2004
Che cos’è un quorum?
Novembre 2004


Che cos’è un quorum?

Uno dei maggiori benefici che possiamo ricevere come detentori del sacerdozio… è l’appartenenza a un quorum del sacerdozio.

«Essendo ispirato dallo Spirito Santo a porne le fondamenta e ad edificarla fino alla fede più santa;

La quale chiesa fu organizzata e stabilita nell’anno del vostro Signore milleottocentotrenta, nel quarto mese e nel sesto giorno del mese che è chiamato aprile» (DeA 21:2–3).

Fu in quel giorno che Joseph Smith, Oliver Cowdery e i membri delle famiglie Smith e Whitmer si ritrovarono nella casa di Peter Whitmer Sr., a Fayette, nella contea di Seneca, nello stato di New York. Dopo aver cantato e pregato in maniera adeguata, fu letta agli astanti la rivelazione riguardante l’organizzazione della Chiesa. Queste rivelazioni hanno stabilito l’ordine del sacerdozio e i doveri dei vari dirigenti della Chiesa. Oggi l’organizzazione della Chiesa è edificata seguendo questo modello.

«Secondo il comandamento precedente, il profeta Joseph Smith volle sapere dai fratelli presenti se accettassero lui e Oliver Cowdery come insegnanti nelle cose del regno di Dio e se fossero disposti a procedere all’organizzazione della Chiesa, secondo la prescrizione del Signore. A ciò, i presenti si dichiararono d’accordo all’unanimità» (B. H. Roberts, A Comprehensive History of the Church, 196).

Così, il modello è stato stabilito proprio all’inizio. «E nella chiesa ogni cosa sarà fatta per consenso comune, tramite molte preghiere e molta fede, poiché riceverete ogni cosa tramite la fede» (DeA 26:2).

Un sentimento speciale mi pervade completamente quando vedo le braccia alzate a squadra per il sostegno dei dirigenti di questa chiesa. Oggi sono stati sostenuti due nuovi membri del Quorum dei Dodici Apostoli dai fedeli della Chiesa radunati qui nel Centro delle conferenze e in quasi tutti gli angoli della terra, grazie alle risorse televisive, satellitari e Internet.

Anziano Uchtdorf e anziano Bednar siete stati sostenuti per occupare i posti rimasti vacanti per via del decesso degli anziani David B. Haight e Neal A. Maxwell. Quale membro del Quorum dei Dodici Apostoli, vi accolgo a braccia aperte nel nuovo incarico sacro, che ora avete ricevuto. Oggi, senza dubbio, ci mancano i nostri compagni di servizio, gli anziani Haight e Maxwell. In occasione di queste conferenze, negli ultimi 28 anni l’anziano Haight è stato seduto accanto a me, per diversi anni l’anziano Maxwell è stato seduto accanto a lui. Vorrei avere l’entusiasmo dell’anziano Haight o l’eloquenza dell’anziano Maxwell per esprimere ciò che provo per il rapporto che ho avuto nel tempo con questi grandi Fratelli. Essi hanno arricchito moltissimo la mia vita. Mi manca molto la loro compagnia.

Abbiamo una grande tradizione di lavoro come apostoli, giacché abbiamo viaggiato in lungo e in largo per il mondo proclamando il vangelo di Gesù Cristo. Ad esempio, era domenica 4 giugno 1837 quando nel Tempio di Kirtland il profeta Joseph Smith si avvicinò a Heber C. Kimball e gli bisbigliò: «Fratello Heber, lo Spirito del Signore mi ha sussurrato: ‹Manda il mio servitore Heber in Inghilterra a proclamare il mio vangelo e ad aprire la porta della salvezza a quella nazione›» (citato da Orson F. Whitney in Life of Heber C. Kimball [1945], 104).

Il racconto di quando Heber C. Kimball e Brigham Young partirono da casa per recarsi in Inghilterra mostra bene il sacrificio che furono disposti a compiere per la chiamata che avevano ricevuto. Leggiamo:

«14 settembre [1839]: il presidente Brigham Young lasciò la sua casa di Montrose e partì per la missione in Inghilterra. Era tanto malato che non fu in grado di raggiungere da solo il fiume Mississippi, che distava circa centocinquanta metri. Dopo aver attraversato il fiume, cavalcò sul suo cavallo dietro a Israel Barlow fino a casa mia, dove non guarì fino al 18 del mese. Lasciò la moglie, che non stava bene, un neonato di solo tre settimane e tutti gli altri figli, che erano malati e incapaci di curarsi a vicenda. Nessuno di loro era in grado di andare al pozzo a riempire un secchio d’acqua, e non avevano un cambio di vestiti, poiché nel Missouri i facinorosi avevano portato loro via quasi tutti i beni. Il 17 settembre, la sorella Mary Ann Young si fece portare sul carro da un figlio sino a casa mia, affinché potesse prendersi cura e confortare suo marito» (citato in Life of Heber C. Kimball, 265).

