Confidate nell’Eterno
L’unica certezza su cui possiamo fare affidamento è confidare nell’Eterno e nell’amore che nutre per i Suoi figli.
Miei cari fratelli e mie care sorelle, sarà una lettera che ho ricevuto qualche tempo fa a introdurre l’argomento del mio discorso. La donna che l’ha scritta stava valutando se sposarsi al tempio con un uomo la cui compagna eterna era deceduta. Ella sarebbe stata una seconda moglie. Si chiedeva se nella prossima vita sarebbe stata in grado di avere una casa tutta sua o se avrebbe dovuto vivere con il marito e la prima moglie. Io le ho semplicemente risposto di confidare nell’Eterno.
Continuo con un’esperienza che ho sentito da un amico che apprezzo molto, e che racconto con il suo permesso. Dopo la morte dell’amata moglie e madre dei suoi figli, un padre si era risposato. Alcuni figli, ormai adulti, si erano fermamente opposti al matrimonio e avevano cercato la guida di un loro parente stretto nonché rispettato dirigente della Chiesa. Dopo aver ascoltato le ragioni delle loro obiezioni, basate sulle condizioni e sui rapporti nel regno degli spiriti o nei regni di gloria che seguiranno il Giudizio finale, questo dirigente ha detto: “Vi preoccupate per le cose sbagliate. Dovreste preoccuparvi di raggiungere voi quei posti. Concentratevi su questo. Se riuscirete ad arrivarci, tutto questo sarà molto più meraviglioso di quanto possiate immaginare”.
Che insegnamento confortante! Confidate nell’Eterno!
A motivo delle lettere che ho ricevuto, so che anche altre persone sono turbate da domande riguardanti il mondo degli spiriti che abiteremo una volta morti, prima di risorgere. Alcuni presumono che molte delle circostanze e delle questioni temporali che viviamo in questa vita terrena continueranno nel mondo degli spiriti. Che cosa sappiamo davvero sulle condizioni nel mondo degli spiriti? Credo che un articolo riguardante questo argomento, scritto da un professore di religione della BYU, abbia colto nel segno: “Se ci chiediamo che cosa sappiamo sul mondo degli spiriti basandoci sulle opere canoniche, la risposta è: ‘Non tanto quanto spesso crediamo’”.
Naturalmente, dalle Scritture apprendiamo che dopo la morte del nostro corpo, noi continuiamo a vivere come spiriti nel mondo degli spiriti. Le Scritture insegnano anche che il mondo degli spiriti è diviso tra coloro che nel corso della vita sono stati “retti” o “giusti” e coloro che sono stati malvagi. Spiegano anche che alcuni spiriti fedeli insegnano il Vangelo a coloro che sono stati malvagi o ribelli (vedere 1 Pietro 3:19; Dottrina e Alleanze 138:19–20, 29, 32, 37). Soprattutto, la rivelazione moderna indica che l’opera di salvezza prosegue nel mondo degli spiriti (vedere Dottrina e Alleanze 138:30–34, 58) e, sebbene siamo sollecitati a non procrastinare il nostro pentimento durante la vita terrena (vedere Alma 13:27), ci viene anche insegnato che in quel luogo è possibile una certa misura di pentimento (vedere Dottrina e Alleanze 138:58).
L’opera di salvezza nel mondo degli spiriti consiste nel liberare le anime da quella che le Scritture definiscono spesso come “schiavitù”. Nel mondo degli spiriti tutti sono in una qualche forma di schiavitù. La grande rivelazione del presidente Joseph F. Smith, canonizzata nella sezione 138 di Dottrina e Alleanze, dichiara che i morti che erano stati retti, che erano in attesa della Risurrezione (vedere Dottrina e Alleanze 138:16) in uno stato di “pace” (Dottrina e Alleanze 138:22), “avevano considerato la lunga assenza del loro spirito dal loro corpo come una schiavitù” (Dottrina e Alleanze 138:50).
