«Con qual potestà, avete voi fatto questo?»
Il sacerdozio di Dio è diventato il principale potere benefico del mondo …Questo grande potere benefico ci è stato affidato, e noi non dobbiamo indebolirlo mancando di assolvere le nostre responsabilità.
Miei amati fratelli, vi esprimo il mio affetto e la mia gratitudine per la vostra devozione e fedeltà come detentori del sacerdozio.
All’inizio di quest’anno io e i miei tre figli visitammo le località della Francia dove mio padre aveva combattuto con l’esercito americano durante la prima guerra mondiale. Grandi furono le sofferenze e terribili le conseguenze per tutte le persone coinvolte da quel conflitto. Milioni di persone persero la vita. Anche se mio padre non cadde, portò in sé ferite mentali e fisiche sino alla morte. Nonostante quella terribile esperienza egli iniziò il suo diario con queste parole: «Se dovessi farlo di nuovo lo farei, perché era mio dovere farlo». Viaggiando in quelle bellissime campagne ottant’anni dopo, visitammo i luoghi in cui erano avvenute tante battaglie e i cimiteri dei combattenti di entrambe le parti. In un cimitero militare alle porte di Parigi, con la mano sulla croce di Stanford Hinckley, ho telefonato al presidente Hinckley per esprimergli i miei sentimenti in quel momento.
La prima guerra mondiale fu particolarmente tragica per la mia famiglia perché mio padre aveva alcuni cugini di secondo grado che combattevano nell’esercito nemico sullo stesso fronte. In seguito facemmo la conoscenza di quei parenti e trovammo che erano persone per bene, cristiani timorati di Dio. Non avevano nulla a che fare con la politica né con le cause della guerra. Come mio padre, essi servivano il loro paese perché era loro dovere. La prima guerra mondiale e quelle che seguirono portarono grandi sofferenze e causarono la morte di innumerevoli persone innocenti. In poche parole, la guerra è spesso causata da una grande bramosia di potere.
Questa sera vorrei parlare ai giovani del sacerdozio del potere e del suo corretto uso e di un concetto che lo accompagna: lo svolgimento del dovere. Il potere è molto attraente. Può essere sia buono che cattivo. Durante gli anni in cui si forma il vostro carattere voi giovani siete attirati dai personaggi potenti di un genere o dell’altro. Spesso fra questi personaggi ci sono campioni dello sport, divi dello spettacolo, persone che possiedono grandi ricchezze o che esercitano il potere politico. Purtroppo alcuni giovani, in particolare quelli che non vanno bene a scuola, che non riescono ad entrare a far parte di una squadra o che non sono scelti per cantare in un coro famoso, possono sentirsi emarginati e lasciarsi attrarre da gruppi che, essi ritengono, potranno compensare le loro inadeguatezze. Questo desiderio di essere accettati, di avere un po’ di potere, li attira come farfalle verso la fiamma a unirsi a bande giovanili e ad altre associazioni che talvolta sono violente e incoraggiano abitudini pericolose per il corpo e per l’anima.
Voi, giovani detentori del sacerdozio, avete accesso al più grande potere del mondo. È il sacerdozio di Dio. In assoluto contrasto con le altre fonti di potere il santo sacerdozio, tramite il suo corretto uso, continua ad accrescere la forza spirituale e fisica che perdura per tutta l’eternità. È inseparabilmente connesso «con i poteri del cielo» e non può essere esercitato «se non su principi di giustizia». Riguardo al sacerdozio il profeta Joseph Smith dichiarò: «È il canale tramite il quale tutta la conoscenza, tutta la dottrina, il piano di salvezza e ogni altra importante questione vengono rivelate dal cielo … È il canale tramite il quale l’Onnipotente ha continuato a rivelarSi ai figli degli uomini sino al tempo presente e tramite il quale Egli renderà noti i Suoi propositi sino alla fine del tempo».
Questo potere ci perviene in proporzione alla fedeltà dimostrata nell’assolvimento dei nostri doveri. Come fece osservare il profeta Joseph: «Il Signore ci ha dato potere in proporzione al lavoro da svolgere e forza secondo la corsa che dobbiamo fare e grazia e aiuto secondo quanto richiedono le nostre necessità». Per citare un esempio, il profeta Elia, mediante il suo sacerdozio, poté chiamare il fuoco dal cielo per dimostrare il potere di Dio.
Il presidente Hugh B. Brown, prima di diventare Autorità generale, servì in Inghilterra come ufficiale dell’esercito canadese e aveva un grande potere. Gli uomini si mettevano sull’attenti davanti a lui e lo chiamavano «Signore». Un giorno fratello Brown fu informato che era desiderato all’ospedale. Quando arrivò lo indirizzarono in una stanzetta dove giaceva un giovane infermo. Fratello Brown si ricordò che una volta era stato insegnante della Scuola Domenicale di quel giovane. «Fratello Brown» disse il giovane, «vuole usare la sua autorità in mio favore? I medici dicono che non ho speranze. Può impartirmi una benedizione?» Tutto l’orgoglio che fratello Brown sentiva perché indossava l’uniforme del suo paese scomparve quando pose le mani sul capo del ragazzo e gli impartì una benedizione. L’aiuto di cui quel giovane aveva bisogno non scaturiva dall’autorità di un ufficiale dell’esercito, ma dall’autorità del sacerdozio.
