2010–2019
Non guardatevi intorno; guardate in alto!
Aprile 2017


11:31

Non guardatevi intorno; guardate in alto!

Invitare gli altri a venire a Cristo è il nostro scopo, e possiamo adempierlo guardando in alto, a Gesù Cristo.

Il mio scopo è “invitare le persone a venire a Cristo”, e questo è anche il vostro scopo. Possiamo realizzarlo guardando in alto, a Gesù Cristo.

La famiglia dell’anziano Choi

Sono stato battezzato insieme ai miei genitori quando avevo sedici anni. Il mio fratello minore, Kyung-Hwan, che all’epoca aveva quattordici anni, si era unito alla Chiesa tramite mio zio Young Jik Lee e ci aveva invitato ad andare nella sua chiesa. Ognuno dei dieci membri della nostra famiglia apparteneva a una chiesa diversa, quindi fummo felici di trovare la verità e, dopo essere stati battezzati, volevamo condividere la felicità che avevamo scoperto nel vangelo di Gesù Cristo.

Il padre dell’anziano Choi con altre persone

Tra di noi, mio padre era il più entusiasta di imparare la verità e di condividerla. Ogni giorno era solito alzarsi al mattino presto per studiare le Scritture per più di due ore. Quasi ogni giorno, dopo il lavoro, andava con i missionari a trovare i nostri familiari, i nostri amici e i nostri vicini. Sette mesi dopo il nostro battesimo, ventitré tra i nostri familiari e parenti diventarono membri della Chiesa. L’anno dopo vi fu il miracolo di vedere centotrenta persone battezzarsi grazie al lavoro membro-missionario svolto da mio padre.

Gli inizi dell’opera missionaria
Opera missionaria estesa

Per lui era importante anche la storia familiare e completò otto generazioni dei nostri antenati. Da allora in poi, i frutti della conversione della nostra famiglia — partita dal mio fratello di quattordici anni — si sono moltiplicati in modi innumerevoli non solo tra i vivi, ma anche tra i defunti. Proseguendo il lavoro svolto da mio padre e da altri, il nostro albero genealogico comprende ora trentadue generazioni e stiamo completando il lavoro di tempio per molti rami dell’albero. Oggi provo un sentimento di meraviglia e di grande gioia nell’unire i nostri antenati e i nostri discendenti.

Storia familiare estesa

Il presidente Gordon B. Hinckley ha raccontato un’esperienza simile avvenuta nel Tempio di Columbus, in Ohio:

“Riflettendo sulla vita [del mio bisnonno, di mio nonno e di mio padre] mentre ero seduto nel tempio, pensai a mia figlia, a sua figlia […] e ai figli [di lei], che sono miei pronipoti. Mi resi improvvisamente conto che mi trovavo in mezzo a queste sette generazioni: tre prima di me e tre dopo di me.

In quella casa [sacra e santa] sentii passarmi per la mente la percezione dell’enorme dovere che ho di trasmettere tutto quanto ho ricevuto in eredità dai miei antenati alle generazioni che sono giunte dopo di me”.

Tra le nostre generazioni

Tutti noi facciamo parte di una famiglia eterna. Il nostro ruolo può rappresentare un punto di svolta nel quale possono avvenire cambiamenti di rilievo in modi positivi o negativi. Il presidente Hinckley ha continuato dicendo: “Non permettete mai a voi stessi di diventare un anello debole nella catena delle vostre generazioni”. La vostra fedeltà nel Vangelo rafforzerà la vostra famiglia. In che modo possiamo assicurarci di essere un anello forte nella nostra famiglia eterna?

Un giorno, pochi mesi dopo il mio battesimo, sentii alcuni membri criticarsi a vicenda in chiesa. Rimasi molto deluso. Andai a casa e dissi a mio padre che forse non sarei più dovuto andare in chiesa. Era dura vedere dei membri della Chiesa criticarsi a vicenda in quel modo. Dopo avermi ascoltato, mio padre mi insegnò che il Vangelo è stato restaurato ed è perfetto, ma che i membri della Chiesa, lui ed io compresi, non sono ancora perfetti. Con tono fermo, mi disse: “Non perdere la tua fede a causa delle persone intorno a te, ma instaura un rapporto saldo con Gesù Cristo. Non guardarti intorno; guarda in alto!”.

Il saggio consiglio che mi dette mio padre, ovvero di guardare in alto, a Gesù Cristo, rafforza la mia fede ogni volta che nella vita affronto delle difficoltà. Mio padre mi ha insegnato come mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo, così come leggiamo in queste parole: “Guardate a me in ogni pensiero; non dubitate, non temete”.

Missionari al Tempio di Seattle, Washington (USA)

Quando ero presidente della Missione di Seattle, nello Stato di Washington, pioveva per molti giorni all’anno. Ciononostante, ai nostri missionari era stato insegnato di uscire e di fare proselitismo sotto la pioggia. Di solito dicevo loro: “Uscite sotto la pioggia, guardate al cielo, aprite la bocca e bevete! Quando guarderete in alto, vi sarà data la forza di parlare a tutti senza alcun timore”. Era una lezione simbolica per insegnare loro a guardare in alto di fronte alle difficoltà, anche dopo la loro missione. Vi prego di non provare a farlo in zone inquinate.

