Lezione 34
La purezza morale
Questa lezione ha lo scopo di aiutarci a capire l’importanza di essere moralmente puri.
Introduzione
Nel mondo di oggi vi sono molte diverse norme di moralità. Queste norme spesso cambiano con il tempo e con le circostanze. Al contrario le norme di Dio non cambiano mai, poiché Egli è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Una norma che Dio ci ha sempre chiesto di osservare è la purezza morale.
Le Scritture ci dicono che «nessuna cosa impura può dimorare con Dio» (1 Nefi 10:21). L’apostolo Paolo scrive: «Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi» (1 Corinzi 3.16–17). Il nostro corpo è sacro. Il Signore ci ha dato il corpo per uno scopo divino ed esige che noi lo manteniamo puro e degno di ricevere il Suo Spirito.
Il nostro corpo è sacro
È importante che noi detentori del sacerdozio ci manteniamo moralmente puri, poiché i benefici più importanti per noi sono legati alla nostra purezza morale. L’anziano Boyd K. Packer ci ha detto: «Uno dei molti poteri che ha Dio, un potere che Egli valuta molto, è il potere di dare e prendere la vita. Egli ci ha proibito di prendere la vita; ma ha condiviso con noi il Suo potere di crearla, permettendoci così di mettere al mondo dei figli. Poiché questo è un potere divino, Egli ha comandato che tutti i Suoi figli lo usino correttamente e lo riservino soltanto per il matrimonio. Egli ci ha detto che anche il desiderio che si trova dietro questo grande potere deve essere controllato e usato nei limiti che Egli ha fissato, e non per una soddisfazione egoistica o per il semplice piacere. La maggior parte della felicità che ci verrà in questa vita dipenderà dall’uso che faremo di questo potere di procreare.
Necessariamente questo potere di procreare comporta forti desideri e passioni, forti per persuadere gli uomini ad accettare la responsabilità di mantenere una casa e una famiglia. Data la loro forza, questi desideri spesso ci convincono a fare un cattivo uso del nostro potere di procreare. È a causa dell’uso sbagliato di questo potere che qualche volta le famiglie si dividono e la felicità va perduta. Per tale motivo non dobbiamo usare questo potere con nessun’altra persona che non sia nostra moglie. Come questo potere di procreare, anche il nostro corpo è sacro, pertanto non dobbiamo permettere che il nostro corpo sia toccato da noi o da altri in modo sperimentale o innaturale. L’unico modo corretto e giusto di usare questo potere è nell’ambito del vincolo matrimoniale» («Perché rimanere moralmente puri», La Stella, gennaio 1973, pagg. 16–18, 29).
Moroni ha detto che la virtù è più cara e preziosa di qualsiasi altra cosa (vedi Moroni 9:9). Dobbiamo mantenerci moralmente puri onde poter fondare una famiglia nella rettitudine e vivere in pace e in armonia.
La legge di purezza di Dio
Dio non ha mai cambiato le Sue leggi e i Suoi comandamenti riguardanti il peccato carnale, sebbene l’uomo abbia cercato di cambiarli per adattarli al proprio piacere. La legge della castità impone che l’uomo non debba avere rapporti intimi con alcuna donna, se non con la propria moglie. Il Signore ha comandato: «Non commettere adulterio» (Esodo 20:14). La legge della castità tuttavia non abbraccia soltanto l’adulterio, ma ogni uso improprio di questo potere divino.
Quali sono alcuni modi in cui l’uomo può fare cattivo uso di questo potere? (Elenca le risposte alla lavagna).
Tra i vari modi in cui gli uomini fanno cattivo uso di questo potere troviamo:
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Adulterio e fornicazione (inclusa la convivenza fuori del matrimonio).
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Omosessualità.
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Aborto.
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Masturbazione.
La castità include anche purezza nel pensare e modestia nel vestire. Le Scritture dicono che le nostre azioni sono il risultato dei nostri pensieri (vedi Proverbi 23:7). Di conseguenza, se vogliamo mantenerci puri, dobbiamo avere pensieri virtuosi. I nostri pensieri si manifestano esteriormente anche nel modo di vestire. Coloro che si vestono con modestia dimostrano di considerare sacro il loro corpo.
Chiedi al membro della classe incaricato in precedenza di esporre la seguente storia narrata dal presidente Kimball:
«Il peccato, come un viaggio, inizia con il primo passo; e la saggezza e l’esperienza insegnano che è più facile resistere alla prima tentazione che a quelle successive, quando ormai l’abitudine alla trasgressione ha cominciato a svilupparsi. Questo è dimostrato dalla storia dell’allodola. Posata su uno dei rami più alti di un albero, lontana dal pericolo, l’allodola vide un viaggiatore che camminava per la foresta, portando con sé una misteriosa scatoletta nera. L’allodola lasciò il suo ramo e andò a posarsi sulla spalla del viaggiatore. ‹Cosa c’è in quella scatoletta› ella gli chiese.
