Come infondere pace e guarigione all’anima
Man mano che la conversione matura ed è sostenuta dall’opera dello Spirito Santo, la pace e la guarigione sopraggiungono nell’anima.
Qui, nella sede della Chiesa, teniamo molte riunioni di comitati. E all’inizio dell’anno, in una di queste riunioni, l’anziano Neal A. Maxwell stava ascoltando attentamente una presentazione riguardo allo sviluppo dei dirigenti locali. Verso la fine della riunione, l’anziano Maxwell ha chiesto: «Possiamo fare qualcos’altro per aiutare i vescovi a portare pace e guarigione ai santi?» Mi interessava sapere cosa lo preoccupasse, così, proprio prima del suo decesso, nella quiete del suo ufficio, l’anziano Maxwell ha parlato in dettaglio delle dottrine associate con il conseguimento della pace e della guarigione. Mi ha poi incoraggiato a condividere queste osservazioni con i fedeli della Chiesa.
L’anziano Maxwell era e rimane un esempio assoluto dell’amore altruistico. La sollecitudine per le persone era profondamente radicata in lui, soprattutto per coloro che sono afflitti da sofferenze fisiche ed emotive. Uscendo dal suo ufficio, una persona non poteva che cercare di emulare di più Cristo. Egli ha stabilito un modello per tutti noi. Amava il Salvatore. Era, di fatto, un vero apostolo e discepolo. Ci manca.
Egli ha fornito degli insegnamenti meravigliosi su come la pace e la guarigione perfette giungano solo con la conversione completa dell’anima. Raccontava di aver appreso anni prima dal presidente Marion G. Romney i passi che portano a una conversione completa. Citava il discorso tenuto alla conferenza generale del 1963 dal presidente Romney, in cui quest’ultimo citava le parole pronunciate dal Salvatore a Pietro: «Ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli» (Luca 22:32). Il presidente Romney commentò: «Appartenenza alla Chiesa e conversione non sono necessariamente la stessa cosa. Neppure essere convertiti, come intendiamo qui, e avere una testimonianza sono necessariamente la stessa cosa. La testimonianza si ottiene allorché lo Spirito Santo dà a colui che indaga seriamente una testimonianza della verità. Una testimonianza sentita vivifica la fede, cioè induce al pentimento e all’osservanza dei comandamenti. D’altro canto, la conversione è il frutto, o ricompensa, del pentimento e dell’obbedienza» (Conference Report, ottobre 1963, 24).
La conversione, di solito, non avviene tutta in una volta, anche se le Scritture riportano dei casi sensazionali. Essa giunge in diverse fasi, sino a quando si diventa una nuova persona nell’anima. Essere «nato di nuovo» è un’espressione scritturale. Si tratta di un cambiamento di pensiero e di sentimenti (Conference Report, ottobre 1963, 23–24).
Nel Libro di Mormon leggiamo di Enos, la cui anima era affamata di sapere di più in merito agli insegnamenti di suo padre sulla vita eterna. Dopo un giorno e una notte di preghiera ininterrotta, gli giunse una voce che diceva: «Enos, i tuoi peccati ti sono perdonati, e tu sarai benedetto». Egli scrive: «Io, Enos, sapevo che Dio non poteva mentire; pertanto la mia colpa fu cancellata» (Enos 1:5–6).
Abbiamo il resoconto del profeta Alma il Giovane che racconta la sua conversione al figlio Helaman. Gli parla di quando giunse a rendersi conto in maniera drammatica dei peccati e degli errori commessi, confessando la sua ribellione contro Dio. Si ricordò poi di suo padre, Alma, che prediceva la venuta di un certo Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Gesù sarebbe venuto per espiare i peccati del mondo. Alma dice: «Ora, mentre la mia mente si soffermava su questo pensiero, gridai nel mio cuore: O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me che sono nel fiele dell’amarezza e sono circondato dalle catene eterne della morte». Alma provò un’angoscia e un senso di colpa eterni, ma comprese che c’era una via di fuga grazie all’Espiazione. Egli continua: «Ed ora, ecco, quando pensai questo, non potei più ricordare le mie pene; sì, non fui più straziato dal ricordo dei miei peccati. Ed, oh! quale gioia e quale luce meravigliosa vidi; sì, la mia anima fu riempita da una gioia tanto grande quanto era stata la mia pena!» (vedere Alma 36:12–20; corsivo dell’autore).
