Capitolo 30
Preziose benedizioni
La sera del 4 ottobre 1997, durante la sessione del sacerdozio della Conferenza generale, il presidente Gordon B. Hinckley annunciò il nuovo progetto riguardante i templi e parlò del piano della Chiesa di usare questo modello per numerosi nuovi templi in tutto il mondo.
“Siamo decisi”, dichiarò, “a dare i templi ai fedeli e a concedere loro ogni possibilità di ricevere le preziose benedizioni che scaturiscono dal culto reso nel tempio”.
Richard “Rick” Turley, direttore generale del Dipartimento di storia familiare della Chiesa, aveva capito che questi nuovi templi avrebbero benedetto la Chiesa e aiutato i Santi di tutto il mondo a venire a Cristo. Ma il dipartimento riusciva a malapena a fornire a tutti i cinquantuno templi in funzione nomi a sufficienza per il lavoro delle ordinanze per procura. Con la costruzione dei templi in aumento, la Chiesa doveva cambiare il modo in cui svolgeva la storia familiare.
Parte del problema, e Rick e altri dirigenti della Chiesa lo sapevano, era che preparare i nomi per il lavoro di tempio richiedeva molto tempo e denaro. In alcuni paesi, i membri della Chiesa dovevano percorrere grandi distanze per trovare i nomi dei propri antenati nei documenti d’archivio. Altri membri dovevano cercare a lungo e faticosamente le informazioni di cui avevano bisogno. Se il microfilm giusto non si trovava nel loro centro di storia familiare locale, dovevano pagare per farlo spedire, aspettare diverse settimane prima che arrivasse e poi tornare al centro per consultarlo. Una bobina media conteneva circa mille immagini, quindi scorrerle una a una poteva essere faticoso. Poche persone avevano tempo per tutto questo e non tutti vivevano vicino a un centro di storia familiare.
Negli anni ’80 del 1900 i computer accelerarono parte di questo lavoro. All’inizio del decennio, gli sviluppatori di software della Chiesa crearono il Personal Ancestral File [PAF], un programma per computer che permetteva alle persone di registrare, conservare e condividere informazioni sui loro antenati e di creare alberi familiari. Il programma facilitò a centinaia di migliaia di utenti la presentazione dei nomi al tempio tramite TempleReady.
Tuttavia, il processo di invio poteva essere comunque complicato, specialmente per le persone che non erano abituate a usare un computer. Gli utenti del PAF creavano una propria banca dati personale, con il risultato che si creavano dei duplicati quando qualcuno inviava i nomi di famiglia alla Chiesa. Poiché questi file non si aggiornavano automaticamente dopo che qualcuno aveva svolto il lavoro di tempio per un antenato, spesso altri membri della Chiesa celebravano le ordinanze per la stessa persona senza saperlo.
Tali problemi turbavano anche il presidente Hinckley. Due anni prima, quando Rick entrò a far parte del Dipartimento di storia familiare, il profeta lo aveva invitato a una riunione. Voleva sapere se la Chiesa stava facendo tutto il possibile per adempiere la sua missione di redimere i morti.
“Rick”, disse il profeta, “puoi assicurarmi che tutte le risorse che mettiamo nella storia familiare stanno liberando gli spiriti dalla prigione degli spiriti?”.
“Vorrei pensare che lo siamo facendo”, rispose Rick. Ma credeva che il sistema potesse essere migliorato.
Il presidente Hinckley era d’accordo e gli chiese di trovare una soluzione.
Con questo mandato, il Dipartimento di storia familiare doveva sviluppare un modo più semplice di presentare i nomi per il lavoro di tempio — un processo che fosse abbastanza semplice da coinvolgere più persone. I computer potevano velocizzare il processo di estrazione delle informazioni sulla famiglia dai documenti e organizzarle in una banca dati consultabile. Per evitare duplicati i computer dovevano però comunicare tra loro, cosa che il sistema di allora non poteva fare. La banca dati doveva essere su Internet.
