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46 Investiti di potere


“Investiti di potere”, capitolo 46 di Santi – La storia della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni, volume 1, Lo stendardo della verità, 1815–1846 (2018)

Capitolo 46: “Investiti di potere”

Capitolo 46

Tempio sulla collina

Investiti di potere

Nell’autunno del 1844, il Quorum dei Dodici inviò un’epistola a i santi in ogni dove. “Il tempio”, annunciarono, “richiede necessariamente la nostra massima e più rigida attenzione”. Incoraggiarono i santi a mandare denaro, provviste e lavoratori per affrettare l’opera. Li aspettava un’investitura di potere. Tutto ciò di cui avevano bisogno era un luogo in cui riceverla.1

I santi condivisero l’urgenza espressa dagli apostoli. A fine settembre, Peter Maughan scrisse a Willard Richards riguardo alla nuova miniera di carbone dei santi a centosessanta chilometri lungo il fiume Mississippi. Peter e Mary avevano da poco venduto la loro casa a Nauvoo e avevano utilizzato il denaro ricavato per acquistare una miniera per la Chiesa, trasferendo la famiglia in una disagevole casa di tronchi vicino al luogo di lavoro. Peter, però, desiderava già tornare a Nauvoo per tagliere le pietre per la casa del Signore.

“L’unica cosa che ho nella mente”, disse a Willard, “è che la costruzione del tempio continua spedita e io sono escluso dal privilegio di dare una mano”2.

Con i muri del tempio che si alzavano sempre di più, Brigham era determinato a continuare l’opera che Joseph aveva iniziato. Seguendo l’esempio del Profeta, pregava spesso con i santi che avevano ricevuto l’investitura e chiedeva al Signore di preservare e unificare la Chiesa. I battesimi per i morti, che erano stati interrotti dopo la morte di Joseph, ripresero nel piano interrato del tempio. Gli anziani e i settanta tornarono numerosi sul campo di missione.3

Le sfide, però, non mancavano mai. A settembre, Brigham e i Dodici vennero a sapere che Sidney Rigdon stava cospirando contro di loro e stava denunciando Joseph come profeta decaduto. Lo accusarono di apostasia e il vescovo Whitney e il sommo consiglio lo scomunicarono. Subito dopo, Sidney lasciò Nauvoo, predicendo che i santi non avrebbero mai completato il tempio.4

Ancora preoccupata del benessere della sua famiglia, anche Emma Smith aveva rifiutato di dare il suo pieno appoggio agli apostoli. Collaborava con gli amministratori fiduciari da loro nominati per sistemare le proprietà di Joseph, ma le dispute riguardo ai suoi documenti e alle altre proprietà la infastidivano. Era anche turbata dal fatto che gli apostoli continuassero a insegnare e a praticare il matrimonio plurimo in privato.5

Le donne che erano state suggellate a Joseph come mogli plurime non avanzarono pretese sui suoi possedimenti. Dopo la sua morte, alcune tornarono dalle loro famiglie. Altre sposarono alcuni membri dei Dodici, che avevano fatto alleanza di prendersi cura di loro e di provvedere a loro in assenza di Joseph. In silenzio, gli apostoli continuavano a presentare il matrimonio plurimo a un numero sempre maggiore di santi, sposavano nuove mogli plurime dalle quali avevano figli.6

Agli inizi del 1845, le difficoltà maggiori per i santi giunsero dall’esterno della Chiesa. Thomas Sharp e altri otto uomini erano stati accusati dell’omicidio di Joseph e di Hyrum, ma nessuno dei santi si aspettava che fossero giudicati colpevoli. Nel frattempo, i membri della legislatura di stato cercarono di indebolire il potere politico della Chiesa abrogando lo statuto della città di Nauvoo. Il governatore Ford sostenne i loro sforzi e, per la fine di gennaio del 1845, la legislatura negò ai santi che vivevano a Nauvoo il diritto di promulgare e far rispettare le leggi, sciolsero la Legione di Nauvoo e anche le forze di polizia locali.7

Brigham temeva che, senza queste protezioni, i santi sarebbero stati vulnerabili agli attacchi dei loro nemici. Eppure, il tempio era lontano dall’essere terminato e se i santi fossero scappati dalla città, non avrebbero potuto ricevere la loro investitura. Avevano bisogno di tempo per completare l’opera che il Signore aveva affidato loro. Restare a Nauvoo anche solo per un altro anno, però, poteva mettere a rischio la vita di tutti.

