2022
In società con il Signore
Novembre 2022


12:58

In società con il Signore

Il vangelo restaurato di Gesù Cristo proclama il principio che uomo e donna siano soci in tutto, sia nella vita terrena che nelle eternità.

Nei primi mesi del nostro matrimonio, la mia cara moglie espresse il desiderio di studiare musica. Con l’intenzione di compiacerla, decisi di orchestrare una grande e sentita sorpresa per la mia adorata. Andai in un negozio di strumenti musicali e le presi in regalo un pianoforte. Misi con entusiasmo la ricevuta di acquisto in una scatola con un bellissimo fiocco e gliela diedi, aspettandomi una reazione molto entusiasta di gratitudine verso il suo marito estremamente amorevole e attento.

Quando aprì quella piccola scatola e ne vide il contenuto, mi guardò con amore e disse: “Oh, caro, sei meraviglioso! Ma lascia che ti faccia una domanda: ‘questo è un dono o un debito?’”. Dopo aver parlato insieme della sorpresa, decidemmo di annullare l’acquisto. Vivevamo con un budget da studenti, come nel caso di molti giovani sposini. Questa esperienza mi ha aiutato a riconoscere l’importanza del principio dell’essere soci in tutto in un rapporto coniugale e di come la sua applicazione possa aiutare me e mia moglie a essere di un solo cuore e di una sola mente.1

Il vangelo restaurato di Gesù Cristo proclama il principio che uomo e donna siano soci in tutto, sia nella vita terrena che nelle eternità. Sebbene ciascuno possegga attributi specifici e responsabilità divinamente stabilite, la donna e l’uomo svolgono ruoli egualmente rilevanti ed essenziali nel piano di felicità di Dio per i Suoi figli.2 Ciò fu evidente fin dal principio, quando il Signore dichiarò che “non era bene che l’uomo fosse solo; pertanto gli [avrebbe fatto] un aiuto adatto a lui”3.

Nel piano del Signore, un “aiuto adatto” era una compagna che avrebbe camminato fianco a fianco con Adamo come socia in tutto.4 Infatti, Eva fu una benedizione celeste nella vita di Adamo. Grazie alla sua natura divina e alle sue qualità spirituali, ispirò Adamo a lavorare insieme a lei per realizzare il piano di felicità di Dio per tutta l’umanità.5

Esaminiamo due principi fondamentali che rafforzano la società tra l’uomo e la donna. Il primo principio è: siamo tutti uguali dinanzi a Dio.6 Secondo la dottrina del Vangelo, la differenza tra donna e uomo non prevale sulle promesse eterne che Dio ha per i Suoi figli e le Sue figlie. L’uno non ha maggiori possibilità di gloria celeste rispetto all’altra nelle eternità.7 Il Salvatore stesso invita tutti noi, figli di Dio, “a venire a lui e a prendere parte alla Sua bontà; e non rifiuta nessuno che venga a lui”8. Pertanto, in questo contesto, siamo tutti considerati uguali dinanzi a Lui.

Quando i coniugi comprendono e incorporano questo principio, non si pongono come presidente o vice presidente della loro famiglia. Non c’è superiorità né inferiorità nel rapporto matrimoniale, né uno cammina davanti o dietro all’altro. Camminano fianco a fianco, come eguali, come progenie divina di Dio. Diventano uno nel pensiero, nel desiderio e nello scopo con il nostro Padre Celeste e Gesù Cristo,9 dirigendo e guidando insieme l’unità familiare.

In un rapporto paritario, “l’amore non è possesso, ma partecipazione […] parte di quella co-creazione che è la nostra chiamata umana”10. “Con una partecipazione reale, marito e moglie si fondono in un’unità sinergica di un ‘dominio perpetuo’ che ‘senza mezzi coercitivi’ fluirà con la loro vita spirituale verso di loro e la loro posterità ‘per sempre e in eterno’”11.

Il secondo principio importante è la Regola d’oro, insegnata dal Salvatore nel Sermone sul Monte: “E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro”12. Questo principio indica un atteggiamento di mutualità, di reciprocità, di unità e di interdipendenza ed è basato sul secondo grande comandamento: “Ama il tuo prossimo come te stesso”13. Si unisce ad altri attributi cristiani come la longanimità, la gentilezza, la mitezza e la benevolenza.

Per comprendere meglio l’applicazione di questo principio, possiamo guardare al sacro ed eterno legame stabilito da Dio tra i nostri primi genitori, Adamo ed Eva. Divennero una sola carne,14 creando una dimensione di unità che permise loro di camminare insieme con rispetto, gratitudine e amore, dimenticandosi di se stessi e cercando il benessere reciproco nel loro viaggio verso l’eternità.

Quelle stesse caratteristiche sono ciò per cui ci adoperiamo oggi in un matrimonio unito. Tramite il suggellamento nel tempio, una donna e un uomo entrano nel santo ordine del matrimonio nella nuova ed eterna alleanza. Tramite questo ordine del sacerdozio, vengono date loro benedizioni eterne e potere divino per dirigere i loro affari familiari, mentre vivono secondo le alleanze che hanno stipulato. Da quel momento in poi, essi procedono in maniera interdipendente e in società con il Signore sotto ogni aspetto, specialmente per quanto riguarda ciascuna delle loro responsabilità divinamente stabilite di prendersi cura e presiedere all’interno della loro famiglia.15 Prendersi cura e presiedere sono responsabilità interconnesse e sovrapposte, il che significa che le madri e i padri “sono tenuti ad aiutarsi l’un l’altro come soci con eguali doveri”16 e condividono equamente la direzione nella loro casa.