A quel tempo, il World Wide Web esisteva da meno di dieci anni e la Chiesa aveva solo una piccola presenza online. Nel 1996 aveva lanciato un sito senza fare molta pubblicità e alcuni dirigenti della Chiesa erano scettici riguardo alla nuova tecnologia e avevano poca esperienza in merito. Al Dipartimento di storia familiare mancava l’esperienza tecnica per costruire il tipo di piattaforma online necessaria per ospitare la banca dati. Avevano bisogno di aiuto — e avevano bisogno di tempo.
Ma il tempo stringeva. Alla conferenza generale di aprile 1998 il presidente Hinckley annunciò che la Chiesa avrebbe costruito trenta templi seguendo il nuovo modello, oltre ai diciassette templi già in costruzione.
“Questo aggiungerà in totale quarantasette nuovi templi ai cinquantuno attualmente in funzione”, disse il profeta. “Penso che faremo meglio ad aggiungerne altri due, per portare il loro numero a cento per la fine di questo secolo, quando saranno trascorsi duemila anni ‘dalla venuta del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo nella carne’”.
“Ci muoviamo a un ritmo mai veduto in passato”, dichiarò.
L’annuncio ispirò Rick. Ma ora c’era un’urgenza ancora maggiore di accelerare il lavoro di storia familiare della Chiesa.
All’inizio di aprile del 1998 Felicindo e Veronica Contreras andarono al Tempio di Santiago, in Cile. Felicindo era appena stato chiamato a servire come vescovo del loro rione ed era preoccupato per i santi a lui affidati. La frequenza nel rione era ancora bassa. Voleva chiedere l’aiuto del Signore per riportare in chiesa i membri del suo rione.
Mentre pregava, Felicindo desiderava particolarmente aiutare i giovani. Pochi di loro frequentavano regolarmente la Chiesa e, sebbene quattordici di loro fossero grandi abbastanza per andare in missione, nessuno si stava preparando a servire. Facevano parte della tendenza generale in Cile, secondo cui meno del 10% dei giovani uomini qualificati erano in missione, la percentuale più bassa rispetto a qualsiasi area del mondo. In cuor suo, Felicindo desiderava ardentemente che i giovani tornassero in chiesa e si preparassero per il campo di missione.
Poco tempo dopo, un diciottenne di nome Juan andò alle riunioni domenicali per la prima volta dopo tanto tempo. Juan faceva parte del quorum dei sacerdoti, ma di solito saltava la chiesa per poter giocare a calcio. Era un giocatore di talento — talmente bravo che alcune persone pensavano che potesse giocare come professionista — e lo sport significava tutto per lui. Ultimamente, però, si era sentito solo, irrequieto e confuso. Lo Spirito lo stava spingendo a tornare in chiesa e a svolgere una missione, ma sentiva di aver bisogno di una guida che lo aiutasse ad apportare dei cambiamenti nella sua vita.
In chiesa chiese di parlare con Felicindo. “Ho deciso che voglio essere attivo”, disse.
“Ti stavo aspettando”, disse Felicindo. Invitò Juan nel suo ufficio per un’intervista. Parlarono del desiderio di Juan di prepararsi per la missione. Sapendo che l’opera missionaria richiedeva che i giovani uomini e le giovani donne soddisfacessero certe norme spirituali, morali, emotive e fisiche, Felicindo lo aiutò a stilare un piano.
“Primo, ci prepareremo affinché tu possa ricevere la benedizione patriarcale”, disse a Juan, “in modo che tu sappia ciò che il Signore ha da dirti”. Dopodiché, avrebbero lavorato alla sua domanda per andare in missione. Felicindo lo invitò anche a leggere il Libro di Mormon e a pagare la decima. Juan accettò la sfida e, da quel momento in poi, lui e Felicindo parlarono regolarmente della preparazione per la missione.
Felicindo lavorò anche con altri membri del rione. Fu colpito dal consiglio dato della Prima Presidenza, ovvero che ogni membro avesse un amico, un incarico e fosse nutrito della “buona parola di Dio”. Seguendo le nuove linee guida della sede centrale della Chiesa, lui e i missionari a tempo pieno si assicurarono che le persone partecipassero alla riunione sacramentale prima di unirsi alla Chiesa. Lui e altri membri del rione si assicurarono anche che tutti coloro che venivano in chiesa si sentissero benvenuti e tornassero a casa spiritualmente nutriti.
