Capitolo 33
Che cos’è questa Chiesa?
Il 28 aprile 2002 i santi del Messico nord–orientale gioirono quando il presidente Hinckley dedicò una casa del Signore a Monterrey, Nuevo León, in Messico. Era il 110° tempio operativo della Chiesa e l’11° tempio dedicato in Messico in tre anni. Come aveva immaginato il presidente Hinckley, i cinquantotto templi dedicati da quando la Chiesa aveva iniziato a usare i nuovi progetti per il tempio nel 1998 avevano diffuso benedizioni e miracoli in lungo e in largo. I santi che una volta viaggiavano per diversi giorni per andare al tempio ora potevano raggiungerne uno nel giro di poche ore o persino in pochi minuti.
Tra i primi santi a trarre beneficio dal boom della costruzione dei templi c’erano quelli delle colonie messicane della Chiesa, il cui isolamento aveva ispirato i nuovi progetti per i templi. Dedicato nel marzo del 1999, il Tempio di Colonia Juárez Chihuahua era 630 metri quadrati — il più piccolo della Chiesa — ma divenne presto un faro nella comunità.
Bertha Chavez, che frequentava la chiesa nella vicina Nuevo Casas Grandes, fu felice quando un consigliere della presidenza del tempio la invitò a essere una lavorante alle ordinanze nel nuovo tempio. Servire nella casa del Signore era stato il sogno di Bertha da quando aveva ricevuto l’investitura nel Tempio di Mesa, in Arizona, nel 1987. Adesso il suo sogno si era avverato.
“È stata una grande e bellissima sorpresa”, ricordò. “Saltai in piedi, gridando di gioia, con gratitudine al Signore per avermi dato questa meravigliosa opportunità di servire nella Sua casa”.
Dall’altra parte dell’Atlantico, Marilena Kretly Pretel Busto si recò dalla sua casa in Portogallo al Tempio di Madrid, dedicato di recente. Un anno prima, la nonna di 101 anni era morta. Marilena era ansiosa di ricevere le ordinanze in favore di sua nonna.
Nella casa del Signore, Marilena si aspettava di provare qualcosa di speciale quando fu battezzata per sua nonna, ma non fu così. Né sentì nulla durante le ordinanze della confermazione e dell’investitura. All’inizio, questa assenza di sentimenti lasciò Marilena con un senso di ansietà. Ma quando si inginocchiò all’altare nella sala dei suggellamenti, pronta a far suggellare sua nonna ai suoi genitori, era semplicemente felice di aver svolto il lavoro di tempio.
Poi il suggellatore cominciò a parlare e Marilena provò una scossa lungo il suo corpo. Non riusciva a descrivere esattamente quello che provava, ma era sicura che sua nonna stesse gioendo nel mondo degli spiriti.
In Bolivia, nel frattempo, molti dei centomila santi della nazione si erano preparati per andare al Tempio di Cochabamba dopo che fu dedicato nell’aprile del 2000. Credendo che famiglie forti preparassero i membri della Chiesa ad andare al tempio, María Mercau de Aquino, presidentessa della Società di Soccorso di palo a Cochabamba, organizzò una riunione per rafforzare i matrimoni e far sentire maggiormente alle donne il loro valore.
Nello stesso palo, Antonio e Gloria Ayaviri avevano potuto vedere come il nuovo tempio avesse rafforzato la loro famiglia. “Crescere i figli è molto più facile ora che abbiamo le benedizioni del Vangelo e del tempio nella nostra vita”, testimoniò Antonio. “Nella nostra casa abbiamo un angolo di cielo”.
Anche una casa del Signore a Fukuoka, in Giappone, stava cambiando delle vite. Erano trascorsi più di trent’anni da quando Kazuhiko Yamashita, presidente del Palo di Fukuoka, si era unito alla Chiesa dopo aver guardato Man’s Search for Happiness [l’uomo alla ricerca della felicità] alla fiera mondiale di Osaka, in Giappone. La sua fede nel piano di salvezza continuava a guidarlo. Lui e sua moglie, Tazuko, erano stati suggellati nel Tempio di Tokyo nel 1980 ed avevano sei figli.
