Mio figlio sta annegando!
Una volta il nostro insegnante della Scuola Domenicale chiese se qualcuno tra i missionari ritornati presenti in classe avesse voluto parlare delle difficoltà incontrate sul campo di missione. Io in missione non avevo vissuto nessun momento particolarmente difficile, tuttavia decisi di raccontare la seguente storia relativa a uno dei miei colleghi anziani, un capo zona che era un gran lavoratore.
Le scarpe del mio collega si erano consumate e così, a seguito del lavoro svolto per strada, il suo piede si era riempito di vesciche. Un giorno dovemmo tornare presto a casa per il pranzo affinché potesse cambiarsi le scarpe. Quando uscimmo di casa dopo aver mangiato, mi aspettavo che avremmo camminato nel vicinato per via delle sue vesciche. Il mio collega, invece, avvertì l’impressione di dover andare di casa in casa in una zona lontana.
Mentre camminavamo lungo la sponda di un fiume, una donna e diversi bambini corsero verso di noi. La donna urlò: «Aiutatemi, per favore! Mio figlio sta annegando!» Il bambino era caduto nel fiume e non erano riusciti a trovarlo poiché l’acqua era limacciosa. Ispezionammo per alcuni minuti il fiume e alla fine vedemmo qualcosa che galleggiava sull’acqua. Il mio collega si tuffò nelle acque torbide e fu in grado di raggiungere il bambino e di riportarlo fuori. Le labbra del piccolo avevano perso il colore, egli non respirava e sembrava morto.
I nostri tentativi di rianimarlo non ebbero effetto. Arrivarono i paramedici e cercarono di resuscitarlo. Alla fine il bambino espulse dell’acqua e iniziò nuovamente a respirare. A quel punto molte persone si erano raccolte attorno a noi e quando videro che respirava furono commosse fino alle lacrime.
Quest’esperienza fu per me una grande lezione. Il Signore m’insegnò che i missionari fanno per gli spiriti delle persone quello che il mio collega aveva fatto fisicamente per quel bambino. La nostra chiamata era di salvare spiritualmente la gente.
Quando finii di raccontare la storia durante la lezione della Scuola Domenicale, un missionario ritornato di recente mi chiese dove avessi svolto la missione.
Risposi: «Nella Missione Giapponese di Sapporo».
Egli chiese: «È ad Asahikawa che aiutaste il bambino?».
«Sì», gli risposi.
Egli aggiunse: «Il bambino della tua storia è stato battezzato dal mio collega. Una settimana dopo il suo battesimo fui trasferito ad Asahikawa e lo incontrai. Egli mi raccontò che un missionario lo aveva salvato dall’annegamento in un fiume».
Il Signore ci guida in maniera miracolosa. Non fu per pura coincidenza che quel pomeriggio il mio collega si sentì ispirato a lavorare in una zona distante, nonostante la difficoltà a camminare, o che stessimo camminando lungo il fiume proprio al momento giusto.
Ora quel giovane che fu salvato desidera diventare un missionario, proprio come colui che lo salvò. Avevo pensato di aver finito la mia missione quattordici anni fa, ma quando questo giovane inizierà la sua, in un certo senso, la mia missione proseguirà.
Hirofumi Nakatsuka è membro del Rione Yonago, Palo di Okayama, Giappone.