“Con [prendersi cura] si intende nutrire, istruire e sostenere” i membri della famiglia, cosa che viene fatta aiutandoli ad “apprendere le verità del Vangelo e a sviluppare la fede nel Padre Celeste e in Gesù Cristo” in un ambiente di amore. Presiedere significa “guidare i membri della famiglia affinché tornino a dimorare alla presenza di Dio. Questo avviene servendo e insegnando con gentilezza, mitezza e amore puro”. Comprende anche “guidare con regolarità i familiari nella preghiera, nello studio delle Scritture e negli altri aspetti del rendere il culto. I genitori lavorano in unità”, seguendo l’esempio di Gesù Cristo, “per assolvere queste [due grandi] responsabilità”.17

È importante notare che il governo all’interno della famiglia segue il modello patriarcale, che per certi aspetti differisce dalla dirigenza offerta dal sacerdozio nella Chiesa.18 Il modello patriarcale prevede che le mogli e i mariti siano responsabili direttamente dinanzi a Dio dell’adempimento delle loro sacre responsabilità familiari. Richiede l’essere soci in tutto, un’osservanza ben disposta di ogni principio di rettitudine e responsabilità, e fornisce opportunità di sviluppo in un ambiente caratterizzato dall’amore e dall’aiuto reciproco.19 Queste responsabilità speciali non implicano una gerarchia ed escludono assolutamente qualsiasi tipo di abuso o uso improprio dell’autorità.

L’esperienza di Adamo ed Eva, dopo che ebbero lasciato il Giardino di Eden, illustra meravigliosamente il concetto di interdipendenza tra madre e padre nel prendersi cura della loro famiglia e presiedervi. Come insegnato nel libro di Mosè, lavorarono insieme per coltivare la terra con il sudore della fronte per provvedere al benessere fisico della loro famiglia;20 misero al mondo dei figli;21 invocarono insieme il nome del Signore e udirono la Sua voce “dalla direzione verso il Giardino di Eden”;22 accettarono i comandamenti che il Signore diede loro e si sforzarono insieme di osservarli.23 Poi “fecero conoscere ogni cosa ai loro figli e alle loro figlie”24 e “non cessarono di invocare Dio” insieme secondo le loro necessità.25

Miei cari fratelli e sorelle, prendersi cura e presiedere sono opportunità, non limitazioni esclusive. Una persona può avere la responsabilità di qualcosa, ma potrebbe non essere l’unica persona a farlo. Quando comprendono bene queste due importanti responsabilità, genitori amorevoli si sforzano insieme di proteggere e di prendersi cura del benessere fisico ed emotivo dei loro figli. Li aiutano anche ad affrontare i pericoli spirituali dei nostri giorni nutrendoli della buona parola del Signore come rivelata ai Suoi profeti.

Sebbene marito e moglie si sostengano a vicenda nelle loro responsabilità divinamente stabilite, “le infermità, la morte o altre circostanze possono richiedere degli adattamenti individuali”26. A volte un coniuge o l’altro avrà la responsabilità di agire simultaneamente in entrambi i ruoli, che sia temporaneamente o permanentemente.

Di recente ho incontrato una sorella e un fratello che vivono ciascuno in questa condizione. Come genitori soli, ognuno di loro, all’interno della propria sfera familiare e in società con il Signore, ha deciso di dedicare la propria vita alle cure spirituali e materiali dei propri figli. Non hanno perso di vista le alleanze stipulate nel tempio con il Signore e le Sue eterne promesse nonostante i loro divorzi. Entrambi hanno cercato l’aiuto del Signore in tutte le cose mentre si sforzano continuamente di sopportare le loro difficoltà e di camminare sul sentiero dell’alleanza. Confidano nel fatto che il Signore si prenderà cura delle loro necessità, non solo in questa vita, ma per tutta l’eternità. Entrambi si sono presi cura dei loro figli insegnando loro con gentilezza, mitezza e amore puro, anche mentre si trovavano in circostanze difficili della vita. Da quello che so, questi due genitori soli non incolpano Dio per le loro sventure. Essi, invece, attendono con perfetto fulgore di speranza e fiducia le benedizioni che il Signore ha in serbo per loro.27

Fratelli e sorelle, il Salvatore diede l’esempio perfetto di unità e armonia di intenti e dottrina con il nostro Padre in cielo. Pregò a favore dei Suoi discepoli dicendo: “Che siano tutti uno, che come tu, o padre, sei in me, ed io sono in te, anch’essi siano in noi […], affinché siano uno come noi siamo uno”28.

Vi attesto che se noi — donne e uomini — lavoriamo insieme come soci veri e alla pari, godremo dell’unità insegnata dal Salvatore nell’adempiere le responsabilità divine nel nostro rapporto matrimoniale. Vi prometto, nel nome di Cristo, che i cuori saranno “legati in unità e in amore gli uni verso gli altri”,29 troveremo maggiore gioia nel nostro viaggio verso la vita eterna e la nostra capacità di servirci l’un l’altro e di servire l’uno con l’altro si moltiplicherà significativamente.30 Rendo testimonianza di queste verità nel santo nome del Salvatore Gesù Cristo. Amen.