Storia della Chiesa
Capitolo 6: Benedizioni in ogni dove


Capitolo 6

Benedizioni in ogni dove

prima pagina di un giornale nigeriano

Nella primavera del 1962, Ruth Funk, membro del consiglio dell’AMM delle Giovani Donne, era sommersa di lavoro. La conferenza annuale dell’AMM era alle porte e lei stava coproducendo un musical per l’evento. La conferenza, nata negli anni ’90 del 1800, attirava a Salt Lake City circa venticinquemila dirigenti dei giovani pronti a ricevere consigli e addestramento dai dirigenti generali della Chiesa. Ruth e i membri del suo comitato volevano organizzare un bello spettacolo per la conferenza, e imparavano man mano che ci lavoravano.

Mentre la prima esibizione si avvicinava, a Ruth fu chiesto di partecipare a una riunione su quelli che erano gli obiettivi della Chiesa. Non sapeva perché fosse stata invitata e non era entusiasta di andarci. Già così aveva a malapena il tempo di vedere suo marito, Marcus, e i loro quattro figli.

Eppure, la sera della riunione, Ruth si affrettò per potervi partecipare. Entrò in una stanza piena di persone, tra cui alcuni dirigenti generali della Chiesa, che parlavano degli obiettivi fondamentali della Chiesa. Reed Bradford, professore di sociologia della Brigham Young University, dirigeva la riunione.

All’inizio Ruth non disse nulla. Verso la fine della serata, però, Reed disse: “Sorella Funk, lei non ha espresso il suo pensiero”.

“Beh, provo sentimenti molto forti”, rispose. Come molte persone negli Stati Uniti e altrove, i membri della Chiesa erano sempre più preoccupati a causa del divorzio, della delinquenza giovanile e di altri problemi sociali. “Penso che si debba fare tutto il possibile per enfatizzare la forza della famiglia”, disse.

La riunione terminò e Ruth tornò alle sue altre responsabilità. In seguito, dopo la conclusione della conferenza dell’AMM e il successo del musical, ricevette una telefonata dall’apostolo Marion G. Romney. “Ruth”, disse, “la stiamo chiamando a servire nel Comitato di correlazione”.

Ruth ebbe un tuffo al cuore. “Che cos’è questa correlazione?”, chiese.

Lo scoprì poco dopo a una riunione di orientamento con l’anziano Harold B. Lee. Il comitato era principalmente responsabile di allineare tutti i corsi di studio della Chiesa ai principi basilari del Vangelo. Data la rapida diffusione della Chiesa in tutto il mondo, il programma poneva tuttavia anche nuova enfasi sul sacerdozio, sulla casa e sulla famiglia come punti centrali del vangelo restaurato di Gesù Cristo.

L’anziano Lee descrisse i comitati che supervisionavano i programmi degli adulti, dei giovani e dei bambini. Con sua sorpresa, Ruth fu chiamata nel comitato degli adulti nonostante i suoi anni di esperienza nel lavorare con i giovani. Come lei, gli altri membri del comitato — tre donne e cinque uomini — si stavano destreggiando tra carriera e responsabilità familiari. Il membro più giovane era il trentaquattrenne Thomas S. Monson, che aveva appena finito di servire come presidente della Missione canadese con sua moglie, Frances.

Col passare dei mesi, mentre il comitato iniziava a fare ricerche sui precedenti schemi delle lezioni della Chiesa, tutti furono incoraggiati a esprimere liberamente le proprie opinioni mentre discutevano sul futuro dei corsi di studio della Chiesa. Il comitato aveva davanti a sé anni di studio e di lavoro, ma Ruth era ansiosa di fare tutto il possibile per aiutare la Chiesa a progredire.


Altrove, presso la sede centrale della Chiesa, Henry D. Moyle — apostolo, uomo d’affari ed ex presidente del Programma di benessere della Chiesa — stava servendo come nuovo primo consigliere del presidente McKay.

Il profeta lo aveva inizialmente chiamato a servire nella presidenza insieme al primo consigliere J. Reuben Clark dopo la morte di Stephen L Richards, avvenuta nel maggio del 1959. Due anni dopo, la salute del presidente Clark cominciò a peggiorare perciò il presidente McKay aveva chiesto all’apostolo Hugh B. Brown di unirsi a loro nominandolo terzo consigliere della presidenza. A seguito della morte del presidente Clark, avvenuta nell’ottobre del 1961, il presidente McKay designò quindi il presidente Moyle e il presidente Brown rispettivamente come primo e secondo consigliere.

Quale primo consigliere della Prima Presidenza, il presidente Moyle fu coinvolto in tutti gli aspetti del programma missionario della Chiesa, un incarico che gli piaceva molto. Tante persone in tutto il mondo stavano dimostrando grande interesse verso il cristianesimo e il presidente Moyle aveva la responsabilità di assicurarsi che ogni missione raggiungesse efficacemente queste persone. Sotto la sua supervisione i battesimi crebbero di oltre il 300% in tutto il mondo e i missionari lavoravano in media 221 ore al mese — il 44% in più rispetto al 1960.

