2010–2019
“Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo[?]”
Aprile 2015


17:19

“Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo[?]”

La vostra offerta di digiuno farà di più che contribuire a sfamare e a rivestire corpi. Essa guarirà e muterà cuori.

Miei cari fratelli e sorelle, gioisco nell’esprimervi il mio amore in questa conferenza generale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Questa gioia deriva dalla testimonianza dello Spirito del fatto che l’amore del Salvatore raggiunge ognuno di voi e tutti i figli del Padre Celeste. Il nostro Padre Celeste desidera benedire i Suoi figli spiritualmente e temporalmente. Egli comprende ogni loro bisogno, ogni loro dolore e ogni loro speranza.

Quando aiutiamo qualcuno, il Salvatore si sente come se avessimo soccorso Lui.

Egli ci parlò della veridicità di questo principio quando descrisse un’esperienza che noi tutti avremo quando Lo vedremo dopo che la nostra vita su questa terra sarà conclusa. Nella mia mente, l’immagine di quel giorno è divenuta sempre più vivida nei giorni in cui ho pregato e digiunato per sapere di cosa parlare questa mattina. La descrizione del Signore di quell’intervista futura fu data ai Suoi discepoli e descrive ciò che desideriamo con tutto il cuore si avveri anche a nostro riguardo:

“Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v’è stato preparato sin dalla fondazione del mondo.

Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere e m’accoglieste;

fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi.

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai t’abbiam veduto aver fame e t’abbiam dato da mangiare? o aver sete e t’abbiam dato da bere?

Quando mai t’abbiam veduto forestiere e t’abbiamo accolto? o ignudo e t’abbiam rivestito?

Quando mai t’abbiam veduto infermo o in prigione e siam venuti a trovarti?

E il Re, rispondendo, dirà loro: In verità vi dico che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.

Sia io che voi vogliamo ricevere questo caloroso benvenuto dal Salvatore. Ma come possiamo meritarcelo? Ci sono più figli del Padre Celeste affamati, senzatetto e soli di quanti possiamo soccorrerne. Il numero cresce sempre più al di là della nostra portata.

Per tale motivo, il Signore ci ha dato qualcosa che ciascuno di noi può fare. È un comandamento così semplice che anche un bambino può comprenderlo. È un comandamento accompagnato da una promessa meravigliosa rivolta a chi è nel bisogno e a noi.

È la legge del digiuno. Le parole contenute nel libro di Isaia sono la descrizione del Signore di tale comandamento e delle benedizioni disponibili a noi della Sua chiesa:

“Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi, e che s’infranga ogni sorta di giogo?

Non è egli questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl’infelici senz’asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch’è carne della tua carne?

Allora la tua luce spunterà come l’aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia.

Allora chiamerai, e l’Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: ‘Eccomi!’ Se tu togli di mezzo a te il giogo, il gesto minaccioso ed il parlare iniquo;

Se l’anima tua supplisce ai bisogni dell’affamato, e sazi l’anima afflitta, la tua luce si leverà nelle tenebre, e la tua notte oscura sarà come il mezzodì;

l’Eterno ti guiderà del continuo, sazierà l’anima tua ne’ luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; e tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai”.

Il Signore, dunque, ci ha dato un comandamento semplice accompagnato da una promessa meravigliosa. Nella Chiesa, oggi, ci viene offerta l’opportunità di digiunare una volta al mese e di donare una generosa offerta di digiuno attraverso il nostro vescovo o presidente di ramo per il beneficio dei poveri e dei bisognosi. Parte di ciò che date verrà usato per aiutare chi vi sta attorno, forse qualcuno della vostra famiglia. I servitori del Signore pregheranno e digiuneranno per sapere, tramite rivelazione, chi aiutare e che aiuto elargire. Quelle offerte di digiuno che avanzano dopo aver prestato aiuto alle persone della vostra unità locale della Chiesa saranno rese disponibili per benedire altri membri della Chiesa bisognosi sparsi nel mondo.

