Capitolo 19
I dirigenti del sacerdozio nella Chiesa di Gesù Cristo
“Il Signore veglia su quest’opera. Questo è il Suo regno. Non siamo come pecore senza pastore; non siamo come un esercito senza capo”.
Dalla vita di Gordon B. Hinckley
Il presidente Gordon B. Hinckley raccontò: “Il primo compito che ebbi nella Chiesa, il primo ufficio che mai ho occupato, fu quello di consigliere del ragazzo che presiedeva al nostro quorum di diaconi. Il nostro buon vescovo mi chiamò nel suo ufficio e mi parlò di questa chiamata. Fui molto colpito. Ero preoccupato e ansioso. Ero per natura, [che ci crediate o no], un ragazzo alquanto timido e [introverso]; penso quindi che quella chiamata a servire come consigliere in un quorum di diaconi mi preoccupasse tanto, per la mia età ed esperienza, quanto la mia attuale chiamata in proporzione alla mia età ed esperienza”.1
Nel 1961 espresse dei sentimenti simili, quando fu chiamato a servire come membro del Quorum dei Dodici Apostoli. Nel suo primo discorso alla Conferenza generale in veste di apostolo, egli disse:
“Credo di sentire una parte del peso di questa responsabilità di stare come testimone del Signore Gesù Cristo dinanzi a un mondo che è riluttante ad accettarLo. ‘Attonito resto pensando all’immenso amor che [Gesù] offre a me’. Mi sottometto alla fiducia che il profeta del Signore ripone in me e all’affetto espresso da questi miei fratelli. […] Prego di avere forza; prego per avere aiuto e prego per avere la fede e la volontà di essere obbediente”.2
L’1 aprile 1995 il presidente Hinckley parlò alla sessione generale del sacerdozio della Conferenza generale dopo che i membri della Chiesa lo avevano sostenuto per la prima volta come loro profeta e presidente. Per i quattordici anni precedenti aveva servito come consigliere di tre presidenti della Chiesa. Egli aveva ripetutamente reso testimonianza della loro divina chiamata e aveva esortato i Santi degli Ultimi Giorni a seguire il loro consiglio. Allora, trovandosi in quella posizione, la sua sensazione di dipendenza dal Signore non era diminuita dal tempo in cui era un diacono o un apostolo appena chiamato. Egli, piuttosto, era diventato ancora più consapevole della necessità di avere la forza sostenitrice del Signore. Egli disse:
“La vostra mano alzata nella solenne assemblea di questa mattina è un’espressione della vostra disponibilità e desiderio di sostenere noi, vostri fratelli e vostri servitori, con la vostra fiducia, [la vostra] fede e [le vostre] preghiere. Sono profondamente grato di quest’espressione di sostegno. Ringrazio tutti voi, ognuno di voi. Vi assicuro, come già sapete, che nelle procedure stabilite dal Signore non c’è nessuna candidatura per un determinato ufficio. Come il Signore ebbe a dire ai Suoi discepoli: “Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho costituiti” (Giovanni 15:16). Questo non è un ufficio al quale qualcuno può aspirare. Il diritto di scelta spetta al Signore. Egli è il padrone della vita e della morte. Suo è il potere di chiamare. Suo è il potere di togliere. Suo è il potere di mantenere. È tutto nelle Sue mani.
Non so perché, nel Suo grande disegno, una persona come me si trova a occupare questo posto, ma essendo stato rivestito di questo manto, ora dedico nuovamente la mia forza, il mio tempo, i miei talenti, la mia vita stessa al lavoro del mio Maestro, al servizio dei miei fratelli e [delle mie] sorelle. Di nuovo vi ringrazio […] per le azioni che avete compiuto oggi. Prego di esserne degno, e spero di poter essere ricordato nelle vostre preghiere”.3
Insegnamenti di Gordon B. Hinckley
1
Il Signore chiama ogni presidente della Chiesa dopo averlo messo alla prova, raffinato e levigato
Ho collaborato con i presidenti della Chiesa, a cominciare da Heber J. Grant. […] Ho conosciuto i consiglieri di tutti questi uomini e ho conosciuto i membri del Consiglio dei Dodici durante gli anni delle amministrazioni di questi presidenti. Tutti questi uomini erano o sono esseri umani. Hanno molte caratteristiche umane e forse alcune debolezze umane. Ma al di sopra di tutto ciò nella vita di ognuno di essi c’è stata e c’è la superiore manifestazione dell’ispirazione di Dio. Coloro che sono stati presidenti sono stati profeti in modo assai reale. Ho visto da vicino lo spirito di rivelazione scendere su di loro. Ogni uomo è arrivato alla presidenza dopo molti anni di esperienza come membro del Consiglio dei Dodici e in altre capacità. Il Signore ha raffinato e levigato ognuno di essi. Ha fatto sì che conoscessero lo scoraggiamento e il fallimento. Ha fatto sì che fossero colpiti dalla malattia e in alcuni casi dal profondo dolore. Tutto ciò faceva parte del grande processo di perfezionamento e gli effetti di questo processo diventarono stupidamente evidenti nella loro vita.