Grazie alla sua esperienza negli affari, il presidente Moyle sapeva apprezzare i numeri importanti e le grandi percentuali. Nell’opera missionaria, tuttavia, i numeri da soli significavano poco se le conversioni erano di breve durata. Il presidente Moyle voleva assicurarsi che le persone apportassero cambiamenti duraturi nella loro vita.

Come il presidente McKay, credeva che il giusto approccio alla condivisione del Vangelo fosse: “Ogni membro un missionario”. Tuttavia, era turbato dai numerosi problemi che sorgevano quando i giovani si univano alla Chiesa semplicemente per giocare nelle squadre di baseball dei missionari. Inoltre, era costernato quando le missioni davano più importanza ai numeri piuttosto che alla conversione sincera. Man mano che si incontrava con i missionari, li esortava a insegnare a famiglie e ad aiutare i convertiti a sentirsi benvenuti in Chiesa. Ribadiva che i giovani avevano bisogno del permesso dei loro genitori per essere battezzati.

Non molto tempo dopo l’organizzazione del Comitato di correlazione, il presidente Moyle partecipò a una riunione in cui l’anziano Harold B. Lee propose di ampliarne il programma e per includere l’opera missionaria. L’idea turbò il presidente Moyle. Aveva servito per molti anni con l’anziano Lee nel Programma di benessere della Chiesa e nel Quorum dei Dodici Apostoli, e lo considerava un caro amico. Tuttavia, anche se approvava altri aspetti della correlazione, non era d’accordo con lui su questo punto.

Da sempre l’opera missionaria era diretta dalla Prima Presidenza. Quest’ultima estendeva le chiamate in missione, assegnava i presidenti di missione e aveva una corrispondenza diretta con gli uffici delle missioni. Tuttavia, secondo la proposta dell’anziano Lee, il comitato missionario della Chiesa sarebbe stato diretto da un membro del Quorum dei Dodici Apostoli invece che da un consigliere della Prima Presidenza. I membri della presidenza avrebbero ricevuto rapporti scritti dagli apostoli che facevano visita alle missioni, oltre che rapporti verbali dai presidenti di missione di ritorno dal loro servizio, ma sarebbero stati sollevati dalla maggior parte delle responsabilità legate alla gestione diretta delle missioni.

Il 18 settembre, il presidente Moyle parlò con il presidente McKay del piano esteso di correlazione proposto dall’anziano Lee. Il sistema attuale funzionava bene, argomentò. “Se questo nuovo piano verrà adottato”, disse, “toglierà completamente l’opera missionaria dalle mani della Prima Presidenza”.

“È stata nelle nostre mani sin dall’organizzazione della Chiesa”, riconobbe il presidente McKay. Vista la crescita così rapida della Chiesa, la Prima Presidenza avrebbe comunque dovuto delegare di più le sue responsabilità entro breve. C’erano sessantaquattro missioni e più di diecimila missionari di cui prendersi cura — e questi numeri non potevano far altro che crescere. Il presidente Moyle e due assistenti stavano già dedicando molte ore a settimana solo a estendere le chiamate in missione. Stavano anche gestendo la corrispondenza apparentemente infinita con i presidenti di missione su questioni amministrative come l’acquisto di terreni per le case di riunione.

Il presidente McKay voleva che la Prima Presidenza continuasse a chiamare i nuovi presidenti di missione, proprio come aveva sempre fatto. Tuttavia, era aperto ai cambiamenti proposti dall’anziano Lee e voleva saperne di più al riguardo.


Alcuni mesi dopo, l’11 gennaio 1963, il Deseret News pubblicò un titolo inaspettato: “La Chiesa aprirà la Nigeria all’opera missionaria”.

L’annuncio arrivò pochi giorni dopo il ritorno dell’apostolo N. Eldon Tanner e di sua moglie, Sara, dall’Africa occidentale. Durante il viaggio, durato due settimane, l’anziano Tanner aveva parlato con diversi funzionari nigeriani, aveva incontrato centinaia di santi potenziali e aveva dedicato il paese alla predicazione del vangelo restaurato. Al ritorno dei Tanner nello Utah, il presidente McKay chiamò LaMar Williams e pochi altri a servire come missionari in Nigeria non appena avessero ottenuto il visto di viaggio.

Charles Agu, il dirigente di un gruppo di santi potenziali ad Aba, in Nigeria, gioì della notizia. La sua congregazione contava più di 150 persone e stava crescendo rapidamente. Quando LaMar visitò il paese nel 1961, Charles aveva stretto amicizia con lui e lo aveva accompagnato in alcune tappe del suo viaggio. Charles e la sua congregazione comprendevano bene il Vangelo e avevano una profonda fede nella Restaurazione. Prima che LaMar tornasse negli Stati Uniti, Charles scrisse un messaggio per il presidente McKay. “Noi crediamo che questa Chiesa abbia tutte le rivelazioni e le profezie richieste da Dio per guidare rettamente il Suo popolo”, testimoniò. “Perciò non rifiuteremo questa Chiesa per il fatto che il sacerdozio ci viene negato”.

Da allora, Charles e LaMar si scambiarono molte lettere e Charles non vedeva l’ora che LaMar tornasse e stabilisse ufficialmente la Chiesa in Africa occidentale. “Per tutti noi qui, questo è un momento di grandi aspettative”, scrisse a LaMar nel febbraio del 1963.

