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In che modo posso migliorare le mie capacità didattiche?
Tu sei chiamato a insegnare il vangelo restaurato a tutte le persone che ti accettano. L’insegnamento è fondamentale in tutto ciò che fai: sviluppi gli attributi cristiani, studi le lezioni missionarie, migliori la capacità di parlare nella lingua della missione, ti affidi allo Spirito in modo da insegnare con potere di convincimento. Il Signore lo ha dichiarato in maniera molto semplice sotto forma di comandamento con una promessa:
«Non cercare di proclamare la mia parola, ma cerca prima di ottenerla, ed allora la tua lingua verrà sciolta; allora, se lo desideri, avrai il mio Spirito e la mia parola, sì, il potere di Dio per convincere gli uomini» (DeA 11:21).
«E non datevi pensiero in anticipo di ciò che dovrete dire; ma fate continuamente tesoro nella vostra mente delle parole di vita, e vi sarà dato nell’ora stessa la porzione assegnata ad ogni persona» (DeA 84:85).
La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli hanno dichiarato: «Il nostro scopo è di insegnare il messaggio del vangelo restaurato in modo da permettere allo Spirito di guidare sia i missionari che coloro a cui viene insegnato. È essenziale imparare [le lezioni missionarie], ma queste non devono essere insegnate presentandole meccanicamente. Il missionario deve sentirsi libero di usare le proprie parole come ispirato dallo Spirito. Non deve recitarle a memoria, ma parlare dal cuore con parole proprie. Può scostarsi dall’ordine delle lezioni, insegnando ciò che si sente ispirato a dire, secondo l’interesse e le necessità delle persone interessate. Parlando con convinzione e con parole proprie deve portare testimonianza della verità di quello che insegna» («Dichiarazione riguardo al lavoro missionario», Lettera della Prima Presidenza, 11 dicembre 2002).
Impara a contare sullo Spirito in modo che ti dia ciò che dovresti dire e fare. Studiando, sviluppando e mettendo in pratica le capacità didattiche esposte in questo capitolo, diverrai uno strumento più capace nelle mani del Signore. Lo Spirito attingerà alla conoscenza e alle abilità che hai sviluppato per aiutarti a insegnare con maggiore potere. La qualità e il potere del tuo insegnamento aiuteranno le persone a comprendere l’importanza che il vangelo restaurato ha per loro. La loro comprensione sarà influenzata dalla tua dignità personale. La loro comprensione dipenderà anche da come concentrerai la tua attenzione su di loro, da come spiegherai il Vangelo, userai le Scritture, porterai testimonianza, farai domande e li inviterai a prendere degli impegni e mantenerli.
Come iniziare a insegnare
I primi momenti con i simpatizzanti sono molto importanti. Essi devono imparare ad aver fiducia in te. Comincia la lezione in modo cordiale, rispettoso e sincero. Fai qualche domanda semplice che ti aiuti a comprendere il loro bagaglio religioso e le loro aspettative riguardo al vostro incontro. Ad esempio, chiedi: «Che ruolo ha avuto la religione nella sua vita?» Non porre, comunque, domande che potrebbero far sentire le persone a disagio.
Prima di iniziare, chiedi a tutti i presenti di unirsi a te e al tuo collega nella lezione. Incoraggiali a spegnere il televisore e a rimuovere le altre distrazioni, in modo che lo Spirito del Signore non sia impedito.
Spiega che vorresti iniziare e terminare ogni lezione con una preghiera. Con gentilezza, proponiti di dire la preghiera di apertura. Prega con semplicità ma ferventemente che il Signore benedica le persone cui stai insegnando sotto ogni aspetto della vita e, soprattutto, che possano sentire la verità di ciò che insegnerai.
Mostra un interesse e un amore sincero per i simpatizzanti, nonché fede nel potere di conversione del Vangelo (vedere Moroni 7:43–48). Secondo la guida dello Spirito, potresti esprimere ai simpatizzanti concetti come quelli che seguono:
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Poiché Dio è il nostro Padre celeste, siamo tutti fratelli e sorelle. Vorremmo potervi chiamare fratelli e sorelle.
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Ogni persona alla quale insegniamo ha le sue difficoltà e preoccupazioni. A prescindere dalle vostre esigenze o difficoltà, il Salvatore e i Suoi insegnamenti, cioè il Vangelo, vi saranno di aiuto.
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Il nostro messaggio vi aiuterà a migliorare la qualità della vostra vita. Vi aiuterà ad affrontare i problemi e le difficoltà che tutti noi incontriamo in questa vita.
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Il nostro messaggio, che è incentrato su Gesù Cristo, è di grande valore e importanza.
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Tutti facciamo degli errori nella vita, e questi errori creano in noi sentimenti di colpa e di vergogna. Detti sentimenti non possono essere alleviati senza il pentimento e il perdono. Possono guarire completamente mediante l’espiazione di Cristo.
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Il nostro messaggio non si può imparare tutto in una volta. La sua assimilazione avviene col tempo, mediante la preghiera, lo studio, l’esperienza e l’osservanza dei comandamenti di Dio.
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Come tutti, anche noi abbiamo delle debolezze. Forse non parliamo molto bene la lingua, o non saremo in grado di rispondere a tutte le vostre domande, ma siamo stati chiamati da un profeta di Dio per insegnare agli altri quello che conosciamo. Sappiamo che il nostro messaggio è vero.
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Vi guideremo affinché possiate sapere personalmente se il nostro messaggio è vero. Dipende da voi accettare il messaggio e agire di conseguenza. Dovete dunque sentirvi liberi di fare domande.
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Nel cercare sinceramente di comprendere il nostro messaggio, potrete dover affrontare delle difficoltà, ma Dio vi aiuterà.
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Se accetterete il nostro messaggio, imparerete in che modo stringere con Dio alleanze, o promesse. Imparerete come fare i cambiamenti necessari per vivere in stretta armonia con i Suoi insegnamenti. Avrete il desiderio di seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo e di farvi battezzare mediante la debita autorità (vedere Giovanni 3:5).
