Dipendenza
Principio 7


“Rendete grazie in ogni cosa”, Guida di sostegno – Assistenza ai coniugi e ai familiari dei soggetti in riabilitazione (2014).

“Rendete grazie in ogni cosa”, Guida di sostegno – Assistenza ai coniugi e ai familiari dei soggetti in riabilitazione.

donna che prega

Principio 7

Rendete grazie in ogni cosa

“In verità vi dico, amici miei, non temete; che il vostro cuore sia confortato; sì, gioite ognora e in ogni cosa rendete grazie” (DeA 98:1).

Superare lo scoraggiamento, il timore e la rabbia

La vita non va sempre nel modo in cui speriamo o che ci aspettiamo. A volte è facile sentirsi sopraffatti dallo scoraggiamento, dal timore e dalla rabbia. Per Satana questi sentimenti sono un’occasione per attaccarci e portarci all’autocritica e al trovare difetti negli altri. Più ci concentriamo sulle emozioni negative, più queste diventano intense, fino a che giungono a dominare i nostri pensieri, diminuendo la nostra capacità di sentire lo Spirito e di essere felici. Il proverbio “Come pensa in cuor suo, tale è [la persona]” (Proverbs 23:7, versione di re Giacomo della Bibbia in inglese) si applica tanto ai pensieri negativi quanto a quelli positivi. Un modo per contrastare le emozioni negative è considerare le molte maniere in cui siamo benedetti ed esserne grati.

  • Come possiamo riconoscere le difficoltà senza esserne consumati?

Riconoscere la mano di Dio nella nostra vita

Nel mezzo delle afflizioni, può essere difficile vedere il buono che c’è intorno a noi quando ci sentiamo schiacciati da tanto dolore e tanta pena. Tuttavia, abbiamo molte ragioni di essere grati. A coloro che faticano a vedere la mano di Dio nella propria vita a causa delle difficoltà che affrontano, il presidente Henry B. Eyring ha dato il seguente consiglio: “Avere la compagnia dello Spirito Santo è la chiave […]. È lo Spirito Santo che ci aiuta a vedere quello che l’Eterno ha fatto per noi. È lo Spirito Santo che può [aiutarci] a vedere che cosa Dio ha fatto […]. Stasera e domani sera potreste pregare e meditare, chiedendovi: ‘Dio ha mandato un messaggio proprio a me? Ho visto la Sua mano nella mia vita o in quella dei miei figli?’. Io lo farò; e allora troverò un modo per conservare questo ricordo per il giorno in cui io e coloro che amo avremo bisogno di ricordare quanto Dio ci ama e quanto abbiamo bisogno di Lui” (“Oh, ricordate, ricordate”, Liahona, novembre 2007, 68, 69).

Ci sono molte tenere misericordie che arricchiscono la nostra vita e ci fanno sapere che abbiamo un Padre Celeste che ci ama ed è memore di noi in modo molto personale. Se continuiamo a dedicare un po’ di tempo ogni giorno a meditare e a scrivere le cose delle quali siamo grati, l’evidenza della mano di Dio nella nostra vita diventa più chiara; apprezziamo le molte benedizioni che ci sono giunte nel passato; attendiamo le benedizioni che giungono quotidianamente, le riconosciamo e ne gioiamo. L’anziano Gerald N. Lund ha insegnato: “A volte […] le benedizioni giungono in maniera tanto inusuale e con un tempismo così perfetto che, oltre a esserci di beneficio, fanno qualcosa di più: confermano tanto chiaramente la realtà dell’esistenza di Dio da tenerci a galla nei momenti difficili” (Divine Signatures: The Confirming Hand of God [2010], 28). Lungo il percorso della guarigione, la gratitudine cambia il nostro cuore e ci aiuta a provare gioia attraverso la bontà di Dio e il potere redentore di Gesù Cristo.

  • In che modo ricordarti delle benedizioni ricevute ti ha aiutato a vedere la mano di Dio nella tua vita?

  • Che cos’altro ti aiuta a riconoscere la mano di Dio nella tua vita?

