2010–2019
Nutrirsi abbondantemente delle parole di Cristo
Conferenza generale di aprile 2019


9:37

Nutrirsi abbondantemente delle parole di Cristo

Se prepareremo il nostro cuore, le parole di Cristo ci daranno nutrimento abbondante in ogni momento e in ogni occasione.

Il nostro Padre Celeste ci ama. Egli ha creato un piano perfetto affinché potessimo godere delle Sue benedizioni. In questa vita siamo tutti invitati a venire a Cristo e a ricevere il vangelo restaurato di Gesù Cristo battezzandoci, ricevendo il dono dello Spirito Santo e vivendo fedelmente il Vangelo. Nefi descrive il nostro impegno a essere battezzati come un entrare in un “sentiero stretto e angusto” e ci ricorda di continuare a “[spingerci] innanzi con costanza in Cristo, [nutrendoci] abbondantemente della parola di Cristo, e [perseverando] fino alla fine” per poter ricevere tutte le benedizioni che il Padre Celeste ha in serbo per noi (2 Nefi 31:19–20).

Inoltre, Nefi ci ricorda che se ci “[nutriremo] abbondantemente delle parole di Cristo”, esse “[ci] diranno ogni cosa, tutte le cose che [dovremo] fare” (2 Nefi 32:3) e avremo il potere di prevalere sui “dardi feroci dell’avversario” (1 Nefi 15:24).

Che cosa significa nutrirci abbondantemente?

Da piccolo pensavo che un banchetto fosse semplicemente un grosso pasto con riso, sushi e salsa di soia. Ora so che banchettare significa di più che godersi un pasto delizioso. È un’esperienza di gioia, nutrimento, celebrazione, condivisione, dimostrazione di amore per i familiari e per le persone care, un’occasione per ringraziare Dio e costruire rapporti mentre si apprezza tanto cibo incredibilmente buono. Credo che quando ci nutriamo abbondantemente delle parole di Cristo dovremmo pensare a questo stesso tipo di esperienza. Nutrirci abbondantemente delle Scritture non significa solo leggerle. Dovrebbe portarci una gioia reale e costruire il nostro rapporto con il Salvatore.

Questo viene insegnato chiaramente nel Libro di Mormon. Ripensate al sogno di Lehi, in cui egli vide un albero “il cui frutto [è] desiderabile per rendere felici”. Questo frutto rappresenta l’amore di Dio e, quando lo assaggiò, Lehi lo trovò “dolcissimo più di ogni altro che [avesse] mai assaggiato prima”. “Riempì la [sua] anima d’una immensa a gioia” e Lehi volle condividerlo con la sua famiglia (1 Nefi 8:10–12).

Quando partecipiamo a un banchetto, ci potremmo rendere conto che la quantità o il tipo di cibo che abbiamo dinanzi può non avere importanza se i nostri cuori sono colmi di gratitudine. La famiglia di Lehi viveva di carne cruda nel deserto, ma Nefi descrisse così questa difficile prova: “Grandi furono le benedizioni del Signore”, tanto che “le nostre donne […] erano forti” e riuscivano “a sopportare il loro viaggio senza mormorare” (1 Nefi 17:1–2).

A volte in un banchetto si sperimenta e si assaggia. Alma parla di un buon seme che viene piantato nel nostro cuore. Quando lo mettiamo alla prova, ci accorgiamo che “comincia a [esserci delizioso]” (vedere Alma 32:28–33).

Nutrirsi abbondantemente delle parole di Cristo

Le benedizioni che derivano dal nutrirsi abbondantemente delle parole di Cristo sono potenti e possono cambiare la vita. In particolare, ve ne sono tre che vorrei invitarvi ad applicare alla vostra vita.

Primo, le parole di Cristo possono aiutarci ad “aumentare la [nostra] capacità spirituale di ricevere la rivelazione” (Russell M. Nelson, “Rivelazione per la Chiesa, rivelazione per la nostra vita”, Liahona, maggio 2018, 95) e possono guidarci in sicurezza nella nostra vita. Mormon insegna che le parole di Cristo “[tendono] grandemente a condurre il popolo a fare ciò che [è] giusto” e che sono più potenti di qualsiasi spada (Alma 31:5). Quando ho cercato la saggezza di Dio mentre affrontavo le mie difficoltà personali, mettendo alla prova la “virtù della parola di Dio” (Alma 31:5) mi sono sempre sentito ispirato e capace di prendere decisioni sagge, di superare le tentazioni e di benedire la mia vita con una maggiore fede in Cristo e un maggior amore per chi mi circonda. Il nostro profeta, Russell M. Nelson, ci ha insegnato che “nei giorni a venire, non sarà possibile sopravvivere spiritualmente senza la guida, la direzione, il conforto e l’influenza costante dello Spirito Santo” (“Rivelazione per la Chiesa, rivelazione per la nostra vita”, 96). La rivelazione necessaria giungerà quando metteremo alla prova la “virtù della parola”, e quella parola sarà più potente di qualsiasi altra cosa potremmo provare o immaginare.

