2010–2019
Coraggiosi nella testimonianza di Gesù
Ottobre 2016


15:34

Coraggiosi nella testimonianza di Gesù

Non possiamo permettere che la nostra testimonianza del Padre e del Figlio venga confusa o complicata da pietre d’inciampo.

La vita eterna è il più grande dono di Dio e viene accordato a coloro che “[rispettano i] comandamenti [di Dio] e [perseverano] fino alla fine”. D’altro canto, la vita eterna con il nostro Padre Celeste è negata a coloro che “non sono coraggiosi nella testimonianza di Gesù”. Ci sono diverse pietre d’inciampo al nostro coraggio che possono impedirci di raggiungere l’obiettivo della vita eterna. Le pietre d’inciampo possono essere complesse. Lasciatemi spiegare.

Parecchi anni fa, mio padre costruì una piccola baita su una parte di terreno del ranch dove era cresciuto. Il panorama offerto dalla distesa di prati era eccezionale. Quando le pareti della baita furono completate, andai a vederla. Fui sorpreso nel notare che la finestra con vista fosse rivolta direttamente verso un palo elettrico situato poco distante dalla baita. A mio parere, era una distrazione enorme dal magnifico panorama.

Il palo elettrico fuori dalla finestra con vista

Dissi: “Papà, perché hai lasciato che mettessero questo palo della luce proprio di fronte alla finestra?”.

Mio padre, un uomo straordinariamente pratico e calmo, rispose con una nota di commozione: “Quentin, quel palo elettrico, per me, è la cosa più bella di tutto il ranch!”. Poi spiegò il motivo: “Quando guardo quel palo, mi rendo conto che, al contrario di quando sono cresciuto qui, non dovrò andare a prendere l’acqua alla sorgente e trasportarla con dei recipienti fino a casa per cucinare, sciacquarmi le mani o lavarmi. La sera non dovrò accendere candele o lampade a olio per leggere. Voglio vedere quel palo elettrico proprio in mezzo alla finestra con vista”.

Mio padre aveva una prospettiva diversa dalla mia rispetto al palo elettrico. Per lui esso rappresentava una vita migliore; per me era invece una pietra d’inciampo a una vista magnifica. Per mio padre la corrente elettrica, la luce e l’igiene valevano più di una visuale esteticamente appagante. Mi resi immediatamente conto che, sebbene per me quel palo fosse una pietra d’inciampo, per mio padre aveva un grande significato pratico e simbolico.

Una pietra d’inciampo è un “impedimento al credo o alla comprensione” o “un ostacolo al progresso”. Inciampare spiritualmente è “cadere nel peccato o essere testardi”. Qualunque cosa ci distolga dal raggiungere obiettivi retti può costituire una pietra d’inciampo.

Non possiamo permettere che la nostra testimonianza del Padre e del Figlio venga confusa o complicata da pietre d’inciampo. Non possiamo cadere in quella trappola. La nostra testimonianza di Loro deve rimanere pura e semplice, come la semplice difesa di mio padre in favore del palo elettrico nel ranch dove era cresciuto.

Quali sono alcune pietre d’inciampo che confondono o complicano la nostra testimonianza pura e semplice del Padre e del Figlio, impedendoci di essere coraggiosi in tale testimonianza?

Le filosofie degli uomini sono una pietra d’inciampo

Noi attribuiamo molta importanza a ogni tipo di conoscenza e crediamo che “la gloria di Dio è l’intelligenza”. Tuttavia, sappiamo anche che la strategia preferita dell’avversario è quella di allontanare le persone da Dio e di farle inciampare ponendo enfasi sulle filosofie degli uomini anziché sul Salvatore e sui Suoi insegnamenti.

L’apostolo Paolo acquisì una testimonianza certa di Gesù Cristo grazie alla miracolosa esperienza, che gli cambiò la vita, avuta con il Salvatore. L’esperienza unica che ebbe Paolo lo preparò a relazionarsi con persone di molte culture. Egli amò la “semplicità diretta” dei Tessalonicesi e la “tenerezza d’affetto” dei Filippesi. All’inizio trovò più difficile relazionarsi con l’intellettualismo e i sofismi dei Greci. Ad Atene, sull’Areopàgo, Paolo tentò un approccio filosofico e fu respinto. Ai Corinzi decise di insegnare semplicemente “la dottrina di Cristo crocifisso”. Usando le parole dell’apostolo Paolo stesso:

“E la mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,

affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio”.

