Se no…
Gli uomini realizzano cose meravigliose quando hanno fiducia nel Signore e osservano i Suoi comandamenti; esercitano così la fede anche quando non sanno in che modo il Signore li sta plasmando.
Da ragazzo feci ritorno a casa da un torneo di pallacanestro delle scuole medie avvilito, deluso e confuso. Dissi senza riflettere a mia madre: «Non so perché abbiamo perso; avevo fede di poter vincere!»
Ora mi rendo conto che allora non sapevo cosa fosse la fede.
La fede non è il coraggio, non è un semplice desiderio o speranza. La vera fede è la fede nel Signore Gesù Cristo: la fiducia in Gesù Cristo che porta una persona a obbedir Gli.1
Secoli fa, Daniele e i suoi giovani compagni furono sottratti alla sicurezza delle loro case e spinti a forza nel mondo, un mondo sconosciuto e minaccioso. Quando Shadrach, Meshach e Abed-nego rifiutarono di inginocchiarsi e adorare un’immagine d’oro stabilita dal re, il furioso Nebucadnetsar disse loro che se non avessero reso il culto come comandato, sarebbero stati immediatamente gettati in una fornace ardente. «E qual è quel dio che vi libererà dalle mie mani?»2
I tre giovani risposero subito e con fiducia: «Ecco (se tu ci getterai nella fornace), il nostro Dio che noi serviamo, è potente da liberarci, e ci libererà dalla fornace del fuoco ardente, e dalla tua mano». Sembra quel tipo di fede che avevo alle medie. Ma poi essi dimostrarono di aver pienamente compreso che cosa fosse la fede. E continuarono dicendo «se no,… noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto».3 Questa è una vera dichiarazione di fede.
Sapevano di poter aver fiducia in Dio, anche se le cose non fossero andate come speravano.4 Sapevano che la fede è qualcosa di più di un assenso a livello mentale, più del riconoscere che Dio vive. La fede è una totale fiducia in Lui.
Fede significa credere che, sebbene non comprendiamo tutte le cose, Egli le comprende. Fede è sapere che, nonostante il nostro potere sia limitato, il Suo non lo è. La fede in Gesù Cristo consiste nel far completo affidamento su di Lui.
Shadrach, Meshach e Abed-nego sapevano di poter sempre contare su di Lui poiché conoscevano il Suo piano ed erano consci che Egli non cambia.5 Sapevano, come noi, che la vita terrena non è un incidente della natura: è un breve segmento del grande piano6 del nostro amorevole Padre in cielo per rendere possibile a noi, Suoi figli e figlie, di ottenere le stesse benedizioni di cui Egli gode, se noi lo vogliamo.
Essi sapevano, come lo sappiamo noi, che nella nostra vita preterrena fummo istruiti da Lui in merito allo scopo della vita sulla terra: «E faremo una terra sulla quale costoro possano dimorare; E in questo modo li metteremo alla prova, per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro».7
Quindi questo è un esame. Il mondo è un terreno di prova per gli uomini e le donne mortali. Quando capiamo che è tutta una prova e che l’esaminatore è il nostro Padre celeste che vuole che abbiamo fiducia in Lui e che Gli consentiamo di aiutarci, allora vediamo tutto più chiaramente.
Egli ci ha detto che la Sua opera e la Sua gloria è «fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo».8 Egli ha già raggiunto la divinità; adesso il Suo unico obiettivo è aiutare noi, metterci in grado di tornare da Lui, essere come Lui e vivere in eterno lo stesso genere di vita che Egli vive.
Sapendo tutto ciò, non fu difficile per quei tre giovani ebrei prendere la decisione. Avrebbero seguito Dio ed esercitato la fede in Lui: Egli li avrebbe liberati, se no… sappiamo come va a finire la storia.