Brigham si inginocchiò e pregò per sapere che cosa dovessero fare i santi. La risposta del Signore fu semplice: restate e completate il tempio.8


La mattina dell’1 marzo, il trentottenne Lewis Dana fu il primo indiano d’America a unirsi al Consiglio dei Cinquanta. Dopo la morte di Joseph le riunioni del consiglio sconsiglio non furono più tenute, ma, una volta annullato lo statuto di Nauvoo e dato che i santi si erano resi conto che i loro giorni a Nauvoo erano contati, i Dodici avevano convocato il consiglio perché contribuisse a governare la città e a programmarne l’evacuazione.

Nel 1840, Lewis, membro della tribù Oneida, era stato battezzato con la sua famiglia. Aveva svolto diverse missioni, inclusa una nei territori indiani a ovest degli Stati Uniti, avventurandosi fino alle Montagne Rocciose. Sapendo che Lewis aveva amici e parenti tra le nazioni indiane all’ovest, Brigham lo invitò a unirsi al consiglio e a condividere ciò che sapeva sui popoli e sulle terre di quella parte del paese.

“Nel nome del Signore”, disse Lewis al consiglio, “sono disposto a fare tutto il possibile”9.

Nel corso degli anni, i santi si erano sempre più risentiti nei confronti dei dirigenti della nazione per essersi rifiutati di aiutarli. I dirigenti della Chiesa erano ora determinati a lasciare il paese e a portare avanti il piano di Joseph di stabilire un nuovo luogo di raduno in cui potessero erigere un vessillo per le nazioni, come aveva predetto il profeta Isaia, e potessero osservare le leggi di Dio in pace. Come Joseph, Brigham voleva che il nuovo luogo di raduno fosse nell’Ovest, tra gli indiani, che sperava si riunissero come un ramo della dispersa Israele.

Rivolgendosi al consiglio, Brigham propose di mandare in spedizione a ovest Lewis e diversi altri membri del consiglio per incontrare gli indiani di diverse nazioni e per spiegare loro le motivazioni per cui i santi volevano trasferirsi in quella regione. Avrebbero anche individuato possibili luoghi per il raduno.10

Heber Kimball fu d’accordo con il piano. “Mentre questi uomini cercano questo posto”, disse, “il tempio sarà completato e i santi riceveranno la loro investitura”11.

Il consiglio approvò la spedizione, e Lewis acconsentì a guidarla. Per il resto dei mesi di marzo e aprile, partecipò alle riunioni del consiglio e raccomandò agli altri membri come attrezzarsi al meglio per affrontare la spedizione e per raggiungerne gli obiettivi.12 Per la fine di aprile, il consiglio aveva nominato quattro uomini che avrebbero accompagnato Lewis nel viaggio. Tra loro vi erano Phineas, il fratello di Brigham, e un nuovo convertito di nome Solomon Tindall, un indiano Mohegan che era stato adottato dai Delaware.13

La spedizione lasciò Nauvoo poco dopo, viaggiando in direzione sud-ovest attraverso il Missouri per raggiungere il territorio situato oltre i suoi confini.i.14


Sull’isola di Tubuai, nel Pacifico Meridionale, Addison Pratt calcolava che erano passati quasi due anni da quando aveva lasciato sua moglie e i suoi figli a Nauvoo. Anche se Louisa gli aveva certamente scritto, proprio come lui aveva scritto a casa ogni volta che ne aveva avuto la possibilità, non aveva ricevuto notizie dalla sua famiglia.

