L’amor perfetto caccia via la paura
Lasciamo da parte le nostre paure e viviamo invece con gioia, con umiltà, con speranza e con la coraggiosa fiducia che il Signore è con noi.
Miei amati fratelli e mie amate sorelle, cari amici, quale onore e gioia è riunirci come Chiesa mondiale, uniti nella nostra fede e nel nostro amore per Dio e per i Suoi figli.
Sono particolarmente lieto per la presenza del nostro amato profeta, Thomas S. Monson. Presidente, avremo sempre a cuore le sue parole di guida, consiglio e saggezza. Le vogliamo bene, presidente Monson, e preghiamo sempre per lei.
Anni fa, mentre servivo come presidente di palo a Francoforte, in Germania, una cara sorella scontenta si avvicinò a me alla fine di una delle nostre riunioni di palo.
“Non è terribile?”, disse. “C’erano almeno quattro o cinque persone profondamente addormentate durante il suo discorso!”.
Ci pensai un attimo e risposi: “Sono quasi sicuro che dormire in chiesa sia uno dei modi più salutari di dormire”.
La mia meravigliosa moglie, Harriet, aveva casualmente ascoltato la discussione e in seguito mi disse che fu una delle risposte più gentili che io avessi mai dato.
Il grande risveglio
Alcuni secoli fa, nelle campagne del Nord America, si diffuse un movimento chiamato il “Grande risveglio”. Uno dei suoi obiettivi principali era quello di svegliare le persone che sembravano dormire riguardo alle questioni spirituali.
Il giovane Joseph Smith fu influenzato da ciò che aveva ascoltato dai predicatori che facevano parte di questo risveglio religioso. Questo è uno dei motivi per cui decise di cercare ferventemente la volontà del Signore tramite la preghiera personale.
Questi predicatori usavano uno stile oratorio drammatico e commovente nei loro sermoni, che erano noti per la loro pesante enfasi sul fiammeggiante orrore dell’inferno che attende il peccatore. I loro discorsi non facevano addormentare chi li ascoltava, ma potrebbero aver causato qualche incubo. Il loro scopo e il loro metodo sembravano mirare a spaventare la gente per spingerla ad andare in chiesa.
La paura come manipolazione
Storicamente, la paura è stata spesso usata come metodo per spingere le persone ad agire. I genitori l’hanno usata con i figli, i datori di lavoro con i dipendenti e i politici con gli elettori.
Gli esperti di marketing conoscono il potere della paura e spesso lo sfruttano. Ecco perché alcune pubblicità sembrano trasmettere il messaggio implicito secondo cui, se non compriamo quei cereali, quel nuovo video-game o l’ultimo modello di quel cellulare, corriamo il rischio di vivere in modo miserevole e di morire soli e infelici.
Noi ci sorridiamo sopra e pensiamo che non cadremo mai in tale manipolazione, ma a volte succede. Peggio ancora, a volte usiamo metodi simili per spingere gli altri a fare quello che vogliamo noi.
Oggi il mio messaggio ha due propositi: il primo è quello di esortarci a pensare e a valutare fino a che punto noi usiamo la paura per motivare gli altri e noi stessi. Il secondo è quello di suggerire una via migliore.
Il problema della paura
In primo luogo, consideriamo il problema della paura. Dopotutto, chi di noi non è mai stato spinto dalla paura a mangiare meglio, ad allacciare la cintura di sicurezza, a fare più esercizio fisico, a risparmiare o addirittura a pentirsi?
È vero che la paura può avere una grande influenza sulle nostre azioni e sul nostro comportamento. Quest’influenza, tuttavia, tende a essere temporanea e superficiale. Raramente la paura ha il potere di cambiare il nostro cuore, inoltre non ci trasformerà mai in persone che amano ciò che è giusto e che vogliono obbedire al Padre Celeste.
Per paura, le persone possono dire e fare le cose giuste, ma non sentire le cose giuste. Spesso si sentono impotenti e irritate, persino arrabbiate. Col tempo, questi sentimenti portano alla sfiducia, a un atteggiamento di sfida e persino alla ribellione.
Purtroppo, questo approccio non corretto alla vita e alla dirigenza non si limita al mondo secolare. Mi addolora sentire che vi sono membri della Chiesa che esercitano un dominio ingiusto — non importa se in famiglia, nelle chiamate, al lavoro o nelle interazioni quotidiane con il prossimo.
Spesso le persone possono condannare il bullismo negli altri, ma non riescono a vederlo in se stesse. Pretendono che ci si adegui alle loro regole arbitrarie ma, quando gli altri non le seguono, esse li redarguiscono verbalmente, emotivamente e, a volte, anche fisicamente.