Alma constatò che la sua anima era guarita grazie alla conoscenza che Gesù sarebbe venuto e avrebbe portato via i suoi peccati. Mentre la sua anima guariva, egli trovava pace in se stesso. Alma rimase tanto affascinato dagli effetti dell’esperienza di conversione che ripeté a Helaman le sensazioni che provò: «Sì, io ti dico, figlio mio, che non può esservi nulla di così intenso e così amaro quanto lo furono le mie pene. E ti dico di nuovo, figlio mio, che d’altra parte non può esservi nulla di così intenso e dolce quanto lo fu la mia gioia» (Alma 36:21; corsivo dell’autore). Egli stava insegnando al figlio un modello per ottenere la pace e la gioia durevoli, proprio come il padre di Enos aveva fatto. Ecco qui un modello in cui i figli sono istruiti riguardo all’Espiazione e alla vita eterna, e che può essere applicato ai nostri giorni da tutti i padri.
Sulla conversione di Alma mi vengono in mente diversi punti istruttivi:
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Come Enos, anche Alma aveva una vivida consapevolezza e un rimorso per i peccati commessi che avevano offeso Dio.
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Come Enos, si ricordò gli insegnamenti di suo padre: la promessa dell’espiazione dei peccati mediante Gesù Cristo.
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Come Enos, elevò in prima persona suppliche a favore della propria anima.
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Come Enos, visse il miracolo dell’Espiazione, al punto da non poter ricordare le pene né provare un senso di colpa. La guarigione della sua anima fu completa; fu un’esperienza purificatrice, sia per la mente sia per il cuore. La gioia rimpiazzò l’amarezza. Divenne un uomo nuovo, nato di Spirito. E come Enos, immediatamente rivolse l’attenzione al servizio del Signore e del prossimo.
Il Signore farà per noi ciò che ha fatto per Enos e Alma?
C. S. Lewis ha detto quanto segue: «Dio ha un’attenzione infinita da dedicare a ciascuno di noi. Egli non si occupa di noi in massa. Con Lui sei solo proprio come se fossi l’unico essere che abbia mai creato. Quando Cristo è morto, lo ha fatto per te personalmente, proprio cose se fossi stato l’unico uomo (o donna) al mondo» (Mere Christianity [1943], 131).
Ci sono racconti scritturali di questo tipo di conversione avvenuta tra i santi? Sì, ne abbiamo diversi esempi. Gli scritti sui santi che vivevano al tempo di re Beniamino ne illustrano un caso. Leggiamo la reazione dei santi dopo che avevano ascoltato il loro re e profeta che aveva insegnato i comandamenti e l’espiazione di Gesù Cristo:
«Ed essi tutti gridarono forte con voce unanime dicendo: Sì, noi crediamo a tutte le parole che tu ci hai detto; e per di più sappiamo che sono sicure e vere, a motivo dello Spirito del Signore Onnipotente che ha operato in noi, ossia nel nostro cuore, un potente cambiamento, cosicché non abbiamo più alcuna disposizione a fare il male, ma a fare continuamente il bene…
E siamo disposti ad entrare in alleanza con il nostro Dio di fare la sua volontà e di essere obbedienti ai suoi comandamenti in tutte le cose che egli ci comanderà, per tutto il resto dei nostri giorni» (Mosia 5:2, 5; corsivo dell’autore).
Noterete che le loro parole sono molto simili agli impegni che vi assumete nell’alleanza battesimale (vedere DeA 20:37).
Le benedizioni e le promesse della conversione sono ricevute mediante alleanza attraverso il battesimo e la confermazione, come pure tutte le ordinanze del sacerdozio e del tempio. In seguito, grazie al pentimento continuo e all’osservanza fedele delle alleanze fatte, i frutti della conversione crescono e si sviluppano nella vita di una persona. Man mano che la conversione matura ed è sostenuta dall’opera dello Spirito Santo, la pace e la guarigione sopraggiungono nell’anima.