Poiché non poteva detenere il sacerdozio, Charles comprese che quando la Chiesa fosse stata stabilita in Nigeria non sarebbe stato in grado di servire come presidente di ramo. Durante la visita dell’anziano Tanner, tuttavia, l’apostolo aveva spiegato che Charles e altri dirigenti nigeriani avrebbero continuato a guidare le loro congregazioni come dirigenti di distretto o capigruppo non ordinati. I santi nigeriani avrebbero anche ricoperto tutte le chiamate che non richiedevano l’ordinazione al sacerdozio.

Con il passare delle settimane, Charles si aspettava di avere notizie dell’imminente arrivo di LaMar in Nigeria; tuttavia in quasi tutte le lettere che inviava, LaMar riferiva che stava aspettando che il governo nigeriano approvasse il suo visto di viaggio. Nessuno riusciva a spiegare le ragioni del ritardo.

Poi, a marzo, Charles si imbatté in un articolo sulla Chiesa pubblicato da un giornale chiamato Nigerian Outlook. Parlava di uno studente universitario nigeriano che aveva partecipato a una riunione dei Santi degli Ultimi Giorni in California. Durante la riunione, l’uomo era rimasto scioccato nell’apprendere le restrizioni sul sacerdozio e le giustificazioni usate per spiegarle.

“Non credo in un Dio i cui seguaci predicano la superiorità di una razza sull’altra”, scrisse l’uomo nel suo articolo. Credeva che permettere che la Chiesa fosse stabilita nel paese avrebbe arrecato un danno alla reputazione della Nigeria.

Erano passati solo pochi anni da quando la Nigeria aveva ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna e l’articolo rifletteva una diffusa diffidenza verso le influenze estere sul paese. Credendo che l’articolo avesse qualcosa a che fare con il ritardo del visto, Charles lo mandò a LaMar. Pensava che la presenza di un rappresentante ufficiale dalla sede centrale della Chiesa potesse contribuire a neutralizzare i danni causati dall’articolo.

LaMar non era d’accordo. I dirigenti della Chiesa avevano proposto una missione in Nigeria perché migliaia di nigeriani avevano cercato il vangelo restaurato con pazienza e persistenza. Secondo LaMar, se qualcuno doveva parlare in difesa della Chiesa in Nigeria, doveva essere un credente nigeriano. “Sono sicuro che tramite le vostre preghiere e la vostra ispirazione farete e direte quelle cose che convinceranno i dirigenti del governo della nostra sincerità”, scrisse.

Charles si riunì con Dick Obot, un altro potenziale santo nigeriano, e insieme pubblicarono un annuncio concernente la Chiesa sul Nigerian Outlook. Nell’annuncio resero testimonianza della restaurazione del vangelo di Gesù Cristo tramite il profeta Joseph Smith, del ruolo della rivelazione moderna nello stabilire la dottrina e della preoccupazione della Chiesa per il benessere spirituale e materiale di tutte le persone.

Charles sperava che l’annuncio aiutasse a cambiare la mente e il cuore delle persone nei confronti dei Santi. Prima di conoscere la Chiesa, lui fumava, beveva alcolici e viveva una vita indisciplinata. Ora era diverso.

“Ho trovato gioia nella mia vita, progresso nella mia occupazione e benedizioni in ogni dove”, disse a LaMar.


Nel marzo del 1963, quattro mesi dopo il suo battesimo, la tredicenne Delia Rochon voleva pagare la decima. Era membro di un ramo di circa venti persone a Colonia Suiza, una città nel sud dell’Uruguay. Sapeva che la decima era un comandamento ed era disposta a fare tutto ciò che il Signore le chiedeva. Il suo unico problema era che non aveva entrate.

Andò da sua madre, che non era membro della Chiesa, a chiederle un consiglio. Sua madre le suggerì di trovare un modo per guadagnare del denaro.

Un vicino anziano accettò di pagare Delia perché gli portasse dell’acqua fresca. Ogni giorno, Delia portava un contenitore di vetro a un pozzo vicino a casa sua, lo riempiva di circa quattro litri d’acqua e lo portava a casa del vicino. Dopo aver messo da parte quanto guadagnava per alcune settimane, portò un peso come decima a Victor Solari, il suo presidente di ramo.

“Quanti soldi hai guadagnato?”, chiese il presidente.

“Tre pesos”, rispose Delia.

“Beh”, disse il presidente Solari, “la decima è il dieci per cento”. Un peso — un terzo di quello che aveva guadagnato — era troppo.

“Ma io voglio donarlo”, disse Delia.

Il presidente Solari ci ragionò su. “Beh”, disse, “fai un’offerta di digiuno”. Spiegò cosa erano le offerte di digiuno e aiutò Delia a compilare il suo primo cedolino delle donazioni.

Poco tempo dopo, il presidente Solari chiese di incontrare Delia. Non era mai stata chiamata nel suo ufficio prima, quindi era nervosa. Era una piccola stanza con una scrivania di metallo e alcuni scaffali pieni di manuali della Chiesa. Quando si sedette su una sedia accanto alla scrivania, i suoi piedi non toccavano il pavimento.

Il fratello Solari andò dritto al punto. La presidentessa della Primaria del ramo si era appena trasferita per lavorare come insegnante in un’altra zona, e lui voleva che Delia prendesse il suo posto.

