Capitolo 1
Il nostro Padre nei cieli
“Voglio rammentarvi della natura e del genere di essere che Dio è, in modo che possiate adorarLo in spirito ed in verità, per ottenere tutte le benedizioni del Vangelo”.
Dalla vita di Joseph Fielding Smith
Il presidente Joseph Fielding Smith rimaneva meravigliato davanti ai progressi tecnologici dei suoi giorni. “Sono stati fatti grandi progressi nella meccanica, nella chimica, nella fisica, nella chirurgia, e in molte altre cose”, disse. “Gli uomini hanno costruito grandi telescopi che hanno reso visibili galassie nascoste. Con l’aiuto del microscopio, hanno scoperto ampi mondi di microrganismi… Hanno scoperto modi per controllare le malattie… Hanno inventato macchine che hanno un tocco più sensibile di quello umano e una vista più acuta di quella dell’occhio umano. Hanno controllato gli elementi e costruito macchinari che possono spostare le montagne e hanno fatto così tante altre cose da non poterle menzionare. Sì, è un’epoca meravigliosa”. Tuttavia, era preoccupato per un’altra moda che vedeva nel mondo. Egli si rammaricava: “Tutte queste scoperte e invenzioni non hanno fatto avvicinare l’uomo a Dio! Né hanno fatto nascere nel loro cuore umiltà e spirito di pentimento, anzi il contrario, a loro condanna… La fede non è aumentata nel mondo, né la giustizia o l’obbedienza a Dio”.1
Mentre il mondo evidenziava una crescente indifferenza verso Dio, il presidente Smith dimostrava una vicinanza al suo Padre nel cielo. Uno dei suoi nipoti ha raccontato: “Mia madre era un’ottima cuoca e mio nonno mangiava spesso a casa nostra. Molto spesso mio padre gli chiedeva di benedire il cibo. Le sue preghiere erano sempre molto personali — come se stesse parlando con un amico”.2
Insegnamenti di Joseph Fielding Smith
1
Con la prima visione di Joseph Smith, la vera conoscenza di Dio è stata restaurata ai giorni nostri.
Sono molto grato per la Prima Visione, in cui il Padre e il Figlio apparvero al giovane profeta e restaurarono di nuovo nell’uomo la vera conoscenza di Dio.3
Va ricordato che, nel 1820, l’intero mondo cristiano aveva perso la vera dottrina su Dio. La semplice verità, compresa così chiaramente dagli apostoli e dai santi dell’antichità, era andata smarrita tra i misteri di un mondo apostata. Tutti i profeti antichi e gli apostoli di Gesù Cristo avevano capito perfettamente che il Padre e il Figlio sono personaggi distinti, come ci insegnano esplicitamente le Scritture. A causa dell’apostasia, questa conoscenza era andata persa… Dio era diventato un mistero e il Padre e il Figlio venivano considerati un Essere di spirito unico e imperscrutabile, senza corpo, parti fisiche o desideri. La venuta del Padre e del Figlio fece in modo che sulla terra ci fosse una testimonianza divina che fosse in grado di restaurare nel mondo la conoscenza della vera natura di Dio.4
La [prima] visione che Joseph Smith ebbe chiarì che il Padre e il Figlio sono persone distinte e separate, aventi corpi tangibili come quello dell’uomo. Inoltre, gli fu rivelato che lo Spirito Santo è un personaggio di spirito, anch’Esso distinto e separato dalla personalità del Padre e del Figlio [vedere DeA 130:22]. Questa verità essenziale ha sconcertato il mondo. Tuttavia, se consideriamo le chiare espressioni della Sacra Scrittura, troviamo estremamente sbalorditivo il fatto che l’uomo si fosse smarrito a tal punto. Il Salvatore disse: “Il Padre è maggiore di me” [Giovanni 14:28] e dopo la Sua resurrezione chiese ai Suoi discepoli che Lo toccassero e si accertassero che fosse Lui. Egli disse: “Uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io” [Luca 24:39]. Gli apostoli capivano chiaramente le distinte entità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a cui si riferivano continuamente nelle loro epistole, e Paolo informò i Corinzi che quando ogni cosa sarà sottoposta al Padre, “allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”. [1 Corinzi 15:28].
Joseph Smith vide il Padre e il Figlio, e quindi potè attestare per conoscenza personale la veridicità delle Scritture in cui leggiamo: “E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” [Genesi 1:27]. Questo doveva essere interpretato letteralmente e non in qualche senso mistico o figurativo.5
2
Per esercitare la fede in Dio e per adorarLo, dobbiamo comprendere le Sue caratteristiche.