Anche la famiglia di Heber C. Kimball era malata. Charles Hubbard mandò un figlio con una pariglia e un carro per aiutarli lungo la via. L’anziano Kimball scrisse: «Mi sembrava che il cuore mi si sciogliesse nel petto; come potevo abbandonare la mia famiglia in quelle condizioni, quasi fra le braccia della morte? Mi sembrava impossibile sopportarlo. Dissi al conducente: ‹Fermati un attimo›. Poi mi rivolsi a fratello Brigham dicendo: ‹È dura, non è vero? Alziamoci e salutiamoli›. Ci alzammo e, agitando il cappello per tre volte sopra il nostro capo, gridammo: ‹Urrà! Urrà per Israele›». Le sorelle Young e Kimball vennero alla porta e salutarono agitando le braccia, dando a fratello Brigham e a fratello Heber gran conforto mentre proseguirono verso l’Inghilterra «senza borsa né bisaccia» (vedere Life of Heber C. Kimball, 265–266).

Il dizionario biblico [N.d.T. nella versione in inglese delle Scritture] dichiara che apostolo «significa… ‹persona mandata›… La chiamata di apostolo è di essere in tutto il mondo un testimone speciale del nome di Gesù Cristo, in particolare della Sua divinità e della Sua risurrezione corporale dalla morte. Dodici uomini chiamati a questo sommo ufficio costituiscono un consiglio amministrativo nell’opera del ministero… Oggi, nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, dodici uomini con questa chiamata e ordinazione costituiscono il Quorum dei Dodici Apostoli» (“Apostle”, 612).

Oggi un apostolo continua a essere «mandato». Le condizioni cui ci troviamo davanti quando viaggiamo per adempiere il nostro incarico sono diverse da quelle affrontate dai primi apostoli. Le modalità di viaggio fino ai quattro canti della terra sono assai differenti da quelle dei primi Fratelli, tuttavia, il nostro incarico rimane lo stesso, come quando fu assegnato dal Salvatore, che istruì i Suoi dodici apostoli: «Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:19–20).

A voi due nuovi Fratelli posso promettere che comprenderete in maniera nuova ciò che significa appartenere a un quorum. Vorrei che i sentimenti e il rispetto che abbiamo per il nostro Consiglio si potesse estendere in tutti i quorum della Chiesa. Voi diaconi, insegnanti, sacerdoti, anziani e sommi sacerdoti, ascolterete per un momento ciò che credo sia uno dei maggiori benefici che possiamo ricevere come detentori del sacerdozio? Questa benedizione speciale è l’appartenenza a un quorum del sacerdozio.

Molti anni fa, il presidente Stephen L Richards ci ha parlato in maniera meravigliosa riguardo al governo della Chiesa. Egli ha dichiarato:

«Il valore del governo della nostra chiesa consiste nel governare tramite i consigli… Vedo la saggezza, la saggezza di Dio nel creare dei consigli per governare il Suo regno. Nello spirito in base al quale operiamo, gli uomini possono radunarsi avendo ognuno punti di vista in apparenza divergenti e possono essi stessi provenire dagli ambienti più disparati, ma sotto l’influenza dello Spirito, consigliandosi insieme, possono arrivare ad un accordo… Non ho esitazione nel rassicurarvi che, se vi riunirete nei vostri consigli come vi è chiesto di fare, Dio vi rivelerà la soluzione dei problemi cui vi trovate di fronte» (Conference Report, ottobre 1953, 86).

Quali sono i grandi benefici che riceverete dall’appartenenza a un quorum? Di nuovo, il presidente Stephen L. Richards ha affermato: «Un quorum del sacerdozio è tre cose: Prima di tutto, una classe; secondo, un’espressione di fratellanza; terzo, un’organizzazione di servizio» (Conference Report, ottobre 1938, 118).

Vedo queste caratteristiche assai evidenti nelle funzioni del Quorum dei Dodici Apostoli. Siamo una classe quando studiamo insieme le dottrine del Regno. Riuscite a immaginare che esperienza speciale possa essere trovarsi a una riunione di quorum ed essere istruito sulle dottrine evangeliche dagli anziani Ezra Taft Benson, Mark E. Petersen, LeGrand Richards, Howard W. Hunter, Bruce R. McConkie, David B. Haight o Neal A. Maxwell? Notate bene che ho menzionato solo i Fratelli che hanno completato il loro ministero terreno, per non fare favoritismi tra gli apostoli ora in vita. Voi potete avere lo stesso beneficio nel quorum cui appartenete. Le parole degli apostoli, passati e presenti, vivono nelle Scritture, nei discorsi delle conferenze generali, nelle riviste della Chiesa, nei devozionali, e così via. Sono disponibili per portare il potere della dottrina del Regno nella classe del vostro quorum. Rendete il quorum una classe per aumentare la conoscenza del vangelo del nostro Signore e Salvatore.