Prima d’insegnare le dottrine di una lezione, annuncia brevemente gli argomenti di cui parlerai. Aiuta le persone a capire che ciò che impareranno sarà importante per loro. Molti dei simpatizzanti cui insegni sono stati preparati dal Signore (vedere Alma 16:16–17). Condividendo esperienze spirituali con loro in occasione del primo incontro, ti riconosceranno come servitore del Signore.
Adatta il modo in cui insegni per soddisfare le esigenze delle persone
Ogni persona o famiglia cui insegni è unica. Anche se non comprenderai tutti i loro interessi, conseguimenti, bisogni e preoccupazioni, dovresti cercare di essere sensibile alle loro circostanze. Indipendentemente dalle necessità e dai problemi, tutte le persone trovano un grandissimo aiuto accettando il Vangelo e vivendo secondo i suoi principi. Potrai adattare l’insegnamento ascoltando i suggerimenti dello Spirito.
Quando sei ispirato a fare degli adattamenti per soddisfare gli interessi e le necessità dei simpatizzanti, potresti modificare l’ordine delle lezioni. Potresti insegnare i principi contenuti in una lezione in più di un incontro e, occasionalmente, potresti spiegare il contenuto di due lezioni in un solo incontro. Il Padre celeste conosce i Suoi figli, pertanto quando insegni cerca l’ispirazione per prendere queste decisioni. Prega per il dono del discernimento e presta attenzione ai pensieri che ti vengono in mente o ai sentimenti che provi su ciò che insegni.
Dovrai adattare l’insegnamento per porre maggiore attenzione a quegli impegni che i simpatizzanti trovano più difficili da mantenere. Ad esempio, una persona potrebbe accettare facilmente il Libro di Mormon come la parola di Dio, mentre un’altra potrebbe fare fatica ad accettare qualsiasi altra cosa che non sia la Bibbia. Una persona potrebbe avere problemi a smettere di fumare ma potrebbe accettare subito la legge della decima.
Nel programmare quando insegnare certe dottrine, stai attento a quante nuove informazioni fornisci. Insegna a un passo che sia adatto ai simpatizzanti. Alcuni progrediranno in modo più veloce o più lento di altri. Assicurati di fare abbastanza domande e di ascoltare attentamente alle risposte in modo da comprendere bene come e quanto il simpatizzante stia imparando e mettendo in pratica le dottrine che hai esposto.
Stai attento al tempo. La maggior parte degli incontri per insegnare non dovrebbe durare oltre 45 minuti. Tuttavia, potrebbero bastare 15 o 20 minuti per insegnare una lezione. Se una persona ha solo 15 minuti a disposizione per il vostro incontro, adatta l’insegnamento per restare entro questo limite.
Confida nella promessa che lo Spirito ti darà «nell’ora stessa, sì, nel momento stesso, ciò che dovr[ai] dire» (DeA 100:6).
Insegna con il collega in unità
Il Signore ha comandato: «Voi andrete innanzi col potere del mio Spirito, predicando il mio Vangelo, a due a due» (DeA 42:6). L’insegnamento sarà più efficace e interessante se tu e il collega collaborerete in unità. Durante la programmazione e lo studio giornaliero, esaminate come poter insegnare in maniera tale da essere uniti e parlare con una sola voce.
L’insegnamento sarà più efficace se tu e il collega vi alternerete nella presentazione di brevi parti della lezione. Quando presenti il messaggio, evita di essere monotono. Sostieni il collega portando una seconda testimonianza dei principi che lui attesta. Segui le impressioni quando lo Spirito ti suggerisce di parlare. Come colleghi, siate pronti a darvi spazio a vicenda in modo da non impedire la guida dello Spirito. Quando parli mantieni il contatto visivo con il simpatizzante. Quando non parli, prega per il collega e osserva attentamente le reazioni del simpatizzante.
Invita i membri della Chiesa ad aiutarti nell’insegnamento
Ogni qual volta è possibile, invita i membri, preferibilmente i nuovi convertiti, ad aiutarti nell’insegnamento. La situazione ideale è di avere dei membri della Chiesa che prima appartenevano alla stessa chiesa del simpatizzante. Mostra ai fedeli una copia della lezione e spiega ciò che desideri che insegnino. Spiega in che modo lavorare insieme. Ad esempio, se è il caso, chiedi ai fedeli di spiegare in che modo hanno potuto imparare, accettare e osservare un principio particolare contenuto nella lezione. Chiedete loro di spiegare come hanno preso la decisione di unirsi alla Chiesa. Quando i membri partecipano all’insegnamento, possono provare la gioia del lavoro missionario e di offrire amicizia al simpatizzante. Il presidente Thomas S. Monson ha insegnato:
Durante il processo d’insegnamento, i simpatizzanti possono trarre beneficio dalla forza della testimonianza di una coppia di fedeli che sono stati battezzati e confermati di recente. Nella Missione Canadese dell’Ontario e del Quebec, dove io e la mia famiglia siamo vissuti quando presiedevo a detta missione, abbiamo riscontrato che la maggior parte della popolazione era divisa fra tre fedi dominanti: cattolica romana, anglicana e la Chiesa Unita Canadese. In tutte le città della missione facemmo in modo di avere una famiglia battezzata da poco, che prima apparteneva a ognuna di queste fedi, che fosse a disposizione dei missionari che stavano insegnando a dei simpatizzanti, in modo che la coppia di fedeli potesse andare con i missionari magari alla seconda o terza visita.
Potete rendervi conto, ad esempio, della forza della testimonianza del fratello e della sorella Stoneman, che provenivano dalla Chiesa Unita Canadese, quando i missionari stavano lavorando con simpatizzanti ancora appartenenti alla stessa chiesa? Il fratello Stoneman, che era un tipografo, diceva: «Quando mi sono unito alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ero il capo tipografo per la Chiesa Unita. Persi quel lavoro, ma ne trovai uno migliore. Ma non solo, ho trovato la verità nella sua interezza. Anche lei può fare i cambiamenti necessari. Anche lei può prendere la stessa decisione. Lasci che domenica mattina veniamo a prenderla, poi ci siederemo insieme in chiesa, così potrà udire e sentire lo Spirito da lei stesso. Le staremo accanto».