Miei cari amici nel Vangelo, [questa è l’opera] di Dio. Questa è la Sua chiesa e la Chiesa del Suo diletto Figliuolo di cui porta il nome. Dio non permetterà mai a un impostore di venirne a capo. Egli nominerà i Suoi profeti ed Egli stesso li ispirerà e li dirigerà.4
Alcuni manifestano preoccupazione per il fatto che il presidente della Chiesa sia sempre stato un uomo piuttosto anziano, al che la mia risposta è: “Quale benedizione!” […] Non è necessario che sia giovane. Egli ha e continuerà ad avere uomini più giovani con i quali percorrere la terra nell’opera del ministero. Egli è il sommo sacerdote presidente, il depositario di tutte le chiavi del Santo Sacerdozio e la voce della rivelazione di Dio al Suo popolo. […]
A mio avviso vi è un immenso senso di sicurezza nel sapere che […] avremo un presidente che è stato disciplinato, addestrato e messo alla prova, la cui fedeltà all’opera e la cui integrità nella causa sono state temprate nel crogiuolo del servizio, la cui fede è maturata e la cui vicinanza a Dio è stata coltivata nell’arco di molti anni.5
Parlo […] pieno di gratitudine per un profeta che ci guida in questi ultimi giorni. Vi imploro di essere leali verso colui che il Signore ha chiamato e unto. Vi imploro di sostenerlo con fermezza e di prestare attenzione ai suoi insegnamenti. Ho detto […] che se abbiamo un profeta, abbiamo tutto. Se non abbiamo un profeta, non abbiamo nulla. Noi abbiamo un profeta. Abbiamo avuto dei profeti sin dalla fondazione di questa Chiesa. Non saremo mai senza un profeta, se vivremo in modo degno da meritare un profeta.
Il Signore veglia su quest’opera. Questo è il Suo regno. Non siamo come pecore senza pastore; non siamo come un esercito senza capo.6
2
Quando il presidente della Chiesa muore, l’apostolo anziano diventa il nuovo presidente
Questa transizione di autorità [a un nuovo presidente della Chiesa] alla quale ho partecipato numerose volte è bella nella sua semplicità. È indicativa della maniera in cui il Signore fa le cose. Sotto la Sua procedura un uomo viene scelto dal profeta per diventare membro del Consiglio dei Dodici Apostoli. Egli non sceglie questa attività come una carriera: è chiamato come lo furono gli Apostoli al tempo di Gesù, ai quali il Signore diceva: “Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho costituiti” (Giovanni 15:16). Gli anni passano. Egli viene ammaestrato e disciplinato nei doveri del suo ufficio. Viaggia per tutta la terra per assolvere la sua chiamata apostolica. È un lungo corso di preparazione durante il quale arriva a conoscere i Santi degli Ultimi Giorni ovunque possano trovarsi, ed essi imparano a conoscerlo. Il Signore mette alla prova il suo cuore e la sua sostanza. Nel corso naturale degli eventi, in seno a questo consiglio si creano posti vacanti e vengono effettuate nuove nomine. Seguendo questo processo, un particolare uomo diventa l’apostolo anziano. Presenti in lui, in forma latente, come in tutti i suoi Fratelli del quorum, consegnate a ognuno di essi al momento dell’ordinazione, si trovano tutte le chiavi del sacerdozio. Ma l’autorità di esercitare queste chiavi è limitata al presidente della Chiesa. Al suo decesso tale autorità diventa operativa nell’apostolo anziano, che viene quindi nominato, messo a parte e ordinato profeta e presidente dai suoi colleghi del Consiglio dei Dodici.
Non vi sono elezioni. Non vi è campagna elettorale. C’è soltanto la quieta e semplice applicazione di un piano divino che fornisce una guida ispirata e di provata validità.