Il comandamento di digiunare per i poveri porta con sé molte benedizioni. La mancata osservanza di questa legge venne definita dal presidente Spencer W. Kimball un peccato di omissione con serie conseguenze. Egli scrisse: “Il Signore fa ricche promesse a coloro che digiunano e aiutano i bisognosi. […] L’ispirazione e la guida spirituale saranno patrimonio delle persone rette e vicine al nostro Padre Celeste. L’omissione di digiunare ci priverebbe di queste benedizioni”.

Ho ricevuto una di queste benedizioni appena qualche settimana fa. Visto che la Conferenza generale cade nel fine settimana in cui normalmente si terrebbe la riunione di digiuno e testimonianza, ho digiunato e pregato per sapere in che modo avrei dovuto obbedire comunque al comandamento di avere cura dei bisognosi.

Mentre digiunavo, un sabato mi sono svegliato alle sei del mattino e ho pregato di nuovo. Mi sono sentito sospinto a leggere le notizie del mondo.

Vi ho trovato un articolo che diceva che il ciclone tropicale Pam aveva colpito in pieno la capitale di Vanuatu, Port Vila, distruggendo molte abitazioni. Le prime fonti certe confermavano la morte di sei persone in quella che è stata una delle bufere più potenti che abbia mai toccato terra.

Durante il passaggio del ciclone lungo la nazione dell’isola del Pacifico, “quasi nessun albero è rimasto al suo posto”.

Una squadra di pronto intervento della World Vision aveva in programma di valutare l’entità dei danni dopo il placarsi della bufera.

Ha consigliato ai residenti di cercare rifugio in strutture resistenti come le università e le scuole.

Poi ha aggiunto: “‘Le strutture più solide di cui dispongono sono le chiese in cemento’, spiega Inga Mepham di CARE International. […] Alcuni non hanno neanche quelle. È difficile trovare una struttura che possa resistere a una bufera di categoria cinque”.

Quando ho letto questa notizia, mi sono ricordato di quando feci visita a diverse piccole case nel Vanuatu. Riuscivo a vedere nella mia mente le persone accalcate nelle abitazioni che venivano distrutte dalle raffiche di vento. Poi, mi sono ricordato del caloroso benvenuto riservatomi dalla gente del Vanuatu. Pensavo a loro e ai loro vicini che fuggivano per ripararsi nella nostra cappella di cemento.

Quindi, ho immaginato il vescovo e la presidentessa della Società di Soccorso che camminavano tra loro dando conforto, coperte, cibo e acqua. Riuscivo a vedere i bambini spaventati stringersi insieme.

Sono così lontani dall’abitazione in cui ho letto questa notizia, eppure sapevo ciò che il Signore avrebbe fatto tramite i Suoi servitori. Sapevo che ciò che avrebbe permesso loro di soccorrere quei figli del Padre Celeste sarebbero state le offerte di digiuno, date generosamente dai discepoli del Signore distanti da loro, ma vicini al Signore.

Così, non ho aspettato la domenica. Ho portato un’offerta di digiuno al mio vescovo quella mattina. So che la mia offerta può essere usata dal vescovo e dalla presidentessa della Società di Soccorso per aiutare qualcuno nel mio vicinato. Forse la mia piccola offerta potrebbe non essere necessaria dove io e la mia famiglia viviamo, ma forse ciò che avanza della mia offerta a livello locale potrà raggiungerà addirittura il Vanuatu.

Ci saranno altre bufere e tragedie nel mondo che colpiranno coloro che il Signore ama e di cui sente la sofferenza. Questo mese, una parte della vostra e della mia offerta di digiuno sarà usata per aiutare qualcuno, da qualche parte, il cui sollievo il Signore sentirà come Suo.