Una delle nostre rivelazioni ci dice che se vogliamo essere glorificati in Cristo, come Egli è nel Padre, dobbiamo conoscere e comprendere come adorare e che cosa adorare (vedere DeA 93:19–20).
Voglio rammentarvi della natura e del genere di essere che Dio è, in modo che possiate adorarLo in spirito ed in verità, per ottenere tutte le benedizioni del Vangelo.
Sappiamo che si può conoscere Dio soltanto tramite la rivelazione, ovvero che Egli deve essere rivelato o restare per sempre sconosciuto Dobbiamo rivolgerci alle Scritture — non agli scienziati od ai filosofi — se vogliamo imparare la verità sulla Deità. Invero, la grande profezia di Giovanni sulla restaurazione del Vangelo da parte di un angelo che sarebbe volato in mezzo al cielo dice che tale restaurazione sarebbe avvenuta per portare tutti gli uomini alla conoscenza del vero Dio, e per insegnar loro a temerLo e a darGli gloria, e ad adorare “Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque” (Apocalisse 14:7.) In altre parole, a cominciare dalla restaurazione del Vangelo in questa dispensazione, gli uomini sarebbero stati ancora una volta chiamati ad adorare e a servire il loro Creatore piuttosto che i falsi concetti di Deità che prevalgono nel mondo di oggi.
In ogni epoca i profeti del Signore sono stati chiamati a combattere la falsa adorazione e a proclamare la verità su Dio. Nell’antica Israele vi erano coloro che adoravano immagini e dèi pagani, e a questi Isaia chiese: “A chi vorreste voi assomigliare Iddio? e con quale immagine lo rappresentereste?
Non lo sai tu? non l’hai tu udito? L’Eterno è l’Iddio d’eternità, il creatore degli estremi confini della terra. Egli non s’affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile” (Isaia 40:18, 28).
La maggior parte degli uomini di oggi non ha questa conoscenza di Dio, ed anche [nella Chiesa] vi sono delle persone che non hanno perfezionato la loro conoscenza di quel glorioso essere che è il nostro Padre [Eterno]. A coloro che non possiedono questa conoscenza possiamo ben dire: “Perché volete limitare la gloria di Dio? E perché dovete supporre che Egli sia meno di quello che in effetti è? Non lo sapete? Non avete udito che Dio, Il Signore, il Creatore dei mondi dell’universo, è infinito ed eterno; che Egli ha tutti i poteri, tutti i domini, tutti i regni; che Egli conosce tutte le cose e che tutte le cose non presenti davanti al Suo volto?”
Nella sezione 20 di Dottrina e Alleanze, [in cui viene ordinato] al profeta Joseph Smith di organizzare nuovamente la Chiesa in questa dispensazione, troviamo un sommario di alcune delle Dottrine di Salvezza fondamentali. Per quanto concerne la Deità la rivelazione dice: “… v’è un Dio in cielo, che è infinito ed eterno, Dio immutabile d’eternità in eternità, creatore del cielo e della terra e di tutte le cose che sono in essi” (DeA 20:17) …
Dio è il nostro Padre; Egli è l’essere alla cui immagine l’uomo è stato creato. Egli ha un corpo di carne ed ossa, tanto tangibile quanto quello dell’uomo (DeA 130:22 ), ed Egli è letteralmente e personalmente il Padre degli spiriti degli uomini. Egli è onnipotente e onnisciente; Egli ha tutti i poteri e tutta la saggezza; la Sua perfezione consiste nel possesso di tutta la conoscenza, di tutta la misericordia. di tutta la fede o di tutta la pienezza di tutti gli attributi divini… Se vogliamo possedere quella fede perfetta con la quale ottenere la vita eterna, dobbiamo credere in Dio quale possessore della pienezza di tutte queste caratteristiche e attributi. Dico inoltre che Egli è un essere infinito ed eterno, un essere immutabile, che possiede tutti questi poteri ed attributi perfetti d’eternità in eternità.6
Noi sappiamo che il nostro Padre Celeste è un personaggio glorificato ed esaltato, che possiede tutti i poteri e tutti i domini, che conosce tutte le cose. Noi testimoniamo che Egli, per il tramite del Suo Unigenito Figliuolo, è il Creatore di questa terra e di altri mondi senza fine.7
3
Dio è una persona reale ed è il Padre del nostro spirito.