Anthony e Edith Belfiglio divennero una coppia simile per integrare coloro che avevano radici cattoliche. I risultati erano gli stessi. Si può fare. Tali convertiti rimangono convertiti. Oltre a ciò, le coppie scelte per adempiere questo compito affondarono ancora più in profondità le loro radici nel terreno fertile del Vangelo. Entrambi i fratelli Stoneman e Belfiglio sono divenuti patriarchi di palo. Gli sforzi combinati dei fedeli e dei missionari in questa cooperazione specifica porta a un raccolto abbondante di anime preziose (trasmissione via satellite dell’addestramento missionario, 25 aprile 2003).
Usa le Scritture
Le opere canoniche della Chiesa sono la risorsa principale per insegnare il vangelo restaurato di Gesù Cristo. Puoi anche usare le parole dei profeti viventi. Ci sono molti motivi per cui è essenziale usare le Scritture come base dell’insegnamento. Ad esempio:
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Il Signore e i Suoi profeti ci hanno istruito di usarle (vedere DeA 42:12, 56–58; 71:1). Un profeta degli ultimi giorni ha spiegato: «Le parole del Signore e il modo in cui esse sono usate nel Libro di Mormon… dovranno essere utilizzate da noi per insegnare i principi del Vangelo» (Ezra Taft Benson, «Il Libro di Mormon e Dottrina e Alleanze», La Stella, luglio 1987, 77).
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Le Scritture invitano lo Spirito Santo nell’insegnamento. Insegnano la parola di Dio con potere (vedere Alma 31:5).
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Le Scritture rispondono ai grandi interrogativi che turbano l’anima (vedere 2 Nefi 32:3; Giacobbe 2:8).
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Le Scritture conferiscono autorità e validità all’insegnamento, anche nelle zone in cui non c’è una tradizione cristiana.
La tua capacità di insegnare con potere partendo dalle Scritture deriva principalmente dal tempo che dedichi personalmente al loro studio. Quando ogni giorno ti nutri abbondantemente delle parole di Cristo, la tua capacità d’insegnare a partire dalle Scritture migliorerà. Oltre a ciò, i tuoi inviti a studiare e a meditare le Scritture saranno più sentiti perché li stai mettendo in pratica nella tua vita. Aiuta le persone ad aumentare la fede nelle Scritture, soprattutto nel Libro di Mormon, come fonte di verità rivelata. Quando le persone giungeranno a credere nelle Scritture, sarai meglio in grado di aiutarle a comprendere correttamente le dottrine. I seguenti suggerimenti ti potrebbero essere utili.
Introduci il passo scritturale. Descrivi brevemente la situazione e il contesto dei versetti che userai. Invita il simpatizzante a notare particolari concetti contenuti nel passo scritturale. Quando insegni a persone che hanno una conoscenza limitata delle Scritture, potresti dover iniziare descrivendo il contesto dei versetti, usando un linguaggio a loro comprensibile. Seguono degli esempi su come introdurre un passo scritturale:
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«Ecco che in Joseph Smith—Storia abbiamo il racconto di Joseph Smith su ciò che gli accadde quando si recò nel bosco a pregare. Egli raccontò: ‹Vidi esattamente sopra la mia testa…›»
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«In questo passo, il profeta Alma sta insegnando alle persone povere di esercitare la fede nella parola di Dio. Egli paragona la parola di Dio a un seme che può essere piantato nel nostro cuore. Potrebbe iniziare a leggere il versetto…»
Leggi il passo scritturale. Leggi a voce alta i versetti, oppure chiedi al simpatizzante di leggerli. Sii comprensivo nei confronti di coloro che fanno fatica a leggere. Se un passo è per loro difficile da comprendere, leggi attentamente insieme con loro e aiutali a capire le parti più difficili. In alternativa, fai leggere un passo più semplice. Potresti anche spiegare le parole o le espressioni difficili:
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«Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata» (Giacomo 1:5).
Alcuni passi scritturali sono chiari e non hanno bisogno di spiegazioni, mentre per altri occorre dedicare un po’ di tempo per fornire una spiegazione.
Applica le Scritture. «Applica» a te stesso e ai simpatizzanti le Scritture mostrando in che modo oggi i principi sono di profitto (vedere 1 Nefi 19:23). Spiega ai simpatizzanti in che modo possono mettere in pratica questi principi. Se lo faranno, sapranno che la dottrina è vera. Porta testimonianza di questo principio e prometti loro delle benedizioni. Ad esempio:
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«Il popolo di Alma, come lei, portava grandi fardelli, quasi più di quanti potesse sopportarne. Quando, però, le persone esercitarono la fede e ‹gridarono possentemente a Dio›, Egli le rafforzò in modo che potessero sopportare le difficoltà e poi le liberò dalle tribolazioni. Proprio come ha fatto con questo popolo, so che Dio la aiuterà nelle sue prove se…»
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«Le istruzioni date da Alma presso le acque di Mormon si applicano oggi anche a noi. Giovanni, è disposto a…»
Le persone cui insegni differiranno molto nel modo in cui considerano i testi sacri, nella conoscenza della Bibbia, nella comprensione del linguaggio scritturale e nella profondità della loro convinzione che la Bibbia contiene la parola di Dio. Aiuta tutti i simpatizzanti ad apprezzare le Scritture; usandole con efficacia nell’insegnamento aiuti i simpatizzanti a iniziare lo studio delle Scritture per proprio conto. Dopo ogni incontro, suggerisci dei capitoli o versetti specifici da leggere. Potresti lasciare loro delle domande a cui pensare mentre leggono, delle quali potrete parlare durante l’incontro successivo. Questo li incoraggerà a studiare giornalmente le Scritture a casa e a partecipare alle riunioni e alle classi della Chiesa dove vengono usate.