Il Tempio di Fukuoka era diventato il fulcro della Chiesa nel Giappone meridionale. Durante l’apertura al pubblico, Kazuhiko fu lieto di vedere che molti santi avevano invitato con entusiasmo i loro familiari e amici a vedere la casa del Signore. Anche diversi santi che si erano allontanati dal gregge erano tornati, la loro fede si era riaccesa a motivo dell’innegabile influenza del tempio. Seduto nella sala celeste durante la dedicazione, Kazuhiko si sentì perfettamente in pace. Era forte in lui la percezione che il Signore fosse lì e che amasse i santi in Giappone. Quando guardò il presidente Hinckley, Kazuhiko vide le lacrime negli occhi del profeta.
Il nuovo tempio di Monterrey, in Messico, presto portò benedizioni alle persone del luogo. Román e Norma Rodríguez si erano uniti alla Chiesa dopo aver partecipato all’apertura al pubblico del tempio. A quel tempo avevano pensato di festeggiare il loro matrimonio di quindici anni con una cerimonia sfarzosa. Ma c’era qualcosa di quel piano che non andava, e questo spinse Norma a pregare Dio per ricevere guida.
L’anno successivo, lei e Román tornarono al Tempio di Monterrey con i loro tre figli. Non desideravano più un matrimonio stravagante. Nelle belle ed eterne promesse del potere di suggellamento, trovarono la cerimonia nuziale che avevano sempre desiderato.
Quando fu chiamata come seconda consigliera della presidenza generale della Società di Soccorso nell’aprile del 2002, Anne Pingree era preoccupata per il livello di alfabetizzazione tra le donne della Chiesa. Dal 1995 al 1998 lei e suo marito, George, erano stati dirigenti della Missione di Port Harcourt, in Nigeria. Molte delle donne che incontrò in quel periodo non sapevano a leggere, e questo rendeva loro difficile servire nella Chiesa.
A mano a mano che la Chiesa cresceva nelle nazioni in via di sviluppo durante gli anni ’70 e ’80, insegnare alle persone a leggere era diventato parte della sua missione. Nel 1992 la presidentessa generale della Società di Soccorso Elaine L. Jack aveva fatto dell’alfabetizzazione uno dei punti principali della sua presidenza, portando alla creazione dell’iniziativa di alfabetizzazione evangelica per insegnare a leggere e incoraggiare i membri della Chiesa a studiare le Scritture, istruire la propria famiglia e migliorare se stessi.
Anne aveva servito nel consiglio della presidentessa Jack prima della sua missione e, quando arrivò in Nigeria, lavorò con i missionari e i santi locali per promuovere l’alfabetizzazione evangelica. Anche il Consiglio generale della Società di Soccorso e un artista dello Utah l’avevano aiutata a creare dei semplici poster e opuscoli di addestramento per aiutare le donne nella missione che avevano difficoltà a leggere. A mano a mano che usava questo materiale, vedeva sempre più donne adempiere le loro chiamate con fiducia e comprensione.
Durante il suo primo anno nella presidenza generale della Società di Soccorso, Anne fu incaricata di dirigere i progetti di alfabetizzazione dell’organizzazione. Gli studi dimostravano che le donne dei paesi in via di sviluppo avevano meno accesso all’istruzione rispetto agli uomini, il che portava a un tasso di alfabetizzazione più basso. Le prove inoltre suggerivano che i santi erano più propensi a rimanere nella Chiesa e a partecipare regolarmente alle riunioni quando sapevano leggere. Insieme ad Anne, la presidentessa generale della Società di Soccorso Bonnie D. Parkin e la prima consigliera Kathleen Hughes credevano che aiutare i membri della Società di Soccorso a imparare a leggere avrebbe dato loro il potere di servire efficacemente nella Chiesa, rafforzare le loro famiglie, trovare un impiego migliore e ottenere una testimonianza più ferma di Gesù Cristo.
