Storia della Chiesa
Capitolo 29: Una grande famiglia


Capitolo 29

Una grande famiglia

mani che disegnano la bozza della planimetria di un edificio

All’inizio del 1996 nelle Filippine, Maridan Nava Sollesta, presidentessa della Società di Soccorso del Palo di Iloilo, ricevette buone notizie dal suo presidente di palo, Virgilio Garcia. Alcuni mesi prima aveva scritto alla presidenza generale della Società di Soccorso per richiedere la visita di Chieko Okazaki, la prima consigliera della presidentessa Elaine L. Jack. I discorsi della sorella Okazaki che promuovevano la fede avevano ispirato Maridan e credeva che le donne del suo palo avrebbero tratto beneficio dal sentirla parlare di persona. E ora, il presidente Garcia la informava che la sorella Okazaki aveva ricevuto l’incarico di visitare il loro palo.

Di recente, la Chiesa aveva raggiunto una pietra miliare: c’erano più Santi al di fuori degli Stati Uniti che all’interno. Maridan e suo marito Seb si erano uniti alla Chiesa più di dieci anni prima. Si erano suggellati nel Tempio di Manila nel 1984 e da allora avevano avuto tre figli, che ora avevano sette, nove e dieci anni. Nei cinque anni trascorsi dalla chiamata di Maridan come presidentessa della Società di Soccorso, la Chiesa nelle Filippine era cresciuta di oltre 80.000 membri. In totale i membri nel paese erano 360.000, il che lo rendeva la quinta popolazione di santi degli ultimi giorni al mondo, superata solo da Stati Uniti, Messico, Brasile e Cile.

Anche il numero di autorità generali che non provenivano dagli Stati Uniti stava aumentando costantemente. Il Primo e il Secondo Quorum dei Settanta avevano annoverato membri come Angel Abrea dall’Argentina, Hélio da Rocha Camargo e Helvécio Martins dal Brasile, Eduardo Ayala dal Cile, Carlos H. Amado dal Guatemala, Horacio A. Tenorio dal Messico, Yoshihiko Kikuchi dal Giappone, Han In Sang dalla Corea del Sud e Augusto A. Lim dalle Filippine. Nel 1995 la Prima Presidenza aveva creato il ruolo dell’autorità di area in sostituzione della posizione del rappresentante regionale, e questo fece crescere il numero di dirigenti del sacerdozio in tutto il mondo che sostenevano le unità locali. La sorella Okazaki, nata e cresciuta nelle Hawaii, è stata la prima persona di origini asiatiche a servire in una presidenza generale della Chiesa.

A Iloilo, Maridan era testimone della crescita della Chiesa. C’erano otto rioni e sei rami nel suo palo e visitare ogni congregazione stava diventando più difficile per lei e per gli altri dirigenti del palo. Maridan possedeva e gestiva un’azienda farmaceutica che la teneva molto occupata. Faceva comunque del suo meglio per ministrare alle donne a lei affidate. Sebbene molti nuovi convertiti fossero diventati membri forti, nelle Filippine c’erano anche molti santi che avevano smesso di frequentare le riunioni della Chiesa e a volte, quando Maridan andava a trovarli, non le parlavano. Altri accettavano le sue visite e apprezzavano il suo interesse nei loro confronti.

Parlando con queste donne, Maridan venne a sapere che alcune erano arrabbiate con altri membri della Chiesa. Altre avevano perso la fede o erano tornate alla loro vecchia vita. Alcune donne non erano state in grado di apprezzare o ricevere molto dalle riunioni perché non conoscevano l’inglese o il tagalog, le due lingue principali usate dalla Chiesa nelle Filippine. Sebbene la Chiesa si fosse impegnata a rendere disponibile il materiale in quasi duecento lingue e dialetti del paese, la comunicazione era un problema serio tra i membri della Chiesa.

La sorella Okazaki arrivò a Iloilo City la mattina del 24 febbraio 1996. Maridan e il presidente Garcia facevano parte di un comitato di benvenuto che accolse lei, l’anziano Augusto A. Lim e la sorella Myrna Lim all’aeroporto.

Per il resto della giornata, Maridan e i membri del suo palo furono istruiti dalla sorella Okazaki e dall’anziano Lim. Nella sua prima lezione la sorella Okazaki usò Dottrina e Alleanze 107 per sottolineare l’importanza di apprendere e adempiere i propri doveri nella Chiesa. Più tardi, nel corso della serata, parlò all’intero palo della ricerca delle benedizioni del Padre Celeste.

“Mie care sorelle e miei cari fratelli”, disse, “possiamo chiedere ciò che il nostro cuore desidera. Possiamo chiedere con fede e fiducia. Sappiamo che un Padre amorevole ci ascolta. Quando può, Egli ci darà di buon grado ciò che vogliamo”.