Insegna per favorire la comprensione
Le persone sono più facilmente in grado di credere nel messaggio della restaurazione del Vangelo quando comprendono il messaggio. Il presidente James E. Faust ha affermato: «Studiate, meditate e insegnate le Scritture, in particolare il Libro di Mormon e il Nuovo Testamento. Dovete conoscere la verità così bene da poterla esporre con chiarezza. B. H. Roberts scrisse: ‹Perché sia conosciuta, la verità deve essere enunciata, e più chiara e completa è la dichiarazione che fate, maggiore è la possibilità che lo Spirito Santo porti testimonianza alle anime degli uomini che quest’opera è vera› [New Witnesses for God, 3 volumi (1909), 2:VII]. Non potete convertire le persone più di quanto siete convertiti voi stessi» («Ciò che voglio che mio figlio sappia prima di andare in missione», La Stella, luglio 1996, 44).
Quando insegni, ti è comandato di ragionare sulle Scritture e di esporle (vedere DeA 68:1). Esporre significa approfondire e spiegare con chiarezza. Esporre il Vangelo vuol dire che spieghi il significato delle dottrine e dei passi scritturali con semplicità e chiarezza, affidandoti alla guida dello Spirito che ti indichi ciò che devi dire. Usa un linguaggio dignitoso ma colloquiale che aiuti le persone a capire i principi dottrinali. Poni delle domande che le incoraggino a pensare ai principi e che ti facciano capire se comprendono e accettano gli insegnamenti.
Nel capitolo 3, alla fine delle prime tre lezioni c’è un elenco di parole che potrebbero risultare poco familiari a coloro cui insegni. Parte dell’insegnare per favorire la comprensione consiste nell’assicurarti di spiegare le parole, espressioni e idee in modo che le persone ti capiscano meglio. Puoi migliorare le capacità di spiegare il Vangelo nei seguenti modi:
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Comprendendo le parole che usi.
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Dando una definizione delle parole che le persone potrebbero non comprendere. Molte parole che hanno un significato speciale per i membri della Chiesa sono definite con semplicità nella Guida alle Scritture e in Siate fedeli.
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Facendo alle persone domande del tipo: «Sa che cosa intendiamo quando diciamo…?» o «Può ripetere con parole sue ciò di cui abbiamo appena parlato?»
Quando studi le dottrine del capitolo 3, individua le parole che pensi possano essere difficili da capire per un simpatizzante. Quando insegni le dottrine contenute nel capitolo 3, prendi nota delle parole, espressioni e idee che i simpatizzanti fanno fatica a capire. Chiarisci queste parole servendoti delle risorse menzionate prima. Prova a usare le definizioni con i simpatizzanti e i nuovi convertiti.
Fai domande
Joseph Smith spesso faceva domande per aiutare le persone a meditare e a mettere in pratica i principi. Le Sue domande inducevano la riflessione, l’esame interiore e promuovevano l’impegno.
Le buone domande ti aiuteranno a comprendere gli interessi, le preoccupazioni o le domande che le persone hanno. Possono migliorare l’insegnamento, invitare lo Spirito e aiutare i simpatizzanti a imparare.
Le domande inadeguate possono intimidire, irritare e offendere i simpatizzanti. Possono anche farti perdere il controllo della situazione ai fini dell’insegnamento. Cerca di fare domande che:
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Siano semplici e facili da comprendere.
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Aiutino le persone a pensare a ciò che stai insegnando.
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Ti aiutino a stabilire come i simpatizzanti stanno recependo ciò che stai insegnando.
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Aiutino le persone a mettere in pratica quello che imparano.
Quando coloro cui insegni rispondono a questo tipo di domande, si sentiranno liberi di parlare apertamente dell’argomento. Le buone domande possono portare i simpatizzanti a interrogarti quando non capiscono, sono preoccupati o desiderano sapere che cosa fare. Le buone domande possono aiutare le persone cui insegni a esternare i loro sentimenti e, così facendo, a scoprire una testimonianza che sta crescendo. Ad esempio, tra le domande efficaci troviamo:
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Che domande ha in merito a ciò che le abbiamo insegnato?
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Crede che il Padre celeste nutra amore per lei? Perché?
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In che modo a volte facciamo lo stesso errore di quello commesso dalle persone protagoniste di questa storia?
Per aiutarli a prepararsi a rispondere, potresti dire a coloro cui insegni: «Mentre spiego l’importanza dell’osservanza della santità della domenica, chiedetevi: ‹Che significato ha per me questo comandamento?›» Evita di fare domande che:
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Spazino su più di un concetto.
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Riguardino dottrine che non hai ancora insegnato.
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Non abbiano uno scopo ben chiaro.
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Interroghino e curiosino inutilmente tra le faccende personali.
Fare troppe domande, soprattutto in occasione del primo incontro, dà la sensazione che stai conducendo un «interrogatorio». Non chiedere ai simpatizzanti di rispondere in maniera precisa su dettagli ovvi o di scarsa importanza, perché trasformerebbe una situazione idonea per insegnare in un «indovinello». Quando hai bisogno di ricevere una risposta specifica, è meglio fare una domanda che riguardi i fatti o presentare le informazioni in maniera diversa. Evita di fare domande che potrebbero mettere in imbarazzo qualcuno che non conosce le risposte. Le domande sono più utili quando le poni dopo aver insegnato e portato testimonianza di un principio importante. Di seguito sono riportati alcuni esempi di domande meno efficaci:
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Chi fu il primo profeta? (Chiesta prima di aver parlato delle dispensazioni).
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In che modo mantenere il corpo puro ci aiuta ad avere lo Spirito e a mostrare che siamo disposti a seguire un profeta di Dio? (Più di una sola idea).
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È importante conoscere i comandamenti di Dio? (Risposta sì/no, troppo ovvia).
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Che cosa ne pensa del Libro di Mormon? (Prima di averlo letto).
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Che cosa possiamo fare ogni giorno che ci aiuti a sentirci vicini a Dio? (Domanda vaga con l’intento di ricevere una risposta specifica: pregare).
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Chi è stato il profeta che è venuto dopo Noè? (Si chiede di tirare a indovinare).