Sono stato testimone, testimone oculare, di questo meraviglioso processo. Vi porto la mia testimonianza che il Signore [sceglie il profeta].7
Alla morte del presidente [Howard W.] Hunter, la Prima Presidenza si è sciolta. Io e il fratello Monson, che eravamo i suoi consiglieri, abbiamo preso il nostro posto nel Quorum dei Dodici, che è diventato l’autorità presiedente della Chiesa.
[…] Tutti [i restanti] ordinati apostoli si sono riuniti in digiuno e preghiera nella sala superiore del tempio. Là abbiamo cantato un inno sacro e abbiamo pregato insieme. Abbiamo preso il sacramento della Cena del Signore, rinnovando con questo sacro e simbolico patto le nostre alleanze e il nostro rapporto con Colui che è il nostro divino Redentore.
La Prima Presidenza fu quindi riorganizzata, secondo un precedente ben radicato nelle passate generazioni.
Non c’è stata nessuna campagna elettorale, nessuna opposizione, nessuna ambizione di occupare un ufficio. È stata un’occasione calma, tranquilla, semplice e sacra, che si è svolta secondo lo schema che il Signore stesso ha stabilito.8
3
Il Signore ha fornito principi e procedure per governare la Sua chiesa se il presidente non è in grado di svolgere pienamente le sue funzioni
Nel 1992, quando serviva come primo consigliere della Prima Presidenza, il presidente Hinckley fece la seguente dichiarazione: Il capo della Chiesa è il Signore Gesù Cristo. È la Sua chiesa. Ma il suo capo sulla terra è il nostro profeta. I profeti sono uomini investiti di una divina chiamata. Nonostante la divinità di questa chiamata, essi sono esseri umani; sono soggetti alle difficoltà della vita terrena.
Noi amiamo, rispettiamo, onoriamo e [guardiamo al] profeta del nostro tempo, il [presidente] Ezra Taft Benson. Egli è stato un capo forte e capace, un uomo la cui voce ha risuonato a testimonianza di [quest’opera] in ogni parte del mondo. Egli detiene tutte le chiavi del sacerdozio sulla terra in questo tempo, ma ha raggiunto un’età in cui non può fare molte delle cose che faceva una volta. Questo fatto nulla toglie alla sua chiamata di profeta, ma pone dei limiti alle sue attività.9
Nel 1994, quando serviva come primo consigliere della Prima Presidenza, il presidente Hinckley fece la seguente dichiarazione: I fedeli di tutta la Chiesa naturalmente sono desiderosi di conoscere le condizioni del presidente Benson. Il presidente Benson si trova ora nel suo novantacinquesimo anno di vita. […] Egli risente molto degli effetti dell’età e della malattia e non è stato in grado di assolvere gli importanti doveri del suo sacro ufficio. Questa non è una situazione priva di precedenti. Anche altri presidenti della Chiesa sono stati ammalati o incapaci di agire pienamente durante gli ultimi mesi o anni di vita. È possibile che questo accada di nuovo nel futuro.
I principi e le procedure che il Signore ha stabilito per il governo della Sua chiesa tengono conto di circostanze di questa natura. […] È importante che non vi siano dubbi o preoccupazioni riguardo al governo della Chiesa e all’esercizio dei doni profetici, incluso il diritto all’ispirazione e alla rivelazione nell’amministrazione degli affari e dei programmi della Chiesa, quando il presidente può essere ammalato o incapace di svolgere le sue funzioni pienamente.
La Prima Presidenza e il Consiglio dei Dodici Apostoli, chiamati e ordinati a detenere le chiavi del sacerdozio, hanno l’autorità e la responsabilità di governare la Chiesa, di amministrare le sue ordinanze, di esporre le sue dottrine e di stabilire e mantenere le sue pratiche. Ogni uomo ordinato apostolo e sostenuto come membro del Consiglio dei Dodici è anche sostenuto come profeta, veggente e rivelatore. Come quelli che lo hanno preceduto, il presidente Benson era l’apostolo più anziano al tempo in cui fu chiamato come presidente della Chiesa. I suoi consiglieri furono scelti tra il Consiglio dei Dodici. Pertanto, tutti i membri in carica del Quorum della Prima Presidenza e del Consiglio dei Dodici hanno ricevuto le chiavi, i diritti e l’autorità attinenti al santo apostolato.