Riconoscere i nostri doni e i nostri talenti

Come figli di Dio, siamo stati benedetti con molti doni spirituali. “Poiché vi sono molti doni, e ad ogni uomo è accordato un dono dallo Spirito di Dio. Ad alcuni ne è dato uno, ad altri un altro, affinché tutti possano trarne profitto” (DeA 46:11–12). Riconoscere i doni con cui siamo stati benedetti ed esserne grati è importante. Perseguire lo sviluppo dei nostri talenti e dei nostri doni può portarci soddisfazione, farci crescere e far nascere un cambiamento positivo nella nostra vita. Il presidente Dieter F. Uchtdorf ha insegnato: “Potete pensare di non avere talenti ma questo è un falso assunto perché tutti abbiamo talenti e doni, ognuno di noi” (“La felicità, il vostro retaggio”, Liahona, novembre 2008, 119). Potrebbero volerci tempo e impegno per scoprire e migliorare i doni ricevuti, ma tutti noi abbiamo molto da offrire grazie alle capacità dateci da Dio.

  • Quali sono alcuni dei tuoi doni e talenti? Che cosa puoi fare per migliorare ulteriormente tali doni e talenti?

  • In che modo la benedizione patriarcale ti aiuta a identificare i doni e i talenti personali?

Trovare il buono che c’è nei nostri cari

Oltre a riconoscere i nostri doni e ad esserne grati, è fondamentale che riconosciamo la divinità negli altri, soprattutto nei nostri familiari. Nei rapporti interpersonali, le cose su cui ci concentriamo determinano per lo più quello che pensiamo di una persona. Può essere difficile immaginare come sarebbero i nostri cari senza i loro peccati. Tuttavia, una parte importante del nostro processo di guarigione è quella di guardare al di là delle loro scelte negative e vedere chi sono veramente: amati figli e figlie di Dio. Malgrado le situazioni difficili in cui ci troviamo, possiamo scegliere di essere grati delle buone caratteristiche e delle buone azioni delle persone a noi care. Se facciamo lo sforzo di ascoltare e osservare con l’ispirazione dello Spirito Santo, possiamo vedere il potenziale divino in chiunque, anche in chi ci ha ferito. I rapporti possono migliorare e i nostri cari possono provare maggiore speranza se scegliamo di riconoscere la bontà che vediamo negli altri e ne siamo grati.

  • Che cosa ti aiuta a vedere quanto di buono c’è nella persona a te cara?

  • Che differenza fa il cercare questo nei tuoi rapporti interpersonali?

Esprimere gratitudine per il Salvatore e per la Sua Espiazione

Più di ogni altra cosa, siamo grati per il Salvatore e per la Sua Espiazione. Egli ci è stato vicino, rimanendoci a fianco nei momenti belli e in quelli brutti. Ogni cosa buona nella nostra vita è una benedizione del Salvatore. Isaia scrisse: “Iddio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché l’Eterno, l’Eterno è la mia forza ed il mio cantico, ed egli è stato la mia salvezza” (Isaia 12:2). Meditando sulle molte benedizioni che abbiamo, la nostra gratitudine può diventare simile a quella di Ammon, che disse: “Ecco, la mia gioia è completa, sì, il mio cuore è colmo di gioia, e gioirò nel mio Dio. Sì, io so che non sono nulla; quanto alla mia forza, sono debole; dunque non mi vanterò di me stesso, ma mi vanterò del mio Dio, poiché nella sua forza io posso fare ogni cosa; sì, ecco, [… loderò] il suo nome per sempre” (Alma 26:11–12). La nostra gratitudine per il Salvatore ci ispira a essere un po’ migliori, ad amare un po’ di più e a diventare più come Cristo.

  • Che cosa pensi del Salvatore? In che modo la Sua Espiazione ti ha benedetto?

  • In che modo puoi dimostrarGli la tua gratitudine?

uomo che dipinge

Riconoscere i doni con cui siamo stati benedetti ed esserne grati è importante. Perseguire lo sviluppo dei nostri talenti e dei nostri doni può portarci soddisfazione, farci crescere e far nascere un cambiamento positivo nella nostra vita.