In passato, i missionari avevano spesso servito come dirigenti di ramo; ma Thomas Fyans, presidente della Missione uruguayana, credeva fermamente nel rilasciare i missionari nordamericani dalle posizioni di dirigenza e chiamare invece i santi locali. Questa pratica era diventata una priorità per le missioni del Sud America dopo il viaggio dell’anziano Kimball nel continente nel 1959. Dare più opportunità a livello locale ai santi locali — persino ai santi che avevano solo tredici anni — era visto come un passo fondamentale verso la creazione di pali in Sud America.

Delia non era mai stata alla Primaria da bambina. In realtà non sapeva quello che faceva una presidentessa della Primaria. Eppure accettò la chiamata, e questo la fece sentire bene.

Era però preoccupata di come i suoi genitori avrebbero reagito alla notizia. Erano divorziati e nessuno dei due era membro della Chiesa. I membri della famiglia di suo padre erano protestanti devoti e disapprovavano la sua appartenenza alla Chiesa. La madre, che era cattolica, era più aperta nei confronti della fede della figlia, ma si sarebbe preoccupata per il fatto che la chiamata potesse interferire con le sue responsabilità a casa e a scuola.

“Parlerò con tua madre”, disse il presidente Solari.

Ci volle un po’ di persuasione, ma il presidente di ramo e Delia raggiunsero un accordo con sua madre: Delia avrebbe svolto le sue faccende di buon’ora il sabato, il giorno in cui si teneva la Primaria nel suo ramo, e poi le sarebbe stato permesso di fare tutto il necessario per adempiere i suoi doveri nella Chiesa.

Dopo essere stata messa a parte, Delia si mise al lavoro nella sua nuova chiamata. Dato che il suo ramo era molto piccolo, lei era l’unica responsabile della guida e dell’istruzione dei bambini della Primaria. Come addestramento, il presidente Solari le diede un grosso manuale della Primaria e due fogli di istruzioni scritti a macchina.

“Se hai delle domande”, disse, “prega!”.

Prima di preparare la sua prima lezione, Delia lesse le istruzioni. Poi aprì il manuale della Primaria, posò le mani sulle pagine e chinò il capo.

“Padre Celeste”, disse, “devo insegnare questa lezione ai bambini e non so come fare. Per favore, aiutami”.


All’incirca nello stesso periodo, la diciottenne Suzie Towse salì su un treno diretto a Londra. Erano passati quasi due anni dal suo battesimo nel Ramo di Beverley e ora era in viaggio per svolgere una missione come segretaria nell’ufficio del Dipartimento della Chiesa per l’edilizia nel Regno Unito.

I suoi genitori non erano contenti del fatto che stesse lasciando casa. Infatti, sua madre, che si era unita alla Chiesa non molto tempo dopo Suzie, provava risentimento verso la Chiesa da quando un missionario l’aveva offesa. Questo tuttavia non scoraggiò Suzie. Svolgere una missione era stato il suo obiettivo sin da quando si era unita alla Chiesa.

Geoff Dunning, un giovane del suo ramo, la accompagnò alla stazione per salutarla. Si era unito alla Chiesa circa un anno prima e i due erano diventati amici mentre servivano insieme nel comitato di integrazione del ramo. La forte testimonianza e l’etica lavorativa di Geoff avevano attirato l’attenzione dei dirigenti locali della Chiesa, e lui aveva già servito in diverse chiamate.

Mentre viaggiava verso sud, Suzie non vedeva l’ora di servire nel Dipartimento per l’edilizia. La Chiesa aveva iniziato il suo programma di opera missionaria in Europa nel luglio del 1960. I presidenti di missione iniziarono presto a chiamare centinaia di santi locali, tra cui alcuni giovani uomini che erano rimasti attivi dopo essersi uniti alla Chiesa tramite le squadre di baseball della missione, a servire come “missionari muratori”. Allora i santi britannici non vedevano l’ora di riunirsi in nuove cappelle spaziose invece che in anguste sale prese in affitto. Di fatto, Suzie e Geoff avevano già trascorso molte sere e molti sabati ad aiutare i missionari muratori a erigere una cappella a Beverley.

Suzie ricevette la sua chiamata a servire da Grant Thorn, il presidente della Missione britannica nordorientale appena istituita. L’età minima per le giovani donne chiamate a svolgere una missione di proselitismo era di ventun anni, ma i missionari per le costruzioni potevano essere chiamati a un’età inferiore. Dato che Suzie aveva lavorato come segretaria in una ditta di contabilità, sapeva come portare a termine varie mansioni d’ufficio. Quando il Dipartimento per l’edilizia le chiese della sua esperienza lavorativa come segretaria, fece un’ottima impressione.

A Londra, Suzie si stabilì in un appartamento con altre due sorelle missionarie. Cominciavano ogni mattina in ufficio con una preghiera, un inno e un passo delle Scritture. Il resto del loro tempo veniva dedicato a scrivere lettere a macchina, a redigere i verbali delle riunioni, a trascrivere gli appunti stenografati e ad assistere alle dedicazioni delle cappelle e a prepararne i resoconti.