La vostra offerta di digiuno farà di più che contribuire a sfamare e a rivestire corpi. Essa guarirà e muterà cuori. Il risultato di tale offerta volontaria può essere il desiderio di chi la riceve di soccorrere coloro che si trovano nel bisogno. Ciò accade a molte persone in tutto il mondo.

È accaduto nella vita della sorella Abie Turay, che vive in Sierra Leone. Nel 1991 scoppiò una guerra civile. Devastò il paese per anni. La Sierra Leone era già uno tra i paesi più poveri del mondo. “Durante la guerra non si riusciva a capire chi controllasse il paese: le banche e gli uffici del governo chiusero, le forze dell’ordine [divennero inefficienti contro quelle dei ribelli] e c’erano caos, omicidi e dolore. Decine di migliaia di persone persero la vita e più di due milioni di persone furono costrette a lasciare la propria casa per scampare al massacro”.

Nonostante le circostanze, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni continuò a crescere.

Uno dei primi rami fu organizzato nella città in cui viveva la sorella Turay. Suo marito fu il primo presidente di quel ramo. Servì come presidente di distretto durante la guerra civile.

“[Oggi], quando qualcuno le fa visita nella sua casa, la sorella Turay mostra con gioia due [tesori] di guerra: una camicia a strisce bianca e blu, che [aveva preso] da un imballo di vestiti usati [donati da membri della Chiesa], e una coperta ora logora e piena di buchi”.

“Questa camicia”, spiega la sorella Turay, “è il primo […] indumento che [ricevetti]”. […] La indossavo per andare al lavoro; mi piaceva così tanto. [Mi faceva sentire così bella]. Non avevo altri vestiti.

“Durante la guerra, questa coperta ha riscaldato me e i miei figli. Quando i ribelli [venivano] per attaccarci, questa coperta era l’unica cosa che [potevo] portare con me [quando scappavamo nei boschi per nasconderci]. Quindi la [portavamo] con noi. Ci teneva al caldo e ci proteggeva dalle zanzare”.

“La sorella Turay parla della sua gratitudine per il presidente di missione che, con dei soldi in tasca, attraversava il paese dilaniato dalla guerra”. Quei fondi, presi dalle offerte di digiuno donate da persone come voi, permisero ai santi di comprare il cibo che la maggior parte degli abitanti della Sierra Leone non poteva permettersi.

Parlando di coloro che donarono generosamente per la loro sopravvivenza, la sorella Turay dice: “Quando penso [alle] persone che hanno fatto tutto questo, […] ritengo che [siano] state mandate da Dio perché questo atto gentile [ci] è stato fatto da dei semplici esseri umani”.

Non molto tempo fa, un visitatore dagli Stati Uniti sedeva a casa della sorella Turay. Durante il tempo trascorso lì, il suo sguardo cadde su una copia delle Scritture che si trovavano sul tavolo. Gli fu chiaro che si trattava di un tesoro “pieno di annotazioni tra le colonne delle pagine. Le pagine erano [logore], alcune strappate. La copertina si era staccata dalla rilegatura”.

Tenne le Scritture tra le sue “mani, sfogliandone delicatamente le pagine. A un certo punto, [notò una] copia gialla del cedolino per il pagamento della decima. [Notò] che in un paese in cui [un dollaro valeva tanto oro quanto pesava], Abie Turay aveva pagato un dollaro di decima, un dollaro per il fondo missionario e un dollaro come offerta di digiuno per coloro che, a suo dire, erano ‘veramente poveri’”.

Il visitatore chiuse le Scritture della sorella Turay e, mentre era in compagnia di questa madre africana devota, pensò di trovarsi su un suolo sacro.

Proprio come il cedolino di un’offerta di digiuno pagata da voi e da me può cambiare il cuore di qualcuno, anche digiunare per il benessere degli altri può farlo. Anche un bambino può sentire la verità di questo principio.

