2010–2019
Frutto
Conferenza generale di ottobre 2019


13:28

Frutto

Tenete gli occhi e il cuore incentrati sul Salvatore Gesù Cristo e sulla gioia eterna che giunge solo tramite Lui.

So quello che state pensando! Soltanto un altro oratore e poi ci parlerà il presidente Nelson. Nella speranza di mantenere vivo il vostro interesse per qualche minuto mentre attendiamo il nostro amato profeta, ho scelto un tema molto invitante: il mio argomento è la frutta.

Frutta

Con il colore, la consistenza e la dolcezza dei frutti di bosco, delle banane, delle angurie, dei manghi o di frutta più esotica come il kiwano o la melagrana, la frutta è da tempo una prelibatezza molto apprezzata.

Durante il Suo ministero terreno, il Salvatore paragonò i buoni frutti a cose di valore eterno. Egli disse: “Voi li riconoscerete dai loro frutti”. “Ogni albero buono fa frutti buoni”. Egli ci esorta a raccogliere “frutto per la vita eterna”.

In un sogno vivido che tutti conosciamo bene, nel Libro di Mormon, il profeta Lehi si ritrova in “un deserto oscuro e desolato”. Vi troviamo dell’acqua impura, una bruma tenebrosa, strade sconosciute e cammini proibiti, oltre a una verga di ferro che costeggia un sentiero stretto e angusto che conduce a un bellissimo albero con un “frutto [che rende] felici”. Nel raccontare il sogno, Lehi dice: “Mangiai del suo frutto, […] che era dolcissimo più di ogni altro che avessi mai assaggiato. […] [Ed] esso riempì la mia anima d’una immensa gioia”. Questo frutto era “desiderabile più di ogni altro frutto”.

L’albero della vita con il suo frutto delizioso

Il significato dell’albero e del frutto

Che cosa simboleggia questo albero con il suo frutto preziosissimo? Rappresenta “[l’]amore di Dio” e proclama il meraviglioso piano di redenzione del nostro Padre Celeste. “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.

Questo frutto prezioso simboleggia le meravigliose benedizioni dell’incomparabile Espiazione del Salvatore. Non solo dopo la nostra vita terrena vivremo di nuovo ma, tramite la nostra fede in Gesù Cristo, il nostro pentimento e la nostra osservanza dei comandamenti, possiamo essere perdonati dei nostri peccati e, un giorno, stare candidi e puri dinanzi a nostro Padre e a Suo Figlio.

Mangiare il frutto dell’albero simboleggia, inoltre, il fatto di accettare le ordinanze e le alleanze del vangelo restaurato: essere battezzati, ricevere il dono dello Spirito Santo, ed entrare nella casa del Signore per essere investiti di potere dall’alto. Tramite la grazia di Gesù Cristo e facendo onore alle nostre alleanze riceviamo la promessa incommensurabile di vivere con la nostra famiglia retta per tutta l’eternità.

Non c’è da sorprendersi che l’angelo abbia descritto il frutto come “[il più gioioso] per l’anima”. Lo è davvero!

La sfida di restare fedele

Come tutti abbiamo imparato, anche dopo aver gustato il frutto prezioso del vangelo restaurato, non è comunque facile restare leali e fedeli al Signore Gesù Cristo. Come già detto molte volte in questa conferenza, continuiamo ad affrontare distrazioni e inganni, confusione e tumulto, lusinghe e tentazioni che cercano di trascinare via il nostro cuore dal Salvatore e dalle gioie e dalle cose belle che abbiamo vissuto seguendoLo.

A causa di queste avversità, il sogno di Lehi comprende anche un avvertimento! Sull’altra sponda del fiume c’è un edificio spazioso in cui persone di ogni età puntano il dito contro i retti seguaci di Gesù Cristo, deridendoli e schernendoli.

Le persone nell’edificio si fanno beffe e ridono di coloro che osservano i comandamenti, sperando di screditare e deridere la loro fede in Gesù Cristo e nel Suo vangelo. A causa degli attacchi verbali di dubbio e disprezzo scagliati contro i credenti, alcuni di coloro che hanno gustato il frutto cominciano a vergognarsi del Vangelo che una volta avevano abbracciato. Le false attrazioni del mondo li seducono; essi voltano le spalle all’albero e al frutto e, secondo le parole delle Scritture, “si [sviano] su cammini proibiti e si [perdono]”.