Il potere del sacerdozio è accompagnato da grandi responsabilità. Possiamo dire che godiamo del potere del sacerdozio soltanto quando facciamo il nostro dovere. Il sacerdozio di questa chiesa in passato ha dovuto imparare alcune difficili lezioni riguardo ai suoi doveri. I primi fratelli non erano stati messi alla prova né avevano dato prova di sé. Sotto la guida del profeta Joseph il Signore li istruì e li passò al vaglio. Nell’apprendere a svolgere il loro dovere essi furono perseguitati e scacciati senza misericordia. Molti vennero meno. Per tre volte alcuni dei primi fratelli dovettero passare attraverso il crogiuolo dell’afflizione, prima di trovare rifugio in queste valli tra le montagne.
La prima di queste prove fu il Campo di Sion, nella primavera e estate del 1834. La seconda venne appena quattro anni dopo, quando migliaia di santi dovettero lasciare lo Stato del Missouri per cercare scampo nell’Illinois. Dodici anni dopo venne l’epico esodo dall’Illinois a Winter Quarters, e l’anno dopo la marcia verso le valli tra le montagne nella parte occidentale del continente.
Il Campo di Sion fu organizzato per ristabilire i santi nella Contea di Jackson, nel Missouri. In questo «sforzo per redimere Sion» circa duecento uomini percorsero più di milleseicento chilometri in circostanze estremamente difficili sotto la guida personale del profeta Joseph Smith.
George A. Smith, che a quel tempo aveva sedici anni, fu scelto come componente della spedizione e descrisse alcune delle sofferenze, prove e difficoltà incontrate dai fratelli. Egli descrisse come segue il 26 marzo 1834: «Faceva molto caldo e noi soffrivamo per la sete, sì da essere costretti a bere l’acqua delle pozzanghere piene di insetti e di altri animaletti. Imparai a filtrare l’acqua attraverso i denti per liberarla dalle larve». Il giorno dopo Solomon Humphrey, esausto per gli sforzi compiuti, si sdraiò e si addormentò. «Quando si svegliò vide un serpente a sonagli a meno di trenta centimetri dalla sua testa, tra la sua persona e il cappello che teneva in mano quando si era addormentato. I fratelli si radunarono attorno a lui dicendo: ‹È un serpente a sonagli; uccidiamolo›. Ma fratello Humphrey disse: ‹No! Lo proteggerò. Non gli farete del male, poiché io e lui abbiamo fatto insieme un bel sonnellino›». Personalmente non ho nessun desiderio di fare un bel sonnellino insieme a un serpente a sonagli!
Fratello George A. Smith scrive: «Il profeta Joseph faticò come gli altri per tutto il viaggio. Oltre ad occuparsi della gestione del campo e presiedere ad esso, camminava per la maggior parte del tempo e aveva la sua parte di vesciche e ferite ai piedi, conseguenza naturale del percorrere a piedi da quaranta a sessantacinque chilometri al giorno nella stagione più calda dell’anno. Ma durante tutto il viaggio dalle sue labbra non uscì mai un mormorio o lamento, mentre la maggior parte degli uomini del campo si lamentavano con lui per le scarse provviste, il pane cattivo, la pancetta e il formaggio infestati dai vermi e per tante altre cose. Facevamo parte del Campo di Sion, ma molti di noi non pregavano, non meditavano, erano negligenti, avventati, sciocchi o addirittura malvagi. Joseph doveva sopportarci e ammaestrarci come bambini. Tuttavia ve n’erano molti nel campo che non mormoravano mai ed erano sempre pronti e disposti a fare quello che i nostri capi chiedevano».
Anche se il Campo di Sion mancò di raggiungere lo scopo per il quale era stato istituito, ossia riportare i santi nelle loro terre nella Contea di Jackson, nel Missouri, fu prezioso come dura scuola. I suoi componenti impararono che la fede è più importante della vita stessa. In una conferenza tenuta il 14 febbraio 1835 i componenti del Quorum dei Dodici Apostoli e i Settanta furono scelti tra coloro che avevano servito nel Campo di Sion. Quei valorosi fratelli guidarono la Chiesa durante i cinquant’anni successivi.
Durante questo periodo della storia della Chiesa il Signore insegnò un altro grande dovere del sacerdozio. Nella sezione 104 il Signore specifica qual è l’ordine della Chiesa per quanto riguarda i poveri: «Se dunque un uomo trae profitto dell’abbondanza che ho creato e non impartisce la sua porzione, secondo la legge del mio Vangelo, ai poveri ed ai bisognosi, egli leverà i suoi occhi in inferno con i malvagi, in preda ai tormenti». Con questo precedente, nel gennaio 1839 durante l’esodo dal Missouri molti fratelli si impegnarono a «aiutarsi e sostenersi reciprocamente fino a quando vi fosse rimasta una sola persona che desiderava lasciare lo Stato».