I malvagi soffrono un ulteriore tipo di schiavitù. A motivo dei peccati di cui non si sono pentiti, sono in quello che l’apostolo Paolo ha definito un “carcere” spirituale (1 Pietro 3:19; vedere anche Dottrina e Alleanze 138:42). Questi spiriti vengono descritti come “legati” o “prigionieri” (Dottrina e Alleanze 138:31, 42), o “scacciati nelle tenebre di fuori” mentre aspettano la risurrezione e il giudizio con “pianti, lamenti e stridor di denti” (Alma 40:13–14).
La risurrezione nel mondo degli spiriti è garantita a tutti dalla risurrezione di Gesù Cristo (vedere 1 Corinzi 15:22), sebbene avvenga in tempi diversi e per gruppi diversi. Fino a quel momento stabilito, ciò che le Scritture ci dicono riguardo a ciò che succede nel mondo degli spiriti riguarda soprattutto l’opera di salvezza. È rivelato poco altro. Il Vangelo è predicato all’ignaro, all’impenitente e al ribelle, in modo che possano essere liberati dalla loro schiavitù e avanzare verso le benedizioni che un amorevole Padre Celeste ha in serbo per loro.
La schiavitù del mondo degli spiriti che si applica alle anime convertite dei giusti consiste nel loro dover aspettare — e forse persino essere autorizzate a sollecitare — che sulla terra vengano celebrate le loro ordinanze per procura, in modo che possano essere battezzati e godere delle benedizioni dello Spirito Santo (vedere Dottrina e Alleanze 138:30–37; 57–58). Inoltre, queste ordinanze terrene celebrate per procura danno loro il potere di spingersi innanzi sotto l’autorità del sacerdozio per infoltire le schiere di giusti che possono predicare il Vangelo agli spiriti in prigione.
Al di là di queste informazioni basilari, il nostro canone di Scritture contiene molto poco riguardo al mondo degli spiriti che segue la morte e che precede il Giudizio finale. Allora che cos’altro sappiamo del mondo degli spiriti? Molti membri della Chiesa hanno avuto delle visioni e altri delle ispirazioni che hanno fatto loro sapere come funzionano e come sono organizzate le cose nel mondo degli spiriti, ma queste esperienze spirituali personali non devono essere intese né insegnate come dottrina ufficiale della Chiesa. E, naturalmente, esistono numerose speculazioni di membri e non, presentate in pubblicazioni come i libri sulle esperienze di premorte.
A questo riguardo, è importante ricordare i saggi avvertimenti dati dall’anziano D. Todd Christofferson e dall’anziano Neil L. Andersen in conferenze generali precedenti. L’anziano Christofferson ha insegnato: “Dobbiamo ricordare che non tutte le dichiarazioni fatte da un dirigente della Chiesa, passato o attuale, sono necessariamente dottrina. Nella Chiesa si è ben coscienti che una dichiarazione fatta da un dirigente in una singola occasione spesso rappresenta un’opinione personale, benché ponderata, e non diventa ufficiale o vincolante per l’intera Chiesa”.
Durante la conferenza successiva, l’anziano Andersen ha insegnato questo principio: “La dottrina viene insegnata da tutti i quindici membri della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici. Non è nascosta in un oscuro paragrafo di un solo discorso”. Il proclama sulla famiglia, firmato da tutti i quindici profeti, veggenti e rivelatori, è una magnifica dimostrazione di questo principio.
Oltre a qualcosa di tanto formale quanto il proclama sulla famiglia, sono un esempio di tutto questo anche gli insegnamenti profetici dei presidenti della Chiesa confermati da altri profeti e apostoli. Riguardo alle condizioni del mondo degli spiriti, verso la fine del suo ministero il profeta Joseph Smith ha lasciato due insegnamenti che sono stati spesso insegnati dai suoi successori. Uno di questi insegnamenti è contenuto nel Sermone per King Follet, in cui viene spiegato che i familiari che sono stati giusti staranno insieme nel regno degli spiriti. Un altro è la dichiarazione fatta a un funerale nell’ultimo anno della sua vita: “Gli spiriti dei giusti sono elevati a un’opera più grande e più gloriosa [nel] mondo degli spiriti. […] Essi non sono lontani da noi, e conoscono e capiscono i nostri pensieri, sentimenti e gesti, addolorandosene spesso”.