Impara a fare domande seguendo i suggerimenti dello Spirito. Il tipo giusto di domanda, posta al momento opportuno, può aiutare grandemente coloro cui insegni a imparare il Vangelo e a sentire lo Spirito. Similmente, il tipo sbagliato di domanda, o la domanda posta al momento meno opportuno, può interferire con l’apprendimento. Fare le domande giuste al momento opportuno richiede che tu sia in sintonia con lo Spirito, ascolti coloro cui stai insegnando e che ti concentri durante tutta l’esperienza didattica. Un insegnamento efficace può richiedere molto lavoro e richiede concentrazione e sforzo da parte tua e del tuo collega.
Ascolta
Quando ascolti con attenzione le persone, le capisci meglio. Quando sanno che ciò che pensano e provano è importante per te, sono più disposte ad accettare i tuoi insegnamenti, a parlare di esperienze personali e ad assumersi degli impegni. Quando ascolti, sarai in grado di adattare con più efficacia l’insegnamento alle loro necessità e interessi.
Ascolta in particolar modo i suggerimenti dello Spirito. Mentre le persone ti parlano dei loro sentimenti, i pensieri o le idee che ti vengono in mente possono essere generati dallo Spirito. Sarai, inoltre, in grado di comprendere ciò che gli altri cercano di dirti.
Mentre le persone ti parlano, evita la tendenza a pensare a ciò che dirai subito dopo. Assicurati di concentrarti veramente sulla persona che parla, piuttosto che sulla formulazione della risposta. L’anziano Jeffrey R. Holland ha insegnato: «Più importante del parlare è, probabilmente, il saper ascoltare. Le persone non sono oggetti inanimati che fanno parte di statistiche riguardanti il numero dei battesimi fatti. Esse sono figli e figlie di Dio. Sono i nostri fratelli e le nostre sorelle, e come tali hanno bisogno della conoscenza che noi possediamo. Siate sinceri. Siate disponibili. Chiedete a queste persone cos’è più importante per loro; cosa sta loro più a cuore. Ascoltateli. Se l’occasione lo permette, potreste chiedere quali sono le loro paure, i loro desideri; che cosa manca nella loro vita. Vi assicuro che ci sarà qualcosa in ciò che queste persone diranno, che vi offrirà sempre lo spunto per portare testimonianza di una qualche verità del Vangelo e per offrire loro qualcosa in più… Se ascolteremo amorevolmente, non avremo bisogno di chiederci cosa possiamo dire. Sarà lo Spirito a suggerirci cosa dire. Saranno i nostri interlocutori a farlo» («Testimoni», Liahona, luglio 2001, 16; corsivo nell’originale).
Le persone comunicano inoltre con il modo in cui sono sedute, l’espressione facciale, i gesti delle mani, il tono di voce, i movimenti degli occhi. Osserva questi messaggi non verbali: possono aiutarti a comprendere i sentimenti di coloro cui insegni. Stai attento, inoltre, al tuo linguaggio corporale. Manda messaggi d’interesse ed entusiasmo ascoltando con sincerità.
Non temere il silenzio. Spesso le persone hanno bisogno di pensare per rispondere alle domande o per esprimere i propri sentimenti. Potresti attendere dopo aver posto una domanda, dopo aver condiviso un’esperienza spirituale o quando le persone fanno fatica a esprimersi. Assicurati di dare abbastanza tempo alla gente di finire di pensare prima che tu intervenga, e non interrompere chi parla.
Quando pensi di aver capito ciò che ti è detto, fai dei commenti che mostrino che hai compreso, come, ad esempio, «Così, sta dicendo che. Esatto?» oppure, «Se ho capito bene, lei pensa che». Quando non sei sicuro di aver compreso, chiedi alla persona dei chiarimenti.
Alcune persone hanno la tendenza a dominare la conversazione e ti impediscono d’insegnare il vangelo restaurato. Avrai bisogno di imparare a prendere in mano la situazione con molto tatto. Ad esempio: «Quello che ci sta dicendo è molto interessante, ma vorremmo parlare di questo argomento in seguito. Chiederò al collega di prendere nota in modo da essere sicuri di non scordarci di trattare l’argomento in un incontro successivo». Ricorda, il miglior modo per aiutare le persone è insegnando loro il vangelo di Gesù Cristo.
Se ascolti attentamente, lo Spirito ti aiuterà a sapere che cosa dire. Ascoltare comporta uno sforzo e molta concentrazione. Un missionario ha raccontato la seguente storia vera (i nomi sono stati cambiati):
Io e il mio collega stavamo insegnando alla famiglia Sanchez. Faceva caldo e i bambini erano molto rumorosi. Chiesi alla sorella Sanchez come stesse procedendo la lettura del Libro di Mormon. Quando iniziò a parlare, notai che suo figlio aveva afferrato il taccuino del mio collega e stava correndo per la stanza sventolandolo in aria. Benché stessi guardando la sorella, la mia mente era altrove. Pensai tra me: «Fa tanto caldo e vorrei che il bambino si calmasse. Tutto questo non può funzionare». Mentre la mente girovagava, notai che la donna stentava a parlare. Ricevetti un tenue suggerimento di dover ascoltare. Ho combattuto per non farmi distrarre più dal calore e dal rumore. Mentre parlava mi concentrai completamente sul suo volto. Guardò in basso verso il pavimento, poi di nuovo a me e al mio collega. Il marito stava cercando senza successo di azzittire i bambini. Ci fu una pausa, poi con voce tremolante disse: «Ho fatto ciò che avete chiesto. Ho letto i capitoli che volevate e ho pregato». Si interruppe di nuovo e guardò in basso. Volse lo sguardo ai bambini poi mi guardò negli occhi. «Ho ricevuto una risposta», disse con un sorriso e le lacrime agli occhi. «È veritiero, so che è veritiero». Lo Spirito riempì la stanza. Con il cuore pieno di gratitudine per aver ascoltato, sorrisi e dissi: «Sì, lo è».