Alcuni dei resoconti scritturali più grandiosi sul Salvatore e sulla Sua missione sono riportati in 1 Corinzi. Un capitolo — il quindicesimo — ha ricevuto l’attenzione del mondo intero attraverso le rappresentazioni del Messiah di George Frideric Handel, che contiene dottrine profonde sul Salvatore. Nella terza parte del Messiah, subito dopo il coro dell’“Hallelujah!”, gran parte delle Scritture usate sono tratte da 1 Corinzi 15. In alcuni di questi versetti, Paolo descrive meravigliosamente parte di ciò che il Salvatore ha compiuto:

“[Poiché] ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono.

[…] Poiché per mezzo d’un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d’un uomo è venuta la risurrezione dei morti.

Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati. […]

O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo? […]

Ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo”.

Sappiamo che l’Apostasia si verificò in parte perché alle filosofie degli uomini era stato dato un peso maggiore che alla dottrina basilare ed essenziale di Cristo. Anziché insegnare la semplicità del messaggio del Salvatore, molte verità chiare e preziose furono cambiate o perdute. Infatti, la cristianità adottò alcune tradizioni filosofiche dei Greci per riconciliare il credo della gente con la cultura esistente. Lo storico Will Durant ha scritto: “La cristianità non distrusse il paganesimo; lo incorporò. La mentalità greca, morente, trasmigrò a nuova vita”. Storicamente, e anche ai giorni nostri, alcune persone rifiutano il vangelo di Gesù Cristo perché secondo loro non è sufficientemente sofisticato da un punto di vista intellettuale.

All’alba della Restaurazione, in molti professavano, quanto meno, di seguire gli insegnamenti del Salvatore. Molte nazioni si consideravano cristiane, ma anche allora si profetizzava di tempi più difficili per i nostri giorni.

Heber C. Kimball, uno dei Dodici Apostoli originari di questa dispensazione e primo consigliere del presidente Brigham Young, ci mise in guardia: “Non passerà molto tempo prima che […] sarà difficile riconoscere il volto di un santo da quello di un nemico del popolo di Dio. Allora [state] attenti alla grande setacciatura, perché verrà il tempo del grande vaglio, e molti cadranno”. Egli concluse dicendo che “ci sarà una PROVA”.

Ai giorni nostri, l’influenza della cristianità in molte nazioni, compresi gli Stati Uniti, si è ridotta in modo significativo. Senza credenze religiose non ci si sente responsabili verso Dio. Di conseguenza, è difficile stabilire valori universali su come vivere. Filosofie profondamente radicate spesso entrano in conflitto tra loro.

Sfortunatamente, questo accade anche ad alcuni membri della Chiesa che perdono l’orientamento e si fanno influenzare dalle opinioni del momento — molte delle quali sono chiaramente inique.

In linea con la profezia di Heber C. Kimball, l’anziano Neal A. Maxwell, nel 1982, disse: “Vi sarà un’accurata vagliatura a causa delle [deviazioni] dal retto comportamento per le quali non vi è stato pentimento. Alcuni rinunceranno, invece di perseverare sino alla fine. Altri saranno ingannati dai disertori. [Analogamente], altri ancora saranno offesi, poiché bastano a ciascuna dispensazione le sue pietre d’inciampo!”.

Rifiutarsi di vedere il peccato per quello che è realmente costituisce un’altra pietra d’inciampo

Uno degli aspetti distintivi e problematici del nostro tempo è che molte persone si lasciano andare a una condotta peccaminosa ma si rifiutano di considerarla tale. Non provano rimorso e non vogliono riconoscere che il loro comportamento è moralmente sbagliato. Persino alcuni che professano di credere nel Padre e nel Figlio asseriscono erroneamente che un amorevole Padre in cielo non dovrebbe infliggere conseguenze per una condotta contraria ai Suoi comandamenti.

Apparentemente questa era la posizione assunta da Corianton, figlio di Alma il Giovane, nel Libro di Mormon. Corianton si era lasciato andare a un comportamento gravemente immorale e Alma gli diede dei consigli. È una benedizione per noi che il grande profeta Alma, il quale aveva personalmente conosciuto “[l]’abisso più oscuro [e] la luce meravigliosa”, abbia trascritto le istruzioni impartite. Nel capitolo 39 di Alma leggiamo di come egli abbia dato dei consigli al figlio durante il processo del pentimento, per poi spiegargli come Cristo sarebbe venuto per togliere il peccato. Senza mezzi termini disse a Corianton che il pentimento è necessario, poiché “nessuna cosa impura può ereditare il regno di Dio”.