Quando invitava le persone a tornare in chiesa, Felicindo le incoraggiava a prepararsi a prendere il sacramento e a rinnovare le loro alleanze battesimali. Chiese ai membri che stavano ritornando in chiesa di frequentare la classe dei Principi evangelici della Scuola Domenicale per aiutarli a ricordare gli insegnamenti basilari sulla Creazione, l’Espiazione di Gesù Cristo, il pentimento e altri principi del Vangelo. E trovò dei modi in cui potevano servire nel rione.
Felicindo fece anche in modo che la casa di riunione fosse aperta durante la settimana. Ricevette il permesso di illuminare il campo dietro l’edificio in modo che i giovani potessero giocare a calcio e fare altri giochi la sera. I membri del rione iniziarono a usare la casa di riunione per le serate familiari e altre attività, come rappresentazioni teatrali e programmi culturali cileni. Felicindo contribuì a organizzare un coro di rione la cui musica accrebbe lo Spirito durante la riunione sacramentale.
Mentre trascorrevano più tempo nella casa di riunione, i membri del rione cominciarono a prendersene meglio cura e il loro amore per l’edificio crebbe. Ben presto Felicindo vide un miglioramento nella frequenza alla riunione sacramentale. Credeva che questi cambiamenti fossero la risposta alla sua preghiera nel tempio.
Alcuni mesi dopo, a metà del 1998, Mary McKenna, una missionaria ritornata di Brisbane, in Australia, si recò a Provo, nello Utah, per saperne di più su Especially for Youth [EFY], una conferenza di cinque giorni per i giovani santi degli ultimi giorni negli Stati Uniti. Mary aveva sentito parlare molto di EFY l’anno prima mentre frequentava l’Education Week [settimana dell’istruzione] — una serie di lezioni, riunioni e altre attività per adulti e adolescenti tenute ogni anno nel campus della Brigham Young University.
Durante la sua precedente visita, aveva partecipato a una lezione tenuta da Brad Wilcox, un oratore e autore famoso tra i giovani santi degli ultimi giorni di lingua inglese. Dopo la lezione si era fermata per parlare con lui della Settimana dell’istruzione.
“Probabilmente sembra una cosa davvero folle”, aveva detto lei, “ma sono una dirigente dei giovani in Australia e abbiamo bisogno di quello che avete voi”.
Nel secolo e mezzo dall’organizzazione del primo ramo in Australia, la Chiesa era cresciuta fino a raggiungere quasi centomila membri. C’erano pali in quasi tutte le principali città australiane e un tempio a Sydney. Molti giovani, però, erano in difficoltà e alcuni non andavano in missione, non si sposavano nel tempio o non erano attivi nella Chiesa. Non sentivano un legame l’uno con l’altro e avevano bisogno di modelli da seguire che potessero mostrare loro come rimanere vicini a Dio e osservare i Suoi comandamenti.
Mentre Brad ascoltava Mary parlare delle difficoltà dei giovani australiani, gli vennero le lacrime agli occhi e le raccontò di più su EFY. Come le tipiche conferenze di palo per i giovani, EFY aveva lo scopo di rafforzare la fede dei giovani. Ma, invece di essere gestito dai pali locali, era patrocinato dalla BYU e supervisionato da consiglieri giovani adulti non sposati. Ascoltando Brad descrivere quanto fosse gioioso per i giovani, Mary sentì che un’esperienza come EFY poteva aiutare le giovani donne e i giovani uomini in Australia.
Nei mesi successivi lavorò per rendere l’idea una realtà. I dirigenti della Chiesa a Brisbane e nei dintorni avevano dato il loro sostegno, formando un comitato di santi dei pali locali per organizzare un evento come EFY nella loro area.