Aiuta le persone a risolvere le loro difficoltà
Alcune persone cui insegni non avranno la fede per mantenere gli impegni, altri affronteranno impedimenti e altri ancora non accetteranno sempre tutto ciò che dirai. Le persone devono fare le loro scelte, ma tu farai tutto ciò che puoi per rispondere alle domande, aiutarli a risolvere le difficoltà e vincere l’opposizione.
A volte i problemi delle persone sono come un iceberg: è visibile solo la punta che affiora in superficie. Questi problemi possono essere complessi e difficili da risolvere. Per questo motivo hai bisogno di seguire lo Spirito e rispondere nella maniera più opportuna alla situazione. Prega per avere il dono del discernimento e segui le impressioni che ti vengono in mente. Il Padre celeste conosce il cuore e la situazione di tutti gli uomini (l’iceberg intero) e ti aiuterà a sapere che cosa è meglio per ogni persona.
Quando aiuti le persone a risolvere i problemi, cerca per prima cosa di comprendere di che cosa si tratta facendo delle domande e ascoltando. Confida nello Spirito affinché ti aiuti a sapere in che modo aiutarle a risolvere le loro difficoltà. Ad esempio, potresti servirti di un versetto per affrontare un problema che riguarda la necessità del battesimo, o potresti portare testimonianza del profeta Joseph Smith.
I problemi spesso sono più di tipo sociale che dottrinale. Ad esempio, i simpatizzanti potrebbero temere l’opposizione da parte dei parenti, in caso si unissero alla Chiesa. Potrebbero temere di essere rifiutati dagli amici sul posto di lavoro. A prescindere dal problema, i simpatizzanti potrebbero essere condizionati da esperienze passate o da altre influenze che potrebbero far parte del problema che non capisci. In molti casi, i membri possono aiutarti a capire e risolvere i loro problemi.
Il modo in cui ti accosti al problema di un simpatizzante dipende dalla natura dello stesso. Stabilisci se il problema è sorto perché la persona non ha una conferma spirituale della verità della Restaurazione o se ella non vuole impegnarsi a vivere secondo i principi veri. La comprensione della fonte del problema ti aiuta a sapere se concentrarti sulla testimonianza o l’impegno.
Pentimento e superamento delle dipendenze
Il pentimento è un processo spirituale che comprende l’umiltà, la confessione, la restituzione e l’abbandono del peccato. Si tratta di un cambiamento permanente di pensiero e azioni. Idealmente, dovrebbe essere necessario pentirsi solo una volta di un peccato specifico, tuttavia, se il peccato è ripetuto, il pentimento è disponibile come mezzo di guarigione (vedere Mosia 26:30; Moroni 6:8; DeA 1:31–32).
Il pentimento può comportare un processo emotivo e fisico. Le persone devono cessare i comportamenti inadeguati ben radicati che siano in corso. Le azioni indesiderate devono essere rimpiazzate da comportamenti sani e retti.
Così, può occorrere tempo sia per il pentimento sia per la guarigione. Lungo il cammino per giungere a sviluppare una maggiore autodisciplina, a volte i nuovi convertiti, pur avendo le migliori intenzioni, cedono alle tentazioni. In questi casi, i nuovi convertiti che cercano di vincere le tentazioni e di pentirsi completamente sono seguiti dai dirigenti del sacerdozio, non dai missionari.
Attraverso il battesimo e la confermazione le persone ricevono il dono dello Spirito Santo, che rafforza la loro capacità di vincere queste difficoltà. Il battesimo e la confermazione, tuttavia, potrebbero non eliminare completamente le spinte emotive e fisiche che accompagnano questi comportamenti. Anche se una persona all’inizio ha un certo successo, può essere necessaria un’ulteriore guarigione emotiva per completare il pentimento e il recupero totale.
Come aiutare i simpatizzanti e i nuovi convertiti a comprendere il pentimento e la guarigione dalle dipendenze
Potresti dover rispondere a domande e problemi sulle dipendenze. Inoltre, se vorrai aiutare le persone a trovare una risposta a domande difficili riguardo a questi problemi troverai utili le idee seguenti:
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Porta testimonianza della natura curativa del Vangelo, soprattutto dell’Espiazione (vedere Alma 7:11–13).
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Porta testimonianza che solo Dio può compiere il miracolo della guarigione spirituale (vedere Salmo 147:3).
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Spiega che il dono delle guarigioni riguarda sia il corpo sia lo spirito.
I passi fondamentali che aiutano le persone nel processo di guarigione emotiva includono:
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Individuare e riconoscere il problema, il che richiede un’autoanalisi accurata e onesta.
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Riconoscere che il comportamento è nocivo, si ripercuote su altre persone e richiede un cambiamento.
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Essere umili e provare dolore.
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Cercare il perdono dalle persone ferite e imparare a perdonare se stessi.
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Abbandonare la dipendenza e iniziare a compiere cose buone.
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Rimanere fedeli—osservare le alleanze battesimali, servire, pregare per ricevere aiuto da parte dello Spirito Santo, mostrare il desiderio di osservare i comandamenti di Dio.
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Comprendere che il Signore amerà sempre i Suoi figli, anche quando compiono un errore e cedono a vecchi desideri. Il pentimento e la strada della guarigione sono sempre accessibili.
Programma per vincere i problemi da dipendenza
I simpatizzanti, i nuovi convertiti e i membri meno attivi potrebbero chiedere che cosa possono fare per vincere una dipendenza. Si fidano della tua capacità di fornire una guida e un sostegno. Troverai utili i seguenti suggerimenti:
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Fai elencare i momenti, i luoghi e le persone che contribuiscono a tale comportamento. Chiedi poi di esaminare l’elenco con il coniuge, il vescovo, i missionari di rione o altri amici fidati. Parla di ciò che devono fare per cambiare o evitare i punti elencati.
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Chiedi loro di scrivere che cosa la dipendenza fa perder loro ora e, se non viene corretta, ciò che farà loro perdere in futuro.