Il giorno seguente era domenica e la sorella Okazaki partecipò alle riunioni del Rione di Iloilo City. In quell’occasione istruì e incoraggiò Maridan a consigliarsi con le sorelle della Società di Soccorso nella loro lingua madre, in modo che potessero comprendere le sue istruzioni. Prima di partire quel pomeriggio, la sorella Okazaki diede a Maridan un libro sulla dirigenza.

Alcuni mesi dopo, Maridan e gli altri santi filippini ebbero la possibilità di vedere un altro dirigente della Chiesa: il presidente Gordon B. Hinckley. Da quando era diventato presidente della Chiesa, aveva viaggiato in tutto il mondo facendo visita ai Santi. Nelle Filippine si era recato a Manila e a Cebu.

Mentre si trovava a Manila aveva risposto alle domande sulla Chiesa fatte dalle stazioni televisive locali. Una domanda si riferiva al documento: “La Famiglia – Un proclama al mondo”, una dichiarazione che la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli avevano da poco rilasciato. Da tanti anni i dirigenti della Chiesa erano preoccupati del fatto che gli insegnamenti tradizionali sul matrimonio e sulla famiglia stessero cambiando in tutto il mondo. Il proclama affermava che il matrimonio tra l’uomo e la donna era ordinato da Dio e che la famiglia era essenziale al Suo piano di salvezza. Sosteneva la santità della vita, dichiarando che tutte le persone erano amati figli e figlie di genitori celesti, creati a immagine di Dio, con una natura e un destino divini. Inoltre, esortava i genitori ad amare i loro figli e ad allevarli nella rettitudine, lavorando insieme come soci alla pari, stabilendo una casa basata sui principi della “fede, della preghiera, del pentimento, del perdono, del rispetto, dell’amore, della compassione, del lavoro e delle sane attività ricreative”.

“La famiglia è l’organizzazione ordinata da Dio”, spiegò il presidente Hinckley all’intervistatore nelle Filippine. “Dio è il nostro Padre Eterno e noi siamo i Suoi figli, a prescindere dalla razza, dal colore o da qualsiasi altra cosa. Noi siamo i Suoi figli. Facciamo parte della Sua famiglia”.

In seguito, mentre parlava a uno stadio affollato da 35mila santi, notò che a volte le persone gli chiedevano perché la Chiesa stesse crescendo tanto rapidamente nelle Filippine.

“La risposta è semplicemente questa”, disse. “Questa Chiesa si erge come un’ancora, una solida ancora di verità in un mondo di valori mutevoli”.

Poi continuò: “Ogni uomo, e ogni donna, che si unisce a questa Chiesa e si aggrappa ai suoi insegnamenti, vivrà una vita migliore, sarà un uomo o una donna più felice, porterà nel suo cuore un grande amore per il Signore e le Sue vie”.


Una sera, nel marzo del 1996, Veronica Contreras era in piedi con suo marito Felicindo, fuori dall’edificio del loro rione a Santiago, in Cile. Si erano appena trasferiti nella capitale da Panguipulli, una città molto più piccola nel sud del Cile, sperando di trovare migliori opportunità di istruzione per i loro cinque figli. Inoltre, sarebbero stati più vicini al Tempio di Santiago, in Cile, e avrebbero fatto parte di un palo, che avrebbe potuto fornire classi di Seminario e attività per i giovani più consolidate. Anche se non era domenica, la coppia pensò di poter trovare altri membri della Chiesa nella casa di riunione. Ma quando arrivarono, trovarono le porte chiuse a chiave. Non c’era nessuno in giro.

Nel corso della settimana, la coppia fermò un paio di missionari in bicicletta e chiese loro di aiutare la loro famiglia a contattare il vescovo. Poco dopo, il vescovo andò a casa dei Contreras e li accolse nel rione, ma la sua visita non li preparò per ciò che li aspettava la loro prima domenica in chiesa.

A Panguipulli i santi trattavano la loro casa di riunione come se fosse casa loro, mantenendola pulita e ben tenuta. Tuttavia, quando Veronica mise piede nella casa di riunione di Santiago, fu sorpresa di scoprire che i pavimenti e le pareti erano rigati con segni di scarpe e scie di ruote causate dai bambini che andavano in bicicletta per i corridoi. Durante la riunione sacramentale, la maggior parte delle panche restava vuota, anche se il rione contava più di settecento membri nei registri.

Purtroppo, i problemi che i Contreras trovarono nel loro nuovo rione non erano limitati al Cile. Il numero dei battesimi dei convertiti in tutto il Sud America era aumentato rapidamente durante gli anni ’80 e i primi anni ’90, portando alla creazione di decine di pali. Eppure, dopo il battesimo, molti nuovi membri in tutto il mondo faticavano a mantenere il loro impegno nei confronti del vangelo restaurato.