Nel nostro mondo, oggi, le squadre edili dell’avversario stanno facendo gli straordinari per ampliare in fretta l’edificio grande e spazioso. L’espansione ha raggiunto l’altra sponda del fiume nella speranza di inghiottire le nostre case, mentre coloro che puntano il dito e deridono gridano giorno e notte attraverso i loro megafoni su Internet.

Il presidente Nelson ha spiegato: “L’avversario sta quadruplicando i suoi sforzi per mandare in frantumi testimonianze e impedire l’opera del Signore”. Ricordiamo le parole di Lehi: “Noi non prestammo loro attenzione”.

Anche se non dobbiamo temere, dobbiamo stare in guardia. A volte, delle cose piccole possono sovvertire il nostro equilibrio spirituale. Vi esorto a non permettere alle vostre domande, agli insulti altrui, ad amici privi di fede oppure a spiacevoli errori e delusioni di allontanarvi dalle benedizioni dolci, pure e soddisfacenti per l’anima derivanti dal prezioso frutto dell’albero. Tenete gli occhi e il cuore incentrati sul Salvatore Gesù Cristo e sulla gioia eterna che giunge solo tramite Lui.

La fede di Jason Hall

A giugno, io e mia moglie, Kathy, abbiamo partecipato al funerale di Jason Hall. Al tempo della sua dipartita, aveva 48 anni e serviva come presidente di un quorum degli anziani.

Queste sono le parole di Jason riguardo a un evento che cambiò la sua vita:

“[All’età di quindici anni] ho [avuto] un incidente facendo un tuffo. […] Mi sono [rotto] il collo e sono rimasto paralizzato dal torace in giù. Ho perso completamente il controllo delle gambe e parzialmente il controllo delle braccia. Non potevo più camminare, stare in piedi […] o mangiare da solo. Riuscivo appena a respirare o a parlare”.

‘Caro Padre [nei cieli]’, supplicavo, ‘se solo potessi avere le mie mani, so che potrei farcela. Ti prego, Padre, ti prego. […]

[…] Tieni le mie gambe, Padre; [prego] solo di poter usare le mie mani’”.

Jason non ha mai riacquistato l’uso delle mani. Riuscite a sentire le voci provenienti dall’edificio spazioso? “Jason Hall, Dio non ascolta le tue preghiere! Se Dio è un Dio amorevole, come ha potuto lasciarti in queste condizioni? Perché avere fede in Cristo?”. Jason Hall ha udito le loro voci, ma non vi ha prestato ascolto. Invece, si è nutrito abbondantemente del frutto dell’albero. La sua fede in Gesù Cristo è diventata inamovibile. Si è laureato e ha sposato Kolette Coleman nel tempio, definendola l’amore della sua vita. Dopo sedici anni di matrimonio, un altro miracolo: è nato il loro adorato figlio, Coleman.

Jason e Kolette Hall
La famiglia Hall

Come hanno accresciuto la loro fede? Kolette ha spiegato: “Abbiamo confidato nel piano di Dio. E ci ha dato speranza. Sapevamo che [in un giorno futuro] Jason sarebbe guarito completamente. […] Sapevamo che Dio ci ha dato un Salvatore, il cui sacrificio espiatorio ci consente di continuare a guardare avanti quando vogliamo arrenderci”.

Coleman Hall

Parlando al funerale di Jason, Coleman, di dieci anni, ha detto che suo padre gli ha insegnato che “il Padre Celeste [ha] un piano per noi, [che] la vita sulla terra sarebbe stata fantastica, e che avremmo potuto vivere all’interno di famiglie. […] Però […] avremmo dovuto affrontare cose difficili e avremmo fatto degli errori”.