Cito da Dottrina e Alleanze:
“Tre Sommi Sacerdoti Presiedenti del Sacerdozio di Melchisedec, scelti dal corpo, nominati e ordinati a quell’ufficio, e sostenuti dalla fiducia, dalla fede e dalle preghiere della chiesa, formano il quorum della Presidenza della chiesa” (DeA 107:22).
Quando il presidente è ammalato o incapace di operare pienamente in tutti i doveri del suo ufficio, i suoi due consiglieri insieme formano un Quorum della Prima Presidenza. Essi portano avanti il lavoro di normale amministrazione della presidenza. In circostanze eccezionali, quando soltanto uno di loro può essere in grado di operare, egli può agire con l’autorità dell’ufficio della presidenza, come indicato in Dottrina e Alleanze, sezione 102, versetti 10–11. […]
I consiglieri della Prima Presidenza continuano a svolgere il regolare lavoro di questo ufficio. Ma tutte le importanti questioni riguardanti linee di condotta, procedure, programmi o dottrina vengono esaminate deliberatamente e devotamente dalla Prima Presidenza e dai Dodici in seduta congiunta. Questi due quorum, il Quorum della Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici riuniti insieme, ogni loro componente avendo l’assoluta libertà di esprimersi, considerano ogni questione importante.
Ed ora cito di nuovo le parole del Signore: “E ogni decisione presa da uno di questi quorum deve essere per voce unanime di questo; cioè, ogni membro in ciascun quorum deve essere d’accordo con le decisioni di questo, allo scopo di rendere le loro decisioni di pari potere o validità, l’una rispetto all’altra” (DeA 107:27). […]
Sia ben chiaro a tutti che Gesù Cristo sta a capo di questa chiesa che porta il Suo sacro nome. Egli veglia su di [essa]; Egli la guida. Stando alla destra di Suo Padre, Egli dirige [quest’opera]. Sua è la prerogativa, [Suo] il potere, [Sua] la scelta di chiamare gli uomini nella Sua maniera ad alti e sacri uffici e rilasciarli secondo la Sua volontà, richiamandoli a casa. Egli è il Padrone della vita e della morte. Non mi preoccupo delle circostanze in cui ci troviamo; le accetto come espressioni della Sua volontà. E accetto anche la responsabilità, operando con i miei Fratelli, di fare tutto quello che possiamo per far progredire questo santo lavoro in spirito di consacrazione, amore, umiltà, dovere e lealtà.10
4
Gli apostoli sono testimoni speciali del nome di Cristo in tutto il mondo
Dopo [essere stati] ordinati al santo apostolato e messi a parte come membri del Consiglio dei Dodici, ci si aspetta che [gli apostoli] si dedichino principalmente al lavoro del ministero. Essi metteranno al primo posto nella loro vita, al di sopra di ogni altra considerazione, la responsabilità di essere testimoni del nome di Cristo in tutto il mondo. […]
Come tutti noi, essi sono esseri umani; hanno i loro pregi e i loro difetti. Ma d’ora innanzi, e per il resto della loro vita, sino a quando rimarranno fedeli alla Chiesa, la loro unica preoccupazione sarà il progresso [dell’opera] di Dio sulla terra. Devono preoccuparsi del benessere dei figli del Padre Celeste sia nella Chiesa che fuori di essa; devono fare tutto il possibile per portare conforto a coloro che piangono, sostenere i deboli, incoraggiare chi vacilla, diventare amici di chi amici non ne ha, soccorrere i bisognosi, benedire gli infermi, portare testimonianza, non per fede ma con una sicura conoscenza del Figlio di Dio, loro Amico e Maestro di cui sono servi. […]
Porto testimonianza della loro fraternità, devozione, fede e operosità ed enorme contributo dato all’avanzamento del regno di Dio.11
5
La Prima Presidenza e i Dodici cercano rivelazione e totale armonia prima di prendere delle decisioni
Nessuna decisione scaturisce mai dalle delibere della Prima Presidenza e dei Dodici senza la totale unanimità di tutti gli interessati. All’inizio dell’esame di una questione possono esservi delle diversità di opinione. Queste diversità devono essere date per scontate. Questi uomini provengono da ambienti diversi. Sono uomini che pensano in modo indipendente. Ma prima di raggiungere una decisione finale, si arriva all’unanimità di mente e di voce.
