Conferenza generale
Discepolato duraturo
Conferenza generale di ottobre 2022


10:23

Discepolato duraturo

Possiamo trovare sicurezza e pace spirituali se continuiamo a nutrire abitudini sante e rette che possono sostenere e alimentare il fuoco della nostra fede.

L’estate scorsa, oltre 200.000 dei nostri giovani in tutto il mondo sono cresciuti nella fede in una delle centinaia di sessioni, della durata di una settimana, delle conferenze Per la forza della gioventù, o FSY. Reduci dall’isolamento dovuto alla pandemia, per molti già soltanto partecipare è stato un atto di fede nel Signore. Molti giovani partecipanti sembrano seguire una parabola ascendente simile verso una conversione più profonda. Alla fine della settimana mi piaceva chiedere loro: “Allora, com’è andata?”.

A volte dicevano qualcosa tipo: “Il lunedì ero arrabbiato con mia madre perché mi aveva fatto venire alla conferenza. Non conoscevo nessuno. Pensavo che non fosse per me, che non avrei trovato amici, […] ma ora è venerdì e vorrei solo restare qui. Voglio semplicemente sentire lo Spirito nella mia vita. Voglio vivere così”.

Ognuno di loro ha le sue storie da raccontare fatte di momenti di chiarezza e di doni spirituali che li hanno avvolti e accompagnati lungo quella parabola crescente. Anch’io sono cambiato durante quest’estate di conferenze FSY nel vedere lo Spirito di Dio rispondere incessantemente ai desideri retti di ogni cuore in queste moltitudini di giovani che individualmente hanno trovato il coraggio di confidare in Lui vivendo una settimana sotto la Sua ala.

Come le navi di acciaio dallo scafo scintillante nel mare, noi viviamo in un ambiente spiritualmente corrosivo in cui le convinzioni più luminose devono essere curate consapevolmente, altrimenti possono graffiarsi, poi corrodersi e infine sgretolarsi.

Che genere di cose possiamo fare per mantenere vivo il fuoco delle nostre convinzioni?

Esperienze come le conferenze FSY, i campeggi, le riunioni sacramentali e le missioni possono contribuire a lucidare la nostra testimonianza, conducendoci a luoghi di relativa pace attraverso parabole di crescita e di scoperta spirituale. Ma che cosa dobbiamo fare per rimanervi e continuare a “[spingerci] innanzi con costanza in Cristo” (2 Nefi 31:20) invece di scivolare indietro? Prima di tutto, dobbiamo continuare a fare quelle cose che ci hanno permesso di giungervi, come pregare spesso, immergerci nelle Scritture e servire con sincerità.

Per alcuni di noi persino partecipare alla riunione sacramentale può richiedere un esercizio di fiducia nel Signore. Ma una volta che siamo lì, l’influenza guaritrice del sacramento del Signore, le infusioni di principi del Vangelo e la cura della comunità della Chiesa possono farci tornare a casa a un livello più elevato.

Qual è la fonte del potere che traiamo dal riunirci insieme di persona?

All’FSY, oltre 200.000 dei nostri giovani hanno imparato a conoscere meglio il Salvatore usando una semplice formula: riunirsi in due o più nel Suo nome (vedere Matteo 18:20), impegnarsi nello studio del Vangelo e delle Scritture, cantare insieme, pregare insieme e trovare pace in Cristo. Questa è una ricetta possente per il risveglio spirituale.

Questo immenso gruppo di fratelli e sorelle ora è tornato a casa per stabilire che cosa significa continuare a confidare nell’Eterno (vedere Proverbi 3:5; tema dei giovani del 2022) quando si è travolti dalla cacofonia di un mondo turbolento. Una cosa è ascoltarLo (vedere Joseph Smith – Storia 1:17) in un luogo tranquillo di contemplazione con le Scritture aperte. Ma è tutta un’altra cosa portare il nostro discepolato in questo turbinio terreno di distrazioni, in cui dobbiamo sforzarci di ascoltarLo anche attraverso l’offuscamento della preoccupazione per se stessi e della fiducia vacillante. Non ci siano dubbi: i nostri giovani mostrano di avere la stoffa degli eroi quando pongono il cuore e la mente nel rimanere retti contro la mutevole tettonica morale del nostro tempo.

Che cosa possono fare le famiglie a casa per potenziare lo slancio creato dalle attività della Chiesa?

Una volta ho servito come marito della presidentessa delle Giovani Donne di palo. Una sera, mi fu chiesto di disporre i dolci nell’atrio mentre mia moglie teneva una riunione in cappella per i genitori e le loro figlie che si preparavano a partecipare al campeggio delle Giovani Donne la settimana successiva. Dopo aver spiegato dove andare e cosa portare, lei disse: “Martedì mattina, quando lascerete le vostre care ragazze all’autobus, abbracciatele forte. Date loro un bacio d’addio, perché non torneranno”.

Sentii qualcuno sussultare, poi mi accorsi che ero io. “Non torneranno?”.

