2019
La missione miracolosa del profeta Joseph Smith
Gennaio 2019


La missione miracolosa del profeta Joseph Smith

Tratto dal discorso “Joseph Smith: The Prophet and the Man”, tenuto il 25 giugno 2018 al seminario per i dirigenti di missione.

Joseph Smith ha fatto più di quanto avrebbe potuto compiere qualsiasi altro uomo mortale in così breve tempo. L’unica spiegazione possibile è l’aiuto divino.

Painting of Joseph Smith

Joseph Smith, di William Whitaker

Ho scelto di parlare di Joseph Smith, il Profeta e l’uomo. Parlando di lui, spero di favorire la vostra comprensione dei conseguimenti unici e miracolosi del Profeta che ha fondato questa dispensazione.

Il rapporto tra conoscenza e testimonianza di Joseph Smith è vitale per l’opera missionaria. Tutti sappiamo che alcuni simpatizzanti accettano le dottrine principali del Vangelo ma semplicemente non riescono ad accettare che un quattordicenne abbia ricevuto una visita del Padre e del Figlio e che abbia tradotto il Libro di Mormon e sia diventato il profeta che sappiamo essere stato. Le persone che hanno difficoltà con il profeta Joseph Smith hanno bisogno di apprendere da questo insegnamento del presidente Russell M. Nelson:

“La missione di Joseph nella vita terrena fu preordinata. La sua mente ricettiva e innocente era aperta all’insegnamento da parte del Signore. Secondo gli standard del mondo, però, Joseph era poco promettente. E il suo compito quale profeta di quest’ultima dispensazione sembrava del tutto impossibile. Questo esempio dimostra un principio che si rivela spesso vero rispetto a come opera il Signore: Egli utilizza mezzi considerati poco promettenti per compiere l’impossibile!”1.

È molto importante che i nostri missionari abbiano una testimonianza della chiamata divina e dell’opera miracolosa del profeta Joseph Smith.

Da sessantacinque anni studio la vita di Joseph Smith. Sono nato nel 1932, quando la Chiesa aveva appena cent’anni. Ritengo di essere un tipico santo degli ultimi giorni fedele di questo secondo secolo. Non abbiamo incontrato Joseph Smith, ma sentiamo di conoscerlo e lo amiamo per ciò che ha rivelato e insegnato. Siamo testimoni della veridicità della predizione poetica secondo la quale “milioni conosceranno ‘il fratello Joseph’”2.

I. Joseph Smith, il Profeta

Tutti conosciamo Joseph Smith in qualità di primo profeta di questa dispensazione, lo strumento del Signore per la Sua Restaurazione. Ma che cosa ha restaurato il Signore tramite questo profeta? Non tutti i Santi degli Ultimi Giorni (e alcuni che non appartengono alla Chiesa) conoscono i contributi illuminanti e importanti che il Signore ispirò il profeta Joseph ad apportare alla dottrina cristiana. Ecco un breve elenco:

  • La natura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

  • Le funzioni pertinenti a questi tre membri della Divinità e il Loro rapporto con gli esseri terreni.

  • La natura della Caduta dell’uomo.

  • Lo scopo della vita terrena per far avanzare il piano del Padre perché i Suoi figli possano raggiungere il loro destino eterno.

  • Il ruolo dell’Espiazione di Gesù Cristo per assicurare l’immortalità e dare l’opportunità di avere la vita eterna.

  • Il ruolo del matrimonio terreno ed eterno nel piano del Padre.

  • Il ruolo essenziale del sacerdozio e delle ordinanze nel piano del Padre.

  • Il ruolo essenziale dei templi e delle ordinanze per procura nel piano del Padre.

  • La conoscenza che Dio desidera salvare tutti i Suoi figli e che ogni persona che è vissuta su questa terra — che abbia conosciuto Gesù Cristo oppure no — è in grado di ottenere il cielo più alto nell’aldilà.