Questo è un risultato scontato quando si segue la parola rivelata del Signore [vedere DeA 107:27, 30–31]. […]
[Quando] ho servito come membro del Consiglio dei Dodici e durante [gli anni in cui] ho servito nella Prima Presidenza, non è mai stato preso un provvedimento importante per il quale non sia stata seguita questa procedura. […] Da questo stesso processo di uomini che espongono le loro opinioni si è addivenuti a un vagliare e scegliere le idee e i concetti, ma non ho mai veduto una grave discordia o una personale inimicizia tra i miei Fratelli. Ho invece osservato una cosa bella e straordinaria: la convergenza, sotto l’influenza direttrice del Santo Spirito e per il potere della rivelazione, di vedute divergenti, sino a quando si è arrivati alla totale armonia e al pieno accordo. […]
Non conosco altro corpo di governo di qualsiasi genere di cui possa dire altrettanto.12
6
Un presidente di palo è chiamato per ispirazione a servire come consulente dei vescovi e come dirigente per le persone
Il presidente del palo è il dirigente chiamato per rivelazione a stare tra i vescovi dei rioni e le Autorità generali della Chiesa. Il suo è un compito molto importante. È addestrato dalle Autorità generali, e a sua volta addestra i vescovi. […]
Il presidente del palo serve come consulente dei vescovi. Ogni vescovo sa che quando deve affrontare un problema difficile c’è una persona sempre pronta ad aiutarlo, una persona alla quale può rivolgersi per vedere alleviato il suo fardello e ricevere consiglio.
Egli rappresenta una seconda misura di precauzione nel determinare la dignità di coloro che vanno alla casa del Signore. […] Il presidente di palo rappresenta anche una seconda misura di precauzione nel determinare la dignità di coloro che vanno a rappresentare la Chiesa sul campo di missione. Anch’egli intervista il candidato, e soltanto quando è convinto della sua dignità approva la raccomandazione. Gli è anche stata affidata l’autorità di mettere a parte coloro che sono chiamati in missione e effettuarne il rilascio quando hanno terminato il loro servizio.
La cosa più importante è che egli è anche la principale autorità per la disciplina del palo. […] Egli ha la pesante responsabilità di assicurarsi che la dottrina insegnata nel palo sia mantenuta pure e incontaminata. È suo dovere accertare che non si insegnino false dottrine e che non si stabiliscano false pratiche. Se questo avviene a opera di un detentore del Sacerdozio di Melchisedec o di qualsiasi altra persona in alcune circostanze, egli li deve consigliare e, se persistono in tali pratiche, allora il presidente è obbligato a passare all’azione. Egli convocherà il colpevole davanti a un consiglio di disciplina, dove sarà presa la decisione di concedergli un periodo di prova, o di sospenderlo o di scomunicarlo dalla Chiesa.
Questo è un compito molto oneroso e poco gradito, ma il presidente deve svolgerlo senza timore o favoritismi. Tutto questo viene fatto in armonia con le direttive dello Spirito e secondo le disposizioni contenute nella sezione 102 di Dottrina e Alleanze.
Poi, successivamente, egli deve fare tutto il possibile e adoperarsi per riportare a tempo debito nel gregge colui che è stato oggetto della misura disciplinare.
Tutto questo e molte altre cose rientrano nelle sue responsabilità. Ne consegue pertanto che la sua vita deve essere esemplare al cospetto dei fedeli. […]
Poiché abbiamo tanta fiducia [nei presidenti di palo], esortiamo i membri della Chiesa a non chiedere consigli e benedizioni alle Autorità generali. I presidenti di palo sono stati chiamati con la stessa ispirazione mediante la quale sono state chiamate le Autorità generali.13
7
I vescovi sono i pastori del gregge
[La Chiesa] può crescere e moltiplicarsi, come sicuramente accadrà. Questo Vangelo deve essere portato a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Nel futuro prevedibile non deve mai esserci una sosta o un’interruzione dei nostri sforzi per progredire, edificare e ampliare Sion in tutto il mondo. Ma, nonostante questo, deve continuare ad esserci un intimo rapporto pastorale tra ogni fedele e un saggio e premuroso vescovo o presidente di ramo. Questi sono i pastori del gregge, che hanno il dovere di provvedere ai fedeli in numero relativamente piccolo, in modo che nessuno sia dimenticato, trascurato o abbandonato. Gesù era il vero pastore che porgeva la mano a chi si trovava in difficoltà, uno alla volta, per conferire loro benedizioni personali.14
[I] vescovi della Chiesa […] sono, in senso molto reale, i pastori d’Israele. Chiunque [nella Chiesa] è tenuto a render conto a un vescovo o presidente di ramo. Il peso che essi portano è enorme e io invito ogni membro della Chiesa a fare tutto ciò che può per sollevare il fardello che grava sul lavoro dei nostri vescovi e presidenti di ramo.