‹Vermi›, rispose il viaggiatore.
‹Sono in vendita?›
‹Sì, e anche a poco prezzo. Costano soltanto una penna ciascuno›.
L’allodola rifletté un momento. ‹Devo avere oltre un milione di penne. Sicuramente non sentirò la mancanza di una di esse, e posso approfittare dell’occasione per fare un buon pranzo senza fatica›. Quindi ella si rivolse all’uomo e gli disse che avrebbe comprato un verme. Cercò attentamente sotto un’ala sinché riuscì a trovare una piccola piuma. La strappò ed ebbe un lieve sussulto; ma la misura e la qualità del verme le fecero dimenticare immediatamente il dolore. Tornata sul suo ramo ella tornò a cantare meglio di prima.
Il giorno dopo ella rivide lo stesso viaggiatore, e di nuovo scambiò una piuma con un verme. Quale modo meraviglioso e facile di guadagnarsi il pranzo!
Nei giorni che seguirono l’allodola continuò a scambiare piume con vermi; e ogni volta la perdita sembrava sempre più piccola. Da principio ella possedeva molte piume, ma col passare dei giorni trovò sempre più difficile continuare a volare. Alla fine, dopo la perdita di una delle sue penne principali, ella non riuscì più a raggiungere la cima dell’albero, per non parlare di volare nel cielo. Infatti l’allodola non riusciva a volare più di un paio di metri alla volta e fu obbligata a cercare il cibo per terra, disputandolo ai passeri.
L’uomo con i vermi non passò più dal bosco poiché l’allodola ormai non possedeva più piume per pagarsi il pranzo. L’allodola non cantò più, perché si vergognava dello stato in cui si era ridotta.
Questo è il modo in cui le cattive abitudini si impossessano di noi — prima con dolore, poi più facilmente, sino a quando ci troviamo privi di tutto quello che serve per cantare e per volare alto nel cielo. È così che diventiamo schiavi del peccato» (Il miracolo del perdono, pagg. 200–201).
Controllare i nostri pensieri, vestire con modestia, ascoltare e obbedire ai comandamenti del nostro Padre celeste sono modi in cui possiamo evitare di acquisire delle abitudini indegne e di perdere la castità.
Alma disse al figlio che aveva commesso adulterio: «Non sai, figlio mio, che queste cose sono un’abominazione agli occhi del Signore; sì, più abominevoli di tutti i peccati, salvo spargere sangue innocente o rinnegare lo Spirito Santo?» (Alma 39:5).
Dobbiamo comprendere chiaramente la gravità dell’immoralità. Dobbiamo non soltanto vivere puri; ma anche insegnare e incoraggiare la purezza morale negli altri, in particolare nei nostri figli.
Come possiamo incoraggiare i nostri figli a vestire con modestia e a mantenersi moralmente puri?
Il potere del sacerdozio e la purezza morale
Nessuno può trasgredire la legge della castità e aspettarsi di trovare pace, se non si pente sinceramente di questo peccato. Il Libro di Mormon dice che lo Spirito Santo non dimora in tabernacoli impuri (vedi Helaman 4:24). Se perdiamo il potere dello Spirito Santo, è impossibile per noi fare uso dell’autorità del sacerdozio che ci è stato conferito. Il Signore ha detto: «E che tutte le cose siano compiute in purezza al mio cospetto» (DeA 42:41). Quando ci manteniamo moralmente puri lo Spirito Santo può operare in noi per aiutarci a esercitare correttamente il potere del nostro sacerdozio. In questo modo il sacerdozio è una grande protezione contro il peccato. Se lo usiamo rettamente, non soltanto serviamo efficacemente gli altri; ma otteniamo anche il potere di allontanarci dalla tentazione. L’anziano A. Theodore Tuttle citò un esempio di come la mancanza di rettitudine ci impedisce di fare uso dell’autorità del nostro sacerdozio:
«Un giovane sciocco era stato intervistato in vista di una missione, e sebbene gli fossero state poste alcune domande molto precise rispose con altrettante menzogne. Poi andò in missione e cercò di insegnare il Vangelo. Questa, naturalmente, era la prova finale, la prova che egli fallì. Il missionario scoprì che non poteva svolgere il lavoro missionario senza lo Spirito del Signore… Così questo missionario dovette pentirsi e confessare il suo peccato a coloro che lo avevano intervistato, prima che lo Spirito del Signore dimorasse in lui» (“Men With a Message”, Discorso tenuto alla facoltà del Seminario e dell’Istituto dell’Università Brigham Young, 1958, pag. 2).