Tra le cappelle in costruzione c’era una casa di riunione a Merthyr Tydfil, nel Galles, luogo di nascita della madre del presidente McKay. La cerimonia di avvio dei lavori ebbe luogo nel marzo del 1961 e i lavori presero slancio nel gennaio del 1963, quando il profeta decise di dedicare l’edificio personalmente. Negli otto mesi successivi, i missionari e i santi consacrarono più di trentamila ore per costruire la cappella, ultimandola il 23 agosto.

Due giorni dopo, insieme ad altre milletrecento persone, Suzie si recò alla nuova casa di riunione per assistere alla dedicazione. Non appena vide il presidente McKay, un senso di pace e amore riempì la sua anima. Riconobbe subito di essere alla presenza del profeta di Dio.

Alcuni mesi dopo la dedicazione, Suzie ricevette una lettera carica di emozione da parte di sua madre. “Se non torni a casa adesso”, scrisse sua madre, “non tornare mai più”.

Suzie non voleva far arrabbiare i suoi genitori, ma non voleva nemmeno interrompere la sua missione. “A volte è difficile sapere che cosa fare quando i tuoi genitori ti consigliano una cosa e la Chiesa ne insegna un’altra”, confidò in una lettera a Geoff. “Mi sento molto confusa e preoccupata”.

Poco dopo, raccontò il suo dilemma al presidente Thorn. “Resta e termina la tua missione”, consigliò lui. “Il Signore preparerà una via”.

Suzie prese a cuore il suo consiglio. “Un giorno i miei genitori capiranno”, disse a Geoff. “So che non avrei lasciato casa se questa non fosse l’opera del Signore”.


Quando, all’inizio del 1963, l’anziano Harold B. Lee e il suo comitato presentarono il loro piano finale per la correlazione del sacerdozio alla Prima Presidenza e al Quorum dei Dodici Apostoli, il presidente McKay lo approvò prontamente. “Tutto questo è glorioso”, disse.

Il piano incorporava l’intero programma della Chiesa, un ampliamento significativo del mandato originale assegnato al comitato di correlare i corsi di studio. Le organizzazioni della Chiesa non avrebbero più pubblicato lezioni o emesso direttive senza la guida delle autorità generali. Il nuovo sistema divise l’amministrazione della Chiesa in quattro aree: benessere, genealogia e tempio, insegnamento familiare e opera missionaria. Ognuna di queste aree doveva essere supervisionata da un comitato composto da circa venticinque membri, guidati da un apostolo o dal vescovo presiedente.

Quando parlò del programma di correlazione alla conferenza generale di aprile, l’anziano Lee spiegò che la casa era il fondamento di una vita retta e che le organizzazioni della Chiesa esistevano per aiutarla e sostenerla sotto l’autorità del sacerdozio. “È su questi principi fondamentali”, disse, “che siamo stati guidati nei nostri studi sulla correlazione dei corsi di studio e delle attività di tutte le organizzazioni del sacerdozio e le organizzazioni ausiliarie”.

Il presidente Moyle e il presidente Brown avevano fede nella chiamata del presidente McKay come profeta di Dio. Eppure, nonostante la sua approvazione, avevano delle riserve su alcune caratteristiche del programma. Dopo averne parlato con l’anziano Lee, il presidente Brown abbandonò le sue preoccupazioni e il presidente Moyle accettò la maggior parte del piano. Tuttavia, continuava ad avere dubbi sul fatto di spostare la supervisione delle missioni dalla Prima Presidenza al Quorum dei Dodici Apostoli.

L’anziano Lee e il presidente Moyle erano stretti collaboratori da anni. Quando il presidente Moyle era stato chiamato nella Prima Presidenza, l’anziano Lee era riuscito a malapena a contenere la sua gioia. “Mi sembrava quasi troppo bello per essere vero”, aveva scritto nel suo diario. In seguito, quando morì Fern, la moglie dell’anziano Lee, il presidente Moyle lo aveva confortato e aveva parlato al funerale. Ora, l’anziano Lee desiderava avere il sostegno sincero del suo amico sulla correlazione.

Mentre la Chiesa si preparava a lanciare il nuovo programma, l’anziano Lee iniziò a corteggiare Joan Jensen, un’insegnante che aveva circa la sua età e che non si era mai sposata. Quando decisero di sposarsi, chiesero al presidente McKay se fosse disposto a celebrare la cerimonia e il profeta acconsentì di buon grado.

Il giorno prima del matrimonio, l’anziano Lee chiese a Marion G. Romney, anch’egli caro amico del presidente Moyle, di essere uno dei testimoni. Mentre i due uomini chiacchieravano, il presidente Moyle si avvicinò e chiese se poteva partecipare anche lui alla cerimonia. In un attimo, la distanza tra i due uomini svanì e le loro divergenze sulla correlazione non ebbero più importanza.

“Vorresti farmi da testimone?”, chiese l’anziano Lee.

Il presidente Moyle si commosse. “Me lo permetteresti?”.

“Se il presidente McKay celebrerà il nostro matrimonio e voi due farete da testimoni”, disse l’anziano Lee, “sarà perfetto”.

Il mattino seguente, il presidente McKay suggellò Harold e Joan come marito e moglie nel Tempio di Salt Lake. L’anziano Romney e il presidente Moyle funsero da testimoni alla sacra ordinanza.