Sotto la presidentessa Parkin, il consiglio della Società di Soccorso continuò a dare enfasi all’iniziativa di alfabetizzazione evangelica. Il consiglio incoraggiò anche i Santi a usare Ye Shall Have My Words [avrete le mie parole], un manuale di alfabetizzazione sviluppato per la prima volta dal Sistema Educativo della Chiesa. Come Anne, capiva che molti membri della Chiesa, senza che ne avessero alcuna colpa, avevano difficoltà nella loro chiamata perché non riuscivano a leggere o a comprendere i molti manuali e le numerose lezioni della Chiesa.
Mentre la presidenza discuteva di questi problemi, Anne parlò di come gli opuscoli di addestramento semplificati, come quelli che aveva usato in Nigeria, potessero essere usati in tutto il mondo. La presidentessa Parkin pensò che il consiglio generale della Società di Soccorso dovesse sviluppare opuscoli simili per aiutare i membri delle aree con un basso tasso di alfabetizzazione.
Per contribuire a quest’opera, il Consiglio generale propose che Florence Chukwurah, una santa degli ultimi giorni che Anne aveva incontrato in Nigeria, servisse con loro. Florence stava visitando Salt Lake City mentre suo marito Christopher N. Chukwurah, settanta autorità di area, partecipava a un addestramento presso la sede centrale della Chiesa. Infermiera di professione, Florence era cresciuta in povertà e capiva come ci si sentiva a vivere in un luogo in cui la Chiesa era ancora nuova.
La Prima Presidenza approvò la proposta e la presidentessa Parkin incaricò Florence di lavorare con il comitato di alfabetizzazione. In breve tempo si mise a lavorare con altri membri del consiglio per sviluppare opuscoli di addestramento semplificati.
Anne fu felicissima di vedere l’opera di alfabetizzazione andare avanti. “Sta succedendo tutto così in fretta”, pensò. “Riesco a malapena a comprenderlo”.
Tornato nelle Filippine, Seb Sollesta era grato di essere di nuovo a casa. La sua assenza aveva eccessivamente gravato sulla moglie, Maridan, e i loro tre figli. Ora la famiglia trascorreva ogni giorno insieme e Seb si sentiva benedetto. Poteva parlare con i suoi figli faccia a faccia, incoraggiarli a essere attivi nella Chiesa e aiutarli a prepararsi per la missione.
Quando Seb tornò, Maridan stava servendo come coordinatrice delle relazioni pubbliche della Chiesa per i pali di Iloilo City. In questa chiamata aiutava i dirigenti della comunità e del governo a conoscere meglio la Chiesa. Aveva anche fatto in modo che la Chiesa cooperasse con gruppi religiosi e di servizio per dare assistenza con screening oculistici, creare eventi di donazione del sangue e altri progetti. Nel frattempo, Seb divenne un sommo consigliere nel Palo di Iloilo Nord.
A quel tempo, la Prima Presidenza era ancora preoccupata per i santi nelle aree in cui la frequenza in Chiesa era bassa. Nelle Filippine c’erano quasi cinquecentomila santi, ma solo circa il 20 percento partecipava regolarmente alle riunioni. In risposta a questa preoccupazione, il presidente Hinckley chiamò l’anziano Dallin H. Oaks a servire come presidente dell’Area Filippine e l’anziano Jeffrey R. Holland a servire come presidente dell’Area Cile, che stava affrontando sfide simili. Entrambi gli apostoli iniziarono il loro servizio nell’agosto del 2002. Il piano era che occupassero queste posizioni per un anno.
Nelle Filippine, l’anziano Oaks e i suoi consiglieri si incontravano regolarmente con i dirigenti di palo, di missione e di area. Durante una riunione speciale di addestramento tenuta a Manila, l’anziano Oaks parlò dell’importanza di abbracciare una “cultura del Vangelo” basata sul piano di salvezza, sui comandamenti di Dio e sugli insegnamenti dei profeti moderni. Egli osservò che gli elementi della cultura del Vangelo si trovavano nelle culture locali di tutto il mondo. Eppure c’erano anche aspetti di queste culture che non erano in armonia con gli insegnamenti di Gesù Cristo.
