Questo grande anno millenario
«Questo grande lavoro possiede una vitalità che non si era mai manifestata in maniera tanto grande»
Miei fratelli e sorelle, siete per me una grande fonte di ispirazione. Guardando in volto voi che fate parte di questa vasta congregazione, consapevole che molte altre persone si sono radunate in tutto il mondo, mi sento ripieno di un grande amore per ognuno di voi. Siete persone meravigliose. Prego che il Santo Spirito mi guidi mentre vi parlo.
Questa mattina prima di venire qui abbiamo sigillato la pietra angolare di questo grande nuovo edificio. Questo segna il completamento dell’edificio.
Ma noi preserviamo il simbolismo della pietra angolare in ricordo del Figlio di Dio sulla cui vita e missione questa chiesa è stata istituita. Lui, e solo Lui, è la pietra angolare principale. Su di Lui poggiano le solide fondamenta degli apostoli e dei profeti, e su questi poggia «l’edificio intero, ben collegato insieme» per costituire la Chiesa (Efesini 2:21).
Perciò, come ho ricordato ai partecipanti alla cerimonia di questa mattina, facciamo sì che questo simbolo sia riconosciuto come rappresentante il Redentore del mondo, il Figliol di Dio, il Signore Gesù Cristo di cui la Chiesa porta il nome.
Sono molto grato che l’edificio è ora completato. Lo abbiamo occupato per la conferenza di aprile e in un’altra occasione nel giugno scorso. Non era completamente ultimato. Ora è stato dichiarato completo con l’emissione di un permesso di abitabilità permanente.
Questo millenario anno 2000 è stato un anno straordinario per la Chiesa. Abbiamo avanzato su ogni fronte in tutto il mondo. Abbiamo superato il numero di 11 milioni di membri, davvero una cosa importante.
Ero presente nel 1947 quando la Chiesa celebrò il centenario dell’arrivo dei pionieri. In quella occasione fu dedicato il monumento «Questo è il luogo». Ci fu una grande celebrazione e nel Tabernacolo si tenne uno spettacolo per illustrare la missione universale della Chiesa. Il tema di tutte le celebrazioni era il progresso compiuto dalla Chiesa per arrivare a un milione di membri. Circa la metà di loro viveva nell’Utah. Ora soltanto il 15% vive qui, e tuttavia abbiamo più membri di quanti ne abbiamo mai avuto. È stupefacente e meraviglioso pensare che abbiamo undici milioni di membri, fatto che è accompagnato da una grande speranza per il futuro.
Ci siamo diffusi in ogni parte del mondo in cui ci è stato concesso di andare. Abbiamo predicato il Vangelo come è stato rivelato in questa dispensazione della pienezza dei tempi. Ci stiamo diffondendo in paesi i cui nomi raramente si sentivano menzionare nel 1947. Il lavoro missionario è progredito in maniera miracolosa.
Penso di essermi recato nella maggior parte dei luoghi in cui la Chiesa è stata istituita. Dappertutto ho trovato persone meravigliose. Sono Santi degli Ultimi Giorni nel senso più vero di questo termine. Si sforzano di obbedire ai comandamenti.
Incontrandomi e parlando con loro ho imparato il vero significato delle parole di Paolo:
«Egli [Dio] ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione,
Affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché Egli non sia lungi da ciascun di noi.
Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo … Poiché siamo anche sua progenie» (Atti 17:26-28).
Siamo diventati una grande società cosmopolita, una vasta famiglia di fratelli e sorelle nel Signore. Operando in questo grande concorso di uomini, donne, ragazzi e ragazze, tutti santi dell’Altissimo, cantiamo, marciando innanzi:
«I miei occhi hanno veduto la gloria della venuta del Signore
Egli sta schiacciando il raccolto dove stanno i grappoli dell’ira.
Egli ha scatenato il fatidico lampo della sua terribile, rapida spada.
La sua verità avanza nel mondo»
Questo grande lavoro possiede una vitalità che non si era mai manifestata in maniera tanto grande.
Nel campo dell’istruzione abbiamo istituito il programma del Seminario e dell’Istituto ovunque la Chiesa è presente. È un gran bene per i giovani di tutto il mondo. Negli Istituti i giovani di età universitaria trovano buoni compagni, trovano possibilità di istruirsi, di fare esperienze di società, e anche di trovare marito o moglie della loro stessa fede.