  • Il rapporto che c’è tra le tre fonti di verità che riguardano l’uomo e l’universo: la scienza, le Scritture e la rivelazione continua.

images of the plan of salvation

Leaving Eden, Savior e Between Heaven and Earth, di Annie Henrie Nader

Chiunque studi anche solo una piccola parte di questo elenco — che sia credente o non credente — dovrà riconoscere che Joseph Smith sta alla sorgente di un fiume immenso di idee religiose coraggiose, nuove e preziose. Come leggiamo in Predicare il mio Vangelo, la pienezza del Vangelo è stata restaurata sulla terra grazie a Joseph Smith.3

Magari avrete notato che il mio elenco non menziona nello specifico la venuta alla luce per mezzo di Joseph del Libro di Mormon, un nuovo volume di Scritture che, ovviamente, è la fonte di tante di queste nuove idee religiose. Questo libro merita una menzione speciale. Il suo titolo proclama la sua funzione più importante, quella di essere “Un altro testamento di Gesù Cristo”. Ma oltre quel ruolo fondamentale, c’è di più. Ecco che cosa ha detto del libro un autore di grande successo:

“Il Libro di Mormon propone un nuovo scopo per l’America: diventare un regno di rettitudine invece di un impero di libertà. Invece di accrescere la ricchezza e l’ineguaglianza, il Libro di Mormon sostiene la causa dei poveri […]. Invece di un governo basato sulla repubblica, propone regole giuste da parte di giudici e re che vivono secondo la legge di Dio. Al contrario di una religione che nega i miracoli e impone un canone biblico chiuso, il Libro di Mormon difende la rivelazione continua, i miracoli e la rivelazione a tutte le nazioni. Contro lo scetticismo promuove la fiducia, contro il campanilismo, un’Israele universale. Prevede disastri per la nazione se l’amore per le ricchezze, la resistenza alla rivelazione e la civilizzazione da parte dei Gentili prevalgono sulla rettitudine, sulla rivelazione e su Israele”.4

Ancor più importante è ciò che ha recentemente affermato il presidente Nelson riguardo al Libro di Mormon: che “è lo strumento mediante il quale si compirà il raduno promesso di Israele”5.

Come leggiamo in Predicare il mio Vangelo, il profeta Joseph Smith ha detto che il Libro di Mormon è “la chiave di volta della nostra religione”6.

La maggior parte delle persone non appartenenti alla Chiesa non conoscono i grandi contributi apportati da Joseph Smith al pensiero religioso. In uno studio degno di nota tenuto a livello nazionale, il sondaggista Gary Lawrence ha rilevato che quasi la metà delle persone intervistate pensavano che i Santi degli Ultimi Giorni fossero solitari e misteriosi e con “credenze stravaganti”7. Quando chiedeva agli intervistati: “Che cosa sostiene principalmente il mormonismo?”, soltanto uno su sette era in grado di descrivere qualcosa che si avvicinasse all’idea della restaurazione o del ristabilimento della religione cristiana originale. Similmente, quando in un altro sondaggio a livello nazionale si è chiesto alle persone di descrivere le impressioni che avevano sulla nostra religione, nessuno ha suggerito l’idea dell’origine o della restaurazione della cristianità.8

Questi risultati ci rammentano che non dobbiamo lasciare che i nostri missionari presumano che si abbia molta conoscenza della nostra fede. Coloro a cui insegnano potrebbero aver sentito dire la parola mormone, ma i missionari non devono supporre che la maggior parte di loro abbia anche solo una rudimentale comprensione dei principi basilari della nostra religione.

II. Joseph Smith, l’uomo.

Ecco alcuni dei miei pensieri personali sulla vita straordinaria di Joseph Smith.9 Il Joseph Smith che ho conosciuto grazie alle mie ricerche personali, per lo più nell’Illinois, USA, era un uomo di frontiera: giovane, emotivo, dinamico e tanto amato dal suo popolo per il quale era sempre disponibile, sì che lo chiamavano spesso “fratello Joseph”. La sua relativa giovinezza è una parte interessante del suo ministero profetico. Aveva quattordici anni al momento della Prima Visione, ventun’anni quando ricevette le tavole d’oro e appena ventitré quando completò la traduzione del Libro di Mormon (in meno di sessanta giorni di lavoro).