“Le alleanze che stipuliamo al battesimo ci impegnano a vivere vite cambiate”, insegnò. “Dobbiamo cambiare tutti quegli elementi del nostro comportamento o delle consuetudini culturali che sono in conflitto con i comandamenti, le alleanze e la cultura del Vangelo”.
L’anziano Oaks sottolineò che la cultura del Vangelo rafforzava le famiglie e gli individui promuovendo la castità, il matrimonio nel tempio, l’onestà, l’autosufficienza e la pari collaborazione nel matrimonio. Esortò i dirigenti a fare dell’insegnamento della dottrina del Salvatore e dell’edificazione della fede in Lui la loro massima priorità tra i santi. Inoltre, consigliò loro di fortificare i loro rioni bilanciando l’opera missionaria con un maggiore impegno di riattivazione e tenendo regolari attività per i giovani.
Dopo l’addestramento, Seb e altri dirigenti del Palo di Iloilo Nord chiesero ai vescovati di rione di individuare le famiglie da riportare nel gregge. Credevano che se un padre e una madre fossero tornati in chiesa, probabilmente avrebbero portato con sé i loro figli. I figli sarebbero poi diventati futuri missionari e dirigenti nella Chiesa.
Poiché era padre di adolescenti, Seb era particolarmente preoccupato per i giovani. La scarsa attività nei quorum del Sacerdozio di Aaronne e nelle classi delle Giovani Donne era un problema importante nella loro area. Meno del dieci percento dei rioni e rami delle Filippine aveva tutti e tre i quorum del Sacerdozio di Aaronne che funzionavano. E la maggior parte delle unità non svolgeva attività infrasettimanali per i giovani.
Il Palo di Iloilo Nord affrontò questo problema incoraggiando i rioni a tenere regolari lezioni per i giovani anche se avevano solo uno o due membri. Con classi e quorum funzionanti, a prescindere da quanto piccoli fossero, le giovani donne e i giovani uomini potevano invitare i loro amici alle riunioni domenicali e alle attività infrasettimanali.
Seb riteneva che i giovani avessero bisogno di partecipare alle attività della Chiesa in cui potevano stringere amicizie e trovare dei buoni modelli di comportamento. Quando i dirigenti locali espressero la preoccupazione di non avere soldi a sufficienza per sostenere il costo delle attività, Seb e altri dirigenti di palo dissero loro di procedere con la programmazione delle attività. Se avessero avuto bisogno di fondi extra, il palo avrebbe potuto provvedere.
Mentre serviva i santi del suo palo, mettendo in pratica ciò che aveva imparato dall’anziano Oaks, Seb rifletteva sulle proprie responsabilità in chiesa e a casa. Parlando della cultura del Vangelo, l’anziano Oaks aveva consigliato ai santi filippini di non lasciare le loro famiglie per un lungo periodo di tempo per motivi di lavoro, come aveva fatto Seb. Alcune persone nelle Filippine non avevano altra scelta che lavorare all’estero, ma Seb sapeva che lui e la sua famiglia potevano vivere felicemente e provvedere a sé stessi nella città di Iloilo.
E per lui non c’era alcuna sorta di guadagno materiale che avrebbe potuto compensare il fatto di essere stato lontano dalla sua famiglia per così tanto tempo.
Nell’aprile del 2003 il quattordicenne Blake McKeown arrivò in un centro di palo a Baulkham Hills, un sobborgo di Sydney, in Australia, con suo fratello Wade, di diciassette anni. Di solito, il centro di palo era un luogo calmo e tranquillo. Quel giorno, però, nel parcheggio era stato allestito un grande gazebo e i giardini erano pieni di giovani provenienti dai pali del Nuovo Galles del Sud. Erano venuti per prendere parte a una conferenza Especially for Youth (EFY), ora nota in Australia come Time for Youth [tempo per i giovani – TFY].
