Arrivederci alla prossima conferenza
«Queste conferenze vengono tenute per rafforzare la testimonianza di quest’opera, per renderci più forti contro le tentazioni e il peccato, per elevarci, per ricevere istruzioni»
Fratelli e sorelle, questa è stata una conferenza fantastica. I discorsi ci hanno ispirato. Le preghiere degli oratori che li hanno preparati e di coloro che hanno ascoltato hanno ricevuto risposta. Tutti siamo stati edificati. Ora prima di concludere voglio dare una piccola spiegazione. Tutti si chiedono perché cammino con un bastone. Sembra che in questi giorni sia diventato il principale argomento. Bene, ho visto che Brigham Young usava il bastone. John Taylor aveva un bastone, e Wilford Woodruff aveva un bastone e presidente Grant usava il bastone nella sua vecchiaia. E ho visto anche presidente McKay con un bastone e Spencer Kimball, e sto cercando di conformarmi a loro.
Il fatto è che a volte soffro di vertigini. Non sono molto stabile ultimamente e i dottori non sanno cosa sia. Ma stanno ancora lavorando, e spero che tutto finisca in uno o due giorni.
Tutti siamo stati edificati in questa bella conferenza. E ora che ci lasciamo dobbiamo essere migliori di quando ci siamo riuniti ieri mattina.
Queste riunioni semestrali mi stupiscono. In questi due giorni abbiamo ascoltato ben ventisei oratori. Sono tanti. Ad ognuno viene detto quanto tempo ha a disposizione. Ma a nessuno viene detto di cosa parlare. Eppure sembra che tutti i discorsi sono in armonia l’uno con l’altro, ognuno una trama di questo grande meraviglioso ordito. Penso che praticamente tutti coloro che hanno partecipato, in tutto il mondo, possono dire di uno o più discorsi: «Questo era proprio rivolto a me. Avevo proprio bisogno di sentirne parlare».
Penso di poter dire che questa è proprio la ragione per cui vengono tenute queste conferenze: per rafforzare la testimonianza di quest’opera, per renderci più forti contro le tentazioni e il peccato, per elevarci, per ricevere istruzioni riguardo i programmi della Chiesa e il modo in cui dobbiamo condurre la nostra vita.
Naturalmente molte chiese si riuniscono in grandi assemblee, ma non ne conosco alcuna che abbia delle conferenze come queste, ogni sei mesi, anno dopo anno. Sono veramente delle conferenze mondiali.
Quest’opera è viva e procede in tutto il mondo tra grandi e piccole comunità. La genialità di quest’opera consiste dei missionari che insegnano in «luoghi lontani con nomi strani», e dei convertiti che ne susseguono. Avendo la possibilità di viaggiare, questi sono i luoghi che mi piace visitare, i piccoli rami sconosciuti e sparsi dove si trovano i pionieri dei nostri giorni.
Fratelli e sorelle, lasciamo questa conferenza con una più forte volontà di vivere il Vangelo, di essere più fedeli, di essere padri, madri, figli e figlie migliori, di essere completamente fedeli l’uno all’altro nella famiglia e come membri della Chiesa.
Questa è la santa opera di Dio. La sua origine e le sue dottrine sono divine. Gesù Cristo ne è il capo. Egli è il nostro Salvatore e Redentore immortale. La Sua rivelazione è alla base della nostra dottrina, della nostra fede, dei nostri insegnamenti e del nostro modo di vivere. Joseph Smith fu uno strumento nelle mani dell’Onnipotente nel realizzare questa restaurazione. E questo elemento basilare della rivelazione si trova nella Chiesa oggi, come lo era all’epoca di Joseph.
La nostra testimonianza personale di questi principi è alla base della nostra religione. Dobbiamo nutrirla. Dobbiamo coltivarla. Non dobbiamo mai dimenticarla. Non dobbiamo mai metterla da parte. Senza la testimonianza non siamo nulla. Se abbiamo la testimonianza abbiamo tutto.
Mentre torniamo a casa, spero che possiamo sentire che la nostra fede in questi principi eterni si sta rafforzando. Possa nella nostra casa esserci pace e amore e un’abbondanza delle buone cose dei cieli e della terra. Prego per questo umilmente nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.