Quindi, come rispondere a una domanda come quella a cui ho fatto cenno all’inizio, riguardante dove vivono gli spiriti? Se quella domanda vi sembra strana o frivola, pensate a molte delle vostre domande, o perfino a quelle a cui siete stati tentati di rispondere basandovi su qualcosa che avevate sentito da un’altra persona in qualche occasione precedente. Per tutte le domande riguardo al mondo degli spiriti vi suggerisco due risposte. Primo, ricordate che Dio ama i Suoi figli e sicuramente farà ciò che è meglio per ciascuno di noi. Secondo, ricordate questo noto insegnamento contenuto nella Bibbia, che mi è stato estremamente utile per moltissime domande senza risposta:
“Confidati nell’Eterno con tutto il tuo cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento.
Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:5–6).
In modo simile, Nefi conclude il suo grande salmo con queste parole: “O Signore, in te io ho confidato, e in te confiderò per sempre. Non porrò la mia fiducia nel braccio di carne” (2 Nefi 4:34).
In cuor nostro, tutti possiamo porci domande riguardo alle condizioni del mondo degli spiriti, o perfino esaminare queste o altre domande senza risposta in famiglia o in altre circostanze private. Ma non permettiamo a noi stessi di insegnare o utilizzare come dottrina ufficiale ciò che non rispetta lo standard della dottrina ufficiale. Farlo non promuove l’opera di Dio e potrebbe perfino scoraggiare le persone dal cercare di essere consolate o edificate attraverso la rivelazione personale che il piano del Signore fornisce a ciascuno di noi. Fare troppo affidamento sugli insegnamenti o sulle speculazioni personali può perfino distogliere la nostra concentrazione dall’apprendimento e da quegli sforzi che sicuramente promuoveranno la nostra comprensione e ci aiuteranno a proseguire sul sentiero dell’alleanza.
Quello di confidare nel Signore è un insegnamento vero e diffuso nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. È stato l’insegnamento dato da Joseph Smith quando i primi santi affrontarono gravi persecuzioni e ostacoli apparentemente insormontabili. Questo è ancora il miglior principio che possiamo applicare quando il nostro impegno a imparare e i nostri tentativi di trovare conforto sono ostacolati da questioni non ancora rivelate o non adottate come dottrina ufficiale della Chiesa.
Questo stesso principio si applica alle domande senza risposta relative al suggellamento nella prossima vita o agli aggiustamenti desiderati a causa di eventi o trasgressioni avvenuti nella vita terrena. C’è talmente tanto che non conosciamo che l’unica certezza su cui fare affidamento è confidare nell’Eterno e nell’amore che nutre per i Suoi figli.
In conclusione, ciò che sappiamo del mondo degli spiriti è che lì continua l’opera di salvezza del Padre e del Figlio. Il nostro Salvatore ha iniziato l’opera di proclamare la libertà ai prigionieri (vedere 1 Pietro 3:18–19, 4:6; Dottrina e Alleanze 138:6–11, 18–21, 28–37) e quest’opera continua poiché messaggeri degni e qualificati continuano a predicare il Vangelo, incluso il pentimento, a coloro che hanno ancora bisogno del suo potere purificatore (vedere Dottrina e Alleanze 138:57). L’obiettivo di tutto questo viene descritto nella dottrina ufficiale della Chiesa, data nella rivelazione moderna.
“I morti che si pentono saranno redenti tramite l’obbedienza alle ordinanze della casa di Dio,
E dopo che avranno pagato la pena per le loro trasgressioni e saranno stati purificati, riceveranno una ricompensa secondo le loro opere, poiché sono eredi della salvezza” (Dottrina e Alleanze 138:58–59).
Il dovere di ciascuno di noi è insegnare la dottrina del vangelo restaurato, osservare i comandamenti, amarci e aiutarci gli uni gli altri e compiere l’opera di salvezza nei sacri templi.
Attesto la verità di ciò che ho detto qui e delle verità che sono state insegnate e che saranno insegnate durante questa conferenza. Tutto ciò è reso possibile grazie all’Espiazione di Gesù Cristo. Come sappiamo dalla rivelazione moderna, Egli “glorifica il Padre, e salva tutte le opere delle sue mani” (Dottrina e Alleanze 76:43; enfasi aggiunta). Nel nome di Gesù Cristo. Amen.