Durante gli ultimi mesi abbiamo annunciato che il Ricks College, un grande istituto di sapere, che finora conferiva diplomi biennali, si espanderà per offrire corsi quadriennali e prenderà quindi il nome Università Brigham Young-Idaho. Questo non vuole sminuire in nessun modo la fama del grande uomo dal quale tale istituto prendeva none. Il cambiamento accrescerà per molti giovani, uomini e donne, le possibilità di acquisire una buona istruzione. Farà di quella che era una grande scuola, una scuola più grande. È uno sforzo compiuto dalla Chiesa per accrescere le occasioni di acquisire un’istruzione secolare nell’ambito del sistema scolastico della Chiesa, dove si insegna la fede nel Dio vivente e nel Suo divin Figliuolo, nostro Signore.
Un altro fatto che avrà conseguenze straordinarie, messo in evidenza in questo anno millenario, è la costruzione di templi. Abbiamo assistito a un miracolo. Domenica scorsa a Boston, nel Massachusetts, abbiamo dedicato il centesimo tempio in funzione della Chiesa.
Entrai a far parte della Prima Presidenza nel luglio del 1981 come consigliere del presidente Kimball. A quel tempo erano in funzione soltanto 19 templi.
Cinquantatré nuovi templi, più della metà dei cento attualmente in funzione, sono stati dedicati da quando fui ordinato presidente della Chiesa cinque anni fa. Ne faccio menzione soltanto per ricordarvi il crescente ritmo di questa straordinaria espansione.
Quando in una conferenza annunciai che speravo di vedere la dedicazione del centesimo tempio in funzione prima della fine dell’anno 2000, mi chiedevo se fosse possibile. Non trovo parole sufficienti per ringraziare i molti uomini e donne che hanno lavorato a lungo e duramente per fare avverare questo miracolo. Alcuni di questi templi sono più piccoli. Ma ogni ordinanza che si può celebrare nel Tempio di Salt Lake, il più grande della Chiesa, si può celebrare in questi templi più piccoli. Sono edifici dedicati esclusivamente al lavoro di ordinanza. Sono edifici stupendi, ben costruiti sotto ogni aspetto, che consentono a migliaia e migliaia di nostri fedeli di fare un viaggio molto più comodo per raggiungere la casa del Signore.
Continueremo a costruirne. Ne dedicheremo altri tre prima della fine dell’anno. Continueremo a costruirne in futuro, forse non con lo stesso ritmo osservato nell’ultimo anno, ma vi sarà un costante lavoro di costruzione di queste sacre case per soddisfare le necessità dei fedeli.
Quanto è grato il nostro popolo! Spero, so, che il Signore si compiace.
Il Tabernacolo, che ci aveva servito tanto bene per più di un secolo, semplicemente non bastava più alle nostre necessità.
Intraprendere la costruzione di questo edificio è stata un’impresa ardua e impegnativa. Naturalmente eravamo a conoscenza di tutte le risorse dell’elettronica che ci consentono di diffondere in lungo e in largo il messaggio proclamato da questo pulpito. Tuttavia eravamo anche consapevoli del desiderio di tantissime persone di sedere nella stessa sala dell’oratore. Come dissi quando annunciai la decisione di procedere nell’impresa: «La costruzione di questo edificio è un impegno coraggioso. Ci siamo preoccupati. Abbiamo pregato. Abbiamo ascoltato i suggerimenti dello Spirito. E soltanto quando abbiamo sentito la voce di conferma del Signore, abbiamo deciso di procedere» («In tutto il mondo a testimonianza», Liahona, luglio 2000, 4).
L’annuncio della nostra decisione fu dato nella conferenza generale di aprile 1996. In quella occasione dissi:
«Mi duole che molte persone che volevano unirsi a noi nel Tabernacolo questa mattina non abbiamo potuto farlo. Davvero molte sono le persone che si trovano fuori del Tabernacolo …
Esprimo la mia solidarietà a quelli che desideravano entrarvi e che non hanno trovato posto. Circa un anno fa suggerii ai fratelli che forse era venuto il momento in cui esaminare la possibilità di costruire un’altra casa di culto, su scala molto più grande, per accogliere tre o quattro volte tanti i fedeli che possono trovare posto in questo edificio» («In questo glorioso mattino di Pasqua», La Stella, luglio 1996, 70).