Dobbiamo pregare per loro. Hanno bisogno di aiuto nel portare il pesante carico. Noi possiamo sostenerli di più e dipendere da loro di meno. Possiamo assisterli in ogni maniera possibile. Possiamo ringraziarli per tutto ciò che fanno per noi. Essi si esauriscono in fretta a causa dei fardelli che poniamo su di loro. […]
Ognuno di loro è un uomo che è stato chiamato attraverso lo spirito di profezia e di rivelazione, poi messo a parte e ordinato mediante l’imposizione delle mani. Ognuno di loro detiene le chiavi della presidenza del suo rione. Ognuno è un sommo sacerdote, il sommo sacerdote presiedente del suo rione. Ognuno porta sulle spalle immense responsabilità attinenti al suo ministero. Ognuno per i suoi fedeli è come un padre.
Nessuno riceve denaro in cambio del suo servizio. Nessun vescovo di rione è compensato dalla Chiesa per il suo lavoro di vescovo.
I requisiti imposti a un vescovo oggi sono uguali a quelli del tempo di Paolo, il quale scrisse a Timoteo [vedere 1 Timoteo 3:2–6]. […]
Nella sua lettera a Tito, Paolo aggiunge: “Il vescovo bisogna che sia irreprensibile, come economo di Dio […] attaccato alla fedel Parola quale gli è stata insegnata, onde sia capace d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori” (Tito 1:7, 9).
Queste parole descrivono adeguatamente un vescovo oggi della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.15
Invito i membri della Chiesa ovunque si trovino a sforzarsi, quando devono affrontare dei problemi, innanzi tutto di risolverli essi stessi, a meditare sulla loro situazione, a studiare tutte le alternative possibili, a pregare e a chiedere al Signore la guida necessaria. Se non riescono a risolvere da soli i loro problemi, ne parlino allora con il loro vescovo o presidente di ramo. Egli è un uomo di Dio chiamato per l’autorità del Santo Sacerdozio al compito di pastore del gregge.16
Sussidi didattici
Domande
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Perché abbiamo bisogno di profeti viventi? Che cosa vi colpisce del “processo di perfezionamento” per preparare e chiamare un presidente della Chiesa? (Vedere la sezione 1).
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Quali sono le vostre impressioni nell’esaminare la descrizione del presidente Hinckley del modo in cui viene scelto un nuovo presidente della Chiesa? (Vedere la sezione 2). Perché è importante sapere che il presidente è scelto in base a “un piano divino che fornisce una guida ispirata e di provata validità”?
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Quali principi e procedure ha stabilito il Signore per governare la Chiesa se il presidente non è in grado di svolgere pienamente le sue funzioni? (Vedere la sezione 3).
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In che modo i profeti degli ultimi giorni mostrano interesse per tutti i figli di Dio “sia nella Chiesa che fuori di essa”? (Vedere la sezione 4). In che modo i discorsi della recente Conferenza generale riflettono questo interesse? In che modo avete tratto beneficio dagli insegnamenti dei profeti e apostoli viventi?
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Studiate gli insegnamenti del presidente Hinckley riguardanti il modo in cui la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici raggiungono le decisioni (vedere la sezione 5). Che cosa possiamo imparare dal modo in cui raggiungono le loro decisioni? Come possiamo applicare questi principi in famiglia o nella Chiesa?
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Nell’esaminare le sezioni 6 e 7, che cosa apprendete sulle chiamate di presidente di palo e vescovo? Come possiamo sostenere meglio i nostri dirigenti?
Passi scritturali correlati
Efesini 2:19–20; 4:11–14; DeA 1:38; 21:1–6; Abrahamo 3:22–23; Articoli di Fede 1:5–6
Sussidi per l’insegnamento
“Porta testimonianza ogni qualvolta lo Spirito ti spinge a farlo, non soltanto alla fine di ogni lezione. Offri ai tuoi allievi delle occasioni di portare la loro testimonianza” (Insegnare: non c’è chiamata più grande [2000], 45).