2003
Chiamati a servirLo
Gennaio 2003


Chiamati a servirLo

Avevo la sensazione che la risposta fosse no, ma perché il Signore non avrebbe voluto che io svolgessi una missione? Non sarei stata una buona missionaria?

Mi sedetti nel tempio in attesa di fare i battesimi per i morti e pregai. Avevo vent’anni e volevo sapere: devo partire per una missione a tempo pieno? Avevo la sensazione che la risposta fosse no, ma volevo chiedere una volta per tutte.

Improvvisamente rabbrividii, come se un secchio di acqua fredda mi fosse stato versato addosso. L’impressione che ebbi fu no. Niente missione per me.

Ero confusa poiché, per quanto sapessi, non è richiesto che le ragazze vadano in missione come per i ragazzi. Perché lo Spirito mi incoraggiava a non partire? Non sarei stata capace di diffondere il Vangelo?

Dal momento che alcune delle mie amiche ricevevano chiamate, a volte mi chiedevo cosa il futuro avesse in serbo per me. Si stava avvicinando il mio 21o compleanno e non potevo fare a meno di pensare: «C’è ancora tempo per le interviste e presentare i documenti per la missione».

Stavo studiando in Inghilterra quando i miei genitori mi telefonarono. Potevo sentire mia madre che piangeva mentre mi dava la devastante notizia: le avevano diagnosticato un cancro.

Un mese dopo, quando tornai a casa negli Stati Uniti per l’estate, la chemioterapia stava indebolendo mia madre. Iniziai ad aiutare a casa, imparando a espletare le faccende domestiche e a preparare i pasti. Trascorsi, inoltre, delle ore parlando con la mamma, temendo di perderla. Ho constatato che mandare avanti una casa è complicato, richiede molto lavoro e ho accresciuto il mio apprezzamento per l’impegno della mamma nell’arco degli anni. Ho fatto fatica a servire a tavola pasti decenti.

Per fortuna i fedeli del rione e altre persone nella comunità ci hanno aiutato.

Il trattamento della mamma proseguì e nel frattempo la nostra famiglia diventava più unita. La mamma ci raccontava storie di gioventù e facemmo molti giochi da tavolo. Abbiamo parlato delle Scritture. Mio padre condivise con me i suoi timori come pure la sua testimonianza.

Durante l’estate appresi lezioni eterne. Sapevo che per il momento il mio posto era a casa con la mia famiglia. Per tutta l’estate la mia testimonianza è cresciuta dal momento che sentivo l’amore del Padre celeste. Sono divenuta più amica dei fedeli del rione che conoscevo da sempre. La mia famiglia è divenuta più unita, confortata dalla conoscenza che i legami familiari sarebbero durati oltre la morte. Ho ringraziato il Signore per aver risposto alla mia domanda sulla missione, guidandomi a servire la mia famiglia.

Loralee Bassett Leavitt fa parte del Rione di Bellevue 1, Palo di Bellevue, Washington.

Nota dell’editore: dopo il trattamento la madre dell’autrice è guarita.