Dopo il successo di EFY a Brisbane, la presidenza di area aveva incoraggiato i pali in Australia e Nuova Zelanda a organizzare eventi propri. Nel 2002 Mary McKenna e il suo comitato organizzarono un TFY a Brisbane e uno in Nuova Zelanda nel 2003. Il TFY a Baulkham Hills fu il primo tenuto in Australia al di fuori di Brisbane.
Sebbene Blake fosse cresciuto nella Chiesa, non aveva mai visto così tanti giovani santi degli ultimi giorni in un solo posto prima di allora. Lui e Wade provenivano da Penrith, a circa quarantacinque minuti di auto dal centro di palo di Baulkham Hills. Nel loro rione avevano un forte gruppo di giovani, ma i santi degli ultimi giorni costituivano solo la metà dell’1 percento della popolazione australiana, quindi le attività dei giovani — anche a livello di palo — raramente contavano più di una dozzina di partecipanti. Alla scuola superiore di Blake c’erano solo due membri della Chiesa oltre a lui e a suo fratello.
Una volta iniziato il TFY, lui e Wade si videro raramente. Seguendo il modello di EFY, tutti all’evento facevano parte di un piccolo gruppo guidato da un consigliere che era un giovane adulto non sposato. In questi gruppi i giovani facevano le attività a rotazione. Prendevano anche parte a progetti di servizio, ascoltavano devozionali e discorsi, imparavano canzoni, studiavano le Scritture, si incoraggiavano a vicenda durante uno spettacolo di talenti e partecipavano a un ballo.
Il tema della conferenza era “Noi crediamo”, incentrato sul corso di studio del Seminario di quell’anno, che era Dottrina e Alleanze. Gli oratori e i consiglieri attingevano dal tema quando raccontavano esperienze spirituali e incoraggiavano i partecipanti a venire a Cristo, a pregare, a tenere il diario e a mettere in pratica gli altri principi fondamentali del Vangelo. Le riunioni di testimonianza avevano dato ai giovani anche l’opportunità di condividere la loro testimonianza del Salvatore e del Suo vangelo restaurato con i loro coetanei.
In chiesa, Blake era spesso irrequieto durante le riunioni, ma andò a TFY con una buona base di fede imparata dai suoi genitori. Lui e Wade erano santi degli ultimi giorni di terza generazione e i loro genitori e nonni erano sempre stati un grande esempio di fede e di servizio.
Anche il programma dei Giovani Uomini lo aveva rafforzato. Come diacono, Blake era stato chiamato come presidente del quorum. Il suo vescovo gli aveva chiesto di scegliere due consiglieri e un segretario tra gli altri undici ragazzi del suo quorum. Dopo aver pregato per ricevere guida, Blake tornò dal vescovo la settimana successiva con tre nomi. Il vescovo mostrò a Blake la sua lista, che riportava gli stessi tre ragazzi. Aveva organizzato i nomi in un ordine diverso, ma aveva modificato il suo elenco in modo che corrispondesse a quello di Blake. L’esperienza aveva dato a Blake fiducia nella preghiera e nella sua capacità di dirigere.
Blake non era molto estroverso, ma gli era piaciuto trovare nuovi amici provenienti da altri rioni e pali a TFY. Alla fine di ogni giorno, lui e Wade tornavano a casa per riposarsi prima di tornare presto la mattina seguente.
Nessuno dei due notò come tre giorni al TFY li avessero influenzati, ma la madre vide dei cambiamenti. Tra il divertimento e i giochi, TFY aveva fornito ai giovani l’opportunità di sentire lo Spirito in un nuovo ambiente. Al loro ritorno, Blake e Wade erano più concentrati sulle Scritture e un po’ più fiduciosi riguardo alla loro testimonianza.