Un anno dopo, Mary era tornata a Provo a incontrare Susan Overstreet, direttrice di EFY, nel campus della BYU. L’università non era in grado di sponsorizzare sessioni di EFY al di fuori del Nord America, ma Susan aveva aiutato Mary e il comitato di Brisbane. Portò Mary a un evento di addestramento per i consiglieri e la presentò ad altri dirigenti di EFY. Nel frattempo, Brad Wilcox e un altro oratore di EFY, Matt Richardson, accettarono di andare in Australia e di parlare all’evento.
Mary tornò in Australia e, nei mesi successivi, il comitato si riunì regolarmente per programmare l’evento. Ogni palo coinvolto si assumeva la responsabilità della programmazione del cibo, dell’alloggio, delle riunioni di devozione, della musica o di altre responsabilità. I presidenti di palo suggerirono altri oratori e Mary trovò dei giovani adulti che servissero come consiglieri. Alcuni erano missionari ritornati, altri si stavano preparando per la missione e altri non avevano programmato di svolgere una missione. Mary organizzò dei corsi di addestramento per tutti.
Il comitato sperava di rendere EFY accogliente per tutti i giovani della zona di Brisbane, non solo per i santi degli ultimi giorni. A differenza del programma negli Stati Uniti, la cui quota di partecipazione costava centinaia di dollari, l’EFY australiano sarebbe stato finanziato dai pali locali in modo che le persone potessero partecipare a un costo basso. E sebbene tutti i partecipanti alla conferenza dovessero rispettare le norme della Chiesa, il comitato incoraggiò i pali a invitare i giovani che non erano membri della Chiesa.
Nell’aprile del 1999 Mary e il suo comitato lanciarono il primo evento Especially for Youth al di fuori del Nord America in un centro di palo a Brisbane. Arrivarono circa mille adolescenti dalla città e dall’area circostante. Quando si ritrovarono davanti alla folla, la prima cosa che fecero Brad e Matt fu di guidare i presenti in cori di esultanza. I giovani furono un po’ presi alla sprovvista, ma si aggregarono con entusiasmo. Fu subito chiaro che EFY non era una tipica conferenza della Chiesa.
Nei giorni successivi i giovani impararono dagli oratori, cantarono canzoni, si divertirono con balli e serate dei talenti e condivisero la loro testimonianza. I fotografi, nel frattempo, scattavano delle foto da mostrare l’ultimo giorno.
Mary era emozionata da quanto i giovani e i loro consiglieri avessero apprezzato EFY. Sembrava che tutti coloro che partecipavano all’evento tornassero a casa con una fede più forte in Gesù Cristo. I consiglieri che non avevano programmato di svolgere una missione cambiarono idea e presentarono i moduli per svolgerla. Alcuni dei giovani che non erano membri della Chiesa al momento della loro partecipazione, decisero di incontrare i missionari e accettarono di battezzarsi. E i consiglieri giovani adulti non sposati tornarono nei loro rioni con la voglia di servire nelle Giovani Donne e nei Giovani Uomini.
Il programma Especially for Youth era andato incredibilmente bene a Brisbane — e Mary e il comitato erano pronti a rifarlo.
Nelle isole Figi nel Pacifico, nel frattempo, Juliet Toro e suo marito, Iliesa, non avevano mai avuto molto interesse per la Chiesa. Ciò cambiò quando i loro figli più grandi, spronati dalla madre di Juliet che era una santa degli ultimi giorni, iniziarono a frequentare le riunioni domenicali e le classi del Seminario infrasettimanale. Juliet decise che era il momento di invitare i missionari a casa sua perché la istruissero. E quando lo fecero, le piacque quello che sentì.
I figli della famiglia Toro si unirono alla Chiesa nel marzo del 1999 e Juliet due settimane dopo. Iliesa, tuttavia, continuò a mostrare poco interesse. Temendo che suo marito sarebbe stato l’unico membro della famiglia a non abbracciare il vangelo restaurato di Gesù Cristo, Juliet iniziò a pregare ferventemente che anche lui si unisse alla Chiesa.