Una volta qualcuno ha chiesto al presidente Romney in che modo una persona può sapere quando è convertita. Il presidente Romney ha risposto: «Un uomo può esserne certo quando la sua anima è stata guarita mediante il potere dello Spirito Santo. Quando ciò accade, lo saprà dai sentimenti che proverà, perché sarà come avvenne al popolo di re Beniamino, in occasione della remissione dei suoi peccati. Le Scritture dicono che… ‹lo Spirito del Signore scese su di loro, e furono riempiti di gioia, avendo ricevuto la remissione dei loro peccati e avendo la coscienza in pace› (Mosia 4:3)» (Conference Report, ottobre 1963, 25).
Pietro descrive ciò che accade nella conversione completa: diventiamo «partecipi della natura divina» (2 Pietro 1:4; vedere anche i versetti 1–3, 5–9).
È grazie a questa conversione perfetta che giungiamo veramente a conoscere e provare di persona il carattere e la grandezza di Dio. È il mezzo mediante il quale non solo diventiamo servitori del Signore, ma anche Suoi amici. Nel periodo iniziale della Restaurazione, il Signore definì il Suo rapporto con i santi: «E ancora vi dico, amici miei, poiché d’ora in avanti vi chiamerò amici» (DeA 84:77).
Nella conferenza generale dello scorso ottobre, l’anziano Jeffrey R. Holland ci ha parlato della grandiosità e del carattere di Dio, esprimendo anche i suoi sentimenti (vedere «La grandezza di Dio», Liahona, novembre 2003, 70–73). Ci ha spiegato l’importanza eterna di conoscere Dio Padre e Suo Figlio, Gesù Cristo. Ha citato il versetto ben conosciuto tratto dalla preghiera sacerdotale del Salvatore: «E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo» (Giovanni 17:3).
Ha, inoltre, citato la dichiarazione non molto conosciuta del profeta Joseph Smith: «Il primo principio del Vangelo è conoscere con certezza la personalità di Dio… Voglio che tutti Lo conosciate, e Lo conosciate bene» (History of the Church, 6:305).
Si giunge a conoscere Dio e si diventa Suo amico per mezzo del processo di conversione. Enos lo ha scoperto. Lo hanno scoperto i sudditi di re Beniamino. Lo ha scoperto Alma. Questo processo è a disposizione di chiunque si penta e obbedisca ai comandamenti. La conversione è un’esperienza intima e intensamente personale; ha a che fare con i nostri rapporti; prevede il risveglio dello Spirito di Cristo, che è in tutti gli esseri umani (vedere DeA 84:45–46; 88:11); contempla in noi il rinnovo dei sentimenti dello Spirito Santo, che ci portano alla testimonianza della verità; include il ricevimento dello Spirito Santo, dopo aver accettato l’alleanza battesimale. Il dono dello Spirito Santo ci guida e ci conforta lungo il cammino che compiamo come discepoli, avvicinandoci al Salvatore, il Quale, a Sua volta, è il nostro avvocato presso il Padre e, tramite la nostra fedeltà, ci porterà da Lui per diventare coeredi con Lui (vedere Giovanni 14:6; Romani 8:17; DeA 45:3–5).
Abbiamo a disposizione un ricco tesoro di insegnamenti e riflessioni meravigliosi lasciato dai santi profeti. Essi sono veramente messaggeri di Dio che conducono i Suoi figli verso la salvezza e la vita eterna.
Le loro testimonianze servono a rafforzare la nostra fede. Prestate attenzione alle loro parole e alle loro testimonianze, che vi guideranno alla pace e alla guarigione della vostra anima.
Vi porto la mia testimonianza personale che lo Spirito del Signore è reale e inconfondibile. Testimonio che possiamo conoscere il Padre e il Figlio, e che Essi vi amano. Sento questo amore mediante il potere dello Spirito. Di queste cose rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.