Più della metà delle rivelazioni contenute in Dottrina e Alleanze fu data tramite il Profeta prima che compisse venticinque anni. Ne aveva ventisei quando fu organizzata la Prima Presidenza e circa trentatré quando sfuggì all’incarcerazione nel Missouri e riassunse la guida dei santi. Quando fu ucciso, aveva solo trentotto anni e mezzo.

Durante la sua breve vita, Joseph Smith ha ricevuto una misura abbondante di afflizioni terrene. Quando aveva circa sette anni dovette sottoporsi a un intervento chirurgico estremamente doloroso alla gamba. A causa della povertà della sua famiglia era poco istruito e da giovane fu costretto a lavorare lunghe ore per aiutare la famiglia a mettere in tavola il cibo necessario. Fu aggredito fisicamente in molte occasioni. Mentre si sforzava di assolvere le immense responsabilità attinenti alla sua sacra chiamata, dovette lavorare come contadino o come commerciante per provvedere al sostentamento della sua famiglia. Egli svolgeva questo compito senza gli straordinari doni spirituali che lo sostenevano nella sua chiamata di profeta. Il Signore gli aveva detto: “Nelle attività materiali non avrai forza, poiché non è questa la tua chiamata” (Dottrina e Alleanze 24:9).

Nelle questioni spirituali, Joseph Smith non aveva nessun modello dal quale imparare a fare il profeta e il dirigente. Dovette fare affidamento su collaboratori che non avevano esperienza. Dovevano faticare e imparare assieme. Joseph fu estremamente rapido nell’acquisire conoscenza e maturità. Senza dubbio aveva dei doni unici. Come diremmo oggi, era uno che “impara in fretta”. Disse di essere stato istruito da messaggeri celesti e da altre rivelazioni di Dio, e io gli credo.

Uno dei suoi doni personali è chiaramente dimostrato dall’affetto e dalla lealtà del popolo straordinario che lo ha seguito. Quando Joseph metteva in guardia i suoi seguaci contro le imperfezioni proprie dell’uomo, non si innalzava al di sopra di loro, ed essi lo amavano per questo. In un sermone che tenne poco più di un mese prima di essere ucciso, Joseph dichiarò: “Non vi ho mai detto di essere perfetto, ma nelle rivelazioni che vi ho insegnato non c’è alcun errore”10. Joseph Smith aveva un “naturale temperamento allegro” (Joseph Smith – Storia 1:28) che lo rendeva caro quasi a ogni persona che lo conosceva. Un suo conoscente affermò: “L’affetto che i santi provavano per lui era inesprimibile”11. La compagnia dei suoi amici era un piacere per Joseph, che considerava il consolidamento della società e della comunità uno degli scopi principali del Vangelo.

Painting of Joseph Smith

Joseph Smith, di William Whitaker

In un’occasione ho osservato: “Joseph Smith visse per tutta la vita su quelli che erano allora i confini occidentali degli Stati Uniti, una regione in cui [gli uomini] dovevano lottare contro la natura e qualche volta gli uni contro gli altri. Era un uomo robusto, forte e attivo. Gli piacevano gli sport competitivi fra i quali quello di tirare il bastone, che era una prova di forza fisica (vedere History of the Church, 5:302). I nostri archivi contengono molte descrizioni dei suoi incontri di lotta con amici e conoscenti. Una domenica, lui e Brigham Young predicarono ai santi di Ramus, nell’Illinois, a circa un giorno di viaggio da Nauvoo. Il lunedì prima di lasciare Ramus, Joseph Smith mise alla prova le sue capacità nella lotta contro un uomo che era soprannominato il ‘bullo di Ramus’ (vedere Joseph Smith Journal, 13 marzo 1843, annotato da Willard Richards, Joseph Smith Collection, LDS Church Archives). Joseph lo atterrò. Sono lieto che gli attuali programmi delle nostre conferenze non concedano ai fedeli delle varie località la possibilità di mettere alla prova in questa maniera la forza delle Autorità generali in visita”12.

