2010–2019
Non lasciamoLo mai
Ottobre 2010


15:19

Non lasciamoLo mai

Se sceglierete di non offendervi o non provare vergogna, sentirete il Suo amore e la Sua approvazione. Saprete che state diventando più simili a Lui.

Miei amati fratelli e sorelle in ogni parte del mondo, esprimo la mia profonda ammirazione per la fede e il coraggio che vedo nella vostra vita. Noi viviamo in un’epoca straordinaria, anche se difficile.

Il Signore ci mette in guardia dai pericoli che ci aspettano

Il Signore non ci ha lasciati soli nel tentativo di ritornare a Lui. Ascoltate le Sue parole di ammonimento che ci mettono in guardia dai pericoli che ci aspettano: “State in guardia, vegliate [e pregate]”.1 “Fate attenzione… per non essere ingannati”.2 “Siate vigili e attenti”3 “State in guardia, che… anche voi… non iscadiate dalla vostra fermezza”.4

Nessuno è immune dalle influenze del mondo. I consigli del Signore ci mettono in guardia.

Ricorderete l’esperienza di Gesù a Capernaum quando i discepoli, che avevano seguito il Salvatore, non accettavano che Egli fosse il Figlio di Dio. Le Scritture dicono: “D’allora molti de’ suoi discepoli… non andavan più con lui”.5

Gesù allora si rivolse ai Dodici e chiese: “Non ve ne volete andare anche voi?”6

Non ve ne volete andare anche voi?

Molte volte, nella mia mente, a questa domanda ho risposto: “Assolutamente no. Non io. Io non Lo lascerò mai. Resterò sempre con Lui”. So che anche voi avete risposto così.

Ma la domanda “Non ve ne volete andare anche voi?” ci fa pensare alla nostra vulnerabilità. La vita non è una passeggiata spirituale. Tornano silenziosamente alla mente le parole degli apostoli in un’altro frangente: “Sono io quello, Signore?”7

Entriamo nelle acque del battesimo pieni di gioia e aspettative. Il Salvatore ci invita a venire a Lui8 e noi rispondiamo prendendo su di noi il Suo nome. Nessuno desidera che il suo viaggio sia solo una breve parentesi spirituale o anche un capitolo importante ma destinato a finire. La strada del discepolo non è adatta a chi è spiritualmente debole di cuore. Gesù disse: Gesù disse: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua”. 9 “Se uno vuol venir dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua”.10

Seguendo il Salvatore, di sicuro ci troveremo davanti a delle difficoltà. Affrontate con fede, queste esperienze raffinatrici porteranno a una più profonda certezza della realtà del Salvatore. Affrontate alla maniera del mondo, queste stesse esperienze offuscheranno la nostra vista e indeboliranno la nostra determinazione. Persone che amiamo e ammiriamo si sviano dal sentiero stretto e angusto e “non [vanno] più con lui”.

Come restiamo fedeli?

Come possiamo rimanere fedeli al Salvatore, al Suo vangelo e alle ordinanze del Suo sacerdozio? Come possiamo sviluppare la fede e la forza per non lasciarLo mai?

Gesù disse: “Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli”.11 Dobbiamo avere il cuore fiducioso di un bambino.

Mediante il potere della Sua Espiazione dobbiamo diventare “come un fanciullo, sottomesso, mite, umile, paziente, pieno d’amore, disposto a sottomettersi a tutte le cose che il Signore ritiene conveniente infliggergli, proprio come un fanciullo si sottomette a suo padre”.12 In questo consiste il possente mutamento di cuore.13

Presto vediamo perché è necessario un mutamento di cuore. Due parole indicano il pericolo in arrivo. Queste parole sono: offesa e vergogna.