Da anni i dirigenti della Chiesa si preoccupavano del ritenimento dei nuovi convertiti e avevano cercato di affrontare la questione in vari modi. Nel 1986 l’ufficio del sacerdozio di Settanta a livello locale fu sciolto, aggiungendo forza ai locali quorum degli anziani. I missionari erano stati anche incoraggiati a dedicare più tempo a integrare i nuovi membri e la Chiesa creò una serie di sei lezioni per nuovi membri con lo scopo di aiutare i nuovi convertiti ad adattarsi. Eppure molte persone non avevano mai seguito queste lezioni. E rioni come quello di Santiago erano spesso sopraffatti dall’enormità dell’opera. C’erano pochissimi membri che partecipavano alle riunioni rispetto al numero totale di santi del rione.

Il nuovo vescovo dei Contreras era un uomo buono e fedele, ma non aveva alcun consigliere che contribuisse a condividere il suo carico di lavoro. Doveva anche dedicare lunghe ore al lavoro e spesso non poteva incontrarsi con i membri nei giorni infrasettimanali. Quando lo incontrarono, Veronica e Felicindo si offrirono di aiutarlo servendo ovunque ci fosse bisogno di loro. In breve tempo la loro figlia maggiore suonava l’organo nel rione e i loro figli servivano con gli altri giovani uomini. Felicindo iniziò ad aiutare con la storia familiare e il lavoro di tempio e a servire nel sommo consiglio del palo. Veronica, nel frattempo, era stata chiamata come presidentessa della Società di Soccorso di rione.

Altri si unirono a loro per servire. Ma c’era ancora molto da fare per aiutare il rione a funzionare meglio.


Quando, nell’ottobre del 1992, fu annunciato il Tempio di Hong Kong, Nora Koot Jue fu felicissima. Erano trascorsi più di trent’anni dal suo servizio nella Missione dell’Estremo Oriente Meridionale. In quel periodo era emigrata negli Stati Uniti, aveva sposato un cino–americano di nome Raymond Jue e aveva cresciuto quattro figli. Ma le sue esperienze come prima convertita cinese alla Chiesa a Hong Kong non l’avevano mai lasciata. Erano le storie che aveva raccontato ai suoi figli prima di andare a letto.

Raymond pensava che tutta la famiglia dovesse andare alla dedicazione del tempio.

“No”, disse Nora. “Ci vogliono tanti soldi”.

Raymond insistette. “Dobbiamo andare”, disse.

La famiglia iniziò a risparmiare. I figli erano ormai adulti e sapevano quanto la casa del Signore fosse importante per la loro madre. Quando lei era emigrata negli Stati Uniti nel 1963, si era recata prima alle Hawaii per ricevere la sua investitura nel Tempio di Laie. In seguito, lei e Raymond furono suggellati nel Tempio di Los Angeles e, poco tempo dopo, il Tempio di Oakland fu dedicato vicino alla loro casa nell’area della Baia di San Francisco, in California. Nora e Raymond alla fine erano diventati lavoranti del tempio, e questo diede a Nora la possibilità di amministrare le ordinanze del tempio in mandarino, cantonese, hmong e altre lingue.

Dopo il completamento del Tempio di Hong Kong nel maggio del 1996, la Chiesa tenne un’apertura al pubblico di due settimane. Nora e la sua famiglia arrivarono in città la sera del 23 maggio, tre giorni prima della dedicazione del tempio. Quando uscirono dall’aeroporto, Nora sentì l’aria calda e umida che la circondava.

“Benvenuti a Hong Kong”, disse alla sua famiglia con un sorriso.

Nei giorni successivi Nora portò la sua famiglia a fare un giro della città. Anche sua figlia maggiore, Lorine, aveva svolto una missione a Hong Kong e rivisitarono con piacere la zona insieme. Mentre Nora mostrava ai suoi figli le strade e gli edifici che una volta conosceva, era come se le storie che avevano sentito da bambini prendessero vita. Uno dei primi posti in cui li portò fu il tempio, costruito sul sito della vecchia casa della missione in cui aveva trascorso tanto tempo da giovane. Nora non poteva essere più felice di vedere quel luogo adibito a uno scopo così sacro.

La mattina di domenica 26 maggio la famiglia partecipò a una riunione sacramentale speciale con il presidente di missione di Nora, Grant Heaton, e altri ex missionari della Missione dell’Estremo Oriente Meridionale. Durante la riunione, il presidente Heaton e i missionari resero testimonianza. Nora si alzò in piedi quando fu il suo turno. “Lo Spirito arde in me in questo momento”, attestò. “Sono un frutto di questa terra e di questa missione, e ne sono grata”.

Il mattino seguente Nora e la sua famiglia si sedettero insieme nella sala celeste del Tempio di Hong Kong. Il volto di Nora era luminoso e sorridente quando il presidente Thomas S. Monson aprì la riunione e l’anziano Neal A. Maxwell del Quorum dei Dodici Apostoli parlò. Si sentiva come se si fosse chiuso un cerchio nella sua vita. Quarantadue anni prima aveva implorato l’anziano Harold B. Lee di riportare la Chiesa a Hong Kong. A quel tempo in città c’era solo un gruppetto di santi. Ora Hong Kong aveva una casa del Signore e lei era lì con suo marito e i suoi figli.