Pochi uomini sono stati oggetto di altrettanti assalti alla loro missione o alla loro memoria di quanto lo sia stato Joseph Smith. In merito a queste accuse ho effettuato delle ricerche personali tra i documenti originali dell’Illinois, dove Joseph visse gli ultimi cinque anni della sua vita. Una di queste accuse sorse quando Joseph Smith, allora sindaco della città, e il Consiglio comunale di Nauvoo, decisero di sopprimere il Nauvoo Expositor, un giornale ostile. Tale soppressione concentrò le ostilità nei confronti della Chiesa e indusse direttamente all’omicidio di Joseph.

I primi storici della Chiesa, incluso l’anziano B. H. Roberts, riconobbero che quell’azione fu illegale. Io, tuttavia, ho condotto delle ricerche sull’argomento quand’ero un giovane professore di giurisprudenza, e sono stato sorpreso di trovare un fondamento legale per questo tipo di intervento nella legge dell’Illinois del 1844. Nel periodo precedente alla Guerra civile ci fu la soppressione di tanti giornali nei territori di frontiera. La garanzia di libertà di stampa nella costituzione statunitense non è stata dichiarata applicabile alle azioni dei governi cittadini e statali fino al 1931, e poi solo dalla Corte suprema statunitense che ha votato cinque a quattro rispetto a un emendamento costituzionale adottato nel 1868.13 Si dovrebbero giudicare le azioni di Joseph Smith in base alle leggi e alle circostanze dei suoi tempi, non dei nostri.

Quando eravamo studenti alla University of Chicago, io e lo storico Marvin S. Hill eravamo affascinati dal fatto poco noto che cinque uomini furono processati nell’Illinois per l’omicidio di Joseph Smith. Per più di dieci anni abbiamo cercato nelle biblioteche e negli archivi del Paese per trovare ogni informazione — sia pur insignificante — su questo processo del 1845 e sulle persone in esso coinvolte. Il nostro libro ha riesaminato le parole e le azioni dei cittadini dell’Illinois che conoscevano Joseph Smith personalmente — alcuni dei quali gli volevano bene e avevano rischiato la vita per lui, e altri che lo odiavano e avevano complottato di ucciderlo. Nulla, nelle nostre scoperte dei documenti processuali originali o nelle deposizioni fatte durante quel lungo processo, portò alla luce elementi che potevano disonorare l’uomo che era stato assassinato.14

La disponibilità dei documenti processuali dell’Illinois ha portato a un altro aspetto in precedenza non ancora esaminato della ricerca su Joseph Smith. Io e Joseph I. Bentley, che allora studiava legge a Chicago, abbiamo scoperto numerosi documenti che riguardavano le attività commerciali di Joseph Smith. Nel 1976 siamo stati co-autori di un articolo del Brigham Young University Law Review sull’argomento.15 Il decennio del 1840–50 seguì un perio-do di panico e depressione finanziaria a livello nazionale. Le condizioni economiche degli stati di frontiera come l’Illinois erano disastrose. Per esempio, i biografi di Abraham Lincoln hanno descritto le sue difficoltà economiche durante quel decennio, quando le attività commerciali erano precarie, molti debiti non venivano pagati e le citazioni in giudizio erano cosa comune.16

I nemici di Joseph Smith lo accusarono di frode in varie transazioni, la maggior parte delle quali erano state condotte per conto della Chiesa. Una successione di processi durata quasi un decennio consentì l’esame di queste accuse nei minimi dettagli. Alla fine, nel 1852, molto tempo dopo l’esodo dei santi dall’Illinois (cosicché non vi era nessuna ragione immaginabile, sia politica che di altra natura, per cui qualcuno dovesse favorire i santi o il loro dirigente), un giudice federale chiuse la questione decretando che non trovava frode né altra scorrettezza morale commessa da Joseph Smith.17

Gli studiosi a conoscenza dei problemi pubblici di quel periodo hanno scritto questo riguardo alla candidatura di Joseph Smith alla presidenza degliStati Uniti:

“Sebbene non avesse serie possibilità di vincere le elezioni nazionali del 1844, ha corso saggiamente come terzo candidato decisamente serio rispetto all’incoraggiamento delle riforme legali negli Stati Uniti. Sperava di sensibilizzare l’opinione pubblica e per questo lavorava su problematiche di grande rilievo come la schiavitù, la libertà di religione, le prigioni e i terreni pubblici. Lui e Robert F. Kennedy rimangono i due soli americani ad essere stati assassinati mentre erano candidati all’ufficio di presidente degli Stati Uniti”18.