Il Signore ha detto che “quando cominciamo […] a esercitare controllo, o dominio, o coercizione sull’anima dei figlioli degli uomini con un qualsiasi grado di iniquità, […] i cieli si ritirano [e] lo Spirito del Signore è afflitto”.
Possono esserci momenti in cui siamo tentati di giustificare le nostre azioni credendo che il fine giustifichi i mezzi. Potremmo addirittura pensare che essere dispotici con gli altri, manipolarli e trattarli con asprezza sia per il loro bene. Non è così, perché il Signore ha spiegato chiaramente che “il frutto dello Spirito […] è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza [e] temperanza”.
Una via migliore
Più conosco il mio Padre Celeste, più mi accorgo di come ispira e guida i Suoi figli. Egli non è irascibile o vendicativo né usa la ritorsione. Il Suo vero scopo — la Sua opera e la Sua gloria — è quello di educarci, di esaltarci e di guidarci alla Sua pienezza.
Dio si descrisse a Mosè come “misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà”.
L’amore che il Padre in cielo prova per noi, che siamo Suoi figli, sorpassa grandemente la nostra capacità di comprensione.
Questo vuol forse dire che Dio condona o tollera i comportamenti contrari ai Suoi comandamenti? No, assolutamente no!
Egli, però, non vuole cambiare soltanto il nostro comportamento. Vuole cambiare la nostra stessa natura. Vuole cambiare il nostro cuore.
Vuole che ci protendiamo e afferriamo saldamente la verga di ferro, che affrontiamo le nostre paure e che avanziamo coraggiosamente lungo il sentiero stretto e angusto. Desidera tutto questo per noi perché ci ama e perché questa è la via per la felicità.
Quindi, in che modo Dio motiva oggi i Suoi figli a seguirLo?
Egli ha mandato Suo Figlio!
Dio ha mandato il Suo Unigenito Figliolo, Gesù Cristo, a mostrarci la retta via.
Dio motiva tramite la persuasione, la longanimità, la gentilezza, la mitezza e l’amore non finto. Dio è al nostro fianco. Egli ci ama, e quando inciampiamo vuole che ci rialziamo, che ci riproviamo e diventiamo più forti.
Egli è il nostro mentore.
Egli è la nostra grande e preziosa speranza.
Vuole stimolarci con la fede.
Confida che noi impareremo dai nostri sbagli e prenderemo le decisioni corrette.
Che cosa dire a proposito dei mali del mondo?
Uno dei modi in cui Satana vuole che noi manipoliamo gli altri è quello di parlare sempre dei mali del mondo e perfino di esagerarli.
Sicuramente il nostro mondo è sempre stato, e continuerà ad essere, imperfetto. Troppe persone innocenti soffrono a causa delle forze della natura, oltre che della disumanità dell’uomo. La corruzione e la malvagità dei nostri giorni sono uniche e allarmanti.
Nonostante tutto, però, non cambierei il poter vivere in quest’epoca con nessun’altra epoca nella storia del mondo. Siamo benedetti oltre ogni misura di vivere in un tempo di prosperità, d’ispirazione e di vantaggi senza eguali. Soprattutto, siamo benedetti di avere la pienezza del vangelo di Gesù Cristo, che ci dà una prospettiva unica dei pericoli del mondo e ci mostra come evitarli o come affrontarli.
Quando penso a queste benedizioni, desidero inginocchiarmi e lodare il nostro Padre Celeste per il Suo amore infinito verso tutti i Suoi figli.
Non credo che Dio voglia che i Suoi figli abbiano timore o pensino soltanto ai mali del mondo. “Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d’amore e di correzione”.
Egli ci ha dato moltissimi motivi per gioire. Dobbiamo soltanto trovarli e riconoscerli. Il Signore ci ricorda spesso di “non temere” e di essere “di buon animo”, dicendoci: “Non temere, o piccol gregge”.
Il Signore combatterà le nostre battaglie
Fratelli e sorelle, noi siamo il “piccol gregge” del Signore. Noi siamo i Santi degli Ultimi Giorni. Nel nostro appellativo è insito l’impegno di attendere con ansia il ritorno del Salvatore e di preparare noi stessi e il mondo a riceverLo. Pertanto, serviamo Dio e amiamo il nostro prossimo. Facciamolo con naturale fiducia, con umiltà, senza denigrare altre religioni o altri gruppi di persone. Fratelli e sorelle, ci è stato dato l’incarico di studiare la parola di Dio e di dare ascolto alla voce dello Spirito per poter “riconoscere i segni dei tempi e i segni della venuta del Figlio dell’Uomo”.