Il presidente Spencer W. Kimball ha lasciato alcuni consigli che sarebbero stati molto utili al missionario di cui si parla in questa storia. Egli disse che «i giovani devono rimandare il corteggiamento sino a dopo l’adolescenza, quando la mente è in grado di emettere giudizi più ponderati e capace di fare una scelta migliore. I giovani non devono impegnarsi troppo seriamente prima dei diciannove anni, poiché a quell’età c’è una missione da svolgere» («La decisione di sposarsi», La Stella, luglio 1976, pag. 2).
Il presidente Kimball spiegò che «tra i più comuni peccati carnali commessi dai nostri giovani troviamo le carezze intime e l’amoreggiamento. Questi rapporti impropri non soltanto portano spesso alla fornicazione, alla gravidanza e all’aborto — tutti peccati orribili — ma sono in se stessi mali perniciosi, ed è difficile per i giovani distinguere dove finisce l’uno e inizia l’altro» (Il miracolo del perdono, pag. 67).
In che modo i consigli del presidente Kimball avrebbero aiutato quel giovane missionario?
Se ci manteniamo casti e virtuosi, il Signore ci conferisce i poteri spirituali. Tuttavia qualche volta commettiamo degli errori. Se questo è accaduto, dobbiamo parlarne al nostro presidente di ramo, vescovo o presidente di missione. Egli ci consiglierà e ci aiuterà a ottenere il perdono.
Il Signore è tanto ansioso di perdonarci, quando confessiamo i nostri peccati, quanto di aiutarci a rimanere moralmente puri. Egli conosce le nostre debolezze, e ci darà modo di resistere alla tentazione (vedi 1 Corinzi 10:13). Inoltre Egli ci ha dato i profeti, che ci guidano e ci insegnano a rispettare le norme che ci ha dato.
Se facciamo tutto quanto è necessario per diventare moralmente puri davanti al Signore, saremo in grado di «presentarci senza timore e senza vergogna o imbarazzo alla presenza di Dio. Questa è la promessa fatta a ogni uomo e donna virtuosi» (Gordon B. Hinckley, “From My Generation to Yours, With Love”, Improvement Era, dicembre 1980, pag. 73).
In che modo il nostro esempio di purezza influisce sull’atteggiamento dei nostri figli? Che cosa possiamo fare per dare loro il buon esempio?
Nella nostra qualità di detentori del sacerdozio non possiamo svolgere i nostri doveri spirituali se non siamo moralmente puri. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è non lasciare mai che alcuna forma di corruzione entri nella nostra vita. Se diamo l’esempio nell’obbedienza alle leggi della moralità, i nostri figli impareranno l’importanza della purezza morale e si sforzeranno di rimanere anch’essi moralmente puri.
Conclusione
Il Signore ci ha dato i comandamenti per renderci felici. Quando obbediamo a una legge di Dio, riceviamo una benedizione; ma quando violiamo una legge, subiamo le conseguenze della nostra azione. Una vita pura ci porta innumerevoli benefici. Una vita moralmente pura promuove la felicità del matrimonio, tiene lontano la mancanza di fiducia e il rimorso e ci mantiene degni di servire il Signore; permette di andare al tempio, permette a noi, detentori del sacerdozio, di usare con efficacia il nostro potere a favore degli altri; ma, più importante di tutto, ci aiuta a vivere in modo da poter tornare a dimorare alla presenza del Padre celeste per tutta l’eternità.
Incarichi
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Prendi i provvedimenti necessari per mantenerti moralmente puro.
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Parla con i tuoi figli dell’importanza della purezza morale e di come essere moralmente puri.
Scritture supplementari
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Matteo 5:27–28 (non dobbiamo commettere adulterio neppure con il pensiero)
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1 Timoteo 2:9–10 (l’importanza della modestia)
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2 Nefi 9:36–39 (le ricompense della purezza morale; il castigo per l’immoralità)
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Giacobbe 2:27–28 (il Signore si diletta della castità)
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DeA 42:22–24, 80–81 (il castigo per l’immoralità)
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DeA 88:86 (la purezza morale protegge la nostra libertà personale)
Preparazione dell’insegnante
Prima di esporre questa lezione:
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Leggi il capitolo 39, «La legge della castità», del manuale Principi evangelici.
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Procurati lavagna e gesso.
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Incarica i membri della classe di narrare le storie e di leggere i passi delle Scritture menzionati nella lezione.