Era comunque grato alle persone di Tubuai, che lo facevano sentire a casa. La piccola isola contava circa duecento abitanti, e Addison aveva lavorato sodo, aveva imparato la lingua e si era fatto tanti amici. Dopo un anno sull’isola aveva battezzato sessanta persone, tra cui Repa, la figlia maggiore del re locale. Aveva anche battezzato una coppia, quella di Nabota e Telii, che aveva condiviso con lui tutto ciò che aveva, trattandolo come uno di famiglia. Addison traeva nutrimento spirituale dal sentire Nabota e Telii che pregavano per i santi a Nauvoo e che ringraziavano il Signore per aver mandato Addison in missione.15

Sebbene gli facesse desiderare di tornare a casa, pensare a Lousa e alle sue figlie offriva a Addison anche un motivo per riflettere sulle ragioni del loro sacrificio. Era a Tubuai grazie al suo amore per Gesù Cristo e al suo desiderio di salvare i figli di Dio. Mentre attraversava l’isola avanti e indietro per far visita ai santi di Tubuai, Addison sentiva spesso un calore e un affetto che inducevano alle lacrime lui e coloro che lo circondavano.

“Qui ho amicizie che solo i legami del Vangelo eterno avrebbero potuto creare”, annotò nel suo diario.16

Tre mesi dopo, nel luglio del 1845, Addison venne a sapere della morte di Joseph e di Hyrum tramite una lettera di Noah Rogers, un collega missionario che in quel momento stava servendo lontano, a Tahiti. Mentre leggeva la notizia degli omicidi, gli si gelò il sangue nelle vene.17

Circa una settimana dopo, Noah scrisse nuovamente a Addison. L’opera missionaria a Tahiti e nelle isole circostanti aveva avuto meno successo di quella di Addison a Tubuai, e le notizie provenienti da Nauvoo turbavano Noah. A casa aveva una moglie e nove figli ed era preoccupato per la loro sicurezza. Avevano sofferto tanto durante il conflitto nel Missouri e non voleva che patissero altre prove senza di lui. Egli programmava di prendere la prossima nave per tornare a casa.18

Addison aveva ogni ragione per seguire Noah. Senza Joseph, anche lui temeva per la sua famiglia e per la Chiesa. “Quali saranno i risultati”, scrisse nel suo diario, “solo il Signore lo sa”19.

Noah partì alcuni giorni dopo, ma Addison scelse di restare con i santi di Tubuai. La domenica successiva tenne tre sermoni nel dialetto locale e uno in inglese.20


Nell’Illinois, Louisa Pratt fece visita ai suoi amici Erastus e Ruhamah Derby a Bear Creek, un piccolo insediamento a sud di Nauvoo.21 Mentre era là, i facinorosi diedero fuoco a una vicina colonia di santi. Erastus partì immediatamente per difendere l’insediamento, lasciando le due donne a guardia della casa nel caso in cui la plebaglia avesse attaccato anche Bear Creek.

Quella notte, Ruhamah era troppo spaventata per addormentarsi, e insistette per stare di guardia mentre Louisa dormiva. Al mattino, quando si svegliò, Louisa trovò l’amica esausta ma ancora vigile. La giornata fu tesa, ma senza incidenti, e quando giunse la notte Louisa cercò di convincere Ruhamah a lasciare lei di guardia. All’inizio, Ruhamah era troppo spaventata per fidarsi, ma alla fine Louisa la convinse a dormire.

Quando Erastus tornò, qualche giorno dopo, trovò le due donne sfinite ma illese. Erastus spiegò loro che i santi dell’insediamento vicino stavano vivendo in tende e carri, esposti alla pioggia e all’aria notturna.22 Quando a Brigham giunse la notizia, chiamò i santi che vivevano fuori Nauvoo a mettersi al sicuro in città. Sperando di frenare le aggressioni da parte della plebaglia e di guadagnare più tempo per adempiere il comandamento del Signore di completare il tempio, egli promise al governatore Ford che i santi avrebbero lasciato la zona entro la primavera.23

Quando Louisa ne venne a conoscenza, non sapeva cosa fare. Con Addison dall’altra parte del mondo, non riteneva di avere le capacità o le risorse per trasferire da sola la sua famiglia. Più pensava ad abbandonare Nauvoo, più l’ansia cresceva.24


Dopo una settimana di pioggia, il cielo sopra a Nauvoo diventò limpido per la conferenza di ottobre 1845 della Chiesa. La giornata era insolitamente calda mentre i santi provenienti da ogni parte della città salivano la collina del tempio e prendevano posto nella sala delle assemblee appena costruita al primo piano. Mentre il resto degli interni era ancora da terminare, i muri esterni e il tetto erano completi e il campanile svettava alla luce del sole.25