Poco più di un anno dopo fu dato il primo colpo di piccone. Quella cerimonia fu tenuta il 24 luglio 1997, nel centocinquantesimo anniversario dell’arrivo dei nostri antenati in questa valle.
Alla conclusione della cerimonia del primo colpo di piccone il presidente Packer disse la preghiera di chiusura. Chiese al Signore di mantenermi in vita perché potessi essere presente alla dedicazione del nuovo edificio. Sono grato per la chiara risposta a quella richiesta.
Oggi lo dedicheremo come casa di culto in cui adorare Dio Padre Eterno e il Suo Unigenito Figliuolo, il Signore Gesù Cristo. Speriamo e preghiamo che da questo pulpito continueranno a diffondersi nel mondo dichiarazioni di testimonianza e di dottrina, di fede nel Dio vivente e di gratitudine per il grande sacrificio espiatorio del nostro Redentore.
Lo dedicheremo anche come edificio in cui si svolgeranno manifestazioni artistiche di natura dignitosa.
Qui il Coro del Tabernacolo canterà inni di lode. Qui si esibiranno altri gruppi musicali per intrattenere grandi masse di persone. Qui si terranno spettacoli per illustrare in maniera bella e artistica la storia di questo movimento, come tante altre attività.
Questo edificio è stato costruito utilizzando i migliori materiali e il personale più qualificato. Abbiamo un debito verso tutti coloro che hanno contribuito a fare di esso un magnifico centro per le conferenze della Chiesa e per altri scopi.
Prevediamo che ci perverranno richieste di altri gruppi per utilizzare questa sala. La metteremo a loro disposizione nell’osservanza delle regole che garantiscano che il suo utilizzo sia in armonia con gli scopi per i quali è stato dedicato oggi.
Non è un pezzo da museo, anche se l’architettura è superba. È un edificio da usare in onore dell’Altissimo per il compimento dei Suoi eterni propositi.
Sono tanto grato che lo possediamo. Sono tanto grato che sia stato ultimato. C’è ancora da completare l’accordatura dell’organo, un lavoro che continuerà per qualche tempo. Richiamo alla vostra attenzione gli eccellenti articoli pubblicati nella rivista Ensign di ottobre che trattano questo argomento.
Quando osservo questo meraviglioso edificio adiacente al tempio, mi vengono alla mente le grandi parole profetiche di Isaia:
«Avverrà negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso..
Molti popoli v’accorreranno, e diranno: ‹Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri›. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno.
O casa di Giacobbe, venite e camminiamo alla luce dell’Eterno!» (Isaia 2:2–3, 5).
Credo che questa profezia si applichi allo storico e meraviglioso Tempio di Salt Lake. Ma credo anche che riguardi questa magnifica sala. Poiché è da questo pulpito che la legge di Dio si diffonderà nel mondo, insieme con la parola e la testimonianza del Signore.
Dio ci benedica come popolo. In questo grande anno millenario abbiamo affrettato il nostro passo. Possiamo dunque camminare seguendo le orme del grande Geova, il Dio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe. Possiamo camminare nella luce di Colui che è il Messia del mondo, il Figlio di Dio il Quale disse di Sé: «Io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14:6). Questa è la mia umile preghiera, nel nome di Gesù Cristo. Amen.
ISTRUZIONI PER LA PREGHIERA DEDICATORIA
Tra poco dirò la preghiera dedicatoria alla quale voi tutti siete invitati a unirvi. Subito dopo la fine della preghiera, tutti ci alzeremo per dare il Grido dell’Osanna. È un grido dato alla dedicazione di ogni tempio. È stato anche dato in alcune occasioni importanti, come la posa della pietra di copertura del Tempio di Salt Lake e la celebrazione del centenario della Chiesa nella conferenza generale del 1930.
Ora vi mostrerò come si dà il grido. Ognuno di voi prenda un fazzoletto bianco, lo tenga per un angolo e lo agiti mentri griderà all’unisono con gli altri: «Osanna, Osanna, Osanna, a Dio e all’Agnello», ripetendolo per tre volte, seguito poi dalle parole «Amen, Amen, e Amen».
Ripeto, invitiamo tutti coloro che lo desiderano ad alzarsi e dare insieme a noi il grido subito dopo la preghiera dedicatoria. Coloro tra voi che non hanno un fazzoletto bianco, possono agitare la mano. Coloro che si trovano in altre località possono unirsi al grido se le condizioni lo consentono.