Il carattere di Joseph Smith era forse meglio compreso dagli uomini che lo conoscevano di più e gli erano più vicini nella dirigenza della Chiesa. Essi lo amavano e lo sostenevano come profeta. “Suo fratello Hyrum volle morire al suo fianco. John Taylor, anch’egli con lui quando fu assassinato, disse: ‘Porto testimonianza dinanzi a Dio, agli angeli e agli uomini che egli era un uomo buono, onesto e virtuoso, […] che il suo comportamento privato e pubblico era al di sopra di ogni biasimo, e che egli visse e morì come un uomo di Dio’ (The Gospel Kingdom [1987], 355; vedere anche DeA 135:3). Brigham Young dichiarò: “Non penso che su questa terra ci sia un uomo che abbia [conosciuto Joseph Smith] meglio di me. Posso dire senza tema di smentite che, fatta eccezione per Gesù Cristo, nessun uomo migliore di lui è mai vissuto o vive su questa terra’ [“Remarks”, Deseret News, 27 agosto 1862, 65]”19.

III. Joseph Smith e la legge

Come è evidente negli esempi che ho già citato, il mio interesse di lunga data per la storia legale includeva un interesse particolare per le interazioni tra Joseph Smith e il sistema legale americano dei suoi tempi. Gli storici hanno tradizionalmente dichiarato che Joseph Smith ha preso parte a non più di quaranta azioni legali. Oggi, con il beneficio dell’opera svolta per realizzare The Joseph Smith Papers, sappiamo che il numero supera i duecentoventi. Queste azioni legali spaziavano “da semplici casi di riscossione a complesse azioni giuridiche che coinvolgevano sofisticate teorie legali. […] Joseph si rivolse a tantissimi avvocati per […] gestire e difendere [tali] azioni […] sia in questioni civili sia penali”20.

Basandosi sulla mole di conoscenza a nostra disposizione riguardo alla vita del Profeta, lo studioso santo degli ultimi giorni Jeffrey N. Walker ha scritto: “Innegabilmente, Joseph Smith è stato coinvolto intimamente, attivamente e costantemente nel sistema legale americano. Ignorare tali importanti attività significa perdersi gran parte di come egli abbia impiegato il suo tempo e le sue energie in modo brillante ed efficace, al punto che Daniel H. Wells, egli stesso avvocato, giudice e procuratore generale, che conobbe bene Smith, fu della seguente opinione: ‘Ho conosciuto uomini di legge per tutta la vita. Joseph Smith era il miglior avvocato che abbia mai incontrato in vita mia’ [citato in The Journal of Jesse Nathaniel Smith: Six Decades in the Early West: Diaries and Papers of a Mormon Pioneer, 1834–1906 (1953), 456]”21.

Tre autori santi degli ultimi giorni riassumono il loro pensiero in questo modo: “Dato il suo pesante coinvolgimento nel sistema legale, Smith apprese velocemente le regole del gioco e usò legalmente tali regole a suo pieno vantaggio, cercando di fare uso delle nuove opportunità e delle protezioni fornite dalle leggi della giovane nazione. Le sue scelte legali e la sua condotta chiariscono che era ben informato riguardo alle questioni legali e che fece dei passi espliciti per fare ogni uso appropriato che gli era permesso dalla legge, che si trattasse di ottenere i diritti d’autore per il Libro di Mormon sotto le leggi federali, di celebrare i matrimoni nell’ambito della legge dell’Ohio, di elaborare le ordinanze della città di Nauvoo, di invocare la piena protezione della libertà di religione, di fare uso efficace di nuove leggi che governavano la vendita di terre federali, di invocare il diritto all’habeas corpus, di richiedere una sede processuale adatta o di fare richiesta di copertura della nuova legge federale sulla bancarotta. Nel tempo libero, studiava i libri di legge. Conosceva le parole esatte della Costituzione e il linguaggio specifico degli statuti di stato. Non c’è dubbio che, nel corso della sua vita, fosse ben al corrente di molti sviluppi legali a livello statale e federale”.22

È significativo che questi tre autori abbiano aggiunto a questa dichiarazione: “Come imputato, non fu mai giudicato colpevole di alcun reato penale. Ogni qualvolta gli è stata garantita un’udienza equa, è stato reputato un cittadino retto e onesto”23.