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Chiedi loro scrivere le varie cose che possono fare per evitare o scoraggiare il comportamento inadatto. Ad esempio: parlare con il coniuge, telefonare al vescovo o a un amico per ricevere sostegno, fare esercizio fisico oppure qualsiasi altra attività che li aiuti a evitare le tentazioni.
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Incoraggiali a pregare, studiare le Scritture regolarmente, ascoltare musica edificante e fare letture morali.
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Incoraggiali a richiedere una benedizione del sacerdozio.
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Incoraggiali a rimanere attivi nella Chiesa, che è il luogo in cui possono essere aiutati a superare i loro problemi e ad avvicinarsi al Signore.
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Incoraggiali a frequentare un gruppo di sostegno e a farsi aiutare da professionisti. In alcuni luoghi ci sono gli LDS Family Services.
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Incoraggiali a non rinunciare mai. Il Signore li aiuterà, anche se occorrerà un po’ di tempo.
Il miglior modo in cui i Santi degli Ultimi Giorni attivi possono aiutare i nuovi convertiti è di diventare loro amici. I fedeli dovrebbero presentarsi e conoscere i simpatizzanti e i nuovi convertiti con un atteggiamento caloroso e positivo. I simpatizzanti e i nuovi convertiti reagiranno in maniera favorevole se vengono accolti con un sorriso, se viene chiesto loro con sincerità come stanno, se durante le riunioni le persone si siedono vicino a loro e se sono invitati a cena a casa di una famiglia o partecipano a una serata familiare.
Poiché c’è la probabilità che alcuni ricadano nella dipendenza, i dirigenti del sacerdozio e i fedeli non dovrebbero rimanere turbati o scoraggiarsi se vengono a sapere che un simpatizzante o un nuovo convertito sta lottando con questo tipo di problema. Dovrebbero mostrare fiducia nella persona senza condannarla se cede a vecchi desideri. Dovrebbero considerarlo come un passo indietro temporaneo e comprensibile. Condannare il simpatizzante o il nuovo convertito che ha delle dipendenze non è mai d’aiuto e, probabilmente, causerà scoraggiamento, un senso di fallimento e l’inattività. Un nuovo convertito che improvvisamente smette di venire in chiesa può essere ricaduto in una dipendenza di vecchia data e sentirsi indegno e scoraggiato. Una visita immediata che porti incoraggiamento e sostegno può aiutare la persona ad avere successo. I fedeli dovrebbero mostrare a parole e con i fatti di accettare i nuovi convertiti (vedere 3 Nefi 18:32).
Le cose più importanti che una qualsiasi persona possa fare per superare i problemi da dipendenza è rimanere attiva nella Chiesa e sforzarsi di vivere fedelmente.
Lascia al simpatizzante qualche testo da leggere
Al termine di ogni lezione, lascia al simpatizzante qualcosa da leggere e su cui riflettere in preparazione dell’incontro successivo. Si può trattare di alcuni capitoli adatti del Libro di Mormon. Potresti lasciare un opuscolo che tratta ciò che hai insegnato o su ciò che insegnerai durante l’incontro successivo, o può trattarsi di altro materiale stampato o audiovisivo. Se ha accesso a Internet, incoraggialo a visitare il sito www.mormon.org. Occorre sempre lasciare qualcosa su cui riflettere, meditare e pregare, il che può diventare un argomento d’apertura per l’incontro successivo.
Insegna il vangelo restaurato a coloro che non hanno una cultura cristiana
Alcune persone cui insegni potrebbero non credere nel Padre celeste e in Gesù Cristo né avere una tradizione cristiana alle spalle. Molte di loro, tuttavia, hanno credenze, pratiche e luoghi che considerano sacri. Come servitore di Dio, è fondamentale che mostri il debito rispetto per le loro credenze e tradizioni religiose. Non far nulla che mostri mancanza di rispetto per ciò che è importante per loro.
Puoi chiederti come dovresti adattare il modo in cui insegni a queste persone. Sarà bene ricordare che per essere convertiti, tutti i figli di Dio, indipendentemente dalla situazione, devono sviluppare fede in Gesù Cristo, pentirsi, ricevere le ordinanze del battesimo e della confermazione, poi perseverare sino alla fine osservando i comandamenti e rendendo servizio. I principi che aiutano le persone a sviluppare fede in Gesù Cristo sono gli stessi per tutte le culture.
Puoi aiutare le persone a ottenere una comprensione corretta di Dio come Padre celeste e a sviluppare la fede in Gesù Cristo aiutandole a vivere delle esperienze spirituali piuttosto che spiegando loro semplicemente la natura di Dio. Ad esempio, aiuterai le persone a ottenere questa conoscenza quando:
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Otterranno una convinzione spirituale che Dio Padre e Suo figlio, Gesù Cristo, sono apparsi al profeta Joseph Smith.
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Ascolteranno i tuoi insegnamenti e la tua testimonianza del Vangelo, compreso il motivo per cui hai scelto di seguire Gesù Cristo.
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Ascolteranno spesso te e altri fedeli parlare con il Padre celeste tramite preghiere semplici ma sentite.
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Ti ascolteranno portare testimonianze possenti.
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Pregheranno con te e per loro conto.
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Giungeranno a comprendere i tuoi sentimenti riguardo le Scritture quando le leggi e ne parli.
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Leggeranno quotidianamente la parola di Dio nelle Scritture (specialmente il Libro di Mormon).
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Verranno in chiesa in modo da vedere come adoriamo il Signore.
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Incontreranno membri della Chiesa che possono spiegare loro in che modo sono giunti a credere nel Padre celeste e in Gesù Cristo.
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Osserveranno i comandamenti.
Queste attività sono di beneficio per tutti coloro cui insegni, ma sono essenziali quando hai a che fare con persone che non sono di tradizione cristiana, poiché hanno meno probabilità di avere fatto nel passato questo tipo di esperienze.
