Richiamare il potere di Gesù Cristo nella nostra vita
Il vangelo di Gesù Cristo è colmo del Suo potere, che è disponibile a ogni figlia e a ogni figlio di Dio che lo cerca con impegno.
Miei cari fratelli e mie care sorelle, viviamo in una dispensazione molto difficile. Le difficoltà, le controversie e le complessità vorticano intorno a noi. Questi tempi turbolenti erano stati predetti dal Salvatore. Egli avvertì che ai nostri giorni l’avversario avrebbe aizzato all’ira i cuori degli uomini e li avrebbe sviati. Eppure, il nostro Padre Celeste non ha mai voluto che affrontassimo da soli questo labirinto di problemi personali e questioni sociali.
Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo per aiutarci. E Suo Figlio, Gesù Cristo, ha dato la Sua vita per noi. Tutto questo affinché noi potessimo avere accesso al potere divino — un potere sufficiente per sopportare i fardelli e affrontare gli ostacoli e le tentazioni dei nostri giorni. Oggi vorrei parlare di come possiamo richiamare nella nostra vita il potere del nostro Signore e Maestro, Gesù Cristo.
Cominciamo imparando a conoscerLo meglio. “È impossibile per [noi] essere [salvati] nell’ignoranza”. Più cose conosciamo sul ministero e sulla missione del Salvatore — più comprendiamo la Sua dottrina e ciò che Egli ha fatto per noi — più sappiamo che Egli può fornirci il potere di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.
Agli inizi di quest’anno, ho chiesto ai giovani adulti della Chiesa di consacrare una parte del loro tempo ogni settimana a studiare tutto quello che Gesù disse e fece e che è riportato nelle opere canoniche. Li ho invitati a lasciare che le citazioni scritturali su Gesù Cristo contenute nella Topical Guide diventassero il loro materiale di studio principale.
Ho lanciato questa sfida perché io stesso l’avevo già accettata. Ho letto e sottolineato ogni versetto citato riguardante Gesù Cristo, così come riportato nell’intestazione principale e nei 57 sottotitoli della Topical Guide. Una volta finito questo avvincente esercizio, mia moglie mi ha chiesto quale impatto avesse avuto su di me. Le ho detto: “Sono un uomo diverso!”.
Ho provato una rinnovata devozione nei confronti del Salvatore rileggendo nel Libro di Mormon le dichiarazioni che Egli stesso fece riguardo alla Sua missione nella vita terrena. Egli dichiarò:
“Sono venuto nel mondo per fare la volontà del Padre mio, perché mio Padre mi ha mandato.
E mio Padre mi ha mandato, affinché fossi innalzato sulla croce”.
Come membri della Chiesa, chiamiamo la Sua missione “l’Espiazione di Gesù Cristo”, la quale ha reso la risurrezione una realtà per tutti e ha reso possibile la vita eterna per coloro che si pentono dei propri peccati e che ricevono e osservano le ordinanze e le alleanze fondamentali.
Parlare del sacrificio espiatorio del Signore con espressioni sbrigative come “l’Espiazione”, “il potere capacitante dell’Espiazione”, “applicare l’Espiazione” o “essere rafforzati dall’Espiazione” è dottrinalmente incompleto. Queste espressioni presentano il rischio reale di sviare la fede trattando l’evento come se avesse di per sé vita e capacità indipendenti dal nostro Padre Celeste e da Suo Figlio, Gesù Cristo.
Nel grande piano eterno del Padre, è il Salvatore che ha sofferto. È il Salvatore che ha spezzato i legami della morte. È il Salvatore che ha pagato il prezzo dei nostri peccati e delle nostre trasgressioni, e che li ha cancellati a condizione che ci pentiamo. È il Salvatore che ci libera dalla morte fisica e dalla morte spirituale.
Non esiste alcuna entità amorfa chiamata “Espiazione” che possiamo invocare per ottenere soccorso, guarigione, perdono o potere. Gesù Cristo è la fonte. Termini sacri come Espiazione e Risurrezione descrivono quello che il Salvatore fece, in accordo con il piano del Padre, così che noi potessimo vivere con speranza in questa vita e potessimo ottenere la vita eterna nel mondo a venire. Comprendiamo e apprezziamo al meglio il sacrificio espiatorio del Salvatore — l’atto centrale di tutta la storia dell’umanità — quando lo colleghiamo espressamente e chiaramente a Lui.
L’importanza della missione del Salvatore fu sottolineata dal profeta Joseph Smith, che disse enfaticamente: “I principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti riguardo a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo; tutte le altre cose inerenti alla nostra religione sono soltanto un complemento di ciò”.
Fu proprio questa dichiarazione del Profeta a spingere quindici profeti, veggenti e rivelatori a stilare e firmare la loro testimonianza per commemorare il duemillesimo anniversario della nascita del Signore. Quella storica testimonianza è intitolata “Il Cristo vivente”. Molti membri hanno memorizzato le verità in essa contenute. Altri ne conoscono appena l’esistenza. Vi esorto a studiare “Il Cristo vivente” mentre cercate di imparare più cose su Gesù Cristo.
Quando investiamo il nostro tempo per imparare di più riguardo al Salvatore e al Suo sacrificio espiatorio, siamo spinti a essere partecipi di un altro elemento chiave per avere accesso al Suo potere: scegliamo di avere fede in Lui e di seguirLo.