Brigham si sentiva combattuto mentre vedeva i santi che si raccoglievano nella sala delle assemblee. Non voleva abbandonare né il tempio né Nauvoo, ma i recenti attacchi della plebaglia erano solo un assaggio di ciò che sarebbe successo se i santi fossero rimasti più a lungo in città.26 In primavera, gli uomini accusati dell’omicidio di Joseph e di Hyrum erano stati assolti, dando ai santi ulteriore prova del fatto che i loro diritti e le loro libertà non sarebbero stati rispettati nell’Illinois.27

I resoconti da parte di Lewis Dana sulla spedizione tra gli indiani furono favorevoli e nelle ultime settimane gli apostoli e il Consiglio dei Cinquanta stavano discutendo sui possibili siti per il nuovo luogo di raduno. I dirigenti della Chiesa si erano interessati alla Valle del Grande Lago Salato, sul versante più lontano delle Montagne Rocciose. Le descrizioni della Valle del Lago Salato erano promettenti e Brigham riteneva che i santi potessero insediarsi nelle vicinanze, per poi espandersi e stabilirsi lungo la costa del Pacifico.28

La valle, però, si trovava oltre duemiladuecento chilometri di territorio incolto e sconosciuto, con poche strade e quasi nessun negozio in cui potessero acquistare cibo e altre provviste. I santi sapevano già che dovevano lasciare Nauvoo, ma avrebbero potuto intraprendere un viaggio così lungo e potenzialmente pericoloso?

Brigham era fiducioso che, con l’aiuto del Signore, avrebbero potuto farlo, e pensò di usare la conferenza per incoraggiare e rassicurare i membri della Chiesa. Parley parlò per primo alla sessione del pomeriggio, facendo allusioni alle intenzioni della Chiesa di trasferirsi a ovest. “Il Signore ha intenzione di condurci in un campo d’azione più ampio, dove ci sarà più spazio in cui i santi potranno crescere e prosperare”, dichiarò, “e in cui potremo godere dei puri principi di libertà e di eguali diritti”.

George A. Smith fu il secondo ad alzarsi e a parlare dal pulpito in merito alle persecuzioni che i santi avevano affrontato nel Missouri. Minacciati dall’ordine di sterminio, avevano evacuato lo stato insieme, facendo alleanza di non lasciare indietro nessuno. George voleva che i santi facessero lo stesso anche in quell’occasione, facendo tutto possibile per aiutare coloro che non avrebbero potuto intraprendere il viaggio da soli.

Quando George ebbe terminato, Brigham propose che facessero alleanza l’uno con l’altro e con il Signore di non abbandonare nessuno che desiderasse andare all’ovest. Heber Kimball chiese un voto di sostegno, e i santi alzarono la mano come segno della loro volontà di mantenere l’impegno.

“Se sarete fedeli alla vostra alleanza”, promise Brigham, “io vi profetizzo che il grande Dio riverserà su questo popolo i mezzi per compiere alla lettera ciò che ci chiede”29.


Nei mesi successivi alla conferenza, i santi usarono qualsiasi sega, martello, incudine e ago da cucito per costruire ed equipaggiare i carri per il viaggio verso ovest. I lavoratori al tempio raddoppiarono i loro sforzi per poterlo completare e per permettere ai santi di ricevere le ordinanze prima di lasciare la città.30

Mentre i lavoratori preparavano il piano attico del tempio per le investiture e i suggellamenti, i battesimi per i morti continuavano al piano interrato. Sotto la direzione del Signore, Brigham istruì gli uomini che non dovevano più essere battezzati per le donne, né le donne per gli uomini.31

“Nella sua vita Joseph non ha ricevuto tutto ciò che è connesso alla dottrina della redenzione”, aveva insegnato Brigham ai santi quell’anno, “ma ha lasciato la chiave per farlo a coloro che capiscono come ottenere tutto ciò che è necessario per la salvezza e l’Esaltazione di questo grande popolo nel regno celeste del nostro Dio e per istruirlo al riguardo”.