Alcuni mesi dopo, a settembre, il presidente Moyle prese un volo per la Florida, nel sud-est degli Stati Uniti, per ispezionare una fattoria di bestiame di oltre 120.000 ettari di proprietà della Chiesa la cui gestione contribuiva a finanziare il programma di assistenza ai poveri.

L’anziano Lee, nel frattempo, era alle Hawaii a presiedere a una conferenza di palo. Una mattina presto, una telefonata proveniente dallo Utah lo fece svegliare di soprassalto. Era il presidente Brown che chiamava per informarlo che il presidente Moyle era morto nel sonno nella fattoria in Florida. Scioccato, l’anziano Lee prese un volo per tornare a casa quella mattina stessa.

Tre giorni dopo, al funerale del presidente Moyle, l’anziano Lee salì sul pulpito del Tabernacolo di Salt Lake e parlò dell’amicizia che lui e Marion G. Romney avevano condiviso con Henry D. Moyle.

“Noi tre eravamo uomini dalla volontà forte, testardi”, disse. “Ma penso che non ci siano stati altri tre uomini che abbiano mai avuto un rispetto reciproco più grande di quello che c’era tra noi”.

  1. Funk, Oral History Interview, 126–127, 129; Peterson and Gaunt, Keepers of the Flame, 106–109; Santi, volume 3, capitolo 4; “General Boards Guide Mutual Aides through Days of Play, Study, Work”, Church News, June 23, 1962, 3–4.

  2. Funk, Oral History Interview, 126–127; “Outlines Assist Parents to Teach Gospel”, Church News, Jan. 13, 1962, 14.

  3. Funk, Oral History Interview, 126–127; Spencer W. Kimball, in One Hundred Thirty-First Semi-annual Conference, 33; Mintz and Kellogg, Domestic Revolutions, 179, 194–205; Holt, Cold War Kids, chapter 3; Patterson, Grand Expectations, 369–371; Relief Society, General Board Minutes, volume 34, Feb. 21, 1962, 39–40.

  4. Funk, Oral History Interview, 127; Funk, “Ruth, Come Walk with Me”, 119–120; “General Boards Guide Mutual Aides through Days of Play, Study, Work”, Church News, June 23, 1962, 3. Argomenti: Crescita della Chiesa; Correlazione; Harold B. Lee

  5. Curriculum Department, Priesthood Correlation Executive Committee Minutes, June 12, 1962, 40; Funk, “Ruth, Come Walk with Me”, 119–120; “Pres. Monson Reports Canada Mission Labors”, Church News, Feb. 3, 1962, 6. Argomento: Thomas S. Monson

  6. Curriculum Department, Priesthood Correlation Executive Committee Minutes, Nov. 1, 1962, 58; Funk, “Ruth, Come Walk with Me”, 120–121; Pulsipher, Ruth Hardy Funk, 113–115; Norman R. Bowen, “Announcement Made of First Application of Church Correlation Program”, Church News, Dec. 29, 1962, 14.

  7. Poll, Working the Divine Miracle, chapters 9 and 10; Anderson, Prophets I Have Known, 146–153; McKay, Diary, May 19, 1959; June 12, 14, and 18, 1959; June 21–22, 1961; Oct. 6 and 12, 1961; Romney, Journal, Oct. 27, 1960; Nov. 3, 1960; Dec. 7, 1960; Brown, Abundant Life, 131–132. Argomento: Prima Presidenza

  8. McKay, Diary, June 12 and 26, 1959; Poll, Working the Divine Miracle, 199–205; Anderson, Prophets I Have Known, 147–148; First Presidency, Minutes, Sept. 18, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Mullin, Short World History of Christianity, 275, 280, 290. Argomento: Crescita dell’opera missionaria

  9. Henry D. Moyle, Address, Berlin Mission Missionary Conference, Oct. 18, 1961, 185–187, Henry D. Moyle Papers, CHL; First Presidency to Mission Presidents, Nov. 30, 1962, David O. McKay Papers, CHL; Henry D. Moyle, Address, Mission Presidents’ Seminar, June 26, 1961, 7–8, Missionary Department, Seminar for Mission Leaders, CHL; Tanner, Journal, July 17, 1961; June 6, 1962; July 17, 1962.

  10. Poll, Working the Divine Miracle, 211; Quorum of the Twelve Apostles, Missionary Committee Minutes, Nov. 20, 1962; Henry D. Moyle, Address, French East Mission Supervising Elders’ Conference, Feb. 12, 1963, 131, Henry D. Moyle Papers, CHL; Marion D. Hanks to First Presidency, Apr. 17, 1962; First Presidency to Marion D. Hanks, May 11, 1962; Mark E. Petersen to First Presidency, Feb. 8, 1961, First Presidency, Mission Correspondence, 1964–2010, CHL.

  11. Quorum of the Twelve Apostles, Missionary Committee Minutes, Nov. 20, 1962; First Presidency to Mission Presidents, Nov. 30, 1962, David O. McKay Papers, CHL; Henry D. Moyle, “Jurisdictions and Procedures for Missions”, Mar. 18, 1961, 13–14, 16, Henry D. Moyle Papers, CHL; Tanner, Journal, Feb. 2 and June 6, 1962; British Mission, Manuscript History and Historical Reports, July 11, 1962.

