Convertiti italiani nel mondo
Sebbene la presenza della Chiesa in Italia sia stata limitata per quasi un secolo, tanti italiani si unirono ad essa in altri paesi. Molti di quei convertiti tornarono a casa, vissero il Vangelo e cercarono occasioni per condividere il messaggio con gli altri.
Nel 1951, Pietro e Felicita Snaidero fecero visita alla figlia e al genero a Cannes, in Francia. La figlia e il marito si erano da poco uniti alla Chiesa ed erano ansiosi di condividere la loro nuova fede. Gli Snaidero si convertirono, ma non poterono essere battezzati se non dopo il loro rientro a casa nel nord-est dell’Italia. La Missione Francese prese accordi in modo che li battezzasse Fabio Cagli, un membro che viveva nei pressi di Bologna e che si era unito alla Chiesa in Svizzera.
Anche se isolati dagli altri Santi degli Ultimi Giorni, gli Snaidero proclamarono con entusiasmo la loro nuova fede a chi era loro vicino. Presto ebbero un piccolo gruppo che si riuniva settimanalmente a casa loro. Un convertito, Luigi Pittini, percorreva molti chilometri in bicicletta ogni settimana per partecipare alle riunioni. Malgrado la sua età avanzata, Pittini mancò solo una volta in otto anni.
Negli anni ‘50 e ‘60, a mano a mano che sempre più italiani chiedevano di essere battezzati, la Missione Svizzera lavorò con Fabio Cagli e con altri per tradurre delle nuove edizioni del Libro di Mormon, di Dottrina e Alleanze e di Perla di Gran Prezzo. Nel 1964 i dirigenti di missione stabilirono un distretto italiano per sovrintendere ai rami di militari americani e per cominciare a insegnare agli italiani.
Circa nello stesso periodo, Antonio Larcher conobbe la Chiesa mentre viveva in Germania. “Il Vangelo ha toccato la mia anima”, scrisse ai familiari, “e ora vedo la mia vita come dovrebbe essere”. Lavorando con Ezra Taft Benson, allora apostolo e presidente della Missione Europea, Antonio mandò i missionari dalla sua famiglia, a Brescia. Nel 1964 suo fratello Leopoldo e la cognata, Maria, furono battezzati. Essi iniziarono subito a condividere il Vangelo con gli altri. Nel 1966 i Larcher avevano contribuito a portare nella Chiesa abbastanza convertiti da organizzare un ramo a Brescia, con Leopoldo Larcher come presidente.
Nel 1964, Giuseppina Oliva, che si era unita alla Chiesa quando viveva in Argentina, tornò a Palermo. Trovò un piccolo numero di Santi degli Ultimi Giorni, tra cui Vincenzo Di Francesca. Giuseppina condivise il Vangelo con suo fratello, Antonio Giurintano, e con un collega, Salvatore Ferrante. A maggio del 1966 a Palermo fu organizzato un ramo, e Antonio Giurintano fu chiamato come presidente. A giugno del 1967 Oliva fu chiamata come presidentessa della prima Società di Soccorso in Italia.
Quando, nel 1966, la Missione Italiana fu riaperta, questi fedeli convertiti italiani sparpagliati per tutto il paese diventarono il fondamento della Chiesa che iniziava a crescere in Italia.