Al termine della riunione, il presidente Thomas S. Monson lesse la preghiera dedicatoria. “La Tua chiesa è cresciuta e ha benedetto la vita di molti dei Tuoi figli e figlie in questo luogo”, pregò. “Ti ringraziamo per tutti coloro che hanno accettato il Vangelo e che sono rimasti leali e fedeli alle alleanze stipulate con Te. La Tua chiesa, con la dedicazione di questo sacro tempio, raggiunge la piena maturità in quest’area”.

Le lacrime rigarono il volto di Nora mentre tutti cantavano “Lo Spirito arde”. Quando la preghiera di chiusura fu terminata, attirò a sé suo marito e i suoi figli e li abbracciò. Il suo cuore era traboccante di gioia.

Quella sera la famiglia partecipò a un ritrovo di missione. Arrivarono un po’ in ritardo e trovarono tutti che chiacchieravano già insieme in una sala. La folla si calmò quando Nora entrò e la sua famiglia osservò con stupore che le persone, una dopo l’altra, la salutavano con onore e rispetto.

Mentre chiacchierava con i vecchi amici, un uomo anziano batté sulla spalla di Nora. “Si ricorda di me?”, le chiese.

Nora lo guardò e un lampo di riconoscimento le attraversò il volto. Era Harold Smith, uno dei primi missionari che aveva incontrato da bambina. Lo presentò ai suoi figli.

“Non pensavo di aver fatto la differenza”, le disse. Non riusciva a credere che lei si ricordasse di lui.

“Non dimentichi le persone che ti salvano”, disse Nora.


Nel maggio del 1997 il governo dello Zaire crollò dopo anni di guerre e tumulti politici. Il presidente Mobutu Sese Seko, che aveva controllato la nazione per più di tre decenni, stava morendo e ora non aveva il potere di fermare il crollo del suo regime. Le forze armate del Ruanda, il paese che confinava a est con lo Zaire, erano entrate nel paese in cerca di ribelli esiliati a causa della propria guerra civile. Ben presto altre nazioni dell’Africa orientale fecero lo stesso, unendo alla fine le forze con altri gruppi per scacciare il presidente indebolito, sostituirlo con un nuovo leader e rinominare il paese Repubblica Democratica del Congo o RDC.

La Chiesa continuò a essere operativa nella regione mentre infuriava il conflitto. Circa seimila santi vivevano nella Repubblica Democratica del Congo. La Missione di Kinshasa copriva cinque paesi con diciassette missionari a tempo pieno. Nel luglio del 1996 diverse coppie della regione avevano percorso più di duemilaottocento chilometri per ricevere le benedizioni del tempio nel Tempio di Johannesburg, in Sudafrica. Alcuni mesi dopo, il 3 novembre, i dirigenti della Chiesa organizzarono il Palo di Kinshasa, il primo palo della Repubblica Democratica del Congo e il primo palo di lingua francese in Africa. C’erano anche cinque distretti e ventisei rami sparsi per tutta la missione.

A Luputa, Willy Binene, che quel tempo aveva ventisette anni, sperava ancora di svolgere una missione a tempo pieno, nonostante le agitazioni nel suo paese. Ma quando confidò la sua speranza a Ntambwe Kabwika, un consigliere della presidenza di missione, ricevette una notizia deludente.

“Fratello mio”, gli disse il presidente Kabwika, “il limite di età è di venticinque anni. Non c’è modo di chiamarti in missione”. Poi, cercando di consolarlo, aggiunse: “Sei ancora giovane. Puoi andare a scuola, sposarti”.

Ma Willie non si sentì consolato. La delusione si fece più forte dentro di lui. Sembrava ingiusto che la sua età gli impedisse di svolgere una missione. Perché non si poteva fare un’eccezione, soprattutto dopo tutto quello che gli era accaduto? Si chiedeva perché, in primo luogo, il Signore lo avesse ispirato a svolgere una missione. Aveva rimandato la sua istruzione e la sua carriera per seguire quel suggerimento — e per cosa?

“Non puoi farti turbare da questo”, si disse tra sé e sé alla fine. “Non puoi certo condannare Dio”. Decise di rimanere proprio dove si trovava e di fare tutto ciò che il Signore gli chiedeva.

In seguito, nel luglio del 1997, i santi di Luputa furono formalmente organizzati in un ramo. Dopo essere stato chiamato come archivista finanziario e missionario di ramo, Willy si rese conto che il Signore lo stava preparando a stabilire la Chiesa dove viveva. “Va bene”, disse, “la mia missione è qui”.