I riassunti dettagliati delle cause che coinvolsero il Profeta selezionate e analizzate nel libro che ho citato dipendono dal lavoro di numerosi studenti della J. Reuben Clark Law School che hanno seguito dei corsi sull’argomento e che hanno svolto un lavoro dettagliato, che ha dato origine al libro di questi tre autori. Sono rimasto affascinato dalle descrizioni delle opinioni di questi studenti di legge:

“Gli studenti che hanno usato precedenti iterazioni di questo volume come loro libri di testo sono coerentemente giunti all’opinione che Joseph fosse degno di fiducia, responsabile, leale, prudente, misericordioso, cauto, meticoloso, osservante della legge, paziente, positivo, pieno di risorse, astuto, assennato, un bravo giudice del carattere e persino legalmente brillante (per usare alcune delle loro parole) specialmente quando si trattava di proteggere i diritti religiosi e civili degli altri e di svolgere le responsabilità che gli erano state affidate. […] Joseph Smith non ha mai perso fiducia nella Costituzione e ha cercato di lavorare solidamente sotto la sua protezione, anche se spesso era frustrato, deluso e diffidente nei confronti delle persone che la amministravano”24.

Drawing of Joseph Smith

Joseph Smith the Prophet [Joseph Smith il profeta], di Dan Weggelend, riprodotto per gentile concessione del Museo di storia della Chiesa

IV. Conclusione

Nella sua vita, Joseph Smith ha fatto più di quanto avrebbe potuto compiere qualsiasi altro uomo mortale in così breve tempo. L’unica spiegazione possibile è l’aiuto divino. Mi piace questo riassunto:

“Ha tradotto e pubblicato il Libro di Mormon a New York; ha organizzato la Chiesa a New York, e poi l’ha ristabilita nell’Ohio, nel Missouri e nell’Illinois; ha fondato delle città, tra cui Kirtland, Far West e Nauvoo; ha chiamato e addestrato centinaia di dirigenti della Chiesa; ha studiato ebraico e la Bibbia; ha fondato la Società di Soccorso di Nauvoo; ha svolto attività lavorative, da solo e con dei soci; ha sviluppato l’aspetto immobiliare delle città e ha costruito dei templi; ha scritto e pubblicato articoli e editoriali; ha avuto una grande famiglia e una vasta cerchia di amici; ha ricoperto diverse cariche cittadine, tra cui comandante in capo di una milizia numerosa, come pure sindaco e giudice supremo della città di Nauvoo. Ha parlato regolarmente alle riunioni settimanali di culto, alle dedicazioni e ai funerali troppo frequenti, ha attirato a sé decine di migliaia di seguaci e ha incitato un’ondata di convertiti a emigrare negli Stati Uniti”.25

In un discorso della conferenza generale che ho tenuto più di vent’anni fa, ho detto questo:

“Come altri fedeli Santi degli Ultimi Giorni ho edificato la mia vita sulla testimonianza e sulla missione del profeta Joseph Smith. In tutte le mie letture e ricerche nei documenti originali non sono mai stato allontanato dalla mia testimonianza della sua chiamata profetica e della restaurazione del Vangelo e del sacerdozio che il Signore attuò per suo tramite. Ribadisco solennemente la testimonianza portata da Joseph Smith nella famosa lettera a Wentworth del 1842:

‘Lo stendardo della verità è stato innalzato; nessuna mano profana può impedire al lavoro di progredire. Le persecuzioni possono infuriare, la plebaglia può radunarsi, gli eserciti possono marciare, la calunnia può diffamare, ma la verità di Dio procederà innanzi coraggiosamente, nobilmente e indipendentemente sino a quando sarà penetrata in ogni continente, si sarà diffusa in ogni regione, avrà invaso ogni paese e sarà [risuonata] in ogni orecchio, sino a quando i propositi di Dio saranno realizzati e il grande Geova dirà che l’opera è compiuta’ (Times and Seasons, 1 marzo 1842, 709; citato in Encyclopedia of Mormonism, 5 voll., a cura di Daniel H. Ludlow, [1992], 4:1754)”.26