In un freddo giorno di febbraio del 1839 Daniel Stillwell Thomas fece questa riflessione: «Prima di attraversare il Fiume Missouri scaricammo il carro e lo rimandammo indietro per prendere i poveri e quindi salvare la loro vita sottraendoli alle violenze della plebaglia che li minacciava». Daniel Thomas aveva cinque figli e soltanto un paio di scarpe per tutti loro, e tuttavia rimandò indietro il carro a salvare i santi bisognosi.
In seguito il 6 aprile 1845 un gruppo di detentori del sacerdozio si riunì nel Tempio di Nauvoo; essi firmarono l’impegno scritto di procurare i mezzi per portare i poveri e i bisognosi insieme ai santi nella grande emigrazione verso l’Ovest. Nel 1846 il Consiglio decise che i loro rappresentanti potevano anche vendere i Templi di Nauvoo e di Kirtland e tutte le proprietà della Chiesa per aiutare i santi a trasferirsi all’Ovest.
Il dovere del sacerdozio della Chiesa è ancor oggi quello di provvedere a tutti i suoi membri, compresi i poveri e i bisognosi, le vedove, gli orfani, le madri senza marito e i loro figli. Ai nostri giorni abbiamo anche il dovere di lavorare più diligentemente con tanto affetto per soccorrere i nostri fratelli spiritualmente poveri, in modo che essi e i loro familiari possano godere «pace in questa vita e vita eterna nel mondo a venire».
Voi, giovani del Sacerdozio di Aaronne, avete appena intravisto la soddisfazione che si prova esercitando rettamente il sacerdozio. Il sacerdozio «detiene la chiave del ministero degli angeli». Ai sacerdoti può essere permesso di celebrare la sacra ordinanza del battesimo per la remissione dei peccati. Il Sacerdozio di Aaronne prepara e distribuisce i sacri emblemi del sacramento. Entrambe queste ordinanze sono collegate direttamente all’espiazione del Salvatore. Inoltre come insegnanti familiari voi avete il compito di contribuire a vegliare sulla Chiesa e di esortare i fedeli «a pregare … e ad occuparsi di tutti i doveri familiari».
Voi bravi giovani avete un altro dovere particolare. È il dovere di seguire i consigli di coloro che hanno autorità su di voi. Ascoltate i vostri genitori. Obbedite, anche se non siete d’accordo con loro. Essi vi amano più di qualsiasi altro e hanno a cuore i vostri interessi. Ascoltate il vostro presidente di quorum, il vostro vescovo, il vostro presidente di palo, gli apostoli, veggenti e rivelatori—specialmente il presidente Hinckley—e le altre Autorità generali della Chiesa. Essi vi guideranno sulla via della rettitudine.
Il sacerdozio di Dio è diventato il principale potere benefico del mondo. Non siamo più un piccolo gruppo di persone ai margini della società. Questo grande potere per il bene ci è stato affidato, e noi non dobbiamo indebolirlo mancando di assolvere le nostre responsabilità. Dobbiamo rivestirci dell’armatura della rettitudine. Abbiamo il dovere di essere degni sotto ogni aspetto, in modo che possiamo invocare tutti i grandi poteri del sacerdozio. Dobbiamo essere assolutamente onesti in tutti i nostri rapporti. Dobbiamo essere moralmente puri. Dobbiamo aiutare i poveri e i bisognosi. Come grande esercito di Dio abbiamo il compito di favorire la causa della verità e della rettitudine in tutto il mondo.
Fratelli, siamo i servi autorizzati del Cristo risorto. Con questa autorità abbiamo anche il dovere di far progredire questo santo lavoro in tutto il mondo. Facciamo parte della più grande fratellanza del mondo. Saremo chiamati a rispondere di ciò che abbiamo fatto con le chiavi, il potere e l’autorità che ci sono stati conferiti. Dobbiamo essere fedeli sotto ogni aspetto a questo grande incarico di fiducia.
Guardando al futuro posso dire che continueremo ad incontrare ostacoli, difficoltà, impegno, opposizione. Satana ha più strumenti a sua disposizione che mai in passato per ingannare, distrarre e corrompere il nostro popolo. Noi continueremo ad essere passati al vaglio. Un giorno, nel futuro, dovremo rendere conto, tramite il presidente Gordon B. Hinckley, al profeta Joseph di quello che avremo fatto con questo grande potere di cui il Signore ci ha investito.
Siamo lieto che il lavoro di Dio proceda innanzi con tanto potere come avviene sotto la guida del presidente Gordon B. Hinckley. Dopo la morte del Salvatore i Suoi apostoli fecero cose grandi e meravigliose nel Suo nome. A Pietro e Giovanni fu chiesto da Caiafa e dai sommi sacerdoti: «Con qual potestà … avete voi fatto questo?» Come Pietro, noi dichiariamo al mondo che questo avviene per e tramite il potere del santo sacerdozio e nel «nome di Gesù Cristo il Nazareno».
Questa è la mia solenne testimonianza, nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9