Alcune delle dottrine più straordinarie sull’Espiazione contenute nelle Scritture si trovano in Alma 42. Alma aiutò Corianton a comprendere che non è “ingiusto che il peccatore sia consegnato a una condizione di infelicità”. Gli fece notare che, a partire da Adamo, un Dio misericordioso ha fornito un “tempo [per] pentirsi”, perché senza pentimento “il grande piano di salvezza sarebbe stato frustrato”. Alma precisò anche che il piano di Dio è un “piano di felicità”.

Gli insegnamenti di Alma sono molto istruttivi: “Poiché ecco, la giustizia mette in atto tutte le sue richieste, e anche la misericordia reclama tutto ciò che è suo; e così nessuno, se non chi si pente veramente, sarà salvato”. Viste nella loro vera luce, le gloriose benedizioni del pentimento e dell’adesione agli insegnamenti del Salvatore sono di un’importanza monumentale. Non vi è ingiustizia nell’essere chiari, come lo fu Alma con Corianton, in merito alle conseguenze di scelte peccaminose e di un mancato pentimento. È stato spesso dichiarato: “Presto o tardi dovranno tutti prendere posto al banchetto delle conseguenze”.

La straordinaria e celestiale benedizione dell’Espiazione del Salvatore è che, attraverso il pentimento, la condotta peccaminosa viene cancellata. Dopo che Corianton si fu pentito, Alma concluse: “Non [lasciarti] più turbare da queste cose, e [lasciati] turbare soltanto dai tuoi peccati, con quel turbamento che ti porterà al pentimento”.

Guardare al di là del segno è una pietra d’inciampo

Il profeta Giacobbe fece riferimento agli antichi giudei come a un “popolo dal collo rigido” che disprezzava la semplicità; essi “uccidevano i profeti, e cercavano cose che non potevano comprendere. Pertanto, a causa della loro cecità, cecità che veniva loro dal guardare al di là del segno, essi devono necessariamente cadere”.

Benché siano molti gli esempi del guardare al di là del segno, uno molto significativo ai giorni nostri è l’estremismo. L’estremismo evangelico è quando si eleva un qualunque principio del Vangelo al di sopra di altri principi del Vangelo altrettanto importanti e si prende una posizione che va oltre gli insegnamenti dei dirigenti della Chiesa o che è in contrasto con essi. Un esempio è quando qualcuno vorrebbe apportare delle aggiunte o delle modifiche alla Parola di Saggezza oppure dare maggiore enfasi solo a una parte di essa. Rappresentano un altro esempio i costosi preparativi “in caso finisse il mondo”. In entrambi i casi, si incoraggiano gli altri ad accettare interpretazioni personali. “Se noi facciamo della legge di salute o di un qualsiasi altro principio una forma di fanatismo religioso, stiamo guardando al di là del segno”.

Parlando di dottrine importanti, il Signore dichiarò: “Chiunque dichiara di più o di meno di questo non è da me”. Quando eleviamo un qualunque principio in un modo che attenua il nostro impegno verso altri principi altrettanto importanti oppure prendiamo una posizione contraria o che oltrepassa gli insegnamenti dei dirigenti della Chiesa, stiamo guardando al di là del segno.

Inoltre, alcuni membri elevano cause — molte delle quali sono buone — a uno status superiore alle dottrine basilari del Vangelo. La loro devozione alla causa diventa il loro impegno principale, relegando il loro impegno nei confronti del Salvatore e dei Suoi insegnamenti a una posizione secondaria. Se eleviamo una qualunque cosa al di sopra della nostra devozione al Salvatore, se con il nostro comportamento Lo riconosciamo solamente come un altro insegnante e non come il Figlio divino di Dio, allora stiamo guardando al di là del segno. Gesù Cristo è il segno!

La sezione 76 di Dottrina e Alleanze fa capire chiaramente che essere “coraggiosi nella testimonianza di Gesù” è il test semplice ed essenziale per definire chi erediterà le benedizioni del regno celeste e chi quelle inferiori del regno terrestre. Per essere coraggiosi dobbiamo concentrarci sul potere di Gesù Cristo e del Suo sacrificio espiatorio per superare la morte e, attraverso il nostro pentimento, ripulirci dal peccato, e dobbiamo seguire la Sua dottrina. Abbiamo anche bisogno che la luce e la conoscenza della vita e degli insegnamenti del Salvatore ci guidino lungo il sentiero dell’alleanza, il quale comprende le sacre ordinanze del tempio. Dobbiamo essere costanti in Cristo, nutrirci abbondantemente della Sua parola e perseverare sino alla fine.