I veri discepoli di Gesù Cristo sono disposti a distinguersi, a farsi sentire e a essere differenti dalle persone del mondo. Sono impavidi, devoti e coraggiosi. Sono venuto a conoscenza di discepoli di questo genere durante un incarico che ho svolto di recente in Messico, dove ho incontrato sia dei funzionari del governo che dei dirigenti di altre confessioni religiose. Ognuno di loro mi ha ringraziato per gli sforzi eroici e coronati da successo che i nostri membri compiono nel loro paese per proteggere e mantenere solidi i matrimoni e le famiglie.
Diventare dei discepoli così forti non è né facile né automatico. La nostra determinazione deve essere saldamente ancorata al Salvatore e al Suo vangelo. Cercare di guardare a Lui in ogni pensiero è mentalmente impegnativo. Quando lo facciamo, però, i nostri dubbi e le nostre paure svaniscono.
Recentemente sono venuto a conoscenza di una giovane lauretta coraggiosa. Era stata invitata a rappresentare il suo liceo in una competizione a livello statale la stessa sera in cui aveva preso l’impegno di partecipare a una riunione della Società di Soccorso di palo. Quando si è resa conto del problema e ha spiegato ai responsabili della competizione che sarebbe dovuta andare via prima per partecipare a una riunione importante, le è stato risposto che se lo avesse fatto sarebbe stata squalificata.
Che cosa ha fatto questa lauretta? Ha onorato l’impegno preso di partecipare alla riunione della Società di Soccorso. Come promesso, è stata squalificata dalla competizione a livello statale. Quando le è stato chiesto il motivo della sua decisione ha risposto semplicemente: “Beh, la Chiesa è più importante, no?”.
La fede in Gesù Cristo ci porta a fare cose che altrimenti non faremmo. La fede che ci spinge ad agire ci dà maggiore accesso al Suo potere.
Aumentiamo il potere del Salvatore nella nostra vita anche quando stringiamo sacre alleanze e le onoriamo con meticolosità. Le nostre alleanze ci legano a Lui e ci danno potere divino. In quanto discepoli fedeli, ci pentiamo e Lo seguiamo nelle acque del battesimo. Camminiamo lungo il sentiero delle alleanze per ricevere altre ordinanze fondamentali. Siamo grati del fatto che il piano di Dio permette che queste benedizioni siano estese agli antenati che sono morti senza avere l’opportunità di riceverle durante la vita terrena.
Uomini e donne fedeli alle alleanze cercano dei modi per mantenersi immacolati dal mondo, così che nulla possa impedire loro l’accesso al potere del Salvatore. Recentemente una madre e moglie fedele ha scritto: “Questi sono tempi travagliati e pericolosi. Quanto siamo benedetti ad avere una maggiore conoscenza del piano di salvezza e la guida ispirata dei nostri amorevoli profeti, apostoli e dirigenti che ci aiutano a navigare in sicurezza in queste acque tempestose. In famiglia abbiamo abbandonato l’abitudine di accendere la radio ogni mattina. Adesso, invece, ascoltiamo un discorso della Conferenza generale dai nostri cellulari mentre ci prepariamo per una nuova giornata”.
Un altro elemento per richiamare il potere del Salvatore nella nostra vita consiste nel volgerci a Lui con fede. Per farlo è necessario uno sforzo diligente e concentrato.
Vi ricordate la storia nella Bibbia della donna che per dodici anni aveva sofferto di un problema debilitante? Ella esercitò grande fede nel Salvatore esclamando: “Se riesco a toccare non foss’altro che le sue vesti, sarò salva”.
Questa donna fedele e determinata dovette tendere la mano più che poté per avere accesso al Suo potere. Il suo sforzo fisico simboleggiava il suo sforzo spirituale.
Molti di noi hanno gridato dal profondo del proprio cuore una variante delle parole della donna: “Se riuscissi a tendermi spiritualmente abbastanza da richiamare il potere del Salvatore nella mia vita, saprei come gestire questa situazione straziante. Saprei cosa fare. E avrei il potere per farlo”.
Quando cercate il potere del Signore nella vostra vita con la stessa intensità con cui una persona che sta annegando e boccheggiando cerca di respirare, il potere di Gesù Cristo è vostro. Quando il Salvatore sa che volete davvero protendervi verso di Lui — quando può sentire che il più grande desiderio del vostro cuore è di richiamare il Suo potere nella vostra vita — lo Spirito Santo vi guida a sapere esattamente che cosa dovete fare.
Quando vi sforzerete spiritualmente più di quanto abbiate mai fatto prima, il Suo potere fluirà in voi. E allora comprenderete il profondo significato delle parole che cantiamo nell’inno “Lo Spirito arde”:
Il vangelo di Gesù Cristo è colmo del Suo potere, che è disponibile a ogni figlia e a ogni figlio di Dio che lo cerca con impegno. Attesto che quando richiamiamo il Suo potere nella nostra vita, sia Lui che noi proviamo gioia.
Essendo uno dei Suoi testimoni speciali, io proclamo che Dio vive! Gesù è il Cristo! La Sua Chiesa è stata restaurata sulla terra. Oggi il profeta di Dio sulla terra è il presidente Thomas S. Monson, che io sostengo con tutto il mio cuore. Questo io attesto, insieme al mio amore per ognuno di voi e lasciandovi la mia benedizione, nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.