  12. Council Minutes, Aug. 30, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Romney, Journal, Aug. 30, 1962, and Feb. 1, 1963; First Presidency, Minutes, Sept. 18, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Anderson, Prophets I Have Known, 148–149; Henry D. Moyle, Address, New England Mission Missionary Conference, May 21, 1962, Henry D. Moyle Papers, CHL; Poll, Working the Divine Miracle, 85, 183–184.

  13. First Presidency, Minutes, Sept. 18, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; vedere anche Tanner, Journal, July 28, 1962; “Church Officials Visit 21 Missions in Europe”, Church News, Aug. 11, 1962, 3; e McKay, Diary, Aug. 9, 1962.

  14. First Presidency, Minutes, Sept. 18, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Quorum of the Twelve Apostles, Missionary Committee Minutes, Oct. 4, 1960, and Jan. 7, 1964; Spencer W. Kimball, Journal, Nov. 21, 1963; vedere anche, ad esempio, Spencer W. Kimball to First Presidency, May 29, 1964; e J. Vernon Sharp and Fawn Hansen Sharp, Andes Mission Report, Oct. 30, 1963, First Presidency, Mission Correspondence, 1964–2010, CHL. Argomenti: Prima Presidenza; Quorum dei Dodici

  15. First Presidency, Minutes, Sept. 18, 1962, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; “Spirit of Conversion Places 75,500 on Mission Records”, Church News, Dec. 30, 1961, 4.

  16. “Church to Open Missionary Work in Nigeria”, Deseret News and Salt Lake Telegram, Jan. 11, 1963, B1; “Elder Tanner Arrives Home after Two-Year Assignment in Europe”, Church News, Jan. 12, 1963, 3; Tanner, Journal, Dec. 24 and 28–30, 1962; Jan. 2, 1963; McKay, Diary, Jan. 10, 1963; vedere anche “Envoys to Go to Nigeria LDS Mission”, Salt Lake Tribune, Jan. 12, 1963, B9.

  17. First Presidency, Minutes, Oct. 11, 1962; Missionary Setting Apart Blessing for LaMar Williams, Nov. 21, 1962, First Presidency, Mission Correspondence, 1964–2010, CHL; David O. McKay to N. Eldon Tanner, Sept. 4, 1962, David O. McKay Papers, CHL; McKay, Diary, Jan. 10, 1963; LaMar Williams, Memorandum, Jan. 16, 1963, David O. McKay Papers, CHL; “Five Missionaries Sent to Nigeria”, Church News, Jan. 19, 1963, 7. Argomento: Nigeria

  18. McKay, Diary, Jan. 10, 1963; Charles Agu to LaMar Williams, Feb. 14, 1963; Feb. 18, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; Williams, Journal, Oct. 23 and 28–31, 1961; Nov. 1–2, 5, and 12, 1961, [24]–[26], [29]–[30], [32]; Charles Agu and LaMar Williams to David O. McKay, Nov. 3, 1961, LaMar S. Williams Papers, CHL; LaMar Williams to Charles Agu, Dec. 20, 1961; June 5, 1962; Dec. 17, 1962, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL. Argomento: Restrizioni riguardanti il sacerdozio e il tempio

  19. Vedere, per esempio, LaMar Williams to Charles Agu, Jan. 17, 1963; Mar. 12, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL.

  20. Charles Agu to LaMar Williams, Mar. 16, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; “Evil Saints”, and Ambrose Chukwu, “They’re Importing Ungodliness”, Nigerian Outlook (Enugu), Mar. 5, 1963, 3, in Williams, Journal, Mar. 5, 1963, [55]–[63]; “Razza e sacerodozio”, Aromenti evangelici – Saggi, ChurchofJesusChrist.org/study/manual/gospel-topics-essays.

  21. Allen, “West Africa before the 1978 Priesthood Revelation”, 210–211; Charles Agu to LaMar Williams, Mar. 16, 1963; Apr. 30, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; vedere anche LaMar Williams to Charles Agu, Apr. 17, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; and Stevenson, “Latter-day Saint Experience in West Africa”, 591.

  22. LaMar Williams to Charles Agu, May 28, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL.

  23. Charles Agu to LaMar Williams, June 8, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; Charles Agu and Dick Obot, “What You Ought to Know about The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints”, Nigerian Outlook (Enugu), June 26, 1963, 5, in Williams, Journal, [79].

  24. Charles Agu to LaMar Williams, June 8, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL; vedere anche Charles Agu to LaMar Williams, July 11, 1963, Missionary Department, Africa and India Correspondence, CHL.

  25. Rochon, Interview, 1–2, 12–13, 47–49; Colonia Suiza Branch, Minutes, Nov. 18, 1962, and Feb. 24, 1963, 231, 247; Delia Rochon to James Perry, Email, Dec. 2, 2021, Delia Rochon Interviews, CHL; Solari, Oral History Interview, [3]; Rochon, Come and See, 1–2, 12.