Il cambiamento nell’ordinanza dimostrò come il Signore continuasse a rivelare la Sua volontà al Suo popolo. Brigham dichiarò: “Il Signore ha sempre guidato questo popolo in questa maniera, dando qui un poco e là un poco. Così Egli accresce la saggezza di questo popolo, e colui che riceve un poco e ne è grato, riceverà sempre di più”32.

Per dicembre il piano attico del tempio fu completato e gli apostoli lo prepararono per l’investitura. Con l’aiuto dei santi, appesero delle pesanti tende per suddividerlo in svariate sale più piccole decorate con piante e murali. A est dell’attico, suddivisero un ampio spazio per ricavarne la sala celeste, il luogo più sacro nel tempio, e lo adornarono con specchi, dipinti, mappe e un magnifico orologio di marmo.33

Poi, gli apostoli invitarono i santi a entrare nel tempio per ricevere le loro benedizioni. Gli uomini e le donne che avevano ricevuto l’investitura in precedenza servivano a turno per ricoprire i vari ruoli nella cerimonia. Guidando i santi attraverso le sale del tempio, davano loro ulteriori insegnamenti sul piano di Dio per i Suoi figli e facevano loro stipulare ulteriori alleanze di osservare il Suo vangelo e consacrarsi all’edificazione del Suo regno.34

Vilate Kimball e Ann Whitney impartivano le abluzioni e le unzioni alle donne. Poi Eliza Snow guidava le donne nel resto delle ordinanze, aiutata da altre che avevano già ricevuto l’investitura. Brigham chiamò Mercy Thompson a trasferirsi nel tempio a tempo pieno per contribuire all’opera che vi si svolgeva.35

Dopo l’inizio del nuovo anno, gli apostoli cominciarono a suggellare le coppie per il tempo e per l’eternità. Presto, più di un migliaio di coppie avevano ricevuto la nuova ed eterna alleanza del matrimonio. Tra loro vi erano Sally e William Phelps, Lucy e Isaac Morley, Ann e Philo Dibble, Caroline e Jonathan Crosby, Lydia e Newel Knight, Drusilla e James Hendricks, e altri uomini e donne che avevano seguito la Chiesa di luogo in luogo, consacrando la loro vita a Sion.

Gli apostoli suggellarono anche i figli ai genitori e gli uomini e le donne ai coniugi che erano defunti. Joseph Knight sr, che aveva gioito con Joseph il mattino in cui questi aveva portato a casa le tavole d’oro, fu suggellato per procura a sua moglie, Polly, la prima dei santi a essere seppellita nella Contea di Jackson, nel Missouri. Alcuni santi presero parte anche a speciali suggellamenti di adozione che li univano alle famiglie eterne di amici stretti.36

Con ogni ordinanza, il piano del Signore di avere una catena saldata di santi con le rispettive famiglie, che li teneva legati a Lui e gli uni agli altri tramite il sacerdozio, diveniva realtà.37


Quell’inverno, i nemici della Chiesa furono irrequieti, perché dubitavano che i santi mantenessero la promessa di partire in primavera. Brigham e altri apostoli furono falsamente accusati di crimini, il che li obbligava a farsi vedere poco in giro e talvolta persino a nascondersi nel tempio.38 Circolarono delle voci secondo cui il governo degli Stati Uniti aveva messo in dubbio la lealtà dei santi e voleva mandare delle truppe per impedire loro di lasciare il paese e di schierarsi con i poteri esterni che governavano le terre più a ovest.39

Subendo forti pressioni perché partissero, gli apostoli decisero che i dirigenti della Chiesa, le loro famiglie e altri che erano obiettivo di persecuzione, dovessero avviarsi il prima possibile. Credevano che attraversare il Mississippi per raggiungere l’Iowa potesse tenere lontani i loro nemici un po’ più a lungo e prevenire altra violenza.

A inizio gennaio del 1846, gli apostoli finalizzarono i loro piani per l’esodo con il Consiglio dei Cinquanta. Prima di partire, nominarono degli agenti che gestissero le proprietà che stavano lasciando e che vendessero tutto ciò che potevano per aiutare i poveri a intraprendere il viaggio. Volevano anche che alcuni uomini restassero lì per finire e dedicare il tempio.