Coleman ha proseguito: “Il Padre Celeste ha mandato Suo Figlio, Gesù, sulla terra. Il Suo compito era di essere perfetto; di guarire le persone; di amarle; e poi, di soffrire per tutti i nostri dolori, tutte le nostre sofferenze e tutti i nostri peccati. Poi è morto per noi”. Coleman ha poi aggiunto: “Poiché ha fatto questo, Gesù sa come mi sento adesso.

Tre giorni dopo essere morto, Gesù […] è tornato in vita con il Suo corpo perfetto. Questo è importante per me perché so che […] il corpo di mio [padre] sarà perfetto e che vivremo insieme come famiglia”.

La famiglia Hall

Coleman ha concluso dicendo: “Ogni sera, fin da quando ero piccolo, mio padre mi diceva: ‘Papà ti ama, il Padre Celeste ti ama, e tu sei un bravo bambino’”.

La gioia viene a motivo di Gesù Cristo

Il presidente Russell M. Nelson ha descritto il motivo per cui la famiglia Hall prova gioia e speranza. Ha dichiarato:

“La gioia che proviamo ha poco a che fare con le circostanze in cui viviamo ma dipende totalmente da ciò su cui incentriamo la nostra vita.

Quando incentriamo la nostra vita sul piano di salvezza di Dio […] e su Gesù Cristo e sul Suo vangelo, possiamo provare gioia a prescindere da ciò che sta accadendo — o non accadendo — in essa. La gioia scaturisce da Lui e grazie a Lui. Egli è la fonte di tutta la gioia. […]

Se guardiamo al mondo […], non conosceremo mai la gioia. […] [La gioia è] un dono che deriva dal tentare intenzionalmente di vivere una vita retta, come insegnato da Gesù Cristo”.

La promessa per chi torna

Se siete rimasti per qualche tempo senza il frutto dell’albero, sappiate, vi prego, che le braccia del Salvatore sono sempre protese verso di voi. Egli invita con amore a “pentirsi e venire a [Lui]”. Il Suo frutto è abbondante e sempre di stagione. Non può essere acquistato col denaro e non viene negato a nessuno che lo desideri sinceramente.

Se desiderate tornare all’albero e gustare nuovamente il frutto, cominciate col pregare il vostro Padre Celeste. Credete in Gesù Cristo e nel potere del Suo sacrificio espiatorio. Vi prometto che, se guarderete al Salvatore “in ogni pensiero”, il frutto dell’albero sarà nuovamente vostro, delizioso al vostro gusto, gioioso per la vostra anima, “il più grande di tutti i doni di Dio”.

L’anziano Andersen con membri della Chiesa portoghesi alla dedicazione del Tempio di Lisbona

Esattamente tre settimane fa ho visto la gioia del frutto del Salvatore nella sua piena espressione quando io e Kathy abbiamo partecipato alla dedicazione del Tempio di Lisbona, in Portogallo. Il Portogallo ha avuto accesso alle verità del vangelo restaurato nel 1975, quando è stata sancita la libertà di religione. Molti santi nobili che per primi avevano gustato il frutto quando non c’erano congregazioni né cappelle né un tempio a meno di 1600 chilometri di distanza hanno gioito con noi per il fatto che il prezioso frutto dell’albero si trovi ora in una casa del Signore a Lisbona. Quanto onoro e ammiro questi santi degli ultimi giorni che hanno mantenuto il proprio cuore ancorato al Salvatore!

Il Salvatore ha detto: “Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla”.

Questa mattina, rivolgendosi ai membri della Chiesa in tutto il mondo, il presidente Nelson ha detto: “Miei cari fratelli e mie care sorelle, voi siete modelli viventi dei frutti che nascono dal seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo”. Poi ha aggiunto: “Vi ringrazio! Vi voglio bene!”.

Le vogliamo bene, presidente Nelson.

Io sono un testimone oculare del potere della rivelazione che è posto sul nostro amato presidente. Egli è il profeta di Dio. Come Lehi nell’antichità, il presidente Russell M. Nelson invita noi e tutta la famiglia di Dio a venire e a mangiare il frutto dell’albero. Possiamo noi avere l’umiltà e la forza di seguire i suoi consigli.

Attesto umilmente che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Il Suo amore, il Suo potere e la Sua grazia portano a tutti cose di valore duraturo. Di questo rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Matteo 7:16.