Pertanto, non siamo ciechi ai problemi del mondo né inconsapevoli delle difficoltà dei nostri giorni. Questo, però, non vuol dire che dovremmo caricare noi stessi e gli altri del fardello di una paura costante. Piuttosto che soffermarci sull’immensità dei nostri problemi, non sarebbe meglio concentrarci sulla grandezza e sulla bontà infinite del nostro Dio e sul Suo potere assoluto, avendo fiducia in Lui e preparandoci con cuore gioioso al ritorno di Gesù, il Cristo?
Quale Suo popolo dell’alleanza, non dobbiamo essere paralizzati dalla paura che possano accadere delle cose brutte. Piuttosto, quando affrontiamo le difficoltà e le opportunità future, possiamo andare avanti con fede, coraggio, determinazione e fiducia in Dio.
Non siamo soli sul sentiero del discepolato. “L’Eterno, il tuo Dio, è quegli che cammina teco; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà”.
“L’Eterno combatterà per voi, e voi ve ne starete queti”.
Contro la paura, troviamo il coraggio, mobilitiamo la nostra fede e abbiamo fiducia nella promessa che “nessun’arma fabbricata contro di te riuscirà”.
Viviamo in un’epoca di pericoli e agitazione? Certo.
Dio stesso ha detto: “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo”.
Possiamo esercitare la fede necessaria per credere e per agire di conseguenza? Possiamo vivere all’altezza dei nostri impegni e delle nostre sacre alleanze? Possiamo obbedire ai comandamenti di Dio anche in situazioni difficili? Certo che possiamo!
Possiamo farlo poiché Dio ha promesso: “Tutte le cose coopereranno per il vostro bene, se camminerete rettamente”. Quindi, lasciamo da parte le nostre paure e viviamo invece con gioia, con umiltà, con speranza e con la coraggiosa fiducia che il Signore è con noi.
L’amor perfetto caccia via la paura
Miei cari amici, miei cari fratelli e mie care sorelle in Cristo, se mai ci troviamo a vivere nella paura o con l’ansia, oppure se ci capita di percepire che le nostre parole, i nostri atteggiamenti o le nostre azioni portano gli altri ad avere paura, prego con tutta la forza della mia anima che possiamo liberarci di questa paura grazie all’antidoto fornitoci divinamente: il puro amore di Cristo, poiché “l’amor perfetto caccia via la paura”.
L’amore perfetto di Cristo sconfigge la tentazione di fare del male, di obbligare, di commettere atti di bullismo o di opprimere.
L’amore perfetto di Cristo ci permette di camminare con umiltà, con dignità e con coraggiosa fiducia in quanto seguaci del nostro amato Salvatore. L’amore perfetto di Cristo ci infonde la fiducia di spingerci innanzi nonostante le nostre paure e di riporre la nostra fiducia più completa nel potere e nella bontà del nostro Padre Celeste e di Suo Figlio, Gesù Cristo.
Nella nostra famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle chiamate della Chiesa, nel nostro cuore, rimpiazziamo la paura con l’amore perfetto di Cristo. L’amore di Cristo sostituirà la paura con la fede!
Il Suo amore ci permetterà di riconoscere, di confidare e di avere fede nella bontà del nostro Padre Celeste, nel Suo piano divino, nel Suo vangelo e nei Suoi comandamenti. Amare Dio e il nostro prossimo trasformerà la nostra obbedienza ai comandamenti di Dio in una benedizione invece che in un fardello. L’amore di Cristo ci aiuterà a diventare un po’ più gentili, a perdonare di più, a essere più premurosi verso gli altri e a dedicarci di più alla Sua opera.
Se riempiremo il nostro cuore con l’amore di Cristo, ci risveglieremo con una rinnovata freschezza spirituale e cammineremo con gioia e con fiducia, desti e vivificati nella luce e nella gloria del nostro amato Salvatore, Gesù Cristo.
Attesto, come ha fatto l’apostolo Giovanni, che “nell’amore [di Cristo] non c’è paura”. Fratelli e sorelle, cari amici, Dio vi conosce perfettamente. Egli vi ama in modo perfetto. Sa cosa il futuro ha in serbo per voi. Egli vuole che non temiate, che abbiate fede e che “[dimoriate] nel suo amore [perfetto]”. Questa è la mia preghiera e la mia benedizione. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.