Secondo, quando ci scontriamo contro la nostra stessa identità o la mancanza di autostima, “la piacevole parola di Dio” (Giacobbe 2:8) contenuta nelle Scritture ci aiuterà a sapere chi siamo davvero e ci darà una forza superiore a quella che abbiamo. Riconoscere la mia identità di figlio di Dio è stato uno dei momenti più dolci che abbia mai vissuto. Nei primi anni della mia adolescenza non sapevo nulla degli insegnamenti del Salvatore. La prima volta che ho letto il Nuovo Testamento le parole di Cristo hanno guarito la mia anima ferita. Ho imparato che non ero da solo e che sono un figlio di Dio. Riconoscendo la mia vera identità agli occhi di Dio, ho riconosciuto il mio potenziale, che è infinito tramite l’Espiazione di Cristo.

Anche Enos ha condiviso la sua personale esperienza di illuminazione che giunge meditando sulle parole di Cristo. Poiché aveva lasciato che le parole che il padre gli aveva insegnato “riguardo alla vita eterna e alla gioia dei santi [penetrassero] profondamente nel [suo] cuore”, la sua anima “era affamata; e [Enos cadde] in ginocchio dinanzi al [suo] Creatore […] in fervente preghiera (Enos 1:3–4). Durante quella preghiera, egli giunse alla conoscenza del Salvatore e imparò che abbiamo un grande valore, che siamo amati, che possiamo essere perdonati dei nostri errori e che siamo davvero figli di Dio.

Terzo, grazie alle parole di Cristo possiamo elevare la vita degli altri. Proprio come le parole di Cristo toccarono il cuore di Enos in un momento e in un luogo specifici, il Signore farà la sua parte e toccherà il cuore delle persone con cui desideriamo condividere il Vangelo. Molti di noi possono essersi sentiti scoraggiati quando hanno cercato di invitare qualcuno ad ascoltare il Vangelo, perché il risultato che speravano non è arrivato. A prescindere dal risultato, il Signore ci invita ad aprire la bocca e a condividere il messaggio del Vangelo con gli altri.

Due anni fa il Signore ha toccato il cuore della mia cara madre, e questo l’ha aiutata a decidere di ricevere l’ordinanza del battesimo. Avevo aspettato quel giorno per quasi trentacinque anni. Affinché prendesse questa decisione, molti membri della Chiesa le hanno ministrato proprio come avrebbe fatto Gesù. Una domenica mia madre ha sentito che sarebbe dovuta andare in chiesa. Ha seguito quella sensazione. Mentre sedeva in prima fila aspettando che iniziasse la riunione sacramentale, un bambino di quattro anni si è messo davanti a lei e l’ha guardata. Lei lo ha salutato con un sorriso. All’improvviso il bambino se n’è andato ed è tornato al proprio posto, dalla parte opposta della fila in cui era seduta mia madre. Quel bambino ha preso qualcosa dalla sedia, è ritornato da mia madre, le ha consegnato un innario ed è tornato al proprio posto. Mia madre ha notato che ogni due sedie nella cappella c’era un innario. Avrebbe potuto tranquillamente prenderne uno dalla sedia accanto alla sua. Tuttavia è rimasta molto colpita dall’innocente atto di gentilezza che quel bambino aveva imparato a casa e in chiesa. È stato un momento dolce per lei. Ha avuto la forte impressione che Dio la stava invitando a venire e a seguire il Salvatore. Ha sentito di doversi battezzare. Quel bambino non cercava un riconoscimento per il suo gesto, ma ha fatto semplicemente del suo meglio per vivere la parola di Dio e amare il suo prossimo. La sua gentilezza ha provocato in mia madre un importante cambiamento di cuore.

Le parole di Cristo toccheranno profondamente il cuore e apriranno gli occhi di coloro che ancora non Lo vedono. Sulla strada per Emmaus, due discepoli camminavano insieme a Gesù. Erano tristi e non capivano che il Salvatore aveva trionfato sulla morte. Nel loro dolore, non riconobbero che il Cristo vivente stava camminando insieme a loro. Anche se Gesù “spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano”, essi continuarono a non riconoscerLo come Salvatore risorto finché non si sedettero e spezzarono il pane con Lui. Solo allora i loro “occhi” si aprirono. Quando noi — o i nostri amici, conoscenti e vicini — ci nutriamo e spezziamo il pane con Lui, gli occhi della nostra comprensione si aprono. Quando a Emmaus rifletterono sul tempo trascorso con il Salvatore risorto, i discepoli dissero che i loro cuori ardevano mentre Egli spiegava loro le Scritture (vedere Luca 24:27–32). Succederà anche a tutti noi.

Conclusione

In conclusione, rendo la mia testimonianza del fatto che, se prepareremo il nostro cuore a riceverle, le parole di Cristo ci daranno nutrimento abbondante in ogni momento e in ogni occasione. Nutrirci abbondantemente delle parole di Cristo ci porterà la rivelazione vitale per la nostra vita, riconfermerà la nostra vera identità di figli di Dio e il nostro valore ai Suoi occhi, e condurrà i nostri amici a Cristo e alla vita eterna. Permettetemi di concludere ripetendo l’invito di Nefi: “Dovete spingervi innanzi con costanza in Cristo, avendo un perfetto fulgore di speranza e amore verso Dio e verso tutti gli uomini. Pertanto, se vi spingerete innanzi nutrendovi abbondantemente della parola di Cristo, e persevererete fino alla fine, ecco, così dice il Padre: Avrete la vita eterna” (2 Nefi 31:20). Nel nome di Gesù Cristo. Amen.