Anche alcuni altri santi del ramo di Luputa furono chiamati come missionari di ramo. Tre giorni alla settimana Willy si occupava del suo raccolto. Negli altri giorni andava di porta in porta a parlare del Vangelo alle persone. Poi Willy lavava l’unico paio di pantaloni che possedeva in modo che fossero puliti per il giorno dopo. Non era del tutto sicuro di cosa lo spingesse a predicare il Vangelo così diligentemente, specialmente quando doveva uscire a stomaco vuoto. Ma sapeva di amare il Vangelo e voleva che il suo popolo — e un giorno i suoi antenati — ricevesse le benedizioni che lui stesso aveva.

Il lavoro poteva essere difficile. Alcune persone minacciavano i missionari di ramo o ammonivano altri di evitarli. Alcune persone del villaggio si riunirono persino per distruggere alcune copie del Libro di Mormon. “Bruciate il Libro di Mormon”, dicevano, “e la Chiesa scomparirà”.

Eppure Willy vedeva che il Signore operava miracoli grazie al suo impegno. Una volta, quando lui e il suo collega bussarono a una porta, questa si aprì e sentirono un odore nauseabondo provenire dalla casa. Da dentro, udirono una voce pacata che li chiamava. “Entrate”, disse la voce. “Sto male”.

Willy e il suo collega avevano paura di entrare in casa, ma lo fecero e trovarono un uomo che sembrava in precarie condizioni di salute. “Possiamo pregare?”, chiesero.

L’uomo acconsentì, quindi offrirono una preghiera, benedicendolo affinché la sua malattia andasse via. “Torneremo domani”, gli dissero.

Il giorno dopo trovarono l’uomo fuori casa sua. “Siete uomini di Dio”, disse. Da quando avevano pregato, lui si era sentito meglio. Voleva saltare dalla gioia.

L’uomo non era ancora pronto a unirsi alla Chiesa, ma altri lo erano. Ogni settimana Willy e gli altri missionari incontravano persone — a volte intere famiglie — che volevano rendere il culto con i santi. Alcuni sabati battezzavano fino a trenta persone.

La Chiesa a Luputa stava cominciando a crescere.


Il 5 giugno 1997 il presidente Gordon B. Hinckley si trovava al pulpito sotto una grande tettoia a Colonia Juárez, in Messico. Circa seimila persone erano sedute davanti a lui. “Alcune persone nella Chiesa sono un po’ dispiaciute per voi”, scherzò con gli ascoltatori. “Sembra che siate così lontani da tutti”.

I membri della Chiesa provenienti dagli Stati Uniti avevano colonizzato Colonia Juárez e altre città del Messico settentrionale durante i raid del governo degli Stati Uniti contro il matrimonio plurimo nel decennio del 1880. Queste città erano situate nell’arido deserto di Chihuahua, distante circa trecento chilometri da tutte le città principali. La loro scuola locale gestita dalla Chiesa, la Juárez Academy, stava per compiere cento anni e il presidente Hinckley era venuto per commemorare l’evento.

Il presidente Hinckley conosceva la storia dei santi di Colonia Juárez e ammirava la loro determinazione a conservare la fede. “Vi siete aiutati a vicenda nei momenti di difficoltà e di angoscia. Avete dovuto farlo perché eravate soli”, disse loro. “Siete diventati come una grande famiglia”.

Il giorno dopo il presidente Hinckley parlò alla cerimonia di consegna dei diplomi della scuola e ridedicò l’edificio dell’accademia appena ristrutturato. Meredith Romney, il presidente del Palo di Colonia Juárez, lo portò in macchina a circa novanta chilometri a nord fino all’aeroporto di El Paso, nel Texas.

La strada per El Paso era impervia e accidentata. All’inizio il presidente Hinckley passò il tempo a parlare con il presidente Romney. Dopo un po’, però, la conversazione si esaurì e il presidente Hinckley rifletté in silenzio sui santi di Colonia Juárez e sulla grande distanza che dovevano percorrere per recarsi alla casa del Signore. “Che cosa possiamo fare per aiutare queste persone?”, si chiese.

La domanda era importante per i Santi di tutto il mondo. Con più di una dozzina di templi in programma o in costruzione, l’85 percento dei membri della Chiesa si sarebbe trovato presto a meno di cinquecento chilometri da un tempio. Nel Brasile settentrionale, per esempio, i santi che in precedenza avevano percorso migliaia di chilometri per andare al tempio di San Paolo sarebbero stati molto più vicini al nuovo Tempio di Recife, una città sulla costa nord–orientale del Brasile. Un tempio appena annunciato a Campinas, una città a circa novanta chilometri a nord di San Paolo, avrebbe reso le benedizioni del tempio più disponibili ai seicentomila santi del Brasile. Presto sarebbero stati necessari anche templi in città come Porto Alegre, Manaus, Curitiba, Brasilia, Belo Horizonte e Rio de Janeiro.

Il presidente Hinckley voleva tuttavia avvicinare i templi ancora di più a più santi. Credeva che la casa del Signore avesse un ruolo vitale nell’aiutare i membri della Chiesa a rimanere devoti al vangelo restaurato di Cristo. Di recente il profeta aveva appreso che solo il 20 percento dei nuovi convertiti frequentava e partecipava ancora alle attività in Chiesa dopo un anno. La percentuale sorprendente turbava lui e i suoi consiglieri, e a maggio avevano inviato una lettera a tutti i membri della Chiesa.