Brigham e i Dodici erano decisi a riunire i santi nella Valle del Grande Lago Salato. Dopo aver digiunato e pregato giornalmente nel tempio, Brigham ebbe una visione di Joseph che gli indicava la sommità di una montagna su cui sventolava un’insegna. Joseph gli disse di costruire una città all’ombra di quella montagna.

Brigham credeva che poche persone avrebbero desiderato la valle, che era meno fertile delle praterie a est delle montagne. Sperava che le montagne li proteggessero anche dai loro nemici e fornissero un clima mite. Una volta insediati nella valle, sperava che potessero stabilire dei porti sulla Costa del Pacifico per accogliere gli immigranti provenienti dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti orientali.40

Il consiglio si riunì nuovamente due giorni dopo, e Brigham rifletté di nuovo sul desiderio di Joseph di adempiere la profezia di Isaia e di issare un vessillo per le nazioni. “Il detto dei profeti non sarà mai compiuto”, disse Brigham al consiglio, “a meno che la casa del Signore non sia costruita sulla vetta delle montagne e il fiero stendardo della libertà non sventoli sulle valli che sono tra le montagne”.

“So dov’è il posto”, dichiarò, “e so come fare la bandiera”41.


Il 2 febbraio, dopo che migliaia di santi ebbero ricevuto le ordinanze del tempio, gli apostoli annunciarono che avrebbero bloccato l’opera nel tempio e avrebbero preparato delle barche per traghettare i carri attraverso il fiume Mississippi, che era gelato. Brigham mandò dei messaggeri ai capitani delle compagnie di carri, istruendoli di essere pronti a partire nel giro di quattro ore. Poi continuò ad amministrare l’investitura ai santi fino a tarda sera, tenendo là gli scrivani del tempio sino a quando ogni ordinanza non fu propriamente registrata.42

Quando il mattino dopo Brigham si alzò, una folla di santi lo incontrò davanti al tempio, ansiosa di ricevere l’investitura. Brigham disse che non era saggio rimandare la loro partenza. Se fossero rimasti a celebrare altre investiture, la loro partenza avrebbe potuto essere ostacolata o interrotta. Promise che avrebbero costruito altri templi e che avrebbero avuto altre opportunità di ricevere le loro benedizioni all’ovest.

Poi, Brigham se ne andò, aspettandosi che si disperdessero. I santi, invece, salirono gli scalini del tempio e ne affollarono le sale. Voltandosi, Brigham li seguì all’interno. Vedendo i loro volti ansiosi, cambiò idea. Essi sapevano di aver bisogno del potere dell’investitura per sopportare le difficoltà che li attendevano, per vincere il pungiglione della morte e tornare alla presenza di Dio.

Per il resto della giornata, i lavoranti del tempio amministrarono le ordinanze a centinaia di santi.43 Il giorno dopo, il 4 febbraio 1846, altri cinquecento santi avevano ricevuto l’investitura e i primi carri lasciarono Nauvoo.

Infine, l’8 febbraio, Brigham e gli apostoli si riunirono nella sala superiore del tempio. Si inginocchiarono attorno all’altare e pregarono, invocando le benedizioni di Dio sul popolo diretto a ovest e su coloro che sarebbero rimasti a Nauvoo per finire il tempio e dedicarlo a Lui.44


Nei giorni e nelle settimane successive, le compagnie di santi caricarono i loro carri e i loro buoi sui traghetti e attraversarono il fiume, raggiungendo coloro che avevano già fatto la traversata. Mentre salivano su un alto promontorio ad alcuni chilometri a ovest del fiume, molti santi si voltarono per guardare Nauvoo e diedero un commovente addio al tempio.45

Giorno dopo giorno, Louisa Pratt osservava i suoi amici e vicini che lasciavano la città. Eppure ella continuava a temere l’idea di dover andare a ovest senza l’aiuto e la compagnia di Addison. Tutti si aspettavano che il viaggio sarebbe stato pieno di pericoli imprevedibili, eppure fino ad allora nessuno le aveva chiesto se fosse pronta a intraprenderlo, e nessuno degli uomini che avevano chiamato Addison in missione si era offerto di aiutarla nel trasferimento.

