2011
Anziano J. Devn Cornish
Maggio 2011


Anziano J. Devn Cornish

Membro dei Settanta

Elder J. Devn Cornish

L’anziano John Devn Cornish sa che ogni fedele e ogni chiamata nella Chiesa sono importanti.

“È importante ricordare che quando consideriamo gli incarichi nella Chiesa non conta dove sediamo in un aeroplano, conta che siamo sull’aeroplano”, spiega. “Far parte di quest’opera conta per l’eternità. Quale posizione occupiamo ha molta poca importanza”.

Dalla chiamata a servire nella Missione Guatemala–El Salvador a quella più recente nel Secondo Quorum dei Settanta, si è sempre impegnato a compiere il proprio dovere, anche come presidente dei Giovani Uomini di rione, presidente del quorum degli anziani, segretario esecutivo di rione, capo gruppo dei sommi sacerdoti, sommo consigliere, vescovo, presidente di palo, presidente della Missione di Santiago, Repubblica Dominicana, e Settanta di area.

Nacque nell’aprile 1951 a Salt Lake City, nello Utah, USA, da George e Naomi Cornish, crebbe nello Utah, in Georgia e in Virginia, USA, prima di tornare nello Utah per il college.

Mentre viveva a Provo, conobbe Elaine Simmons a un’attività per i giovani adulti non sposati. Nell’agosto del 1973 si sposarono nel Tempio di Manti, nello Utah, USA.

Mentre con la moglie cresceva sei figli, serviva nel corpo medico dell’aeronautica militare degli Stati Uniti, ottenne una laurea di primo grado e un master in medicina alla Johns Hopkins University, come pure ottenne la residenza ufficiale in pediatria alla Harvard Medical School—Boston Children’s Hospital.

Studiò e lavorò nell’Idaho, in Texas, in California e in Georgia, USA. La famiglia si trasferì molto nel corso degli anni, ma ovunque, l’anziano e la sorella Cornish spiegano, hanno amato servire nella Chiesa.

“L’opera sta crescendo nel mondo ed è meraviglioso poter servire i figli del Signore ovunque si trovino”, afferma l’anziano Cornish.

Questa chiamata nei Settanta, “come tutte le chiamate nella Chiesa, sarà un’altra occasione per far parte dell’opera del Signore. Siamo grati per questo privilegio”.