“Siamo profondamente preoccupati per molti dei nostri fratelli e sorelle di tutte le età che hanno ricevuto una testimonianza del vangelo di Gesù Cristo ma non hanno sentito il calore della fratellanza tra i Santi”, si leggeva nella lettera. “Troppi tra loro non ricevono le benedizioni del sacerdozio e le promesse dell’alleanza del tempio”.

“Ogni nuovo membro ha bisogno di tre cose”, continuava la lettera, “avere un amico, avere un incarico e ricevere nutrimento spirituale mediante lo studio del Vangelo”.

A Colonia Juárez il presidente Hinckley si rese conto che la Chiesa aveva quasi tutto il necessario per fornire questo tipo di sostegno ai santi locali. L’unica cosa che mancava era una casa del Signore. Lo stesso valeva per i pali di altri luoghi remoti in tutto il mondo. Tuttavia, era difficile giustificare la costruzione dei templi in luoghi in cui non c’erano abbastanza santi che potessero usarli e gestirli.

Pensò all’alto costo della lavanderia e della mensa nei templi. Entrambe le funzioni fornivano un comodo servizio ai membri che servivano nel tempio. E se i membri si fossero portati i propri vestiti del tempio e avessero trovato del cibo altrove?

Per anni il presidente Hinckley aveva pensato di modificare il progetto di alcuni templi al fine di costruirne di più in tutto il mondo. La Chiesa aveva già adattato i progetti del tempio per soddisfare le necessità dei santi locali in luoghi come Laie, San Paolo, Freiberg e Hong Kong. Perché non costruire un tempio con solo le cose essenziali: un battistero e delle stanze per le confermazioni, le iniziatorie, le investiture e i suggellamenti? Se la Chiesa lo avesse fatto, la casa del Signore poteva essere stabilita in molti più paesi, avvicinando le sacre alleanze e le ordinanze a molti più santi.

In seguito, il presidente Hinckley disegnò una semplice planimetria del tipo di tempio che aveva immaginato. L’ispirazione giunse chiara e forte. Quando arrivò a Salt Lake City, la mostrò al presidente Monson e al presidente Faust che approvarono il concetto. Anche il Quorum dei Dodici Apostoli sostenne l’idea.

Alla fine, il presidente Hinckley portò lo schizzo a un architetto della Chiesa. L’architetto esaminò il disegno.

“Bellissimo”, rispose. “È un concetto decisamente realizzabile”.

  1. Maridan Sollesta to James Perry, Emails, Mar. 8, 2022; Aug. 15, 2022; Oct. 3, 2022, Maridan Sollesta and Eusebio Sollesta, Oral History Interviews, CHL.

  2. John L. Hart, “Over Half LDS Now Outside U.S.”, Church News, Mar. 2, 1996, 3; Sollesta, Autobiography, 5; Philippines Area, Annual Historical Reports, 1991, 2; 1995, 1; Sollesta and Sollesta, Oral History Interview [Mar. 2023], 2; “Church Membership Worldwide”, and “Church Growth: Selected Countries”, Church News, Mar. 2, 1996, 3, 6. Argomenti: Crescita della Chiesa; Filippine

  3. Cannon and Cowan, Unto Every Nation, ix–xxv; Deseret News 1997–1998 Church Almanac, 22, 28, 35, 69, 73–74; Gordon B. Hinckley, “Questo lavoro riguarda le persone”, La Stella, luglio 1995, 66; “Giappone: Cronologia”, Storie dal mondo, ChurchofJesusChrist.org/study/history/global-histories. Argomenti: Modifiche all’organizzazione del sacerdozio; Quorum dei Settanta

  4. Maridan Sollesta to James Perry, Emails, Mar. 8, 2022; Oct. 3, 2022, Maridan Sollesta and Eusebio Sollesta, Oral History Interviews, CHL; Directory of General Authorities and Officers, 1996, 207, 241, 243, 248–249, 254, 258, 264, 286; Sollesta, Oral History Interview [Mar. 2, 2022], 17–18; Sollesta, Autobiography, 6.

  5. Sollesta, Oral History Interview [Mar. 2, 2022], 17; Maridan Sollesta to James Perry, Emails, Mar. 8, 2022; Aug. 15, 2022; Oct. 3, 2022, Maridan Sollesta and Eusebio Sollesta, Oral History Interviews, CHL; Philippines Area, Annual Historical Reports, 1991, 9; Philippines Area Presidency to All Regional Representatives and others, Mar. 14, 1995, Philippines Area, Presidency Meeting Minutes, CHL.