Noi siamo i figli spirituali di Dio, il nostro Padre Celeste… Facciamo parte della Sua famiglia… Abbiamo dimorato con Lui per lungo tempo durante la nostra vita pre-terrena… Egli ha preparato un piano di progresso e di salvezza che ci permette, se rimaniamo fedeli e leali in ogni cosa, di crescere e progredire fino a diventare come Lui.8
Le Scritture ci insegnano che Dio è letteralmente, e non in senso figurativo, il nostro Padre Eterno. Le parole che il nostro Redentore disse a Maria presso il sepolcro dal quale era risorto vincendo la morte, sono sublimi e di profondo significato: “Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio mio e Iddio vostro” [Giovanni 20:17].In queste parole, la verità della paternità di Dio è espressa enfaticamente dal Figlio Suo Unigenito, il quale dichiara che Egli è nostro fratello e che abbiamo lo stesso Padre Eterno.9
Sono riconoscente che la conoscenza di Dio e delle Sue leggi sia stata restaurata ai nostri giorni e che noi, che siamo membri della Chiesa, sappiamo che Egli è un essere personale e non, come alcuni settari hanno detto, “una congerie [una raccolta disordinata] di leggi che aleggia come nebbia nell’universo”. Sono grato che noi sappiamo che Egli è il nostro Padre nei cieli, il Padre del nostro spirito, e che Egli abbia ordinato le leggi per le quali noi possiamo avanzare e progredire sino a diventare come Lui. Sono grato che noi sappiamo che Egli è un essere infinito ed eterno, che conosce tutte le cose e che ha tutti i poteri, il cui progresso consiste non nell’ottenere una maggiore conoscenza o maggiori poteri, non nel perfezionare ulteriormente i Suoi attributi divini, ma nell’accrescere e nel moltiplicare i Suoi regni.10
4
Il Padre Celeste ci ama ed è interessato a ciascuno di noi.
Mi viene in mente un’espressione che si trova in Perla di Gran Prezzo, nella visione di Mosè, che ebbe luogo in un momento in cui Mosè fu rapito su una montagna altissima e vide Dio faccia a faccia e Gli parlò. Il Signore mostrò a Mosé “le opere delle [Sue] mani” e Mosè vide il mondo e tutti i figli degli uomini fino alle ultime generazioni [vedere Mosè 1:1–8, 27–29].
Il Signore disse a Mosè:
“Poiché ecco, vi sono molti mondi che sono già passati mediante la parola del mio potere. E ve ne sono molti che esistono ora, e sono innumerevoli per l’uomo; ma tutte le cose per me sono contate, poiché sono mie e io le conosco.
E avvenne che Mosè parlò al Signore, dicendo: Sii misericordioso con il tuo servitore, o Dio, e parlami riguardo a questa terra e ai suoi abitanti, e anche ai cieli, e allora il tuo servitore sarà contento.
E il Signore Iddio parlò a Mosè, dicendo: I cieli sono molti e non possono essere contati dall’uomo; ma sono contati da me, perché sono miei” [Mosè 1:35–37]…
Mi viene da pensare che, nonostante la quantità innumerevole dei mondi e la grandezza di molti di essi, essi sono il mezzo per giungere a uno scopo e non lo scopo in sé. Il Padre crea mondi per poterli popolare — ponendo su di essi i Suoi figli e le Sue figlie. La sezione 76 di Dottrina e Alleanze ci dice che da e mediante il Figlio di Dio “i mondi sono e furono creati, ed i loro abitanti sono generati figli e figlie per Dio” [DeA 76:24].
Da questi passi scritturali che ho letto e da altre rivelazioni date dal Signore, impariamo che l’uomo è il più importante di tutte le creazioni del Padre. Nella stessa visione concessa a Mosè, il Padre disse: “E quando una terra passerà, con i suoi cieli, così pure ne verrà un’altra; e non v’è fine alle mie opere, né alle mie parole. Poiché ecco, questa è la mia opera e la mia gloria: fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo” [Mosè 1:38–39].
Da questo e da altri versetti, impariamo che la grande opera del Padre è quella di far avverare la salvezza dei Suoi figli, dando a ciascuno la ricompensa che si merita in base alle proprie opere. Sento senza alcun dubbio che il nostro Padre in cielo è molto più interessato a un’anima — uno dei Suoi figli — di quanto possa esserlo un padre terreno a uno dei suoi. Il Suo amore per noi è maggiore di quello che un genitore terreno possa provare per la sua prole.11
5
Il Padre Celeste piange per i Suoi figli disobbedienti.