Conclusione

Se vogliamo essere coraggiosi nella nostra testimonianza di Gesù, dobbiamo evitare le pietre d’inciampo che intrappolano e ostacolano il progresso di molti uomini e di molte donne altrimenti onorevoli. Decidiamo di essere sempre al Suo servizio. Durante la ricerca della conoscenza, dobbiamo evitare le filosofie degli uomini che attenuano il nostro impegno verso il Salvatore. Dobbiamo vedere il peccato per quello che è realmente e accettare l’Espiazione del Salvatore tramite il pentimento. Dobbiamo evitare di guardare al di là del segno, dobbiamo concentrarci su Gesù Cristo, nostro Salvatore e Redentore, e dobbiamo seguire la Sua dottrina.

Mio padre vedeva il palo della luce come uno strumento per avere accesso a elettricità, luce e acqua in abbondanza per poter cucinare e lavare. Era un trampolino di lancio per migliorare la sua vita.

Uno scrittore ha suggerito che le pietre d’inciampo possono essere tramutate in “trampolini di lancio per sviluppare un carattere nobile e raggiungere il cielo”.

Per noi, essere coraggiosi nella nostra testimonianza di Gesù è un trampolino di lancio per qualificarci per la grazia del Salvatore e per il regno celeste. Gesù Cristo è l’unico nome sotto i cieli per il quale possiamo essere salvati. Porto la mia testimonianza certa sia della Sua divinità sia del Suo ruolo superno nel piano del Padre. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Dottrina e Alleanze 14:7; vedere anche Giovanni 17:3.

  2. Dottrina e Alleanze 76:79.

  3. Vedere Siate Fedeli – Riferimenti per lo studio del Vangelo [2004], 192–194.

  4. Merriam-Webster’s Collegiate Dictionary, undicesima edizione (2003), “stumbling block”.

  5. Merriam-Webster’s Collegiate Dictionary, “stumble”.

  6. Dottrina e Alleanze 93:36.

  7. Vedere Atti 9:1–9; 26:13–18.

  8. Vedere Frederic W. Farrar, The Life and Work of St. Paul (1898), 319.

  9. Vedere Farrar, The Life and Work of St. Paul, 319–320.

  10. 1 Corinzi 2:4–5.

  11. Vedere George Frideric Handel, Messiah, a cura di T. Tertius Noble (1912).

  12. 1 Corinzi 15:20–22, 55, 57.

  13. Will Durant, The Story of Civilization, vol. 3, Caesar and Christ (1944), 595.

  14. Heber C. Kimball, in Orson F. Whitney, Life of Heber C. Kimball (1945), 446.

  15. Neal A. Maxwell, “Siate di buon animo”, La Stella, aprile 1983, 142.

  16. Mosia 27:29.

  17. Alma 40:26.

  18. Alma 42:1. Nella dottrina della Chiesa, l’Espiazione è per tutto il genere umano e provvede anche a coloro che non sentono parlare di Cristo in questa vita, ai bambini che muoiono prima dell’età della responsabilità e a coloro che non sono capaci d’intendere (vedere Dottrina e Alleanze 29:46–50; 137:7–10).

  19. Alma 42:5.

  20. Alma 42:8.

  21. Alma 42:24.

  22. Robert Louis Stevenson, in Carla Carlisle, “A Banquet of Consequences”, Country Life, 6 luglio 2016, 48. La signora Carlisle attribuisce questa citazione a Robert Louis Stevenson. Altri non concordano con questa attribuzione.

  23. Alma 42:29.

  24. Giacobbe 4:14.

  25. In un articolo che ho scritto nel 2003 per le riviste della Chiesa ho evidenziato quattro aree che possono creare cecità teologica e diventare gli ostacoli descritti da Giacobbe: sostituzione delle verità del Vangelo con filosofie umane, estremismo evangelico, gesti eroici come sostitutivi della consacrazione quotidiana ed elevazione delle regole a scapito della dottrina (vedere “Guardare al di là del segno”, Liahona, marzo 2003, 21–24).

  26. Quentin L. Cook, “Guardare al di là del segno”, Liahona, marzo 2003, 22.

  27. Dottrina e Alleanze 10:68.

  28. Dottrina e Alleanze 76:79.

  29. Vedere 2 Nefi 31:17–21.

  30. Vedere 2 Nefi 31:20–21.

  31. Henry Ward Beecher, in Tryon Edwards, A Dictionary of Thoughts (1891), 586.

  32. Vedere 2 Nefi 31:21; Mosia 3:17.