  26. Rochon, Interview, 12–13, 47–49; Delia Rochon, Tithing Slip, Apr. 14, 1963, Delia Rochon Interviews, CHL. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura; la fonte originale, successivamente corretta dall’intervistata, riporta “tre dollari”. Argomento: Decima

  27. Rochon, Come and See, 8–9; Rochon, Interview, 21–22; Colonia Suiza Branch, Minutes, Apr. 28, 1963, 256; A. Theodore Tuttle to First Presidency, Mar. 27, 1962, First Presidency, Mission Correspondence, 1964–2010, CHL; Grover, Land of Promise and Prophecy, 162–166. Argomenti: Chiamate nella Chiesa; Uruguay

  28. Rochon, Come and See, 8–9; Rochon, Interview, 2, 6, 16–18, 21–22; Delia Rochon to James Perry, Email, Jan. 4, 2022, Delia Rochon Interviews, CHL.

  29. Colonia Suiza Branch, Minutes, Apr. 28, 1963, 256; Rochon, Interview, 21–22; Rochon, Come and See, 9–11. Argomento: Primaria

  30. Dunning, “My Life and Legacy”, 4–6, 13; Dunning and Dunning, “Conversion Story at Beverley”, [2], [3]; Dunning and Dunning, Email Interview [Sept. 12, 2021]; Beverley Branch, Manuscript History and Historical Reports, Mar. 3, 1963; Suzette Dunning and Geoff Dunning to James Perry, Email, Mar. 17, 2022, Suzette Towse Dunning and Geoffrey Dunning Papers, CHL.

  31. McKay, Diary, July 6, 1960; “Labor-Missionary Program Adopted for European Chapels”, Church News, July 9, 1960, 7–8; European Mission, Historical Report, Dec. 31, 1960, 312–317; “237 Attend British Labor Mission Conference”, Church News, Mar. 10, 1962, 14; “The Building Programme”, Millennial Star, July 1960, 283; Wendell Mendenhall, “Buildings for Britain”, Millennial Star, July 1960, 284–92; Fletcher, Oral History Interview, 8.

  32. Dunning and Dunning, “Conversion Story at Beverley”, [3], [6]–[9]; Dunning and Dunning, Email Interview [Sept. 12, 2021]. Argomento: Programma di costruzione

  33. Dunning, “My Life and Legacy”, 6–8; N. Eldon Tanner, “Elder Tanner Notes Progress in West European Mission Area”, Church News, Dec. 29, 1962, 7; Quorum of the Twelve Apostles, Missionary Committee Minutes, Feb. 6, 1962; Boyd K. Packer to Donald Fry, July 26, 1962, Missionary Department, Executive Secretary General Files, CHL; Perry, Brown, and Blease, “If the Walls Had Ears”, 125, 136, 139, 183.

  34. McKay, Diary, Aug. 25, 1963; Mahoney, “Merthyr Tydfil Chapel”. Argomento: Galles

  35. McKay, Diary, Aug. 25, 1963; George L. Scott, “Merthyr Tydfil: New Church Era in Wales”, Church News, Sept. 7, 1963, [6]–[7]; Dunning, Oral History Interview, 5–6; Dunning, “My Life and Legacy”, 8–9; Dunning, Email Interview [July 21, 2021].

  36. Dunning, Oral History Interview, 5–6; Dunning, “My Life and Legacy”, 16.

  37. Suzette Towse to Geoffrey Dunning, Apr. 1, 1964, in Dunning, “My Life and Legacy”, 17; Dunning, “My Life and Legacy”, 16–17; Suzette Towse to Geoffrey Dunning, Mar. 30, 1964, in Dunning, Excerpts from Letters and Journals, [6]. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  38. Council Minutes, Feb. 7, 1963, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Romney, Journal, Feb. 7, 1963; Hunter, Journal, Feb. 7, 1963; Harold B. Lee, in One Hundred Thirty-Third Annual Conference, 88; Lee, Diary, Aug. 30, 1962, and circa Feb. 7–9, 1963.

  39. Council Minutes, Feb. 7, 1963, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL; Harold B. Lee, in One Hundred Thirty-Third Annual Conference, 82, 85–86; “Chairmen Announced for Four Priesthood-Centered Committees”, Church News, Apr. 13, 1963, 9.

  40. Lee, Diary, Feb. 2 and 22, 1963; Apr. 2–4 and 11, 1963; Tanner, Journal, Apr. 1–8, 1963; Romney, Journal, Feb. 1 and Apr. 2, 1963; Hugh B. Brown, in One Hundred Thirty-Seventh Semi-annual Conference, 113–114; McKay, Diary, Apr. 3, 1963.

  41. Poll, Working the Divine Miracle, 183–184, 213–214; Lee, Diary, June 12, 1959; Henry D. Moyle, Funeral Remarks for Fern Tanner Lee, Sept. 26, 1962, 438–441, Henry D. Moyle Papers, CHL.

  42. Goates, Harold B. Lee, 358; Lee, Diary, Jan. 11 and June 16, 1963; Romney, Journal, June 16–17, 1963; McKay, Diary, June 17, 1963. Citazioni inglesi modificate per facilitarne la lettura.

  43. “He Invests Mormons’ Money”, Fortune, Dec. 1957, 65; Poll, Working the Divine Miracle, chapter 12.

  44. Lee, Diary, Sept. 6–19, 1963; Harold B. Lee, Funeral Remarks for Henry D. Moyle, Sept. 21, 1963, 5, First Presidency, General Administration Files, 1923, 1932, 1937–67, CHL.