2010–2019
Tornare a credere
Aprile 2015


10:11

Tornare a credere

Ciascuno di noi può rafforzare la propria fede in Gesù Cristo durante il suo viaggio e trovare gioia.

In questa mattina di Pasqua, Presidente Monson, siamo tanto grati di ascoltare la voce del nostro profeta vivente. Diamo valore alle sue parole, come quando ci ha detto: “Godetevi il viaggio” e “Il futuro è tanto luminoso quanto lo è la vostra fede”.

Quest’anno i bambini della Primaria condividono la gioia e la vivacità della loro fede in Gesù Cristo quando cantano l’inno “Io sento l’amor del Signor”. Cantano la verità: “So che Lui c’è […]. Lo seguirò!”. Come i bambini della Primaria, ciascuno di noi può rafforzare la propria fede in Gesù Cristo durante il proprio viaggio e trovare gioia.

Di recente, in una riunione domenicale della Società di Soccorso ho ascoltato una giovane madre raccontare parte del suo processo di conversione. Era cresciuta nella Chiesa e i suoi genitori le avevano insegnato il Vangelo. Ha frequentato la Primaria, le Giovani Donne e il Seminario. Amava apprendere e scoprire verità. Non faceva altro che chiedere perché. L’anziano Russell M. Nelson ha detto: “Il Signore può istruire solo una mente indagatrice”. E questa ragazza era ricettiva.

Finite le superiori si è iscritta all’università, è stata suggellata nel tempio a un missionario ritornato ed è stata benedetta con figli bellissimi.

Con uno spirito indagatore, questa madre ha continuato a porre domande. Quando, però, le domande si sono fatte difficili, anche le risposte lo sono diventate. A volte non c’erano riposte – o nessuna di esse portava pace. Alla fine, nel tentativo di trovare le risposte, sono sorte sempre più domande e ha cominciato a dubitare di alcuni principi fondamentali del suo credo.

Durante questo periodo di confusione, alcune delle persone che le erano vicine dicevano: “Appoggiati alla mia fede”, ma lei pensava: “Non posso. Tu non capisci, tu non stai affrontando questi problemi”. Ha spiegato di voler essere cortese con coloro che non avevano dubbi, se essi fossero stati cortesi con lei. Molti lo hanno fatto.

Ha detto: “I miei genitori sapevano cosa provavo e non mi assillavano. Hanno scelto di amarmi mentre provavo a risolvere la questione da sola”. Allo stesso modo, il vescovo di questa giovane madre l’ha convocata spesso esprimendo la sua fiducia in lei.

Neanche i membri del rione hanno esitato a esprimerle amore, facendola sentire coinvolta. Nel suo rione la gente non ha cercato di apparire perfetta, quello era un posto in cui si poteva trovare ristoro.

“Era interessante”, ricorda. “In quel periodo sentivo una forte connessione con i miei nonni, che erano deceduti. Mi sostenevano e mi incoraggiavano a continuare a provare. Avevo la sensazione che mi dicessero: ‘Concentrati su quello che sai’”.

Nonostante il notevole sistema di sostegno, è diventata meno attiva. Ha detto: “Non mi sono allontanata dalla Chiesa a causa di un cattivo comportamento, di apatia spirituale, cercando una scusa per non rispettare i comandamenti o una facile via di uscita. Sentivo di aver bisogno di rispondere alla domanda: ‘In che cosa credo veramente?’”

In quel periodo ha letto un libro scritto da Madre Teresa, la quale aveva provato sentimenti simili. In una lettera del 1953, Madre Teresa scrisse: “Pregate specialmente per me, affinché io possa non rovinare la Sua opera e che il nostro Signore possa mostrarSi — perché in me c’è una tale oscurità, come se tutto fosse morto. È stato così all’incirca da quando ho iniziato ‘l’opera’. Chiedete al nostro Signore di darmi coraggio”.

L’arcivescovo Périer rispose: “Dio ti guidi, cara Madre; non sei così nell’oscurità come pensi. Il sentiero da seguire non è sempre chiaro da subito. Prega per ricevere luce; non decidere troppo in fretta, ascolta ciò che gli altri hanno da dire, considera le loro ragioni. Troverai sempre qualcosa che ti aiuterà. […] Guidata dalla fede, dalla preghiera e dalla logica con una giusta intenzione, hai abbastanza”.

La mia amica ha pensato che se Madre Teresa poteva vivere la propria religione senza avere tutte le risposte e senza la sensazione di chiarezza su tutto, forse poteva farlo anche lei. Poteva compiere un semplice passo avanti con fede – e poi un altro. Poteva concentrarsi sulle verità in cui credeva e lasciare che le riempissero la mente e il cuore.

Riflettendo sull’accaduto, ha detto: “La mia testimonianza era diventata come un mucchietto di cenere. Non c’era più niente. Mi era rimasto solo Gesù Cristo”. Ha continuato dicendo: “Egli, però, non ti lascia quando hai domande. Quando qualcuno prova a rispettare i comandamenti, la Sua porta è spalancata. La preghiera e lo studio delle Scritture sono diventati una priorità”.

Il primo passo che ha compiuto per ritrovare la fede è stato iniziare dalle verità basilari del Vangelo. Ha comprato un innario della Primaria e ha iniziato a leggere le parole degli inni. Per lei sono state un tesoro. Ha pregato per avere la fede necessaria ad alleviare la pesantezza che provava.