Sempre durante il mio servizio nella Missione di Seattle, un giorno ricevetti una telefonata dal mio figlio più grande, Sunbeam, che è un pianista. Mi disse che avrebbe avuto il privilegio di suonare alla Carnegie Hall a New York perché aveva vinto un concorso internazionale. Eravamo felicissimi e molto emozionati per lui. Quella sera tuttavia, mentre pregavamo con gratitudine, mia moglie si rese conto che non avremmo potuto unirci a lui per il suo concerto e disse al Padre Celeste qualcosa come: “Padre Celeste, sono grata per la benedizione che hai dato a Sunbeam. A proposito, mi dispiace non poterci andare. Sarei potuta andare se Tu avessi concesso questa benedizione prima o dopo questa missione. Non mi sto lamentando, ma provo un po’ di dispiacere”.

Non appena ebbe terminato la preghiera, mia moglie udì una voce ben distinta: “A tuo figlio è stato dato questo privilegio perché tu stai servendo qui e dunque non puoi andare. Preferiresti fare a cambio?”.

Mia moglie rimase sorpresa. Sapeva che i figli sarebbero stati benedetti tramite gli sforzi fedeli che i genitori compivano nel regno del Signore, ma questa era la prima volta che comprendeva il proprio ruolo in modo così chiaro. Rispose subito al Padre Celeste, dicendo: “No, no, per me va bene non andarci. Lascia che lui abbia quell’onore”.

Cari fratelli e care sorelle, non è facile per noi riconoscere l’amore del Padre Celeste quando ci guardiamo attorno con i nostri occhi terreni, perché per prima cosa vediamo disagi, perdite, fardelli o solitudine. D’altro canto, quando guardiamo in alto possiamo vedere le benedizioni che si trovano al di là della nostra percezione visiva. Il Signore ha rivelato: “Quando otteniamo una qualche benedizione da Dio, è mediante l’obbedienza a quella legge su cui essa è basata”. Mi rivolgo a tutti coloro che s’imbarcano in un qualunque servizio di Dio: sappiate che rappresentate un punto di collegamento saldo per consentire a chi è venuto prima di voi e alle generazioni che verranno dopo di voi di ricevere grandi benedizioni.

Oggi sono grato di vedere che molti dei nostri familiari sono fedeli sul sentiero dell’alleanza, ma mi rattrista immaginare che possano esserci dei posti vuoti accanto a noi. L’anziano M. Russell Ballard ha detto: “Se scegliete di diventare inattivi o di lasciare la Chiesa restaurata di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, dove ve ne andrete? Che cosa farete? La decisione di ‘non [andar] più’ con i membri della Chiesa e con i dirigenti scelti dal Signore avrà un impatto a lungo termine che non sempre si riesce a vedere nell’immediato”. Il presidente Thomas S. Monson ci ha esortato a scegliere “sempre ciò che è giusto, anche se difficile, invece di ciò che è sbagliato, perché è facile”.

Non è mai troppo tardi per guardare in alto, a Gesù Cristo. Le Sue braccia sono sempre aperte per voi. Vi sono generazioni passate e future che dipendono dal fatto che noi seguiamo Cristo in modo che possiamo essere una famiglia eterna di Dio.

Quando sono stato rilasciato dalla mia chiamata di presidente di palo i miei figli erano entusiasti all’idea di trascorrere più tempo con me. Tre settimane dopo sono stato chiamato come Settanta. All’inizio ho pensato che sarebbero rimasti delusi, ma la risposta umile del mio figlio più piccolo è stata: “Non preoccuparti, papà. Siamo una famiglia eterna”. Quale verità semplice e chiara è questa! Io ero un po’ preoccupato perché guardavo intorno pensando prima a questa vita terrena, ma mio figlio era felice perché non si guardava intorno, bensì guardava in alto con gli occhi rivolti all’eternità e ai propositi del Signore.

Non è sempre facile guardare in alto quando i vostri genitori sono contrari al Vangelo, quando siete membri di una piccola unità della Chiesa, quando il vostro coniuge non è membro della Chiesa, quando siete ancora single pur avendo fatto del vostro meglio per potervi sposare, quando un figlio si è smarrito, quando siete un genitore solo, quando avete difficoltà fisiche o emotive, quando siete vittime di una calamità, e così via. In questi momenti difficili, tenetevi stretti alla vostra fede. Guardate in alto, a Cristo, per trovare forza, equilibrio e guarigione. Mediante il potere dell’Espiazione di Gesù Cristo, “ogni cosa coopererà al [vostro] bene”.

Rendo testimonianza di Gesù Cristo, che Egli è il nostro Salvatore e Redentore. Quando seguiamo il nostro profeta vivente, il presidente Thomas S. Monson, noi guardiamo in alto, a Gesù Cristo. Quando preghiamo e studiamo le Scritture ogni giorno, e quando prendiamo il sacramento con intento reale ogni settimana, riceviamo la forza di guardare, sempre in alto, di guardare a Lui. Sono felice di essere un membro di questa Chiesa e di far parte di una famiglia eterna. Amo condividere questo grandioso Vangelo con gli altri. Invitare gli altri a venire a Cristo è il nostro scopo, e possiamo adempierlo guardando in alto, a Gesù Cristo. Rendo umilmente testimonianza di queste cose nel nome di Gesù Cristo. Amen.