Scegliete di non offendervi

A coloro che non credevano nella divinità del Salvatore, Gesù domandò: “Questo vi scandalizza?”14 Nella parabola del seminatore, Gesù ammonì: “[Quegli]… è di corta durata; [ma] quando venga tribolazione o persecuzione a cagion della Parola, è subito scandalizzato”.15

I motivi per offendersi sono molteplici e bussano di continuo alla nostra mente. Persone in cui crediamo ci deludono. Difficoltà impreviste ci colpiscono. La nostra vita non è esattamente come ce la aspettavamo. Commettiamo errori, ci sentiamo indegni e temiamo di non essere perdonati. Una dottrina non ci convince. Ci preoccupa una cosa pronunciata da un pulpito della Chiesa 150 anni fa. I nostri figli vengono trattati ingiustamente, oppure noi stessi veniamo ignorati o sottovalutati. I motivi possono essere tanti e tutti molto importanti per noi, sul momento.16

Nei momenti di debolezza l’avversario cerca di privarci delle nostre promesse spirituali. Se non stiamo attenti, il nostro spirito ferito si ritirerà puerilmente nel freddo e buio guscio di un tempo, rinunciando alla calda luce risanatrice del Salvatore.

Quando nel 1835 Parley P. Pratt subì un’ingiusta sentenza che arrecò imbarazzo e vergogna a lui e alla sua famiglia, il profeta Joseph Smith gli suggerì: “[Parley]… passa sopra a queste cose… [e] l’Iddio Onnipotente sarà con te”.17

Ecco un altro esempio: Nel 1830, un medico eminente, Frederick G. Williams, fu battezzato. Fin da subito fece dono del suo talento e dei suoi beni alla Chiesa. Diventò un dirigente della Chiesa. Donò una proprietà per il tempio di Kirtland. Nel 1837, a causa di circostanze difficili, Frederick G. Williams commise alcuni gravi errori. In una rivelazione, il Signore dichiarò che “in conseguenza delle [sue] trasgressioni la [sua] precedente posizione [nella dirigenza della Chiesa gli] era stata tolta”.18

La bella lezione che impariamo da Frederick G. Williams è che “a dispetto delle debolezze personali, egli ebbe la forza di carattere di rinnovare la sua lealtà al Signore, al Profeta e… alla Chiesa, quando sarebbe stato facile sprofondare nell’amarezza”.19 Nella primavera del 1840 si presentò alla conferenza generale, chiese umilmente perdono per la passata condotta ed espresse la propria determinazione a compiere, da allora in avanti, la volontà del Signore. Il suo caso fu presentato da Hyrum Smith ed egli venne completamente perdonato. Morì quale membro fedele della Chiesa.

Di recente ho incontrato il presidente del tempio brasiliano di Recife; si chiama Frederick G. Williams. Mi ha raccontato come la decisione di carattere del suo antenato abbia benedetto la sua famiglia e centinaia di discendenti.

Scegliete di non vergognarvi

L’offesa ha un compagno corrosivo che si chiama vergogna.

Nel libro di Mormon leggiamo della visione di Lehi dell’albero della vita. La visione parla di nobili anime che “si spinsero innanzi attraverso la bruma tenebrosa, tenendosi stretti alla verga di ferro”, finché giunsero e “mangiarono il frutto dell’albero”.20

Nefi descrisse l’albero come l’“amore di Dio”21 che portava un frutto che “riempì la [loro] anima d’una immensa gioia”.22

Dopo aver assaggiato il frutto, Lehi vide “un edificio grande e spazioso… pieno di gente, vecchi e giovani, maschi e femmine, e i loro abiti erano di foggia bellissima; ed erano nell’atteggiamento di chi beffeggia e puntavano il dito [di scherno] verso coloro che… avevano mangiato del frutto”.23 L’angelo spiegò che le beffe, la derisione, le dita di scherno rappresentavano l’orgoglio e la saggezza del mondo.24

Nefi dichiarò chiaramente: “Noi non prestammo loro attenzione”.25

Tristemente, ci furono altri il cui coraggio vacillò. Nelle Scritture leggiamo: “Dopo che questi ebbero mangiato del frutto, si vergognarono a causa di quelli che si burlavano di loro; e si sviarono su cammini proibiti e si perdettero”.26