Missionaries in Indonesia

Fratelli e sorelle, attesto di Gesù Cristo, il nostro Salvatore, che è apparso con Dio Padre al giovane profeta e di cui il Padre ha detto: “Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltalo!” (Joseph Smith – Storia 1:17). Da quel momento in poi abbiamo udito il nostro Signore Gesù Cristo in rivelazione. Questa è la Sua chiesa. Siamo detentori dell’autorità del Suo santo sacerdozio. Avanziamo nella Sua causa. Porto testimonianza della chiamata del profeta Joseph Smith e della chiamata dei profeti che gli sono succeduti in questa grande opera in cui siete impegnati.

Note

  1. Russell M. Nelson, Accomplishing the Impossible (2015), 1–2.

  2. “Praise to the Man”, Hymns, n. 27.

  3. Vedere Predicare il mio Vangelo – Guida al servizio missionario (2004), 37.

  4. Richard Lyman Bushman, Joseph Smith: Rough Stone Rolling (2005), 105.

  5. Russell M. Nelson, in Sarah Jane Weaver, “President Nelson Shares the ‘Hopes of My Heart’ with New Mission Leaders”, Church News, 26 giugno 2018, news.lds.org.

  6. Predicare il mio Vangelo, 7; vedere anche l’introduzione del Libro di Mormon.

  7. Gary C. Lawrence, How Americans View Mormonism: Seven Steps to Improve Our Image (2008), 32.

  8. Vedere Gary C. Lawrence, How Americans View Mormonism, 42.

  9. Questa parte del testo fino alla nota 10 è un adattamento di Dallin H. Oaks, “Joseph Smith in a Personal World”, in The Worlds of Joseph Smith: A Bicentennial Conference at the Library of Congress, a cura di John W. Welch, (2006), 159.

  10. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 533.

  11. Mary Alice Cannon Lambert, in “Joseph Smith, the Prophet”, Young Woman’s Journal, dicembre 1905, 554.

  12. Vedere Dallin H. Oaks, “Joseph, l’uomo e il profeta”, La Stella, luglio 1996, 77.

  13. Vedere Dallin H. Oaks, “The Suppression of the Nauvoo Expositor”, Utah Law Review, vol. 9, n. 4 (1965), 862–903.

  14. Vedere Dallin H. Oaks e Marvin S. Hill, Carthage Conspiracy: The Trial of the Accused Assassins of Joseph Smith (1975).

  15. Vedere Dallin H. Oaks e Joseph I. Bentley, “Joseph Smith and Legal Process: In the Wake of the Steamboat Nauvoo”, BYU Law Review, vol. 1976, n. 3 (1976), 735–782.

  16. Vedere David Herbert Donald, Lincoln (1995), 94–118.

  17. Vedere Dallin H. Oaks e Joseph I. Bentley, “Joseph Smith and Legal Process”, 781.

  18. A cura di Gordon A. Madsen, Jeffrey N. Walker e John W. Welch, Sustaining the Law: Joseph Smith’s Legal Encounters (2014), x–xi.

  19. Dallin H. Oaks, “Joseph, l’uomo e il profeta”, 79.

  20. Jeffrey N. Walker, in Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., vi.

  21. Jeffrey N. Walker in Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., vii.

  22. Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., xvii.

  23. Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., xvii–xviii.

  24. Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., xviii.

  25. Sustaining the Law, a cura di Gordon A. Madsen et al., xi–xii.

  26. Dallin H. Oaks, “Joseph, l’uomo e il profeta”, 79.

Età:

Evento:

14

Ha la Prima Visione

22

Riceve le tavole d’oro

23

Termina la traduzione del Libro di Mormon

25

Ha già ricevuto metà delle rivelazioni di Dottrina e Alleanze

26

Organizza la Prima Presidenza

33

Fugge da una prigione nel Missouri, riassume la dirigenza

38

Subisce il martirio