  2. Matteo 7:17.

  3. Giovanni 4:36.

  4. I primi di gennaio 2007, mentre preparavo un discorso che avrei fatto il 4 marzo 2007 alla Brigham Young University come membro della Presidenza dei Settanta, chiesi all’anziano David A. Bednar quale sarebbe stato l’argomento del discorso che lui avrebbe fatto nello stesso luogo il 4 febbraio 2007. Fui sorpreso quando mi rispose che il suo discorso avrebbe trattato il tema “tenersi saldi alla verga di ferro”. Era esattamente il titolo che avevo scelto per il mio discorso. Dopo aver letto l’uno il discorso dell’altro, ci rendemmo conto di aver adottato approcci diversi. Il suo discorso, dal titolo “A Reservoir of Living Water”, parlava della verga di ferro, ovvero la parola di Dio, come tema onnipresente nelle Scritture. Nel suo discorso chiese: “Stiamo leggendo, studiando e investigando le Scritture ogni giorno in una maniera che ci permetta di tenerci costantemente saldi alla verga di ferro?” (speeches.byu.edu).

    Poi, appena una settimana dopo la mia conversazione con l’anziano Bednar, il presidente Boyd K. Packer fece un discorso alla BYU dal titolo “Lehi’s Dream and You”. Il presidente Packer sottolineò che la verga di ferro rappresenta la rivelazione personale e l’ispirazione che ci giungono attraverso lo Spirito Santo. Disse: “Se vi terrete saldi alla verga di ferro, potrete sentire, grazie al dono dello Spirito Santo, il vostro progresso. […] Afferrate la verga di ferro, e non lasciatela andare. Attraverso il potere dello Spirito Santo, potrete sentire il vostro percorso nella vita” (16 gennaio 2017, speeches.byu.edu).

    Il mio argomento, “Hold Fast to the Words of the Prophets”, a marzo 2007, parlava della verga di ferro come rappresentante le parole dei profeti viventi (4 marzo 2007, speeches.byu.edu).

    Il collegamento tra questi tre discorsi non fu casuale. La mano del Signore fu in ciascuno di quei tre discorsi che, preparati per lo stesso gruppo di persone, individuarono tre aspetti della verga di ferro, ovvero la parola di Dio: (1) le Scritture, ovvero le parole dei profeti antichi; (2) le parole dei profeti viventi; e (3) il potere dello Spirito Santo. Per me fu un’esperienza importante di apprendimento.

  5. Vedere 1 Nefi 8:4–12.

  6. 1 Nefi 11:25.

  7. Giovanni 3:16.

  8. Vedere David A. Bednar, “Il sogno di Lehi: tenersi saldi alla verga di ferro”, Liahona, ottobre 2011, 32–37.

  9. 1 Nefi 11:23.

  10. 1 Nefi 8:28.

  11. Vedere Boyd K. Packer, “Lehi’s Dream and You” (riunione della Brigham Young University, 16 gennaio 2007), speeches.byu.edu.

  12. Russell M. Nelson, “Possiamo fare meglio ed essere migliori”, Liahona, maggio 2019, 68.

  13. 1 Nefi 8:33.

  14. Stephen Jason Hall, “The Gift of Home”, New Era, dicembre 1994, 12.

  15. Stephen Jason Hall, “Helping Hands”, New Era, ottobre 1995, 46, 47.

  16. Corrispondenza privata dell’anziano Andersen da parte di Kolette Hall.

  17. Corrispondenza privata dell’anziano Andersen da parte di Kolette Hall.

  18. Elogio funebre tenuto da Coleman Hall, condiviso con l’anziano Andersen da Kolette Hall.

  19. Russell M. Nelson, “Gioia e sopravvivenza spirituale”, Liahona, novembre 2016, 82, 84.

  20. 3 Nefi 21:6.

  21. Vedere 2 Nefi 26:25, 33.

  22. Dottrina e Alleanze 6:36.

  23. 1 Nefi 15:36.

  24. Giovanni 15:5.

  25. Russell M. Nelson, “Il secondo gran comandamento”, Liahona, novembre 2019, 100.