Come discepoli di Cristo, noi ci distinguiamo dal mondo. A volte possiamo sentirci a disagio quando dita di scherno deridono e rigettano ciò che per noi è sacro.27 Il presidente Monson ha consigliato: “A meno che le radici della vostra testimonianza non siano saldamente piantate, avrete difficoltà a sopportare lo scherno di coloro che mettono alla prova la vostra fede”.28 Nefi disse: “Non prestammo loro attenzione”.29 Paolo ammonì: “Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità… Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro”.30 Noi non Lo lasciamo mai.

L’anno scorso, mentre accompagnavo il presidente Dieter F. Uchtdorf nell’Europa orientale, sono rimasto sorpreso dalla fede e dal coraggio dei santi. Un dirigente del sacerdozio dell’Ucraina ci ha raccontato di essere stato chiamato nella presidenza di ramo nella primavera del 1994, solo sei mesi dopo il suo battesimo. Questo voleva dire rendere pubblica la sua fede e occuparsi dell’iscrizione della Chiesa nei registri della città di Dnipropetrovs’k. Era un periodo di incertezza per l’Ucraina, e mostrare apertamente fede in Cristo e nel vangelo restaurato poteva procurare dei guai, perfino la possibilità di perdere il suo lavoro di pilota.

Quel dirigente del sacerdozio ci ha detto: “Pregai tanto. Avevo una testimonianza e avevo stretto un’alleanza. Sapevo che cosa il Signore voleva che facessi”.31 Coraggiosamente, senza vergognarsi del vangelo di Gesù Cristo, lui e sua moglie andarono avanti con fede.

Là dove molto è dato, molto è richiesto

Alcuni si chiedono: “Devo proprio essere così diverso dagli altri?” “Non posso essere un discepolo di Cristo senza preoccuparmi tanto di come mi comporto?” “Non posso amare Cristo anche senza rispettare la legge della castità?” “Non posso amarLo e fare ciò che voglio la domenica?” Gesù dette una semplice risposta: “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti”.32

Alcuni chiedono: “Non ci sono forse tante persone di altre confessioni che amano Cristo?” Certamente! Tuttavia, come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, avendo una testimonianza della Sua realtà, non solo grazie alla Bibbia, ma anche al Libro di Mormon, sapendo che il Suo sacerdozio è stato restaurato sulla terra, avendo fatto sacre alleanze di seguirLo e avendo ricevuto il dono dello Spirito Santo, essendo stati investiti di potere nel Suo sacro tempio e facendo parte di coloro che si preparano per il Suo glorioso ritorno sulla terra, non possiamo paragonare quello che ci si aspetta da noi con quello che ci si aspetta da coloro che non hanno ricevuto queste verità: “A colui a cui molto è dato, molto è richiesto”.33

Il Signore ha detto: “Puoi scegliere da te stesso”.34

Vi prometto che, se sceglierete di non offendervi o non provare vergogna, sentirete il Suo amore e la Sua approvazione. Saprete che state diventando più simili a Lui.35

Capiremo tutto? Certo che no. Alcune questioni andranno messe da parte per essere comprese in un secondo momento.

Andrà sempre tutto bene? No. Accetteremo alcune cose che non possiamo cambiare e perdoneremo gli altri quando ci feriranno.

Ci capiterà di sentire che le persone si allontanano da noi? Senza dubbio.

Ci sorprenderemo talvolta dell’astio che alcuni provano nei confronti della chiesa del Signore e dei loro sforzi per distruggere la fede dei più deboli?36 Sì. Ma questo non arresterà la crescita e il destino della Chiesa, né impedirà ad alcuno di noi di progredire spiritualmente come discepolo del Signore Gesù Cristo.