“Sorella Pratt”, le disse un’amica dopo che lei le aveva espresso i suoi sentimenti, “si aspettano che tu sia abbastanza brava da andare da sola senza aiuto e, addirittura, che aiuti gli altri”.

Louisa ci pensò per un momento. “Bene”, disse, “mostrerò loro che cosa posso fare”46.


Con la neve che le turbinava attorno, Emily Partridge tremava mentre si sedeva su un albero caduto lungo la riva occidentale del Mississippi. Sua madre e le sue sorelle avevano attraversato il fiume sei giorni prima e si erano accampate lì vicino, ma Emily non sapeva dove fossero. Come molti santi che avevano lasciato Nauvoo, era stanca, affamata e ansiosa riguardo al viaggio che la aspettava. Era la quarta volta che veniva cacciata da casa sua a motivo della sua fede.47

Per quanto potesse ricordare, era sempre stata un santo degli Ultimi Giorni. Da ragazza aveva visto il padre e la madre patire le persecuzioni e la povertà per servire Gesù Cristo e stabilire Sion. All’età di sedici anni, quando la plebaglia aveva obbligato la sua famiglia a lasciare il Missouri, Emily aveva già trascorso gran parte della sua vita alla ricerca di un luogo di rifugio e di pace.

Ora, quasi ventiduenne, stava cominciando un altro viaggio. Dopo la morte di Joseph, aveva sposato Brigham Young come moglie plurima. A ottobre avevano avuto un figlio che avevano chiamato Edward Partridge Young, come il padre di lei. Due mesi dopo, Emily era entrata nel tempio e aveva ricevuto la sua investitura.

Se suo figlio fosse sopravvissuto al viaggio, sarebbe cresciuto tra le montagne, al sicuro dalle plebaglie che avevano afflitto la gioventù di sua madre. Eppure, a differenza di Emily, non avrebbe saputo com’era vivere nella Contea di Jackson o a Nauvoo. Non avrebbe mai incontrato Joseph Smith, né lo avrebbe sentito predicare ai santi la domenica pomeriggio.

Prima di attraversare il fiume, Emily aveva fatto visita alla residenza di Nauvoo per vedere David Hyrum, il figlio infante di Joseph ed Emma, nato cinque mesi dopo la morte del Profeta. I risentimenti che erano esistiti tra Emma ed Emily erano scomparsi, ed Emma l’aveva invitata ad entrare e l’aveva trattata gentilmente.

Emma e i bambini non sarebbero andati all’ovest. La sua difficoltà ad accettare il matrimonio plurimo, oltre alle dispute in corso sulle proprietà, continuavano a complicare il suo rapporto con la Chiesa e con i Dodici. Credeva ancora nel Libro di Mormon e aveva una forte testimonianza della chiamata profetica di suo marito. Ma, invece di seguire gli apostoli, aveva scelto di restare a Nauvoo con altri membri della famiglia Smith.48

Seduta lungo il Mississippi, Emily aveva sempre più freddo mentre dei grossi fiocchi di neve le si posavano sui vestiti. Brigham era ancora a Nauvoo per supervisionare l’esodo, quindi lei si alzò e portò il suo bambino da un falò all’altro, alla ricerca di un po’ di calore e di un volto familiare. Non molto tempo dopo, fu ricongiunta con sua sorella Eliza e si unì al suo accampamento di santi in un luogo chiamato Sugar Creek. Là vide famiglie stipate nelle tende e sui carri, che stavano vicine per trovare calore e conforto dal freddo e da un futuro incerto.49

Nessuno all’accampamento sapeva che cosa sarebbe successo il giorno dopo. Eppure il loro non era un salto nel buio. Avevano stretto delle alleanze con Dio nel tempio, e questo aveva rafforzato la loro fede nel Suo potere di guidarli e di sostenerli nel loro viaggio. Ciascuno di loro confidava che da qualche parte, a ovest, oltre la sommità delle Montagne Rocciose, avrebbero trovato un luogo dove radunarsi, edificare un altro tempio e stabilire il regno di Dio sulla terra.50