  6. Okazaki, Journal, Feb. 24, 1996; Okazaki, “Three Great Questions”, 5.

  7. Okazaki, Journal, Feb. 25, 1996; Sollesta, Oral History Interview [Mar. 9, 2022], 8.

  8. Dew, Go Forward with Faith, 516; Gordon B. Hinckley, Interview with David Fuster, May 30 1996, [4], Gordon B. Hinckley Addresses, CHL; “La famiglia – Un proclama al mondo”.

  9. Hinckley, Journal, May 30, 1996; Gerry Avant, “Tears Flow, Faith Grows as Filipinos Greet Prophet”, Church News, June 8, 1996, 4, 7. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  10. Contreras and Contreras, Oral History Interview [2022], 10–11; Contreras and Contreras, Oral History Interview [Oct. 23, 2020], 1; Contreras and Contreras, Oral History Interview [Jan. 2023], 31–32; Contreras and Contreras, Oral History Interview [Oct. 2, 2020], 8–9.

  11. Missionary Department, Annual Reports, 1982, 4, 6; 1989, 40–42; 1995, 53–59; Aburto, Oral History Interview, 26–30. Argomenti: Crescita della Chesa; Cile

  12. Romney, Journal, Aug. 19 and Dec. 31, 1970; Spencer W. Kimball, Journal, Sept. 4, 1971; “Action List for New Converts”, 2; Hunter, Journal, Mar. 25, 1979; Sept. 4, 1986; Oct. 1, 1986. Argomenti: Modifiche all’organizzazione del sacerdozio; Quorum dei Settanta

  13. Aburto, Oral History Interview, 27–33; First Presidency to Regional Representatives and others, June 17, 1991, Marlin K. Jensen, General Conference Training Files, CHL; Research Information Division, “Study of Missionary Activities in Retention, Activation, and Community Service”, Mar. 1994, Missionary Executive Council, Meeting Materials, CHL; Missionary Executive Council to Area Presidencies, Memorandum, Oct. 6, 1993, South America South Area, Mission Files, CHL; Contreras and Contreras, Oral History Interview [Oct. 2, 2020], 8–9; Contreras and Contreras, Oral History Interview [2022], 12.

  14. Contreras and Contreras, Oral History Interview [2022], 12–14. Argomento: Rioni e pali

  15. Gordon B. Hinckley, “Sostegno dei dirigenti della Chiesa”, La Stella, gennaio 1993, 22; Jue Family, Oral History Interview [2023], 5–8, 22; Jue Family, Oral History Interview [2019], 61–69, 90; Heaton, Personal History, volume 2, 158.

  16. Jue Family, Oral History Interview [2023], 2–4, 6, 31–32; Jue Family, Oral History Interview [2019], 61–62, 68, 71–72, 86.

  17. “Guests Feel Peace at Open House in Hong Kong Temple”, Church News, May 18, 1996, 3; Ng and Chin, History in Hong Kong, 105; Jue, Journal, May 23, 1996; Jue Family, Oral History Interview [2023], 11. Argomento: Hong Kong

  18. Jue, Journal, May 24–25, 1996; Jue Family, Oral History Interview [2019], 86, 89–90; Corine Jue Neumiller to Jed Woodworth, Email, Jan. 24, 2023, Jue Family, Oral History Interview [2023], CHL; Jue Family, Oral History Interview [2023], 13–14, 17; “Guests Feel Peace at Open House in Hong Kong Temple”, Church News, May 18, 1996, 3; Hong Kong Temple, Media Information Packet, 8.

  19. Jue, Journal, May 26, 1996; Nora Koot Jue, Testimony, May 26, 1996, Jue Family, Oral History Interview [2023], CHL.

  20. Jue, Journal, May 27, 1996; Jue Family, Oral History Interview [2023], 20–21, 23, 26; Thomas S. Monson, Neal A. Maxwell, in Hong Kong Temple, Dedication Services, 59–63; Jue, Reminiscence, 2–4.

  21. Gordon B. Hinckley, Thomas S. Monson, in Hong Kong Temple, Dedication Services, 14, 69; “Preghiera dedicatoria: Tempio di Hong Kong, Cina, 26 maggio 1996”, Templi, ChurchofJesusChrist.org.

  22. Jue Family, Oral History Interview [2023], 23, 26–27.

  23. Jue, Journal, May 27, 1996; Jue Family, Oral History Interview [2019], 27–28, 91; Jue Family, Oral History Interview [2023], 17–18, 25. Argomento: Dedicazioni dei templi e preghiere dedicatorie

  24. Naniuzeyi, “State of the State in Congo–Zaire”, 669–683; Newbury, “Continuing Process of Decolonization in the Congo”, 131–141; Reyntjens, Great African War, chapters 4 e 5; Prunier, Africa’s World War, chapters 4 e 5. Argomento: Repubblica Democratica del Congo

  25. “Historical Record: Democratic Republic of Congo Mission”, chapter 7, pages 7–9; Deseret News 1999–2000 Church Almanac, 309–310, 545; Africa Area, Annual Historical Reports, 1996, 27, 39; History of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints in the Democratic Republic of the Congo, 50–54.