Dopo il grido, il Coro del Tabernacolo, senza annuncio, canterà l’«Inno dell’Osanna» che fu scritto da Evia Stephens per la dedicazione del Tempio di Salt Lake nel 1893. Al segnale del direttore la congregazione si unirà nel canto delle ultime due strofe dell’inno «Lo Spirito arde» che fu scritto da W. W. Phelps e cantato per la prima volta alla dedicazione del Tempio di Kirtland nel 1836.
La preghiera di chiusura sarà detta dall’anziano W. Don Ladd, membro dei Settanta e la conferenza sarà aggiornata alle ore 14:00.
Vi prego ora di chinare il capo e chiudere gli occhi mentre io dirò la preghiera dedicatoria.
PREGHIERA DEDICATORIA
O Dio, nostro Padre Eterno, con il cuore pieno di gratitudine ci rivolgiamo a Te in preghiera in questa storica domenica in cui dedichiamo questo magnifico Centro delle conferenze.
È stato eretto in Tuo onore e per la Tua gloria. È un altro grande edificio che si aggiunge a quelli già dedicati per il compimento dei Tuoi propositi e per far avanzare la Tua opera. Sta accanto al sacro Tempio che i nostri antenati faticarono per costruire durante un periodo di quarant’anni. È prospiciente allo storico Tabernacolo che ha servito il Tuo popolo tanto bene per più di un secolo. Vicina è la Sala delle Assemblee che viene utilizzata in molte varie maniere.
Poco lontano si trovano l’Edificio Amministrativo della Chiesa e l’Edificio Joseph Smith. Vicine si trovano pure la Lion House e la Beehive House, entrambe edifici storici. Nella direzione opposta si trovano il Museo di Storia e Arte della Chiesa e la Biblioteca Genealogica.
Questa nuova grande costruzione è prospiciente a tutti questi edifici e accresce la loro varietà, utilità e bellezza. Insieme, questi edifici sono una testimonianza della forza e della vitalità della Tua opera, della sede della Tua chiesa e della sorgente dalla quale scaturisce la verità per riempire la terra.
Ti ringraziamo per i molti operai e operaie altamente specializzati che hanno lavorato a lungo e duramente per portarla a compimento. Possano essi essere orgogliosi del loro successo.
Qui riuniti per questa grande conferenza generale della Tua chiesa, i cui atti vengono trasmessi ai popoli di tutto il mondo, chiniamo il capo con riverenza al Tuo cospetto.
Agendo in base all’autorità del santo sacerdozio che proviene da Te, e nel nome del Tuo Unigenito Figliuolo, il Signore Gesù Cristo, noi dedichiamo e consacriamo questo Centro delle conferenze della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Lo dedichiamo a Te, nostro Padre e nostro Dio, e al Tuo beneamato Figliuolo, nostro Redentore, di cui la Chiesa porta il nome.
Lo dedichiamo come luogo di raduno per il Tuo popolo, perché qui possa riunirsi per ascoltare la parola del Signore diffusa dai Tuoi servitori che stanno come profeti, veggenti e rivelatori e come testimoni al mondo della vivente realtà del Signore Gesù Cristo, il cui nome è l’unico nome dato agli uomini per il quale essi abbiano a essere salvati.
Lo dedichiamo dalle fondamenta sulle quali poggia alla sommità della sua guglia. Dedichiamo questa magnifica sala, unica per disegno e dimensioni, costruita per ospitare le migliaia di persone che durante gli anni si riuniranno qui per adorarti e per essere intrattenute in maniera sana e meravigliosa.
Possa il Tuo nome essere pronunciato con riverenza e amore da questo pulpito. Possa il nome di Tuo Figlio essere costantemente ricordato con sacre dichiarazioni. Possa la testimonianza della Tua divina opera risuonare da qui in tutto il mondo. Possa essere proclamata la rettitudine e denunciato il male. Possano le parole di fede diffondersi con coraggio e convinzione. Possano i proclami e le dichiarazioni di dottrina risuonare per le nazioni.