Per motivi personali, molti bambini, e alcuni adulti, possono trovare difficile digiunare per ventiquattro ore. Usando le parole di Isaia, qualcuno può sentirsi come se il digiuno “[affliggesse] l’anima sua”. I genitori saggi riconoscono questa eventualità e, pertanto, cercano di seguire con attenzione il consiglio del presidente Joseph F. Smith: “È meglio insegnare loro il principio e lasciare che l’osservino una volta che sono abbastanza grandi da scegliere in maniera intelligente”.

Ho visto recentemente la benedizione che scaturisce da questo consiglio. Uno dei miei nipoti aveva trovato che digiunare per ventiquattro ore andava oltre la sua capacità di resistenza. I suoi saggi genitori, però, hanno comunque instillato questo principio nel suo cuore. Di recente uno dei suoi amici di scuola ha perso un cugino giovane per morte accidentale. Nel giorno di digiuno, su per giù nel periodo in cui aveva sempre sentito che continuare a digiunare era troppo difficile, mio nipote ha chiesto a sua madre se continuando il suo digiuno avrebbe aiutato il suo amico in lutto a stare meglio.

La sua domanda confermava la bontà del consiglio del presidente Joseph F. Smith. Mio nipote era arrivato al punto in cui non solo comprendeva il principio del digiuno, ma esso aveva anche messo radice nel suo cuore. Era giunto a capire che il suo digiuno e le sue preghiere avrebbero portato una benedizione di Dio a qualcuno nel bisogno. Se vivrà il principio abbastanza spesso, ne riceverà gli effetti meravigliosi, come promesso dal Signore. Riceverà la benedizione spirituale rappresentata dal potere di ricevere ispirazione e maggiore capacità di resistere alle tentazioni.

Non conosciamo tutte le ragioni per cui Gesù Cristo andò nel deserto per digiunare e pregare. Conosciamo, però, almeno uno degli effetti che ne scaturirono: il Salvatore resistette completamente alle tentazioni di Satana volte a farGli abusare del Suo potere divino.

Il breve periodo in cui digiuniamo ogni mese e il piccolo ammontare che doniamo per i poveri possono portare in noi solo un piccolo cambiamento della nostra natura per arrivare al punto di non avere più alcuna disposizione a fare il male. Tuttavia, vi è una grande promessa se facciamo tutto ciò che ragionevolmente possiamo fare per pregare, digiunare e donare per coloro che si trovano nel bisogno:

Allora la tua luce spunterà come l’aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia.

Allora chiamerai, e l’Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: ‘Eccomi!’”.

Prego che reclameremo queste grandi benedizioni per noi stessi e per le nostre famiglie.

Porto la mia testimonianza che Gesù è il Cristo, che nella Sua chiesa siamo invitati ad aiutarLo a prenderSi cura dei poveri alla Sua maniera e che Egli promette che, se Lo aiutiamo, scaturiranno delle benedizioni eterne. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Matteo 25:34–40.

  2. Isaia 58:6–11.

  3. Spencer W. Kimball, Il miracolo del perdono (1982), 95.

  4. Vedere Steve Almasy, Ben Brumfield e Laura Smith-Spark, “Cleanup Begins in Vanuatu after Cyclone Batters Islands”, 14 marzo 2015, edition.cnn.com.

  5. Sean Morris, Steve Almasy e Laura Smith-Spark, “‘Unbelievable Destruction’ Reported in Tropical Cyclone Pam’s Wake”, 14 marzo 2015, edition.cnn.com.

  6. Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”, manoscritto non pubblicato.

  7. Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”.

  8. Abie Turay, citato in Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”.

  9. Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”.

  10. Abie Turay, citato in Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”.

  11. Peter F. Evans, “Sister Abie Turay’s Story”; su lds.org/media-library è disponibile un video sulla sorella Turay, “We Did Not Stand Alone”.

  12. Joseph F. Smith, “Editor’s Table”, Improvement Era, dicembre 1903, 149.

  13. Isaia 58:8–9.