Non lasciamoLo mai

Amo le parole di uno dei miei inni preferiti:

Quell’alma che ha posto in Gesù il suo sperar

nel mio amor non potrò abbandonar;

il mondo e l’inferno allor scuoterò;

l’eterno rifugio, l’eterno rifugio,

l’eterno rifugio ch’è in me le darò.37

In questa vita non raggiungiamo la perfezione, ma esercitiamo la fede nel Signore Gesù Cristo e teniamo fede alle alleanze. Il presidente Monson ha promesso: “La vostra testimonianza, quando viene nutrita costantemente, vi tiene al sicuro”.38 Spingiamo in profondità le nostre radici spirituali, nutrendoci abbondantemente ogni giorno delle parole di Cristo contenute nelle Scritture. Confidiamo nelle parole dei profeti viventi, chiamati a mostrarci la via. Preghiamo e ascoltiamo la voce sommessa dello Spirito Santo che ci guida e sussurra pace alla nostra anima. Qualunque difficoltà possa sorgere, noi non Lo lasciamo mai.

Gesù chiese ai Suoi dodici apostoli: “Non ve ne volete andare anche voi?”39

Pietro rispose:

“Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna…

noi abbiam creduto ed abbiam conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.40

Anch’io ho questa testimonianza. Di questo testimonio nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Marco 13:33.

  2. Dottrina e Alleanze 46:8.

  3. Dottrina e Alleanze 42:76.

  4. 2 Pietro 3:17.

  5. Giovanni 6:66.

  6. Giovanni 6:67.

  7. Matteo 26:22.

  8. 3 Nefi 9:14.

  9. Matteo 22:37.

  10. Marco 8:34.

  11. Matteo 18:3; vedere anche Marco 10:15; Luca 18:17; 3 Nefi 9:22; 11:37–38.

  12. Mosia 3:19.

  13. Vedere Alma 5:14.

  14. Giovanni 6:61.

  15. Matteo 13:21.

  16. Vedere David A. Bednar, “E non c’è nulla che possa farli cadere”, Liahona, novembre 2006, 89–92.

  17. Joseph Smith, Autobiography of Parley P. Pratt, ed. Parley P. Pratt Jr. (1938), 118.

  18. History of the Church, 3:46, nota a piè di pagina.

  19. Frederick G. Williams, “Frederick Granger Williams of the First Presidency of the Church”, BYU Studies, vol. 12, n. 3 (1972): 261.

  20. 1 Nefi 8:24.

  21. 1 Nefi 11:25.

  22. 1 Nefi 8:12.

  23. 1 Nefi 8:26–27; vedere anche versetto 33.

  24. Vedere 1 Nefi 11:35–36; 12:18–19.

  25. 1 Nefi 8:33.

  26. 1 Nefi 8:28; corsivo dell’autore.

  27. Il presidente Boyd K. Packer ha detto: “In gran parte a causa della televisione [e di Internet], invece di guardare il grande edificio in realtà noi ci viviamo proprio dentro” (“Ritrovarsi nel sogno di Lehi”, Liahona, agosto 2010, 29).

  28. Nello stesso discorso il presidente Thomas S. Monson ha detto: “L’edificio grande e spazioso nella visione di Lehi rappresenta coloro nel mondo che beffeggiano la parola di Dio e che ridicolizzano quelli che la abbracciano e che amano il Salvatore e vivono i comandamenti”. (“Abbiate il coraggio”, Liahona, maggio 2009, 126).

  29. 1 Nefi 8:33.

  30. 2 Timoteo 1:7–8.

  31. Tratto da un conversazione personale e da un brano di una storia orale di Alexander Davydov, datata 16 luglio 2010.

  32. Giovanni 14:15.

  33. Dottrina e Alleanze 82:3.

  34. Mosè 3:17.

  35. Vedere 1 Nefi 19:9.

  36. Vedere 2 Nefi 28:20).

  37. “Un fermo sostegno”, Inni, 49.

  38. Thomas S. Monson, Liahona, maggio 2009, 126.

  39. Giovanni 6:67.

  40. Giovanni 6:68–69.