Al momento del battesimo di Juliet, la Chiesa nelle Figi contava quattro pali e circa dodicimila membri. I santi figiani attendevano con ansia la costruzione di un tempio a Suva, la capitale, dove vivevano Juliet e la sua famiglia. Dopo che la Chiesa arrivò nelle Figi a metà degli anni ’50, i membri spesso facevano enormi sacrifici finanziari per frequentare la casa del Signore nelle Hawaii o in Nuova Zelanda. Questo fardello fu ridotto nel 1983, quando la Chiesa dedicò i templi nelle isole Samoa, nelle isole Tonga e a Tahiti. Tuttavia, il viaggio verso il più vicino dei tre, che era il Tempio di Nuku‘alofa, nelle isole Tonga, rimaneva costoso.
Quando il presidente Gordon B. Hinckley fece il nome delle Figi come sito di uno dei trenta nuovi templi, i santi figiani gioirono. Avere una casa del Signore a Suva avrebbe permesso a loro e ai santi delle nazioni insulari di Vanuatu, Nuova Caledonia, Kiribati, Nauru e Tuvalu di andare al tempio più regolarmente — e con costi di viaggio molto più bassi.
La costruzione del tempio iniziò nel maggio del 1999, due mesi dopo il battesimo di Juliet. All’incirca in quel periodo, lei scoprì che la Brigham Young University stava testando un programma di apprendimento a distanza presso il Fiji LDS Technical College, una scuola secondaria di proprietà della Chiesa a Suva. Lo slogan della BYU era “The World Is Our Campus” [il mondo è il nostro campus] e gli amministratori della scuola stavano cercando modi economicamente accessibili per offrire opportunità di istruzione a più membri della Chiesa in tutto il mondo. Internet aveva permesso ai professori di Provo di comunicare con gli studenti delle Figi quasi istantaneamente.
Il programma consentiva agli studenti che avevano un diploma di scuola superiore di iscriversi a diverse classi di livello universitario. Facilitatori esperti della BYU gestivano le classi di persona, mentre i professori della BYU che avevano creato i corsi fornivano supporto online a quasi diecimila chilometri di distanza. Pagando una piccola quota di iscrizione gli studenti potevano ottenere dei crediti per ottenere un diploma universitario.
Juliet era interessata al programma. Lei e Iliesa erano studenti universitari quando si incontrarono per la prima volta, ma avevano lasciato la scuola per lavorare e alla fine avevano formato una famiglia. Da più di dieci anni Juliet si occupava dei figli a casa. Voleva continuare la sua istruzione, così ne parlò con Iliesa. Lui fu d’accordo che lei si iscrivesse.
Il primo giorno di lezione Juliet e gli altri studenti si presentarono. Molti erano giovani membri della Chiesa appena usciti dalle scuole superiori o appena tornati da una missione a tempo pieno. Solo una manciata di studenti erano sulla trentina, come Juliet.
All’inizio delle lezioni Juliet era preoccupata di essere troppo grande per tornare a scuola. I corsi si concentravano principalmente sullo sviluppo di competenze commerciali pratiche. Nel corso di due quadrimestri lei e i suoi cinquantacinque compagni di classe frequentarono corsi di contabilità, gestione aziendale, economia, inglese, comportamento organizzativo e Dottrina e Alleanze. Juliet non pensava di sapere tanto quanto gli studenti più giovani, ed era nervosa per il fatto che qualcuno potesse scoprire quanto poco sapesse. L’ultima cosa che voleva era apparire sciocca in classe.
Un giovedì sera, non molto tempo dopo l’inizio della scuola, James Jacob, il direttore del programma, disse a Juliet che quella sera lei doveva partecipare a una riunione in un vicino edificio della Chiesa.
Confusa, seguì James fino all’edificio. Quando arrivarono, trovò metà del suo rione che la aspettava nella cappella. Poi vide Iliesa, vestito con gli abiti bianchi del battesimo. Aveva seguito le lezioni missionarie in segreto. Ed ora era pronto a unirsi a lei e ai loro figli nella Chiesa.
Lacrime di gioia inondarono gli occhi di Juliet. Sapeva che Dio aveva ascoltato le sue preghiere. La sua famiglia era finalmente unita nella fede. E un giorno, sperava, sarebbero stati suggellati nella casa del Signore.
