckley ricordò che fratello Marsh era presidente del Quorum dei Dodici quando non volle accettare le decisioni della Prima Presidenza e degli altri dirigenti della Chiesa in merito a una disputa tra sua moglie e un’altra donna in merito a una piccola quantità di panna.
Quando finalmente egli «tornò in sé», come aveva fatto il figliol prodigo, scrisse in questi termini a Heber C. Kimball, che era stato suo collega nel Quorum dei Dodici: «Dopo aver perso mia moglie tre anni fa, ho cominciato a valutare la mia situazione … So di aver peccato contro il cielo e al tuo cospetto e di essermi reso indegno della tua fiducia e di un posto nella famiglia del cielo … Non merito un posto tra voi nella Chiesa, neppure come il membro più umile; ma non posso continuare a vivere senza riconciliarmi con i Dodici e con la Chiesa alla quale ho fatto tanto male». Poi descrisse la lezione che quegli anni di ribellione avevano insegnato a lui, come ad altri. «Il Signore è riuscito benissimo a tirare avanti senza di me; Egli non ha perso nulla a causa della mia defezione dalle sue file; ma io, cosa ho perso! Le ricchezze, ricchezze più grandi di tutte quelle che il mondo e molti pianeti come questo possono offrire». Egli implorava dai suoi fratelli conforto e pace, e il loro sorriso.
Dopo essere stato ribattezzato, Thomas venne a Salt Lake City dove chiese perdono a Brigham Young, presidente della Chiesa. Fu invitato dal presidente Young a parlare a una riunione domenicale. Nel suo discorso Thomas diede ai suoi ascoltatori questo consiglio: «Se tra queste persone c’è qualcuno che mai volesse diventare apostata e fare quello che ho fatto io, si prepari a ricevere tante frustate sulla schiena, se il Signore lo ama. Ma se volete accettare il mio consiglio, vi terrete vicini alle autorità».
Durante l’inverno del 1832–1833 il profeta Joseph disse: «Nessun vero angelo di Dio verrà mai a ordinare un uomo, poiché gli angeli sono già stati mandati a istituire il sacerdozio ordinandomi ad esso. Ed essendo il sacerdozio già stabilito sulla terra, con il potere di ordinare altri sacerdoti, nessun messaggero celeste verrà mai a interferire con questo potere ordinando altre persone … Potete pertanto stare certi che, d’ora innanzi, se un uomo viene a dirvi di essere stato ordinato da un angelo, o mente o è stato ingannato a causa delle sue trasgressioni da un angelo del diavolo, poiché questo sacerdozio non sarà mai tolto a questa chiesa».
Consentitemi ora di ribadire cinque dei principi profetici fondamentali della Chiesa:
Primo, le chiavi e l’autorità di Dio sono state conferite a Joseph Smith e ad ognuno dei suoi successori che sono stati chiamati come presidenti della Chiesa.
Secondo, queste chiavi e autorità non saranno mai conferite a un altro popolo; e coloro che possiedono questa autorità devono essere «noti alla Chiesa».
Terzo, la rivelazione continua per la guida della Chiesa ci perviene tramite il presidente della Chiesa; ed egli non porterà mai i santi a traviamento.
Quarto, i singoli membri della Chiesa possono ricevere rivelazioni riguardo alle loro chiamate, ai loro campi di responsabilità e alle loro famiglie; ma non possono ricevere istruzioni dirette a coloro che hanno un’autorità superiore alla loro.
Quinto, coloro che asseriscono di ricevere direttamente rivelazioni da Dio per la Chiesa, fuori dell’ordine stabilito e dei canali del sacerdozio, sono stati fuorviati. Questo vale anche per coloro che li seguono.
Se qualcuno si trova in questa situazione, sappia che nella Chiesa la porta è sempre aperta per coloro che desiderano ritornare alla piena integrazione con le sorelle e con i fratelli del sacerdozio. Essi saranno accolti a braccia aperte.
La mia testimonianza della divinità della chiamata dei Fratelli presiedenti come rappresentanti del Signore Gesù Cristo sgorga dal profondo del mio cuore. Per molti anni ho assistito al processo della rivelazione continua che emana da Dio tramite le chiavi e l’autorità del presidente della Chiesa e sotto la sua direzione. Porto testimonianza che questo potere di rivelazione ha diretto questo lavoro sin dal 6 aprile 1830. Questa conferma è la fonte della più grande conoscenza che possiedo. Vi esorto e prego perché possiate ascoltare la voce profetica di questa Chiesa, che rivela la parola di Dio ai nostri giorni. Di questo io porto testimonianza, nel nome di Gesù Cristo. Amen.