Anche se la terra tremerà, possa questo magnifico edificio rimanere saldo e sicuro sotto la Tua amorevole cura. Nessuna voce malvagia si levi mai in questa sala contro Te, contro Tuo Figlio, contro la Tua chiesa restaurata o contro i suoi profeti e dirigenti che hanno presieduto durante gli anni. Proteggilo dalle calamità naturali e dall’empia mano del vandalo e del distruttore. Preservalo dai conflitti e dagli atti di terrorismo. Tutti quelli che passano di qui, quale che sia la religione alla quale appartengono, possano guardare questo edificio con rispetto e ammirazione.
Questa grande sala sia un luogo di attività ricreative dignitose, una sede per espressioni artistiche edificanti e tali da accrescere la cultura del popolo. Qui non si mettano mai in scena spettacoli che manchino di dignità e in cui non si rispecchi la bellezza che scaturisce dalla Tua divina natura.
Dedichiamo il grande organo, le belle sale e stanze, il parcheggio e tutte le altre parti e annessi di questo edificio. Sia una casa bella per chi la osserva, sia dall’interno che dall’esterno. Sia una casa per molti usi, una casa di cultura, una casa d’arte, una casa di culto, una casa di fede, una casa di Dio.
Sia un’espressione della dichiarazione del Tuo popolo che «se vi sono cose virtuose, amabili, di buona reputazione o degne di lode, queste sono le cose che noi ricerchiamo» (Articoli di fede 1:13).
Ed ora, Padre, dedicando questo Centro delle conferenze, dedichiamo anche il teatro adiacente. È un edificio bello, destinato a servire come luogo di raduno, come sede di espressioni artistiche e per una grande varietà di usi, tutti dignitosi e creati allo scopo di coltivare quanto vi è di bello e di nobile. Proteggilo e benedicilo come abbiamo richiesto per il Centro delle conferenze.
In questo giorno vogliamo anche dedicare il parcheggio sotto la Main Street e tutte le migliorie apportate alla zona che si trova di fronte alla casa del Signore, il Tempio del nostro Dio.
Possa questa zona essere considerata un luogo di riposo, un’oasi nel mezzo del brusio di questa città. Sia un luogo in cui chi è stanco possa sedere e contemplare le cose di Dio e le bellezze della natura. È adornata di alberi e cespugli, di fiori e di fontane, tutti uniti per creare un’isola di quieta bellezza nel mezzo di questa grande e attiva comunità. Possano tutte le persone che passano di qua apprezzare il desiderio del popolo della Tua chiesa di migliorare e abbellire questa zona.
Preghiamo perché le espressioni favorevoli possano prevalere e aumentare fino a quando ci sarà l’accettazione e l’apprezzamento universali per quello che è stato fatto. Invochiamo le Tue benedizioni su questa comunità e su questo Stato. Questa è la zona in cui il Tuo popolo venne alla ricerca di un asilo dall’oppressione che aveva conosciuto. Ora è diventata una grande società cosmopolita nella quale si sono radunate persone provenienti da tutto il Paese e da tutto il mondo. Possano tutti coloro che qui vivono e che qui vengono riconoscervi un ambiente comunitario unico e piacevole. Possiamo noi che apparteniamo alla Tua chiesa essere ospitali e generosi. Possiamo noi mantenere la norme e le pratiche per la quali siamo conosciuti e accordare agli altri il privilegio di adorare «come, dove o ciò che vogliono» (Articoli di fede 1:11).
Benedici tutti noi perché possiamo essere buoni vicini e utili a tutti. Aiutaci a tendere la mano per sostenere le ginocchia vacillanti e chiunque si trovi nel bisogno. Possiamo tutti vivere in pace, con gratitudine e rispetto l’uno per l’altro.
Altissimo Iddio, quanto siamo grati per le meravigliose benedizioni che Tu fai scendere su di noi! Accetta la nostra gratitudine. Tieni fede alle Tue antiche promesse riguardo a coloro che contribuiscono con le loro decime e offerte a rendere tutto questo possibile. Apri le cateratte del cielo e riversa su di loro le Tue benedizioni.
Noi amiamo Te e il Tuo divin Figliuolo. Ci sforziamo di fare la Tua volontà. Lodiamo il Tuo santo nome. Leviamo la voce negli inni di culto. Portiamo testimonianza di Te e del nostro Redentore, il Tuo ineguagliabile Figliuolo. Maestose sono le Tue vie, glorioso è l’arazzo del Tuo piano eterno per tutti coloro che camminano in obbedienza a Te.
Ti preghiamo di far scendere su di noi il Tuo favore. Così preghiamo, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Amen.9