Il pomeriggio del 10 gennaio 2004, Georges A. Bonnet si riunì con il presidente Hinckley, l’anziano Russell M. Nelson e migliaia di santi dell’Africa occidentale in uno stadio ad Accra, in Ghana. Il profeta era venuto in città per dedicare il nuovo tempio. Prima della dedicazione, però, aveva chiesto ai bambini e ai giovani dei pali e distretti del Ghana di commemorare l’occasione con un evento culturale fatto di musica e balli gioiosi. Credeva che tenere tali celebrazioni alla dedicazione del tempio avrebbe aiutato i giovani a creare ricordi indimenticabili e a essere entusiasti della Chiesa.
Dopo una preghiera di apertura, gruppi vestiti con costumi colorati si esibirono su un grande palcoscenico adorno di bellissimi murales. Alcuni degli artisti cantarono delle canzoni. Altri eseguirono balli ghanesi, come l’Adowa e il Kpanlogo, o suonarono musica tradizionale su tamburi e flauti di bambù.
Un momento saliente del pomeriggio fu quando i missionari salirono sul palco e cantarono l’inno missionario “Chiamati a servirLo”. Inoltre, ottocentocinquanta bambini della Primaria, vestiti di bianco, salirono sul palco e cantarono “Sono un figlio di Dio” con i missionari.
Il mattino seguente, Georges si svegliò provando gratitudine. Finalmente era giunto il giorno della dedicazione. Alle nove raggiunse il presidente Hinckley e l’anziano Nelson nella sala celeste per la prima sessione dedicatoria. Questa si aprì con una cerimonia di posa della pietra angolare diretta dal presidente Hinckley. In seguito parlarono la matrona e il presidente del tempio, seguiti dall’anziano Nelson e dall’anziano Emmanuel Kissi, Settanta Autorità di area, che aveva guidato i santi ghanesi durante il blocco.
Nel suo discorso, l’anziano Kissi rese omaggio a Joseph William Billy Johnson, che si trovava nella congregazione. Parlò anche di altri primi santi che avevano reso possibile alla Chiesa di crescere rapidamente in Ghana.
“I nostri sogni si sono avverati”, disse.
Verso la fine della sessione, il presidente Hinckley parlò umilmente dell’aiuto del Signore nella costruzione del tempio. “Il Signore ha udito le nostre preghiere”, attestò. “Egli ha ascoltato le vostre preghiere. Ha udito le preghiere di molte persone e il tempio ora si erge completato”.
Il profeta poi dedicò l’edificio. “Ti ringraziamo per la fratellanza che esiste tra noi, per il fatto che né il colore della pelle né la terra di nascita possono separarci come Tuoi figli e figlie che hanno preso su di sé sacre e vincolanti alleanze”, pregò. “Possa la Tua opera diffondersi in questo paese e nelle nazioni adiacenti”.
Più tardi, quel giorno, durante la terza sessione dedicatoria, il presidente Hinckley invitò Georges a parlare. Sorpreso, Georges si avvicinò al pulpito. “Voglio che sappiate che il nostro Dio è un Dio di miracoli”, attestò. “I miracoli avvengono grazie alla fede, e molti hanno esercitato la loro fede tramite la preghiera e altre forme di adorazione per far avverare questo grande giorno”.
“Credo che avere un tempio dedicato nell’Africa occidentale sia uno degli eventi più importanti dopo l’Espiazione di Gesù Cristo e la restaurazione di tutte le cose”, continuò. “Ci sono milioni di africani che sono morti che oggi gioiscono con noi”.
Dopo la dedicazione, Georges si unì al presidente Hinckley, all’anziano Nelson, all’anziano Kissi e ad altri per far visita a John Kufuor, successore di Jerry Rawlings come presidente del Ghana. Da quando si era insediato all’inizio del 2001, il presidente Kufuor e la sua amministrazione erano stati utili e di sostegno durante la costruzione del tempio. Nel 2002 aveva fatto visita alla Prima Presidenza a Salt Lake City per saperne di più sulla Chiesa e ringraziare i Santi degli Ultimi Giorni per il contributo umanitario e religioso che avevano dato al Ghana. Aveva anche partecipato alla recente apertura al pubblico del tempio ad Accra e aveva fatto una visita guidata dell’edificio. Ciò che vide lo colpì favorevolmente.