Ci viene detto che quando parlò a Enoc e gli mostrò le nazioni della terra e gli spiegò la natura del castigo che dovranno subire a causa della trasgressione ai Suoi comandamenti, il Signore pianse e mostrò il Suo dolore con le lacrime per la loro disobbedienza. Per questo motivo, Enoc si meravigliò e gli parve strano che il Signore potesse piangere.
Ecco il passo scritturale:
“E avvenne che il Dio del cielo guardò il resto del popolo e pianse; ed Enoc ne portò testimonianza, dicendo: Come è possibile che i cieli piangano e versino le loro lacrime come la pioggia sulle montagne?
Ed Enoc disse al Signore: Come è possibile che tu possa piangere, visto che sei santo, e da tutta l’eternità a tutta l’eternità?
E se fosse possibile che l’uomo potesse contare le particelle della terra, e i milioni di terre come questa, non sarebbe neppure il principio del numero delle tue creazioni; e le tue cortine sono ancora distese; e tuttavia tu sei là, e il tuo seno è là; e anche sei giusto, sei misericordioso e benevolo per sempre” [vedere Mosè 7:28–30].
E il Signore rispose: “Guarda questi tuoi fratelli; sono l’opera delle mie mani, e io diedi loro la conoscenza che hanno, nel giorno in cui li creai; e nel Giardino di Eden diedi all’uomo il suo libero arbitrio;
e ai tuoi fratelli ho detto, e ho dato anche un comandamento, che si amassero l’un l’altro e che scegliessero me, loro Padre; ma ecco, sono senza affezione e odiano il loro stesso sangue” [Mosè 7:32–33].
Ecco perché il Signore e i cieli piansero.
Un fratello una volta mi ha chiesto se un uomo avrebbe potuto essere perfettamente felice nel regno celeste se a uno dei suoi figli non fosse permesso di entrarvi. Gli ho detto che supponevo che qualsiasi uomo che fosse così sfortunato da avere uno dei suoi figli escluso dal regno celeste sarebbe sicuramente stato triste a causa di tale condizione; ed è proprio la stessa situazione in cui si trova il nostro Padre in cielo. Non tutti i Suoi figli sono degni della gloria celeste e molti sono destinati a soffrire l’ira di Dio a causa delle loro trasgressioni, e ciò rattrista il Padre e tutto il cielo e li fa piangere. Il Signore opera in conformità con la legge naturale. L’uomo deve essere redento secondo la legge e la sua ricompensa deve essere basata sulla giustizia. Per questo il Signore non dà agli uomini che non meritano, ma ricompensa di tutti gli uomini secondo le loro opere…
Sono convinto che, se fosse possibile, il nostro Padre salverebbe tutti gli uomini e darebbe loro la gloria celeste, persino la pienezza dell’Esaltazione. Ma Egli ha dato all’uomo il libero arbitrio, ed è necessario che l’uomo obbedisca alla verità in base a ciò che è stato rivelato per ottenere l’Esaltazione dei giusti.12
6
Il Padre Celeste ha preparato la via per la redenzione in modo che sia possibile per noi tornare alla Sua presenza.
Quando era nel Giardino di Eden, Adamo si trovava alla presenza di Dio, nostro Padre… Dopo che egli fu scacciato dal Giardino di Eden, la situazione cambiò. Adamo fu bandito dalla presenza del Padre a causa delle sue trasgressioni. Le Scritture dicono che egli morì spiritualmente, cioè fu escluso dalla presenza di Dio.13
So che Gesù Cristo è il Figlio di Dio e che Egli ha ricevuto da Suo Padre il potere di riscattare gli uomini dalla morte spirituale e da quella temporale portate nel mondo dalla caduta di Adamo.14
C’era una sola via per la redenzione, un solo modo in cui poter porre rimedio e in cui il corpo potesse essere riunito allo spirito, cioè tramite un’Espiazione infinita che doveva essere compiuta da un essere infinito, qualcuno che non fosse soggetto alla morte e che, tuttavia, avesse sia il potere di morire sia il potere sulla morte. E così il nostro Padre nel cielo ha mandato Suo Figlio Gesù Cristo nel mondo con la vita in Sé. E poiché aveva una madre che aveva sangue nelle vene, Egli [Gesù Cristo] aveva il potere di morire. Egli poteva deporre il Suo corpo per poi riprenderlo. Permettetemi di leggere le Sue parole: “Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi.
Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho potestà di deporla e ho potestà di ripigliarla. Quest’ordine ho ricevuto dal Padre mio” (Giovanni 10:17–18).15
Non è mai stata intenzione del nostro Padre in cielo lasciare che gli uomini brancolassero nel buio senza una luce che li guidasse, aspettandosi che in tali condizioni riuscissero a trovare la strada per tornare al Suo regno e alla Sua presenza. Questa non è la maniera del Signore. Nel corso dei secoli, sin dal principio, il nostro Padre nel cielo ha mostrato la Sua gentilezza per i Suoi figli ed è stato disposto a guidarli. Sin dagli albori dei tempi i cieli si sono aperti, il Signore ha inviato messaggeri dalla Sua presenza a servitori scelti divinamente, uomini con l’autorità del sacerdozio incaricati di insegnare i principi del Vangelo, di mettere in guardia le persone e di insegnare loro la rettitudine; e questi uomini hanno ricevuto questa conoscenza, questa ispirazione e questa guida dai messaggeri celesti scesi dalla presenza di Dio. Questo vale anche per la nostra dispensazione. Non c’è bisogno che gli uomini chiudano gli occhi e pensino che non ci sia luce facendo affidamento solo sulla loro mente, perché il Signore è sempre stato disposto a guidarli e a mostrare loro la strada. Come ho detto, Egli ha mandato messaggeri dalla Sua presenza. Egli ha inviato la rivelazione. Egli ha comandato che la Sua parola venisse scritta e pubblicata, in modo che tutte le persone potessero conoscerla.16
Dico a voi, e a tutta la Chiesa, e, se è per questo, a tutto il mondo, che un Padre generoso e affettuoso, in questi ultimi giorni, ha parlato ancora una volta dal cielo ai Suoi servitori, i profeti.
La Sua voce ha invitato tutti gli uomini a venire al Suo Beneamato Figliuolo, per imparare da Lui, per godere della Sua bontà, per portare il Suo giogo e per ottenere la salvezza tramite l’obbedienza alle leggi del Suo vangelo. La Sua voce è stata una voce di gloria e onore, di pace per questa vita e di vita eterna per il mondo a venire.17
Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento
Domande
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Che cosa pensi che possa portare una persona a riuscire a pregare Dio “come se stesse parlando con un amico”? (“Dalla vita di Joseph Fielding Smith”). Rifletti sui modi per rafforzare il tuo rapporto con il Padre Celeste.
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Il presidente Smith ha espresso la sua gratitudine per la Prima Visione di Joseph Smith, che ha restaurato “la vera conoscenza di Dio” (sezione 1). Quali sono alcune verità che conosci su Dio Padre e Gesù Cristo grazie alla Prima Visione?
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Delle caratteristiche di Dio che il presidente Smith cita nella sezione 2, quali sono quelle più significative per te? Perché? Quando eserciti la fede nel Padre Celeste, come ti aiuta a conoscere le Sue caratteristiche?
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Il presidente Smith ha dichiarato: “Noi siamo i figli spirituali di Dio, il nostro Padre Celeste… Facciamo parte della Sua famiglia” (sezione 3). Che influenza ha avuto su di te questo principio?
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Nelle sezioni 4 e 5, quali espressioni ti aiutano a sentire l’amore che il Padre Celeste prova per te? Perché è importante capire che Dio ci ama e che è interessato a noi individualmente? Come possiamo aiutare i familiari e gli amici a sentire il Suo amore?
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Pensa a quello che il Padre Celeste ha fatto per aiutarti a ritornare alla Sua presenza (vedi sezione 6). Che cosa provi quando pensi che il Padre Celeste ha mandato il Suo Beneamato Figliuolo? In che modo il Padre Celeste ha mandato una “luce a guidar[ti]”?
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Sussidi didattici
“Parecchio insegnamento impartito nella Chiesa è fatto in maniera rigidissima, è una predica. In classe non rispondiamo troppo bene alle prediche. Le prediche le facciamo alla riunione sacramentale e alle conferenze. L’insegnamento, invece, può essere bidirezionale in modo da poter porre domande. In una classe potete favorire facilmente le domande” (Boyd K. Packer, “Principi dell’insegnamento e apprendimento”, Liahona, giugno 2007, 55).