  26. Willy Binene, Oral History Interview [2017]; Lewis and Lewis, “President Sabwe Binene’s Story”, [2]; Binene, Interview [circa July 2020]; Directory of General Authorities and Officers, 2001, 395.

  27. Willy Binene, Oral History Interview [2017]; Lewis and Lewis, “President Sabwe Binene’s Story”, [2]; Willy Binene, Oral History Interview [2019]; Willy Binene, Oral History Interview [Jan. 2023]; “Exit Interview with President and Sister Homer LeBaron”, [2].

  28. Willy Binene, Oral History Interview [2019]; Willy Binene, Oral History Interview [May 20, 2020], [12].

  29. Willy Binene, Oral History Interview [May 20, 2020], [12]–[13]; Willy Binene, Oral History Interview [2019]; Binene, Interview [circa July 2020].

  30. Willy Binene, Oral History Interview [May 20, 2020], [12]–[13]; Willy Binene, Oral History Interview [2017].

  31. Willy Binene, Oral History Interview [May 20, 2020], [12]–[13]. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura. Argomento: Guarigione

  32. Hinckley, Journal, June 5, 1997; John L. Hart, “Bueno! Juarez Academy Centennial”, Church News, June 14, 1997, 3–4; Gordon B. Hinckley, Address, Juárez Mexico Member Fireside, June 5, 1997, [4], Gordon B. Hinckley Addresses, CHL.

  33. Hinckley, Journal, June 5, 1997; John L. Hart, “Bueno! Juarez Academy Centennial”, Church News, June 14 1997, 3; Santi, volume 2, capitoli 33 e 35; volume 3, capitoli 10 e 11. Argomenti: Messico; Colonie in Messico; Accademie della Chiesa

  34. John L. Hart, “Bueno! Juarez Academy Centennial”, Church News, June 14, 1997, 4; Gordon B. Hinckley, Address, Juárez Mexico Member Fireside, June 5, 1997, [4], Gordon B. Hinckley Addresses, CHL; Hinckley, Journal, June 5, 1997.

  35. Hinckley, Journal, June 6, 1997; John L. Hart, “Bueno! Juarez Academy Centennial”, Church News, June 14, 1997, 3–4, 8.

  36. Gordon B. Hinckley, in Monticello Utah Temple, Dedication Services, 23–24; Gordon B. Hinckley, in Colonia Juárez Chihuahua Mexico Temple, Dedication Services, 11–13.

  37. Temple Department, Temple Sites Minutes, Apr. 29, 1997; Hinckley, Journal, Feb. 2, 1997.

  38. “Excitement Grows, as Work on New Temple in Recife, Brazil, Progresses”, Church News, Jan. 31, 1998, 3; Hawkins, Temples of the New Millenium, 204–207; “Informazioni sulla nuova Sala delle Assemblee. Annuncio della costruzione di due nuovi templi”, La Stella, luglio 1997, 112; Deseret News 1999–2000 Church Almanac, 548; Craig Zwick, Claudio Costa and Kent Jolley to Gordon B. Hinckley, May 6, 1998, First Presidency, Area Presidency Correspondence, CHL. Argomento: Brasile

  39. John L. Hart, “Strengthening New Members”, Church News, Nov. 29, 1997, 8, 11; First Presidency to Members of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, May 15, 1997, First Presidency, Circular Letters, CHL; Gordon B. Hinckley, Address, Potomac Virginia Regional Conference, Priesthood Leadership Meeting, Apr. 26, 1997, [2], Gordon B. Hinckley Addresses, CHL.

  40. First Presidency to Members of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, May 15, 1997, First Presidency, Circular Letters, CHL; vedere anche Gordon B. Hinckley, “Alcune considerazioni sui templi, il ritenimento dei convertiti e il servizio missionario”, La Stella, gennaio 1998, 63–64.

  41. Gordon B. Hinckley, in Monticello Utah Temple, Dedication Services, 23–24; Gordon B. Hinckley, in Anchorage Alaska Temple, Dedication Services, 18–19; Gordon B. Hinckley, in Colonia Juárez Chihuahua Mexico Temple, Dedication Services, 12–13.

  42. Hinckley, Journal, Jan. 11 and 19, 1973; Apr. 19, 1973; Mar. 4, 1975; July 31, 1981; Aug. 20, 1981; Jan. 4, 1989; Mar. 6, 1999; Hawkins, Temples of the New Millennium, 36–37, 68–69, 98–99.

  43. Dell Van Orden, “Inspiration Came for Smaller Temples on Trip to Mexico”, Church News, Aug. 1, 1998, 3; Gordon B. Hinckley, in Colonia Juárez Chihuahua Mexico Temple, Dedication Services, 13; Gordon B. Hinckley, in Anchorage Alaska Temple, Dedication Services, 19. Argomenti: Gordon B. Hinckley; Edificazione di templi