Nel nostro quorum c’è una fratellanza speciale: siamo lì per edificarci, ispirarci e aiutarci a vicenda con lo spirito della chiamata. Quando uno di noi è in difficoltà, ci sono undici fratelli ansiosi di sollevare e portare con lui il fardello. Qualche volta gioiamo insieme per i conseguimenti ottenuti; nei momenti di dolore siamo uniti nel pianto. Non ci sentiamo mai soli quando affrontiamo un problema. C’è sempre il consiglio, il sostegno, l’aiuto e l’incoraggiamento dei membri del quorum.

Nel libro Priesthood and Church Government [Il sacerdozio e il governo della Chiesa] leggiamo la seguente dichiarazione sulla fratellanza che dovrebbe esistere nei quorum del sacerdozio: «Il sacerdozio è una grande confraternita tenuta unita dalle leggi eterne e immutabili che costituiscono lo schema del Vangelo. Il sentimento di fratellanza deve permeare il quorum; deve essere la prima preoccupazione di un quorum aiutare tutti i membri che possono aver bisogno di un aiuto materiale, mentale o spirituale. Lo spirito di fratellanza deve essere la forza motrice di tutti i piani e di tutte le iniziative del quorum. Se coltiviamo saggiamente e coerentemente questo spirito, nessun’altra organizzazione eserciterà maggiore attrazione sull’uomo che detiene il sacerdozio» (Introduzione di Rudger Clawson a A Guide for Quorums of the Melchizedek Priesthood, [1930], 3; citato da John A. Widtsoe, Priesthood and Church Government [1939], 135). Incoraggiamo tutti i quorum del sacerdozio nella Chiesa a coltivare una tale fratellanza.

Alla fine, il solo scopo del nostro quorum è di servire. Forse i nostri sentimenti più profondi riguardo a questa responsabilità sono stati spiegati in una lettera datata 26 ottobre 1886 da Wilford Woodruff, che allora era il presidente del Consiglio dei Dodici Apostoli: «Dirò agli apostoli che la nostra responsabilità è grandissima… Che sorta di uomini dovremmo essere? La terra intera sta maturando nell’iniquità e la Sion dell’Iddio va preparata per la venuta dello Sposo. Dovremmo umiliarci davanti al Signore e porci in una condizione tale da essere pervasi dallo spirito della chiamata, con lo Spirito Santo e le rivelazioni di Gesù Cristo, affinché possiamo conoscere la mente e la volontà di Dio riguardo a noi ed essere pronti a onorare l’incarico, a fare trionfare la rettitudine e a essere coraggiosi nella testimonianza di Gesù Cristo fino alla fine… Rispetto ad oggi, non c’è mai stato un tempo in cui l’opera di Dio abbia richiesto agli apostoli e agli anziani una testimonianza più fedele e un impegno più ligio» («An Epistle», Deseret News, 24 novembre 1886, 712). Fate del vostro quorum una grande organizzazione di servizio a beneficio di tutti i vostri membri del quorum.

Ed ora questo ammonimento dalle Scritture:

«Pertanto, che ora ognuno con ogni diligenza apprenda il suo dovere e impari ad agire nell’ufficio a cui è nominato.

Colui che è indolente non sia ritenuto degno di rimanere, e colui che non apprende il suo dovere e si dimostra disapprovato non sia ritenuto degno di rimanere» (DeA 107:99–100).

Così mi rivolgo a voi due Fratelli, che vi siete uniti a noi nel Quorum dei Dodici, e a tutti i detentori del sacerdozio di Dio: possa l’Eterno benedire ognuno di noi nella chiamata a servire. Possa la nostra fede rafforzarsi quando serviamo in rettitudine, osservando i comandamenti. Possa la nostra testimonianza continuare a crescere man mano che cerchiamo la fonte della verità eterna. Possa la fratellanza che esiste nel nostro quorum confortarci, fortificarci e rassicurarci nel cammino che compiamo in questa fase terrena della nostra esistenza. Possa la gioia del servizio evangelico dimorare sempre nel nostro cuore, mentre ci spingiamo innanzi per adempiere i nostri compiti e doveri come servitori nel regno del nostro Padre celeste, è la mia umile preghiera nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Stampa