“La vostra Chiesa”, disse al presidente Hinckley, “ha ottenuto la cittadinanza in Ghana”.
Nel giugno del 2004 Angela Peterson era in macchina, vicino a Washington DC, in attesa di fare la revisione. Davanti a lei c’erano diverse auto, la fila si snodava come un serpente attorno al parcheggio. Si rese conto che ci sarebbe voluto un po’ di tempo.
Invece di lasciare l’auto in folle, spense il motore e abbassò i finestrini per godersi la brezza estiva del pomeriggio. Mentre aspettava, prese una copia de “La famiglia – Un proclama al mondo” che aveva portato con sé. Alcune settimane prima, il suo presidente di palo aveva invitato i membri del suo rione di giovani adulti non sposati a memorizzare il proclama, con la promessa che farlo avrebbe portato loro benedizioni. Angela credeva in quella promessa, quindi aveva cercato diligentemente di memorizzare il documento.
Nei nove anni trascorsi dall’annuncio del proclama sulla famiglia alla riunione generale della Società di Soccorso di settembre 1995, era diventato il fulcro del messaggio della Chiesa sulle famiglie. I genitori organizzarono le loro case attorno ai suoi principi, i membri della Chiesa lo incorniciarono e lo appesero alle pareti di casa e la Brigham Young University offrì un intero corso su quel testo di una sola pagina. Angela era adolescente quando il presidente Hinckley presentò il proclama e non era sicura di averlo letto prima dell’invito del suo presidente di palo.
Dopo aver terminato la scuola superiore, Angela si era trasferita dalla sua piccola città natale di Stirling, nell’Alberta, in Canada, per frequentare l’università a Logan, nello Utah. Dopo la laurea aveva svolto un tirocinio presso l’Ufficio delle relazioni pubbliche della Chiesa a Salt Lake City prima di ottenere una posizione a tempo pieno nell’Ufficio per gli affari internazionali e governativi a Washington, DC. Le strade della capitale, costeggiate da musei, monumenti e uffici governativi, erano molto diverse dalle strade polverose della sua giovinezza.
Quando raggiunse l’inizio della fila, Angela andò in una sala d’attesa mentre un meccanico controllava la sua auto. L’ispezione richiese più tempo di quanto si aspettasse e cominciò a preoccuparsi mentre guardava altri clienti andare e venire mentre lei continuava ad aspettare. C’era qualcosa che non andava nella sua auto? Quanto sarebbe costato sistemarla?
Alla fine, dopo quelle che sembrarono ore, il meccanico entrò e le disse che la sua auto aveva superato la revisione.
Sollevata, Angela pagò e lasciò l’edificio, ancora incerta sul perché ci fosse voluto così tanto tempo. Arrivata alla sua auto, trovò il meccanico che la aspettava.
“Signorina”, disse, “vorrei scusarmi per aver impiegato tanto tempo a revisionare la sua auto”.
Disse ad Angela di essere stato attirato dalla copia del proclama sul sedile del passeggero. Lo aveva letto da cima a fondo molte volte, toccato dal suo messaggio sulle famiglie.
“Che cos’è questa Chiesa? Che cos’è questo documento sulla famiglia? Posso averne una copia?”, le chiese. “Dice che è stato scritto da apostoli. Vuol dire che ci sono apostoli sulla terra oggi, come ai tempi di Gesù? La prego, ho bisogno di saperlo”.
Sbalordita, Angela raccolse i suoi pensieri. “Sulla terra ci sono apostoli e profeti, proprio come ai tempi di Gesù Cristo”, gli disse, spiegando brevemente di Joseph Smith e della restaurazione del Vangelo. Gli diede una copia del proclama sulla famiglia e un Libro di Mormon.
Poi lui le diede il suo nome e il suo numero di telefono da dare ai missionari. Mentre tornava a casa dall’officina, Angela ricacciò indietro le lacrime, grata di aver lasciato il proclama sul sedile del passeggero.