Il Signore ci ha dato la libertà, il diritto e la responsabilità di decidere.9 Egli ci esamina consentendoci di essere messi alla prova. Egli ci assicura che non permetterà che siamo tentati al di là della nostra capacità di sopportare.10 Noi, però, dobbiamo comprendere che sono le grandi sfide a fare i grandi uomini. Noi non cerchiamo le tribolazioni, ma se le affrontiamo con fede, il Signore ci rafforzerà. I se no possono diventare benedizioni eccezionali.
L’apostolo Paolo imparò questa significativa lezione e dichiarò, dopo decenni di dedito lavoro missionario, «ci gloriamo… nelle afflizioni sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e la esperienza speranza. Or la speranza non rende confusi».11
Egli fu così rassicurato dal Salvatore: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza».12
Paolo rispose: «Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi in me. Io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte».13 Quando Paolo affrontò le sue difficoltà alla maniera del Signore, la sua fede crebbe.
«Per fede Abramo, quando fu provato, offerse Isacco».14 Per via della sua grande fede, ad Abrahamo fu promessa una posterità più numerosa delle stelle del cielo, e tale posterità sarebbe sorta tramite Isacco. Ma Abrahamo ottemperò al comando del Signore. Dio avrebbe mantenuto la Sua promessa, se no, se non l’avesse fatto nel modo in cui Abrahamo si aspettava, costui avrebbe ancora avuto completa fiducia in Lui.
Gli uomini realizzano cose meravigliose quando hanno fiducia nel Signore e osservano i Suoi comandamenti; esercitano così la fede anche quando non sanno in che modo il Signore li sta plasmando.
«Per fede Mosè… rifiutò d’esser chiamato figliuolo della figliuola di Faraone,
scegliendo piuttosto d’esser maltrattato col popolo di Dio, che di godere per breve tempo i piaceri del peccato;
stimando egli il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori d’Egitto…
Per fede abbandonò l’Egitto, non temendo l’ira del re…
Per fede passarono il Mar Rosso come per l’asciutto…
Per fede caddero le mura di Gerico…»15
Altri «per fede vinsero regni,.. ottennero adempimento di promesse, turaron le gole di leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri».16
Ma tra tutte queste gloriose conclusioni sperate e attese da coloro che le vissero, vi furono sempre dei se no:
«Altri patirono scherni e flagelli, e anche catene e prigione…
Furon lapidati, furon segati, furono uccisi di spada; andarono attorno… bisognosi, afflitti, maltrattati».17
«Perché Iddio aveva in vista per loro qualcosa di migliore tramite le loro sofferenze, poiché senza sofferenze non potevano essere resi perfetti».18
Le nostre Scritture e la nostra storia sono ricche di racconti di grandi uomini e donne di Dio che credevano che Egli li avrebbe liberati—se no, dettero prova che avrebbero mostrato fiducia e lealtà.
Egli ha tale potere, ma la prova è nostra.
Cosa si aspetta da noi il Signore per quanto riguarda le nostre difficoltà? Si aspetta che facciamo tutto quello che possiamo: Lui fa il resto. Nefi disse: «È per grazia che siamo salvati, dopo aver fatto tutto ciò che possiamo fare».19
Dobbiamo avere fede come Shadrach, Meshach e Abed-nego.
Il nostro Dio ci libererà dallo scherno e dalla persecuzione, se no… Il nostro Dio ci libererà dalla malattia e dalla sofferenza, se no… Egli ci libererà dalla solitudine e dalla depressione, se no… Il nostro Dio ci libererà dalle minacce, accuse e risentimenti, se no… Egli ci libererà dalla morte o dalla perdita di persone care, se no… avremo fiducia nel Signore.
Il nostro Dio farà in modo che riceviamo giustizia ed equità, se no… Egli farà in modo che siamo amati e presi in considerazione, se no… Avremo un compagno perfetto e figli retti e obbedienti, se no… avremo fede nel Signore Gesù Cristo sapendo che se facciamo tutto il possibile, a Suo tempo e nel Suo modo, noi saremo liberati e riceveremo tutto ciò che Egli ha.20 Di questo rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.