Molti convertiti che provengono da un background non cristiano raccontano che non capivano molto ciò che i missionari spiegavano ma che hanno sentito lo Spirito e hanno desiderato fare ciò che gli veniva chiesto. Devi fare tutto il possibile per aiutare i simpatizzanti a comprendere le dottrine evangeliche. Sii paziente e di sostegno, dato che potrebbe occorrere molto tempo prima che le persone imparino a individuare ed esprimere ciò che provano. Potresti dover adattare il passo e la profondità degli insegnamenti per aiutarle a capire. Quando ti prepari per insegnare a coloro che non sono di tradizione cristiana, ti potrebbero essere utili i suggerimenti seguenti:
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Per ogni lezione, fornisci un quadro generale e un riassunto.
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Chiedi loro di dirti ciò che hanno capito e sentito.
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Dedica del tempo a fornire la definizione di parole e principi. Coloro cui insegni potrebbero non conoscere molte delle parole che usi quando spieghi.
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Ritorna a una lezione insegnata in precedenza per spiegare le dottrine in maniera più chiara. Questo potrebbe essere sempre necessario nel processo d’insegnamento.
Idee per lo studio e l’applicazione
Studio personale
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Immagina di trovarti nelle situazioni seguenti. In che modo potresti servirti dei principi e degli insegnamenti contenuti in questo capitolo per aiutare le persone a progredire? Programma come li metteresti in pratica in ogni situazione.
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Mentre cammini in un parco, vedi una donna con un bambino piccolo seduti da soli su una panchina. La donna sta piangendo.
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Arrivi a casa di simpatizzanti che sono stati preparati per il battesimo e ti dicono che non vogliono più incontrarsi con te.
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Ti ritrovi per la settima volta con un simpatizzante che è stato seguito da diversi missionari nell’arco di due anni. Ci sono stati pochi segni di progresso.
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Stai iniziando a insegnare un messaggio evangelico a una famiglia di membri della Chiesa, quando dicono: «Abbiamo già chiesto a tutti coloro che conosciamo di incontrare i missionari e tutti hanno risposto che non sono interessati».
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Scegli una lezione missionaria. Per ogni principio fondamentale, individua uno o due passi scritturali. Esercitati a insegnare da questi passi come spiegato nella sezione «Usa le Scritture» che si trova in questo capitolo.
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Nell’arco di diverse settimane, studia gli insegnamenti del Salvatore che si trovano nei vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e in 3 Nefi. Scrivi nel diario di studio l’elenco delle domande che Gesù ha posto. Paragona le Sue domande a quelle che poni di solito.
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Leggi il racconto di Ammon e re Lamoni in Alma 18 e quello di Aaronne in Alma 22:4–18. Mentre leggi, individua e descrivi il modo in cui Ammon e Aaronne hanno:
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Seguito lo Spirito e insegnato con amore.
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Iniziato a insegnare.
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Adattato l’insegnamento per soddisfare le esigenze.
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Portato testimonianza.
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Usato le Scritture.
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Fatto domande, ascoltato e risolto i problemi.
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Incoraggiato ad assumersi impegni coloro cui avevano insegnato.
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Medita le dichiarazioni seguenti del presidente Harold B. Lee su come insegnare in modo che le persone ti capiscano meglio. Valuta in che modo insegni le dottrine del Vangelo. Scrivi sul diario di studio ciò che impari.
«Possiate rimanere nel contesto delle Scritture e renderle in termini comprensibili» (The Teachings of Harold B. Lee, Clyde J. Williams [1996], 444).
«Adesso voi, come insegnanti, non siete inviati a insegnare nuove dottrine. Dovete insegnare le vecchie dottrine, non in maniera tanto semplice da essere capiti, ma dovete insegnare le dottrine della Chiesa in maniera tanto chiara che nessuno possa fraintenderle» (The Teachings of Harold B. Lee, 458).
Studio con il collega
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Esaminate lo schema per una lezione che avete insegnato di recente. Scrivete una domanda per ognuno dei principi fondamentali schematizzati. Esaminate poi le vostre domande per vedere se sono in armonia con gli insegnamenti contenuti in questo capitolo. Rispondete poi a ogni domanda come se foste un simpatizzante. Se necessario modificate le vostre domande. Condividete le domande con il collega. Valutate insieme le domande.
Considerate le necessità di un simpatizzante cui state insegnando. Parlate di come potrebbe rispondere alle vostre domande. Esaminate, inoltre, in che modo queste domande possono invitare lo Spirito e aiutare i simpatizzanti a imparare il Vangelo.
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Pensate a ognuno dei vostri nuovi simpatizzanti. Esaminate ciò che potete fare per aiutarli a diventare simpatizzanti che fanno progressi. Scrivete le vostre idee nel diario di studio e fate dei programmi nell’agenda.
Riunioni di distretto e conferenze di zona
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Invita dei membri della Chiesa o gli attuali simpatizzanti alla riunione. Spiega al gruppo che desideri che i missionari migliorino la capacità di condividere il loro messaggio importante. Seleziona una lezione e una capacità da acquisire. Chiedi ai missionari di insegnare per 20 minuti ai membri o ai simpatizzanti la lezione che hai scelto, concentrandosi sulla capacità indicata. Fateli alternare dopo 20 minuti. Dopo che i missionari hanno avuto la possibilità di insegnare, riunite il gruppo e fate dire ai fedeli e ai simpatizzanti che cosa è stato più efficace e in che modo possono migliorare.
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Mostra spezzoni video di missionari che insegnano o contattano le persone. Scegli una capacità ed esaminate in gruppo in che modo i missionari del video hanno applicato i principi ad essa inerenti.
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Scegli una capacità o un aspetto importante di essa e trova passi dottrinali o scritturali a suo sostegno. Insegna ai missionari il fondamento dottrinale relativo alla capacità da sviluppare.
Presidente di missione
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Accompagnare occasionalmente i missionari quando insegnano. Programmare con loro in che modo poter prendere parte all’insegnamento.
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Incoraggiare i dirigenti del sacerdozio ad accompagnare i missionari quando insegnano e a offrire una valutazione.
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Quando si addestrano i missionari durante la conferenza di zona e le interviste, dimostrare come usare in maniera efficace le Scritture, le domande e in che modo ascoltare.