Il principio eterno dell’amore
L’amore del nostro Padre Celeste per ciascuno dei Suoi figli è reale. Egli c’è per ognuno di loro.
Il principio eterno dell’amore si manifesta osservando i due grandi comandamenti: amare Dio con tutto il cuore, l’anima, la mente, la forza e amare il prossimo come se stessi.1
Ricordo il mio primo inverno trascorso qui nello Utah: neve dappertutto. Venendo dal deserto di Sonora, i primi giorni mi piaceva, ma dopo qualche giorno mi sono reso conto che dovevo alzarmi prima per rimuovere la neve dal vialetto.
Una mattina, nel bel mezzo di una tempesta di neve, stavo sudando mentre spalavo la neve e ho visto il mio vicino aprire il suo garage dall’altra parte della strada. È più anziano di me, quindi ho pensato che, se fossi riuscito a finire presto, avrei potuto aiutarlo. Così, alzando la voce, gli ho chiesto: “Fratello, ha bisogno di aiuto?”.
Lui ha sorriso e ha detto: “Grazie, anziano Montoya”. Poi ha tirato fuori dal suo garage uno spazzaneve, ha avviato il motore e in pochi minuti ha rimosso tutta la neve davanti a casa sua. Poi ha attraversato la strada con il suo apparecchio e mi ha chiesto: “Anziano, ha bisogno di aiuto?”.
Con un sorriso ho detto: “Sì, grazie”.
Siamo disposti ad aiutarci a vicenda perché ci vogliamo bene e le necessità di mio fratello diventano le mie necessità e le mie diventano le sue. A prescindere dalla lingua parlata da mio fratello o dal paese da cui proviene, ci vogliamo bene perché siamo fratelli, figli dello stesso Padre.
Quando è stato annunciato il ministero, il presidente Russell M. Nelson ha detto: “Implementeremo un approccio nuovo e più santo al prenderci cura degli altri e al ministrare loro”2. Per me, più santo significa più personale, più profondo, più simile alla maniera del Salvatore: “[Avere] amore gli uni per gli altri”3, uno ad uno.
Non basta evitare di essere una pietra d’inciampo per gli altri; non basta notare i bisognosi per strada e passare oltre. Approfittiamo di ogni occasione per aiutare il nostro prossimo, anche se è la prima e unica volta che lo incontriamo in questa vita.
Perché l’amore per Dio è il primo grande comandamento?
Penso che sia per ciò che Egli significa per noi. Noi siamo i Suoi figli, Egli sovrintende al nostro benessere, dipendiamo da Lui e il Suo amore ci protegge. Il Suo piano contempla l’arbitrio, perciò probabilmente commetteremo degli errori.
Egli, inoltre, ci permette di essere messi alla prova e tentati. Tuttavia, sia che commettiamo degli errori o che cadiamo in tentazione, il piano fornisce un Salvatore in modo che possiamo essere redenti e ritornare alla presenza di Dio.
Le avversità della nostra vita possono farci dubitare dell’adempimento delle promesse che ci sono state fatte. Vi prego di confidare in nostro Padre. Egli mantiene sempre le Sue promesse e noi possiamo imparare ciò che Egli vuole insegnarci.
Anche quando facciamo ciò che è giusto, le circostanze della nostra vita possono passare dal bene al male, dalla felicità alla tristezza. Dio risponde alle nostre preghiere secondo la Sua misericordia e il Suo amore infiniti e i Suoi tempi.
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Il torrente dove Elia beveva l’acqua si prosciugò.4
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L’arco di bell’acciaio di Nefi si ruppe.5
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Un ragazzo è stato discriminato ed espulso dalla scuola.
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Un bambino tanto atteso è morto pochi giorni dopo la nascita.
Le circostanze cambiano.
Quando le circostanze cambiano da buone e positive a cattive e negative, possiamo comunque essere felici perché la felicità non dipende dalle circostanze, ma dal nostro atteggiamento nei confronti delle circostanze. Il presidente Nelson ha detto: “La gioia che proviamo ha poco a che fare con le circostanze in cui viviamo, ma dipende totalmente da ciò su cui incentriamo la nostra vita”6.
Possiamo stare ad aspettare che le circostanze cambino da sole oppure possiamo cercare e creare nuove circostanze.
