Serviamo il Signore
Non possiamo scegliere di servire Dio e il mondo nello stesso tempo.
Quando fu sul punto di morire, Giosuè radunò le tribù di Israele e ricordò loro la misericordia e le benedizioni che Dio aveva riversato su di loro.
Proprio per il genere di vita che essi conducevano Giosuè sentì la necessità di ammonirli, e quindi disse:
«Or dunque temete l’Eterno, e servitelo con integrità e fedeltà; togliete via gli dei ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume, e in Egitto, e servite all’Eterno.
E se vi par mal fatto servire all’Eterno, scegliete oggi a chi volete servire; … quanto a me e alla casa mia, serviremo all’Eterno».1
A nostri giorni siamo stati ammoniti nella stessa maniera dagli apostoli e dai profeti. Dobbiamo temere il Signore, servire il Signore, mettere da parte gli dei del mondo e scegliere chi vogliamo servire.
Temere il Signore significa essere riverenti e amarLo, e osservare i Suoi comandamenti.
Dimostriamo di servire il Signore con il modo in cui osserviamo i comandamenti che abbiamo ricevuto da Lui, mediante il lavoro che facciamo per stabilire il regno di Dio sulla terra e con il modo in cui ci comportiamo con il prossimo.
Mettere da parte gli dei del mondo significa tenere lontano dalla nostra mente i pensieri impuri, allontanare dal nostro cuore ogni sentimento di odio e liberarci di ogni cosa che può impedire allo Spirito Santo di rimanere sempre con noi.
Per alcuni mettere da parte gli dei del mondo può significare liberarsi di una piccola abitudine. Per altri può significare smettere di commettere gravi peccati. Per altri ancora può significare dimenticare gli avvenimenti tristi che sono accaduti in passato. Quale che sia la situazione, in ognuno di noi c’è il potere di cambiare vita, il potere di trasformare i cattivi sentimenti che abbiamo nel cuore. Il Signore Gesù Cristo ci ha dato questo potere e ci aiuterà. Tutto quello che ci chiede è di avere fede in Lui, seguire il Suo esempio e obbedire ai Suoi comandamenti.
Quando amiamo Dio, serviamo il Signore con sincerità e rinunciamo alle cose di questo mondo diventiamo veri seguaci di Cristo.
Molte volte nella vita, come accadde al popolo di Israele, ci fermiamo a meditare: valeva la pena di servire il Signore? Gesù disse:
«Perciò chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha edificata la sua casa sopra la roccia:
E la pioggia è caduta, e sono venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma ella non è caduta, perché era fondata sulla roccia.
E chiunque ode queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha edificata la sua casa sulla rena:
E la pioggia è caduta, e sono venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa; ed ella è caduta, e la sua ruina è stata grande».2
Servire Cristo non è di per sé un modo di sfuggire alla dura realtà della vita.
Come dice la Bibbia: «Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l’empio, il buono e puro e l’impuro»3
La pioggia, le inondazioni e i venti colpiscono non soltanto la casa che è stata costruita sulla sabbia, ma anche l’altra, che è stata costruita sulla roccia.
Sia la persona che serve il Signore che quella che Lo disdegna vivono in un mondo governato dalle stesse leggi della natura.
Molte sono le cose che colpiscono colui che è santo come colui che è peccatore: malattie, morte, calamità, incidenti, ecc.
Né la prosperità né la povertà indicano se una persona conduce una vita cristiana.
La sofferenza fisica non è prova di malvagità, e non è un castigo per il peccato.
Quali sono dunque le ricompense del servire il Signore?
Il vangelo di Gesù Cristo non promette che saremo liberi dalle tribolazioni. Ma rafforza il nostro spirito in modo che possiamo accettare l’avversità e affrontarla quando viene.
La casa costruita sulla roccia non cade sotto il forte vento o la pioggia.
La persona la cui vita è fondata sul vangelo di Gesù Cristo è capace di:
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affrontare le avversità con speranza;
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resistere alle offese con la disponibilità a perdonare; e
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affrontare la morte con serenità.
La persona che sceglie di servire il Signore e osserva i Suoi comandamenti:
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quando è debole, sa dove si trova la fonte della sua forza;
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quando è forte, rimane umile;
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quando è povero, sa quali sono le sue ricchezze;
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quando vive nella prosperità, ricorda i suoi fratelli con affetto.
La persona che può vivere in questo modo, senza timore né odio, ma con fede e amore è una persona felice.
I frutti che si ottengono servendo il Signore sono essenzialmente spirituali.
Gesù spiegò che ogni albero porta frutto secondo la sua specie. «Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni».4
Gesù promise la vita eterna ai Suoi seguaci. «Io vi dico in verità che non v’è alcuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figliuoli per amor del regno di Dio,
il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nel secolo a venire la vita eterna».5
In questa vita noi costruiamo la nostra eterna dimora.
Costruiamo sulla roccia che è il vangelo di Gesù Cristo, o costruiamo invece sulla sabbia che si trova nella falsità di questo mondo?
Ogni momento dobbiamo scegliere chi vogliamo servire, poiché siamo stati posti su questa terra per essere messi alla prova.6
Non possiamo scegliere di servire Dio e il mondo nello stesso tempo.7
Se vogliamo seguire il Signore, dobbiamo osservare i Suoi comandamenti e seguire il nostro profeta e i suoi insegnamenti: «E se vi par mal fatto servire all’Eterno, scegliete oggi a chi volete servire; … quanto a ⌦me e alla casa mia, serviremo all’Eterno».8
Porto la mia testimonianza che so che questi principi sono veri. Io e i miei familiari siamo stati molto benedetti per aver seguito il consiglio degli apostoli e dei profeti e per aver scelto di servire il Signore. Oggi siamo guidati da un profeta di Dio. Nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9