Quando la Chiesa iniziò la sua rapida costruzione di templi, i dirigenti autorizzarono il Dipartimento di storia familiare a creare una banca dati di storia familiare consultabile online. Il dipartimento impiegò una società di consulenza informatica perché sviluppasse una piattaforma e un’interfaccia online, e il personale di storia familiare preparò i dati per il nuovo sito Internet. A settembre la società di consulenza informatica aveva prodotto un prototipo funzionante, dando a Rick Turley e al suo team la speranza di poter avere la banca dati pronta per i test nel giro di pochi mesi.
Nel frattempo, il team prese in considerazione nomi come Ancestors, RootSearch e KindredQuest per la banca dati. Alla fine, il Dipartimento di storia familiare decise di utilizzare un nome che stavano già usando per la raccolta di banche dati distribuite su CD–ROM: FamilySearch.
Come previsto, la banca dati fu pronta per essere testata agli inizi del 1999. Il nuovo sito forniva accesso ai documenti di quattrocento milioni di persone decedute e permetteva agli utenti di condividere informazioni con gli altri. Nessuno era sicuro di quanto i membri della Chiesa si sarebbero adattati all’utilizzo di una banca dati online per il loro lavoro di storia familiare. Ma il team aveva costruito il sito in modo che potesse gestire cinque milioni di visitatori alla volta.
Durante il test, qualcuno fece trapelare l’indirizzo Internet e FamilySearch.org ottenne più di tre milioni di visite. Alcuni giorni dopo, erano undici milioni. Sbalordito, Rick e il suo team aumentarono la capacità del sito per assicurarsi che fosse pronto per l’uso da parte del pubblico il giorno del lancio.
A maggio, Rick volò a Washington, DC per uno dei due eventi di lancio simultanei. Mentre l’anziano D. Todd Christofferson della presidenza dei Settanta dirigeva l’evento presso la Biblioteca di storia familiare di Salt Lake City, Rick e l’anziano Russell M. Nelson dirigevano un evento presso il National Press Club di Washington. Rick era compiaciuto dell’attenzione che aleggiava già intorno al sito. Il mattino del lancio, sul sito c’erano circa trenta milioni di visite al giorno; tutto questo senza che fosse stato pubblicizzato. Persone provenienti da ogni continente — persino dall’Antartico — lo stavano visitando.
“Grazie per averlo reso disponibile su Internet!”, scrisse un utente. “Un grande risparmio di tempo per me. Posso lavorare a casa e anche cucinare la cena e fare il bucato — tutto allo stesso tempo!”
“Non posso lodare abbastanza il vostro sito”, scrisse un altro. “Cominciare da qui, mentre sono a casa, mi farà risparmiare molto tempo nel centro di storia familiare”.
Il giorno seguente Rick rappresentò la Chiesa durante il Today show, un programma televisivo popolare negli Stati Uniti che andava in onda al mattino. Si sedette sulla sedia da direttore davanti alle telecamere con la conduttrice Katie Couric. In mezzo a loro c’era un computer che mostrava il nuovo sito FamilySearch.
“Risalire alle nostre radici familiari è diventato un hobby molto popolare”, disse Katie mentre presentava Rick al pubblico. “Ora la più grande raccolta al mondo di documenti genealogici è online”.
La prima domanda di Katie riguardava la Chiesa. “Perché i mormoni hanno documenti genealogici così vasti?”, chiese.
“Noi crediamo che le famiglie possano essere eterne”, rispose Rick. “Per permettere ai nostri membri di fare ricerche raccogliamo documenti da tutto il mondo”.
Usando i nomi di uno dei suoi antenati e di uno di quelli di Katie, mostrò poi al pubblico televisivo come accedere alle banche dati del sito e trovare informazioni sui loro antenati. Katie rimase colpita dalla facilità con cui il sito permetteva alle persone di svolgere la storia familiare.
“Viene addebitato un costo per il suo utilizzo?”, chiese.
“Non c’è alcun costo”, disse Rick.
Nel giro di pochi giorni FamilySearch.org fu invaso da circa cento milioni di visite. Il sito aveva fatto un debutto straordinario.