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Elia andò a Sarepta, dove una vedova gli diede da mangiare e da bere.7
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Nefi fece un arco di legno e cacciò gli animali per mangiare.8
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Il ragazzo è rimasto seduto ad ascoltare e a prendere appunti accanto alla finestra, e oggi è un insegnante di scuola elementare.
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La coppia ha sviluppato grande fede nel Salvatore Gesù Cristo e fiducia nel piano di salvezza. Il loro amore per il bambino tanto atteso che è morto improvvisamente è più grande del loro dolore.
Quando sento le domande: “Padre Celeste, sei davvero in ciel? Odi e rispondi a un bimbo che si volge a Te?”9, mi piace rispondere: “Egli è stato, è e sarà sempre lì per voi e per me. Sono Suo figlio, Lui è mio Padre e sto imparando a essere un buon padre, come lo è Lui”.
Io e mia moglie cerchiamo sempre di esserci per i nostri figli in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione e con qualsiasi mezzo. Ogni figlio è unico; il loro valore per Dio è grande e, a prescindere dalle difficoltà, dai peccati e dalle debolezze che hanno, Dio li ama e anche noi.
Quando ho ricevuto questa chiamata come Autorità generale, l’ultimo giorno prima del nostro viaggio a Salt Lake i miei figli e le loro famiglie erano tutti insieme a casa nostra per una serata familiare, in cui abbiamo espresso il nostro amore e la nostra gratitudine. Dopo la lezione, ho impartito una benedizione del sacerdozio a ciascuno dei miei figli. Tutti erano in lacrime. Dopo le benedizioni, il mio figlio maggiore ha espresso parole di gratitudine a nome di tutti per il grande amore che avevamo dato loro dal giorno in cui sono nati fino a quel momento.
Benedite i vostri figli, che abbiano 5 o 50 anni. State con loro; siate lì per loro. Nonostante quella di provvedere sia una responsabilità stabilita per disegno divino, non dobbiamo dimenticare di condividere del tempo gioioso con i nostri figli.
L’amore del nostro Padre Celeste per ciascuno dei Suoi figli è reale. Egli c’è per ognuno di loro. Non so come faccia, ma lo fa. Egli e il Suo Primogenito sono uno nel compiere l’opera e la gloria del Padre di “fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo”10. Ci hanno mandato lo Spirito Santo per guidarci, per avvertirci e per confortarci se necessario.
Egli istruì il Suo Beneamato Figlio di creare questa terra meravigliosa. Istruì Adamo ed Eva e diede loro l’arbitrio. Egli manda messaggeri da anni e anni in modo che possiamo ricevere il Suo amore e i Suoi comandamenti.
Era nel Bosco Sacro per rispondere alla domanda sincera del giovane Joseph e lo chiamò per nome. Disse: “Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltalo!”11.
Credo che la dimostrazione suprema dell’amore che Dio ha per noi sia quella data nel Getsemani, dove il Figlio del Dio vivente pregò: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi”12.
Ho notato che il poco che riesco a comprendere dell’Espiazione di Gesù Cristo aumenta il mio amore per il Padre e per Suo Figlio, diminuisce il mio desiderio di peccare e di essere disobbediente e accresce la mia volontà di essere migliore e di fare meglio.
Gesù camminò senza timore e senza dubbi fino al Getsemani, confidando in Suo Padre, sapendo di dover pigiare l’uva nello strettoio da solo. Sopportò ogni dolore e ogni umiliazione. Fu accusato, giudicato e crocifisso. Durante la Sua agonia e la Sua sofferenza sulla croce, Gesù si concentrò sulle necessità di Sua madre e del Suo amato discepolo. Offrì la Sua vita
Il terzo giorno Egli risorse. La tomba è vuota; Egli sta alla destra di Suo Padre. Essi sperano che noi sceglieremo di tener fede alle nostre alleanze e di tornare alla Loro presenza. Questo secondo stato non è il nostro stato finale; non apparteniamo a questa dimora terrena, ma piuttosto siamo esseri eterni che vivono esperienze temporanee.
Gesù è il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente. Egli vive e, poiché Egli vive, tutti i figli di Dio vivranno per sempre. Grazie al Suo sacrificio espiatorio, tutti noi potremo vivere insieme a Loro. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.