Poi, però, continuò: “Quando lascerete le vostre ragazze, martedì mattina, loro si lasceranno alle spalle le distrazioni delle cose di minore importanza per trascorrere una settimana insieme a imparare, a crescere e a confidare nel Signore. Pregheremo insieme, canteremo, cucineremo, serviremo insieme, condivideremo testimonianze e faremo le cose che ci permettono di sentire lo Spirito del Padre Celeste, per tutta la settimana, fino a che penetrerà completamente nelle nostre ossa. E il sabato, quelle ragazze che vedrete scendere da quell’autobus non saranno le stesse che avete lasciato il martedì. Saranno creature nuove. E se le aiuterete a continuare partendo da quel livello più alto, loro vi stupiranno. Continueranno a cambiare e a crescere. E lo stesso farà la vostra famiglia”.

Quel sabato successe proprio ciò che lei aveva predetto. Mentre caricavo le tende, udii la voce di mia moglie nel piccolo anfiteatro di legno dove si erano riunite le ragazze prima di tornare a casa. La sentii dire: “Eccovi qui. Vi abbiamo osservato per tutta la settimana. Le nostre ragazze del sabato”.

I valorosi giovani di Sion stanno viaggiando attraverso un periodo sorprendente. Trovare gioia in questo mondo di turbamento profetizzato, senza diventare parte di questo mondo incapace di percepire la santità, è il loro compito peculiare. Un centinaio di anni fa, G. K Chesterton parlò quasi come se avesse visto questa ricerca essere incentrata sulla casa e sostenuta dalla Chiesa quando disse: “Dobbiamo sentire l’universo intero come il castello di un orco, da prendere d’assalto, e tuttavia come fosse la nostra casetta, a cui possiamo tornare la sera” (Orthodoxy [1909], 130).

Fortunatamente, non devono andare in battaglia da soli. Si aiutano a vicenda. Inoltre, hanno voi. E seguono un profeta vivente, il presidente Russell M. Nelson, che guida con l’ottimismo consapevole di un veggente che proclama che la grande impresa di questi tempi — il raduno d’Israele — sarà grande e maestosa (vedere “O speranza d’Israele” [riunione mondiale per i giovani, 3 giugno 2018], HopeofIsrael.ChurchofJesusChrist.org).

Quest’estate io e mia moglie Kalleen abbiamo fatto scalo ad Amsterdam, dove, molti anni prima, ero stato un nuovo missionario. Allora avevo trascorso mesi a faticare per imparare l’olandese; mentre il nostro volo KLM stava atterrando, il capitano fece un annuncio incomprensibile all’altoparlante. Dopo un momento di silenzio, il mio collega mormorò: “Penso che stesse parlando in olandese”. Alzammo lo sguardo, leggendoci reciprocamente il pensiero: “È stato tutto inutile”.

Ma non era stato tutto inutile. Mentre mi meravigliavo per gli atti di fede che compimmo allora attraversando l’aeroporto per incamminarci verso i miracoli che sarebbero piovuti su noi missionari, sono stato bruscamente riportato al presente da un missionario in carne e ossa che doveva salire sull’aereo per tornare a casa. Si è presentato e ha chiesto: “Presidente Lund, e adesso che cosa faccio? Che cosa faccio per rimanere forte?”.

Questa è la stessa domanda che affolla la mente dei nostri giovani al termine delle conferenze FSY, dei campeggi per i giovani, dei viaggi al tempio e ogni volta che provano i poteri del cielo: “In che modo amare Dio può diventare un discepolato duraturo?”.

Ho provato un amore immenso per questo missionario perspicace che stava servendo le ultime ore della sua missione e, in quella momentanea calma dello Spirito, ho sentito la mia voce incrinarsi quando ho detto semplicemente: “Non è necessario che indossi la targhetta per portare il Suo nome”.

Avrei voluto mettergli la mano sulla spalla e dirgli: “Ecco cosa devi fare. Vai a casa e sii semplicemente così come sei ora. Sei così bravo che quasi splendi nel buio. La tua disciplina missionaria e i tuoi sacrifici ti hanno reso un magnifico figlio di Dio. Continua a fare a casa ciò che ha funzionato per te in maniera tanto potente qui. Hai imparato a pregare e chi pregare, e il linguaggio della preghiera. Hai studiato le Sue parole e hai imparato ad amare il Salvatore cercando di essere come Lui. Hai amato il Padre Celeste come Egli ha amato Suo Padre, hai servito gli altri come Egli ha servito gli altri e hai osservato i comandamenti come li ha osservati Lui — e quando non l’hai fatto, ti sei pentito. Il tuo essere un discepolo non è solo uno slogan su una maglietta: è diventato parte della tua vita, vissuta intenzionalmente per gli altri. Quindi, torna a casa e fai queste cose. Sii questo. Porta questo slancio spirituale per il resto della tua vita”.

So che confidando nel Signore Gesù Cristo e nel Suo sentiero dell’alleanza, possiamo trovare sicurezza e pace spirituali se continuiamo a nutrire abitudini sante e rette che possono sostenere e alimentare il fuoco della nostra fede. Prego che ognuno di noi si avvicini sempre di più a questo fuoco che ci riscalda e vi rimanga accanto, qualunque cosa accada. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.