Ha imparato che quando si imbatteva in una dichiarazione che le causava un dubbio, poteva fermarsi, considerare il quadro completo e capire che ruolo aveva questo principio nella sua vita. Ha detto: “Mi chiedevo: ‘È questa la strada giusta per me e per la mia famiglia?’ A volte mi sono domandata: ‘Che cosa desidero per i miei figli?’ Mi sono resa conto che volevo che si sposassero nel tempio. È stato allora che, in cuor mio, ho ricominciato a credere’”.

L’anziano Jeffrey R. Holland ha detto: “L’umiltà, la fede e l’influenza dello Spirito Santo saranno elementi necessari in ogni ricerca della verità”.

Anche se aveva domande sull’origine del Libro di Mormon, non ha potuto negare le verità che conosceva del Libro di Mormon. Si è concentrata sullo studio del Nuovo Testamento per capire meglio il Salvatore. “Alla fine, però”, ha detto, “mi ritrovavo a leggere il Libro di Mormon perché amavo i sentimenti che provavo leggendo i passi su Gesù Cristo e sulla Sua Espiazione”.

Ha concluso dicendo: “Si devono vivere esperienze spirituali personali con le verità contenute nel libro”; e lei le stava vivendo. Ha spiegato: “Ho letto Mosia e mi sono sentita completamente guidata. ‘Credete in Dio; credete che egli esiste, e che ha creato tutte le cose, […] credete che egli ha tutta la saggezza e tutto il potere, sia in cielo che in terra; credete che l’uomo non comprende tutte le cose che il Signore può comprendere’”.

Circa in quel periodo è giunta la chiamata come pianista della Primaria. “Era una cosa che potevo fare”, ha detto. “Volevo che i miei figli fossero in Primaria e ora potevo stare con loro. E non ero ancora pronta a insegnare”. Mentre serviva, continuava a percepire dagli altri l’invito: “Vieni, non importa a quale livello ti trovi, ci lavoreremo su insieme. Dacci qualunque cosa tu abbia da offrire”.

Suonando le canzoni della Primaria, ha pensato spesso tra sé e sé: “Ecco le verità che amo”. Posso ancora rendere testimonianza. Dirò solo quelle cose che so e in cui credo. Magari non sarà un’offerta perfetta di conoscenza, ma sarà la mia offerta. Ciò su cui mi concentro di più si espande dentro di me. È meraviglioso tornare all’essenza del Vangelo e sentire chiarezza”.

Quella domenica mattina, mentre ascoltavo quella giovane sorella raccontare la storia della sua conversione, mi è stato ricordato che è sulla roccia del nostro Redentore che tutti noi dobbiamo costruire le nostre fondamenta. Mi è stato ricordato anche il consiglio dato dall’anziano Jeffrey R. Holland: “Attenetevi saldamente a ciò che già sapete e rimanete forti finché otterrete ulteriore conoscenza”.

Durante la lezione, ho compreso più intensamente che le risposte alle nostre domande sincere giungono quando la nostra ricerca è onesta e quando osserviamo i comandamenti. Mi è stato ricordato che la nostra fede può superare i limiti della logica corrente.

Quanto desidero essere come quelle persone che circondavano quella giovane madre, amandola e sostenendola. Come ha detto il presidente Dieter F. Uchtdorf: “Siamo tutti pellegrini alla ricerca della luce di Dio lungo il sentiero del discepolato. Non condanniamo gli altri per la quantità di luce che hanno o non hanno; piuttosto nutriamo e favoriamo tutta la luce sino a quando diventa chiara, brillante e vera”.

Quando cantano “La preghiera di un bambino”, i bambini della Primaria chiedono: “Padre Celeste, sei davvero in ciel? Odi e rispondi a un bimbo che si volge a Te?”

Anche noi possiamo chiederci: “Il Padre Celeste c’è davvero?”, ma poi gioiamo – come ha fatto la mia amica – quando riceviamo la risposta sotto forma di rassicurazioni calme e semplici. Attesto che tali semplici rassicurazioni giungono quando la Sua volontà diventa la nostra. Attesto che la verità è sulla terra oggi e che il Suo vangelo si trova nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Thomas S. Monson, “Trovar gioia nel viaggio”, Liahona, novembre 2008.

  2. Thomas S. Monso, “Siate di buon animo”, Liahona, maggio 2009, 92.

  3. “Io sento l’amor del Signor”, in So che il mio Salvatore vive – Schema per le attività di gruppo 2015 (2014), 29.

  4. Russell M. Nelson, in M. Russell Ballard, “What Came from Kirtland” (riunione alla Brigham Young University, 6 novembre 1994); speeches.byu.edu.

  5. In Mother Teresa: Come Be My Light—The Private Writings of the Saint of Calcutta, a cura di Brian Kolodiejchuk (2007), 149–150; punteggiatura standardizzata.

  6. Jeffrey R. Holland, “Non temere; solo abbi fede!” (una serata con l’anziano Jeffrey R. Holland, 6 febbraio 2015); lds.org/broadcasts.

  7. Mosia 4:9.

  8. Vedere Helaman 5:12.

  9. Jeffrey R. Holland, “Io credo”, Liahona, maggio 2013, 94.

  10. Dieter F. Uchtdorf, “Ricevere una testimonianza di luce e verità”, Liahona, novembre 2014, 22.

  11. “La preghiera di un bambino”, Innario dei bambini, 6–7.